Casa e Energia

  • Il Pulitore ad Ultrasuoni

    Il Pulitore ad Ultrasuoni

    C’é un accessorio dal costo esiguo e utile sia in ambiente domestico che lavorativo ma che forse è poco conosciuto: il pulitore ad ultrasuoni.

    Si tratta di un apparecchio elettrico per la pulizia di oggetti delicati che sfrutta un processo fisico denominato cavitazione ed è composto da una vaschetta dove vá inserita dell’acqua e un eventuale detergente per la pulizia: in casa puó essere utile per pulire gioielli, occhialiorologi, dentiere, oggetti delicati mentre in ambito lavorativo si usa per ripulire ad esempio circuiti elettronici, protesi dentarie  o parti meccaniche.

    Il funzionamento è semplice: degli ultrasuoni smuovono l’acqua contenuta nella vaschetta metallica riscaldata da una resistenza, che emetterá delle piccole bolle che scioglieranno grasso e sporco in maniera delicata senza graffiare i prodotti contenuti, facendo depositare sul fondo della vaschetta i residui di sporco.

    Per i prodotti piú piccoli esistono delle piccole gabbie per posizionare gli oggetti senza il rischio di perderli. Ovviamente a seconda delle dimensioni degli oggetti da trattare esistono apparecchi di varie dimensioni, ma quelle per l’uso casalingo , delle dimensioni di una trentina di centimetri in larghezza per una quindicina di profondità, costano da una trentina a massimo un centinaio di euro. Modelli piú grandi o professionali costano un pó di più: da qualche centinaio di euro fino a qualche migliaia per taniche professionali per la pulizia col medesimo sistema di grossi pezzi meccanici.

    L’uso è semplicissimo: basta inserire l’acqua sino al limite indicato, a seconda del prodotto da pulire occorre aggiungere una goccia di detergente specifico o di detersivo per piatti, e si fá partire il timer per la pulizia: dopo qualche minuto si verifica se il prodotto é pulito e nel caso o lo si risciacqua eventualmente aiutandosi con una spazzolina oppure nel caso ci siano ancora incrostazioni o sporco da rimuovere si mette a fare un ciclo di pulizia ulteriore.

    Come detto visto il costo esiguo può essere utile in casa soprattutto per gioielli e orologi dove si annidano facilmente sporcizia e residui di pelle che diventa difficile rimuovere con il rischio di graffiare l’oggetto e difficili da pulire per forma e dimensione.

    Ovviamente se si tratta di orologi fate attenzione che siano impermeabili e che le corone siano serrate quando li immergete nell’acqua. In teoria in caso di orologi meccanici se si fá troppo frequentemente la pulizia ad ultrasuoni è possibile che si possano magnetizzare, e che quindi perdano in precisione: in tal caso basta procurarsi per una decina di euro uno smagnetizzatore per orologi, facilmente reperibile su amazon o su siti specializzati e si risolve il problema in pochi secondi.

    Inoltre si presta ad essere un regalo particolare, utile , poco costoso, adatto sia per uomini che per donne e che difficilmente si rischia che possa essere un doppione.

    L’unico consiglio é sceglietene uno alimentato dalla rete elettrica, quindi evitando quei pulitori alimentati da porte usb o da batterie e possibilmente che sia dotato di display per il timer e di un regolatore di temperatura.

    Voi lo conoscevate? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • Digitale terrestre: ora il decoder serve davvero

    Digitale terrestre: ora il decoder serve davvero

    Torniamo a parlare di digitale terrestre perché é arrivata comunicazione della data di dismissione delle trasmissioni in mpeg2, quindi per chi avesse ancora un vecchio televisore non compatibile con i canali hd e che non si é ancora dotato di un decoder esterno arriva il momento di farlo, pena perdere la visione dei pochi canali rimasti come provvisori.

    E la data scelta non é delle migliori visto che é il 20 dicembre 2022, quindi a ridosso del natale: se un nuovo tv o decoder puó diventare il regalo giusto per la nonna o per i genitori poco tecnologici , che magari possono sfruttare l’occasione delle feste per avere in casa i nipoti per l’installazione , dall’altra significa avere poca assistenza nei negozi presi d’assalto per le compere natalizie, che quindi avranno poco tempo da dedicarvi per la scelta dell’apparecchio da acquistare, specie se si tratta di un decoder dal costo di poche decine di euro.

    Quello che peró é importante ribadire é che questo non sará l’ultimo cambio di tecnologia, dato che ne é previsto un’altro, al momento calendarizzato per il 2023 salvo possibili rinvii,  dal dvb-t al dvb-t2 e che quindi colpirá non solo i televisori piú datati non compatibili con l’HD, ma anche buona parte di quelli con soli pochi anni di vita, che non possono visualizzare il canale di Test HEVC Main 10 presente alla numerazione 200 del telecomando.

    Anche in quel caso, appena ci sará una comunicazione ufficiale delle date ci si dovrá attrezzare con un decoder esterno o un nuovo tv, magari sfruttando gli incentivi alla rottamazione se ancora disponibili, quindi in previsione dell’acquisto puó essere utile tenere d’occhio eventuali offerte per non doversi trovare a scegliere in fretta all’ultimo momento con il rischio di doversi accontentare o strapagare quello che trovate disponibile in pronta consegna, specie perché impatterá su una grossa parte dei tv presenti nelle nostre case e non solo su quelli particolarmente datati.

    In ogni caso é una spesa in piú da mettere in conto in un periodo dove tutto sta aumentando e ci si deve barcamenare tra bollette alle stelle e inflazione a doppia cifra.
    Voi ne eravate al corrente?

  • Come riscaldarsi spendendo di meno

    Come riscaldarsi spendendo di meno

    Come sapete tra pandemie, guerre e inflazione il costo dell’energia è aumentato vertiginosamente, quindi diventa essenziale  volenti o nolenti ridurre i consumi.

    Non voglio dilungarmi sulle cause del problema che sono piú politiche che reali, ma sugli effetti che dobbiamo subire quando arrivano le bollette. 

    Infatti riscaldare o raffrescare la nostra casa , indipendentemente da come lo facciamo, consuma energia ed essendo questa alle stelle tenere acceso l’impianto ci costerá di piú e considerando che l’esigenza di riscaldarci non muta all’aumentare dei prezzi quello che possiamo fare è cercare di limitare i consumi: da una parte contenendo gli sprechi, ad esempio evitando di tenere accese stufe e condizionatori quando non siamo presenti nella stanza ed evitando di aprire le finestre quando sono in funzione , se possibile efficientando gli impianti per consumare meno, magari cambiando tecnologia o riducendo le dispersioni e dall’altro cercare di ridurre orari di esercizio e temperature, per risparmiare energia pure a scapito del nostro comfort.

    Quest’ultima soluzione forse é la piú rapida, economica e anche quella piú facile da attuare: abbassare il termostato e/o tenere acceso per meno tempo l’impianto di riscaldamento a costo di indossare in casa una maglia piú pesante o usare una coperta in piú sicuramente riduce i consumi, ma non risolve completamente il problema.

    Altra soluzione é quella di intervenire sugli impianti: cambiare una vecchia caldaia o una stufa a pellet con un sistema piú efficiente consente risparmi considerevoli, soprattutto se si fá una scelta oculata dell’impianto, anche perché si puó scegliere un combustibile piú economico e dalla maggiore resa. L’esempio piú classico é la pompa di calore , di cui vi parlavo in precedenza, che consente efficienze importanti e che se coadiuvato da pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo permette anche di scaldare o raffrescare la casa a costo zero. 

    Il problema é che diventa un investimento importante che ha senso in presenza di incentivi o in fase di ristrutturazione dell’abitazione, un pó meno se lo scopo é solo quello di ridurre le bollette, anche perché si spera che nel futuro i prezzi dell’energia possano tornare a prezzi piú umani di quelli attuali in un tempo piú breve di quello necessario per riuscire ad ammortizzare i costi di un nuovo impianto. 

    Anche se c’e’ da dire che comunque difficilmente l’energia tornerá ai prezzi a cui eravamo abituati prima della crisi , ragione per il quale se comunque avevamo un impianto vecchio o particolarmente energivoro comunque potrebbe comunque valere la pena farsi qualche calcolo o preventivo per la sostituzione, mentre in presenza di impianti piú moderni dove la differenza di consumi sarebbe meno importante potrebbe non valerne la pena. 

    Altra soluzione sulla carta sarebbe quella di cambiare gestore energetico, ma purtroppo le condizioni dei nuovi contratti sono sicuramente peggiori di quelli sottoscritti in epoca pre crisi, quindi i margini di manovra saranno limitati, fate comunque dei preventivi ma fate molto bene i vostri conti magari affidandovi a qualche consulente indipendente e non al primo venditore che vi propone un contratto.

    Insomma ci dovremo rassegnare almeno per un certo periodo a pagare bollette particolarmente pesanti, quindi ogni contromisura che possiamo attuare merita quantomeno di essere vagliata. Voi avete altre idee o suggerimenti? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come abbiamo imparato a conoscere guardando la nostra bolletta della luce, i prezzi dell’energia sono aumentati considerevolmente: a paritá di consumi la bolletta é piú che triplicata rispetto al passato e probabilmente salirá ancora, ma cosa possiamo fare per tamponare la situazione?

    In linea teorica si potrebbe provare a cambiare gestore elettrico, fate pure dei preventivi ma al momento difficilmente un nuovo contratto elettrico sará piú conveniente di uno vecchio, anche perché i prezzi sono talmente aumentati che molti gestori elettrici non solo non fanno piú nuovi contratti a tariffa bloccata, ma stanno disdicendo quelli in essere per non rischiare il fallimento.

    Quello che ci rimane da fare è cercare per quanto possibile di consumare meno, mettendo in pratica i soliti consigli anti spreco a cui magari non facevamo attenzione con i vecchi prezzi dell’energia.  

    Pertanto fare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, accendere lo scaldabagno solo quando ci serve l’acqua calda , se abbiamo un contratto energetico con fascia bioraria o comunque il contratto prevede delle agevolazioni in determinati giorni o orari usate in quelle fascie gli elettrodomestici piú energivori specie quelli che possono partire con un timer come appunto lavatrici e lavastoviglie.

    Ed è bene sapere quali sono gli elettrodomestici piú costosi da utilizzare e provare a limitarne l’utilizzo e magari sostituirli da qualcosa di piú efficiente: stufette, phon , ferri da stiro, forni, bistecchiere, trapani, elettroutensili, friggitrici ad aria, piani cottura ad induzione, condizionatori, piastre per capelli e tutti quei prodotti che scaldano tramite una resistenza, sono quelli che pesano di piú sulla bolletta.

    Una buona idea è quella di sostituire le lampadine della casa , specie se sono alogene o a filamento con quelle a LED, visto che i prezzi si sono abbassati si ammortizzano in fretta e si consuma molto meno a paritá di luce emessa.

    Spegnamo gli apparecchi quando non utilizziamo: tenere accesa la tv , la luce o il climatizzatore quando non siamo nella stanza fá girare il contatore senza darci un reale vantaggio , per limitare i consumi possiamo inoltre utilizzare al meglio gli apparecchi seguendo le indicazioni del produttore e fare regolare manutenzione.

    E se abbiamo in casa elettrodomestici energivori con qualche anno sulle spalle, potrebbe valere la pena di sostituirli con prodotti nuovi piú efficienti, specie se nel frattempo le tecnologie si sono evolute: un’aspirapolvere, un televisore o un climatizzatore moderno consumano considerevolmente meno di uno di 10 anni fa, quindi targhetta dei consumi alla mano potrebbe valerne la pena cambiarli con l’ultimo modello.

    Se in casa abbiamo due prodotti simili potremmo preferire quello piú piccolo se consuma meno: guardare il tg nel televisore della cucina anziché in quello enorme in salotto, o usare l’elettrodomestico o l’utensile piú piccolo e lento al posto di quello piú grande e veloce che peró consuma di piú ci aiuta a tagliare la bolletta.

    Inoltre , specialmente in cucina, é possibile utilizzare degli utensili a mano, a gas o a batteria al posto di quelli elettrici, magari sono un pó piú scomodi ma a seconda dei casi si risparmia tanta corrente: guardate le etichette, se il gioco non vale la pena per uno spremiagrumi da 30 watt, magari vale per un tostapane da 1000w o per una bistecchiera da 2000w.

    Altra soluzione potrebbe essere dotarsi di un impianto fotovoltaico, i cui costi sono diminuiti parecchio , così come quelli di alcune soluzioni di accumulo dell’energia per avere , condizioni metereologiche e disponibilitá di spazi permettendo, energia elettrica a costo zero, anche eventualmente per un limitato set di strumenti elettrici: quelli piú piccoli pensati per i camper possono stare anche in un balcone e si portano a casa con poche centinaia di euro.

    Insomma diventa essenziale ingegnarsi e almeno sin quando non si saranno calmate le acque cercare di limitare i consumi.

    Voi che soluzioni avete escogitato per limitare i consumi? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Ora e’ piu’ facile evitare le telefonate moleste dei call center

    Ora e’ piu’ facile evitare le telefonate moleste dei call center

    Chi di noi non odia le chiamate dei call center che ci chiamano ai più svariati orari per proporci di attivare nuovi servizi o comprare i loro prodotti? Sappiamo che è una piaga dei tempi moderni anche perchè storicamente non è facile liberarsene.

    Infatti se è pur vero che chi ci chiama deve essere autorizzato a farlo, la presenza negli elenchi telefonici, specie quelli più vecchi, o il consenso alla comunicazione da parte di terzi compilando dei form online, magari legati ad una tessera fedeltà o a un sondaggio o sottoscrivendo dei contratti permette comunque il contatto da parte dei vari call center.

    Certo si può evitare di da dare in giro il nostro numero, cancellarlo dagli elenchi telefonici, evitare di dare i consensi di marketing quando compiliamo dei form o sottoscriviamo dei contratti, utilizzare delle app sul cellulare che rifiutano i numeri segnalati come spam, ma ci sarà sempre qualcuno che chiamerà per venderti qualcosa.

    Fortunatamente però c’è una lieta novità per gli utenti, dal 27 luglio 2022 sono cambiate le modalità per revocare questo consenso che ora sono estese non solo ai numeri telefonici presenti sugli elenchi ma a qualsiasi numero, anche di cellulare.

    Questo significa che basterà collegarsi ad un apposito sito internet https://www.registrodelleopposizioni.it/  o in alternativa chiamare il numero verde (800 957 766 da fisso o 06 42986411 dal cellulare) o ancora mandare un apposito modulo tramite mail al Registro Pubblico delle Opposizioni per liberarsi del problema.

    Infatti questo registro, che fa capo al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) permette di indicare i propri numeri, e volendo anche l’indirizzo di casa per bloccare  la ricezione di offerte per posta, in modo che sia messo in una blacklist che gli operatori di telemarketing devono consultare prima della chiamata, altrimenti sono suscettibili di ricevere delle pesanti sanzioni.

    Una volta comunicata la revoca dei consensi, rimane attiva a partire dai 15 giorni successivi alla richiesta e vale a tempo indeterminato anche se è possibile aggiornarla successivamente per negare dei consensi eventualmente dati dopo l’iscrizione al registro.

    Si può anche decidere di fare una revoca selettiva scegliendo di negare il consenso solo a determinati operatori, quello che però non è possibile è bloccare le chiamate di un operatore per il quale abbiamo un contratto in essere o cessato di recente.

    La procedura alla fine è molto semplice, rapida e senza costi: per chi fosse poco avvezzo alla tecnologia può farla anche telefonicamente, altrimenti basta collegarsi all’apposito sito, inserire i propri dati e soprattutto chiamare durante il processo di registrazione un numero telefonico da ognuno dei numeri per i quali revocare il consenso per accertarsi di essere effettivamente il titolare dell’utenza. Al termine dell’operazione si riceverà un numero di pratica per poter verificare, aggiornare o modificare i nostri consensi e tempo 15 giorni non dovremo più ricevere telefonate moleste.

    Poi è pur vero che qualcosa potrà comunque sfuggire alle maglie o qualche operatore straniero cercare di farla franca chiamando dall’estero, ma già dare una bella scremata alle telefonate rompiscatole è gia’ un bel traguardo.

    Voi eravate al corrente della cosa? Ricevete tante telefonate spam? Fatemcelo sapere qui nei commenti , cosi come se avete domande, dubbi , curiosità o qualcosa da segnalare.

  • Caffe’ a casa: espresso o moka?

    Caffe’ a casa: espresso o moka?

    Parliamo di caffè : quando lo prendiamo a casa c’e chi preferisce la classica moka e chi non può fare a meno di un espresso con la macchinetta come quello del bar.

    Gusti a parte, sia che facciate parte del team moka o di quello espresso c’e da capire che entrambe le soluzioni hanno dei pro e dei contro. 

    Sicuramente l’espresso, soprattutto utilizzando una macchinetta a cialde o a capsule, ha dalla sua la comodita’ e la rapidita’ nell’erogare la nostra bevanda preferita ma ha un pesante contro: il costo di cialde e capsule.

    Infatti se e’ lecito pensare di pagare un po di piu’ per la comodità di non dover dosare e smaltire il caffè in polvere e di attendere diversi minuti sul gas la nostra caffettiera, quello che forse non e’ noto a tutti e’ il prezzo al chilo del caffè monodose, specie se lo raffrontiamo al caffè in polvere che possiamo utilizzare nella classica caffettiera, ma anche nelle macchine espresso senza cialde.

    A seconda del tipo di macchina, della marca e qualita’ del caffe’ e della quantita’ di cialde o capsule acquistate una singola capsula può costarci anche 40 centesimi, e considerando mediamente che una capsula contiene 5 grammi di caffè, significa che lo stiamo pagando 80 euro al chilo : un enormita’ se consideriamo che una confezione da un chilo di caffè in polvere al supermercato la si può portare a casa anche con 6 euro.

    Ovviamente ci sono caffè e caffe’, sia per marca e che per qualità e ognuno ha i propri gusti, e anche al supermercato i caffè in polvere di qualità costano cari , ma anche prendendo il più costoso del supermercato lo avremmo pagato al chilo sempre meno delle capsule.

    Anche con cialde e capsule si può risparmiare parecchio, soprattutto rispetto ai prezzi di listino dei caffè venduti direttamente dal produttore della macchinetta, che vuoi per marketing e vuoi per ripagare i costi della macchinetta fornita sottocosto o in comodato d’uso spesso rientra dei costi sul costo dei caffè, un po’ come succede per le stampanti: dove usando le cartucce compatibili si spende molto meno rispetto alle originali.

    Con le capsule e’ la stessa cosa, molte torrefazioni, anche molto famose producono capsule compatibili con le macchinette più comuni consentendo di pagarle molto meno e con una qualita’ pari se non superiore all’originale, tanto che ora si trovano queste compatibili anche nei supermercati, vendute anche col marchio dello stesso supermercato.

    Ovviamente piu’ quel tipo di macchinetta e’ diffusa e piu’ si trovano capsule di concorrenza, valutate anche questo aspetto quando scegliete il tipo di macchinetta da comprare, magari le macchinette per un certo tipo di capsule costano di meno, ma non trovando o avendo poca scelta di compatibili pagherete i vostri caffè molto di piu’.

    Esistono anche negozi specializzati in cialde e capsule compatibili e siti web che giocando con le quantita’ riescono a spuntare prezzi molto convenienti , soprattutto se si fanno ordini sostanziosi, che permettono tralaltro di ammortizzare o eliminare i costi di spedizione, che incidono sostanzialmente se si acquistano poche capsule alla volta: pagando 8 euro di spedizione su 100 capsule significa pagare 8 centesimi in più a caffè, ma se ne acquistiamo 500 la spedizione incide per poco più di 1 centesimo a caffè, e magari al superamento di un certo valore ci viene pure omaggiata.

    Soprattutto in rete e’ possibile usare i comparatori di prezzo per cercare cialde e capsule compatibili, facendo come detto attenzione ai costi di spedizione, ma anche alla qualita’ del caffe: quel caffè ci deve piacere, inutile fare un ordine di 1000 cialde a un prezzo convenientissimo per poi scoprire che quel tipo di caffè non ci piace.

    Ad ogni modo usando qualche accortezza il costo della nostra cialda o capsula si riduce parecchio, ma difficilmente per le capsule si scende sotto i 10 centesimi a pezzo che sono comunque 20 euro al chilo : sempre più caro del caffè in polvere, ma almeno con una differenza più giustificabile dalla comodita’ delle capsule.

    L’alternativa per chi non ama il caffe’ della moka e non vuole svenarsi e’ la macchinetta espresso a polvere o addirittura quelle in grani che macinano direttamente i chicchi di caffè‘ : entrambe danno la possibilita’ di utilizzare qualsiasi tipo di caffe’ senza vincoli di sorta.


    C’e’ pero’ da considerare che le macchine a capsule sono standardizzate, quindi bene o male hanno una qualita’ simile a parita’ di tipo di capsula, mentre con quelle a polvere la resa può variare parecchio da macchina a macchina, quindi a parita di caffe‘ ci sara’ una differenza sostanziale tra una macchina e l’altra, cosa che presuppone che si debba mettere più attenzione nella scelta della macchina magari evitando di acquistare macchinette troppo economiche se non le abbiamo provate, e sopratutto prediligendo macchine di qualita’.

    Cialde ESE

    E per chi ha questo genere di macchine esiste anche una soluzione di compromesso tra la comodità e i costi: sono le cialde ese, quelle in carta che possono essere messe nel misurino del caffè e che essendo molto semplici da produrre hanno dei prezzi al chilo non troppo distanti dal caffè in polvere, e che si trovano facilmente anche nei supermercati.

    Esistono anche macchine che vanno esclusivamente a cialde ese che quindi non permettono l’uso di caffè in polvere , e quindi condividono con i vari sistemi a capsule , generalmente in alluminio o in plastica come i vari Nespresso, Dolce Gusto, A modo mio e simili l’obbligo di rifornirsi soltanto di quel tipo di caffè.

    Insomma farsi un caffè a casa e’ un argomento più complicato di quello che può sembrare ma con qualche dritta si può risparmiare.

    Voi conoscevate questi trucchi, ne avete degli altri? Avete dei dubbi, bisogno di consigli o avete suggerimenti da dare? Scrivetelo nei commenti.

  • Stand-by: Spegnere i nostri apparecchi ci conviene davvero?

    Stand-by: Spegnere i nostri apparecchi ci conviene davvero?

    Coi prezzi della corrente alle stelle e’ bene per quanto possibile limitare i consumi, cercando di limitare gli sprechi.

    Ci sono tante buone norme da seguire , come ad esempio se abbiamo la tariffa bioraria programmare la lavatrice di modo che lavori quando l’energia costa meno e qualche falso mito, ai limiti delle leggende metropolitane.

    Uno di questo verte sugli apparecchi che vanno in stand-by, cioe’ che anche da spenti sono collegati alla rete elettrica e che quindi segnalano la cosa con l’accensione di un piccolo led, secondo qualcuno basterebbe tagliare la corrente spegnendo la ciabatta dove questi apparecchi sono collegati , per spegnere questi questi led e risparmiare cifre stratosferiche.

    In realtà quello che si risparmia e’ poca roba, se sommassimo il consumo in standby di tutti questi led della casa, anche ammettendo di pagare l’energia cara potremmo risparmiare non più di un paio di euro l’anno, ma quello che andiamo a perdere e’ molto di piu’.

    Perdiamo infatti gli aggiornamenti automatici dei dispositivi, soprattutto quelli smart come tv e decoder che si aggiornano quando sono in standby per non disturbare durante l’uso normale del dispositivo, perdiamo anche nei tempi di accensione, lo stare in standby infatti evita al dispositivo di dover fare la procedura di boot, cosa che a seconda del dispositivo può richiedere diversi minuti, contro al massimo un paio di secondi per l’accensione se il dispositivo e’ gia collegato alla rete.

    Alcuni dispositivi possono essere controllati da remoto con una app o dagli assistenti vocali, se non hanno corrente questa funzione non può funzionare, oppure sono pensati per funzionare 24 ore su 24 come il router per la connessione internet , un telefono cordless, un hard disk di rete o gli stessi assistenti vocali e staccando la corrente non funzionerebbero.

    Ma soprattutto il mettere e togliere corrente e’ una fonte di stress per gli alimentatori dei dispositivi che potrebbero saltare proprio come può succedere quando manca la corrente, e se l’alimentatore si rompe i costi sono ben maggiori di quel paio di euro che abbiamo risparmiato: se siamo fortunati e l’alimentatore e’ esterno e magari di un tipo relativamente comune magari possiamo cavarcela con una trentina di euro, ma se l’alimentatore fosse interno dovremo considerare il costo della manodopera e la reperibilità del ricambio, che potrebbero non rendere conveniente la riparazione dell’apparecchio, questo significa magari dover spendere 1500 euro per ricomprare un televisore, che si e’ rotto per risparmiarne uno o due, il gioco e’ valso la candela?

    Questo non significa che alcuni dispositivi non possano essere spenti dalla presa in maniera sicura, ma bisogna capire esattamente il loro funzionamento e ciò che fanno in standby, sicuramente un dispositivo smart , domotico o collegato alla rete, che non e’ altro che una sorta di computer progettato per stare sempre attaccato alla corrente non può essere scollegato allegramente, magari dei dispositivi più semplici come una stufa o una abat jour anche se si stacca la ciabatta dall’interruttore non hanno di che soffrire, anche se il loro risparmio energetico sara’ ancora inferiore.

    Purtroppo le leggende metropolitane sono tante, e prima di mettere a rischio salute e funzionalità dei nostri dispositivi, soprattutto quando il risparmio e’ esiguo e’ bene capire cosa si sta facendo.

    Voi ne eravate al corrente? Staccate i dispositivi ogni notte o li lasciate accesi? Avete dei dubbi, bisogno di consigli o avete suggerimenti da dare? Scrivetelo nei commenti.

  • Riscaldare con le pompe di calore

    Riscaldare con le pompe di calore

    Oggi parliamo di riscaldamento a pompa di calore, e non ci riferiamo solo agli split con unita’ esterna che si usano comunemente per raffrescare le nostre case nei mesi estivi, che seppure hanno la possibilità di riscaldare le nostre case anche in maniera molto efficiente nei prodotti di recente produzione, che per rientrare nelle normative sempre più stringenti consumano sempre meno e sono dotati di tecnologie avanzate, ma che essendo pensati principalmente per raffreddare, come lascia intendere la posizione in cui vanno installati non danno il meglio di sé per il riscaldamento, specie se le temperature esterne sono particolarmente fredde, ma che possono comunque avere un loro perché nelle seconde case o nelle regioni più calde, dove difficilmente lo sbalzo tra la temperatura esterna e quella desiderata all’interno di casa sarà elevato.

    Infatti le pompe di calore lavorano in maniera molto efficiente, consumando poco, quando questo sbalzo di temperatura e’ ridotto, e questo comportamento può essere sfruttato non solo per riscaldare o raffrescare l’aria ma anche per l’acqua sanitaria, che ad esempio alimenta i nostri termosifoni o magari un sistema di riscaldamento a pavimento.

    Il problema però è che se dovessimo riscaldare l’acqua per i nostri termosifoni fino a 60/70 gradi come normalmente fanno le caldaie tradizionali alimentate a gas, gasolio, pellet etc. la differenza di temperatura con l’esterno sarebbe elevata aumentando i consumi quindi l’efficienza verrebbe meno, perdendo in competitività con una caldaia tradizionale.

    In realta’ pero’ esiste un trucco: farle lavorare a bassa temperatura, senza però rinunciare al calore nelle nostre case, utilizzando degli accorgimenti particolari ad esempio lavorando sull’isolamento della casa per evitare dispersioni , impostando tempi di accensione e temperature in maniera intelligente e soprattutto scegliendo degli elementi radianti più efficienti.

    Ad esempio al posto dei radiatori in ghisa se ne possono utilizzare altri in acciaio e con una maggiore superficie di modo che a parita’ di calore la temperatura di mandata dell’acqua calda possa essere piu’ bassa, ma ancora meglio si possono utilizzare i termoconvettori detti anche fancoil, che sono una sorta di termosifone con integrato una ventola che lavorando con un funzionamento simile a quello dei condizionatori permette uno scambio termico piu’ efficiente, che tralaltro hanno anche il vantaggio di poter essere usati anche per il raffrescamento in estate qualora gli arrivi dalla caldaia acqua fredda.

    Oppure ancora e’ possibile utilizzare il riscaldamento a pavimento che richiede delle temperature dell’acqua molto piu’ basse rispetto ai termosifoni, ma ha lo svantaggio che richiede delle opere murarie importanti, quindi da valutare in caso di ristrutturazione della casa, non tanto come singolo intervento di efficientamento energetico.

    Altro punto su cui lavorare, specie se si sta ristrutturando casa magari usufruendo dei vari bonus e incentivi per il risparmio energetico e’ limitare il piu’ possibile le dispersioni, ad esempio sostituendo gli infissi, isolando il tetto o facendo il cappotto termico.

    Ovviamente per poter lavorare a bassa temperatura e quindi avere consumi ridotti l’impianto va studiato e dimensionato bene da un tecnico competente, in funzione delle temperature esterne medie, dalla necessita’ di produrre acqua calda per i nostri rubinetti, del budget a disposizione, delle esigenze estetiche e murarie della casa, e dello spazio a disposizione per l’installazione della caldaia, degli accessori e dell’unita’ esterna.

    Infatti con un impianto ben realizzato, si riesce a riscaldare un’intera casa di 100 metri quadri consumando appena 500 watt, se pensiamo che una stufetta che riscalda una sola stanza ne consuma tranquillamente 2000, possiamo intuirne facilmente i vantaggi

    Pero’ il vantaggio di un impianto del genere si puo’ moltiplicare, specie se il costo dell’impianto ci viene ripagato in tutto o in parte da degli incentivi statali, e ancora di piu’ se abbiamo un impianto fotovoltaico col quale ci produciamo l’energia elettrica, magari dotato pure di batterie per l’accumulo dell’energia per permetterci di alimentare il nostro sistema a costo zero anche nelle ore notturne, in quel caso rischiamo di avere gratis sia l’impianto che l’energia elettrica per alimentarlo, cosa che in un periodo coi costi dell’energia saliti alle stelle rendono la cosa ancora piu’ allettante.

    Voi conoscevate questi sistemi o magari ne avete uno in casa? Avete dei dubbi, bisogno di consigli o avete suggerimenti da dare? Scrivetelo nei commenti

  • Posizionare lo schermo

    Posizionare lo schermo

    Tutti in casa o in ufficio abbiamo degli schermi piatti, dalla televisione ai monitor del computer: col tempo all’abbassarsi dei costi di produzione sono diventati più grandi, ma quelle che non sono cresciute sono le dimensioni degli ambienti dove li dobbiamo posizionare, creandoci dei problemi quando magari li dobbiamo sostituire , perchè magari si è rotto o non compatibile con il nuovo digitale terrestre, o quando vogliamo riordinare i nostri spazi.

    Infatti se qualche anno fa i televisori a schermo piatto da mettere in salotto piu grandi erano i 42 pollici, ora quella è ora la dimensione minima riservata ai prodotti di fascia più bassa e far stare un 55 pollici dove prima ce ne stava uno da 42 potrebbe essere un’impresa, soprattutto se dobbiamo posizionarlo su un mobile. 

    A complicarci le cose sono anche i produttori che soprattutto nei modelli di fascia medio bassa utilizzano dei piedini laterali per poggiare il televisore, anziche un supporto centrale, questo fa si che il televisore non possa sbordare fuori dal mobile, ma debba essere posizionato su un mobile largèo quanto il televisore o poco meno.

    Fortunatamente se abbiamo l’esigenza di far sbordare il televisore dal mobile o comunque di non posizionarlo semplicemente sul mobile esiste una soluzione probabilmente più economica del passare al modello piu costoso con il piedistallo centrale o di cambiare mobile: utilizzare un supporto specifico, che può essere avvitato con delle apposite viti al retro del televisore, il cosiddetto attacco vesa.

    Infatti praticamente tutti i televisori e buona parte dei monitor per computer hanno sul retro una predisposizione per essere appesi al muro o a un supporto che viene ancorato al telaio del televisore per mezzo di 4 viti, quello che cambia a seconda del televisore è la distanza tra le viti, quindi quando acquistiamo un supporto dobbiamo accertarci che sia compatibile col nostro schermo, anche se molti sono universali o comunque compatibili con buona parte dei modelli entro una certa dimensione dello schermo

    A seconda del tipo di supporto utilizzato va anche fatta attenzione ai connettori sul retro dello schermo che potrebbero impedire il fissaggio o il movimento del supporto: se ancora non abbiamo acquistato il televisore magari preferite dei modelli che abbiano gli attacchi di antenna, porte hdmi, alimentazione etc, in una posizione che non sia di intralcio ad esempio troppo vicini alle viti per la staffa di supporto o perpendicolari allo schermo in modo che se volessimo appenderlo non saremo costretti a scostarlo dal muro o ad utilizzare delle prolunghe ad L per poter attaccare i vari cavi.

    Dicevamo dei supporti: ne esistono di tante tipologie per venire incontro alle piu disparate esigenze: quelli più famosi sono quelli per appendere lo schermo al muro: a seconda dei casi possono essere fissi o dotati di un braccio snodabile in piu punti che puo permettere di spostare lo schermo dal muro, ruotarlo, magari posizionandolo anche perpendicolarmente al muro stesso, soluzione che puo venire comoda per variare la posizione dello schermo quando siamo a tavola e riposizionarlo nella posizione originale quando siamo sul divano, oppure se attacchiamo il nostro computer al televisore avvicinandolo o spostandolo dagli occhi a seconda che lo usiamo in modalità monitor o per vedere la tv.

    Ma ci sono i supporti che hanno una base da poggiare al mobile o alla scrivania, utili per far sbordare da un mobile stretto uno schermo piu largo, o per rialzare lo schermo, magari permettendo la rotazione con il vantaggio di recuperare spazio sulla scrivania per tastiera e mouse o dispositivi connessi allo schermo, oltre a permettere di assumere una posizione ergonomicamente corretta con lo schermo all’altezza degli occhi e non più in basso come spesso accade nelle scrivanie casalinghe 

    Sempre per le scrivanie esistono dei supporti che possono essere agganciati al piano del tavolo e permettono la regolazione sia in altezza che in profondita, recuperando il massimo spazio. Ce ne sono altri che permettono di posizionare affiancati piu schermi per garantire la massima produttività senza rubare troppo spazio sulla scrivania

    Cosi come esistono supporti speciali per permetterci di installare uno schermo in posizioni particolari o dove ci possa sembrare che non ci sia lo spazio, come si può vedere in molti negozi o ristoranti dove non è stano vedere monitor su soffitti, dentro vetrine, sopra o dentro i banconi: sono tutti posizionati utilizzando un supporto attaccato al retro dello schermo, magari personalizzato per le esigenze specifiche.

    Fortunatamente , a meno di avere la necessita di qualcosa studiato su misura, esistono soluzioni per quasi tutte le esigenze a prezzi economici, basta fare un giro su internet per trovare centinaia di idee o soluzioni, l’unica accortezza è cercare un supporto che sia solido, resistente e che possa sostenere il peso dello schermo, soprattutto se è di dimensioni generose, cosi come accertarci di utilizzare tasselli e ferramenta adatta specie se lo dobbiamo appendere al muro, magari sostituendo quelli trovati nella scatola con qualcosa di maggiore qualità.

    Spesso le possibilità sono tante e i costi non particolarmente esosi, quindi con un pò di inventiva si può recuperare spazio o migliorare la funzionalità del nostro schermo senza dover comprare un modello specifico o rinunciare a posizionare lo schermo nel modo a noi più comodo.

  • Come gestire gli aumenti energetici

    Riprendiamo il discorso degli aumenti energetici che hanno colpito le nostre bollette a causa dei noti eventi sanitari prima e geopolitici dopo, situazione che ha fatto schizzare la componente energia di quasi 5 volte nel giro di pochi mesi, e nonostante gli interventi del governo che hanno calmierato alcune voci come gli oneri di sistema, l’impatto sulla bolletta è mediamente di un raddoppio della spesa a parità di consumi rispetto all’anno scorso.

    Con questi aumenti diventa essenziale tutelarsi per cercare di ridurre il costo delle bollette, certamente possiamo limitare i consumi ed evitare gli sprechi, cosi come usare i nostri dispositivi energivori nelle fasce orarie più economiche o sostituirli con modelli più efficienti.

    Ma tutto questo potrebbe non bastare, e una buona idea potrebbe essere cambiare gestore elettrico: con le tariffe attuali anche un minimo risparmio sul costo del kilowattora significa una cifra importante risparmiata in bolletta, sempre che le tariffe del nostro gestore non siano più basse di quelle attuali, specie se abbiamo stipulato dei contratti sul mercato libero con un prezzo bloccato prima degli aumenti dei costi dell’energia.

    Il problema semmai è capire se cambiando ci conviene bloccare il costo dell’energia per un certo periodo di tempo cosa che se ci mette al riparo da aumenti nel breve periodo può ritorcerci contro quando i prezzi, si spera il prima possibile, scenderanno, soprattutto se si aderisce a delle promozioni che se per un periodo possono farci risparmiare parecchio ci vincolano a restare con quel gestore alle tariffe di listino alla scadenza della promozione.

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    Certamente ci si può aiutare coi comparatori, come il portale offerte che fa capo all’autorità statale ARERA, di cui vi spiegavo in vecchio articolo il funzionamento, e dove inserendo alcuni dati presi dalla bolletta si può preventivare il costo annuo dell’energia con vari gestori presenti nella nostra zona, anche comparandolo con il servizio di maggior tutela e dandoci gli estremi delle offerte dei gestori più convenienti , che potremmo contattare per sottoscrivere il contratto, sempre che non sia vincolato a particolari condizioni.

    Va anche tenuto conto delle tempistiche del cambio, visto che generalmente saranno necessari almeno 30 giorni di tempo per il passaggio e nel frattempo le condizioni potrebbero essere variate, soprattutto se abbiamo scelto una tariffa fissa e non una variabile in base al costo pagato dal gestore elettrico.

    Ad ogni modo è quantomeno indispensabile fare un preventivo e soprattutto verificare per bene le clausole contrattuali, specie per quelle offerte che sembrano particolarmente convenienti.

    Voi avete altri suggerimenti in merito o avete qualche dubbio? Scrivetelo pure nei commenti, come al solito li leggeremo e vi risponderemo.