Tag: inflazione

  • E’ il momento di investire in beni rifugio?

    E’ il momento di investire in beni rifugio?

    La situazione geopolitica in corso con guerre quasi alle porte di casa e rischi di escalation che potrebbero portare facilmente i paesi occidentali in guerra ci portano a ripensare i nostri investimenti.

    Infatti ci si sta preparando al ritorno di una sorta di guerra fredda con due blocchi ben distinti: uno che ruota intorno agli Stati Uniti e un’altro intorno alla Cina, e con la vittoria di Trump alle elezioni americane, è probabile che questi due blocchi si allontaneranno ulteriormente, con l’introduzione di dazi e una separazione tra quella che era la fabbrica del mondo , la Cina, con quella che era la fabbrica dell’economia , gli Stati Uniti.

    Il problema é che la maggior parte delle produzioni, anche quelle piú banali, dipendono dagli stabilimenti e dalle materie prime cinesi, e che il know how della produzione dopo decenni di delocalizzazioni non é piú in mano agli occidentali.

    man wearing orange hard hat

    Se poi aggiungiamo che la guerra in Ucraina ha privato l’Europa dell’accesso all’energia a basso costo, rendendo poco competitive le proprie fabbriche e creando danni importanti alla propria economia, con chiusura o vendita di fabbriche e perdite di posti di lavoro, questo cambia gli scenari anche di casa nostra.

    In pratica l’America rischia di ridimensionarsi, la Cina potrebbe perdere una parte importante della propria clientela, mentre l’Europa rischia di collassare: questo significa che investire in azioni potrebbe diventare piú rischioso, specie per alcune categorie, ma anche i titoli di stato, specie quelli europei, potrebbero cambiare pelle diventando forse piú redditizi ma sicuramente piú rischiosi.

    Quindi potrebbe essere il caso di iniziare a diversificare maggiormente gli investimenti per tutelarsi da possibili default e di rivolgersi a beni rifugio, che possono essere l’ancora di salvezza nei periodi dove soffiano venti di guerra.

    gold bar lot

    E il bene rifugio per eccellenza è l’oro che storicamente, grazie alla sua scarsità, permette una tutela dei propri soldi, specie in caso di svalutazione e inflazione.

    Ma anche il bitcoin, spinto dall’amministrazione Trump, potrebbe essere una sorta di bene rifugio, e l’aumento del suo valore a quasi 100.000 dollari ne è una prova, nonostante si tratti di un prodotto piú rischioso, instabile e speculativo.

    Altra idea potrebbe essere investire in azioni o strumenti finanziari legati a settori imprescindibili per la nostra vita, come utilities che trattano beni di prima necessitá o servizi essenziali, senza trascurare quelle aziende che dalle guerre ottengono vantaggi e commesse, cosi come investire in materie prime che possono beneficiare di maggiore domanda in periodo di guerra .

    stock exchange board

    Anche investire in valute forti o in titoli di stato di paesi sicuri dovrebbe garantire sicurezza, ma un ingresso dell’occidente in guerra potrebbe sparigliare le carte e rendere pericoloso un paese ritenuto storicamente sicuro: giá adesso l’economia tedesca, traino dell’Europa é in affanno, un’entrata in guerra in un ipotetica, ma non certo impossibile, guerra mondiale potrebbe cambiare pesantemente gli equilibri e i rapporti di forza.

    Ad ogni modo la chiave è diversificare ancora di piú gli investimenti, in modo che se qualcosa dovesse andare storto da una parte, si possa recuperare da un’altra o quanto meno evitare di perdere completamente il valore dei nostri asset.

    E se magari si riesce a vedere lungo e ad investire su qualcosa che magari adesso non sembra particolarmente interessante, ma che potrebbe acquisire valore quando le acque si saranno calmate potrebbe essere la soluzione per sfruttare i venti di guerra a proprio vantaggio.

    bitcoins and u s dollar bills

    Voi cosa ne pensate? Avete altre idee o consigli per investire in periodi particolari come questi?

  • Il BTP valore conviene per i privati?

    Il BTP valore conviene per i privati?

    Con l’inflazione alle stelle diventa essenziale proteggersi dall’erosione del potere d’acquisto , e dato che i tassi di interesse seguono l’inflazione il momento diventa propizio per chi ha qualche soldo da parte di fare qualche investimento. Ovviamente investire i propri soldi ci espone a dei rischi, ma esistono delle soluzioni dove il rischio è molto basso, e che se in tempi di magra queste soluzioni erano poco convenienti, coi tassi che si sono alzati si fanno allettanti anche per chi è poco avvezzo ai mercati finanziari.

    Parlo dei titoli di stato, i famosi BTP, con i quali lo stato prende in prestito dei soldi riconoscendo a scadenza un interesse che remunera il rischio e che solitamente riesce a proteggerci dall’inflazione senza doversi imbarcare in prodotti , magari piú remunerativi, ma ovviamente piú rischiosi.

    Infatti il garante é lo stato italiano, cosa che dovrebbe darci una certa tranquillità che alla scadenza , generalmente di 6 o 10 anni, il prestito venga ripagato.

    Inoltre lo stato non potendo piú accedere a prestiti a condizioni agevolate da parte della BCE è costretta a rivolgersi al mercato e per rendere la cosa piú appetibile garantisce dei vantaggi ulteriori, specie per quei prodotti come i BTP Valore , ma anche i precedenti BTP Italia, pensati per la clientela retail, il privato cittadino.

    Sono state lanciate recentemente varie emissioni di BTP Valore, e nonostante i tassi non stratosferici, acquistarli all’emissione significa anche non pagare commissioni e ottenere un premio di risultato se li si mantiene sino a scadenza, 6 anni.

    Considerato che si tratta di un modo conveniente per lo stato di procurarsi del denaro e che i tassi a tendere sono destinati a scendere leggermente,  prendere i BTP Valore prima di questa discesa significa ottenere dei tassi maggiori del futuro tasso di inflazione.

    Essendo emessi dallo stato, dato che ha il potere di farlo, per renderli piú appetibili si è stabilita una tassazione agevolata e il mancato cumulo con l’ISEE fino a 50.000 euro, cosa che li ha resi particolarmente interessanti, specie nei confronti di prodotti finanziari emessi da privati anche quelli a bassissimo rischio come i conti deposito o vincolati o le formule di investimento con un rendimento garantito da una formula assicurativa.

    Ovviamente per garantirsi i vantaggi va preso all’emissione e mantenuto a scadenza, ma è abbastanza probabile che ci siano nuove emissioni in futuro dato che come detto per lo stato si tratta di una formula particolarmente vantaggiosa per procurarsi il denaro, mentre potrebbe avere molto meno senso comprarli fuori dal collocamento iniziale perché si perderebbero questi vantaggi.

    coins on brown wood

    E questo fervore fa in modo che per il privato ci siano delle formule che permettono di investire senza rischiare troppo, anche se va ricordato che non esiste mai un rischio zero perché lo stato come le banche possono fallire, seppure si tratti di una possibilità alquanto remota.

    E se i BTP si fanno competitivi anche le soluzioni proposte da banche e fondi di investimento devono rendersi più allettanti se vogliono raccogliere gli investimenti, quindi qualunque sia il prodotto scelto il momento diventa propizio per investire, anche solo per salvaguardare i nostri risparmi.

    Voi cosa ne pensate?

  • Come risparmiare sui regali di Natale

    Come risparmiare sui regali di Natale

    Come tutti gli anni si avvicina l’evento che inaugura la stagione degli acquisti natalizi, il famoso Black Friday che come da una tradizione americana lanciata negli anni 30 del secolo scorso dai grandi magazzini Macy’s si svolge il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento, pertanto il quarto venerdì di novembre si aprono gli acquisti con degli sconti speciali, tanto sostanziosi da creare file di clienti dalla sera prima in quanto gli sconti non solo sono particolarmente importanti, ma valgono solo per quella giornata e soprattutto fino ad esaurimento scorte, quindi i pezzi piú ricercati o banalmente quelli piú scontati finiscono giá nei primi minuti dopo l’apertura. 

    Ovviamente poi tutti gli altri negozi americani , attratti dalle orde di persone che hanno appena ritirato lo stipendio e che sono pronti a spenderlo per fare i regali di natale, hanno copiato l’iniziativa facendo diventare il Black Friday un fenomeno globale ormai copiato anche oltre oceano da quasi tutti i negozi

    ll problema é che magari la copia non è sempre così fedele all’originale e gli sconti dalle nostre parti non sempre sono così sostanziosi ne nella percentuale di sconto ne soprattutto nell’assortimento, relegando la vera convenienza a pochi articoli e non a tutto il catalogo come avviene oltre oceano.

    photo of a woman holding shopping bags

    Ma comunque l’opzione di poter risparmiare è sempre bene accetta, soprattutto in un periodo dove l’inflazione alle stelle ha eroso il nostro potere d’acquisto rendendo difficile poter fare regali importanti a tutti i nostri cari, quindi se non si vuole tagliare sui regali, relegandoli a un pensiero simbolico di poco conto o addirittura depennando qualcuno dalla lista , la soluzione è spendere meno o meglio i nostri soldi per riuscire ad accontentare tutti, e il black friday ci viene sicuramente in aiuto consentendoci di non sforare il budget e a non dover fare delle rinunce.

    Tralaltro il vantaggio di acquistare per tempo e’ che si evita che un articolo molto gettonato vada esaurito costringendoci a ripiegare su altro o a strapagarlo all’ultimo rivenditore che ne ha ancora qualcuno a magazzino e che magari approfitta della situazione, così come ci evita di dover cercare all’ultimo momento un rimpiazzo , generalmente costoso e di scarsa qualitá, perché ci siamo dimenticati di una persona, o che magari avevamo ignorato di proposito  ma ci ha fatto un suo regalo costringendoci a dover contraccambiare.

    two women holding paper bags

    Il consiglio quindi è di approfittarne perché gli sconti importanti, soprattutto nei negozi fisici, difficilmente si ripeteranno sino all’inizio dei saldi a Gennaio, a meno dell’apertura di nuovi negozi o delle offerte civetta di qualche supermercato, generalmente limitate solo ad alcuni articoli.

    Ma se poi il black friday non ci dovesse soddisfare, perché quello che avevamo puntato è andato a ruba o non è andato in sconto, per fortuna, essendoci ancora un mese di tempo, non tutto è perduto, grazie a internet.

    man in red long sleeved shirt

    Infatti come nei negozi fisici anche quelli online, sia i marketplace come Amazon che gli e-commerce delle catene presenti nelle nostre strade fanno i loro sconti per il black friday e magari diventano una soluzione ideale quando la disponibilitá dei prodotti scontati nei negozi fisici dovesse essere terminata, magari anche mettendo in conto di pagare qualcosa per la spedizione. Ma soprattutto essendoci piú concorrenza, questo significa guerra dei prezzi per accaparrarsi il cliente e quindi maggiore disponibilità di prodotti scontati per il black friday.

    Ma se fallissimo anche questa opportunitá , esiste una possibilitá ulteriore: il  Cyber Monday altra giornata di sconti nata come il corrispettivo online del Black Friday inventato da Amazon per raccogliere gli acquisti di chi non é riuscito o si é dimenticato di fare qualche regalo scontato, replicando il lunedi successivo al Black Friday lo stesso genere di offerte.

    women shopping in a clothing store

    Ovviamente anche questa iniziativa é stata poi copiata da altri negozi online , e come è successo per il Black Friday nato nei negozi fisici e disponibile anche online, qui avviene l’opposto con alcuni negozi fisici che fanno una seconda giornata di sconti in corrispondenza del Cyber Monday, anche se a differenza dei negozi online, essendo in coda alle grandi vendite del venerdí precedente difficilmente avranno riassortito i prodotti piú in voga, quindi é sempre un ripiego utile come seconda possibilitá, problema che non si pone online dato che al massimo potranno allungarsi i tempi di spedizione una volta piazzato l’ordine a prezzo scontato.

    E per gli ulteriori ritardatari , dopo il Cyber Monday, non resta che scandagliare le offerte soprattutto online ma facendo particolare attenzione ai tempi di spedizione, infatti piú ci si avvicina al natale e piú i corrieri saranno intasati quindi i tempi di consegna si allungano, così come aumentano le possibilitá che il pacco venga smarrito, e si rischia che il nostro regalo arrivi fuori tempo massimo costringendoci a cercare una soluzione di ripiego, ragione per cui se se si vuol essere sicuri di riceverli per tempo é meglio evitare gli acquisti online dopo il 15 dicembre dai siti nazionali , e dopo il 10 dicembre per quelli che spediscono da un’altra nazione europea, con qualche giorno di tolleranza extra per i siti come Amazon che hanno un sistema di logistica particolarmente veloce e consentono di ridurre i tempi di consegna, soprattutto nei centri abitati piú grandi.

    photo of gifts under christmas tree

    Insomma anche fare regali natalizi è un’arte, non solo per riuscire a trovare il regalo perfetto per ciascuno dei nostri cari, ma anche per risparmiare e, grazie a qualche qualche trucco, non finire fuori budget.

    Voi conoscete altri di questi trucchi? Avete qualche domanda, curiositá o qualcosa da segnalare?Scrivetelo nei commenti!

  • Il nostro potere di acquisto si é ridotto

    Il nostro potere di acquisto si é ridotto

    Purtroppo pandemie e guerre hanno stravolto la nostra economia facendola pericolosamente contrarre a causa degli aumenti di materie prime ed energia, portando alla crisi molti settori produttivi, e con il conseguente aumento del costo del denaro voluto dalle banche centrali con l’obiettivo di contenere l’inflazione, si é creata una pericolosa spirale che ha eroso il nostro potere d’acquisto.

    Infatti come ci accorgiamo quotidianamente quando facciamo la spesa o il pieno al nostro mezzo tutto ciò ché acquistiamo costa molto di piú rispetto al passato, mentre gli stipendi restano immutati, e anzi in alcuni casi possono essere anche diminuiti a causa di crisi aziendali o mancanza di commesse.

    Giusto chi ha un’attivitá in proprio ha la facoltá di aumentare i propri prezzi, ma con il rischio di perdere clienti, in quanto alzando troppo i prezzi i clienti non potrebbero  piú permettersi di acquistare e si rivolgeranno a chi fá prezzi piú contenuti, sceglieranno qualcosa di piú economico, procrastineranno o addirittura rinunceranno all’acquisto in attesa di tempi migliori.

    person putting coin in a piggy bank

    Questo banalmente significa che se prima con 80 euro potevamo riempire 4 buste della spesa, ora probabilmente ne potremmo riempire solo 3, quindi se le nostre entrate non aumentano dovremo consumare di meno, e consumando di meno si impoverirá la filiera che produce e distribuisce cio ché compriamo. La soluzione dovrebbe essere quella di avere in tasca non piú 80 euro per fare la spesa, ma 100 in modo da poter comprare sempre le solite 4 buste di spesa.

    Pertanto la strategia piú virtuosa per venire a capo del problema dovrebbe essere quella di aumentare le entrate per compensare l’inflazione, cosa semplice a dirsi che non a farsi ,ma vediamo qualche idea piú o meno realizzabile.

    abundance bank bank notes banking

    Una puó essere quella di fare degli investimenti che rendano piú dell’inflazione, ovviamente facendo particolare attenzione al fatto che con la crisi in atto alcune aziende potrebbero saltare, quindi le azioni o i titoli che abbiamo comprato come investimento potrebbero da un giorno all’altro perdere di valore, pertanto alcuni investimenti possono diventare piú rischiosi che in passato, anche se remunerati meglio.

    Altra strategia é quella di guadagnare di piú cercando un lavoro che ci garantisca maggiori entrate, magari espandendo le nostre conoscenze verso competenze molto richieste dal mercato, o se questo non fosse possibile eventualmente cercando un’occupazione part-time che ci consenta di percepire delle entrate aggiuntive.

    a woman in plaid blazer using her laptop and mobile phone

    Ovviamente dall’altra parte si può cercare di spendere meno, cercando fornitori alternativi, rinegoziando i nostri contratti o riducendo le spese non essenziali.

    Comunque la si giri peró serve una pianificazione e una maggiore attenzione alle entrate e alle uscite del nostro conto in banca.

    Voi avete altre idee per far fronte al problema? Scrivetele nei commenti!

    a person counting us dollars
  • Non tenere fermi i soldi nel conto

    Non tenere fermi i soldi nel conto

    Con l’inflazione alle stelle nasce un effetto collaterale per i nostri risparmi fermi in banca: perdono di valore in maniera importante.

    Infatti fintanto che inflazione e tassi di interesse erano bassi tenere i soldi fermi poteva avere un senso per proteggersi da investimenti sbagliati visto che le obbligazioni avevano raggiunto tassi negativi, ma ora che i prezzi aumentano quello che possiamo acquistare con i nostri soldi sul conto sará meno di quello che potevamo acquistare 6 mesi fá e fra 6 mesi potremo acquistare ancora meno merce, quindi se vogliamo fare in modo di non perdere il nostro potere d’acquisto dovremmo fare in modo che i nostri ipotetici 1000 euro diventino magari 1100 per poter comprare la stessa quantitá di beni di quando li abbiamo versati nel conto.

    Per fare questo dobbiamo investirli in qualche modo, e coi tassi che salgono ritorna conveniente pensare a delle obbligazioni che permettono di investire avendo una certa sicurezza, soprattutto in un periodo dove l’economia tenderá a ristagnare per via di inflazione, guerre e fratture geopolitiche che potrebbero rendere pericolosi certi investimenti sull’azionario se non fatti con i giusti criteri. 

    Ma esistono anche altre opzioni per investire i propri denari che potrete valutare con il vostro consulente finanziario, l’importante é non tenerli fermi evitando peró dall’altro canto di fare scelte sbagliate per la fretta, visto che si tratta sempre di capitale di rischio che potreste perdere facendo un investimento non corretto.

    Anche se proprio in periodi di crisi sapendosi muovere bene, con un pó di pelo sullo stomaco si possono fare i maggiori profitti, magari assumendosi un pó piú di rischio del solito potreste comprare basso un titolo con potenziale che al momento si è deprezzato ma che magari nel giro di qualche anno ritornerá ai suoi valori massimi.

    Se coi tassi alti investire ha senso, diventa di contro poco conveniente indebitarsi motivo per cui contrarre un mutuo o un finanziamento è diventato particolarmente costoso , cosa che sta creando problemi a chi aveva contratto un mutuo a tasso variabile e che ora si vede le rate lievitare.

    Ma in quel caso rinegoziare il mutuo potrebbe rivelarsi una fregatura soprattutto se ci mancano pochi anni per estinguerlo, visto che sui piani di ammortamento gli interessi sono i primi ad essere pagati fare una surroga potrebbe significare riniziare a pagare tanti interessi in un momento dove i tassi sono alle stelle, quindi potrebbe avere piú senso stringere i denti sperando in tempi migliori.

    Chi invece aveva un mutuo a tasso fisso dorme relativamente tranquillo perché non è interessato dal problema, anzi potrebbe recuperare una fetta di potere d’acquisto persa con l’inflazione grazie al tasso di interesse piú basso di quello attuale di mercato, con l’unico rischio di poter perdere il proprio introito a causa della crisi.

    Insomma in periodi di magra come questi bisogna fare molta piú attenzione del solito e trovare delle strategie per difendere il proprio potere d’acquisto, non potendo piú permetterci il lusso di stare fermi.

    Voi cosa ne pensate? Come avete pensato di investire i vostri soldi? Avete qualche dubbio, curiositá o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti,

  • Le auto elettriche stanno passando di moda?

    Le auto elettriche stanno passando di moda?

    Pare che crisi, guerre e scarsitá di fonti energetiche stiano cambiando le carte in tavola ai talebani dell’ambientalismo che volevano il passaggio di tutte le automobili alla trazione elettrica entro il 2035.

    Infatti come stanno facendo notare le case automobilistiche, non sará possibile rispettare quelle date perché mancano le infrastrutture per poter ricaricare una quantitá enorme di automobili contemporaneamente, e non si tratta solo di costruire colonnine di ricarica ma di potenziare le reti di distribuzione e di produzione dell’energia.

    Per quella data si potrá verosimilmente avere la mobilitá elettrica solo mantenendo le attuali automobili termiche ed ibride, riservando alle elettriche solo una parte del parco circolante.

    Inoltre fare investimenti per produrre batterie, colonnine e le stesse automobili elettriche diventa piú costoso per via dell’inflazione ai massimi livelli , tanto che che diverse startup per la produzione di batterie o di auto elettriche hanno chiuso prima di arrivare sul mercato poiché è diventato particolarmente costoso e rischioso reperire i fondi per finanziarsi.

    Inoltre sanzionando il paese maggiore produttore di gas , diventá piú difficile e costoso produrre energia, quindi viene a mancare la materia prima che verrá quindi riservata a scopi piú importanti che per far muovere le macchine, dato che possono farlo con i derivati del petrolio. 

    Questo sta portando al paradosso che alcuni stati che fino a qualche mese fa elargivano contributi per acquistare le auto elettriche le stiano vietando a causa della scarsitá di energia elettrica disponibile.

    E questo é un brutto segnale per quelle case automobilistiche che hanno fatto all-in sull’elettrico: rischiano la sopravvivenza, tanto che sono giá stati annunciati importanti licenziamenti e qualche casa che prometteva l’elettrificazione dell’intera gamma addirittura in anticipo di anni inizia non solo a fare marcia indietro, ma proprio ad estendere la produzione delle auto termiche.

    E qualche grosso nome che ha ridimensionato gli impianti di produzione dei motori termici o addirittura venduto la propria divisione motori rischia seriamente di scomparire o quanto meno di ridimensionarsi fortemente.

    D’altronde le auto elettriche costano di piú, sono piú scomode nell’utilizzo e se poi perdono il vantaggio dei costi del carburante non le vorranno più non solo gli automobilisti ma neanche gli ambientalisti più incalliti.

    Voi cosa ne pensate? Acquisterete una macchina elettrica o vi terrete la vostra macchina con motore termico? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Come riscaldarsi spendendo di meno

    Come riscaldarsi spendendo di meno

    Come sapete tra pandemie, guerre e inflazione il costo dell’energia è aumentato vertiginosamente, quindi diventa essenziale  volenti o nolenti ridurre i consumi.

    Non voglio dilungarmi sulle cause del problema che sono piú politiche che reali, ma sugli effetti che dobbiamo subire quando arrivano le bollette. 

    Infatti riscaldare o raffrescare la nostra casa , indipendentemente da come lo facciamo, consuma energia ed essendo questa alle stelle tenere acceso l’impianto ci costerá di piú e considerando che l’esigenza di riscaldarci non muta all’aumentare dei prezzi quello che possiamo fare è cercare di limitare i consumi: da una parte contenendo gli sprechi, ad esempio evitando di tenere accese stufe e condizionatori quando non siamo presenti nella stanza ed evitando di aprire le finestre quando sono in funzione , se possibile efficientando gli impianti per consumare meno, magari cambiando tecnologia o riducendo le dispersioni e dall’altro cercare di ridurre orari di esercizio e temperature, per risparmiare energia pure a scapito del nostro comfort.

    Quest’ultima soluzione forse é la piú rapida, economica e anche quella piú facile da attuare: abbassare il termostato e/o tenere acceso per meno tempo l’impianto di riscaldamento a costo di indossare in casa una maglia piú pesante o usare una coperta in piú sicuramente riduce i consumi, ma non risolve completamente il problema.

    Altra soluzione é quella di intervenire sugli impianti: cambiare una vecchia caldaia o una stufa a pellet con un sistema piú efficiente consente risparmi considerevoli, soprattutto se si fá una scelta oculata dell’impianto, anche perché si puó scegliere un combustibile piú economico e dalla maggiore resa. L’esempio piú classico é la pompa di calore , di cui vi parlavo in precedenza, che consente efficienze importanti e che se coadiuvato da pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo permette anche di scaldare o raffrescare la casa a costo zero. 

    Il problema é che diventa un investimento importante che ha senso in presenza di incentivi o in fase di ristrutturazione dell’abitazione, un pó meno se lo scopo é solo quello di ridurre le bollette, anche perché si spera che nel futuro i prezzi dell’energia possano tornare a prezzi piú umani di quelli attuali in un tempo piú breve di quello necessario per riuscire ad ammortizzare i costi di un nuovo impianto. 

    Anche se c’e’ da dire che comunque difficilmente l’energia tornerá ai prezzi a cui eravamo abituati prima della crisi , ragione per il quale se comunque avevamo un impianto vecchio o particolarmente energivoro comunque potrebbe comunque valere la pena farsi qualche calcolo o preventivo per la sostituzione, mentre in presenza di impianti piú moderni dove la differenza di consumi sarebbe meno importante potrebbe non valerne la pena. 

    Altra soluzione sulla carta sarebbe quella di cambiare gestore energetico, ma purtroppo le condizioni dei nuovi contratti sono sicuramente peggiori di quelli sottoscritti in epoca pre crisi, quindi i margini di manovra saranno limitati, fate comunque dei preventivi ma fate molto bene i vostri conti magari affidandovi a qualche consulente indipendente e non al primo venditore che vi propone un contratto.

    Insomma ci dovremo rassegnare almeno per un certo periodo a pagare bollette particolarmente pesanti, quindi ogni contromisura che possiamo attuare merita quantomeno di essere vagliata. Voi avete altre idee o suggerimenti? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come abbiamo imparato a conoscere guardando la nostra bolletta della luce, i prezzi dell’energia sono aumentati considerevolmente: a paritá di consumi la bolletta é piú che triplicata rispetto al passato e probabilmente salirá ancora, ma cosa possiamo fare per tamponare la situazione?

    In linea teorica si potrebbe provare a cambiare gestore elettrico, fate pure dei preventivi ma al momento difficilmente un nuovo contratto elettrico sará piú conveniente di uno vecchio, anche perché i prezzi sono talmente aumentati che molti gestori elettrici non solo non fanno piú nuovi contratti a tariffa bloccata, ma stanno disdicendo quelli in essere per non rischiare il fallimento.

    Quello che ci rimane da fare è cercare per quanto possibile di consumare meno, mettendo in pratica i soliti consigli anti spreco a cui magari non facevamo attenzione con i vecchi prezzi dell’energia.  

    Pertanto fare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, accendere lo scaldabagno solo quando ci serve l’acqua calda , se abbiamo un contratto energetico con fascia bioraria o comunque il contratto prevede delle agevolazioni in determinati giorni o orari usate in quelle fascie gli elettrodomestici piú energivori specie quelli che possono partire con un timer come appunto lavatrici e lavastoviglie.

    Ed è bene sapere quali sono gli elettrodomestici piú costosi da utilizzare e provare a limitarne l’utilizzo e magari sostituirli da qualcosa di piú efficiente: stufette, phon , ferri da stiro, forni, bistecchiere, trapani, elettroutensili, friggitrici ad aria, piani cottura ad induzione, condizionatori, piastre per capelli e tutti quei prodotti che scaldano tramite una resistenza, sono quelli che pesano di piú sulla bolletta.

    Una buona idea è quella di sostituire le lampadine della casa , specie se sono alogene o a filamento con quelle a LED, visto che i prezzi si sono abbassati si ammortizzano in fretta e si consuma molto meno a paritá di luce emessa.

    Spegnamo gli apparecchi quando non utilizziamo: tenere accesa la tv , la luce o il climatizzatore quando non siamo nella stanza fá girare il contatore senza darci un reale vantaggio , per limitare i consumi possiamo inoltre utilizzare al meglio gli apparecchi seguendo le indicazioni del produttore e fare regolare manutenzione.

    E se abbiamo in casa elettrodomestici energivori con qualche anno sulle spalle, potrebbe valere la pena di sostituirli con prodotti nuovi piú efficienti, specie se nel frattempo le tecnologie si sono evolute: un’aspirapolvere, un televisore o un climatizzatore moderno consumano considerevolmente meno di uno di 10 anni fa, quindi targhetta dei consumi alla mano potrebbe valerne la pena cambiarli con l’ultimo modello.

    Se in casa abbiamo due prodotti simili potremmo preferire quello piú piccolo se consuma meno: guardare il tg nel televisore della cucina anziché in quello enorme in salotto, o usare l’elettrodomestico o l’utensile piú piccolo e lento al posto di quello piú grande e veloce che peró consuma di piú ci aiuta a tagliare la bolletta.

    Inoltre , specialmente in cucina, é possibile utilizzare degli utensili a mano, a gas o a batteria al posto di quelli elettrici, magari sono un pó piú scomodi ma a seconda dei casi si risparmia tanta corrente: guardate le etichette, se il gioco non vale la pena per uno spremiagrumi da 30 watt, magari vale per un tostapane da 1000w o per una bistecchiera da 2000w.

    Altra soluzione potrebbe essere dotarsi di un impianto fotovoltaico, i cui costi sono diminuiti parecchio , così come quelli di alcune soluzioni di accumulo dell’energia per avere , condizioni metereologiche e disponibilitá di spazi permettendo, energia elettrica a costo zero, anche eventualmente per un limitato set di strumenti elettrici: quelli piú piccoli pensati per i camper possono stare anche in un balcone e si portano a casa con poche centinaia di euro.

    Insomma diventa essenziale ingegnarsi e almeno sin quando non si saranno calmate le acque cercare di limitare i consumi.

    Voi che soluzioni avete escogitato per limitare i consumi? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Le politche di Amazon stanno cambiando?

    Le politche di Amazon stanno cambiando?

    Chi di voi acquista spesso su Amazon forse lo avrá notato, alcune politiche di Amazon, azienda che si è sempre distinta per una maniacale attenzione al cliente con un servizio clienti che dava sempre soddisfazione alla propria clientela, sta iniziando lentamente a cambiare registro.

    E non parlo del recente aumento del costo del prime che abbiamo trattato in precedenza, passato da 36 a 49.90 € annui, che se vogliamo è solo un piccolo tassello del puzzle: anche i servizi di consegna si stanno semplificando togliendo o limitando alcune soluzioni molto comode: ad esempio il servizio di consegna presso i punti di ritiro spesso non é disponibile nei punti a noi piú comodi costringendo a sceglierne uno piú lontano o a doverci rinunciare, cosa che magari non è un problema se abbiamo qualcuno che possa ricevere il nostro pacco, meno se quando siamo a lavoro non c’è nessuno in casa.

    Altro tassello sono i resi gratuiti, altro cavallo di battaglia dell’e-commerce americano: sebbene i famosi 30 giorni di ripensamento che ci consentono di provare un prodotto e magari di cambiare idea senza dover fornire spiegazioni continuano ad esserci, non sono piú applicati sull’intero catalogo , pertanto bisogna fare attenzione sulla pagina del prodotto dove è specificato se ne abbiamo diritto, ma soprattutto, fuori dalle tempistiche del diritto di recesso previsto per legge, vi verranno addebitati dei costi di reso, in particolare se si sceglie il ritiro a domicilio, che in precedenza non erano applicati.
    A dire il vero al momento generalmente é ancora possibile il reso gratuito ma soltanto con una specifica modalitá tra quelle disponibili che per noi puó essere quella piú scomoda, altrimenti dobbiamo pagare 5,75 euro per il ritiro a domicilio standard, 4€ per il punto di ritiro o addirittura 50 euro per oggetti voluminosi, cosa che potrebbe farci desistere dal richiedere il reso.

    Tendenzialmente la soluzione gratuita è il ritiro presso un locker, cosa che può rivelarsi scomoda specie se non ce ne sono tanti dalle nostre parti. Va anche tenuto conto che se l’oggetto non é venduto direttamente da Amazon Italia, ma da un venditore terzo o da un Amazon estero i costi di reso ci verranno comunque addebitati a meno che non ci si avvalga del diritto di recesso previsto per legge nei primi 14 giorni dall’ordine.

    E ancora il servizio clienti di Amazon non risponde più per determinati articoli venduti da marketplace, se giá alcuni non erano spediti dalla logistica di  Amazon ma dal venditore terzo con l’impossibilitá di cumulare la spedizione e risparmiare sulle spese di consegna, alcuni articoli, tipicamente alcuni di quelli venduti da venditori asiatici delegano il servizio clienti direttamente al venditore, che applicherá le proprie regole, tendenzialmente meno accondiscendenti di quelle di Amazon: in pratica é come acquistare direttamente su store cinesi come Aliexpress senza i vantaggi , soprattutto in termini di tempi di consegna, dell’acquisto su Amazon, a quel punto tanto vale comprare direttamente da uno store cinese dove tendenzialmente i prezzi sono piú bassi.

    Va quindi fatta attenzione sulla scheda prodotto al box dove viene indicato chi é il venditore (Amazon o un venditore terzo), chi ha in carico la spedizione (la logistica di Amazon o lo stesso venditore) e chi ha in carico il servizio clienti (Amazon o il venditore stesso), cosa che potrebbe suggerisci di evitare l’acquisto e di orientarci su un prodotto simile che per pochi spiccioli in piú magari è spedito e garantito direttamente da Amazon con tutte le sicurezze del caso, senza dover rischiare che in caso sorgessero dei  problemi non ci vengano risolti.

    Insomma , questo non significa che bisogna scappare da Amazon, ma solo di fare un pó piú attenzione e non dare sempre per scontato che acquistare dal celebre portale sia l’opzione migliore, anche perché possono esserci valide alternative che hanno lo stesso prodotto a prezzi inferiori, specie per determinate tipologie di prodotti.

    Voi ne eravate al corrente? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Conviene riparare l’automobile?

    Conviene riparare l’automobile?

    A volte capita che la nostra automobile subisca un danno, vuoi per un incidente, vuoi per un guasto meccanico o magari anche solo per vetustà si desidera cambiare automobile, ma ne vale veramente la pena?

    La risposta non può essere certo univoca, perchè dipende dal danno o dai lavori che andranno fatti sulla macchina che vogliamo sostituire, la sua età, il valore sul mercato dell’usato ma anche della formula finanziaria con cui andremo a comprare la sostituta.

    C’è da dire una cosa, il momento non è particolarmente propizio per comprare un’automobile: a causa di diversi problemi dal covid alla situazione geopolitica alle nuove normative ambientali i costruttori fanno fatica a produrre le automobili, con il risultato che i prezzi aumentano e i tempi di consegna si allungano a dismisura: ordinare una nuova auto rispetto a qualche tempo fa richiede budget parecchio più consistenti e soprattutto tempi di attesa molto lunghi, ciò significa attendere anche diversi mesi delle auto che generalmente se non si trovavano in pronta consegna comunque arrivavano nel giro di qualche settimana.

    Ovviamente le auto disponibili in circolazione presso i rivenditori sono meno, questo significa che non avendo esigenza di smaltire le auto ferme sul piazzale anche gli sconti saranno molto limitati, e con il costo del denaro che si sta alzando anche le formule che prevedono uno sconto finanziando l’automobile possono rivelarsi particolarmente sconvenienti in quanto i tassi di interesse sono aumentati ed è previsto che che aumentino ulteriormente in futuro.

    E con la scarsa disponibilità di auto in pronta consegna, sarà difficile trovare auto a km.zero e anche il prezzi dell’usato si stanno alzando: chi ha bisogno urgentemente di un’automobile si troverà costretto ad acquistare ciò che trova e questo porta ad aumentare i prezzi di tutto quello che è disponibile.

    Se da una parte potrebbe essere conveniente vendere la nostra auto usata, se dobbiamo sostituirla con un’altra, nuova o usata che sia, dovremmo spendere cifre più alte del previsto.

    Questo significa che se siamo indecisi tra riparare e sostituire la nostra auto allo stato attuale la bilancia potrebbe pendere più sulla riparazione che sulla sostituzione, a meno che non si riesca sfruttando bene il momento a vendere a un prezzo favorevole la vecchia auto avendo la fortuna di beccare un occasione, magari trattando con astuzia un modello particolare o da un venditore fuori zona.

    E’ vero anche che se dovete finanziarie l’acquisto a causa dell’inflazione più passa il tempo e più i tassi aumenteranno, quindi il costo del finanziamento che accendete ora sarà probabilmente più basso di un finanziamento di pari importo acceso tra 6 mesi o un anno, ma non è impossibile che tra 6 mesi o 1 anno ci possa essere più disponibilità e quindi maggiore possibilità di trattare sul prezzo.

    Alla fine a meno che il costo della riparazione non sia particolarmente elevato, e la vita residua stimata della macchina sia comunque breve vista la situazione forse è meglio riparare la macchina e tenerla con noi: si tratta comunque di un mezzo che conosciamo e stiamo pure facendo un favore all’ambiente, perché una macchina non acquistata significa evitare di produrre una macchina nuova e smaltire una macchina vecchia.