Ormai i servizi di streaming video sono diventati un compagno irrinunciabile delle nostre serate e ci consentono di goderci un film , una serie tv o un evento sportivo comodamente dal nostro dispositivo collegato a internet.
Il problema é che complice la domanda e la facilitá con cui le case di produzione possono mettere in opera il proprio servizio, il numero di questi servizi si sono moltiplicati a dismisura, costringendo a passare da uno all’altro per seguire le proprie serie preferite o la propria squadra del cuore, ognuna con un abbonamento differente.
Ma se ovviamente abbonarsi a un paio di servizi puó essere ancora tollerato, pensare magari di abbonarsi a 10 servizi diversi é fuori discussione per la maggior parte delle persone, sia per una questione di costi che banalmente di tempo dato che si rischierebbe di pagare per servizi che non useremo.

E questa frammentazione ha portato gli utenti a strizzare l’occhio alla pirateria, sopratutto da quando praticamente tutti i servizi hanno dato una stretta alla condivisione degli account, quindi togliendo la possibilitá di poter smezzare con qualche amico il costo dell’abbonamento.
I vari servizi per correre ai ripari stanno introducendo piani con pubblicitá a prezzo scontato per cercare di recuperare gli utenti perduti, ma questo non é bastato ad arginare l’emorragia di disdette, con gli utenti che continuano a vedere gli stessi contenuti ma in modo illegale, rispolverando degli strumenti che erano passati di moda da quando i servizi di videostreaming erano pochi e soprattutto economici.
Ma ora con questa frammentazione, i sempre maggiori costi per i diritti di trasmissione e la competizione per realizzare un prodotto di successo che possa sbaragliare la concorrenza ha fatto sì che i costi di produzione siano sempre maggiori e questo si riflette nel costo degli abbonamenti e quando il prezzo diventa proibitivo la pirateria non puó che avere gioco facile.

Ma un utente che guarda a scrocco significa per il servizio non ripagare i propri costi, che anziché ingegnarsi per ridurre le spese e mantenere dei prezzi sostenibili per comoditá ribalterá le proprie spese sui clienti fedeli aumentando i listini se non vuole dichiarare bancarotta.
Ovviamente é un serpente che si morde la coda, ma quando le cose iniziano andare male anche questi servizi finiscono per incattivirsi, specie con chi non paga.
E facendo lobby sono riusciti ad introdurre dei blocchi e delle sanzioni per i pirati, che se prima impattavano solo su chi si arricchiva sfruttando la pirateria, ad esempio fornendo prodotti o servizi illegali per consentire la visione a sbafo, ora riescono a colpire anche il singolo utente , sia dal punto legale , dato che si rischiano multe anche di 5000 euro per la sola visione di contenuti pirata, ma anche con il blocco dei siti di streaming illegale, che sino a poco tempo fá tecnicamente non era possibile fare o era facilmente aggirabile.

Infatti per arginare la pirateria è nato un sistema chiamato privacy shield, che permette di bloccare uno stream pirata entro 30 minuti dalla segnalazione dei titolari, in modo da evitare a chi non ne detiene i diritti di diffondere eventi sportivi in diretta, il tutto senza che un giudice abbia il tempo di stabilire se effettivamente ci si trovi in una situazione illecita e non dando al titolare la possibilitá di difendersi.
Infatti grazie ad una legge di recente introduzione tutti i provider internet italiani dovranno immediatamente, dopo la segnalazione degli aventi diritto, bloccare gli indirizzi IP dal quale proviene lo stream pirata, rendendo inutili accorgimenti come l’uso di dns esteri e in teoria anche l’uso di vpn (anche se realtá basta utilizzare un servizio estero a pagamento per bypassare il blocco).

Il problema è che un blocco fatto dal provider rischia di bloccare , come é giá successo, anche siti perfettamente legittimi che condividono il server o l’indirizzo IP con lo stream pirata, buttando giú siti incolpevoli e considerando che non è semplice né veloce fare ricorso per segnalare l’errore, i malcapitati si troveranno i propri servizi bloccati per giorni senza poter intervenire a meno di pagarsi di tasca un nuovo server sperando di non venire ulteriormente bloccati.
La toppa infatti si sta rivelando peggiore del buco, sia per le problematiche tecniche in seno ai provider, all’elevato rischio di falsi positivi e al fatto che , seppur con qualche sbattimento in piú, chi vuole piratare ha comunque il modo di aggirare il problema.

Voi conoscevate questo sistema? Avete avuto dei problemi? Avete qualche altra domanda, consiglio o suggerimento? Scrivetelo nei commenti