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  • Enel spegne Homix: i pericoli dei dispositivi connessi

    Enel spegne Homix: i pericoli dei dispositivi connessi

    Quando si acquista un prodotto, un servizio o un dispositivo che necessita di una connessione internet per funzionare significa fidarsi del fatto che il produttore mantenga attivo il servizio a lungo, quantomeno sino ad ammortizzare la spesa sostenuta per acquistare il dispositivo connesso.

    E se si tratta di un servizio puro che non richiede integrazione con un dispositivo fisico, qualora venisse chiuso il danno sará limitato, diverso è se a quel servizio abbiamo collegato dei dispositivi fisici scelti per essere compatibili col servizio, che magari abbiamo pagato profumatamente e che sono destinati a diventare dei rifiuti tecnologici o quanto meno a venire limitati nelle loro funzionalitá.

    Cosa succederebbe se appena scaduta la garanzia il produttore spegnesse i server che lo fa funzionare rendendo inutilizzabile il prodotto pagato profumatamente, costringendovi a sostituirlo con qualcos’altro e mettendo ulteriormente mano al portafoglio? 

    network servers on an enclosure

    Purtroppo non è la prima volta che succede e purtroppo succederá in futuro, specie se il prodotto smette di avere successo, se ha qualche anno sulle spalle quindi diventa anti economico per l’azienda mantenerlo o anche perché magari a seguito di qualche fusione o acquisizione aziendale  la divisione che si occupava del servizio diventa meno prioritaria e quindi finisce per essere chiusa o nella migliore delle ipotesi venduta.

    E se la tecnologia utilizzata é proprietaria non ci sarà modo di utilizzare il nostro dispositivo una volta disattivato il servizio, rendendolo un soprammobile in quanto incapace di collegarsi al server che è stato spento. Diversamente in caso di progetti open source o quanto meno interoperabili con altre tecnologie, magari al costo di un pó di sbattimento e al perdere qualche funzionalitá, magari acquistando qualche adattatore o abbonandosi a un servizio alternativo compatibile si riesce comunque a sfruttare il dispositivo.

    E’ quindi importante scegliere aziende affidabili e che possano garantire un futuro al servizio connesso, e possibilmente scegliere qualcosa che in caso di interruzione del servizio online possa continuare, in qualche modo, a funzionare.

    Ma nonostante ci si affidi a un marchio importante e non ad una startup tecnologica che potrebbe chiudere i battenti da un momento all’altro se dovesse mancare la liquiditá,  ci sono stati importanti esempi di servizi connessi importanti chiusi da un momento all’altro dove nella migliore delle ipotesi é stato fornito agli utenti un piccolo risarcimento per compensare la chiusura del servizio, ma che difficilmente copre i costi e le perdite di tempo di dover trovare, magari in fretta, un sostituito.

    Ricordiamo ad esempio Google Stadia e il suo servizio di videogiochi in streaming, Sonos con il suo sistema audio connesso o Vodafone con i dispositivi connessi di localizzazione, tutti servizi chiusi che hanno lasciato dopo qualche tempo i propri utenti senza l’utilizzo di ciò che avevano profumatamente pagato.

    E dal 1 ottobre 2024 a questa lista si aggiunge EnelX che chiude il suo sistema di domotica chiamato Homix che va ad impattare pesantemente sugli utenti che avevano i loro termostati per caldaia e i sensori nei termosifoni che con la chiusura dei server non potranno piú essere comandati, richiedendo una sostituzione con soluzioni alternative del costo di diversi centinaia di euro, tra l’altro proprio al ridosso del periodo invernale. 

    E considerato che è stato un servizio spinto parecchio nei negozi Enel impatterá parecchio sui consumatori italiani che si erano lasciati convincere da un sistema smart che aveva dei costi vantaggiosi rispetto ad un prodotto tradizionale, che invece non li avrebbe lasciati a piedi a 5 anni dal lancio del servizio.

    Ad onor del vero EnelX sta contattando i clienti per proporre un rimborso parziale dei costi dei dispositivi, ma se cambiare una lampadina o una presa smart ha un costo e una complessitá relativamente sostenibile, intervenire sull’impianto di riscaldamento presuppone l’intervento di un tecnico con costi e tempi non certamente trascurabili.

    Alla fine al danno si aggiunge la beffa che una ditta che faceva della sostenibilità ambientale il perno della propria campagna di marketing, diventa per una sua scelta commerciale essa stessa produttrice di rifiuti tecnologici.

    Voi eravate al corrente della cosa?

  • Luce: la maggior tutela é finita

    Luce: la maggior tutela é finita

    Dal 1 luglio è terminato il servizio di maggior tutela del servizio elettrico nazionale per le utenze private, questo significa che a meno di non rientrare in delle particolari categorie vulnerabili definite dalla legge, per le quali si puó fare esplicita richiesta per mantenere la fornitura del servizio a maggior tutela, si dovrà passare al mercato libero per la fornitura dell’energia elettrica di casa.

    Questo passaggio comporterá che , se non si è giá passati in autonomia a un gestore sul mercato libero, la propria utenza passerá in automatico al servizio a tutele graduali dove l’operatore privato che ha vinto il bando per la vostra zona subenterá al servizio elettrico nazionale.

    Questo passaggio vi verrá comunicato per lettera dal nuovo gestore che subentrerá nei pagamenti e nella fornitura, quindi se avete l’addebito diretto sul conto bancario non sará necessaria una nuova autorizzazione, ne dovrete cambiare contatori o firmare un nuovo contratto: questo significa che in automatico la bolletta della luce da luglio in poi anziché arrivare dal servizio elettrico nazionale arriverá a seconda della zona del nostro impianto da Enel Energia, E.ON, Illumia, Hera Comm, A2A, Edison o Iren.

    Questa fornitura sará una via di mezzo tra le tutele previste dal servizio elettrico nazionale e un prodotto commerciale di un’azienda privata che opera sul libero mercato, con delle tariffe che potrebbero essere meno convenienti di quelle di un operatore sul mercato libero.

    Pertanto è bene valutare la convenienza di passare direttamente ad un gestore sul mercato libero confrontando tariffe, costi e servizi erogati, anche tramite l’uso di comparatori di offerta come quello dell’autorità dell’energia ARERA, chiamato Portale Offerte dove è possibile inserendo i dati della propria fornitura , i consumi annui e la potenza impiegata valutare i prezzi dei vari gestori potendo scegliere quello piú conveniente per le nostre esigenze.

    Quello che è da tenere a mente é che non esiste al momento l’obbligo di scegliere un gestore sul mercato libero e soprattutto non c’é alcuna urgenza, quindi prendetevi tutto il tempo necessario per studiare e valutare le offerte, senza farsi abbindolare da venditori o call center che mettendovi fretta possono indurvi a sottoscrivere un contratto poco conveniente.

    E ad ogni modo qualora non vogliate fare una scelta, sappiate comunque la fornitura della corrente non vi verrá interrotta, quello che cambierá sará il fornitore a cui pagare la bolletta che ovviamente ha le sue tariffe che possono essere piú o meno convenienti.

    Voi eravate al corrente della cosa? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti.

  • E’ arrivata la fine del mercato tutelato per luce e gas

    E’ arrivata la fine del mercato tutelato per luce e gas

    Come forse avrete già sentito il 2024 é l’anno della fine del servizio di maggior tutela per luce e gas, questo significa che si passa da dei servizi offerti secondo dei parametri individuati dall’apposita autoritá chiamata ARERA, e dei prezzi che rispecchiano i valori all’ingrosso nelle rispettive borse di riferimento a delle offerte sul mercato libero, dove é l’operatore che decide prezzi e condizione dell’offerta.

    Questo significa che a meno che non si faccia parte di una categoria di utenti considerata vulnerabile, come anziani con almeno 75 anni di etá, in condizione di disagio economico, disabili o con gravi condizioni di salute, abitanti di struttura di emergenza o di un isola non interconnessa alla rete elettrica dovremo scegliere un fornitore per luce e gas sul mercato libero.

    Ovviamente, nonostante qualche operatore di call center potrebbe farvi credere il contrario,  alle utenze non vulnerabili non verrá staccata la fornitura, ma si passerá ad una fase transitoria dove verrá applicato un contratto ponte , chiamato servizio a tutele graduali per la luce e offerta placet in deroga per il gas, definito nelle caratteristiche dall’autoritá per permetterci di fare la nostra scelta entro 3 anni dall’entrata in vigore del nuovo regime, con degli aggiornamenti delle condizioni ogni 12 mesi.

    Per le utenze del gas dal 1 gennaio 2024 cambia la tipologia di contratto ma non l’operatore, quindi potremmo non accorgerci del cambiamento, mentre per la luce si cambierá anche operatore passando in automatico dal servizio elettrico nazionale all’operatore ha vinto il bando per la zona di ubicazione del nostro impianto: in questo caso la data prevista per il cambio nelle utenze domestiche é il 1 luglio 2024, mentre le attivitá commerciali e le forniture secondarie o non domestiche avevano giá fatto il passaggio in precedenza.

    In questa fase di passaggio gli operatori applicheranno una tariffa costituita dal costo all’ingrosso dell’energia , piú un contributo al consumo che possiamo considerare come una sorta di spread sul prezzo all’ingrosso che costituisce il guadagno dell’operatore e remunera le eventuali perdita della rete e una tariffa annua di commercializzazione fissa, che possiamo considerare una sorta di canone dell’impianto.

    Ovviamente gli operatori in questa fase applicheranno dei prezzi convenienti per evitare che gli utenti possano scappare e aderire giá da subito su un’offerta a mercato libero della concorrenza, ma considerato che nonostante la struttura dell’offerta sia definita dall’autoritá  i prezzi sono definiti dall’operatore e che possono essere aggiornati ogni 12 mesi, quindi è possibile che vi vengano proposti dei servizi aggiuntivi a pagamento e/o che la convenienza diminuisca col tempo.

    Dopo i tre anni , se non si fá nulla, invece si passerá in automatico ad un contratto del mercato libero a prezzo variabile dello stesso operatore, dove anche le condizioni contrattuali saranno definite dall’operatore.

    E questo tempo ci servirá per guardarci intorno e valutare prezzi e caratteristiche delle offerte sul mercato libero, decidendo quella che va meglio per le nostre esigenze, in base non solo al prezzo ma anche ai servizi offerti e alla serietá dell’operatore, magari aiutandoci nella scelta con un comparatore di prezzo, sia quelli privati che quello messo a disposizione dall’ARERA chiamato portale offerte, dove inserendo i consumi reperibili in bolletta e i dati dell’impianto si puó preventivare il costo annuo richiesto dai vari operatori e le condizioni richieste per aderire alle rispettive offerte.

    Ovviamente la scelta può essere fatta già da subito, magari sfruttando i periodi nei quali il prezzo all’ingrosso , chiamato PUN per l’energia, é piú basso e dove gli operatori sono interessati a fare offerte per attirare nuovi clienti provenienti dai contratti a maggior tutela.

    Va ovviamente valutata la convenienza caso per caso, in base alle esigenze e ai consumi, compresa la possibilitá di bloccare eventualmente il prezzo dell’energia per tutelarci in caso di aumenti scegliendo un contratto a prezzo fisso e/o aggiungere servizi aggiuntivi in bolletta come la connessione internet offerta da molti gestori, usufruendo di sconti aggiuntivi.

    Tendenzialmente scegliendo dei buoni contratti si puó risparmiare parecchio rispetto al servizio di maggior tutela, mentre il vantaggio rispetto alle offerte ponte dipenderá dai casi ma tendenzialmente crescerá col tempo che la concorrenza si farà piú agguerrita.

    Quello che va peró ricordato, è che sul mercato libero le caratteristiche , i servizi e i prezzi praticati dipendono dal gestore, al pari di un contratto telefonico o internet, quindi potrebbero variare nel tempo anche in maniera sostanziale, rendendo inopportuno un contratto conveniente sino a quel momento, ma anche in quei casi come avviene con la telefonia basta guardarsi intorno e passare alla concorrenza.

    Voi sapevate di questi passaggi? Avete deciso di attendere o siete giá passati al mercato libero? Avete qualche dubbio, domanda o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti!

  • MooneyGO: arriva un nuovo concorrente di Telepass

    MooneyGO: arriva un nuovo concorrente di Telepass

    Un nuovo operatore si é affacciato da poco sul mondo del telepedaggio, comunemente chiamato Telepass dal nome del primo servizio che storicamente consente di pagare i pedaggi in autostrada in maniera automatica senza dover pagare ogni volta al casello la tariffa.

    E se giá da qualche tempo si era affacciato un primo concorrente, Unipol Move, che fá capo ad una delle piú grandi compagnie assicurative del nostro paese, da poco é arrivato sul mercato un terzo concorrente Mooney Go, giá noto per la app omonima che permette di pagare i parcheggi e la mobilitá urbana e che fá capo ai gruppi Enel e Intesa San Paolo.

    E come per i sistemi concorrenti é previsto un dispositivo da tenere in macchina che consente di aprire la sbarra dei caselli in autostrada, dei parcheggi convenzionati Telepass , di pagare l’ingresso in Area C a Milano e del traghetto dello stretto di Messina e di ricevere mensilmente gli addebiti sia dei vari pedaggi che del proprio canone.

    La richiesta e l’attivazione puó avvenire via app, dal sito o dalle tabaccherie convenzionate, mentre si riceverá l’apparecchio comodamente a casa.

    Anche in questo caso abbiamo due formule, una ad abbonamento che costa 5 euro di attivazione piú un canone di 1,50 euro, oppure la formula pay per use dove l’attivazione sale a 10, ma si paga un canone di 2,20 euro solo nei mesi di utilizzo.

    Rispetto a UnipolMove risulta leggermente piú caro, dato che il servizio di Unipol costa 1 euro al mese in abbonamento con attivazione gratuita, oppure 0,50 cent al giorno in pay per use con 5 euro di attivazione: in questo caso la convenienza dipende dalla frequenza di utilizzo.

    Mentre si risparmia rispetto a Telepass, che costa 1.83 euro al mese per il servizio base attivabile solo nei punti blu, oppure 2 euro al mese con Telepass Easy che da diritto alla spedizione gratuita del dispositivo e dei servizi in app, o al servizio Pay Per Use che costa 2.50 al mese nei mesi di utilizzo piu di 10 di attivazione.

    Ovviamente si ha un minimo di concorrenza, che ha costretto Telepass a fare delle offerte, che a seconda dei periodi e dei servizi scelti omaggia il canone per il primo periodo , e soprattutto ha evitato degli aumenti che in regime di monopolio sarebbero sicuramente arrivati.

    Di contro dato che i nuovi operatori si appoggiano comunque al gestore storico i prezzi non saranno rivoluzionari, pertanto molto si gioca anche nell’integrazione degli altri servizi offerti dai vari gruppi a cui fanno capo questi sistemi.

    Ad ogni modo i prezzi ridotti e le formule pay per use, rendono comodo e relativamente economico un sistema che evita le code ai caselli, specie quando il traffico è sostenuto.

    Ovviamente tutto dipende da quanto frequentemente si usa l’autostrada, ma la presenza della formula a consumo puó essere il giusto compromesso anche per l’utente sporadico.

    Voi sapevate di questo nuovo operatore? Usate il telepass? Avete qualche dritta, consiglio o segnalazione in merito? Scrivetelo nei commenti.

  • Arriva la fine della maggior tutela per luce e gas

    Arriva la fine della maggior tutela per luce e gas

    Si avvicina anche per le utenze domestiche la fine del servizio di maggior tutela per luce e gas, infatti se per imprese e utenze non domestiche l’obbligo di passare ad un fornitore sul mercato libero al posto del Servizio Elettrico Nazionale è scattato nello scorso Aprile, per le utenze residenziali questo termine è fissato, salvo nuove proroghe a Gennaio 2024.

    E considerando che nonostante le proroghe si susseguono da anni è poco probabile ce ne siano di nuove, quindi eccetto per alcune categorie protette ci troveremo a dover scegliere obbligatoriamente un gestore elettrico sul mercato, confrontando le tariffe e le eventuali offerte, pena trovarcene uno assegnato d’ufficio.

    Stare sul mercato libero significa che é il nostro gestore a stabilire non solo il costo di canoni e servizi ma anche il prezzo dell’energia che nei contratti a maggior tutela era stabilito da  un’autoritá statale che periodicamente li aggiornava in base ai prezzi all’ingrosso dell’energia. 

    E dato che riuscire a capire una bolletta elettrica non é facile come puó sembrare, cambiando gestore,  il rischio di prendersi una fregatura sottoscrivendo un contratto capestro o comunque non adatto alle nostre esigenze non è così remota, così come non è strano cadere nelle trappole di procacciatori telefonici che spacciandosi per autortitá varie cercano di estorcervi i dati della bolletta per attivare un contratto con il gestore con cui hanno mandato, che potrebbe non essere quello migliore per voi.

    Sicuramente ci verrá in aiuto il portale delle offerte, un comparatore gestito dall’ARERA, l’autoritá statale che si occupa di energia, nel quale indicando i dati dei nostri consumi ci restituirà i prezzi di tutti gli operatori elettrici disponibili nella nostra zona, che potremmo contattare per sottoscrivere un eventuale contratto.

    In ottica del cambio, quindi è bene informarsi sulle offerte e sulle procedure così come iniziare a confrontare le tariffe per cercare il gestore migliore, col prezzo piú basso, o che possa offrire un prezzo fisso o che offra dei servizi aggiuntivi o delle convenzioni che possano farci risparmiare.

    Troveremo anche le offerte PLACET , una sorta di offerta simile a quella del mercato tutelato, con caratteristiche generali e prezzo dell’energia stabilito dall’autoritá, che gli operatori del mercato libero sono obbligati a garantire, che potrebbero non essere la soluzione migliore per le nostre esigenze, ma che garantiscono un contratto di fornitura standard facilmente confrontabile tra gli operatori.

    Ma cosa succede se noi prima di gennaio 2024 non siamo passati al mercato libero? In realtá nulla di troppo preoccupante, con un meccanismo simile a quello che é capitato per le utenze non domestiche, continueremo a ricevere la corrente ma saremo assegnati ad un gestore provvisorio a seconda della zona di appartenenza, nei primi 6 mesi con delle condizioni molto simili alle attuali, e poi successivamente ad un’offerta PLACET con il gestore che ha vinto la gara pubblica nella vostra zona.

    Come detto non é detto che l’offerta PLACET sia la migliore per le nostre esigenze, quindi a quel punto diventerá essenziale quanto meno informarsi e capire bene se mantenere quell’offerta o passare ad un gestore piú conveniente.

    Ad ogni modo se è vero che non rimarremo senza luce, saremo comunque costretti a fare qualcosa per la nostra fornitura, quindi è bene informarsi per tempo per non farci cogliere impreparati e fare per la fretta la scelta meno idonea.

    Voi cosa ne pensate? Siete giá passati al mercato libero? Avete qualche dubbio, curiositá o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti!

  • Anche le poste ora vendono gas e luce

    Anche le poste ora vendono gas e luce

    Negli uffici postali da tempo non si va solo per spedire o ricevere corrispondenza o per pagare i bollettini ma anche per una lunga schiera di prodotti e servizi che sfruttano la capillarità degli uffici postali per essere piazzati. 

    Infatti ormai le poste vendono di tutto,  dai prodotti finanziari a quelli assicurativi, carte prepagate, sistemi di identità digitale, telefonia mobile, abbonamenti internet e chi più ne ha più ne metta.

    In passato hanno addirittura provato a trasformarsi in una sorta di bazar con articoli di cartoleria ed elettronica, anche se è un servizio che è andato a scomparire nel tempo.

    il problema è che a volte ciò che offrono non è sempre quello che ci conviene ma la comodità o l‘inesperienza dell’utente porta a sottoscrivere dei contratti che potrebbero non essere la migliore opzione per le proprie esigenze, altre volte l’offerta anche se é non la migliore in assoluto è comunque competitiva.

    E ora ad aggiungere carne al fuoco è anche la novitá che le poste entrano nel mercato della fornitura di gas e energia elettrica, con una mossa furba che sfrutta le difficoltá degli operatori concorrenti rimasti bloccati dalle iniziative del governo e che hanno in pratica fatto scomparire le offerte a prezzo fisso, potendo lanciare come nuovo operatore delle offerte sia a prezzo bloccato per 24 mesi che a canone fisso rinegoziabile dopo 12 mesi in base ai consumi pregressi.

    Anche se le tariffe non sono le piú basse in assoluto la certezza di non sforare i budget familiari dati i continui aumenti di gas e luce dovuto alla situazione internazionale faranno gola a tanti e comunque avere un operatore in piú con le spalle larghe non puó che fare gioco ai consumatori costringendo la concorrenza , nei limiti del possibile, a reagire.

    C’è da segnalare che l’offerta al momento è destinata solo a chi cambia operatore, quindi non è possibile attivare contratti ex novo o subentrare sul contatore di un precedente inquilino, ma solo cambiare operatore su un contratto di fornitura preesistente.

    Insomma una possibilitá in piú per cercare di tenere a freno il costo delle utenze, voi fidate di un operatore postale che vende anche energia? Avete pensato di sottoscrivere il servizio o resterete con il vostro operatore abituale? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • I pannelli fotovoltaici da balcone plug and play

    I pannelli fotovoltaici da balcone plug and play

    Ultimamente si sempre spesso parlare di sistemi di pannelli fotovoltaici da balcone, chiamati plug and play o micro fotovoltaico, che vengono spacciati per dei sistemi che permettono dei grossi risparmi sulla bolletta elettrica con un investimento contenuto, ma é davvero cosi?

    Possiamo spoilerarvi giá la risposta , un minimo di risparmio esiste ma é molto meno di quello che le pubblicitá vorrebbero farvi credere: questo per una serie di motivi sia tecnici che burocratici tali per cui la produzione di energia é comunque limitata sia dalla normativa che dalla posizione in cui andremo ad installare l’impianto sicuramente meno ottimale di un impianto fotovoltaico tradizionale.

    Ma cerchiamo di capire cosa sono e perché se ne parla: tecnicamente sono dei pannelli fotovoltaici piú piccoli (a seconda della tipologia possono arrivare a 350 o a 800W) che integrano l’inverter al loro interno e che possono essere facilmente installati in un balcone.

    Per via della loro dimensione e della loro la limitata potenza hanno molte meno complicazioni burocratiche rispetto a un impianto fotovoltaico tradizionale, costano anche molto meno, specie se si accede agli sconti in fattura, ma ovviamente anche la loro resa é inferiore, ma soprattutto rispetto ad un impianto tradizionale l’energia prodotta che non utilizziamo non ci viene pagata e, a norma di legge non possiamo immagazzinarla con dei sistemi di accumulo

    A livello burocratico esiste una differenziazione sulla potenza: quelli piú piccoli, sino a 350W chiamati plug and play potrebbero essere installati anche dall’utente senza la necessitá di un installatore a condizione che venga fatta un’apposita richiesta e data comunicazione al gestore elettrico in modo che il contatore venga reso bidirezionale, altrimenti si pagherebbe anche l’energia autoprodotta, mentre quelli fino a 800W o  mini fotovoltaico richiedono che ci siano accortezze tecniche ulteriori, come la presenza del magnetotermico, che richiedono l’intervento di un installatore.

    Ad ogni modo il prezzo di questi pannelli é limitato , si parla di 5/600 euro per i plug and play e circa il doppio per il mini fotovoltaico, al quale aggiungere l’eventuale costo di installazione, e considerato che si potrebbe accedere agli incentivi del 50% l’esborso é sicuramente limitato.

    Il problema é che anche la produzione é limitata, e considerato che l’energia da noi prodotta che non utilizziamo non ci viene pagata e ne la possiamo immagazzinare questo significa che puó esserci utile solo per ridurre le spese di quegli apparecchi come frigoriferi o i router sempre accessi a meno di non utilizzare gli apparecchi elettrici di giorno quando il pannello sta producendo energia, ma anche qui considerando che la potenza del pannello é limitata, quindi se se riusciamo ad alimentare dall’energia prodotta dal pannello un computer o un televisore, forse un aspirapolvere, non sará sufficiente per un asciugacapelli o per un forno elettrico che consumano 3 volte quanto il pannello riesce a produrre.

    C’é anche da tenere a mente che anche volendo acquistare piú pannelli non si possono superare gli 800W complessivi sull’impianto e che non é possibile installarli in presenza di un impianto fotovoltaico tradizionale, almeno se si vuole rientrare nella burocrazia ridotta e che se é pur vero che non necessitano di autorizzazione da parte del comune, bisogna sottostare a regolamenti condominiali che potrebbero vietarne l’installazione.

    E non ultimo il problema é che stando su un balcone la posizione non é ideale per la produzione di energia , sia per esposizione che per inclinazione, quindi renderanno molto meno della loro potenza teorica, quindi verosimilmente produrranno circa la metá di quanto indicato nei dati di targa, e questo significa ritornare dall’investimento nel doppio del tempo rispetto a quanto preventivato.

    Infatti verosimilmente a seconda dell’esposizione del nostro balcone e del tipo di impianto potremmo grossomodo risparmiare tra le 100 e le 150 euro all’anno, questo significa rientrare dei costi dell’impianto  in un periodo tra i 4 e gli 8 anni, quindi diventa essenziale che i pannelli siano garantiti per almeno 10 anni altrimenti se dovessero guastarsi dopo 5 anni non  solo non avremmo risparmiato ma neanche recuperato la spesa dei pannelli.

    Diciamo che quindi possono essere d’aiuto, a patto che il nostro balcone sia a sud e che il condominio ci permetta di installarli, ma sicuramente non ci porteranno risparmi stratosferici.

    Voi li conoscevate? Pensavate di installarli a casa vostra? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Perché la bolletta sta aumentando

    Perché la bolletta sta aumentando

    Una cosa che non possiamo negare di questi tempi è l’aumento spropositato delle nostre bollette, che a sentire tv e giornali pare essere conseguenza della guerra in Ucraina. 

    In realtá non é proprio cosi, in quanto le bollette stavano giá aumentando prima del conflitto, che semmai ha peggiorato le cose ma non é la causa diretta.

    Tutto dipende da come i prezzi dell’energia vengono stabiliti che a causa di regolamenti astrusi nati per favorire i produttori di energia rinnovabile ci si stanno ritorcendo contro in un momento dove anche a causa del conflitto e delle speculazioni finanziarie legate alla futura disponibilitá del gas, si alzano i costi della principale materia prima dell’energia verde, proprio quando si era deciso di limitare la produzione di energia da carbone e nucleare.

    Infatti è il meccanismo del prezzo marginale che si usa obbligatoriamente per determinare i costi dell’energia ad essere il problema: infatti chi produce energia non la vende a un prezzo di produzione piú un suo corretto margine di guadagno, ma la mette all’asta al prezzo di produzione, sapendo che le verrá pagata per legge a un prezzo piú alto, quello del fornitore che potrá garantire la  quantitá di energia necessaria a quell’asta.

    Facciamo un esempio se il fabbisogno fosse di 100 unita e io produttore A ne ho disponibili 20 che vendo a 1 euro, il mio concorrente B ne ha 30 che vende a 1,50 euro, un altro ancora C ne ha altre 40  che vende a 2 euro , e D altre 50 che vende a 3 euro: il sistema , tramite il meccanismo dell’acquirente unico, comprerá le mie 20, le 30 di B, le 40 di C  e 10 delle 50 di D per soddisfare il fabbisogno di 100 unitá ma le pagherá a tutti 3 euro cioé il prezzo che fá D, quello piú alto del lotto, in questa maniera D non ci perde, mentre A, B e C guadagnano. Questo meccanismo nasce per favorire i produttori di energie rinnovabili che in condizioni normali costerebbe di piú produrre rispetto a sistemi piú inquinanti, potendo competere ad armi pari.

    Purtroppo peró con il gas alle stelle sarebbe piú economico comprare l’energia da fonti rinnovabili, che invece si vedono tassare gli extra profitti con le regole appena introdotte per calmierare il mercato, quindi non incrementano la produzione costringendo ad usare l’energia prodotta con il gas che é quella piú cara al momento e comprandola al prezzo di quella prodotta con il gas: insomma un bel pasticcio al quale si aggiunge il fatto che il prezzo del gas viene determinato non con il prezzo di mercato fatto dal fornitore, ma tramite i futures piazzati alla borsa di Amsterdam, dove gli speculatori comprano il gas al prezzo attuale ma lo rivendono a un prezzo sostanzialmente piú alto scommettendo sulla futura indisponibilitá del gas facendone alzare i prezzi, giocando sul fatto che sostituire il gas russo richiede ingenti investimenti e soprattutto lunghe tempistiche che possono portare ad una prolungata mancanza di prodotto sul mercato che ne farebbe schizzare i prezzi, dato che è essenziale per la produzione di energia e difficilmente rimpiazzabile con altre fonti.

    Insomma un problema nel problema, che unita alla poca voglia di una soluzione diplomatica al conflitto ucraino, e anzi con la possibile fine della globalizzazione per tornare a un mondo diviso in due schieramenti come ai tempi della guerra fredda , porterá i costi dell’energia, specie in Europa fortemente dipendente dal gas russo, ad aumenti dei costi dell’energia veramente consistenti almeno sino a quando, e se sará possibile, verranno trovate delle fonti energetiche alternative.

    Le aspettative quindi non sono per nulla rosee a meno di importanti decisioni politiche in seno al parlamento Europeo, che non sembrano all’ordine del giorno.

    Voi cosa ne pensate? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come abbiamo imparato a conoscere guardando la nostra bolletta della luce, i prezzi dell’energia sono aumentati considerevolmente: a paritá di consumi la bolletta é piú che triplicata rispetto al passato e probabilmente salirá ancora, ma cosa possiamo fare per tamponare la situazione?

    In linea teorica si potrebbe provare a cambiare gestore elettrico, fate pure dei preventivi ma al momento difficilmente un nuovo contratto elettrico sará piú conveniente di uno vecchio, anche perché i prezzi sono talmente aumentati che molti gestori elettrici non solo non fanno piú nuovi contratti a tariffa bloccata, ma stanno disdicendo quelli in essere per non rischiare il fallimento.

    Quello che ci rimane da fare è cercare per quanto possibile di consumare meno, mettendo in pratica i soliti consigli anti spreco a cui magari non facevamo attenzione con i vecchi prezzi dell’energia.  

    Pertanto fare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, accendere lo scaldabagno solo quando ci serve l’acqua calda , se abbiamo un contratto energetico con fascia bioraria o comunque il contratto prevede delle agevolazioni in determinati giorni o orari usate in quelle fascie gli elettrodomestici piú energivori specie quelli che possono partire con un timer come appunto lavatrici e lavastoviglie.

    Ed è bene sapere quali sono gli elettrodomestici piú costosi da utilizzare e provare a limitarne l’utilizzo e magari sostituirli da qualcosa di piú efficiente: stufette, phon , ferri da stiro, forni, bistecchiere, trapani, elettroutensili, friggitrici ad aria, piani cottura ad induzione, condizionatori, piastre per capelli e tutti quei prodotti che scaldano tramite una resistenza, sono quelli che pesano di piú sulla bolletta.

    Una buona idea è quella di sostituire le lampadine della casa , specie se sono alogene o a filamento con quelle a LED, visto che i prezzi si sono abbassati si ammortizzano in fretta e si consuma molto meno a paritá di luce emessa.

    Spegnamo gli apparecchi quando non utilizziamo: tenere accesa la tv , la luce o il climatizzatore quando non siamo nella stanza fá girare il contatore senza darci un reale vantaggio , per limitare i consumi possiamo inoltre utilizzare al meglio gli apparecchi seguendo le indicazioni del produttore e fare regolare manutenzione.

    E se abbiamo in casa elettrodomestici energivori con qualche anno sulle spalle, potrebbe valere la pena di sostituirli con prodotti nuovi piú efficienti, specie se nel frattempo le tecnologie si sono evolute: un’aspirapolvere, un televisore o un climatizzatore moderno consumano considerevolmente meno di uno di 10 anni fa, quindi targhetta dei consumi alla mano potrebbe valerne la pena cambiarli con l’ultimo modello.

    Se in casa abbiamo due prodotti simili potremmo preferire quello piú piccolo se consuma meno: guardare il tg nel televisore della cucina anziché in quello enorme in salotto, o usare l’elettrodomestico o l’utensile piú piccolo e lento al posto di quello piú grande e veloce che peró consuma di piú ci aiuta a tagliare la bolletta.

    Inoltre , specialmente in cucina, é possibile utilizzare degli utensili a mano, a gas o a batteria al posto di quelli elettrici, magari sono un pó piú scomodi ma a seconda dei casi si risparmia tanta corrente: guardate le etichette, se il gioco non vale la pena per uno spremiagrumi da 30 watt, magari vale per un tostapane da 1000w o per una bistecchiera da 2000w.

    Altra soluzione potrebbe essere dotarsi di un impianto fotovoltaico, i cui costi sono diminuiti parecchio , così come quelli di alcune soluzioni di accumulo dell’energia per avere , condizioni metereologiche e disponibilitá di spazi permettendo, energia elettrica a costo zero, anche eventualmente per un limitato set di strumenti elettrici: quelli piú piccoli pensati per i camper possono stare anche in un balcone e si portano a casa con poche centinaia di euro.

    Insomma diventa essenziale ingegnarsi e almeno sin quando non si saranno calmate le acque cercare di limitare i consumi.

    Voi che soluzioni avete escogitato per limitare i consumi? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Sbarazzarsi del Canone RAI 2022

    Sbarazzarsi del Canone RAI 2022

    Col nuovo anno si dovrà ripagare una tassa piuttosto antipatica, quella sul possesso degli apparecchi radio televisivi, comunemente chiamato canone Rai, e anche per quest’anno lo si dovrà pagare nella bolletta elettrica spalmato in 10 rate da 9 euro come avviene già da qualche anno, la novità è che parrebbe che a causa di una richiesta della comunità europea questo sarà, a meno di proroghe l’ultimo anno per cui lo si dovrà pagare sulla bolletta elettrica.

    Questa soluzione ha permesso di contrastare l’evasione del canone consentendo di ridurre l’importo ed evitando di doverci recare alle poste per il pagamento. Purtroppo cosa accadrà dal 2023 non è dato sapere, se il pagamento dovrà essere fatto con bollettino postale come si faceva fino al 2015 o con F24 come deve fare attualmente chi non è titolare di utenza elettrica ma è comunque tenuto a pagare il canone, ne se l’importo aumenterà e se come è stato paventato verrà richiesto di pagarlo non solo a chi ha un apparecchio televisivo in casa ma anche a chi possiede uno smartphone o un computer in quanto in grado di vedere le trasmissioni televisive tramite siti o app.

    Allo stato attuale il non possedere un apparecchio televisivo, o averne uno non più adatto alla ricezione del segnale tv perché magari non compatibile col nuovo digitale terrestre è motivo di esenzione dal canone, quindi in questi casi basterà mandare ogni anno entro il 31 gennaio per raccomandata o via pec un’apposita autodichiarazione dove si attesta di non possedere nessun apparecchio adatto alla ricezione del segnale televisivo per essere esentati dal pagamento, e nel caso è pure possibile richiedere il rimborso di cifre pagate qualora il mancato possesso, o altra causa di esenzione come per gli anziani a basso reddito o per i diplomatici stranieri, avvenisse nel corso dell’anno.

    Quello che non è più possibile invece è il suggellamento del televisore, cioè la disattivazione del televisore ad opera della guardia di finanza, che lo sigillava dentro un sacco di juta permettendo di avere l’esenzione dal canone rai senza doversi disfare dell’apparecchio.

    Ovviamente se è pur vero che sarà difficile che si venga controllati, firmare un’autodichiarazione falsa è un reato penale: il gioco non vale la pena per risparmiare 90 euro all’anno: meglio a quel punto sbarazzarsi del televisore o se proprio la si vuole fare sporca intestare l’abbonamento elettrico della nostra abitazione a un familiare che già paga il canone e che quindi non è tenuto a pagare un secondo abbonamento in quanto seconda casa. In tal caso staremo evadendo il canone, dato che in quel caso dovremmo pagarlo tramite F24, ma senza dichiarare il falso.

    Certo vista la qualità del servizio pubblico, la voglia di non pagare il canone è tanta, ma contrariamente dal nome con cui si è solito chiamarlo, è pur sempre una tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo e non un abbonamento ad una pay tv  che possiamo disdire a piacimento e le tasse volenti o nolenti vanno pagate.

    Quello che è da sapere è che esistono dei rari casi per i quali non deve essere pagato, o per cui esistono delle eccezioni, cosi come esistono dei canoni speciali dovuti da aziende o strutture ricettive come alberghi o ristoranti che sono tenuti a pagare un canone più alto di quello pagato da un comune cittadino qualora abbiano un televisore in azienda.

    Quindi per quest’anno se ci siamo sbarazzati del televisore siamo ancora in tempo a chiedere l’esenzione, in attesa di capire cosa succederà nel 2023 quando effettivamente molti televisori a causa del nuovo digitale terrestre non saranno effettivamente più in grado di ricevere le trasmissioni, e magari se non si hanno altri tv compatibili o decoder diventerà l’occasione per sbarazzarsi definitivamente del canone.
    Voi ne eravate al corrente? Avete mandato la disdetta del canone rai? Avete qualche dubbio, curiosità o suggerimento? Scrivecelo nei commenti.