Elettrodomestici

  • Anche lavatrici sono in abbonamento

    Anche lavatrici sono in abbonamento

    Ormai ci stiamo abituando ai servizi in abbonamento, dove pagando una piccola quota mensile evitiamo di comprare un bene costoso, avendo a disposizione maggiore scelta e comodità senza limitazioni e pensieri.

    E la cosa è particolarmente diiffusa nelle piattaforme di streaming per l’intrattenimento come i vari Netflix, Disney+, Prime Video o simili,  per quelle musicali come Spotify o quelle per i videogiochi, ma la cosa ha preso piede in altri ambiti come per le stampanti dove é possibile abbonarsi a un servizio del produttore della stampante dove a fronte di un abbonamento in base al numero di stampe previste si riceveranno direttamente a casa le cartucce appena si apprestano a finire, eventualmente pagando un extra per le copie aggiuntive.

    Ma vuoi per moda o per comoditá la cosa sta forse sfuggendo di mano dato che si é arrivato ad avere qualcosa di simile anche per le lavatrici.

    Infatti Haier ha da qualche tempo sul mercato una propria lavatrice che è possibile ottenere in abbonamento insieme a degli specifici detersivi professionali realizzati da Nuncas che utilizzano un sistema di chimica disaggregata mutuato dalle lavatrici professionali: in pratica ha dei flaconi di detersivi liquidi speciali (smacchiatore, detergente delicato, super sgrassante e ammorbidente) che vengono combinati grazie ad una app nelle dosi specifiche per il singolo lavaggio ottenendo un risultato perfetto per ogni tipologia di capo e di sporco.

    Inoltre essendo collegata a internet la lavatrice saprá quando i flaconi si stanno esaurendo e fará in modo che possiate ricevere per tempo i nuovi comodamente a casa compresi nell’abbonamento sottoscritto.

    Questo abbonamento , della durata di 36 mesi, ha un costo mensile che varia in base al numero di lavaggi previsto: 18 euro per 100 lavaggi annui (circa 2 alla settimana), 23 euro per 220 lavaggi annui (circa 4 alla settimana) e 28 euro per 340 lavaggi annui (circa 6 alla settimana), a cui si aggiungono 80 euro per la consegna e installazione e comprende anche l’assistenza per tutto il periodo dell’abbonamento.

    A conti fatti peró la cifra che andiamo a pagare è importante, e alla fine il plus rispetto ad una comune lavatrice di proprietá puó essere l’esclusiva su quel particolare tipo di detersivi, ammesso che possa essere di nostro gradimento e la comoditá di non dovere acquistare detersivi o additivi.

    Se poi aggiungiamo che quella lavatrice in abbonamento è basata, flaconi a parte, su un modello a marchio Candy comunemente in vendita intorno ai 450 euro alla fine stiamo spendendo pure piú soldi per una lavatrice che al termine dell’abbonamento dovremo restituire.

    Il gioco quindi vale la candela solo se riteniamo i risultati del lavaggio, che comunque sono ottimi, migliori di quelli di una normale lavatrice con i detersivi tradizionali di nostro gradimento, altrimenti portafoglio alla mano possiamo tranquillamente sceglierne una normale, magari la stessa dalla quale deriva quella a noleggio, spendendo meno soldi.

    Diverso discorso se ci fossero delle promozioni o delle convenzioni che abbattono il prezzo, ma generalmente é piú facile che vadano in sconto delle lavatrici nei volantini dei centri di elettronica che non possa scendere un servizio in abbonamento, e considerato quello che succede con quelli in streaming non è neanche escluso che possa aumentare col tempo, aggiungendo pure la beffa di aver pagato anche di piú di quanto preventivato alla sottoscrizione.

    Voi le conoscevate? Avete valutato la sottoscrizione? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti,

  • Come scegliere una macchina da caffe a capsule

    Come scegliere una macchina da caffe a capsule

    Scegliere una macchina da caffé per casa non é semplicissimo, esistono quelle che utilizzano caffe in grani o in polvere o da cialde in carta ESE che costano magari qualche euro in piú ma vi permettono di usare il caffé di qualsiasi marca a seconda dei nostri gusti e quelle che vanno con delle capsule proprietarie che, almeno in teoria, vi obbligano ad essere fedeli a un determinato marchio di caffé, e che magari per invogliarvi vi danno la macchina a un prezzo di favore o addirittura gratis se le acquistate insieme a un consistente ordine di caffé.

    Ovviamente per un buon caffé servono sia un buon caffé che una buona macchina, e generalmente le macchine a capsule hanno una qualitá standard che permette un risultato ottimale con le proprie qualitá di caffé, mentre il risultato di una macchina generica puó dipendere dal caffé che utilizzate, cosi come dalle caratteristiche della macchina stessa.

    Il vantaggio della macchina generica é peró che , scegliendo in autonomia il prodotto, andate a pagare il caffé al chilo molto meno rispetto alle capsule.

    Certo non si ha la comoditá e l’immediatezza della capsula, ma la differenza di prezzo della macchina si fá presto ad ammortizzarla quando il singolo caffe vi costa anche un decimo rispetto alla capsula.

    Per chi peró non puó fare a meno della comoditá della capsula, che permette di avere un ottimo caffé in tempi brevissimi e senza sporcare,  é bene che tenga a mente qualche accorgimento: ad esempio per i sistemi piú famosi esistono delle capsule compatibili che si trovano oltre che nei rivenditori specializzati, online e fisici, ormai anche nei supermercati.

    Questo ci permette di pagare una capsula che ci costerebbe originale anche oltre i 30 centesimi anche un terzo, e spesso questi caffé compatibili sono venduti da torrefazioni storiche che hanno portato le loro miscele di caffé anche in capsula, ma ovviamente sono disponibili solo per i sistemi piú comuni, perché non converrebbe mettere su una linea di produzione per un sistema con poco mercato.

    Ovviamente non é detto che questo caffé compatibile ci piaccia piú dell’originale o che il prezzo sia molto piú conveniente rispetto all’originale, ma basterá provarne diversi e scegliere quello che si adatti meglio sia ai nostri gusti che al nostro portafoglio

    Se si sceglie un sistema meno famoso invece ci dovremo accontentare solo di quello originale coi propri prezzi, faremo fatica a trovare rivenditori che possano fare degli sconti e seppure avremo pagato la macchina un pó meno non possiamo accedere alle capsule di concorrenza, cosa importante quando magari ci siamo stufati di quel caffé e ne vogliamo uno differente: con un sistema piú diffuso potremo farlo senza dover cambiare macchina.

    Per i sistemi piú famosi esistono pure degli adattatori riutilizzabili da riempire col caffé in polvere cosa che mette insieme la comoditá della capsula con la convenienza del caffé in polvere.

    E addirittura esistono pure le macchine di concorrenza che possono utilizzare piú sistemi o delle capsule particolari o aggiungere delle funzioni non disponibili sul sistema originario.

    Ad ogni modo nella scelta del sistema di capsule vanno contemplati i costi non solo della macchina, ma delle capsule sia quelle originali che quelle di concorrenza, se disponibili, in modo che il caffé non diventi un salasso, specie se se ne prendono tanti nella giornata. 

    E ovviamente il caffé ci deve piacere, e spesso per alcuni sistemi ci sono letteralmente decine di miscele disponibili, sia per provenienza, che per gusto o per intensitá e si puó trovare facilmente la combinazione ideale.

    Per sistemi meno diffusi la scelta potrebbe essere piú limitata e se ci dovessimo stancare saremmo costretti a comprare una nuova macchina.

    Alla fine si tratta di gusti, ma considerando che le capsule non costano pochissimo, arrivando a costare un terzo del costo di un caffé preso al bar, ma comunque molto piú di un caffé fatto con la moka o la macchinetta generica é bene farsi due conti prima di scegliere quanto meno il tipo di macchinetta, perché purtroppo una non vale l’altra.

    Voi utilizzate il caffé in capsule? Con quale sistema? Avete domande, curiositá o qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • Riparare l’aspirapolvere cambiando i filtri

    Riparare l’aspirapolvere cambiando i filtri

    Sarà capitato anche a voi che una vecchia aspirapolvere iniziasse a fare parecchio rumore e ad aspirare meno e che a causa di questo abbiate valutato di rottamarla.

    In realtá probabilmente non c’è n’é bisogno, infatti la soluzione sta nel fare un minimo di manutenzione all’apparecchio, cosa che é alla portata di tutti tanto che spesso è una procedura indicata nel manuale di uso e manutenzione che magari è finito buttato insieme alla scatola dell’apparecchio.

    Ma se si tratta di un apparecchio non troppo raro o antico non è impossibile reperire il manuale su internet, se non del modello preciso di uno molto simile, cercando il codice dell’apparecchio indicato nella targhetta adesa all’aspirapolvere.

    E marca e modello dell’apparecchio ci serviranno anche per reperire eventuali ricambi , perché la causa di questi problemi di anzianità dipendono generalmente dai filtri.

    Infatti la prima cosa da fare é una volta staccato l’apparecchio dalla corrente procedere a svuotare i vari serbatoi dello sporco e dare una pulizia interna il piú accurata possibile, magari aiutandoci con uno straccio e un pennello e se si tratta di un modello con sacchetto a sostituirlo con uno nuovo, ma soprattutto prima di rimontarlo arrivare ai filtri dell’apparecchio che a seconda dei modelli possono essere piú di uno, anche quattro o cinque, posti in differenti posizioni, che vanno rimossi, puliti o sostituiti.

    Infatti a seconda dell’apparecchio ci saranno in posizioni generalmente nascoste, dei filtri che possono essere riutilizzabili, per i quali basta una pulita, lavabili che necessitano di una pulizia sotto l’acqua corrente e di essere asciugati per alcune ore prima di essere rimessi in posizione e di quelli monouso, come i classici filtri HEPA in carta lamellare che andrebbero cambiati dopo alcuni mesi di utilizzo.

    Il segreto sta proprio su questi filtri, che vanno puliti regolarmente e quando iniziano ad avere una certa etá  se l’apparecchio continua a zoppicare vanno sostituiti.

    Per reperirli, una volta individuato marca e modello dell’apparecchio ci si puó rivolgere a un ricambista di elettrodomestici o a internet, banalmente sia su siti specializzati che su amazon, ebay o aliexpress facendo una ricerca per il codice dell’apparecchio o del filtro e confrontando la foto del ricambio con l’originale ormai esausto.

    E una volta cambiato probabilmente il problema si risolverá con una spesa di pochi euro, che varieranno a seconda del tipo di filtro, della marca dell’apparecchio e dalla scelta di un ricambio originale o di uno compatibile.

    Volendo risparmiare ancora un pó, magari perché vogliamo provare a salvare un prodotto giá destinato alla discarica possiamo ordinare il ricambio su aliexpress direttamente dalla Cina, se si tratta di modelli abbastanza comuni é facile che ci sia concorrenza e quindi si riesce a recuperare l’intero set di filtri al prezzo di una colazione al bar, mentre cercandoli in italia bisogna mettere in conto di spendere tra i 10 e i 20 euro, cifra sempre piú bassa che ricomprare una nuova aspirapolvere, e soprattutto si eviterá di creare un rifiuto tecnologico che ha costi non solo per il nostro portafoglio ma anche per l’ambiente.

    Nulla di difficile, né di strano tanto che i manuali stessi indicano come fare, ma con un minimo di sbattimento e con un ricambio dal costo di pochi euro si prolunga la vita dei nostri cari aspirapolvere

    Voi lo sapevate? Cambiate regolarmente i filtri o l’unica operazione che avete fatto all’aspirapolvere è svuotare il serbatoio dello sporco?

  • Il Pulitore ad Ultrasuoni

    Il Pulitore ad Ultrasuoni

    C’é un accessorio dal costo esiguo e utile sia in ambiente domestico che lavorativo ma che forse è poco conosciuto: il pulitore ad ultrasuoni.

    Si tratta di un apparecchio elettrico per la pulizia di oggetti delicati che sfrutta un processo fisico denominato cavitazione ed è composto da una vaschetta dove vá inserita dell’acqua e un eventuale detergente per la pulizia: in casa puó essere utile per pulire gioielli, occhialiorologi, dentiere, oggetti delicati mentre in ambito lavorativo si usa per ripulire ad esempio circuiti elettronici, protesi dentarie  o parti meccaniche.

    Il funzionamento è semplice: degli ultrasuoni smuovono l’acqua contenuta nella vaschetta metallica riscaldata da una resistenza, che emetterá delle piccole bolle che scioglieranno grasso e sporco in maniera delicata senza graffiare i prodotti contenuti, facendo depositare sul fondo della vaschetta i residui di sporco.

    Per i prodotti piú piccoli esistono delle piccole gabbie per posizionare gli oggetti senza il rischio di perderli. Ovviamente a seconda delle dimensioni degli oggetti da trattare esistono apparecchi di varie dimensioni, ma quelle per l’uso casalingo , delle dimensioni di una trentina di centimetri in larghezza per una quindicina di profondità, costano da una trentina a massimo un centinaio di euro. Modelli piú grandi o professionali costano un pó di più: da qualche centinaio di euro fino a qualche migliaia per taniche professionali per la pulizia col medesimo sistema di grossi pezzi meccanici.

    L’uso è semplicissimo: basta inserire l’acqua sino al limite indicato, a seconda del prodotto da pulire occorre aggiungere una goccia di detergente specifico o di detersivo per piatti, e si fá partire il timer per la pulizia: dopo qualche minuto si verifica se il prodotto é pulito e nel caso o lo si risciacqua eventualmente aiutandosi con una spazzolina oppure nel caso ci siano ancora incrostazioni o sporco da rimuovere si mette a fare un ciclo di pulizia ulteriore.

    Come detto visto il costo esiguo può essere utile in casa soprattutto per gioielli e orologi dove si annidano facilmente sporcizia e residui di pelle che diventa difficile rimuovere con il rischio di graffiare l’oggetto e difficili da pulire per forma e dimensione.

    Ovviamente se si tratta di orologi fate attenzione che siano impermeabili e che le corone siano serrate quando li immergete nell’acqua. In teoria in caso di orologi meccanici se si fá troppo frequentemente la pulizia ad ultrasuoni è possibile che si possano magnetizzare, e che quindi perdano in precisione: in tal caso basta procurarsi per una decina di euro uno smagnetizzatore per orologi, facilmente reperibile su amazon o su siti specializzati e si risolve il problema in pochi secondi.

    Inoltre si presta ad essere un regalo particolare, utile , poco costoso, adatto sia per uomini che per donne e che difficilmente si rischia che possa essere un doppione.

    L’unico consiglio é sceglietene uno alimentato dalla rete elettrica, quindi evitando quei pulitori alimentati da porte usb o da batterie e possibilmente che sia dotato di display per il timer e di un regolatore di temperatura.

    Voi lo conoscevate? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • Caffe’ a casa: espresso o moka?

    Caffe’ a casa: espresso o moka?

    Parliamo di caffè : quando lo prendiamo a casa c’e chi preferisce la classica moka e chi non può fare a meno di un espresso con la macchinetta come quello del bar.

    Gusti a parte, sia che facciate parte del team moka o di quello espresso c’e da capire che entrambe le soluzioni hanno dei pro e dei contro. 

    Sicuramente l’espresso, soprattutto utilizzando una macchinetta a cialde o a capsule, ha dalla sua la comodita’ e la rapidita’ nell’erogare la nostra bevanda preferita ma ha un pesante contro: il costo di cialde e capsule.

    Infatti se e’ lecito pensare di pagare un po di piu’ per la comodità di non dover dosare e smaltire il caffè in polvere e di attendere diversi minuti sul gas la nostra caffettiera, quello che forse non e’ noto a tutti e’ il prezzo al chilo del caffè monodose, specie se lo raffrontiamo al caffè in polvere che possiamo utilizzare nella classica caffettiera, ma anche nelle macchine espresso senza cialde.

    A seconda del tipo di macchina, della marca e qualita’ del caffe’ e della quantita’ di cialde o capsule acquistate una singola capsula può costarci anche 40 centesimi, e considerando mediamente che una capsula contiene 5 grammi di caffè, significa che lo stiamo pagando 80 euro al chilo : un enormita’ se consideriamo che una confezione da un chilo di caffè in polvere al supermercato la si può portare a casa anche con 6 euro.

    Ovviamente ci sono caffè e caffe’, sia per marca e che per qualità e ognuno ha i propri gusti, e anche al supermercato i caffè in polvere di qualità costano cari , ma anche prendendo il più costoso del supermercato lo avremmo pagato al chilo sempre meno delle capsule.

    Anche con cialde e capsule si può risparmiare parecchio, soprattutto rispetto ai prezzi di listino dei caffè venduti direttamente dal produttore della macchinetta, che vuoi per marketing e vuoi per ripagare i costi della macchinetta fornita sottocosto o in comodato d’uso spesso rientra dei costi sul costo dei caffè, un po’ come succede per le stampanti: dove usando le cartucce compatibili si spende molto meno rispetto alle originali.

    Con le capsule e’ la stessa cosa, molte torrefazioni, anche molto famose producono capsule compatibili con le macchinette più comuni consentendo di pagarle molto meno e con una qualita’ pari se non superiore all’originale, tanto che ora si trovano queste compatibili anche nei supermercati, vendute anche col marchio dello stesso supermercato.

    Ovviamente piu’ quel tipo di macchinetta e’ diffusa e piu’ si trovano capsule di concorrenza, valutate anche questo aspetto quando scegliete il tipo di macchinetta da comprare, magari le macchinette per un certo tipo di capsule costano di meno, ma non trovando o avendo poca scelta di compatibili pagherete i vostri caffè molto di piu’.

    Esistono anche negozi specializzati in cialde e capsule compatibili e siti web che giocando con le quantita’ riescono a spuntare prezzi molto convenienti , soprattutto se si fanno ordini sostanziosi, che permettono tralaltro di ammortizzare o eliminare i costi di spedizione, che incidono sostanzialmente se si acquistano poche capsule alla volta: pagando 8 euro di spedizione su 100 capsule significa pagare 8 centesimi in più a caffè, ma se ne acquistiamo 500 la spedizione incide per poco più di 1 centesimo a caffè, e magari al superamento di un certo valore ci viene pure omaggiata.

    Soprattutto in rete e’ possibile usare i comparatori di prezzo per cercare cialde e capsule compatibili, facendo come detto attenzione ai costi di spedizione, ma anche alla qualita’ del caffe: quel caffè ci deve piacere, inutile fare un ordine di 1000 cialde a un prezzo convenientissimo per poi scoprire che quel tipo di caffè non ci piace.

    Ad ogni modo usando qualche accortezza il costo della nostra cialda o capsula si riduce parecchio, ma difficilmente per le capsule si scende sotto i 10 centesimi a pezzo che sono comunque 20 euro al chilo : sempre più caro del caffè in polvere, ma almeno con una differenza più giustificabile dalla comodita’ delle capsule.

    L’alternativa per chi non ama il caffe’ della moka e non vuole svenarsi e’ la macchinetta espresso a polvere o addirittura quelle in grani che macinano direttamente i chicchi di caffè‘ : entrambe danno la possibilita’ di utilizzare qualsiasi tipo di caffe’ senza vincoli di sorta.


    C’e’ pero’ da considerare che le macchine a capsule sono standardizzate, quindi bene o male hanno una qualita’ simile a parita’ di tipo di capsula, mentre con quelle a polvere la resa può variare parecchio da macchina a macchina, quindi a parita di caffe‘ ci sara’ una differenza sostanziale tra una macchina e l’altra, cosa che presuppone che si debba mettere più attenzione nella scelta della macchina magari evitando di acquistare macchinette troppo economiche se non le abbiamo provate, e sopratutto prediligendo macchine di qualita’.

    Cialde ESE

    E per chi ha questo genere di macchine esiste anche una soluzione di compromesso tra la comodità e i costi: sono le cialde ese, quelle in carta che possono essere messe nel misurino del caffè e che essendo molto semplici da produrre hanno dei prezzi al chilo non troppo distanti dal caffè in polvere, e che si trovano facilmente anche nei supermercati.

    Esistono anche macchine che vanno esclusivamente a cialde ese che quindi non permettono l’uso di caffè in polvere , e quindi condividono con i vari sistemi a capsule , generalmente in alluminio o in plastica come i vari Nespresso, Dolce Gusto, A modo mio e simili l’obbligo di rifornirsi soltanto di quel tipo di caffè.

    Insomma farsi un caffè a casa e’ un argomento più complicato di quello che può sembrare ma con qualche dritta si può risparmiare.

    Voi conoscevate questi trucchi, ne avete degli altri? Avete dei dubbi, bisogno di consigli o avete suggerimenti da dare? Scrivetelo nei commenti.

  • L’impastatrice planetaria

    L’impastatrice planetaria

    Oggi parliamo di un elettrodomestico che non è presente in molte case, ma che per via del costo non troppo elevato e della sua versatilità può essere sia un gradito regalo per chi si diletta in cucina che un valido alleato per le nostre preparazioni e per il nostro portafoglio.

    Sto parlando dell’impastatrice planetaria, quella macchina elettrica che si occupa di impastare solidi e liquidi permettendoci di evitare di stendere la pasta di dolci e salati a mano o col mattarello, applicando una forza costante regolata da un’apposita manopola

    E’ composta da un motore, una ciotola , a seconda dei casi in materiali plastico o metallico, dei ganci che si applicano al motore , generalmente almeno quello per pizza, quello per i dolci e quello per montare a neve, e a volte nei modelli più completi degli accessori che la trasformano in un robot da cucina completo che sfrutta il motore della macchina.

    Il segreto dei risultati è il movimento della frusta su due assi, non solo sull’asse del motore ma anche attorno al centro del contenitore raggiungendo tutte le parti del contenitore e simulando al meglio l’azione manuale di un pizzaiolo esperto

    Diventa facilissimo impastare , dalla pasta sfoglia per pizze salati e rustici, ai dolci togliendoci lo sbattimento di lunghe lavorazioni manuali e consentendoci di fare in casa prodotti che altrimenti avremo comprato , magari meno salubri o di produzione industriale, o magari non avremmo mai fatto come qualche vecchia ricetta della nonna che altrimenti richiederebbe lavorazioni molto più lunghe e complesse di inserire qualche ingrediente nella ciotola e girare una manopola.

    Ovviamente ne esistono di varie potenze e capacità e con diversa dotazione di accessori, con prezzi che variano dai 60 euro alle 1000 euro: preferite possibilmente modelli più potenti e capienti, soprattutto se avete in mente di impastare la pasta per pane o pizza dato che richiede maggiore potenza e sforza di più il motore, per quello meglio avere un recipiente capiente per evitare di dover dividere l’impasto in più lavorazioni ,dato che è buona norma far riposare il motore dopo la lavorazione per evitare di rovinarlo, mentre per torte e dolci anche un modello meno potente può fare tranquillamente alla bisogna.

    Ma perché è utile per il portafoglio?  Semplicemente fare una torta diventa qualcosa di estremamente facile e rapido, alla portata di tutti, anche di un bambino, che può essere fatta anche quotidianamente dato che può essere fatta in un quarto d’ora di lavoro più dai 30 ai 45 minuti di cottura: in un’ora avrete un’ottima torta fatta con una bassissima spesa, meno del costo di una confezione di merendine, ma soprattutto con ingredienti più genuini naturali o sfiziosi rispetto ai prodotti confezionati, che basterà mettere nella ciotola e lasciare lavorare la macchina, dopo di che si travasa in una teglia e si inforna: nulla di più facile.

    Puo’ inoltre , usando l’apposito gancio fare degli impasti per pane e pizza perfetti la cui lavorazione manuale è generalmente laboriosa e non certo a prova di errori, avendo giusto cura di inserire farina acqua e lievito e lasciando lavorare la macchina fino alla perfetta incordatura dell’impasto

    Diciamo che si presta facilmente a tutti quei prodotti da forno che potremmo fare in casa risparmiando tempo, soldi e fatica, oltre a diventare un divertente passatempo che potrà soddisfare la voglia di dolci di grandi e piccini.

    Voi la conoscevate, ne avete una in casa? Scrivetelo nei commenti cosi come se avete dubbi o curiosità sul suo utilizzo.

  • I power blender

    I power blender

    Parliamo dei power blender, quei grandi frullatori di origine americana che da qualche tempo sono di moda. Data l’origine USA sono grandi e consumano tanto, ma sono veramente tanto potenti.

    Sono infatti diventati famosi qualche anno fa per una pubblicità virale su internet dove il produttore di uno  di questo genere di apparecchi usava il frullatore per sbriciolare le cose piu strane dagli iphone alle ossa, dalle videocamere agli accendini diventato talmente famoso da apparire al superbowl.

    Poi sulla scia di questi video sono nati tanti produttori concorrenti altrettanto validi e anche le alternative lowcost, dato che gli apparecchi originali , inizialmente pensati per l’uso professionale costano diverse centinaia di euro, mentre alcune valide imitazioni made in china riescono a stare intorno ai 100 euro, a volte anche qualcosa meno.

    Il prezzo elevato dipende dalla potenza elevata, tenete conto che arrivano a consumare anche 2KW, quindi dalle 5 alle 10 volte un frullatorino economico standard da supermercato, ma questa potenza si rivela essenziale per alcuni tipo di preparazioni.

    Infatti data la potenza riesce a miscelare in maniera perfetta fino a rendere farina quasi ogni cosa dai legumi secchi al pane, riesce a triturare elementi duri come il ghiaccio, rendendolo una macchina ottima per fare dei gelati fatti in casa soltanto congelando della frutta e triturandola con un po di latte o per fare dei deliziosi smoothies, oppure ancora per creare del ghiaccio tritato per i cocktail, magari miscelati direttamente nella caraffa.

    Non solo quindi deliziosi frullati di frutta o vellutate di verdura, milkshake e granite possono essere all’ordine del giorno, se si riesce a trovargli un po di spazio sul piano della cucina, ma anche salse, zuppe e creme o per un americanissimo burro d’arachidi fatto in casa.

    Grazie alla sua capacità di sminuzzare potremo preparare delle farine particolari, oltre ad essere un alleato prezioso per le diete consentendoci di preparare ricette vegetali saporite ma poco caloriche, cosi come è particolarmente utile per preparare in casa degli omogeneizzati naturali per i piu piccoli, che non disdegneranno anche i dolci o i gelati  che potrete preparare.

     Diventa ottimo per preparazioni crudiste o vegane, dato che consente di trattare non solo tutta la comune frutta e verdura, ma anche radici e vegetali rari rognosi per la loro consistenza: a seconda dei casi basterà aumentare la potenza o utilizzare un apposito programma, cosi come per fare in casa degli ottimi latti vegetali.

    Il principale vantaggio è la potenza e la versatilità: alimenti caldi o freddi, duri o morbidi , anche di dimensioni consistenti non sono un problema, lo svantaggio semmai, oltre ai consumi importanti, che alla fine non sono un grande problema dato che lo si usa solo per qualche minuto, quindi al limite bisognerà fare attenzione a non usarlo con altri elettrodomestici energivori per non far scattare il contatore, è la  dimensione del boccale, essendo molto generosa permette di gestire quantità importanti ed evitare di sminuzzare manualmente gli ingredienti, ma se è riempito troppo poco potrebbe non riuscire a fare il suo lavoro, quindi magari siamo costretti ad aumentare le quantità rispetto ad un apparecchio più piccolo.

    Soprattutto fate attenzione a non usare cucchiai di legno o utensili della cucina per smuovere il contenuto all’interno del boccale, data la potenza li triturerebbe nel giro di qualche istante, come detto è davvero potente, ed è il segreto del suo successo: la qualità della lavorazione che sono un motore potente riesce a dare riuscendo ad arrivare a risultati professionali pur con un elettrodomestico casalingo.

    Voi lo conoscevate? Ne avete uno in casa? Fatecelo sapere nei commenti.

  • L’abbattitore domestico

    L’abbattitore domestico

    Dato che da qualche tempo le trasmissioni televisive , i siti e i canali che parlano di cucina vanno di gran moda è diventato normale desiderare di portarsi in casa oltre a particolari ricette e tecniche di cucina anche qualche attrezzo particolare usato dagli chef.

    E sicuramente uno poco comune nelle nostre case ma che vediamo spesso in tv e che potrebbe essere utile nella cucina di un’aspirante chef è l’abbattitore: uno strumento che consente di ridurre le temperature degli alimenti velocemente permettendo di conservare meglio gli alimenti evitando la formazione di batteri, consentendo cotture particolari e permettendo di ridurre i tempi di preparazione di molti cibi, oltre a permetterci di rinfrescare le nostre bottiglie di vino o di birra in tempi molto rapidi.

    La versatilità è tanta, gli ingombri alla fine , a meno di non acquistare prodotti professionali , sono analoghi a quelli di un forno a microonde quindi relativamente facili da piazzare in una cucina casalinga, a meno di non avere spazi particolarmente risicati: magari se siamo appassionati di cucina vale la pena dedicargli uno spazio se stiamo rinnovando l’arredamento.

    L’unico difetto al momento è il prezzo, dato che si tratta di un prodotto di nicchia difficilmente si scende sotto i 1000 euro per un prodotto casalingo decente, mentre per uno professionale si spende tranquillamente anche 3 o 4 volte tanto, quindi probabilmente non è per tutte le tasche, ma cosi come è avvenuto per altri elettrodomestici col tempo i prezzi sono destinati a scendere e nel giro di qualche anno è probabile che possa diventare alla portata di tutti, un pò come è stato,  per fare un esempio, per i microonde, che appena arrivati sul mercato costavano l’equivalente di alcune migliaia di euro, mentre ora se ne trovano anche con meno di 50 euro…

    Indispensabile per il sushi dato che è obbligatorio abbattere il pesce crudo per evitare la formazione del pericoloso batterio anisakis, è molto utile per la pasticceria specie per gelato, meringhe e cioccolato, permette il surgelamento rapido mantenendo le caratteristiche organolettiche dei cibi senza alterarne  le caratteristiche, permette di portare rapidamente, tipicamente non più di 90 minuti, un cibo caldo a 90 gradi alla temperatura di 3 gradi permettendo la conservazione senza la formazione di batteri.

    Infatti uno dei suoi più grandi pregi è che surgela e non congela come fa il freezer: si tratta di due operazioni distinte: surgelando si ha una temperatura più fredda (-18 gradi) raggiunta in tempi più brevi creando dei cristalli di ghiaccio molto più piccoli e questo consente di mantenere i nutrienti e le caratteristiche organolettiche che invece si vanno a perdere scongelando un alimento, oltre a consentire una maggiore durata degli alimenti rispetto alla congelazione tradizionale

    Inoltre l’abbattitore scongela rapidamente senza alterare il cibo, permettendo uno scongelamento controllato, combinando lo scongelamento che si ottiene lentamente in frigorifero a +4°C, con la velocità di sistemi come microonde o acqua bollente che però rovinano i cibi, con la comodità di potere programmare un timer e/o con una cottura lenta al termine dello scongelamento, cosa che tralaltro può essere comoda anche nel senso inverso, ad esempio per surgelare automaticamente al termine di una cottura lenta o una volta abbattuta la temperatura dei cibi.

    Può mantenere la temperatura costante per permettere particolari lavorazioni (esempio cioccolato o il gelato) , per gestire la lievitazione, oppure realizzare una cottura lenta a bassa temperatura o ancora rigenerare un cibo quindi portarlo dai +3 gradi ai +65 mantenendolo alla temperatura costante in attesa di essere consumato.

    Una funzione molto comoda è quella di raffreddare le bottiglie: se ci siamo dimenticati di mettere in fresco la nostra bottiglia di vino o di birra potremmo raffreddarla in pochi minuti (tipicamente di 1 grado al minuto) salvando la nostra cena e facendo un figurone con gli ospiti potendo gustare al momento quella bottiglia che ci hanno portato per la cena

    Voi conoscevate questo elettrodomestico? Pensavate di comprarlo? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, e come al solito se possibile vi risponderemo.

  • Arrivano le nuove etichette energetiche

    Arrivano le nuove etichette energetiche

    Quando dobbiamo scegliere un nuovo elettrodomestico confrontandolo con altri simili siamo abituati a farlo tramite l’etichetta energetica presente sui vari prodotti dal lontano 1996.

    Questa etichetta assegnava, per quanto riguarda il consumo di energia e di acqua delle classi colorate da D ad A+++ all’efficienza del prodotto, con D la peggiore e A+++ la migliore, con dei colori che andavano dal rosso delle condizioni peggiori al verde di quelle migliori.

    Nuova etichetta energetica

    Dal 1 marzo 2021 è entrata in funzione una nuova versione aggiornata dell’etichetta energetica, che sostituisce quella che siamo abituati a conoscere e che introduce una classificazione aggiornata con nuovi valori che all’inizio potrebbe confonderci le idee, dato che cambiando i parametri le nuove non potranno essere confrontabili con le vecchie.

    Dato che dal momento della sua introduzione nel 1996 le caratteristiche dei prodotti sono migliorate sensibilmente, è stato necessario nel corso degli anni aggiungere dei valori oltre alla classe A, all’epoca la migliore, aggiungendo dei + per differenziare quei prodotti che essendo più efficienti superavano le  caratteristiche della classe A, arrivando fino alla classe A+++.

    E ora dopo 25 anni non potendo aggiungere dei + all’infinito si è deciso di fare un po’ di pulizia,  stabilendo delle nuove fascie  che ora vanno dalla G alla A, eliminando i + ma soprattutto con dei nuovi valori più stringenti per rientrare nelle varie fasce, lasciando il  modo che i produttori abbiano il margine e lo stimolo per migliorare i propri prodotti, e lasciando libere per il momento le fascie più elevate per prodotti migliori di quelli attualmente in commercio.

    Infatti la classe migliore della vecchia etichetta, la A+++ corrisponderà nei migliore dei casi alla fascia B delle nuove etichette, lasciando la A per quei prodotti che supereranno abbondantemente gli attuali standard, e assegnando le altre fasce  a scalare verso in basso,  questo significa che lo stesso prodotto che prima aveva una pur diginitosa fascia A che nell’etichetta precedente , ora è retrocesso nelle fascie più scarse,  magari in fascia D o E a seconda dei casi

    Vecchia etichetta

    Non allarmatevi quindi se vedrete degli elettrodomestici etichettati con una fascia poco felice: sono soltanto cambiati i parametri di riferimento, cosi come variano anche nelle indicazioni dei parametri presenti nelle etichette: ad esempio per i consumi di acqua ed energia non ci riferirà per quanto possibile all’uso annuo, ma rispettivamente al valore di un singolo ciclo e al consumo di 100 cicli in modalità eco , quella di maggiore efficienza.

    Sarà introdotta una scala sempre con delle lettere da A a D anche per la rumorosità e sarà presente un QR code che se inquadrato con il nostro smartphone ci permetterà di consultare una scheda tecnica più approfondita presente in rete sul database europeo EPREL

    In realtà in una prima fase la nuova etichetta sarà obbligatoria per alcune categorie di elettrodomestici come lavatrici, lavasciuga, frigoriferi e lavastoviglie, oltre a display come tv e monitor, posticipando l’obbligo al settembre 2021 per le lampade e al 2022 per asciugatrici , forni e cappe

    In contemporanea all’entrata in vigore delle nuove etichette si aggiungono delle direttive europee sull’ecocompatibilità dei prodotti che fissano paletti più stringenti per la progettazione, i consumi, il riciclo, la riparabilità e la disponibilità dei ricambi che dovrebbero garantire maggiore sostenibilità degli elettrodomestici, garantendo minori consumi e maggiore durata dei nostri apparecchi.

    E c’è da dire che l’argomento è molto sentito visto che il tema dell’obsolescenza programmata è una realtà importante in questo categoria di prodotti, soprattutto nei prodotti più economici, che spesso hanno una durata di vita progettata in fabbrica di modo che si guastino o perdano efficienza dopo un periodo prestabilito, tipicamente 5 anni dall’acquisto, e che debbano quindi venire essere sostituiti, dato che diventa antieconomico ripararli, vuoi per i costi rispetto alla sostituzione e vuoi per la indisponibilità di pezzi di ricambio creando danni sia alle tasche del consumatore che all’ambiente, dato che sia lo smaltimento che la produzione di un sostituto è fonte di inquinamento.

    Sulla carta tutto questo dovrebbe migliorare anche se a costo di un po’ di confusione nei confronti, almeno nel primo periodo. Voi utilizzate le etichette energetiche? Eravate al corrente della novità? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, e come al solito se possibile vi aiuteremo.

  • Gli elettrodomestici non sono più italiani

    Gli elettrodomestici non sono più italiani

    Facendo un giro nei magazzini di elettrodomestici vedrete che trovare un’elettrodomestico  italiano è diventata una rarità: se prima le aziende italiane erano quelle più presenti nei negozi specializzati, e a parte qualche prodotto tedesco di alta gamma praticamente tutte le lavatrici, i frigoriferi , le lavastoviglie o le cucine erano di produzione nazionale ora non è più cosi.

    Se da una parte il mercato è invaso di prodotti turchi (Beko, Telefunken), e cinesi (Haier, Hisense, Midea ,etc.), magari sotto le mentite spoglie di un vecchio marchio caduto in disuso e utilizzato su licenza come succede coi televisori, anche quasi tutti gli storici produttori italiani sono finiti tutti in mano straniere: come l’ex gruppo Zanussi acquistato dalla svedese Electrolux , il gruppo Indesit rilevato dalla americana Whirpool o come Candy rilevato dalla cinese Haier , e anche nella fascia alta troviamo più facilmente prodotti coreani (Samsung, Lg) , americani (Whirpool) o tedeschi (Bosch, Miele) anziché italiani

    Questo non vuol dire però che i prodotti italiani non ci siano, a parte qualche gruppo più piccolo restato indipendente, anche alcune delle case che hanno inglobato gli storici gruppi italiani hanno mantenuto alcuni stabilimenti, quindi qualcosa di fatto nella nostra  terra lo si trova ancora, anche se dipende dai prodotti, soprattutto le linee più economiche è più probabile che vengano prodotte nell’est Europa, in Cina o in Turchia anche se hanno sulla scocca uno storico marchio italiano, cosi come alcuni prodotti delle fasce più costose di alcuni marchi stranieri facenti parte dello stesso gruppo industriale è possibile che vengano prodotti dagli stabilimenti italiani.

    Poi ovviamente la qualità dipende da come viene ideato e prodotto quel bene, non dall’ubicazione dello stabilimento, dato che anche quando gli stessi gruppi erano in mani italiane producevano anche all’estero.

    Quello che però fa strano è l’essere passati nel giro di una ventina d’anni da paese leader nel settore degli elettrodomestici che li esportava in tutto il mondo a essere diventati una colonia invasa da prodotti stranieri dove non abbiamo più nemmeno un produttore nostrano di rilevo, almeno sui grandi elettrodomestici.

    Giusto qualche azienda di componentistica italiana rimane attiva con una certa importanza, ma come tutte le aziende dell’indotto le produzioni seguono la sorte degli stabilimenti che vanno a fornire: se le lavatrici vengono prodotte in Cina o in Turchia anche chi fa manopole o guarnizioni è probabile che sposti la produzione nei pressi degli stabilimenti dei propri clienti.

    E’ un lento declino , figlio della globalizzazione , purtoppo non dipende da noi, ma una cosa la possiamo fare: quando acquistiamo uno di questi prodotti cerchiamo, compatibilmente col nostro budget e le nostre esigenze, di sceglierne uno fatto in italia in modo da non ammazzare completamente questa industria e far chiudere anche quei pochi stabilimenti rimasti nel bel paese.

    Voi avete in casa degli elettrodomestici italiani o stranieri? Avete mai fatto caso al paese di produzione sull’etichetta? Scrivetecelo nei commenti cosi come se avete dei dubbi o delle curiosità.