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  • Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Quando si deve valutare che tipologia di automobile scegliere, spesso ci si affida a schede tecniche, dimensioni, caratteristiche, prezzo, tipo di alimentazione, ma si soprassiede su alcuni dettagli che possono incidere sul costo di possesso della macchina.

    Infatti generalmente valutiamo il prezzo di acquisto, gli eventuali incentivi, i consumi, la formula finanziaria con la quale acquistarla o noleggiarla, ma difficilmente penseremo al costo delle riparazioni o del valore alla rivendita a fine vita.

    E se la scelta verte su auto elettriche o ibride , dotate di costose batterie, le spese possono essere ingenti rispetto a quelle che avremmo con auto termiche.

    electric cars charging on stations

    Infatti le batterie di trazione delle auto ibride ed elettriche sono componenti parecchio costose e generalmente non riparabili, almeno ufficialmente. Questo significa che qualora necessitasse una sostituzione il costo della riparazione potrebbe superare il valore della macchina, costringendoci magari alla rottamazione di una macchina recente, con buona pace dell’ambiente, perché non economicamente conveniente.

    E se è vero che la batteria non si guasta spesso, quindi potrebbe essere un rischio accettabile da correre, quelli che possono capitare sono gli incidenti stradali, che potrebbero coinvolgere la batteria.

    E la cosa diventa importante quando ci sono di mezzo le assicurazioni, infatti le procedure delle case impongono il cambio delle batterie di trazione in caso di incidenti gravi, anche se le batterie non sono state coinvolte nell’urto. E il problema è la definizione di incidente grave che potrebbe differire tra quello che intende la casa madre e quello che l’assicurazione risarcisce.

    Infatti alcune case ritengono grave, con annessa sostituzione delle batterie di trazione, un incidente che faccia scoppiare gli airbag indipendemente dal fatto che le batterie siano state coinvolte, in modo da tutelarsi contro possibili malfunzionamenti dopo la riparazione.

    man fixing vehicle engine

    Ma le assicurazioni generalmente pagano sino al valore dell’auto, quindi se la macchina vale 15.000 euro e la sola sostituzione delle batterie costa 30.000 l’assicurazione liquiderá il valore dell’auto usata, lasciandoci nei problemi anche se la colpa dell’incidente è dell’altro veicolo.

    Proprio per la presenza di batterie, componentistica elettronica sofisticata e l’obbligo di corsi di formazione e patentini per poter intervenire la riparazione delle auto elettriche é piú costosa, e il rischio della sostituzione delle batterie che rende antieconomiche alcune riparazioni fá si che il valore dell’usato sia relativamente basso, cosa che accentua il problema del costo di liquidazione dei danni da parte delle assicurazioni.

    Inoltre il valore del pacco batterie le rende particolarmente appetibili per i ladri, infatti molti proprietari di auto elettriche o ibride si sono trovati la macchina aperta per smontare il pacco batterie con costi abnormi per il ripristino, oltre a tempi di attesa importanti dato che si tratta di ricambi non sempre reperibili con facilitá.

    Questo porta alla necessitá di dotarsi di polizze contro il furto e che contemplino anche il furto della batteria, pena rischiare di doversi accollare la spesa in caso ci venisse rubata o peggio di dover rottamare la macchina dopo il furto in quanto potrebbe rivelarsi antieconomica sostituirla.

    white car charging

    Alla fine si tratta di eventi sfortunati che capiteranno statisticamente a pochi, ma che potrebbero diventare particolarmente importanti per il nostro portafoglio, specie se stiamo ancora pagando le rate della macchina e siamo costretti a doverne ricomprare un’altra a seguito di questi eventi, e nonostante la colpa non sia la nostra.

    Voi cosa ne pensate? Avete messo in conto anche questa eventualitá nella scelta della macchina?

  • Comprare un auto diventa sempre piú difficile

    Comprare un auto diventa sempre piú difficile

    Chi ha necessità di cambiare auto se ne è accorto facendo qualche giro per siti, concessionari e rivenditori di auto: i prezzi delle autovetture sono aumentati considerevolmente, rendendo problematico l’acquisto anche di una modesta utilitaria.

    Infatti negli ultimi 5/7 anni i prezzi delle vetture, vuoi per crisi varie, vuoi per le nuove normative per sicurezza e inquinamento, vuoi per nuovi dazi e tasse, vuoi per certe dotazioni divenute obbligatorie , vuoi spingere l’acquisto delle auto elettriche sono pressoché raddoppiati, e la piccola utilitaria che mediamente costava intorno ai 10-12.000 euro ora ne costa almeno 20.000 che aumentano anche considerevolmente se si scelgono versioni con qualche optional non compreso nella base.

    black coupes

    E lo stesso vale per vetture di categorie superiore dove la classica berlina media o il piccolo suv che si portava a casa tranquillamente per meno di 20.000 euro si fa fatica a pagarlo meno di 35.000, per non parlare di mezzi piú grandi o lussuosi dove ormai facilmente si arriva a prezzi a 6 cifre.

    E ovviamente se il prezzo del nuovo sale anche quello dell’usato si comporta di conseguenza, con vetture che avremmo definito rottami invendibili, con parecchi anni o chilometri sulle spalle venduti al prezzo delle vetture aziendali o seminuove di qualche anno fa, e con usati decenti che rischiano di essere venduti a piú di quanto li aveva acquistati il precedente proprietario.

    row of parked cars at a dealership lot

    E basta vedere gli annunci delle vetture usate per renderci conto che probabilmente non vale neanche la pena imbarcarsi nell’acquisto di una macchina vetusta solo per poter rientrare nel budget, col rischio di dover spendere cifre importanti dal meccanico dopo qualche tempo.

    La soluzione potrebbe essere turarsi il naso e aprire il portafoglio per acquistare una vettura nuova, magari di classe inferiore per spendere meno, ma anche lì le cose non sono tutte rose e fiori soprattutto se si cerca di risparmiare qualcosa.

    modern cars in auto salon

    Infatti coi prezzi alle stelle si deve necessariamente trovare qualche modo per risparmiare: ad esempio rinunciare a qualche optional, scendere di categoria o comprare un prodotto di un marchio meno costoso, come alcuni marchi low cost o di origine cinese.

    Oppure ancora rincorrere le promozioni, girando per concessionari alla ricerca del prezzo migliore, ma anche qui quelle poche disponibili hanno ormai delle condizioni capestro, dato che sono vincolate sempre a finanziamenti obbligatori dai tassi di interesse particolarmente esosi e spesso alla rottamazione o alla permuta di una macchina usata.

    a white sports utility vehicle on the brick road

    E pure il finanziamento obbligatorio necessario per accedere allo sconto che porta il prezzo di listino a valori piú accettabili, generalmente non è un normale finanziamento con un anticipo e un certo numero di rate, dopo il quale si diventa proprietari dell’auto, ma delle formule a valore futuro garantito, dove si versa un anticipo piú o meno sostanzioso, magari dando in permuta la propria automobile, delle piccole rate per qualche anno terminate le quali si puó decidere se pagare una maxi rata per estinguere il debito o rendere la macchina, magari per sostituirla con una nuova attivando un nuovo finanziamento.

    Ovviamente renderla significa aver buttato i propri soldi, dato che usare per  2 o 3 anni la macchina ci sará costato circa la metá del prezzo di listino, quindi si è portati o a riscattarla pagando l’altra metá: probabilmente dovendo accendere un nuovo finanziamento perché potremmo non avere a disposizione quella somma o a finire comunque nelle grinfie del concessionario per l’acquisto di una nuova auto: in pratica comprare un’auto a prezzo scontato significa rischiare di dover fare 2 finanziamenti e pure a tassi sfavorevoli che probabilmente eroderanno tutto o buona parte dello sconto sul prezzo di listino che ci è stato accordato.

    man driving the red vehicle

    Comprare un auto diventa quindi una faccenda parecchio costosa, che sarebbe preferibile evitare, a meno di necessità, valutando magari di tenere o riparare la propria anziché imbarcarsi in finanziamenti e costi sempre meno sostenibili. 

    Voi cosa ne pensate? Preferite un usato a prezzi rincarati o comunque mettere delle rate e acquistare una vettura nuova?

  • E’ il momento di investire in bitcoin?

    E’ il momento di investire in bitcoin?

    Parlando di investimenti, a seconda dei periodi e del valore che riescono a raggiungere le criptovalute come il bitcoin diventano argomento di interesse, spingendo nuovi investitori ad avvicinarsi a questi strumenti.

    Purtroppo come spesso succede con gli strumenti finanziari quando uno strumento diventa di pubblico dominio potrebbe essere già tardi, e col bitcoin che ha toccato i 100.000 dollari il rischio che possa ritracciare é alto, ma è pure vero che la ricerca di beni rifugio e un’amministrazione americana favorevole alle valute digitali potrebbe anche spingere il valore anche piú in alto nel futuro.

    Tutto sta nel capire se si puó fidare e se il momento è ancora buono per comprare o se é giá il tempo di vendere, come si farebbe nel mercato azionario in tempi di euforia.

    ripple etehereum and bitcoin and micro sdhc card

    Il problema è che le criptovalute a differenza di altri strumenti finanziari piú tradizionali sono molto piú volatili e la possibilitá che il valore possa crollare da un momento all’altro , magari per riprendersi almeno in parte dopo qualche tempo, non è così improbabile, quindi diventa essenziale conoscere molto bene il mercato e soprattutto sapere esattamente quando comprare e quando vendere.

    Infatti con un investimento tradizionale i tempi necessari a recepire i trend del mercato sono piú rilassati anche a causa dei tempi tecnici richiesti dal mercato, mentre con le criptovalute lavorando in tempo reale vendere un asset alle 2 del mattino anziché alle 10 potrebbe fare una differenza essenziale per il proprio portafoglio.

    Purtroppo basta un problema ad un exchange o una nuova legge da qualche parte del mondo ed il valore potrebbe schizzare immediatamente verso l’alto o verso il basso, quindi è necessaria una competenza specifica che magari manca ad un investitore più tradizionale.

    close up shot of silver and gold round coins

    Inoltre diventa essenziale essere capaci di capire eventuali bolle speculative e stare alla larga dalle cosiddette shitcoin, quelle nuove valute che promettono all’inizio grandi guadagni ma che potrebbero scomparire da un momento all’altro, lasciando gli investitori con un cumulo di carta straccia.

    Bisogna ricordarsi che nonostante la decentralizzazione, la maggior parte delle valute virtuale non hanno alle spalle la garanzia di uno stato o di un ente riconosciuto globalmente, quindi nonostante i guadagni promettenti i rischi sono sicuramente elevati.

    Pertanto diventano interessanti in una strategia di diversificazione, dove puó essere un idea dedicargli una piccola fetta dei nostri investimenti, magari da allargare solo quando ci saremmo fatti una conoscenza approfondita dello strumento e soprattutto senza renderlo l’unico asset del nostro mix finanziario.

    selective focus of a bitcoin on laptop computer

    Ma sicuramente vale la pena informarsi e valutarlo, magari investendo una cifra piccolissima che potremmo permetterci di perdere come fosse una scommessa sportiva, e magari utilizzare dei simulatori di investimento che ci consentono di fingere l’investimento senza usare denaro reale prima di buttarsi nell’investimento con soldi veri.

  • Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Chi sta valutando l’acquisto di una nuova auto ha sicuramente preso in considerazione quelle dotate di un motore elettrico, magari per usufruire di incentivi all’acquisto, ma ne vale veramente la pena?

    Sicuramente una cosa da prendere in considerazione nella scelta é l’uso che faremo della macchina dato che la modalitá di utilizzo della macchina possono rendere la scelta poco raccomandabile, così come la disponibilitá di un garage o di una colonnina per la ricarica nei pressi dei luoghi che frequentiamo abitualmente.

    Infatti il problema piú grande delle auto elettriche è la ricarica, che per quanto possano esserci dei sistemi di ricarica veloce è sempre parecchio piú lenta di una corrispondente soluzione a motore termico, questo significa allungare i tempi dei viaggi a lunga percorrenza e dover ottimizzare i nostri spostamenti in funzione della ricarica dell’auto, sperando di non trovare sorprese alla colonnina di ricarica.

    Inoltre la disponibilità delle colonnine, specie quelle rapide, non è particolarmente capillare cosa che ci potrebbe lasciare a piedi e non farci arrivare a destinazione sulle nostre ruote.

    Se non si ha la possibilità di ricaricare frequentemente, ad esempio nel garage di casa,  e di tenerla sempre sufficientemente carica si rischia di non avere sufficiente autonomia in caso di una situazione di emergenza, e ritrovarsi a non potere utilizzare il veicolo, cosa a cui deve prestare particolare attenzione chi non ha uno stile di vita molto metodico.

    Senza parlare dei costi, non solo della macchina in sé , che grazie all’arrivo di prodotti di provenienza cinese stanno iniziando a diminuire, ma soprattutto quelli delle ricariche alle colonnine, specie quelle veloci: molto spesso si rivelano a parità di chilometraggio meno convenienti rispetto a un diesel.

    white and orange gasoline nozzle

    Chi non ama l’elettrico sostiene che l’inquinamento nel ciclo di vita della macchina a causa della produzione e dello smaltimento delle batterie non è cosí vantaggioso rispetto alle termiche, così come fará presente la difficoltá di spegnimento in caso di incendio spontaneo che ha portato a divieti di utilizzo e di parcheggio , ad esempio in garage interrati o nelle stive di alcune navi, o che i costi delle riparazioni sono particolarmente proibitivi, specie quando riguardano i pacchi batteria.

    Inoltre va messo sul piatto della bilancia che ci stiamo avvicinando verso la fine della tassazione agevolata per le auto elettriche, d’altronde se le elettriche erodono il mercato delle auto termiche i mancati introiti per lo stato verranno scaricati sulle loro sostitute, specie in funzione del futuro divieto di immatricolazione delle auto termiche previsto per il 2035. 

    Tutte queste complicazioni stanno facendo passare di moda l’elettrico, finito l’hype tecnologico spinto dalle innovazioni a cui ci ha abituato Tesla,  che ha dovuto ribassare i prezzi a causa sia della minore richiesta che della concorrenza a basso costo cinese, ha fatto sì che il valore dell’usato non si mantenga stabile nel tempo, obbligando anche gli autonoleggi a sbarazzarsi rapidamente della propria flotta elettrica.

    Qualcuno affascinato dalla tecnologia , e che puó permettersi di perdere l’auto in caso di guasto alla batteria , la cui riparazione costerebbe piú del valore dell’auto, o di incendio potrebbe a breve portarne a casa una usata a prezzo di saldo, ma comprarle da nuove diventa un rischio da ponderare bene anche per il piú sfegatato ambientalista.

    Nonostante sulla carta si vada sul divieto delle auto termiche a partire dal 2035 è probabile , anche a causa del poco gradimento del mercato e di un’infrastruttura elettrica non pronta al momento che la data venga posticipata.

    Nel frattempo a meno di casi particolari, tipo per una seconda vettura usata solo in cittá, se si ha possibilità di ricaricarla con facilità, è meglio tenersi stretto il termico, nonostante gli allettanti incentivi all’acquisto delle auto elettriche.

    Voi cosa ne pensate?

  • Come dare una seconda vita a ció che non utilizziamo piú

    Come dare una seconda vita a ció che non utilizziamo piú

    Spesso quando facciamo i nostri acquisti capita di farci prendere la mano e portare a casa qualcosa che nonostante ci sembri bellissima, useremo molto poco e finirá inutilizzata per mesi per poi finire buttata o nella migliore delle ipotesi donata.

    Ovviamente questo diventa un problema non solo per le nostre tasche ma anche per l’ambiente, perché si è prodotto e si è trasportato qualcosa sfruttato molto poco nel proprio ciclo di vita, ma soprattutto finisce in discarica quasi nuovo non avendo compensato con la propria vita utile l’energia necessaria per produrlo e smaltirlo.

    L’ideale quindi é dare una seconda vita ai prodotti inutilizzati anziché buttarli, vendendo o comprando questi prodotti di seconda mano, che spesso hanno condizioni pari al nuovo e che possono essere un affare sia per chi li compra, dato che spenderá meno che comprarli nuovi, che per chi li vende che puó ricavare qualcosa per un prodotto che non usa dimenticato in un cassetto.

    woman looking at the coin purse from the wooden box

    Ma se un tempo andare per mercatini era una cosa complicata, specie per chi ha qualcosa da vendere, le cose stanno cambiando.

    Infatti vendere un prodotto di seconda mano significava mettere degli annunci o organizzare una bancarella nei mercatini, perdere del tempo per la contrattazione, organizzare la consegna e esporsi al rischio di essere truffati o derubati, cosa che poteva valere la pena se si ha un flusso costante di articoli da vendere, meno se la vendita era sporadica e il ricavato basso. 

    Sono arrivati poi i negozi specializzati in articoli usati che risolvono solo in parte il problema dei venditori, perché se é vero che facilitano le cose, é un servizio che si paga con una percentuale cospicua del ricavato, che gli eventuali sconti per rendere appetibili i prodotti invenduti sono a carico del venditore e soprattutto vengono accettati solo gli articoli che il negozio prevede di vendere con piú facilitá: se si ha qualcosa di particolare, magari di valore spesso o ci si accontenta di svenderlo o si devono trovare metodi alternativi.

    Ma come detto i tempi sono cambiati e cosi come si compra online, si puó vendere i nostri prodotti usati con delle apposite piattaforme che mettono in contatto venditori e acquirenti, non solo alle piccole distanze di una consegna a mano, ma potenzialmente in tutto il mondo, risolvendo anche uno dei problemi piú grandi: le spedizioni.

    Infatti se si vende un prodotto usato, spedirlo, specie se voluminoso o pesante potrebbe costare piú del suo valore rendendo non conveniente la vendita rispetto al nuovo, quindi a meno che non si tratti di qualcosa di raro e introvabile difficilmente avrebbe mercato, ma se la spedizione ha un prezzo calmierato grazie alla convenzione delle piattaforme con dei corrieri, la cosa diventa sostenibile.

    Inoltre queste piattaforme, a volte pagando una piccola commissione, possono fare da garante tra venditore e compratore assicurando che il compratore riceva esattamente quanto pattuito , funzionante e in buono stato e che il venditore riceva i suoi soldi , al valore di mercato e senza essere truffato.

    Utilizzando delle app inoltre tutto il processo di inserzione, gestione del contatti e delle spedizioni avviene in maniera molto facile e rapida, cosi come la risoluzione di eventuali controversie mediate dalla piattaforma.

    Tralaltro dai siti di annunci online che si sono evoluti nel tempo come Ebay o Subito, sono nate delle piattaforme basate su app come VintedWallapop o il marketplace di Facebook cosi come dei siti specializzati su alcune nicchie come ad esempio Cakawiki per gli articoli da collezione, Chrono24 e Watchfinder per gli orologi, Discogs per la musica, Vinted e Vestiare Collective per l’abbigliamento, Autoscout24 per i veicoli, Buycicle e Bikeen per le biciclette, Etsy per gli articoli artigianali, Libraccio e Abebooks per i libri, Webuy per l’elettronica etc.

    Tralaltro usare un app specializzata rende piú facile trovare un prodotto specifico, vendere o comprare un prodotto di nicchia e soprattutto ricavare un valore di mercato, cosa che in un marketplace non specializzato potrebbe non accadere, con il rischio di finire per svendere o di non riuscire a trovare compratori perché non viene percepito il valore.

    woman and man standing beside piles of books

    Insomma anche il prodotto che non usiamo ha una seconda vita, un suo valore ma soprattutto diventa un modo molto piú sostenibile di fare acquisti.

    Voi conoscevate queste piattaforme, ne avete altre da segnalare?

  • Anche le auto ferme devono pagare l’assicurazione

    Anche le auto ferme devono pagare l’assicurazione

    Chi ha piú di un veicolo, come una moto o un’automobile che affianca a quella usata tutti i giorni, ad esempio una macchina d’epoca, una moto o una macchina sportiva, come la classica decapottabile che usa saltuariamente, sa di dover sostenere delle spese indipendentemente dal fatto che venga usata o meno. 

    Ad esempio il bollo é dovuto anche se la macchina o la moto non circolano, dato che si tratta di una tassa di possesso, a meno che non si tratti di un veicolo con piú di 30 anni, mentre sino a poco tempo fá l’assicurazione non era dovuta se il veicolo non circolava su strada.

    red and white vintage car parked in front of blue and white food stall

    Infatti a meno che non la si parcheggiasse per strada dove in linea teorica potrebbe causare dei danni anche se non circola effettivamente, se la si teneva ferma in garage o in un area privata o se la si usava solo dentro una proprietá privata , ad esempio solo in pista, senza uscire nella strada pubblica non si era tenuti a pagare l’assicurazione.

    Purtoppo peró le cose sono cambiate recentemente in seguito al recepimento di una direttiva europea che impone che qualsiasi mezzo debba essere assicurato anche se non circola per strada, con poche deroghe a questo obbligo, cosa che potrebbe pesare particolarmente per le tasche di collezionisti di vecchi rottami, che probabilmente valgono meno del premio annuale richiesto dalle assicurazioni.

    woman in yellow shirt driving a silver car

    Infatti a meno che il veicolo non sia stato radiato, sottoposto a fermo amministrativo o non idoneo alla circolazione in quanto mancante di parti importanti come ad esempio il motore,  dovrà pagare comunque l’assicurazione.

    Una parziale scappatoia é data dalla sospensione dell’assicurazione, che ora viene normata e che comunque deve essere mantenuta attiva per almeno 2 mesi l’anno, o un mese per i veicoli storici, e che ora prevede una multa maggiorata per chi circolasse su strada con assicurazione sospesa.

    Si tratta di uno strumento conosciuto da chi usa saltuariamente il mezzo, che usandolo solo qualche mese all’anno per risparmiare ha la possibilitá di sospendere la polizza per riattivarla nei mesi di interesse, allungando la validitá della propria polizza : se ad esempio usiamo la macchina solo d’estate per 3 mesi , la nostra polizza annuale potrebbe avere la sua durata diluita a quasi 4 anni.

    white and black bobber bike

    Non tutte le assicurazioni permettono questa possibilitá, certe limitano il numero o il periodo di sospensione ed alcune richiedono un costo amministrativo quando si blocca o si riattiva la polizza, ma comunque sempre molto meno che dover pagare per intero l’assicurazione si una vettura che sta per mesi ferma.

    L’alternativa possono essere le assicurazioni a consumo, di cui vi parlavamo in un articolo precedente, dove si paga il premio in base ai chilometri percorsi, anche se comunque viene addebitato un chilometraggio minimo che potrebbe renderle non convenienti nei confronti di qualche agevolazione assicurativa dedicata a veicoli storici o membri di club , federazioni o scuderie motoristiche riservate agli associati.

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    Quindi il tenere in garage dei mezzi vecchi, usati poco per via dell’etá o della necessitá di manutenzione, magari appartenuti ad un parente o di scarso valore potrebbe costarci molto salato, in aggiunta all’eventuale affitto degli spazi e della regolare manutenzione che comunque deve essere fatta per mantenere il mezzo in efficienza.

    Ovviamente questo porterá molti collezionisti a liberarsi dei mezzi meno utilizzati con un deprezzamento del valore dei mezzi in virtú della maggiore offerta sul mercato, cosa che potrebbe avvantaggiare chi deve comprare, ma che creerá dei danni a chi deve o aveva in mente di vendere.

    yellow vespa parked in park

    Tralaltro questa normativa si estende anche a delle tipologie di veicolo che prima non erano interessate dalle assicurazioni, come i rimorchi o i mezzi di locomozione elettrici come monopattini, segway e simili che vengono assimilati ai fini assicurativi a quanto in vigore per automobili e motocicli.

    Purtoppo si tratta dell’ennesimo colpo nei confronti della mobilitá personale, e tra normative ambientali , costi di acquisto e mantenimento dei veicoli saliti alle stelle, spese di  parcheggio e ingresso nei centri cittadini, nuovi e sempre piú stringenti obblighi di legge diventa sempre piú complesso potersi muovere con un proprio mezzo proprio in autonomia, senza doverlo noleggiare o utilizzare un mezzo pubblico con orari e costi non sempre convenienti per le proprie necessitá.

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    Voi ne eravate al corrente? Vi disferete di qualche mezzo o pagherete comunque l’assicurazione per un mezzo fermo? Avete qualcosa da aggiungere, qualche dubbio, domanda o curiositá? Scrivetelo nei commenti!

  • Sono i ricambi il problema delle auto cinesi?

    Sono i ricambi il problema delle auto cinesi?

    Se avete avuto l’idea o la necessitá di cambiare auto ve ne sarete accorti: le auto rispetto solo a pochi anni fá costano decisamente di piú, e se prima del covid con 20.000 euro vi portavate a casa un macchinone, ora con la stessa cifra fate difficoltá ad acquistare un’utilitaria.

    Questo perché le normative sull’inquinamento hanno di fatto creato una tassa occulta su ogni auto venduta con il risultato che la stessa auto costi alcune migliaia di euro in piú, che se possono essere piú facilmente spalmabili in auto dal costo importante, su una macchina economica, dove i guadagni per le case sono sempre stati esigui significa arrivare alla decisione , giá presa da molte case, di non vendere piú automobili piccole perché non convenienti: se il consumatore, deve spendere 30.000 euro per un’utilitaria per la stessa cifra preferirá una macchina piú grande, che paradossalmente consuma ed inquina di piú.

    E entrando in una concessionaria di marchi storicamente alla portata di tutti vedere esposte quasi tutte le auto a prezzi superiori ai 40-50.000 euro ci lascerá quantomeno esterefatti facendoci pensare a delle alternative.

    E visto che di macchine piú piccole ormai praticamente non se ne trovano, almeno a prezzi umani, le alternative sono due: o si punta su marchi super economici o sull’usato.

    Ma anche i prezzi dell’usato sono aumentati parecchio, rendendo la scelta meno conveniente, in quanto risentono degli aumenti dei prezzi di listino del nuovo e delle difficoltà di consegna di molte auto, con tempi di attesa estenuanti che solo recentemente stanno iniziando a tornare alla normalità.

    Pertanto pensare a quei marchi sconosciuti, spesso di origine cinese, che fanno capolino nelle pubblicitá, venduti a prezzo di affare, dove a meno del prezzo di un’utilitaria si porta a casa un suv moderno con tutte le tecnologie che vanno di moda sicuramente diventano un’opzione da considerare. Ma è tutto oro quello che luccica?

    Beh c’è da dire che già solo rispetto a qualche anno fa queste auto sono migliorate sia nella qualità che nelle prestazioni, e seppur vero che in qualche caso bisogna fare qualche rinuncia, il risparmio rispetto ad un’automobile europea fa passare in secondo piano qualche piccola mancanza. 

    Spesso poi anche la garanzia che viene offerta da questi marchi è superiore a quella di case piú blasonate, indice che cura costruttiva e qualità sono quantomeno adeguate, altrimenti andrebbero in perdita riparando in garanzia le automobili.

    Quello dove peccano peró questi modelli sono nella reperibilitá dei ricambi, esistono casi di auto ferme anche un anno e mezzo in attesa dei pezzi di ricambio, e questo significa nel migliore dei casi andare in giro con una macchina non perfetta in attesa della risoluzione del problema, o altrimenti avere la macchina ferma in officina con seri problemi per la nostra mobilitá.

    Il problema è più evidente con quelle auto importate da un distributore europeo che rimarchia col proprio nome auto di origine cinese: approviggionandosi da diversi produttori e avendo tanti modelli a listino è difficile tenere un magazzino ricambi fornito di tutti i pezzi per tutte le auto trattate e se per sfortuna a noi serve un pezzo non disponibile nel magazzino europeo, ordinarlo dal paese di origine richiede mesi. 

    Se si è fortunati si puó tentare di trovare il pezzo da un’altra casa perché condiviso con altre auto o perché banalmente un altro distributore rimarchia con il proprio nome la stessa auto cinese, ma se si tratta di un pezzo modificato appositamente per il distributore o per il mercato europeo non potremmo neanche tentare di acquistarlo direttamente dalla Cina, e quindi dover attendere necessariamente i tempi dell’importatore ufficiale.

    Inoltre c’è da considerare che in Cina i marchi di automobili sono oltre 300, e che i distributori europei che trattano auto cinesi sono tantissimi e molti vista la richiesta tanti si stanno affacciando a questo mercato: ció significa che dopo un primo boom iniziale tanti scompariranno o si fonderanno tra di loro e se abbiamo la sfortuna di aver acquistato la macchina di un brand destinato a morire,  reperire i ricambi, soprattutto dopo alcuni anni dall’acquisto,  potrebbe diventare impossibile, con il paradosso di dover rottamare un’auto potenzialmente ancora valida perché non si trova un pezzo di ricambio da pochi euro.

    Questo non significa evitare di acquistare auto cinesi, dato che generalmente sono comunque buoni prodotti e proposti a prezzi piú che interessanti, ma di informarsi sulle case produttrici e scegliere magari prodotti di quelle piú solide e importanti e che magari abbiano un’importazione diretta e non passino da un piccolo distributore che potrebbe fallire da un momento all’altro se sbaglia il modello da importare.

    Succede come il mercato dell’elettronica dove i supermercati sono pieni di televisori o piccoli elettrodomestici venduti a basso prezzo con marchi di fantasia o con nomi storici riesumati da un distributore locale che fa marchiare prodotti economici di origine orientale, finché siete nel periodo di garanzia in caso di problemi ve lo sostituiscono con uno nuovo, ma dopo trovare anche un semplice ricambio diventa un’impresa tanto che spesso in caso di problemi fuori garanzia finiscono rottamati, ma se la cosa puó essere tollerata con prodotti del valore di qualche decina di euro, la cosa non ha senso per le automobili che per quanto siano economiche costano svariate migliaia di euro.

    Pertanto va fatta attenzione nell’acquisto , informandosi bene sulla reperibilitá dei ricambi ed eventualmente sulla compatibilitá con modelli di altre case per evitare problemi o grosse attese magari anche per un piccolo problema di routine, ad esempio in seguito a un piccolo incidente stradale, che vi puó costringere a stare senza macchina per diversi mesi.

    Voi avete valutato l’acquisto di queste macchine? Ne avete una, o preferite comunque altre soluzioni? Avete domande, curiositá o qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • I telefoni ricondizionati convengono davvero?

    I telefoni ricondizionati convengono davvero?

    Quando dobbiamo cambiare telefono ci sará sicuramente venuto in mente la possibilitá di acquistarne uno ricondizionato, magari attirati dai prezzi di alcuni siti specializzati che promettono sconti sostanziosi rispetto ai prezzi del nuovo.

    Si tratta in genere di telefoni, piú o meno recenti che vengono riacquistati da dei centri specializzati  da utenti che li vogliono cambiare, o da aziende che li avevano in leasing o a noleggio. Questi centri li ricontrollano tecnicamente, sostituiscono le parti eventualmente usurate come batteria, scocca o display e ce li vendono rimessi a nuovo con una loro garanzia che ci permette di avere in mano un telefono tecnicamente pari al nuovo.

    A seconda poi dello stato estetico del telefono, quindi piú o meno graffiato ci sono dei gradi che ne determinano il prezzo: ovviamente un telefono immacolato costerá piú di uno con qualche graffio, ma se non facciamo caso a un graffietto riusciamo a risparmiare anche qualche centinaio di euro extra.

    Ma ne vale la pena rispetto a un telefono nuovo? Non esiste una risposta univoca, perché dipende dalle nostre esigenze e dal budget che abbiamo a disposizione, oltre che dalla tipologia di telefono

    Infatti esista una bella differenza tra un telefono di alta gamma come un iphone e un modello economico con Android. Un telefono economico tendenzialmente invecchia piú velocemente, in quanto nasce già dalla fabbrica con prestazioni limitate quindi comprarne uno con qualche anno alle spalle significa rischiare di non avere un prodotto al passo coi tempi e soprattutto senza aggiornamenti. Un telefono piú costoso che ha un prezzo di listino piú alto tendenzialmente è pensato per durare di piú, quindi sia i materiali sono piú duraturi, sia aumenta la possibilitá che vengano rilasciati aggiornamenti per attivare le ultime funzionalitá anche a qualche anno dal rilascio.

    Infatti se non abbiamo dubbi che un ricondizionato sia a posto di schermo o batteria, in quanto rimesso a nuovo da chi ce lo vende, il problema potrebbe nascere dal produttore che dopo qualche tempo dal lancio smette di aggiornare prodotti che a livello hardware sarebbero perfettamente al passo coi tempi per favorire la vendita dei nuovi modelli, col rischio di trovarci con un telefono inutilizzabile dopo qualche mese dall’acquisto.

    Il problema si pone sui modelli usciti sul mercato da piú tempo, infatti se é vero che possiamo avere un telefono alla moda, anche perché , se si tratta di iphone esteticamente cambiano poco da una serie all’altra , quindi si riesce a fare sempre una bella figura anche con un telefono di alcuni anni fá, diverso è il suo funzionamento: se ci si limita a telefonare o a scattare qualche foto ogni tanto no problem, ma nell’uso intenso, anche solo coi social avere un telefono di qualche anno si fá sentire.

    E dover rinunciare a certe funzionalità o banalmente trovarsi il telefono che rallenta giorno dopo giorno ci farà venir voglia di cambiarlo prima di un telefono nuovo meno pregiato pagato la stessa cifra.

    Poi ovviamente dipende dal budget a disposizione, se si hanno un paio di biglietti da 100 euro la scelta puó essere tra un vecchio iphone ricondizionato ed un’onesto medio gamma Android nuovo: se col primo si fá piú scena, si dovrá anche mettere in conto che la vita residua sará limitata, quindi è una scelta conveniente solo se non si puó fare a meno di avere un telefono col la mela.

    Se il budget è piú alto prendere un iphone di una, massimo due generazioni prima ci da comunque una vita residua abbastanza lunga, riuscendo a portarcelo a casa a un prezzo piú umano, e  si ha un telefono ancora godibile, senza spendere i quasi 2000 euro dell’attuale top di gamma

    Il rovescio della medaglia é che comunque anche avendolo pagato a metá prezzo, abbiamo dovuto sborsare una cifra considerevole, mitigata solo dal fatto che comunque avremo un minimo di valore residuo quando decideremo di rivenderlo, cosa che con un android con 4 o 5 anni alle spalle difficilmente avremo.

    Sugli android, se si tratta di fascia bassa meglio andare direttamente sul nuovo, su quelli di medio-alta gamma ci si trova nel mezzo, se il telefono é supportato dal produttore , un ricondizionato puó essere una buona scelta se pagato una cifra ragionevole, se il risparmio rispetto al nuovo é poco, o c’è il rischio che venga abbandonato dal produttore e che quindi non riceva aggiornamenti, cosa che purtroppo capita spesso, meglio evitare e prendere al suo posto, a paritá di prezzo un modello nuovo anche se di fascia inferiore, tenendo anche a mente che qualora lo rivendessimo dopo qualche tempo riusciremo a ricavare ben poco.

    Insomma un telefono ricondizionato conviene sin quando c’é supporto da parte del produttore e lo si paghi una cifra ragionevole. Sicuramente ci costa qualcosa di piú che comprarlo usato da un privato, ma comunque la revisione prima della vendita e soprattutto la garanzia ci permette di stare tranquilli. 

    L’unica incognita é sempre il tempo che ci potrá durare, che tendenzialmente sará meno di un telefono nuovo di pari prezzo, ma spesso si ha in mano un modello di maggior pregio, e soprattutto quando tra una generazione e quella successiva i cambiamenti sono modesti si ha un telefono comunque al passo coi tempi, almeno sin quando il produttore non decida di smettere di rilasciare aggiornamenti per quel modello.

    Voi conoscevate i telefoni ricondizionati? Ne avete comprato qualcuno? Avete qualche dritta o suggerimento? Scrivetelo nei commenti.

  • Conviene riparare uno smartphone rotto?

    Conviene riparare uno smartphone rotto?

    Avendo sempre in tasca un telefono cellulare non e’ strano che possa rompersi, può cadere dalla tasca, finire dimenticato sul tetto della macchina o cadere in una pozzanghera, o semplicemente dopo qualche anno di onorato servizio la batteria non tiene più la carica. In tutti questi casi la domanda che ci facciamo è conviene ripararlo?

    Beh non c’è una risposta univoca perchè dipende dal telefono, dal suo valore, dalla tipologia, dalla sua vetusta’ ma anche dal difetto riscontrato.

    C’è anche da considerare che se il modello è poco comune è pure più difficile reperire i ricambi, quindi anche i centri di riparazione veloce , quelli generalmente gestiti da cinesi presenti nelle nostre città che riparano il telefono nel giro di un’ora a prezzi concorrenziali, non avendo il pezzo in casa e dovendolo ordinare diventano meno competitivi. Se invece si tratta di un modello relativamente comune , in caso di riparazioni fuori garanzia sono la scelta più conveniente, anche se è bene accertarsi della competenza del centro: a volte le riparazioni troppo veloci non sono sinonimo di qualità, anche se dall’altra parte portarlo a un centro di assistenza ufficiale spesso significa doverlo spedire e avere dei tempi di riparazione relativamente lunghi, incompatibili con chi col telefono ci lavora.

    Inoltre c’è da considerare che certe riparazioni come cambiare lo schermo a seconda dei telefoni e del tipo di schermo solo di ricambi potrebbero costare più del valore del telefono. A quel punto se non si può o si vuole spendere per un telefono nuovo si può pensare di ricomprarne uno usato o ricondizionato: spesso per i modelli più richiesti si ha la possibilità di prendere dei telefoni pari al nuovo, con batteria sostituita e garanzia a prezzi molto concorrenziali, a volte avendo anche la possibilità di ottenere una valutazione per il telefono guasto.

    Ma anche una riparazione non troppo costosa non è sempre una buona idea: spendere 40 euro per cambiare la batteria di un telefono di 3/4 anni è vero che ci evita di spendere almeno 200 per comprarlo nuovo, ma sarà sicuramente lento e sorpassato rispetto ad uno di ultima generazione, e quindi magari finirete per cambiarlo comunque nel giro di qualche mese: a quel punto specie se trovate qualche offerta, se le nostre finanze ve lo consentono è più furbo ricomprarlo da subito.

    Se invece si tratta di un modello recente magari richiesto sul mercato dell’usato, se il costo della riparazione e’ più bassa del suo valore la riparazione vale sicuramente la pena, considerando anche la possibilità di rivenderlo una volta riparato per finanziare parzialmente l’acquisto di uno nuovo e avere per le mani un modello sempre aggiornato.

    Insomma non c’è una ricetta unica per tutti, ma sicuramente farsi fare un preventivo dal centro di riparazione può essere un buon punto di partenza in caso di difetti evidenti o macroscopici come la sostituzione di schermo, scocca o batteria: in caso di difetti più subdoli che richiedono l’analisi del difetto da parte del tecnico mettete in conto che il centro potrebbe chiedervi per il preventivo un costo vicino al costo della manodopera per la riparazione: in quel caso se si tratta di un telefono vecchio o molto economico tanto vale cambiarlo direttamente. 

    Ci sono poi telefoni pensati per essere riparati facilmente dove con un po di coraggio, guardando dei tutorial in rete, puo’ essere fattibile farlo da soli, magari con l’aiuto di un amico smanettone, in caso di interventi semplici come la sostituzione della batteria o di un connettore : si cerca il ricambio su Amazon, Aliexpress, Ebay o siti specializzati partendo dal modello del telefono e quando arriva a casa il pezzo e magari lo strumento per lo smontaggio si seguono alla lettera le istruzioni e si esegue la riparazione, per altri telefoni invece sono necessarie particolari competenze e attrezzature anche solo per cambiare una cover: in quel caso potete vedere comunque i tutorial dello smontaggio o della riparazione ma evitate di metterci le mani se non siete capaci: fareste soltanto più danni facendo lievitare il costo della riparazione.

    Come detto non c’è una ricetta unica ma abbiamo provato a darvi qualche consiglio per le problematiche più comuni, ad ogni modo se avete domande, dubbi, curiosità o precisazioni scrivetecele nei commenti!

  • Scegliere un orologio da polso

    Scegliere un orologio da polso

    Oggi parliamo di orologi da polso, ma cosa dobbiamo sapere quando vogliamo comprarne uno? Sicuramente oggi l’orologio non è più uno strumento che serve a dirci che ore sono, dato che basta spostare lo sguardo per vedere l’ora corrente su qualche display, dal telefono che abbiamo in tasca, al televisore o al primo apparecchio che abbiamo in casa, all’insegna del negozio di fronte.

    Un orologio lo si compra per altro: per moda o per vezzo personale, come status symbol, per investimento o magari per poter leggere le notifiche del telefono al polso se si tratta di uno smartwatch.

    La scelta quindi va fatta in funzione di quello per cui l’orologio ci occorre: se ci serve un muletto da utilizzare per sapere l’ora durante dei lavori manuali serve che sia resistente e non costi una fortuna dato che potrebbe facilmente prendere un colpo e rovinarsi: i classici orologi digitali al quarzo sono sicuramente una soluzione, ma anche qualche modello analogico fatto per resistere, magari quelli di ispirazione militare può andare bene ed essere usato anche ad un’uscita con gli amici senza costringerci a cambiarlo a seconda delle occasioni.

    Se ci serve per monitorare un’attività sportiva specifica, esistono invece degli orologi specializzati per la corsa, per il trekking, per il nuoto, per la montagna, per le escursioni, per le immersioni, etc. che sono dei mini computer da portare al polso, con funzioni speciali che variano a seconda dell’attività e che a volte diventano degli strumenti salvavita. Generalmente hanno costi non trascurabili e sono poco utili fuori dal contesto per cui sono stati creati e vanno scelti in funzione della nostra attività e del grado di preparazione.

    Se si vuole un orologio versatile che possa essere usato sia nella vita di tutti i giorni, per andare a lavoro cosi come per una cena meglio un orologio sportivo, magari con bracciale in acciaio, ad esempio sullo stile di quelli da immersione con la ghiera girevole che resta al contempo elegante ma senza essere troppo formale, e ha sempre la possibilità di trasformarsi cambiando il bracciale con un cinturino colorato in gomma, in cuoio o in tela.

    Se invece si pensa di utilizzarlo in occasioni più formali, esistono degli orologi più classici, generalmente più piccoli e sottili, con la cassa anche in materiali preziosi che ben si abbinano ad un abbigliamento elegante o da cerimonia, ma che magari possono stonare con un jeans o una tuta da ginnastica

    Ovviamente ci sono stili diversi per persone diverse ed occasioni diverse, ma questo non vuol dire che si debba avere un unico orologio come avveniva nel passato quando un orologio era una spesa importante, adesso ne esistono di tanti prezzi, in funzione della qualità, della provenienza, della tipologia di movimento, della marca, delle funzionalità etc.

    A livello di movimento esistono due macro categorie, quelli al quarzo e quelli meccanici. Quelli al quarzo hanno al loro interno un circuito elettronico e sono alimentati da una batteria che ogni tanto va sostituita, hanno il vantaggio di essere economici e molto precisi, ma lo svantaggio di essere poco desiderati dai collezionisti in quanto poco esclusivi, anche se prodotti da marchi blasonati e quindi poco appetibili in caso di rivendita con importanti ripercussioni sul loro valore.

    Di contro gli orologi meccanici non avendo una batteria al loro interno richiedono di essere costantemente ricaricati e messi in orario sia quando si fermano al termine della riserva di carica che per la minore precisione, possono essere a carica manuale o automatici, quindi si dovranno caricare ruotando la corona nei manuali o solamente indossandoli grazie al movimento del polso per gli automatici.

    Ci sono tante funzionalità aggiuntive oltre a segnare l’orario, le cosiddette complicazioni, dalle più semplici come il datario o la lancetta dei secondi, a funzionalità più complesse come cronografo, calendario perpetuo o fasi lunari, oltre a meccanismi molto esclusivi come i tourbillon, ovviamente queste complicazioni fanno si che l’orologio abbia un pregio maggiore, che si riversa nei maggiori prezzi, a volte nelle dimensioni e soprattutto nei costi delle manutenzioni periodiche, le cosiddette revisioni che ogni orologio meccanico dovrebbe fare periodicamente per evitare che si guasti o che perda precisione.

    Inoltre vanno considerate le dimensioni dell’orologio in funzione del diametro del nostro polso, se abbiamo un polso possente, potremmo anche permetterci di indossare un orologio di diametro importante senza sfigurare, per contro chi ha un polso più gracile vestirà meglio un orologio di dimensioni più contenute. Ovviamente lo stesso orologio vestirà maniera differente su polsi differenti, ma molto dipende dalla forma dell’orologio: per via della forma delle anse, dello spessore, della presenza di una ghiera, per la tipologia di vetro o per il disegno del quadrante a parità di dimensioni l’effetto al polso di un orologio può cambiare parecchio, e quindi a seconda della sua forma anche un orologio grande può risultare più portabile di uno di dimensioni più contenute.

    Elemento essenziale ai fini del valore di un orologio è la marca che porta sul quadrante, se da una parte ci sono marchi di altri settori come abbigliamento e automobili o marchi di fantasia che  propongono orologi di provenienza asiatica di dubbia qualità, ci sono marchi del passato ormai decaduti che si limitano ad omaggiare al limite del plagio le linee di orologi blasonati , dall’altra parte ci sono i marchi, che da sempre producono e innovano con i loro prodotti, che creano i propri stili e propongono orologi diventati iconici, non necessariamente proposti a prezzi proibitivi, e sono quelli che ha senso comprare e che godono di un loro mercato dell’usato e riescono a mantenere e a volte ad accrescere il proprio valore.  E non parlo delle maison ultra blasonate svizzere, esistono marchi di provenienza europea o giapponese con storia importante, brevetti e invenzioni e un valore intrinseco superiore al loro prezzo di cartellino.

    C’è da dire che il prezzo degli orologi di valore si sta alzando notevolmente negli ultimi tempi, anche perché detenere particolari modelli di determinate maison equivale ad un investimento che si apprezza nel tempo, al punto che a causa dell’elevata richiesta diventa di fatto impossibile poterli acquistare in negozio, costringendo all’acquisto di secondo polso o da rivenditori non ufficiali a prezzi superiori di quelli già proibitivi di listino.

    Ma la regola più importante è che quell’orologio ci deve piacere, lo si deve portare con fierezza perché magari rappresenta la nostra personalità o perché ci ricorda l’occasione per cui lo abbiamo acquistato o una persona cara.

    Voi conoscevate questi aspetti, avete qualche domanda, dubbio o curiosità? Scrivetele nei commenti