Consigli generali

  • Arrivano nuove tasse sui prodotti cinesi

    Arrivano nuove tasse sui prodotti cinesi

    Un nuovo balzello é in arrivo per i consumatori europei che acquistano prodotti cinesi, infatti é allo studio l’anticipo al 2026 dell’eliminazione del de minimis sui dazi per pacchi in arrivo da fuori l’unione europea, questo significa dover pagare oltre all’iva che giá si paga, anche un dazio aggiuntivo, che attualmente non é previsto per le spedizioni di basso valore, sotto i 150 euro.

    Questo vuol dire che ci sará una tassa aggiuntiva, che nella migliore delle ipotesi allo studio potrebbe essere forfettaria di 2 euro a pacco, ma che comunque bloccherá i pacchi alla dogana, rallentando i tempi di consegna, con lo scopo di disincentivare gli acquisti low cost dall’oriente nella speranza di frenare il fast fashion e gli acquisti di cianfrusaglia, elettronica e non di bassa qualitá reperibili online a prezzi molto convenienti.

    person using black and white smartphone and holding blue card

    Il problema é che così facendo si va soltanto a creare problemi all’acquirente che comunque difficilmente rinuncerá a risparmiare per acquistare prodotti molto simili, e comunque di provenienza orientale, nei negozi fisici.

    Così come difficilmente abbandonerá il fast fashion per acquistare un prodotto sartoriale di alta gamma, al massimo acquisterá qualcosa di analogo in un negozio fisico o in una catena specializzata, che si rifornisce presso le stesse fabbriche orientali, a un prezzo maggiorato o si rassegnerá a ricevere il pacco in tempi piú lunghi, magari con la scomoditá di dover pagare una tassa al postino.

    man carrying boxes beside a van

    Infatti la seccatura non é tanto dover pagare una piccola tassa aggiuntiva, che pagata in proporzione, su importi di scarso valore non sará particolarmente esosa, ma la burocrazia legata alla riscossione di questa tassa, visto che lo spedizioniere potrebbe richiedere dei costi per la gestione della pratica di sdoganamento che possono superare non solo il costo della tassa ma anche il valore stesso della merce, ma soprattutto si ha la scomoditá di dover attendere i tempi di sdoganamento, dato che dovendo fermare tutti i pacchi alla dogana, si allungheranno a dismisura bloccando magari per settimane i pacchi prima della consegna. Inoltre si aggiunge il rischio di dover pagare la tassa in contrassegno al postino, cosa che complica la ricezione dei pacchi se non siamo presenti a casa, non consentendo ad esempio di poter lasciare il pacco nella cassetta delle lettere o ad un vicino, costringendoci ad attendere un nuovo tentativo di consegna o a recuperare il pacco presso la sede dello spedizioniere.

    Al momento non c’è ancora una decisione definitiva, anche perché la data originaria del 2028 nasceva dalla necessitá che prima entri in vigore un nuovo sistema doganale europeo ancora in fase di sviluppo, altrimenti lo sdoganamento potrebbe avvenire in un paese europeo non ancora pronto alla riscossione, permettendo l’elusione della tassa. 

    couple people woman hand

    E’ stato comunque proposto in sede europea un contributo forfettario per i prodotti sotto i 150 euro di valore che dovrebbe entrare in vigore dal 2028, ma i singoli stati, tra cui l’Italia, si stanno muovendo anche in autonomia per anticipare i tempi, e non potendo decidere sui dazi hanno allo studio ulteriori tassazioni che si sommerebbero al dazio, come ad esempio una tassa ambientale di 2 euro per i pacchi fino ai 2kg di peso da applicare giá dal 2026.

    Come detto il problema non è tanto una tassa aggiuntiva, che comunque non scoraggerá gli acquirenti, ma la burocrazia necessaria e i costi che questa burocrazia si porterá dietro pagati dal consumatore, ma probabilmente anche dai singoli stati se saranno obbligati ad assumere maggiore personale doganale.

    scrabble tiles spelling temu shein on wooden table

    Ma il vero discorso è che questa decisione non serve per l’ambiente o per la tutela dei commercianti come la politica vorrebbe far credere, ma è una mossa geopolitica nei confronti della Cina, da cui arrivano la maggior parte di quel genere di pacchi, che alla fine finiranno per pagare i consumatori.

    Voi eravate a conoscenza di questa nuova tassa? Acquistate spesso online dalla Cina?

  • Arriva Haul, l’Amazon made in China

    Arriva Haul, l’Amazon made in China

    Nonostante Amazon sia il più importante e-commerce del mondo, deve affrontare la concorrenza di siti che possono rivelarsi più competitivi, specie in particolari nicchie o segmenti di mercato.

    Infatti per alcune categorie di acquisti, fuori da Amazon si può trovare migliore consulenza all’ acquisto, prezzi più competitivi o una maggiore varietà di prodotti specializzati.

    Dalla sua però Amazon mette sempre il servizio clienti, la possibilità di reso semplice e gratuita e la logistica che è sempre al top, consentendo dei tempi di consegna veramente rapidi, e una soddisfazione garantita.

    Ma come detto, in alcuni casi può essere conveniente rinunciare ai vantaggi di Amazon, magari perchè si riesce a trovare gli stessi prodotti a prezzi più vantaggiosi.

    E uno di questi casi è l’acquisto dei prodotti low cost di origine cinese, che dovendo essere importati , sdoganati e immagazzinati in Europa vedono i loro prezzi lievitare in quanto i costi di gestione si spalmano eccessivamente sui prezzi quando il valore del bene è molto basso.

    package from amazon prime carried by the delivery man

    Infatti per questo genere di acquisti i siti cinesi come Aliexpress, Temu o Shein si rivelano più competitivi, gestendo il processo di vendita direttamente dalla Cina, e mantenendosi competitivi anche quando fanno uso di depositi in Europa per accorciare i tempi di spedizione.

    Infatti questi siti di origine cinese, riescono una volta raggiunto un certo minimo d’ordine ad avere la convenienza ad appoggiarsi ad un magazzino locale, consentendo consegne in tempi ragionevoli, circa una settimana – dieci giorni , contro almeno un mese necessario da una spedizione diretta dalla cina.

    E lo fanno senza addebitare degli extra per il trasporto se si raggiunge come detto un certo minimo d’ordine sotto il quale a seconda dei casi si ha la spedizione lenta o la possibilità di avere quella più veloce pagando un costo di consegna, in luogo della spedizione gratuita.

    E questo procedimento logistico , unito ai prezzi cinesi alla fine rende questi siti competitivi per quel genere di acquisti, tanto da indurre Amazon a correre ai ripari e lanciare un servizio simile, chiamato Haul che è approdato da poco anche nel nostro paese, dopo essere già stato lanciato in altre nazioni.

    a man in red shirt carrying a cardboard box beside the van

    E anche questo Haul,  come i vari siti cinesi, si occupa di reperire prodotti a basso prezzo direttamente in Cina, e farli arrivare direttamente dalla Cina utilizzando le piattaforme logistiche di Amazon.

    E allo stesso modo da tempi di ricezione più lunghi di un normale acquisto Amazon, circa 1-2 settimane, e un costo di spedizione di 3.50 euro se non si raggiunge un carrello di almeno 15 euro, mentre superata questa soglia la spedizione sarà gratuita, oltre ad avere degli sconti extra in base al numero o al valore degli articoli ordinati, che variano a seconda delle offerte del periodo.

    In pratica è qualcosa di molto simile a Temu o alla sezione Choice di Aliexpress, con magari all’inizio un po meno varietà, in quanto nella prima fase ancora in beta gli articoli a disposizione non sono tantissimi.

    Ad ogni modo i prezzi sono più bassi , soprattutto rispetto ad acquistare gli stessi prodotti sull’Amazon tradizionale, ovviamente al costo di una spedizione meno rapida.

    warehouse with stock on metal shelves

    Haul si può trovare, come una sezione speciale del sito, linkato su Amazon o cercandolo nella barra di ricerca: se invece cerchiamo direttamente un prodotto troveremo quelli venduto dall’Amazon tradizionale, quindi non c’è il rischio di confondersi: per poter accedere al catalogo Haul bisogna andarci di proposito.

    Si tratta ovviamente di un’alternativa ai soliti siti cinesi, e considerando che spesso Amazon tende a fare offerte potrebbe rivelarsi una scelta interessante per i nostri acquisti low cost.

    Voi lo conoscevate? Lo avete già provato?

  • E’ la fine per gli store cinesi?

    E’ la fine per gli store cinesi?

    Quando abbiamo necessità di qualche prodotto a basso costo che non ci deve necessariamente durare per tanto tempo ma che deve costare il meno possibile il primo posto a cui pensiamo sono i megastore gestiti da cinesi generalmente situati nelle periferie delle città, anche quelle di piccole dimensioni.

    E si può trovare di tutto, dall’ abbigliamento ai casalinghi, dagli articoli per il bricolage alla cartoleria, dai detersivi al materiale elettrico, dai prodotti per l’automobile all’elettronica, dai prodotti per gli animali all’attrezzatura sportiva.

    E col tempo questi maxi centri si sono ingranditi o specializzati in determinate categorie di prodotti, rilevando anche storiche strutture esistenti e assumendo personale locale.

    Ma per tante ragioni, sia politiche che economiche queste attività da qualche tempo sono più soggette a controlli , sia sulla qualità dei prodotti che sull’evasione fiscale che erodono i guadagni e non consentono di tenere i prezzi super competitivi a cui ci siamo abituati nel tempo.

    Infatti spesso i prezzi erano bassi non solo per la qualità molto bassa e spesso non perfettamente in regola con le nostre normative, ma anche per la possibilità, con sistemi più o meno leciti, di eludere le tasse nell’importazione dei prodotti, cosa che forniva loro un vantaggio rispetto alla concorrenza, consentendo di applicare prezzi particolarmente bassi.

    Inoltre gli affitti di strutture enormi e gli investimenti per acquistare le merci e pagare il personale si ripagano solo quando il giro d’affari è importante, e se diventano meno competitivi i prezzi anche i fatturati calano non permettendo di tenere aperte tutte queste strutture.

    E infatti si iniziano a vedere, dopo anni di nuove aperture con megastore immensi e assortimenti da fare invidia ai migliori grossisti, le prime chiusure, con trasferimenti in locali più ristretti, cambi di insegna o vendite di liquidazione per cessata attività.

    E queste chiusure possono anche essere un vantaggio per portarsi a casa dei prodotti a prezzo di saldo, ma probabilmente si perde un centro di riferimento per gli acquisti a basso costo.

    Ma in realtà, avendo perso il vantaggio di prezzi ultra bassi e disponibilità immediata dalla peggiore cianfrusaglia al prodotto dignitoso a prezzi decenti, si trovano alternative nella concorrenza che può sostituire il megastore in periferia con prodotti e prezzi similari.

    E la concorrenza viene soprattutto dagli e-commerce cinesi come Aliexpress, Temu o Shein che permettono di trovare quegli stessi prodotti a prezzi più bassi e con dei tempi di spedizione che nel tempo, grazie a soluzioni logistiche aggiornate e magazzini in territorio europeo consentono di ricevere la merce, senza sorprese, in pochi giorni a differenza delle spedizioni classiche dalla Cina che potevano richiedere anche mesi tra tempi di consegna e di sdoganamento, almeno fino a quando dazi e normative doganali minacciati dalla politica europea non affosseranno questi siti.

    Ma anche altri negozi offrono prodotti analoghi senza dover attendere una spedizione: infatti stanno nascendo delle catene europee di articoli non alimentari a basso prezzo, come Action, Tedi, Kik, NKD  e simili che propongono a rotazione prodotti low cost a prezzi molto allettanti.

    Ma anche le corsie no food dei discount alimentari spesso hanno di questi prodotti a prezzi che non fanno rimpiangere i megastore cinesi e che possiamo trovare senza perdere tempo durante la nostra spesa alimentare.

    Alla fine questi megastore probabilmente diminuiranno o cambieranno forma e per qualcuno diventerà meno comodo frequentarli, ma ad ogni modo fin quando ci sarà la concorrenza a fornire prodotti simili non mancherà la possibilità di acquistare dei prodotti non alimentari a prezzi bassi. 

    Voi acquistate nei megastore cinesi o preferite altre tipologie di negozi o di prodotti?

  • Discount o supermercato? Come cambia la spesa in Italia

    Discount o supermercato? Come cambia la spesa in Italia

    Una recente notizia ha cambiato le sorti della distribuzione alimentare italiana, infatti dopo anni di perdite anche Carrefour, l’ultimo dei grandi operatori di ipermercati internazionali lascia l’Italia, cosi come aveva fatto qualche anno addietro il concorrente Auchan, anche lui francese che vendette la sua rete a Conad.

    E ad acquistare anzichè un altro marchio già presente in italia o uno spezzatino con vendita di negozi a più concorrenti come quando Billa , la ex Standa lascio’ il nostro paese, è un produttore alimentare italiano, New Princes, molto attivo , oltre che con marchi propri, con produzioni conto terzi e all’estero ma non impegnato direttamente nella distribuzione.

    carrefour logo

    Ma la notizia è importante perché mette la parola fine , nel nostro paese, al concetto di grande ipermercato, dove si compravano sia generi alimentari , con una scelta ampissima e generalmente tante offerte convenienti, e altrettanta scelta di prodotti non alimentari, dall’elettronica ai casalinghi, passando per i prodotti per il bricolage o per la cura dell’auto, dalla cartoleria ai giocattoli.

    Infatti molti ipermercati sono spariti, molti si sono ridimensionati, specializzandosi solo sull’alimentare e grandi insegne internazionali hanno spesso lasciato il posto a marchi locali e a volte a format completamente rivisti, come negozi everyday low price , dove spariscono le offerte e i volantini per mantenere un prezzo , sulla carta  più basso, costante tutto l’anno, negozi aperti anche come magazzini all’ingrosso per commercianti o ristoratori  o addirittura discount.

    E quest’ultimo formato ormai è diventato talmente comune da sostituire il supermercato classico in una grande parte dei consumatori, attratti da prezzi più bassi, e una qualità che col tempo si è alzata, spesso proponendo anche prodotti di marca a fianco ai marchi di fantasia della catena.

    E i discount si sono nel tempo avvicinati ai supermercati tradizionali accogliendo i banchi del servito, scegliendo selezioni ordinate di prodotti sia coi propri marchi che accogliendo quelli di marca, spesso affiancati ad alcuni di qualità premium delle proprie linee.

    In più hanno aggiunto prodotti e servizi utili, dai banchi del no food, a viaggi, acquisti online a sistemi di casse automatiche per permetterci di saltare la fila.

    Se prima quasi ci si vergognava di fare la spesa al discount, ora la cosa diventa la norma, specie se raggiungibile comodamente dalla nostra abitazione, relegando al supermercato tradizionale spese di emergenza, ricerca di prodotti particolari o acquisto di prodotti in offerta speciale.

    Ma le abitudini cambiano anche perchè la capacità di spesa degli italiani è diminuita, a causa di un aumento di prezzi dei beni di consumo che non si è riverberata sugli stipendi: in pratica lo stipendio è grossomodo lo stesso da anni, ma aumentando i prezzi possiamo acquistare sempre meno roba quindi ci si deve in qualche modo ingegnare per arrivare a fine mese.

    E quindi la ricetta è sempre la solita: ridurre gli sprechi, concedersi qualche lusso in meno e soprattutto spendere meno per la spesa quotidiana.

    Ed è qui che il discount si è reso vincente, mantenendo una certa convenienza nonostante si sia avvicinato, sia per ordine che per qualità ai supermercati tradizionali.

    Ovviamente non abbiamo più gli scatoloni a terra in maniera confusionaria da dove prendere prodotti senza marca , spesso di dubbia qualità, venduti a prezzi bassissimi, ma dei prodotti dove un po per la forza commerciale delle catene, e un po per l’assenza di pubblicità permettono di portare sulle nostre tavole prodotti di sufficiente qualità a prezzi competitivi.

    E spesso i prodotti arrivano dalle stesse fabbriche del prodotto di marca, e basta fare attenzione all’indirizzo dello stabilimento di produzione indicato sulla confezione per accorgersene.

    Ovviamente non è matematico dedurre che nonostante condividano lo stabilimento  i prodotti siano i medesimi, visto che potrebbero esserci delle variazioni di ingredienti, ma spesso a cambiare sono solo il packaging e la pezzatura del prodotto, dato che potrebbe non essere conveniente creare una linea di produzione solo per i marchi dei supermercati.

    E il trucco è sempre il solito, provateli e verificate voi stessi la qualità, specie se la differenza col prodotto di marca è importante: se ha soddisfatto le attese la ricomprerete, altrimenti quell’articolo è bene acquistarlo in un altro discount o al supermercato, magari anche lì dando una chance agli articoli con il logo del supermercato , generalmente più convenienti dei prodotti di marca , spesso venduti  a prezzi simili a quelli del discount e con buona qualità garantita dal fatto che mettendo il logo del supermercato sulla confezione , per questione di immagine, non vorranno giocarsi la reputazione con prodotti di scarsa qualità, a differenza del discount che usando marchi di fantasia può facilmente cambiare nome a un prodotto poco gradito al pubblico senza destare troppa attenzione.

    Insomma la spesa degli italiani è cambiata e cambierà ancora, con sempre più acquisti online di beni a lunga conservazione venduti a prezzi competitivi e formule anti spreco per salvare la spesa grazie alle app per acquistare rimanenze e prodotti invenduti a prezzo scontato.

    Voi avete notato questi cambiamenti? Fate la spesa nel supermercato tradizionale, nel discount o usate servizi di spesa online?

  • Ecco i trucchi per risparmiare sulla spesa

    Ecco i trucchi per risparmiare sulla spesa

    Esistono vari modi per risparmiare nei nostri acquisti alimentari dai piú semplici ai piú complessi che ci possono , tra sconti , offerte e con un po di attenzione farci spendere qualcosa di meno, ma che sommati spesa dopo spesa ci portano a risparmi non trascurabili a fine mese.


    Controllare bene le offerte facendo attenzione al prezzo al chilo , specie in periodo di shrink flation , è sicuramente uno dei consigli piú importanti, dove un prezzo unitario piú basso puó nascondere un prezzo effettivo molto piú alto: per esempio un pacco da 300 grammi di biscotti venduto a 1 euro è molto piu caro di uno da 700 grammi a 1,50 euro, nonostante il prezzo di cartellino possa ingannare.

    Anche scegliere prodotti di una marca diversa a parità di qualità puó farci risparmiare parecchio, ad esempio tra due prodotti simili scegliere quello in offerta ci fará spendere meno anche se non è la marca a cui siamo abituati, e in quest’ottica è bene non disdegnare i prodotti col marchio del supermercato o quelli dei discount se sappiamo essere di qualitá: spesso sono prodotti dalle stesse fabbriche delle marche famose, e soprattutto se abbiamo avuto l’occasione di testarli e di accertarci che la qualitá fosse soddisfacente nonostante il prezzo più basso possono essere una scelta vincente.

    gray shopping cart inside room

    Per risparmiare è bene scegliere con cura dove fare la spesa, dato che il supermercato piú comodo o quello piú vicino non è sempre quello piú conveniente, e che generalmente se un supermercato è conveniente su certi articoli tendenzialmente lo è meno su certi altri.

    Pertanto è importante scegliere bene dove andare a fare la spesa valutando tra piú supermercati quello che ha in offerta , o a prezzi convenienti ció che compriamo piu spesso specie se si tratta di prodotti di valore come olio, caffè, carni, formaggi, frutta o verdura pregiata dove la differenza tra un prodotto in offerta e uno pagato a prezzo pieno può fare la differenza sullo scontrino.

    Ma per fare queste scelte occorre prima un qualcosa di veramente potente, semplice e antico ma spesso trascurato : la lista della spesa.

    text

    Questo strumento un po arcaico ma estremamente utile ci permette infatti di non dimenticarci nulla quando siamo al negozio, di aiutarci nella scelta sia dei prodotti sia quando stiamo decidendo in che supermercati andare, che tra le corsie, facendoci risparmiare sia tempo che denaro, evitando di dover ritornare al negozio perché magari abbiamo preso articoli in piú ma ci siamo dimenticati proprio quello indispensabile.

    E sappiamo tutti che tornare al negozio significa anche finire per comprare qualcosa che magari non ci serviva, a meno di non attenersi scrupolosamente alla nostra lista.

    infatti la lista della spesa può essere anche uno strumento psicologico per farci risparmiare se lo usiamo per evitare di acquistare quello che nella lista non era stato segnato, specie se non sappiamo resistere alla tentazione di mettere certi prodotti nel carrello.

    Il problema magari è fare proprio la lista, ricordarsi cosa manca in dispensa, cosa facile quando siamo a casa, meno facile se siamo in ufficio e ci ricordiamo qualcosa da aggiungere, o se non ci ricordiamo se effettivamente quel prodotto lo avevamo davvero finito.

    Ma volendo anche la tecnologia ci può aiutare usando il nostro smartphone per fare la lista: esistono infatti app dedicate dove spuntare ciò che abbiamo già messo nel carrello e che riescono pure a fare l’inventario della nostra dispensa, ma anche senza installare un’app dedicata si può sempre usare una nota nel cellulare o usare gli assistenti vocali come alexa o google home per fare aggiungere qualcosa alla lista della spesa appena ci viene in mente. Tra l’altro abbiamo anche il vantaggio che se il nostro assistente vocale è connesso alla macchina possiamo anche aggiungere qualcosa alla lista della spesa quando siamo alla guida, magari nella strada verso il supermercato.

    pexels-photo-887751.jpeg

    Si tratta alla fine di organizzazione, conoscere i prezzi, avere una lista, e sfogliare i volantini in cerca delle offerte, magari tramite quelle app che consentono di vederli in digitale nel nostro telefono per scegliere cosa e dove comprare.

    Queste stesse app sfoglia volantini tralaltro possono anche gestire la lista della spesa al loro interno , ci consentono di salvare le tessere fedeltà dei supermercati per accedere agli sconti senza dovere avere la tessera fisicamente con noi, evitando di dimenticarla a casa e  perdendo la possibilità di accedere agli sconti.

    C’è anche da dire che a volte anche le app dei supermercati ci vengono in aiuto, sia per la lista della spesa, che per la tessera fedeltà che per sfogliare i volantini, dandoci spesso la possibilità di accumulare punti extra o ricevere omaggi ma hanno lo svantaggio che non ci permettono di confrontare i prezzi con la concorrenza.

    Alla fine però con un po’ di organizzazione e un po’ di tecnologia si riesce a risparmiare tempo e denaro. Voi conoscevate questi trucchetti? Ne avete altri da segnalare?

  • La fregatura del Buy Now Pay Later

    La fregatura del Buy Now Pay Later

    Quando facciamo acquisti online, e qualche volta pure in alcuni negozi fisici, ci viene proposta una formula di pagamento dilazionato chiamata Buy Now Pay Later, spesso pubblicizzata col nome commerciale della ditta che offre il servzio come Klarna, Scalapay, PagoDil o simili.

    Questi servizi permettono di accedere in maniera rapida e veloce al credito di piccoli acquisti, frazionando la spesa in poche rate senza interessi, senza dover passare dalla burocrazia e dalle complicazioni di una finanziaria tradizionale.

    Il sistema nasce per essere vantaggioso per tutti: il venditore incrementa le vendite, specie dei clienti piú titubanti, o chi non ha tutta la cifra a disposizione come i giovanissimi che spesso hanno difficoltà ad accedere al credito in mancanza di un lavoro stabile, il cliente potrá permettersi uno sfizio in piú e pagarlo senza interessi e complicazioni, e il servizio guadagnare dalle commissioni pagate dai commercianti, dalle penali in caso di ritardo dei pagamenti e dalla possibilitá di vendere ulteriori servizi agli utenti.

    man in red long sleeved shirt

    Il problema é che un uso sconsiderato di questi sistemi puó diventare pericoloso per l’utente: infatti giocando sul vuoto normativo si potrebbe incappare in servizi poco seri o non regolamentati, che potrebbero riservare sorprese quando ci dovessimo trovare in difficoltà nel pagare le rate residue, da penali capestro, a servizi di recupero crediti alla segnalazione di cattivo pagatore, che ci potrá precludere mutui e finanziamenti in futuro.

    E l’assenza di un vero controllo della solvibilitá dell’utente in modo da automatizzare il processo , considerate anche le basse cifre in gioco, puó creare problemi se si abusa di questi servizi: se é vero che ogni servizio mette dei limiti ai propri utenti, nulla ci vieta di utilizzare piú servizi, che potrebbero portarci a cumulare delle rate, arrivando a delle cifre per noi insostenibili.

    couple people woman desk

    E se aggiungiamo che , per alcune categorie di lavoratori precari, queste soluzioni sono le uniche per poter accedere al credito, e che la crisi porta ad usare questi servizi anche per pagare la spesa al supermercato , o il pasto al fast food o al delivery, il rischio di diventare insolventi non é da sottovalutare, specie se non abbiamo contezza delle nostre spese o se siamo costretti a usare questi sistemi per compensare il pagamento dello stipendio in ritardo.

    Questo non significa che usare questi servizi sia il demonio, ma vanno utilizzati per acquistare qualcosa che ci possiamo permettere, e soprattutto non bisogna abusarne per evitare problemi.

    couple people woman relaxation

    Sono ottimi per il prodotto che avevamo in mente di acquistare ma per cui eravamo indecisi, e li la rateizzazione senza interessi fa da incentivo: il rischio é di comprare qualcosa che magari avremmo potuto evitare di comprare, o che magari finisce inutilizzata in un cassetto, creando rifiuti in barba alla sostenibilitá, ma tutto sommato rimane qualcosa di gestibile.

    Importante è non usarlo per le spese correnti, dove il rischio di finire intrappolati, come una sorta di dipendenza, puó portare ad accumulare debiti che poi non si è in grado di ripagare, soprattutto se si sommano le rate, a magari ad altri finanziamenti che abbiamo in corso o ai vari servizi in abbonamento , dal telefono, allo streaming, alla connessione dati o ai videogiochi che sommati nel mese potrebbero metterci in difficoltá.   

    euro banknotes and coins

    Certo é che, anche i servizi dovranno stringere le maglie in futuro, sia per una maggiore regolamentazione , giá allo studio in Europa, e sia per evitare problemi di sostenibilitá come successo a Klarna, che sta soffrendo dei ritardi di pagamento fuori scala, specie negli Stati Uniti, aumentando la propria esposizione debitoria e costringendola a un taglio di personale, sostituito parzialmente dall’intelligenza artificiale. 

    Sono alla fine degli strumenti ottimi, se utilizzati in maniera intelligente, ma possono diventare pericolosi se ci si fa prendere la mano. Voi li utilizzate? Avete avuto dei problemi?

  • Arriva una nuova tassa sugli acquisti dalla Cina

    Arriva una nuova tassa sugli acquisti dalla Cina

    Una brutta notizia per chi acquista spesso nelle piattaforme online a basso costo come Shein, Temu o Aliexpress, dato che sono allo studio da parte del commissario europeo al commercio delle nuove regole per affossare queste piattaforme, in modo da favorire in maniera sleale quelle europee.

    Infatti nonostante queste piattaforme siano giá state colpite recentemente dall’obbligo di riscossione dell’IVA alla fonte per gli acquisti inferiori ai 150 euro, con i costi delle operazioni doganali a carico della nazione mittente e degli introiti sicuri per le casse europee dato che l’IVA non puó piú essere elusa come in passato, la cosa non basta all’Europa.

    Infatti é stata proposta una tassa ulteriore di 2 euro per ogni pacchetto di valore inferiore ai 150 euro destinato all’utente finale e di 0.50 euro se spedito dal paese extra UE a un magazzino europeo, rendendo poco competitivi gli acquisti low cost fatti da questo genere di piattaforme, visto che i prezzi al consumatore possono anche raddoppiare, nella speranza che vengano comprati da siti europei.

    seaport during golden hour

    E le giustificazioni sono le piú false: dalla concorrenza sleale degli store cinesi, che si vuole combattere facendo a loro volta concorrenza sleale, o per rispondere ai dazi americani che sono stati comminati proprio per queste norme che subdolamente limitano i prodotti e i servizi extra UE, o alle maggiori spese doganali che in realtá non esistono perché lo sdoganamento viene effettuato nel paese del mittente.

    In pratica è un modo per favorire le meno efficienti imprese europee a scapito non solo di quelle cinesi ma del consumatore che si troverá a pagare di piú gli stessi prodotti, che venduti da uno store europeo o cinese , magari con un marchio differente, sono sempre prodotti in Cina, quindi al limite la cosa va a vantaggio solo degli importatori.

    person holding debit card

    E in secondo luogo è una nuova tassa che potrà essere utile a comprare nuove armi per il piano di riarmo europeo, per difendersi da delle guerre che nascono proprio con queste mosse commerciali che alla lunga creano dei nemici sul campo.

    E che non si dica che serve per evitare l’acquisto di prodotti spazzatura, salvare l’ambiente o evitare la contraffazione, dato che gli stessi prodotti , anche se venduti da uno shop o con un nome differente o  a un prezzo piú alto continueranno a circolare, intaccando il potere d’acquisto dei cittadini europei che giá soffre molte scelte scellerate europee specie in tema energetico o ambientale.

    working macbook computer keyboard

    Voi cosa ne pensate? Acquistate spesso in queste piattaforme low cost? Smetterete di farlo in caso passasse questa nuova legge?

  • I rischi dei prodotti falsi

    I rischi dei prodotti falsi

    Negli ultimi anni, il mercato dei prodotti falsi o alterati ha conosciuto una crescita significativa, favorita dalla globalizzazione e dalla diffusione degli acquisti online.

    Tuttavia, dietro a un prezzo apparentemente conveniente si nascondono rischi notevoli, sia per chi acquista che per chi vende. Inoltre, è importante distinguere tra prodotti che sono semplicemente imitazioni legali (come i “dupe”) e quelli che sono invece falsi illegali, che violano diritti di proprietà intellettuale.

    I prodotti falsi sono beni che imitano intenzionalmente un marchio registrato, cercando di ingannare il consumatore facendogli credere di acquistare un prodotto originale. Questi articoli spesso violano le leggi sul copyright, sui brevetti o sui marchi registrati. I prodotti alterati, invece, sono articoli originali che sono stati modificati in modo non autorizzato, ad esempio con l’aggiunta di componenti di bassa qualità o la rimozione di parti essenziali, o camuffando certificazioni o origine per vendere prodotti di specifiche piú modeste a prezzo maggiorato.

    Un caso diverso è quello delle imitazioni legali, spesso chiamate “dupe”. Si tratta di prodotti che si ispirano a design o funzionalità di articoli di marca, ma senza utilizzare loghi o nomi protetti da copyright. Questi prodotti sono legali, purché non violino diritti di proprietà intellettuale, e sono spesso apprezzati da chi cerca alternative più economiche.

    Acquistare un falso ci espone a diversi rischi, sia a livello di sicurezza, che di qualità che di assistenza dopo la vendita: difficilmente ci potremmo fare restituire i soldi se il nostro orologio falso smette di funzionare dopo un mese dall’acquisto.

    Ma soprattutto ci espone a problemi di tipo legale: se non é reato possedere un prodotto contraffatto acquistarlo può esserlo, infatti é tollerato esclusivamente per l’uso personale, ma acquistarlo per rivenderlo o anche solo per regalarlo a un amico, un familiare o un parente o acquistarlo per conto di qualcun altro fa scattare le multe in quanto si verrebbe sanzionati per ricettazione, rischiando anche il carcere fino a 8 anni.

    Va anche considerato che acquistare merci sospette o di illecita provenienza potrebbe portare al reato di incauto acquisto punito con sanzioni amministrative e con l’arresto fino a 6 mesi.

    Ma se l’acquirente, magari in buona fede o in caso di falso grossolano puó evitare grossi guai, al piú limitandosi a ricevere delle sanzioni, il venditore dei prodotti contraffatti rischia sempre sia il carcere che le sanzioni, che a seconda dei casi possono arrivare sino a 1 milione di euro.

    Ovviamente l’acquisto del prodotto puó essere intenzionale, ma potremmo anche incappare in un falso essendo convinti di avere acquistato un prodotto originale, magari di seconda mano.

    Infatti per evitare queste spiacevoli situazioni alcune piattaforme online di compravendita di prodotti usati danno la possibilitá di certificare a pagamento il bene di lusso inviandolo ad un perito che fa da tramite tra venditore e acquirente e protegge l’acquirente dall’acquisto di un potenziale falso, riaccreditando la cifra spesa e inibendo la successiva vendita del prodotto contraffatto su quella piattaforma.
    Acquistare o vendere prodotti falsi o alterati comporta rischi significativi, sia dal punto di vista legale che della salute e della sicurezza e rappresentano una minaccia per i consumatori, i marchi legittimi e l’economia nel suo insieme. È fondamentale esserne consapevoli, privilegiando sempre la qualità e la legalità. 

    Piuttosto non potendo avere il prodotto originale, è preferibile acquistare un imitazione legale o un dupe, con i quali non ci si espone ai rischi di un prodotto contraffatto. Investire in prodotti originali o in alternative legali non solo protegge la salute e il portafoglio, ma contribuisce anche a sostenere un mercato equo e trasparente.

    Vi é mai capitato di acquistare dei prodotti falsi o delle imitazioni. Cosa ne pensate?

  • I dupe: imitazioni legali o pericolosi falsi?

    I dupe: imitazioni legali o pericolosi falsi?

    Negli ultimi anni, il termine dupe è diventato sempre più popolare, soprattutto tra le generazioni più giovani, nel mondo della moda, della bellezza e dei prodotti di consumo. Ma cosa significa esattamente? E quali sono le implicazioni legali ed etiche legate a questo fenomeno? 

    Il termine dupe deriva dalla parola inglese duplicate, che significa “duplicato” o “copia”, mentre qualcuno lo fa risalire al termine francese duperie che significa “inganno”. 

    Un dupe è un prodotto che imita le caratteristiche di un articolo di marca, spesso di lusso, ma che non ne riproduce il logo o i dettagli protetti da copyright. A differenza dei prodotti fake o contraffatti, i dupe non cercano di spacciarsi per l’originale, ma offrono un’alternativa più accessibile, mantenendo un’estetica o una funzionalità simile.

    Sono diventati virali tra i giovani che non possono o non vogliono permettersi prodotti di lusso e che cercano un’alternativa economica che possa sostituire un prodotto molto richiesto ma inaccessibile, anche perché banalmente fuori produzione.

    Ad esempio, una borsa dupe potrebbe avere una forma e un colore molto simili a quelli di una borsa di lusso, ma non riporterà il logo del brand originale. Questo rende i dupe legali, a patto che non violino i diritti di proprietà intellettuale.

    I dupe sono particolarmente diffusi in settori come:

    1. Moda: borse, scarpe e accessori che imitano lo stile di brand come Louis Vuitton, Gucci o Chanel, ma senza utilizzare i loro marchi registrati.
    2. Bellezza: profumi, creme e cosmetici che replicano fragranze o formule di prodotti di alta gamma, spesso venduti a una frazione del prezzo.
    3. Elettronica: accessori come custodie per smartphone o cuffie che imitano il design di prodotti Apple o Samsung, ma senza riprodurre i loghi ufficiali.
    4. Alimentari: prodotti , tipicamente reperibili nei discount che imitano la forma e il sapore di dolciumi e snacks costosi ma a prezzi molto più abbordabili.

    Un esempio celebre è quello dei profumi dupe, come quelli prodotti da aziende che creano fragranze ispirate a quelle di grandi marchi (ad esempio, un profumo che ricorda il famoso Chanel N°5 ma con un nome e un packaging diversi).

    Ma quali sono le differenze tra dupe, fake e prodotti contraffatti? I dupe sono legali perché non copiano direttamente i marchi registrati o i loghi. Si limitano a offrire un’alternativa ispirata al design o alla funzionalità del prodotto originale, mentre i fake sono illegali perché riproducono fedelmente il logo, il design e i dettagli del prodotto originale, ingannando il consumatore sulla provenienza e la qualità. Spesso sono realizzati con materiali scadenti e possono rappresentare un rischio per la salute e la sicurezza.
    Sebbene i dupe siano legali, il loro acquisto e la loro vendita presentano alcuni rischi:

    • Qualità inferiore: i dupe spesso utilizzano materiali meno pregiati rispetto ai prodotti originali, il che può influire sulla durata e sulle prestazioni.
    • Aspetti etici: acquistare dupe può sostenere pratiche commerciali che sfruttano il lavoro sottopagato o condizioni di produzione non etiche.
    • Confusione per il consumatore: alcuni dupe possono essere presentati in modo ambiguo, portando i clienti a credere di acquistare un prodotto di qualità superiore rispetto a quella effettiva.
    • Rischi legali per i venditori: se un dupe si avvicina troppo all’originale, violando i diritti di proprietà intellettuale (ad esempio, copiando un design protetto da brevetto, copiando le confezioni di vendita o dichiarando la corrispondenza con l’originale), il venditore potrebbe affrontare cause legali.


    La legalità dei dupe dipende dalla loro conformità alle leggi sulla proprietà intellettuale. Mentre i prodotti fake sono chiaramente illegali, i dupe possono essere considerati legali se non violano marchi registrati, brevetti o copyright. Tuttavia, il confine tra dupe legale e contraffazione può essere sottile. Ad esempio, se un dupe copia un design protetto da brevetto , copia il packaging o utilizza un nome troppo simile a quello di un brand famoso, potrebbe comunque essere considerato illegale.

    I dupe rappresentano un’alternativa accessibile ai prodotti di lusso, ma è importante distinguerli chiaramente dai fake o dai prodotti contraffatti. Mentre i dupe sono legali e offrono una scelta economica ai consumatori, i fake sono illegali e possono comportare rischi significativi. Chi acquista dupe dovrebbe essere consapevole delle possibili differenze nella qualità e nell’etica della produzione, mentre i venditori devono assicurarsi di non violare le leggi sulla proprietà intellettuale.

    In un mondo sempre più attento alla sostenibilità e all’etica, la scelta tra un prodotto originale e un dupe non è solo una questione di prezzo, ma anche di valori e responsabilità. Voi li conoscevate? Ne utilizzate qualcuno?

  • Amazon sta cambiando

    Amazon sta cambiando

    Quando dobbiamo fare acquisti online senza dubbio uno dei primi siti che ci verrá in mente per i nostri acquisti é Amazon, leader di mercato in tantissimi paesi grazie a consegne veloci, gratuite e un servizio clienti particolarmente efficiente.

    Ma questo gigante sta cambiando, aggiungendo o togliendo funzionalitá per offrire servizi innovativi che possano soddisfare sempre meglio la clientela evitando che possa rivolgersi alla concorrenza, sia per ridurre la propria impronta ambientale che per ridurre i propri costi evitando di dover aumentare i prezzi o eliminare quelle caratteristiche che lo hanno reso famoso.

    Un esempio é la recente decisione di eliminare il servizio Prime Prova Prima Paga Poi, quella funzionalitá dedicata agli utenti Prime che permetteva di farci arrivare a casa sino a 7 capi di abbigliamento che si potevano provare gratuitamente rimandando indietro quelli indesiderati e pagando solo quelli che si voleva tenere.

    package from amazon prime carried by the delivery man

    Era un funzionalitá utile per chi era indeciso sulla taglia, sul colore o sulla vestibilitá del capo e che quindi poteva provare alcune alternative trattenendo solo quella preferita come accade nei negozi fisici, nata per contrastare e-commerce specializzati come Zalando che hanno fatto della gestione dei resi gratuiti un proprio elemento distintivo.

    Ma gestire un reso ha costi importanti per la logistica, oltre che per l’ambiente quindi un servizio del genere presuppone l’utilizzo di scatole, che Amazon sta cercando di eliminare quando possibile nei propri ordini, oltre ai costi di spedizione, dato che un servizio del genere presuppone sempre un reso, a differenza di un ordine normale dove il reso viene fatto solo se strettamente necessario. E questo spiega perché per gli ordini di basso valore il popolare e-commerce spesso ci rimborsa il prezzo pagato senza richiedere indietro il prodotto.
    Per sostituire questo servizio ha inserito dei sistemi di camerini virtuali che funzionano tramite la app sul cellulare per provare la vestibilitá dei capi senza averli fisicamente in mano, oltre a dei sistemi di intelligenza artificiale per capire quale taglia si adatta meglio al proprio corpo a seconda del brand, del modello e dei commenti degli utenti.


    Sempre in ottica di risparmiare sui costi di logistica e sull’inquinamento ha anche lanciato un programma di consegna non urgente, che prevede su una selezione di articoli uno sconto del 1% per chi sceglie di ricevere la merce in una settimana anziché nelle solite 24/48 ore. Questo ovviamente porta ad un risparmio ad Amazon perché avendo piú tempo a disposizione la merce potrà viaggiare raggruppata tra i vari magazzini riducendo il numero delle spedizioni ed evitando sistemi di spedizione veloce che costano e inquinano di piú.

    Per accedere a questa funzionalità basterà scegliere il metodo di spedizione piú lento in fase d’ordine, quando previsto. Ce ne possiamo accorgere nella scheda dell’articolo vicino al prezzo: non sempre é disponibile, dato che la disponibilitá dello sconto dipende dall’articolo scelto , dall’indirizzo e dalla tipologia dell’utente , ma quando è disponibile ci permette un piccolo risparmio su quegli articoli non essenziali che non abbiamo fretta di ricevere, come il classico articolo messo nel carrello in attesa che il prezzo si abbassi.


    Ma la consegna non urgente non è l’unica novitá di Amazon, come detto in precedenza, Amazon ha lanciato, per ora solo in America, Haul, un servizio di acquisto di prodotti economici dalla Cina raggruppati in un’unica spedizione rapida e gratuita con prezzi simili a quelli di store come Aliexpress, Temu o Shein ma con la garanzia e il servizio di Amazon.

    Insomma anche un gigante come Amazon per stare in piedi deve necessariamente cambiare ed evolversi, magari cambiando qualche servizio al quale ci eravamo abituati.