Auto e Moto

  • Il telepedaggio a consumo conviene davvero?

    Il telepedaggio a consumo conviene davvero?

    E’ notizia recente la diffusione nei supermercati, autogrill, negozi di elettronica e siti e-commerce di un nuovo apparecchio di telepedaggio a consumo di Telepass chiamato Grab&Go, acquistabile e attivabile in autonomia grazie ad una app senza bisogno di passare da call center o punti blu.

    In realtà non è cosi semplice come ci si potrebbe aspettare visto che vanno registrate le targhe, massimo due per dispositivo, e soprattutto un metodo di pagamento dato che la cifra di 29.90 euro pagata al negozio copre il costo del dispositivo che rimarrà in nostro possesso, ma non il costo del servizio, un euro al giorno, per i soli giorni di utilizzo del servizio, né i costi del pedaggio.

    Oltre al costo di acquisto del dispositivo, che rimane di nostra proprietà va inoltre aggiunto il costo di attivazione, di 20 euro, salvo promozioni.

    E alla fine non è cosi conveniente se lo si confronta con le formule a consumo della concorrenza, visto che Unipol Move fa pagare 0.50 euro al giorno , sempre per i soli giorni di utilizzo, e si pagano solo 5 euro di attivazione per l’attivazione del dispositivo in comodato.

    E il concorrente MooneyGo fa una formula differente, che può fare a caso a chi usa le autostrade solo in alcuni periodi dell’anno, dato che si pagano 2.20 euro al mese, per i soli mesi di utilizzo, più 10 euro di attivazione.

    Ma sopratutto, a meno di usare le autostrade veramente sporadicamente le formule a consumo non sono particolarmente convenienti nei confronti di una formula tradizionale.

    Infatti già con 1.50 al mese si accede al servizio base in abbonamento, e spesso il primo anno di canone viene omaggiato: nel caso di UnipolMove basta usare l’autostrada per più di 3 volte al mese per rendere conveniente il servizio base.

    Per Mooney Go il discorso dipende da quanto usiamo autostrade e servizi di telepedaggio, dato che con il servizio in abbonamento si spenderebbe 1.50 euro al mese anziché 2.20 , e si risparmiano 5 euro sull’attivazione, ma si pagano tutti i mesi indipendentemente dall’uso o meno del servizio.

    Per Telepass , nonostante i prezzi più alti, vige il ragionamento fatto per Unipol Move : con la formula ad abbonamento Telepass Sempre si spendono 3.90 euro mensili, quindi sopra i tre giorni al mese conviene l’abbonamento, e ancora di più se ci si rivolge ad un concorrente dato che pagando 1.50 al mese basta usare il telepedaggio più di una volta al mese per rendere l’abbonamento conveniente rispetto al gettone di 1 euro al giorno.

    Alla fine dipende molto dall’uso che si fa di autostrada o dei servizi di telepedaggio , utilizzandolo per esempio per pagare parcheggi , Area C di Milano o il traghetto dello stretto di Messina: se lo si usa già più di 2 volte al mese, meglio rivolgersi ad un abbonamento di uno dei nuovi operatori, più economici dello storico Telepass.

    Se invece l’uso è sporadico, e non si vuole comunque fare la fila al casello, Unipol Move è ottimo per usi occasionali , come prendere l’autostrada per raggiungere un centro commerciale o una gita fuori porta ogni tanto, mentre la formula di Money Go è utile se si usa solo in determinati periodi dell’anno , come quelli di vacanza, anche più volte nel mese.

    Voi li utilizzate? Avete lo storico Telepass o siete passati ai nuovi operatori, magari usufruendo di qualche promozione di benvenuto?

  • I motori a quattro cilindri stanno scomparendo

    I motori a quattro cilindri stanno scomparendo

    Chi é alle prese con la ricerca di un utilitaria per sostituire la propria auto con tante primavere alle spalle se ne sará accorto: rispetto ad una decina di anni fa le cose sono cambiate e di tanto.

    Dai cambi automatici sempre piú presenti alle auto elettriche ed ibride tanto reclamizzate e poco gradite dai consumatori ai listini lievitati con prezzi praticamente raddoppiati e obblighi di finanziamento e rottamazione per accedere alle scontistiche. 

    Ma una cosa fa storcere il naso ai puristi, a chi ama guidare e non vuole solo un mezzo che ti porti da un punto A a un punto B: nei segmenti piccoli e medi sono praticamente scomparse le auto a quattro cilindri, sostituite da piccoli motori a tre cilindri, spesso sovralimentati coadiuvati a volte da una parte ibrida, leggera o pesante.

    close up photo of black and silver car engine

    E non importa se si tratti della piccola utilitaria da cittá, anch’essa diventata merce rara, dove un piccolo borbottante tre cilindri potrebbe avere senso, ma anche i suv medi , nonostante la stazza, hanno sempre piú spesso un tre cilindri di piccola cilindrata, generalmente tra il 1.0 e il  1.3, dove un tempo veniva montato un 2.0 quattro cilindri.

    Questo viene fatto per un discorso di emissioni, diventato un mantra per le case costruttrici dove per evitare di dover pagare sanzioni o comprare crediti energetici sono costretti a ridurre al massimo la CO2 anche a pena di sacrificare modelli, piacere di guida o affidabilitá dei mezzi.

    Infatti il motore piú piccolo porta a consumi piú bassi nei cicli di omologazione, e quindi meno emissioni dichiarate, con la minore potenza che viene compensata da turbo o sistemi ibridi.

    Il problema é che un motore tre cilindri é meno rotondo e piú rumoroso perché naturalmente sbilanciato , quindi molto meno gradevole da guidare, nonostante gli stratagemmi per controbilanciare l’albero motore e smorzare le vibrazioni.

    smoke coming from the exhaust pipes

    Ma mettere motori piú piccoli su vetture piú pesanti, nonostante le sovralimentazioni per recuperare potenza, significa sfruttare di piú il motore e garantirgli una minore longevità.

    E se poi ci si aggiungono scelte infelici come le famigerate cinghie a bagno d’olio, che soprattutto nei famigerati motori PureTech del gruppo Stellantis , portano a richiedere intervalli di manutenzione estremamente ravvicinati per garantire il funzionamento del motore, con distribuzioni da fare ogni 30-40.000 chilometri per evitare che la cinghia si sciolga e contamini l’olio motore , ci porta ad avere macchine molto piú costose non solo da comprare che anche da mantenere.

    E come detto a voler spulciare i listini di buoni vecchi 4 cilindri rimane ben poco, almeno sulle macchine medie: a benzina si trova ancora qualche versione pepata delle macchine del gruppo Volkswagen che ancora monta il 2.0, il 1.2 Hyundai montato su alcune versioni di i20,Kia Picanto e Stonic, il 1.4 della Suzuki Vitara, il 1.6 full hybrid di Renault e gli onnipresenti 1.5 delle macchine cinesi: tutto il resto sono motori a 3 cilindri tra i mille e i millecinquecento cc.

    L’alternativa per chi vuole un quattro cilindri sarebbe quella di trovare un diesel, ma tra FAP e norme antinquinamento anche loro sono spariti dal mercato, specie nelle auto piú piccole, costringendoci ad andare almeno su berline medie dove il prezzo di listino balla ormai intorno ai 30.000 euro.

    Quindi alla fine o ci si accontenta a malincuore di un 3 cilindri, o si passa a un modello di categoria e prezzo superiore oppure ci si deve rivolgere alle auto di origine cinese.

    Infatti praticamente tutte le cinesi, e i modelli di marchi europei derivati da quelli cinesi, se non sono esclusivamente elettrici, montano un 1.5, cilindrata scelta per questioni di dazi che consente di creare motori versatili , in modo da poter utilizzare lo stesso motore con minime varianti su vetture di diverse categorie: dalle utilitarie , alle berline ai grossi suv, e che per semplicitá di costruzione e di manutenzione é un buon vecchio 4 cilindri, cosa che minimizza i rischi di dover richiedere interventi di manutenzione su macchine vendute su scala globale.

    Ci si dovrá quindi turare il naso per fare una scelta che non avremmo sicuramente fatto 10 anni fa, sia essa accontentarsi del tre cilindri, che aprire considerevolmente il portafoglio per prendere una macchina di categoria superiore o passare ad una cinese: è un qualcosa che non ci sarebbe mai passato per la testa.

    Voi state pensando di cambiare auto? Volete per forza un quattro cilindri o vi accontenterete di un frullino a 3 cilindri o addirittura di un elettrica?

  • STOP ai Diesel euro5

    STOP ai Diesel euro5

    Gli automobilisti sono purtoppo una delle categorie piú vessate dallo stato, dato che probabilmente sono le piú semplici da colpire ed ogni volta il conto si fa sempre piú pesante.

    E una delle scuse piú gettonate é quello dell’inquinamento, dove con lo scopo di imporre la cosiddetta mobilitá sostenibile, dall’auto elettrica ai mezzi pubblici o all’uso di biciclette o monopattini, si tolgono parcheggi e si mettono divieti all’ingresso delle auto.

    E l’ennesima mazzata la subiranno i proprietari di autovetture diesel Euro5 , dove dall’autunno si vedranno precluso l’ingresso in molte località del centro e nord Italia con popolazione superiore ai 30.000 abitanti.

    modern cars in auto salon

    Infatti il superamento delle soglie di inquinamento previste dalla comunità europea nella valle del Po, e in diverse localitá di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma anche centri come Roma o Firenze , per evitare delle sanzioni alle amministrazioni dovute alle procedura di infrazione europee, vedranno ribaltare il problema sugli automobilisti con il blocco degli ingressi.

    A seconda della localitá il blocco si estenderá a tutti i giorni e a tutti gli orari, mentre in altre la circolazione per questi mezzi sará libera alla sera e nei fine settimana o nel periodo estivo. 

    smoke coming from the exhaust pipes

    Viene anche introdotta la possibilitá di dotarsi, a proprie spese, di un apparecchio chiamato Move-In che monitora tramite un GPS gli ingressi e consente un certo numero di chilometri annui, nelle zone altrimenti vietate,in funzione della classe di inquinamento dell’auto, fino ad un massimo di 9.000 e che presuppone un costo di installazione e un canone mensile a carico dell’utente.

    Ovviamente chi ha scelto un mezzo diesel lo ha fatto perché fa chilometri e un limite annuo, nella migliore delle ipotesi, di 9.000 km non risolve il problema, costringendo chi vive in una zona interessata dai blocchi a dover cambiare auto.

    Quello che peró non capisce chi ha pensato questa norma é che se uno ha ancora in uso una macchina di 10 o 15 anni, probabilmente non ha i soldi per permettersene una nuova, soprattutto negli ultimi tempi dove i listini delle vetture sono praticamente raddoppiati.

    cars parked on side of the road near high rise buildings

    E se facciamo un discorso ambientale , inquina molto di piú smaltire un’auto funzionante e costruirne una nuova, piuttosto che mantenere in efficienza una esistente, considerato che la differenza di inquinamento tra una euro5 e una euro6 è ben poca, soprattutto se poi la si sostituisce con una macchina piú grande e inquinante magari rottamando una piccola utilitaria per un grosso SUV.

    Ma la cosa piú tragica è che vietare l’ingresso delle diesel euro5 non cambierá le sorti dell’inquinamento da PM10 rilevato dalle centraline, dato che le automobili contribuiscono nella ipotesi piú generosa a un 10% dell’inquinamento cittadino, con il grosso derivante da sistemi di riscaldamento e impianti industriali.

    traffic and pedestrians in cold town at sunset

    Quindi costringere le persone a cambiare auto non cambierá le sorti delle infrazioni comunitarie, anzi per assurdo potrebbe portare a piú inquinamento se si vanno a sostituire con mezzi piú grossi, dato che oramai le piccole utilitarie sono sparite dal mercato proprio a causa delle norme antinquinamento che le ha rese anti economiche per i produttori, che ora hanno a listino principalmente solo grossi SUV.

    E non pensiate che la soluzione siano le auto elettriche: chi ha un diesel lo ha scelto perché fa tanta strada e probabilmente non si puó permettere di sostituirlo con una elettrica, sia per questione di costi sia all’acquisto che alle colonnine di ricarica, che soprattutto di tempi di ricarica, quindi al piú passerá nella migliore delle ipotesi a un ibrida o a un benzina.

    E questo costo si ribalterá , come per le accise del diesel, recentemente aumentate, anche su chi non guida, visto che porteranno ad aumentare i costi di trasporto delle merci, che notoriamente viaggiano a gasolio, facendo aumentare i prezzi dei prodotti della nostra spesa.

    Purtroppo le politiche ambientali miopi di certi politici, portano a delle storture che pagheranno a caro prezzo i cittadini e che non risolvono il problema dell’inquinamento, anzi rischiano di enfatizzarlo: se a causa dell’abolizione dei parcheggi o del restringimento di una carreggiata per far spazio a una pista ciclabile, dovró stare piu tempo in auto col motore acceso inquineró di piú: probabilmente costruire piu strade e piú parcheggi migliora i valori dell’inquinamento piú che limitare gli ingressi delle euro5 diesel.

    electric cars charging on stations

    Voi cosa ne pensate? Anche voi sarete costretti a cambiare auto?

  • Cambiano le accise per diesel e benzina

    Cambiano le accise per diesel e benzina

    Dal 15 maggio una variazione normativa colpirá gli automobilisti, infatti vengono modificate le accise per diesel e benzina, con un aumento di 1,5 centesimi al litro per i diesel e una conseguente riduzione della stessa quantitá per i benzina.

    La cosa viene giustificata come una mossa per l’inquinamento ma in realtá é una scusa, dato che diesel e benzina inquinano entrambi anche se in modi differenti.

    Infatti nonostante un costo industriale piú alto il diesel é sempre costato meno in quanto sussidiato con una tassazione minore.

    Ma questi sussidi vengono visti dalla comunitá europea come ambientalmente dannosi e devono essere aboliti per poter accedere ai fondi del PNRR.

    silver and yellow fuel pump

    In realtá é un modo per fare cassa , con l’idea di equiparare gradualmente le accise di diesel e benzina entro il 2030.

    Per un privato cittadino che fa un pieno di 50 litri ogni 15 giorni questa novitá cuberá grossomodo una ventina di euro l’anno, a seconda dei consumi e della caratteristiche della macchina, che si spendono in piú per chi va a gasolio o si risparmiano se si ha un benzina, ma ovviamente per chi fá tanta strada o lavora con la macchina, che generalmente sceglie un diesel, questa novitá puó essere pesante per il portafoglio.

    Considerato che tra gli utenti privati le auto a benzina sono piú di quelle a gasolio potrebbe pure sembrare una bella notizia, ma in realtá non lo é dato che le merci viaggiano quasi esclusivamente su camion o furgoni a gasolio e questo porterá a far aumentare i costi di trasporto che si riverseranno sul costo delle merci. 

    blue and red freight truck on road

    E generalmente quando c’é un aumento dei prezzi non è strettamente proporzionale ai maggiori costi vivi, magari perché si vanno a compensare dei costi precedentemente assorbiti dai venditori , col rischio che si scateni la scintilla per un ulteriore esplosione dei prezzi, magari a fronte di costi aumentati dell’1% i prezzi sugli scaffali aumentano anche del 20%, quindi non certo un affare per le nostre tasche.

    E alla fine la cosa riguarda non solo l’automobilista che guida le auto termiche, ma anche chi va solo in elettrico o proprio neanche usa l’automobile, visto che comunque fará la spesa e si troverá a pagare di piú i beni che acquista regolarmente.  

    white car charging

    E non servirá nemmeno a incentivare l’acquisto dei veicoli elettrici, visto che chi viaggia tanto sceglie il diesel a prescindere perché non ha rivali come economia e versatilitá, nonostante gli aumenti, dato che anche volendo un elettrico tra costi e tempi di ricarica non è minimamente competitivo sulle lunghe distanze.

    Voi sapevate di questa novitá? Spenderete di piú o di meno?

  • Arriva il tempo delle gomme estive

    Arriva il tempo delle gomme estive

    Con il 15 aprile termina l’obbligo di montare le gomme invernali nei tratti di strada dove esiste la prescrizione. Questo significa che abbiamo un mese di tempo per fare il cambio e montare quelle estive, periodo che è comodo per chi fa stoccare le proprie gomme in un magazzino esterno anziché in garage per mettersi d’accordo con il gommista per il montaggio.

    Questo obbligo rimane valido sino al 15 novembre dove dovremo rimontare le invernali o avere a bordo le catene.

    Ma in realtà nonostante sia fortemente consigliato cambiarle, in alcuni casi non è obbligatorio. Infatti le gomme invernali generalmente hanno un codice di velocitá piú basso rispetto a quello previsto per le estive, ma è possibile utilizzarle grazie una deroga concessa solo nel periodo invernale, che quindi nel periodo estivo viene meno con il rischio di una multa salata (tra i 422 e i 1695 euro), il ritiro del libretto e l’obbligo di revisione.

    man looking at the police officer writing

    Ma se il codice di velocità delle gomme montate in vettura è previsto a libretto o si usano delle gomme M+S previste a libretto, spesso montate di serie su alcuni suv o fuoristrada, siamo formalmente in regola tutto l’anno.

    Il problema semmai é di sicurezza, visto che le gomme invernali nascono per le temperature basse e per la neve, ed usarle sull’asfalto caldo significa avere problemi di tenuta e di consumo precoce, a differenza delle estive adatte a temperature anche superiori ai 30 gradi.


    Un pó meglio l’uso di gomme M+S, pensate come quattro stagioni, che a seconda dei modelli riescono ad essere un compromesso accettabile tutto l’anno, magari utili per evitare l’uso di catene su vetture non catenabili in zone dove comunque nevica molto raramente, o per evitare di dover montare le catene su vetture dove l’operazione sarebbe ostica.

    Ma se abbiamo delle gomme che stanno per finire o se useremo sporadicamente l’auto in estate potrebbe anche avere senso evitare il cambio finché ci troviamo in regola per il codice della strada.

    grayscale photo of person changing car tire with an air wrench

    Ovviamente montare il tipo di gomma corretta per la stagione é la scelta migliore sia per la sicurezza che per la durata del pneumatico: al limite se ci si trova ad utilizzare generalmente l’auto in una zona dove é poco probabile che nevichi è meglio montare le gomme estive e tenere in macchina le catene o le calze da neve omologate per essere in regola e spendere il meno possibile, ed evitando di dover stoccare le gomme al cambio di stagione.


    Va fatto attenzione che le catene siano della misura corretta per la gomma che abbiamo montata e che la macchina sia catenabile, anche se dal lancio delle calze da neve omologate anche il problema della catenabilitá , oltre alle difficoltà di montaggio, vengono meno al costo di una durata limitata.

    E per l’estate possiamo anche liberare il cofano e ricordarci di rimetterle in vettura a novembre, magari per far spazio all’ombrellone per il mare.

    Voi sapevate di queste norme? Vi siete ricordati del cambio?

  • Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Quando si deve valutare che tipologia di automobile scegliere, spesso ci si affida a schede tecniche, dimensioni, caratteristiche, prezzo, tipo di alimentazione, ma si soprassiede su alcuni dettagli che possono incidere sul costo di possesso della macchina.

    Infatti generalmente valutiamo il prezzo di acquisto, gli eventuali incentivi, i consumi, la formula finanziaria con la quale acquistarla o noleggiarla, ma difficilmente penseremo al costo delle riparazioni o del valore alla rivendita a fine vita.

    E se la scelta verte su auto elettriche o ibride , dotate di costose batterie, le spese possono essere ingenti rispetto a quelle che avremmo con auto termiche.

    electric cars charging on stations

    Infatti le batterie di trazione delle auto ibride ed elettriche sono componenti parecchio costose e generalmente non riparabili, almeno ufficialmente. Questo significa che qualora necessitasse una sostituzione il costo della riparazione potrebbe superare il valore della macchina, costringendoci magari alla rottamazione di una macchina recente, con buona pace dell’ambiente, perché non economicamente conveniente.

    E se è vero che la batteria non si guasta spesso, quindi potrebbe essere un rischio accettabile da correre, quelli che possono capitare sono gli incidenti stradali, che potrebbero coinvolgere la batteria.

    E la cosa diventa importante quando ci sono di mezzo le assicurazioni, infatti le procedure delle case impongono il cambio delle batterie di trazione in caso di incidenti gravi, anche se le batterie non sono state coinvolte nell’urto. E il problema è la definizione di incidente grave che potrebbe differire tra quello che intende la casa madre e quello che l’assicurazione risarcisce.

    Infatti alcune case ritengono grave, con annessa sostituzione delle batterie di trazione, un incidente che faccia scoppiare gli airbag indipendemente dal fatto che le batterie siano state coinvolte, in modo da tutelarsi contro possibili malfunzionamenti dopo la riparazione.

    man fixing vehicle engine

    Ma le assicurazioni generalmente pagano sino al valore dell’auto, quindi se la macchina vale 15.000 euro e la sola sostituzione delle batterie costa 30.000 l’assicurazione liquiderá il valore dell’auto usata, lasciandoci nei problemi anche se la colpa dell’incidente è dell’altro veicolo.

    Proprio per la presenza di batterie, componentistica elettronica sofisticata e l’obbligo di corsi di formazione e patentini per poter intervenire la riparazione delle auto elettriche é piú costosa, e il rischio della sostituzione delle batterie che rende antieconomiche alcune riparazioni fá si che il valore dell’usato sia relativamente basso, cosa che accentua il problema del costo di liquidazione dei danni da parte delle assicurazioni.

    Inoltre il valore del pacco batterie le rende particolarmente appetibili per i ladri, infatti molti proprietari di auto elettriche o ibride si sono trovati la macchina aperta per smontare il pacco batterie con costi abnormi per il ripristino, oltre a tempi di attesa importanti dato che si tratta di ricambi non sempre reperibili con facilitá.

    Questo porta alla necessitá di dotarsi di polizze contro il furto e che contemplino anche il furto della batteria, pena rischiare di doversi accollare la spesa in caso ci venisse rubata o peggio di dover rottamare la macchina dopo il furto in quanto potrebbe rivelarsi antieconomica sostituirla.

    white car charging

    Alla fine si tratta di eventi sfortunati che capiteranno statisticamente a pochi, ma che potrebbero diventare particolarmente importanti per il nostro portafoglio, specie se stiamo ancora pagando le rate della macchina e siamo costretti a doverne ricomprare un’altra a seguito di questi eventi, e nonostante la colpa non sia la nostra.

    Voi cosa ne pensate? Avete messo in conto anche questa eventualitá nella scelta della macchina?

  • Comprare un auto diventa sempre piú difficile

    Comprare un auto diventa sempre piú difficile

    Chi ha necessità di cambiare auto se ne è accorto facendo qualche giro per siti, concessionari e rivenditori di auto: i prezzi delle autovetture sono aumentati considerevolmente, rendendo problematico l’acquisto anche di una modesta utilitaria.

    Infatti negli ultimi 5/7 anni i prezzi delle vetture, vuoi per crisi varie, vuoi per le nuove normative per sicurezza e inquinamento, vuoi per nuovi dazi e tasse, vuoi per certe dotazioni divenute obbligatorie , vuoi spingere l’acquisto delle auto elettriche sono pressoché raddoppiati, e la piccola utilitaria che mediamente costava intorno ai 10-12.000 euro ora ne costa almeno 20.000 che aumentano anche considerevolmente se si scelgono versioni con qualche optional non compreso nella base.

    black coupes

    E lo stesso vale per vetture di categorie superiore dove la classica berlina media o il piccolo suv che si portava a casa tranquillamente per meno di 20.000 euro si fa fatica a pagarlo meno di 35.000, per non parlare di mezzi piú grandi o lussuosi dove ormai facilmente si arriva a prezzi a 6 cifre.

    E ovviamente se il prezzo del nuovo sale anche quello dell’usato si comporta di conseguenza, con vetture che avremmo definito rottami invendibili, con parecchi anni o chilometri sulle spalle venduti al prezzo delle vetture aziendali o seminuove di qualche anno fa, e con usati decenti che rischiano di essere venduti a piú di quanto li aveva acquistati il precedente proprietario.

    row of parked cars at a dealership lot

    E basta vedere gli annunci delle vetture usate per renderci conto che probabilmente non vale neanche la pena imbarcarsi nell’acquisto di una macchina vetusta solo per poter rientrare nel budget, col rischio di dover spendere cifre importanti dal meccanico dopo qualche tempo.

    La soluzione potrebbe essere turarsi il naso e aprire il portafoglio per acquistare una vettura nuova, magari di classe inferiore per spendere meno, ma anche lì le cose non sono tutte rose e fiori soprattutto se si cerca di risparmiare qualcosa.

    modern cars in auto salon

    Infatti coi prezzi alle stelle si deve necessariamente trovare qualche modo per risparmiare: ad esempio rinunciare a qualche optional, scendere di categoria o comprare un prodotto di un marchio meno costoso, come alcuni marchi low cost o di origine cinese.

    Oppure ancora rincorrere le promozioni, girando per concessionari alla ricerca del prezzo migliore, ma anche qui quelle poche disponibili hanno ormai delle condizioni capestro, dato che sono vincolate sempre a finanziamenti obbligatori dai tassi di interesse particolarmente esosi e spesso alla rottamazione o alla permuta di una macchina usata.

    a white sports utility vehicle on the brick road

    E pure il finanziamento obbligatorio necessario per accedere allo sconto che porta il prezzo di listino a valori piú accettabili, generalmente non è un normale finanziamento con un anticipo e un certo numero di rate, dopo il quale si diventa proprietari dell’auto, ma delle formule a valore futuro garantito, dove si versa un anticipo piú o meno sostanzioso, magari dando in permuta la propria automobile, delle piccole rate per qualche anno terminate le quali si puó decidere se pagare una maxi rata per estinguere il debito o rendere la macchina, magari per sostituirla con una nuova attivando un nuovo finanziamento.

    Ovviamente renderla significa aver buttato i propri soldi, dato che usare per  2 o 3 anni la macchina ci sará costato circa la metá del prezzo di listino, quindi si è portati o a riscattarla pagando l’altra metá: probabilmente dovendo accendere un nuovo finanziamento perché potremmo non avere a disposizione quella somma o a finire comunque nelle grinfie del concessionario per l’acquisto di una nuova auto: in pratica comprare un’auto a prezzo scontato significa rischiare di dover fare 2 finanziamenti e pure a tassi sfavorevoli che probabilmente eroderanno tutto o buona parte dello sconto sul prezzo di listino che ci è stato accordato.

    man driving the red vehicle

    Comprare un auto diventa quindi una faccenda parecchio costosa, che sarebbe preferibile evitare, a meno di necessità, valutando magari di tenere o riparare la propria anziché imbarcarsi in finanziamenti e costi sempre meno sostenibili. 

    Voi cosa ne pensate? Preferite un usato a prezzi rincarati o comunque mettere delle rate e acquistare una vettura nuova?

  • Conviene cambiare auto?

    Conviene cambiare auto?

    Se avete la macchina dal meccanico e si prospetta un conto salato, o se vista l’etá state facendo visita alle officine troppo spesso, o avete il cruscotto che sembra un albero di natale con le varie spie dei guasti accese, o anche se il finanziamento della macchina è prossimo alla scadenza vi sará venuto in mente che il momento possa essere propizio per cambiare auto.

    E se in passato l’idea  sarebbe stata corretta coi prezzi delle auto aumentate a dismisura il ragionamento potrebbe cambiare.

    Infatti basta consultare i listini e accorgerci che rispetto a un 5/7 anni fa la stessa macchina costa praticamente il doppio: se fino a pochi anni fa con 20.000 euro si portava a casa un suv o una berlina media di un certo prestigio nuova, oggi con la stessa cifra si fá fatica a comprare un’utilitaria come una Panda o una Clio.

    E ovviamente se aumenta il prezzo del nuovo di conseguenza anche i prezzi dell’usato si adeguano di conseguenza, con utilitarie di 10/12 anni vendute in salone a 8/10.000 euro, cifra con la quale sino a poco tempo fá si poteva portare a casa un usato fresco o un’aziendale con al massimo tre o quattro anni di vita.

    shaking hands over car

    Infatti tra normative antinquinamento, obblighi di adozione di sistemi di aiuto alla guida, omologazioni varie e multe per la cO2 al costruttore produrre la stessa auto costa molto di piú, inoltre il cercare di imporre per legge la mobilitá elettrica sta peggiorando le cose perché i maggiori investimenti richiesti vengono ribaltati sui listini non solo delle auto elettriche ma anche di quelle termiche.

    Inoltre per evitare penalizzazioni dovute alla scarsa vendita di elettriche, poco richieste dalle masse per via del prezzo e della minore versatilitá nell’utilizzo i costruttori stanno limitando la vendita di auto termiche, facendo sparire modelli particolarmente richiesti o aumentando i listini per disincentivare le vendite delle termiche in favore delle elettriche.

    E se si vendono meno termiche da nuove, aumenta la richiesta nel mercato dell’usato coi prezzi saliti ormai alle stelle.

    man fixing vehicle engine

    Questo significa che cambiare auto, sia sul nuovo che sull’usato diventa molto meno conveniente, ad esempio se si vuole ricontrattare un finanziamento ridando dentro la macchina attuale per una nuova della stessa categoria la rata aumenterebbe considerevolmente rendendo sicuramente piú conveniente riscattarla piuttosto che cambiarla, a meno di sceglierne una di categoria inferiore.

    Stessa cosa se si ha un leasing o un noleggio a lungo termine, con l’aggravante della modifica alla legge sul fringe benefit che rende conveniente allungare i contratti vecchi piuttosto che immatricolare un’auto nuova.

    Ma anche se voglessino cambiare auto per sfizio potremmo accorgerci che ci servirá un budget molto piú importante a parità di tipologia di automobile, e se le nostre entrate non sono aumentate almeno quanto gli aumenti dei listini saremo costretti a fare qualche rinuncia.

    Peggio ancora se dobbiamo cambiare auto per necessitá: se abbiamo una macchina con tanti anni e magari chilometri sulle spalle fino a qualche tempo fá probabilmente al primo guasto importante l’avremmo rottamata e sostituita con un nuovo grazie agli incentivi , ora probabilmente conviene investire qualche soldo e farla riparare: magari sino a qualche anno fá spendere 2 o 3 mila euro di riparazioni su una macchina di dieci anni sarebbe stata una scelta poco saggia, ma coi prezzi del nuovo, ma anche dell’usato, la cosa ha molto piú senso specie se si considera che conosciamo la nostra macchina piú di una sostituta presa usata e che con la cifra della riparazione non porteremo a casa neanche la piú squallida delle macchinette per neopatentati che prima venivano quasi regalate o cedute al solo costo del passaggio di proprietá per accedere agli incentivi per la rottamazione.

    E prenderla nuova significa fare sacrifici importanti, dato che gli stipendi sono praticamente fermi contrariamente ai listini delle auto, e anche accedendo a qualche agevolazione si porta a casa un auto infarcita di elettronica e con una qualitá tendenzialmente piú bassa rispetto alla media delle auto che circolavano anche solo una decina di anni fa con il rischio di trovarsi con un auto nuova poco affidabile, rischiando pure di avere problemi a reperire i ricambi se si é optato per qualche marchio esotico per risparmiare qualcosa sul prezzo di acquisto.

     Alla fine della fiera finché si puó é meglio tenersi stretta una macchina con qualche anno alle spalle, pagata coi listini vecchi, anche a costo di spendere qualcosa di piú in manutenzione.

  • Arriva il nuovo codice della strada

    Arriva il nuovo codice della strada

    Come avrete sicuramente sentito nei media è passata la riforma del codice della strada che introduce alcune novitá nell’uso dei nostri veicoli e che soprattutto inasprisce le sanzioni a violazioni molto comuni, consentendo a stato e enti pubblici di far cassa sui poveri cittadini che a causa di lievi mancanze possono trovarsi a pagare multe di centinaia di euro o a vedersi sospesa la patente.

    Nonostante sia stata presentata come favorevole all’automobilista, indorando la pillola con qualche regola per il posizionamento degli autovelox che dovrebbe eliminare qualcuno di quelli a tradimento o la cumulabilitá delle multe prese nell’arco di un’ora, si sono alzate le multe e soprattutto é ora prevista la sospensione della patente tra i 15 e i 30 giorni e una multa aggiuntiva di 220 euro per chi supera i limiti tra i 10 e i 40 km/h in cittá per almeno 2 volte l’anno.

    Ma non è la sola infrazione comune che puó costare cara all’automobilista, dato che é stata data una stretta alla guida in stato di ebbrezza, con multe che partono dai 573 ai 6000 euro, decurtazione di 10 punti, sospensione della patente tra i 3 e i 24 mesi e detenzione con tasso alcolemico superiore a 0.8 g/l. Inoltre per i recidivi è previsto il divieto assoluto di assunzione di alcolici alla guida con obbligo di alcolock, dispositivo che impedisce l’avvio dell’auto se si è bevuto alcolici, con ulteriori multe in caso venga disattesa questa disposizione.

    Altra infrazione comune che subisce una stangata é l’uso di cellulari o dispositivi elettronici alla guida con multa che ora passa da un minimo di 250 euro ai 1400 euro in caso di recidiva, a cui si aggiunge la sospensione della patente tra i 7 e i 15 giorni se si hanno meno di 20 punti sulla patente.

    Aumentano le multe anche per il divieto di sosta, soprattutto per chi parcheggia negli stalli per disabili senza averne diritto o nelle fermate dei mezzi pubblici con sanzioni che praticamente vengono raddoppiate, ad esempio posteggiare nello spazio disabili passa da 165 a 330 euro, sostare in una preferenziale o nella fermata dei bus passa da 87 a 165 euro.

    Anche la guida sotto stupefacenti diventa particolarmente sanzionata, dato che la sospensione verrá comminata giá dopo il primo test, quindi senza la conferma in ospedale, cosa che porta alla revoca della patente e al conseguente divieto di conseguirla per 3 anni.

    Novitá per i monopattini, che avranno l’obbligo di casco e assicurazione, non potranno piú circolare su piste ciclabili, aree pedonali, contromano o parcheggiare nei marciapiedi.

    Qualche novitá anche per le moto 125 che ora potranno circolare in autostrada, per l’introduzione della una safety car alla quale accodarsi in caso di incidenti o cantieri in autostrada e per i sorpassi ai ciclisti che dovranno essere fatti lasciando 1,5 metri di spazio.

    Cambiano le regole anche per i neopatentati, che se da una parte appena conseguita la patente potranno guidare auto un pó piú potenti (75 kW per tonnellata o 142 cv per le autovetture), dovranno sottostare alle limitazioni per 3 anni anziché 1.

    Si inaspriscono le pene per l’abbandono di animali in strada (multe tra i 1000 e i 10.000 euro e un anno di detenzione), sempre che l’abbandono non causi incidenti con morti o lesioni, dato che in quel caso scattano le pene per omicidio stradale.

    Insomma un pó di ulteriore burocrazia che si aggiunge, pene piú severe, introduzione di sospensioni della patente anche per infrazioni tutto sommato lievi, e soprattutto multe importanti per infrazioni comuni, dato che 330 euro per un divieto di sosta, 573 euro per aver bevuto una birra di troppo o 250 euro per aver dimenticato a casa il vivavoce si fanno sentire.

    Voi ne eravate a conoscenza? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti

  • E’ la fine delle auto in Europa

    E’ la fine delle auto in Europa

    Come avrete sentito dai giornali i tempi sono grami per i produttori automobilistici europei con Volkswagen che valuta la chiusura di 3 stabilimenti in Germania, la riduzione di stipendi e forza lavoro.

    Ma anche le altre case automobilistiche non se la passano meglio, con cali di produzione e tagli del personale previsto per molti e voci di fusioni tra marchi per cercare di ridurre le spese.

    Il motivo del problema è il combinato disposto dei turbamenti geopolitici in atto e delle politiche green particolarmente stringenti mosse piú per ideologia che non reale necessitá e che stanno producendo danni irreversibili a tutto il comparto automobilistico.

    Infatti il voler tagliare i ponti con la Russia, fornitore principale di energia a basso costo della Germania, ma anche di molti paesi europei unito alla scellerata idea di mettere fuori servizio le centrali nucleari tedesche ha reso il paese teutonico particolarmente fuori mercato nei settori manifatturieri esosi di energia come l’auto, ed essendo la Germania il traino dell’economia europea i suoi problemi contagiano le economie di tutti gli altri paesi della comunitá.

    A questo si aggiunge il diktat europeo che vuole bandire le auto a combustione, di cui l’europa era leader di mercato, impedendo l’immatricolazione dopo il 2035 per sostituirle con quelle elettriche , principalmente prodotte o fortemente dipendenti dalla componentistica cinese, regalandogli di fatto un comparto trainante per la nostra economia, quello automotive che comprende oltre alla produzione di auto, anche l’ingegneria , la produzione di componentistica, i servizi per la logistica,  la vendita e la manutenzione.

    Il problema è che le automobili elettriche sono perlopiù sgradite agli acquirenti, vuoi per il costo piú alto rispetto alle termiche, vuoi per la mancanza di colonnine di ricarica, vuoi per i costi per il rifornimento o per le tempistiche necessarie alla ricarica che ne fanno un prodotto che complica la vita degli utenti anziché facilitarla, col risultato che se ne vendono ben poche, molte meno di quelle che le case automobilistiche europee speravano di piazzare.

    E a poco sono servite mosse assurde come il tassare eccessivamente le auto piú inquinanti o addirittura diminuire la produzione di auto termiche, come dichiarato da poco da Stellantis probabilmente per drogare le statistiche,  per cercare di forzare la mano agli acquirenti: l’utente medio non vuole le macchine elettriche, e se proprio è costretto compra quelle cinesi che costano meno o al limite quelle ibride.

    Il risultato inevitabile è la crisi del mercato, e l’ultima genialata è l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi, inguaiando i produttori europei che per i dazi di ritorsione non riusciranno a vendere le loro auto nel mercato cinese, molto piú importante di quello europeo e che ha spinto, sempre per ritorsione, a bloccare gli investimenti sul territorio europeo delle aziende cinesi interessate a produrre in europa uccidendo la speranza di salvare le fabbriche esistenti e gli operai dalla chiusura vendendo gli stabilimenti ai produttori della grande muraglia.

    Alla fine rimarremo senza auto e senza industria, probabilmente mantenendo una piccola produzione di nicchia ad alto costo e importando il resto a prezzi maggiorati dalla Cina.

    In pratica un’operazione suicida dettata dalla volontà di assecondare ingerenze straniere o utopistiche visioni del mondo che nessun altro rispetta ponendoci da soli in una condizione di mercato più che sfavorevole.

    Voi cosa ne pensate? Avremo ancora produttori europei o il mercato si ridimensionerá fino a scomparire?