Auto e Moto

  • Conviene cambiare auto?

    Conviene cambiare auto?

    Se avete la macchina dal meccanico e si prospetta un conto salato, o se vista l’etá state facendo visita alle officine troppo spesso, o avete il cruscotto che sembra un albero di natale con le varie spie dei guasti accese, o anche se il finanziamento della macchina è prossimo alla scadenza vi sará venuto in mente che il momento possa essere propizio per cambiare auto.

    E se in passato l’idea  sarebbe stata corretta coi prezzi delle auto aumentate a dismisura il ragionamento potrebbe cambiare.

    Infatti basta consultare i listini e accorgerci che rispetto a un 5/7 anni fa la stessa macchina costa praticamente il doppio: se fino a pochi anni fa con 20.000 euro si portava a casa un suv o una berlina media di un certo prestigio nuova, oggi con la stessa cifra si fá fatica a comprare un’utilitaria come una Panda o una Clio.

    E ovviamente se aumenta il prezzo del nuovo di conseguenza anche i prezzi dell’usato si adeguano di conseguenza, con utilitarie di 10/12 anni vendute in salone a 8/10.000 euro, cifra con la quale sino a poco tempo fá si poteva portare a casa un usato fresco o un’aziendale con al massimo tre o quattro anni di vita.

    shaking hands over car

    Infatti tra normative antinquinamento, obblighi di adozione di sistemi di aiuto alla guida, omologazioni varie e multe per la cO2 al costruttore produrre la stessa auto costa molto di piú, inoltre il cercare di imporre per legge la mobilitá elettrica sta peggiorando le cose perché i maggiori investimenti richiesti vengono ribaltati sui listini non solo delle auto elettriche ma anche di quelle termiche.

    Inoltre per evitare penalizzazioni dovute alla scarsa vendita di elettriche, poco richieste dalle masse per via del prezzo e della minore versatilitá nell’utilizzo i costruttori stanno limitando la vendita di auto termiche, facendo sparire modelli particolarmente richiesti o aumentando i listini per disincentivare le vendite delle termiche in favore delle elettriche.

    E se si vendono meno termiche da nuove, aumenta la richiesta nel mercato dell’usato coi prezzi saliti ormai alle stelle.

    man fixing vehicle engine

    Questo significa che cambiare auto, sia sul nuovo che sull’usato diventa molto meno conveniente, ad esempio se si vuole ricontrattare un finanziamento ridando dentro la macchina attuale per una nuova della stessa categoria la rata aumenterebbe considerevolmente rendendo sicuramente piú conveniente riscattarla piuttosto che cambiarla, a meno di sceglierne una di categoria inferiore.

    Stessa cosa se si ha un leasing o un noleggio a lungo termine, con l’aggravante della modifica alla legge sul fringe benefit che rende conveniente allungare i contratti vecchi piuttosto che immatricolare un’auto nuova.

    Ma anche se voglessino cambiare auto per sfizio potremmo accorgerci che ci servirá un budget molto piú importante a parità di tipologia di automobile, e se le nostre entrate non sono aumentate almeno quanto gli aumenti dei listini saremo costretti a fare qualche rinuncia.

    Peggio ancora se dobbiamo cambiare auto per necessitá: se abbiamo una macchina con tanti anni e magari chilometri sulle spalle fino a qualche tempo fá probabilmente al primo guasto importante l’avremmo rottamata e sostituita con un nuovo grazie agli incentivi , ora probabilmente conviene investire qualche soldo e farla riparare: magari sino a qualche anno fá spendere 2 o 3 mila euro di riparazioni su una macchina di dieci anni sarebbe stata una scelta poco saggia, ma coi prezzi del nuovo, ma anche dell’usato, la cosa ha molto piú senso specie se si considera che conosciamo la nostra macchina piú di una sostituta presa usata e che con la cifra della riparazione non porteremo a casa neanche la piú squallida delle macchinette per neopatentati che prima venivano quasi regalate o cedute al solo costo del passaggio di proprietá per accedere agli incentivi per la rottamazione.

    E prenderla nuova significa fare sacrifici importanti, dato che gli stipendi sono praticamente fermi contrariamente ai listini delle auto, e anche accedendo a qualche agevolazione si porta a casa un auto infarcita di elettronica e con una qualitá tendenzialmente piú bassa rispetto alla media delle auto che circolavano anche solo una decina di anni fa con il rischio di trovarsi con un auto nuova poco affidabile, rischiando pure di avere problemi a reperire i ricambi se si é optato per qualche marchio esotico per risparmiare qualcosa sul prezzo di acquisto.

     Alla fine della fiera finché si puó é meglio tenersi stretta una macchina con qualche anno alle spalle, pagata coi listini vecchi, anche a costo di spendere qualcosa di piú in manutenzione.

  • Arriva il nuovo codice della strada

    Arriva il nuovo codice della strada

    Come avrete sicuramente sentito nei media è passata la riforma del codice della strada che introduce alcune novitá nell’uso dei nostri veicoli e che soprattutto inasprisce le sanzioni a violazioni molto comuni, consentendo a stato e enti pubblici di far cassa sui poveri cittadini che a causa di lievi mancanze possono trovarsi a pagare multe di centinaia di euro o a vedersi sospesa la patente.

    Nonostante sia stata presentata come favorevole all’automobilista, indorando la pillola con qualche regola per il posizionamento degli autovelox che dovrebbe eliminare qualcuno di quelli a tradimento o la cumulabilitá delle multe prese nell’arco di un’ora, si sono alzate le multe e soprattutto é ora prevista la sospensione della patente tra i 15 e i 30 giorni e una multa aggiuntiva di 220 euro per chi supera i limiti tra i 10 e i 40 km/h in cittá per almeno 2 volte l’anno.

    Ma non è la sola infrazione comune che puó costare cara all’automobilista, dato che é stata data una stretta alla guida in stato di ebbrezza, con multe che partono dai 573 ai 6000 euro, decurtazione di 10 punti, sospensione della patente tra i 3 e i 24 mesi e detenzione con tasso alcolemico superiore a 0.8 g/l. Inoltre per i recidivi è previsto il divieto assoluto di assunzione di alcolici alla guida con obbligo di alcolock, dispositivo che impedisce l’avvio dell’auto se si è bevuto alcolici, con ulteriori multe in caso venga disattesa questa disposizione.

    Altra infrazione comune che subisce una stangata é l’uso di cellulari o dispositivi elettronici alla guida con multa che ora passa da un minimo di 250 euro ai 1400 euro in caso di recidiva, a cui si aggiunge la sospensione della patente tra i 7 e i 15 giorni se si hanno meno di 20 punti sulla patente.

    Aumentano le multe anche per il divieto di sosta, soprattutto per chi parcheggia negli stalli per disabili senza averne diritto o nelle fermate dei mezzi pubblici con sanzioni che praticamente vengono raddoppiate, ad esempio posteggiare nello spazio disabili passa da 165 a 330 euro, sostare in una preferenziale o nella fermata dei bus passa da 87 a 165 euro.

    Anche la guida sotto stupefacenti diventa particolarmente sanzionata, dato che la sospensione verrá comminata giá dopo il primo test, quindi senza la conferma in ospedale, cosa che porta alla revoca della patente e al conseguente divieto di conseguirla per 3 anni.

    Novitá per i monopattini, che avranno l’obbligo di casco e assicurazione, non potranno piú circolare su piste ciclabili, aree pedonali, contromano o parcheggiare nei marciapiedi.

    Qualche novitá anche per le moto 125 che ora potranno circolare in autostrada, per l’introduzione della una safety car alla quale accodarsi in caso di incidenti o cantieri in autostrada e per i sorpassi ai ciclisti che dovranno essere fatti lasciando 1,5 metri di spazio.

    Cambiano le regole anche per i neopatentati, che se da una parte appena conseguita la patente potranno guidare auto un pó piú potenti (75 kW per tonnellata o 142 cv per le autovetture), dovranno sottostare alle limitazioni per 3 anni anziché 1.

    Si inaspriscono le pene per l’abbandono di animali in strada (multe tra i 1000 e i 10.000 euro e un anno di detenzione), sempre che l’abbandono non causi incidenti con morti o lesioni, dato che in quel caso scattano le pene per omicidio stradale.

    Insomma un pó di ulteriore burocrazia che si aggiunge, pene piú severe, introduzione di sospensioni della patente anche per infrazioni tutto sommato lievi, e soprattutto multe importanti per infrazioni comuni, dato che 330 euro per un divieto di sosta, 573 euro per aver bevuto una birra di troppo o 250 euro per aver dimenticato a casa il vivavoce si fanno sentire.

    Voi ne eravate a conoscenza? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti

  • E’ la fine delle auto in Europa

    E’ la fine delle auto in Europa

    Come avrete sentito dai giornali i tempi sono grami per i produttori automobilistici europei con Volkswagen che valuta la chiusura di 3 stabilimenti in Germania, la riduzione di stipendi e forza lavoro.

    Ma anche le altre case automobilistiche non se la passano meglio, con cali di produzione e tagli del personale previsto per molti e voci di fusioni tra marchi per cercare di ridurre le spese.

    Il motivo del problema è il combinato disposto dei turbamenti geopolitici in atto e delle politiche green particolarmente stringenti mosse piú per ideologia che non reale necessitá e che stanno producendo danni irreversibili a tutto il comparto automobilistico.

    Infatti il voler tagliare i ponti con la Russia, fornitore principale di energia a basso costo della Germania, ma anche di molti paesi europei unito alla scellerata idea di mettere fuori servizio le centrali nucleari tedesche ha reso il paese teutonico particolarmente fuori mercato nei settori manifatturieri esosi di energia come l’auto, ed essendo la Germania il traino dell’economia europea i suoi problemi contagiano le economie di tutti gli altri paesi della comunitá.

    A questo si aggiunge il diktat europeo che vuole bandire le auto a combustione, di cui l’europa era leader di mercato, impedendo l’immatricolazione dopo il 2035 per sostituirle con quelle elettriche , principalmente prodotte o fortemente dipendenti dalla componentistica cinese, regalandogli di fatto un comparto trainante per la nostra economia, quello automotive che comprende oltre alla produzione di auto, anche l’ingegneria , la produzione di componentistica, i servizi per la logistica,  la vendita e la manutenzione.

    Il problema è che le automobili elettriche sono perlopiù sgradite agli acquirenti, vuoi per il costo piú alto rispetto alle termiche, vuoi per la mancanza di colonnine di ricarica, vuoi per i costi per il rifornimento o per le tempistiche necessarie alla ricarica che ne fanno un prodotto che complica la vita degli utenti anziché facilitarla, col risultato che se ne vendono ben poche, molte meno di quelle che le case automobilistiche europee speravano di piazzare.

    E a poco sono servite mosse assurde come il tassare eccessivamente le auto piú inquinanti o addirittura diminuire la produzione di auto termiche, come dichiarato da poco da Stellantis probabilmente per drogare le statistiche,  per cercare di forzare la mano agli acquirenti: l’utente medio non vuole le macchine elettriche, e se proprio è costretto compra quelle cinesi che costano meno o al limite quelle ibride.

    Il risultato inevitabile è la crisi del mercato, e l’ultima genialata è l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi, inguaiando i produttori europei che per i dazi di ritorsione non riusciranno a vendere le loro auto nel mercato cinese, molto piú importante di quello europeo e che ha spinto, sempre per ritorsione, a bloccare gli investimenti sul territorio europeo delle aziende cinesi interessate a produrre in europa uccidendo la speranza di salvare le fabbriche esistenti e gli operai dalla chiusura vendendo gli stabilimenti ai produttori della grande muraglia.

    Alla fine rimarremo senza auto e senza industria, probabilmente mantenendo una piccola produzione di nicchia ad alto costo e importando il resto a prezzi maggiorati dalla Cina.

    In pratica un’operazione suicida dettata dalla volontà di assecondare ingerenze straniere o utopistiche visioni del mondo che nessun altro rispetta ponendoci da soli in una condizione di mercato più che sfavorevole.

    Voi cosa ne pensate? Avremo ancora produttori europei o il mercato si ridimensionerá fino a scomparire?

  • Auto usate: come evitare le truffe

    Auto usate: come evitare le truffe

    Ciao amici del risparmio, se abbiamo in mente di acquistare un’auto usata sappiamo che la fregatura puó essere sempre dietro l’angolo, specie se abbiamo adocchiato online una macchina venduta lontano da casa da un venditore a noi sconosciuto.

    Sicuramente esistono dei campanelli di allarme per fiutare eventuali fregature e pure qualche strumento utile per aiutarci, così come dei trucchi del mestiere dei venditori per nascondere le magagne.

    Diciamo che le problematiche che possiamo incontrare piú spesso sono le truffe dove il venditore punta alla vostra caparra cercando di vendervi una macchina inesistente oppure le macchine schilometrate o ringiovanite ad arte per farvi acquistare a prezzo maggiorato una macchina difficilmente vendibile.

    Il primo caso é quello peggiore in cui possiate incappare perché rischiate di sborsare una cifra considerevole e rimanere con un pugno di mosche in mano, anziché con la fiammante autovettura venduta a un prezzo d’occasione.

    La trappola generalmente é servita da piccoli rivenditori con un interessante parco macchine vendute a condizioni particolarmente favorevoli rispetto al prezzo di mercato, magari giustificato da una promozione per l’apertura del nuovo punto vendita: il problema é che quelle macchine che avete visto e provato nel salone non sono di proprietá del rivenditore e una volta versata la caparra per l’acquisto, magari pure saldate, non vi verranno mai consegnate : in un primo periodo si inventeranno delle scuse per giustificare il ritardo, poi il responsabile si fará negare, e quando sará piú possibile prendere tempo il salone scomparirá dal giorno alla notte, lasciando i malcapitati clienti sia senza auto che senza soldi, dato che le stesse macchine saranno verosimilmente state vendute a piú persone. Il problema diventerá poi recuperare il maltolto, dato che probabilmente il salone sará intestato ad una testa di legno nullatenente, quindi anche andando in causa sará difficile recuperare i soldi versati.

    E se magari avete venduto la vecchia macchina per poter pagare la caparra di quella nuova vi troverete senza auto e senza soldi.

    Quindi prezzi particolarmente sotto mercato, aziende o sedi nuove e pochi feedback sul venditore sono sicuramente dei campanelli di allarme: soprattutto in un periodo dove la richiesta di auto usate non manca vedersi proporre una macchina di lusso, con pochi chilometri a diverse migliaia di euro in meno dal prezzo medio di mercato è quantomeno sospetto, anche perché non si tratta di un privato che potrebbe avere fretta di vendere e quindi accontentarsi di una cifra piú bassa, ma di un operatore professionale che in teoria non ha bisogno di queste azioni per riuscire a fare una vendita.

    Altra fregatura in cui si puó incappare é trovarsi a comprare una macchina sensibilmente differente da come ci é stata presentata, e magari accorgersi del problema dopo il passaggio di proprietá, in questo caso il rischio sará quello di aver strapagato la macchina e magari di dover sostenere delle spese di manutenzione impreviste, ma almeno non saremo a piedi.

    E le magagne che si possono celare sono incidenti anche gravi occorsi alla vettura, magari riparati in economia e non a regola d’arte che potrebbero incidere sulla sicurezza o sull’affidabilitá della vettura oppure il piú classico schilometraggio, dove il venditore con qualche trucco del mestiere ringiovanisce la vettura e facendo segnare al tachimetro molti chilometri in piú di quelli effettivamente percorsi trasforma agli occhi dell’acquirente una macchina che sarebbe stata poco appetibile perché a fine vita in una ghiotta occasione, ma che probabilmente riserverá noie meccaniche a causa dell’usura.

    C’è da dire che vendere una macchina schilometrata non è illegale se viene specificato in fase di trattativa che i chilometri indicati differiscono da quelli reali, ma il venditore furbetto giocando con le parole e con le scartoffie che vi fará firmare alla consegna puó far risultare di avervi avvertiti della difformitá per evitare di dovervi risarcire.

    Così come non è detto che una macchina con tanti chilometri si possa rompere piú facilmente di una piú fresca, a volte anche la manutenzione ricevuta e l’utilizzo fanno la differenza, e per quello anche una macchina con centinaia di migliaia di chilometri puó sembrare piú giovane di una con qualche decina ma trattata male.

    man fixing vehicle engine

    Ma come accorgersi della cosa? Sicuramente un’esame visivo accurato ci permette di notare dell’usura poco compatibile coi chilometri dichiarati così come un esame delle parti piú nascoste o il controllo dello spessore della verniciatura con uno spessimetro puó rivelare una riparazione di carrozzeria, ma anche ad un occhio esperto alcuni particolari possono sfuggire o essere volutamente camuffati, magari sostituendo volante, pomello del cambio e pedali con altri meno usurati o facendo delle piccole modifiche che possono nascondere delle magagne piú grosse.

    Un sistema invece piú utile è quello di fare dei report sulla macchina in base alla targa o al numero di telaio, in modo da scovare incongruenze che possono nel caso farci desistere dall’acquisto in caso di dubbi.

    Se un primo controllo si puó fare gratuitamente verificando tramite il numero di targa il chilometraggio dichiarato nelle revisioni, questo non ci mette al sicuro da schilometrate avvenute poco prima della revisione, da problemi amministrativi o di incappare in un auto che ha avuto incidenti di grossa enitá.

    black honda hatchback on the road

    Interrogando, purtroppo a pagamento,  degli appositi archivi specializzati come Carfax o Carvertical che tengono traccia delle manutenzioni, riparazioni, furti, operazioni amministrative possiamo scovare facilmente incongruenze ed eventualmente indagare piú a fondo se siamo seriamente intenzionati ad acquistare la macchina.

    E con una spesa , mediamente di una trentina di euro, che possono ridursi sensibilmente acquistando dei pacchetti di visure, si puó evitare di buttare migliaia di euro in un acquisto sbagliato, o comunque di avere un appiglio per contrattare il prezzo.

    Si ottiene un report dettagliato dove variazioni del chilometraggio, problemi amministrativi, assicurativi e riparazioni di carrozzeria saltano velocemente all’occhio.

    a black jeep gladiator

    Cé da considerare peró che se la riparazione é stata fatta in maniera non tracciata, magari fuori dalla rete di assistenza ufficiale o da riparatori in nero, difficilmente possono emergere nei report delle anomalie, quindi per quanto accurati ci possono venire in aiuto su macchine aziendali, o ex noleggio, mentre se la macchina é sempre appartenuta a privati la magagna potrebbe non emergere.

    Ad ogni modo sono uno strumento utile, specie se stiamo trattando a distanza in quanto con il solo numero di telaio ci si fa una prima idea e magari ci evita di fare un viaggio di centinaia di chilometri per andare a vedere la macchina.

    Voi lo sapevate? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti

    shaking hands over car
  • Telepedaggio: altre novitá in arrivo

    Telepedaggio: altre novitá in arrivo

    Come giá vi accennavamo in precedenza le cose stanno cambiando nel mondo del telepedaggio: infatti i recenti rincari del Telepass non solo hanno favorito l’ingresso e la diffusione dei competitor UnipolMove e MooneyGo, ma stanno aprendo la strada ad ulteriori concorrenti.

    Infatti secondo indiscrezioni giornalistiche pare che Poste Italiane stia per lanciare il proprio sistema di telepedaggio, quindi un nuovo operatore ben conosciuto per altri servizi si aggiungerá alla lista, ma ulteriore novitá é che l’operatore di telepedaggio francese Ulys ha aggiunto un’opzione a pagamento che estende il proprio servizio di telepedaggio attivo in Francia, anche in Italia, Spagna e Portogallo.

    Considerato che si andrebbe a pagare sia il canone francese (0.90 euro al giorno, oppure 2 euro al mese per il servizio base o 3.50 per quello premium) che l’opzione Italia (ulteriori 2.40 mensili), potrebbe avere senso solo se si viaggia spesso in Francia.

    Ma non é l’unica novitá perche é iniziata su alcuni tratti della rete autostradale la sperimentazione di un sistema di pagamento del pedaggio senza casello che renderá inutile avere in auto la scatoletta del Telepass.

    Questi sistemi infatti utilizzano delle telecamere che registrano il passaggio della targa ai varchi del casello  e un’app sul telefono per saldare il pagamento del pedaggio.

    Questi sistemi come il Freeflow disponibile sulla pedemontana lombarda, sulla tangenziale di Varese o sulla Asti Cuneo, o il TargaGo di Autostrade per l’Italia attivo sulla Tangenziale di Napoli, richiedono la registrazione della targa della macchina sulla app del servizio  e di caricare un credito o registrare una carta di credito per saldare il pedaggio, vanno utilizzate solo nelle corsie esclusivamente dedicate al telepedaggio, e al momento non hanno costi mensili a differenza di telepass e concorrenti con dispositivo fisico.

    Ovviamente dato che il pagamento viene fatto dopo il passaggio occorre accertarsi che il pagamento sia andato a buon fine per evitare sanzioni dovute al mancato pagamento e ricordare che se si ha in macchina il dispositivo di telepedaggio questo avrá la prioritá sul pagamento, cosa che eviterá un eventuale doppio addebito.

    Questo sistema essendo piú economico e piú veloce nella gestione dei pedaggi è destinato in futuro a soppiantare i dispositivi di telepedaggio una volta che la maggior parte delle autostrade lo avrá adottato, nel frattempo peró o si paga con carta o contante mettendosi in coda al casello o ci si dota di un sistema di telepedaggio, magari quello piú economico in base alle nostre esigenze.

    Voi sapevate di questi nuovi sistemi di telepedaggio? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti!

  • Dazi alle cinesi, addio alle auto elettriche?

    Dazi alle cinesi, addio alle auto elettriche?

    Una novità colpisce le automobili elettriche prodotte in Cina, visto che a partire da Luglio vengono applicati dei dazi aggiuntivi , che variano , a seconda del produttore, dal 19 al 38% che si sommano al 10% previsto per le auto cinesi di qualsiasi motorizzazione.

    Questo dazio monstre nasce con la scusa di compensare ipotetici aiuti di stato concessi ai produttori cinesi dallo stato, e questo spiega la differenza di trattamento tra case come BYD o Tesla a cui viene applicata la tassa minima e MG, Maxus e gli altri prodotti del gruppo SAIC a cui viene applicato il massimo, con una pletora di costruttori a cui viene applicata una via di mezzo.

    electric cars charging on stations

    In realtá si tratta di una guerra commerciale contro la Cina, dato che anche i produttori europei godono di imponenti aiuti di stato per la produzione di macchine pulite, ma soprattutto si tratta di un’operazione contraria al principio di libero scambio delle merci, che porterá delle contromisure come ritorsione, e considerando la dipendenza delle case europee dalla Cina, sia per la vendita di auto di lusso europee che per l’importazione di componentistica, questo porterá grossi problemi alle case europee, e a seconda delle decisioni  che verranno prese potrebbe estendersi ad altri settori, come ai prodotti alimentari europei venduti massicciamente in Cina e che potrebbero essere colpiti di dazi della stessa portata.

    Inoltre non va dimenticato che gran parte delle auto elettriche in vendita in Europa, anche se hanno sul cofano importanti marchi tedeschi, spagnoli , svedesi, francesi, americani, italiani o inglesi sono importati direttamente dalla Cina.

    In qualche caso in Europa viene fatto solo l’assemblaggio finale con componentistica completamente di provenienza asiatica, o un adattamento di un prodotto sostanzialmente made in China, ma anche quelle dove almeno una parte della produzione è locale montano quasi tutte esclusivamente batterie e motori di origine orientale.

    Ovviamente questi dazi non fermeranno i produttori cinesi , dato che quelli piú grossi si stanno attrezzando per assemblare in Europa i loro prodotti con l’apertura di stabilimenti o con la collaborazione con aziende europee, mentre quelli piú di nicchia valuteranno l’abbandono del mercato europeo.

    Ad ogni modo sia che le auto elettriche vengano costruite in Cina o magari assemblate in Europa, con costi di produzione sicuramente piú alti di quelli cinesi, il rincaro dovuto ai dazi verrá ribaltato sui prezzi pagati dall’utente finale, e se parte degli aumenti potranno in una prima fase di assestamento essere assorbiti dai produttori con i dazi piú bassi, certo non potrá farlo chi si trova a pagare il 48% di tasse di importazione.

    Questo sta portando e porterá a tendere ad aumentare considerevolmente i listini delle auto elettriche, che giá erano poco apprezzate dai consumatori a causa delle problematiche e dei compromessi necessari al loro utilizzo rispetto alle loro controparte termica e con gli aumenti di prezzo le renderá poco appetibili alla maggior parte della popolazione.

    Se poi si considera che dopo le elezioni europee il peso dei partiti ambientalisti si è ridotto, questo potrebbe essere il colpo di grazia alla mobilitá elettrica o comunque alla sua imposizione sulla totalitá delle nuove immatricolazioni previsto per il 2035, che diventa ancora piú irrealizzabile se l’automobilista comune non potrá piú permettersi di acquistare un auto elettrica a causa del prezzo d’acquisto folle.

    Tutto dipenderá dalla lungimiranza dei politici europei, ma c’è da dire che queste azioni non  lasciano presagire nulla di buono per le tasche dei consumatori.

  • Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Chi sta valutando l’acquisto di una nuova auto ha sicuramente preso in considerazione quelle dotate di un motore elettrico, magari per usufruire di incentivi all’acquisto, ma ne vale veramente la pena?

    Sicuramente una cosa da prendere in considerazione nella scelta é l’uso che faremo della macchina dato che la modalitá di utilizzo della macchina possono rendere la scelta poco raccomandabile, così come la disponibilitá di un garage o di una colonnina per la ricarica nei pressi dei luoghi che frequentiamo abitualmente.

    Infatti il problema piú grande delle auto elettriche è la ricarica, che per quanto possano esserci dei sistemi di ricarica veloce è sempre parecchio piú lenta di una corrispondente soluzione a motore termico, questo significa allungare i tempi dei viaggi a lunga percorrenza e dover ottimizzare i nostri spostamenti in funzione della ricarica dell’auto, sperando di non trovare sorprese alla colonnina di ricarica.

    Inoltre la disponibilità delle colonnine, specie quelle rapide, non è particolarmente capillare cosa che ci potrebbe lasciare a piedi e non farci arrivare a destinazione sulle nostre ruote.

    Se non si ha la possibilità di ricaricare frequentemente, ad esempio nel garage di casa,  e di tenerla sempre sufficientemente carica si rischia di non avere sufficiente autonomia in caso di una situazione di emergenza, e ritrovarsi a non potere utilizzare il veicolo, cosa a cui deve prestare particolare attenzione chi non ha uno stile di vita molto metodico.

    Senza parlare dei costi, non solo della macchina in sé , che grazie all’arrivo di prodotti di provenienza cinese stanno iniziando a diminuire, ma soprattutto quelli delle ricariche alle colonnine, specie quelle veloci: molto spesso si rivelano a parità di chilometraggio meno convenienti rispetto a un diesel.

    white and orange gasoline nozzle

    Chi non ama l’elettrico sostiene che l’inquinamento nel ciclo di vita della macchina a causa della produzione e dello smaltimento delle batterie non è cosí vantaggioso rispetto alle termiche, così come fará presente la difficoltá di spegnimento in caso di incendio spontaneo che ha portato a divieti di utilizzo e di parcheggio , ad esempio in garage interrati o nelle stive di alcune navi, o che i costi delle riparazioni sono particolarmente proibitivi, specie quando riguardano i pacchi batteria.

    Inoltre va messo sul piatto della bilancia che ci stiamo avvicinando verso la fine della tassazione agevolata per le auto elettriche, d’altronde se le elettriche erodono il mercato delle auto termiche i mancati introiti per lo stato verranno scaricati sulle loro sostitute, specie in funzione del futuro divieto di immatricolazione delle auto termiche previsto per il 2035. 

    Tutte queste complicazioni stanno facendo passare di moda l’elettrico, finito l’hype tecnologico spinto dalle innovazioni a cui ci ha abituato Tesla,  che ha dovuto ribassare i prezzi a causa sia della minore richiesta che della concorrenza a basso costo cinese, ha fatto sì che il valore dell’usato non si mantenga stabile nel tempo, obbligando anche gli autonoleggi a sbarazzarsi rapidamente della propria flotta elettrica.

    Qualcuno affascinato dalla tecnologia , e che puó permettersi di perdere l’auto in caso di guasto alla batteria , la cui riparazione costerebbe piú del valore dell’auto, o di incendio potrebbe a breve portarne a casa una usata a prezzo di saldo, ma comprarle da nuove diventa un rischio da ponderare bene anche per il piú sfegatato ambientalista.

    Nonostante sulla carta si vada sul divieto delle auto termiche a partire dal 2035 è probabile , anche a causa del poco gradimento del mercato e di un’infrastruttura elettrica non pronta al momento che la data venga posticipata.

    Nel frattempo a meno di casi particolari, tipo per una seconda vettura usata solo in cittá, se si ha possibilità di ricaricarla con facilità, è meglio tenersi stretto il termico, nonostante gli allettanti incentivi all’acquisto delle auto elettriche.

    Voi cosa ne pensate?

  • Aumenti shock per Telepass

    Aumenti shock per Telepass

    Una nuova stangata è in arrivo per gli utilizzatori del telepass, il famoso dispositivo di telepedaggio che consente di evitare la fila ai caselli addebitando al passaggio dell’auto dotata di questo sistema il costo dei pedaggi nel nostro conto corrente anziché dover pagare in contanti o con carta al casello.

    Infatti dal 1 luglio 2024 con la scusa di semplificare l’offerta tariffaria, il costo mensile del piano base di Telepass piú che raddoppia passando dagli 1.83 euro mensili a ben 3.90, che diventano 4.90 per chi ha sottoscritto l’offerta plus che da diritto ad alcuni servizi aggiuntivi disponibili sulla app.

    Aumenta anche il costo per chi ha l’abbonamento a consumo, dato che dalla stessa data  si passerá dai 2.50 euro valevoli per tutto il mese ad un 1 euro per ogni giorno di utilizzo, con il rischio di pagare cifre importanti se in un mese lo utilizziamo per piú di 3 o 4 giornate, cosa che renderá questa formula particolarmente pericolosa e sconveniente rispetto all’abbonamento mensile.

    Questa mossa rende Telepass meno competitivo rispetto ai concorrenti, che se non decideranno di adeguarsi agli aumenti dell’ex monopolista diventano la soluzione ideale per evitare un salasso.

    Come infatti vi spiegavo in precedenza, giá da qualche anno sono nati alcuni concorrenti di Telepass che offrono un servizio analogo, a un prezzo un po piú basso, ma se prima la differenza di prezzo con Telepass non era stratosferica, ora a causa di questi aumenti diventano particolarmente appetibili, anche a chi per pigrizia o sfiducia non aveva intenzione di cambiare fornitore.

    Infatti le tariffe sia di Unipolmove che di MooneyGo sono decisamente piú convenienti, con l’operatore della compagnia assicurativa Unipol che, salvo aumenti, richiede 1.50 euro al mese con l’abbonamento mensile o 0,50 euro al giorno con la modalitá a consumo, mentre MooneyGo chiede anch’esso 1.50 al mese per l’abbonamento mensile, ma con un costo di attivazione di 5 euro non previsto dal concorrente, oppure 2.20 euro per il mese di utilizzo in caso di formula a consumo. 

    Alla fine coi concorrenti si va a risparmiare parecchio sia in modalitá abbonamento, che soprattutto in modalitá a consumo, anche se un consiglio che posso darvi è telefonare al call center di Telepass per lamentarvi degli aumenti e per chiedere le modalitá di recesso. Tendenzialmente , come succede per le compagnie telefoniche, vi faranno un’offerta di retention che dovrebbe assorbire gli aumenti almeno per un primo periodo, evitando di passare da subito nelle braccia della concorrenza: considerate peró che se nel frattempo i concorrenti dovessero adeguarsi agli aumenti alla fine del periodo di grazia vi troverete comunque a pagare di piú.

    E se invece questa offerta non dovesse arrivare potete recarvi al punto blu per restituire l’apparecchio e sottoscrivere con la concorrenza, con ancora piú soddisfazione.

  • Le fregature del nuovo codice della strada

    Le fregature del nuovo codice della strada

    Nuvole all’orizzonte per gli automobilisti dato che é passato alla camera il testo del nuovo codice della strada che prevede diverse novitá poco piacevoli per chi commetterá un’infrazione, e che introduce alcune novitá che possono modificare la comune fruizione di strade e veicoli.

    Innanzitutto c’é da specificare che l’iter legislativo non é completo, infatti prima di diventare legge il nuovo codice dovrá essere discusso in senato, dove potrebbe essere ulteriormente modificato e nel caso rimandato alle camere, ma se non dovesse subire modifiche é plausibile che possa entrare in vigore giá  entro l’anno corrente.

    Una delle novitá piú scontate è l’aumento delle multe, e se da una parte si limita in parte il cumulo di piú multe nella stessa giornata, si introducono sanzioni aggiuntive alle multe , con perdita di un maggior numero di punti e soprattutto con la sospensione della patente dai 15 giorni ai 2 mesi se si commettono determinate infrazioni piuttosto comuni come utilizzare il cellulare alla guida, guidare senza cintura, passare col rosso, superare in striscia continua o invadere la corsia opposta.

    In pratica un sorpasso irregolare finirá per costarci oltre ad una multa piú salata e la decurtazione dei punti anche una sospensione temporanea della patente, che verrà comminata in maniera automatica e la cui durata varierá a seconda della recidiva e del saldo dei punti.

    Tra queste infrazioni, che prevederanno la sospensione della patente se si hanno meno di 20 punti troviamo mancato usa di cintura o casco , uso del telefono alla guida, guida in senso vietato, passaggio con semaforo rosso, sorpasso o inversione in zona vietata, circolazione contromano, mancata precedenza, sorpasso a destra.

    Altra novitá riguarda la guida in stato di ebbrezza: in caso di recidiva il tasso alcolemico consentito scenderá a 0 e ci sará l’obbligo di installare a proprie spese un dispositivo che non consente l’avvio dell’auto in presenza di alcol nel sangue.

    Limitazioni importanti per i monopattini: dovranno essere assicurati e avere un targhino, ci sará l’obbligo del casco anche per i maggiorenni, e inoltre non potranno piú circolare contromano ne sulle strade dove vige un limite di velocità maggiore di 50 km/h.

    Per chi deve prendere la patente: il foglio rosa verrá rilasciato solo dopo aver fatto un certo quantitativo di lezioni in autoscuola: in pratica non ci si potrá esercitare in autonomia, con aumento dei costi per il conseguimento della patente, cosí come cambiano anche le limitazioni per i veicoli dei neopatentati, dureranno 3 anni anziché uno, ma con limiti meno stringenti sul rapporto peso/potenza e sulla potenza massima consentita, cosa che potrebbe consentire di utilizzare una macchina giá disponibile in famiglia senza doverne acquistare una specifica.

    Verrá introdotta una sanzione aggiuntiva per chi supera i limiti di velocitá dentro i centri abitati, con sospensione della patente in caso di recidiva, cosi come nasce una sanzione per l’abbandono degli animali anch’essa con sospensione della patente e assimilata all’omicidio stradale in caso l’animale causi un incidente mortale o con lesioni gravi.

    Gli agenti potranno comminare sanzioni per infrazioni pericolose anche attraverso l’uso di telecamere, potendo fare le multe anche visionando i filmati e le fotografie dell’accaduto.

    Ci sará un tetto alle maggiorazioni delle cartelle esattoriali per le multe non pagate, cosi come non saranno cumulabili quelle per eccesso di velocitá prese nell’arco di un’ora:  si pagherá solo la piú elevata maggiorata del 30%

    Cambiano e verranno aggiornati al rialzo gli importi delle principali multe, con un sistema di calcolo differente per il divieto di sosta, così come variano i criteri per le ztl.

    Novitá anche per le moto in autostrada: potranno circolare anche i 125.

    Insomma una sfilza di novitá nella maggior parte dei casi poco gradevoli, condite con una buona dose di burocrazia e complicazioni aggiuntive, che forse hanno l’intento, un passo alla volta, di farci allontanare dal volante.

    Voi le conoscevate? Cosa ne pensate? Avete qualche domanda, consiglio o suggerimento?

  • Addio alla mobilitá privata

    Addio alla mobilitá privata

    Per gli automobilisti le brutte sorprese aumentano giorno dopo giorno, le ultime notizie riportano l’istituzione di zone 30 in gran parte del tessuto urbano di alcune cittá italiane, arrivando in alcuni casi a inventarsi il limite di 10 km orari, in deroga alla velocità massima di 50 kmh previste dal codice della strada nei centri urbani.

    E se quel limite di 50 è stato inserito nel codice c’é un motivo: é la velocitá ideale da tenere in cittá per un motore a benzina che a quell’andamento produce il minore inquinamento come risulta dagli studi del CNR, velocitá ideale che diventa 70 km orari per i diesel.

    Questo perché , oltre ad un discorso di efficienza dei motori, banalmente andare piú piano crea ingorghi e mantiene piú a lungo in strada un’automobile, che altrimenti sarebbe ferma nel parcheggio di destinazione.

    several cars on road

    Stavolta quindi non ci si puó appellare alla solita scusa dell’inquinamento per giustificare l’ennesima vessazione nei confronti degli automobilisti.

    Infatti in questo caso la giustificazione sarebbe l’impatto coi pedoni, ma alla fine la differenza a quelle velocità è minima, mentre i disagi per il traffico delle città sono enormi. Paradossalmente se si volessero ridurre gli incidenti basterebbe vietare completamente la circolazione, ma a quel punto la gente come si sposterebbe per andare a lavoro o a fare la spesa?

    Ma questa è solo l’ultima trovata, di una volontá politica di cercare di vietare le automobili , specie in cittá, minando la mobilitá personale.
    Quello che però non capisce chi persegue queste politiche è che vessare gli automobilisti per costringere a liberarsi dell’automobile per disperazione non risolve il problema.

    Certo tra piste ciclabili che prendono posto dei parcheggi, riduzione delle carreggiate, limiti di velocitá assurdi, divieto di ingresso a determinate categorie di veicoli, ingresso nei centri urbani a pagamento, tasse ambientali e regole di immatricolazione che costringono le case ad aumentare i listini per adeguarsi a normative sempre piú stringenti, imposizione forzata delle auto elettriche nonostante costi, caratteristiche e benefici ne sconsiglino l’adozione alla maggior parte degli automobilisti fanno pensare che si stia cercando di minare la mobilitá privata.

    Ma se chi vive nei centri urbani potrebbe anche alla fine cedere al ricatto, andando a piedi , in bici o con i mezzi o peggio ancora essere costretto a noleggiare un’auto anziché acquistarla , dando lauti guadagni a chi fornisce il servizio di noleggio e soprattutto dando la possibilitá di negare il servizio a chi non dovesse, per qualche motivo, aggradare al fornitore.

    Ma chi non si puó permettere di vivere nel centro di una cittá, abitando nelle periferie o nell’hinterland cittadino, che magari si fa un’ora di macchina dal paesino ogni giorno per raggiungere l’ufficio in città non puó fare a meno del mezzo proprio, a meno che non lo si voglia costringere a raggiungere l’ufficio anziché in un ora , in due o tre per attendere le coincidenze dei mezzi o attendere un mezzo che passa solo in orari poco compatibili con le esigenze lavorative.

    cars on road

    Si vuole costringere chi non si puó permettere un affitto in centro a perdere le ore del proprio tempo libero per fare contento qualche pseudo ambientalista che si puó permettere di vivere nei centri storici, sacrificando le risorse o il tempo della gente comune?

    Purtroppo inseguire queste politiche, con le solite scuse, porta solo ad una lotta di classe, che forse è quello che certa politica vuole , dato che insegue delle politiche suicide che stanno man mano ammazzando il mercato dell’auto con perdita di migliaia di posti di lavoro, col paradosso di regalare un mercato in cui l’europa era leader ai cinesi ai quali in teoria si vorrebbe fare una guerra commerciale.

    E purtroppo ogni anno é sempre peggio, con qualche regola in piú a minare la mobilitá privata, con l’ulteriore paradosso che anche grazie agli aumenti dei prezzi delle auto scatuirite da queste politiche ci si rifugi nel mercato dell’usato tenendo in circolazione auto piú inquinanti, con buona pace di chi vorrebbe solo mezzi elettrici, che tralaltro non risolvono i problemi dell’inquinamento delle nostre cittá.

    Anche voi avvertite questa avversione nei confronti della mobilitá individuale che con il principio della rana bollita di Chomsky sta minando un pezzetto alla volta le vostre libertá di movimento? Oppure ritenete corretto limitare le automobili nelle cittá , ritenendole la causa di ogni problema delle aree metropolitane? Cosa ne pensate?