Tag: batteria

  • e-SIM : il nostro piano telefonico diventa virtuale

    e-SIM : il nostro piano telefonico diventa virtuale

    Alcuni telefoni come il nuovo iphone air, o gli iphone destinati al mercato americano o alcuni telefoni pieghevoli vengono venduti senza il carrellino dove inserire la sim card fornita dall’operatore telefonico.

    Questo perchè la sim fisica viene sostituita da una virtuale da installare sul telefono che ci consente potenzialmente di attivare il telefono online senza doverci recare in un punto vendita o ricevere a casa tramite un corriere la sim da inserire nell’apparecchio.

    Il vantaggio è sicuramente nell’impermeabilità del telefono e nel suo design, oltre alla possibilità di installare delle sim locali quando si va all’estero per poter risparmiare sul roaming dati del telefono, con differenti compagnie telefoniche specializzate che hanno pacchetti di esim per viaggiatori da attivare appena prima di partire e che spesso possono dare il servizio in varie nazioni senza dover cambiare operatore o installare una nuova sim.

    Dall’ altro canto la procedura per l’attivazione non è disponibile con tutti i gestori, specie per quelli virtuali, e anche per quelli più strutturati non è sempre semplicissima da attivare, specie se si passa da sim fisica a quella virtuale o si cambia operatore.

    Anche installare la sim, può non essere alla portata di tutti, nonostante si tratti di inquadrare un codice qr , da recuperare presso l’operatore telefonico e seguire le operazioni a schermo, che comunque necessitano di una connessione a internet, per esempio wifi, per portare a termine le operazioni.

    E altra scocciatura è che spostare una sim virtuale da un telefono ad un altro, magari temporaneamente perché abbiamo finito la batteria non è un’operazione semplice, visto che va disinstallato il profilo dal vecchio telefono prima di poterlo attivare sul nuovo, oltre al fatto che il numero di cambi consentiti, a seconda dell’ operatore è limitato.

    Questo significa che può essere necessario contattare l’ operatore telefonico per spostare la sim da un telefono ad un altro, cosa che invece nelle sim fisiche è immediata e che non richiede che il telefono dove era originariamente installata la sim sia acceso.

    black smartphone on black table top

    E anche passare da una sim fisica ad una virtuale non è immediato, e può avere dei costi a seconda dell’ operatore.

    Dall’altro canto diventa semplice e rapido cambiare piano o operatore, come ad esempio nei viaggi all’ estero o per la gestione di più numeri, con la possibilità di gestire due numeri di telefono in caso di dispositivi dual sim o di attivare e disattivare i profili esim presenti sul telefono a seconda delle esigente.

    esim text on smartphone screen

    Come per le sim fisiche è possibile per l’ operatore bloccare le esim da remoto in caso di furto, quindi una volta fatta la denuncia presso le autorità competenti si potrà richiedere l’emissione di un nuovo profilo esim o di ottenere una sim fisica da parte dell’ operatore, con costi variabili a seconda della compagnia.

    Va inoltre tenuto conto che solo una limitata selezione di telefoni è compatibile con le esim, quindi se ne vogliamo comprare una per i nostri viaggi all’estero o se attivando un nuovo contratto telefonico ci viene chiesto se vogliamo la sim fisica o elettronica dobbiamo assicurarci che il nostro dispositivo la supporti, considerando che esistono telefoni che possono supportare sia sim fisiche che virtuali, solo virtuali come certi iphone o solo sim fisiche come la maggioranza dei telefoni di fascia medio bassa, specie se non sono particolarmente recenti.

    Un trucco per sapere se il nostro telefono è compatibile con le esim è quello di digitare sulla tastiera del telefono il codice *#06# e vedere se viene indicato uno o piu codici EID: in quel caso il telefono è compatibile con le e-sim.

    Ad ogni modo è bene conoscere se il nostro telefono è compatibile, anche per poter gestire eventuali emergenze o per accedere a determinati piani o offerte telefoniche.

    person holding smartphone white sitting

    Voi utilizzate le sim fisiche o quelle virtuali?

  • Auto elettriche: é tutta questione di ricarica

    Auto elettriche: é tutta questione di ricarica

    Con l’avvento degli ecoincentivi per l’acquisto delle auto elettriche che permettono risparmi sostanziosi, sino a 11.000 euro sul prezzo di acquisto, in caso di isee sotto i 30.000 euro , rottamazione di una vecchia auto termica e residenza in alcune aree denominate FUE, molte persone stanno valutando l’acquisto di una macchina elettrica attirati dal risparmio sul prezzo di listino, che permette di portarsi a casa una piccola utilitaria a batteria anche per poco più di 5.000 euro.

    Purtroppo però non è solo il prezzo di listino quello da valutare, ma anche le ricariche, soprattutto se non si ha a disposizione un garage dotato di energia elettrica dove poter mettere in carica la macchina.

    Inoltre i modelli più economici generalmente hanno autonomie limitate, in quanto vanno a risparmiare sulla capacità delle batterie per poter tenere più bassi i prezzi di listino, essendo la batteria il componente più costoso, rendendole quindi poco adatte all’uso extraurbano. 

    Infatti nella scelta, va calibrata con cura l’autonomia della vettura, che difficilmente coincide con i dati dichiarati dal costruttore, con la possibilità di ricaricarla , in garage o in una colonnina pubblica e coi tempi di ricarica.

    white car charging

    Infatti ci si deve scontrare con diversi problemi , che non affliggono chi viaggia con una macchina termica: la disponibilità di punti di ricarica, la velocità e i costi di ricarica che possono variare tantissimo a seconda di dove ricarichiamo e della velocità di ricarica.

    Infatti , seppure le cose stanno iniziando col tempo a migliorare, la disponibilità di colonnine pubbliche di ricarica nelle città è molto limitata, e magari ci costringono a fare chilometri dalla nostra abitazione per poter ricaricare: questo significa che nell’attesa, lunga se vogliamo risparmiare o se non abbiamo a disposizione colonnine veloci, sarà difficoltoso tornare a casa, magari non potremo parcheggiare la sera la macchina per trovarla carica la mattina seguente, come potremmo fare se avessimo una wallbox in garage o una colonnina sotto casa. Inoltre con pochi punti di ricarica sarà più difficile trovare delle alternative comode qualora le colonnine fossero occupate o fuori servizio.

    andersen ev home ev charger with integrated cable management for a tidy and efficient setup installed by an in house team of professional ev specialists

    Altro gran problema è la velocità di ricarica: se si ricarica a casa , si è limitati dalla potenza del nostro contatore, e anche se si hanno 4.5 o 6 kW in luogo dei classici 3, caricare completamente una macchina elettrica può richiedere anche più di 24 ore, a seconda della capacità della batteria del veicolo e dalla carica residua, e nonostante alcuni comportamenti virtuosi , come mettere in carica la macchina ogni notte senza attendere che sia completamente scarica, ci si può scontrare con la non disponibilità della ricarica e con l’autonomia residua.

    L’alternativa è caricare alle colonnine, sicuramente più veloci che caricare da casa, ma anche molto più costose, e con prezzi molto variabili tra operatori, necessità di abbonamenti e soprattutto velocità di ricarica, dato che la ricarica nelle colonnine più veloci è generalmente più costosa di quelle standard, con costi del kwh anche 4 volte superiori a quello che si può avere a casa scegliendo un gestore con prezzi onesti, e senza la possibilità di usufruire di una ricarica gratuita grazie ad un eventuale impianto fotovoltaico.

    Ovviamente pensare di ricaricare in casa presuppone la presenza di un garage o di un cortile dove poter installare una wallbox e di un adeguamento dell’impianto, che comporta dei costi aggiuntivi da mettere in conto.

    Si deve anche mettere in conto che ricaricare un’auto , ma anche programmare i nostri itinerari in base alle necessità di ricarica non è qualcosa di così semplice, specie per chi è poco avvezzo alla tecnologia, e diventa problematico in caso di emergenze dove una batteria poco carica ci potrebbe impedire di utilizzare l’auto non potendola ricaricare rapidamente o prestare ad un parente.

    Inoltre, specialmente se si ricarica fuori casa, potrebbe essere necessario avere più abbonamenti per vari gestori di colonnine oppure affidarsi ad aggregatori che consentono una sorta di roaming ma che hanno dei costi di gestione aggiuntivi oltre al costo della ricarica.

    Alla fine la ricarica finisce per essere qualcosa di complicato, che richiede nuove abitudini e costi che potrebbero rivelarsi più impegnativi del previsto, e che potrebbero aumentare in futuro con l’aumento dei costi dell’energia o della tassazione, magari per recuperare parte delle accise non incassate sui prodotti petroliferi.

    Ovviamente con un po di organizzazione e di conoscenza si può sopperire alle problematiche di una macchina elettrica, ma sicuramente bisogna conoscerle ed  essere capaci di stimarle prima dell’acquisto prima di impegnarsi su una spesa non indifferente come l’acquisto di un auto e non lasciarsi tentare da un incentivo se l’elettrica non è la tipologia di auto adatta al nostro utilizzo abituale.

    Voi utilizzate auto elettriche o pensate di comprarne una?

  • Aspirapolvere vs robot: chi vince la sfida in casa?

    Aspirapolvere vs robot: chi vince la sfida in casa?

    Aspirare la polvere in casa è sicuramente un lavoro noioso e faticoso ma per fortuna ci vengono in aiuto gli aspirapolvere che ci permettono di tenere pulita la casa facendo meno fatica.

    Ma di aspirapolvere ce ne sono di tante tipologie e prezzi veramente variabili, che vanno dalle poche decine di euro alle migliaia, così come tante tipologie, spesso dedicate a specifiche esigenze, come ad esempio il pelo degli animali o i tappeti.

    E gli aspirapolvere nel tempo si sono evoluti, da essere dei pesanti bidoni con la proboscide da trascinare per casa a leggeri apparecchi, ora anche senza filo, che necessitano solo di una ricarica alla batteria e di svuotare il serbatoio dello sporco, facendo a meno dei fantomatici sacchetti croce e delizia di molti apparecchi.

    black and red canister vacuum cleaner on floor

    Ma ancora meglio sono nati i robot aspirapolvere, quegli apparecchi rotondi che dotati di vita propria girano per la casa ad aspirare la polvere e spesso anche lavare per terra, ritornando in autonomia alla propria base per ricaricarsi appena finito il lavoro.

    In pratica ne esistono di tanti tipi e prezzi, e nessuno, specie quelli economici, è perfetto, tanto che probabilmente non è sbagliato averne in casa piú di uno a seconda delle esigenze.

    round robot vacuum

    Sostanzialmente abbiamo due grandi macro categorie, gli aspirapolveri tradizionali e i robot: i primi richiedono un lavoro manuale per aspirare lo sporco, ma riescono ad ottenere i migliori risultati perché siamo noi a decidere dove pulire, quando farlo e soprattutto utilizzando tutte le dovute attenzioni alle particolaritá della casa, come ad esempio pareti storte, grovigli di fili , fino a situazioni complesse o superfici delicate.

    E anche gli aspirapolveri tradizionali si dividono in almeno due grandi categorie, quelli a filo e quelli a batteria: questi ultimi sono piú comodi e compatti, ma soffrono per loro natura di due importanti limitazioni, per quanto si possano scegliere i modelli piú costosi e avanzati, avranno sempre problemi di autonomia della batteria e di potenza aspirante.

    person holding yellow and black vacuum cleaner

    Pertanto diventa sempre un compromesso tra una pulizia non ottimale da ripetere piú frequentemente, un autonomia limitata che magari non ci consente di pulire tutta la casa in un’unica sessione di pulizia, ma che ci consente di fare un lavoro veloce senza fili elettrici e tubi di aspirazione di impiccio per la casa.

    Gli aspiratori a filo tradizionali sono inoltre piú economici, visto che si tratta di tecnologie piú che collaudate, molto longevi, dato che non richiedono di sostituire a caro prezzo le batterie ricaricabili: al limite qualche economico filtro e a seconda dei modelli il sacchetto, ma soprattutto sono notevolmente piú potenti visto che i motori vanno a corrente: a livello di potenza di aspirazione probabilmente il miglior aspirapolvere a batteria da centinaia di euro si avvicina a malapena al piú economico di quelli a filo che ne costa qualche decina.

    person holding yellow and black vacuum

    Ovviamente peró quelli a filo sono piú scomodi da utilizzare e prendono tanto spazio in armadi o ripostigli quando non li usiamo, cosa che è un grande limite nelle case odierne sempre piú piccole.

    Di contro abbiamo i robottini che possiamo vedere come un’evoluzione degli aspirapolvere a batteria, ma che riescono ad essere autonomi nella pulizia della casa.

    Si tratta, a differenza degli aspirapolvere tradizionali, di prodotti molto complessi, capaci di fare una mappa della casa e decidere in autonomia, quando, dove e come pulire.

    white and orange plastic container

    A seconda dei modelli , quelli più sofisticati riescono a superare ostacoli e grovigli come tappeti, cavi o scalini senza bloccarsi alla prima difficoltà o senza richiedere di modificare la disposizione di mobili o cavi prima dell’utilizzo.

    Una funzione molto comoda é la possibilitá di avviarsi in autonomia, magari in orari dove non disturbano o non è presente nessuno in casa in modo da farci trovare la casa pulita al nostro ritorno, e di tornare alla base autonomamente per ricaricare le batterie alla fine del ciclo di pulizia.

    I modelli piú complessi hanno anche un serbatoio sulla base che permette di svuotare lo sporco in autonomia, cosa da fare se si usa quotidianamente, magari per compensare una pulizia che non potrá mai essere profonda come quella di un aspirapolvere a filo.

    Altra funzione interessante per i robottini è la possibilità di lavare per terra, grazie ad un panno umido e a un serbatoio di acqua e detersivo da riempire sul corpo dell’apparecchio che spesso va a sostituire quello dello sporco della funzione di aspirazione.

    Inutile dire che i modelli piú complessi dotati di base con serbatoio riescono a svuotare l’acqua sporca, caricare quella pulita e pulire i panni in autonomia direttamente dalla base.

    Ovviamente queste caratteristiche incidono tanto sul prezzo di vendita: i robottini piú semplici, senza torretta laser o telecamere, e con la base che permette solo la ricarica si porta via con un centinaio di euro, per quelli piú intelligenti con funzioni di riconoscimento avanzate si sta sui 2-300 euro per arrivare ad una cifra tra i 500 e i 1500 per quelli dotati di basi completamente autonome capaci di auto svuotarsi e autopulirsi sia in aspirazione che in pulizia.

    Ovviamente ben altra spesa rispetto agli aspiratori a filo che possono costare meno di 100 euro anche per prodotti di discreta qualitá, o  tra le 100 e le 300 per quelli a batteria, a seconda di autonomia della batteria e potenza aspirante, anche se non mancano marche particolari, dove grazie al marketing si pagano cifre molto piú elevate per prodotti di qualitá leggermente superiori alla media, ma che spesso non valgono la differenza di prezzo.

    Probabilmente l’ideale è avere in casa sia il robottino che almeno una aspirapolvere tradizionale, sia esso a filo o a batteria dato che gli usi non sono completamente sovrapponibili: il robottino probabilmente fará fatica a raggiungere certi angoli della casa, ma è ottimo per una pulizia leggera quotidiana, riservando quello tradizionale ad una pulizia piú approfondita da fare periodicamente, facendoci risparmiare del tempo.

    Ma se si ha tempo da dedicare alla pulizia della casa o voglia di una pulizia piú accurata si potrebbe anche fare a meno del robottino, ma di certo non dell’aspirapolvere tradizionale.

    Voi quali usate? Avete sia robottino, aspiratore cordless che quello tradizionale a filo? Quale usate di piú?

  • I telefoni ricondizionati hanno davvero senso?

    I telefoni ricondizionati hanno davvero senso?

    Quando abbiamo l’esigenza di cambiare un telefono che magari ci é caduto , lo abbiamo smarrito o ha smesso di funzionare,  e non vogliamo spendere cifre folli probabilmente ci sará venuto in mente di valutare l’acquisto di un prodotto ricondizionato.

    E’ un idea che sicuramente potrebbe farci risparmiare qualcosa, ed è sicuramente un modo per ridurre i rifiuti elettronici, dato che , almeno sulla carta, un telefono che passa di mano significa, almeno sulla carta, un telefono in meno che viene prodotto e soprattutto uno in meno che viene smaltito.

    In realtá non é sempre vero perché , soprattutto a seconda della tipologia del telefono, un ricondizionato potrebbe non essere la soluzione ideale: infatti se vogliamo avere l’ultimo ritrovato della tecnologia appena lanciato difficilmente lo troveremo usato, ma ad esempio se ci accontentiamo di aspettare qualche mese dal lancio  é possibile acquistare d’occasione un telefono di qualitá dismesso magari dall appassionato di tecnologia che li cambia frequentemente o da qualcuno che non si é trovato bene col prodotto, magari un regalo non gradito o un prodotto dimostrativo che viene venduto quando esce sul mercato il sostituto.

    Il problema peró é che se il telefono passa di mano tramite un intermediario, come i siti o i negozi che valutano e acquistano i dispositivi usati per rivenderli, ovviamente devono farsi pagare il loro servizio e questo rischia , a seconda degli sconti sul nuovo , di rendere poco appetibile l’usato.

    Infatti chi lo ha comprato a prezzo pieno non vorrà rimetterci troppo, l’intermediario avrà il suo guadagno, quindi il prezzo dell’usato potrebbe paradossalmente essere piú alto del nuovo, che una volta passato il periodo di lancio magari viene scontato.

    Questo significa che se si tratta di telefoni molto richiesti e che difficilmente vengono scontati sul nuovo, come succede per gli Iphone e per certi telefoni android top di gamma, il gioco di acquistarlo usato puó valere la candela, se si tratta di un modello di media o bassa gamma soggetto a sconti é possibile che convenga comunque il nuovo.

    Va anche considerato che un telefono usato ha subito diversi cicli di carica e scarica della batteria che ne accorciano la durata e se la differenza di prezzo col nuovo é bassa conviene comunque portarsi a casa un dispositivo con due anni di garanzia, rispetto a rischiare di dover spendere una cifra importante , magari dopo un anno per la sostituzione della batteria.

    E sui telefoni di fascia medio bassa la batteria diventa spesso la causa della sostituzione del telefono: magari il dispositivo é perfetto, sia esteticamente che come prestazioni, ma la batteria non tiene o si è gonfiata, e la sostituzione costa quasi quanto ricomprare il telefono nuovo: soprattutto se il modello non é troppo diffuso va ordinata esclusivamente originale, e in quel caso spendere magari 60-80 euro su un telefono che vale la stessa cifra della riparazione ci fará propendere per la rottamazione.

    Questo anche perché , a volerlo dare dentro, sia in vendita o in permuta non verrebbe accettato o nelle migliori delle ipotesi vi verrebbe valutato una cifra ridicola.

    Diverso è per i modelli piú richiesti , dove maggiori valutazioni, disponibilitá di ricambi di concorrenza e maggiori possibilitá di guadagno, possono rendere conveniente la riparazione.

    Ricordiamoci comunque che chi ricondiziona il telefono vorrà avere pagato il proprio lavoro, quindi sia quando andiamo a vendere il telefono, o quando lo andiamo a comprare ricondizionato finiremo per pagare questo lavoro.

    Diverso quando si tratta di usati recenti che vengono soltanto rimessi in vendita senza l’intervento di un tecnico: in quel caso potremo magari mettere le mani su un telefono restituito dopo un reso, con giusto qualche giorno di utilizzo e con la garanzia residua del produttore, come avviene con la sezione Seconda Mano di Amazon, o con il reparto ricondizionati di alcuni grossi rivenditori di elettronica, dove gli sconti possono essere importanti, specie quando si cumulano ad altre iniziative promozionali che possono abbattere ulteriormente il prezzo, con il rischio di prendere un prodotto pari al nuovo anche a meno della metá del prezzo di listino.

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    Alla fine della fiera, decidere di comprare, rivendere o anche solo riparare dipende molto dal telefono, tendenzialmente puó valere la pena su telefoni top di gamma o comunque molto richiesti, da valutare a seconda dei casi per modelli medi che potrebbero avere un certo mercato, ad esempio alcuni Samsung, mentre sui modelli piú economici probabilmente la scelta migliore è ricomprarlo nuovo.

    Se ci pensiamo il telefono economico, dato che la riparazione diventa antieconomica , diventa un bene usa e getta, mentre quello di qualità riesce a guadagnarsi una seconda vita, specie tra chi non può o non vuole permettersi di spendere cifre importanti da nuovo.

    Ma se il prezzo del ricondizionato è conveniente, e spesso chi ce lo vende ci dá la propria garanzia, magari dopo aver sostituito la batteria per prolungarne la vita, diventa una soluzione sicuramente valida per le nostre tasche e per l’ambiente specie se si vuole proprio quella tipologia di telefono

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    Viceversa se non abbiamo esigenze specifiche, ci va bene un telefono qualsiasi, probabilmente uno di quelli economici, scelto con cura per evitare le fregature di certi modelli di primo prezzo che nascono obsoleti anche da nuovi, può essere la scelta giusta per il nostro portafoglio.

  • E’ la fine delle auto in Europa

    E’ la fine delle auto in Europa

    Come avrete sentito dai giornali i tempi sono grami per i produttori automobilistici europei con Volkswagen che valuta la chiusura di 3 stabilimenti in Germania, la riduzione di stipendi e forza lavoro.

    Ma anche le altre case automobilistiche non se la passano meglio, con cali di produzione e tagli del personale previsto per molti e voci di fusioni tra marchi per cercare di ridurre le spese.

    Il motivo del problema è il combinato disposto dei turbamenti geopolitici in atto e delle politiche green particolarmente stringenti mosse piú per ideologia che non reale necessitá e che stanno producendo danni irreversibili a tutto il comparto automobilistico.

    Infatti il voler tagliare i ponti con la Russia, fornitore principale di energia a basso costo della Germania, ma anche di molti paesi europei unito alla scellerata idea di mettere fuori servizio le centrali nucleari tedesche ha reso il paese teutonico particolarmente fuori mercato nei settori manifatturieri esosi di energia come l’auto, ed essendo la Germania il traino dell’economia europea i suoi problemi contagiano le economie di tutti gli altri paesi della comunitá.

    A questo si aggiunge il diktat europeo che vuole bandire le auto a combustione, di cui l’europa era leader di mercato, impedendo l’immatricolazione dopo il 2035 per sostituirle con quelle elettriche , principalmente prodotte o fortemente dipendenti dalla componentistica cinese, regalandogli di fatto un comparto trainante per la nostra economia, quello automotive che comprende oltre alla produzione di auto, anche l’ingegneria , la produzione di componentistica, i servizi per la logistica,  la vendita e la manutenzione.

    Il problema è che le automobili elettriche sono perlopiù sgradite agli acquirenti, vuoi per il costo piú alto rispetto alle termiche, vuoi per la mancanza di colonnine di ricarica, vuoi per i costi per il rifornimento o per le tempistiche necessarie alla ricarica che ne fanno un prodotto che complica la vita degli utenti anziché facilitarla, col risultato che se ne vendono ben poche, molte meno di quelle che le case automobilistiche europee speravano di piazzare.

    E a poco sono servite mosse assurde come il tassare eccessivamente le auto piú inquinanti o addirittura diminuire la produzione di auto termiche, come dichiarato da poco da Stellantis probabilmente per drogare le statistiche,  per cercare di forzare la mano agli acquirenti: l’utente medio non vuole le macchine elettriche, e se proprio è costretto compra quelle cinesi che costano meno o al limite quelle ibride.

    Il risultato inevitabile è la crisi del mercato, e l’ultima genialata è l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi, inguaiando i produttori europei che per i dazi di ritorsione non riusciranno a vendere le loro auto nel mercato cinese, molto piú importante di quello europeo e che ha spinto, sempre per ritorsione, a bloccare gli investimenti sul territorio europeo delle aziende cinesi interessate a produrre in europa uccidendo la speranza di salvare le fabbriche esistenti e gli operai dalla chiusura vendendo gli stabilimenti ai produttori della grande muraglia.

    Alla fine rimarremo senza auto e senza industria, probabilmente mantenendo una piccola produzione di nicchia ad alto costo e importando il resto a prezzi maggiorati dalla Cina.

    In pratica un’operazione suicida dettata dalla volontà di assecondare ingerenze straniere o utopistiche visioni del mondo che nessun altro rispetta ponendoci da soli in una condizione di mercato più che sfavorevole.

    Voi cosa ne pensate? Avremo ancora produttori europei o il mercato si ridimensionerá fino a scomparire?

  • Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Chi sta valutando l’acquisto di una nuova auto ha sicuramente preso in considerazione quelle dotate di un motore elettrico, magari per usufruire di incentivi all’acquisto, ma ne vale veramente la pena?

    Sicuramente una cosa da prendere in considerazione nella scelta é l’uso che faremo della macchina dato che la modalitá di utilizzo della macchina possono rendere la scelta poco raccomandabile, così come la disponibilitá di un garage o di una colonnina per la ricarica nei pressi dei luoghi che frequentiamo abitualmente.

    Infatti il problema piú grande delle auto elettriche è la ricarica, che per quanto possano esserci dei sistemi di ricarica veloce è sempre parecchio piú lenta di una corrispondente soluzione a motore termico, questo significa allungare i tempi dei viaggi a lunga percorrenza e dover ottimizzare i nostri spostamenti in funzione della ricarica dell’auto, sperando di non trovare sorprese alla colonnina di ricarica.

    Inoltre la disponibilità delle colonnine, specie quelle rapide, non è particolarmente capillare cosa che ci potrebbe lasciare a piedi e non farci arrivare a destinazione sulle nostre ruote.

    Se non si ha la possibilità di ricaricare frequentemente, ad esempio nel garage di casa,  e di tenerla sempre sufficientemente carica si rischia di non avere sufficiente autonomia in caso di una situazione di emergenza, e ritrovarsi a non potere utilizzare il veicolo, cosa a cui deve prestare particolare attenzione chi non ha uno stile di vita molto metodico.

    Senza parlare dei costi, non solo della macchina in sé , che grazie all’arrivo di prodotti di provenienza cinese stanno iniziando a diminuire, ma soprattutto quelli delle ricariche alle colonnine, specie quelle veloci: molto spesso si rivelano a parità di chilometraggio meno convenienti rispetto a un diesel.

    white and orange gasoline nozzle

    Chi non ama l’elettrico sostiene che l’inquinamento nel ciclo di vita della macchina a causa della produzione e dello smaltimento delle batterie non è cosí vantaggioso rispetto alle termiche, così come fará presente la difficoltá di spegnimento in caso di incendio spontaneo che ha portato a divieti di utilizzo e di parcheggio , ad esempio in garage interrati o nelle stive di alcune navi, o che i costi delle riparazioni sono particolarmente proibitivi, specie quando riguardano i pacchi batteria.

    Inoltre va messo sul piatto della bilancia che ci stiamo avvicinando verso la fine della tassazione agevolata per le auto elettriche, d’altronde se le elettriche erodono il mercato delle auto termiche i mancati introiti per lo stato verranno scaricati sulle loro sostitute, specie in funzione del futuro divieto di immatricolazione delle auto termiche previsto per il 2035. 

    Tutte queste complicazioni stanno facendo passare di moda l’elettrico, finito l’hype tecnologico spinto dalle innovazioni a cui ci ha abituato Tesla,  che ha dovuto ribassare i prezzi a causa sia della minore richiesta che della concorrenza a basso costo cinese, ha fatto sì che il valore dell’usato non si mantenga stabile nel tempo, obbligando anche gli autonoleggi a sbarazzarsi rapidamente della propria flotta elettrica.

    Qualcuno affascinato dalla tecnologia , e che puó permettersi di perdere l’auto in caso di guasto alla batteria , la cui riparazione costerebbe piú del valore dell’auto, o di incendio potrebbe a breve portarne a casa una usata a prezzo di saldo, ma comprarle da nuove diventa un rischio da ponderare bene anche per il piú sfegatato ambientalista.

    Nonostante sulla carta si vada sul divieto delle auto termiche a partire dal 2035 è probabile , anche a causa del poco gradimento del mercato e di un’infrastruttura elettrica non pronta al momento che la data venga posticipata.

    Nel frattempo a meno di casi particolari, tipo per una seconda vettura usata solo in cittá, se si ha possibilità di ricaricarla con facilità, è meglio tenersi stretto il termico, nonostante gli allettanti incentivi all’acquisto delle auto elettriche.

    Voi cosa ne pensate?

  • I telefoni ricondizionati convengono davvero?

    I telefoni ricondizionati convengono davvero?

    Quando dobbiamo cambiare telefono ci sará sicuramente venuto in mente la possibilitá di acquistarne uno ricondizionato, magari attirati dai prezzi di alcuni siti specializzati che promettono sconti sostanziosi rispetto ai prezzi del nuovo.

    Si tratta in genere di telefoni, piú o meno recenti che vengono riacquistati da dei centri specializzati  da utenti che li vogliono cambiare, o da aziende che li avevano in leasing o a noleggio. Questi centri li ricontrollano tecnicamente, sostituiscono le parti eventualmente usurate come batteria, scocca o display e ce li vendono rimessi a nuovo con una loro garanzia che ci permette di avere in mano un telefono tecnicamente pari al nuovo.

    A seconda poi dello stato estetico del telefono, quindi piú o meno graffiato ci sono dei gradi che ne determinano il prezzo: ovviamente un telefono immacolato costerá piú di uno con qualche graffio, ma se non facciamo caso a un graffietto riusciamo a risparmiare anche qualche centinaio di euro extra.

    Ma ne vale la pena rispetto a un telefono nuovo? Non esiste una risposta univoca, perché dipende dalle nostre esigenze e dal budget che abbiamo a disposizione, oltre che dalla tipologia di telefono

    Infatti esista una bella differenza tra un telefono di alta gamma come un iphone e un modello economico con Android. Un telefono economico tendenzialmente invecchia piú velocemente, in quanto nasce già dalla fabbrica con prestazioni limitate quindi comprarne uno con qualche anno alle spalle significa rischiare di non avere un prodotto al passo coi tempi e soprattutto senza aggiornamenti. Un telefono piú costoso che ha un prezzo di listino piú alto tendenzialmente è pensato per durare di piú, quindi sia i materiali sono piú duraturi, sia aumenta la possibilitá che vengano rilasciati aggiornamenti per attivare le ultime funzionalitá anche a qualche anno dal rilascio.

    Infatti se non abbiamo dubbi che un ricondizionato sia a posto di schermo o batteria, in quanto rimesso a nuovo da chi ce lo vende, il problema potrebbe nascere dal produttore che dopo qualche tempo dal lancio smette di aggiornare prodotti che a livello hardware sarebbero perfettamente al passo coi tempi per favorire la vendita dei nuovi modelli, col rischio di trovarci con un telefono inutilizzabile dopo qualche mese dall’acquisto.

    Il problema si pone sui modelli usciti sul mercato da piú tempo, infatti se é vero che possiamo avere un telefono alla moda, anche perché , se si tratta di iphone esteticamente cambiano poco da una serie all’altra , quindi si riesce a fare sempre una bella figura anche con un telefono di alcuni anni fá, diverso è il suo funzionamento: se ci si limita a telefonare o a scattare qualche foto ogni tanto no problem, ma nell’uso intenso, anche solo coi social avere un telefono di qualche anno si fá sentire.

    E dover rinunciare a certe funzionalità o banalmente trovarsi il telefono che rallenta giorno dopo giorno ci farà venir voglia di cambiarlo prima di un telefono nuovo meno pregiato pagato la stessa cifra.

    Poi ovviamente dipende dal budget a disposizione, se si hanno un paio di biglietti da 100 euro la scelta puó essere tra un vecchio iphone ricondizionato ed un’onesto medio gamma Android nuovo: se col primo si fá piú scena, si dovrá anche mettere in conto che la vita residua sará limitata, quindi è una scelta conveniente solo se non si puó fare a meno di avere un telefono col la mela.

    Se il budget è piú alto prendere un iphone di una, massimo due generazioni prima ci da comunque una vita residua abbastanza lunga, riuscendo a portarcelo a casa a un prezzo piú umano, e  si ha un telefono ancora godibile, senza spendere i quasi 2000 euro dell’attuale top di gamma

    Il rovescio della medaglia é che comunque anche avendolo pagato a metá prezzo, abbiamo dovuto sborsare una cifra considerevole, mitigata solo dal fatto che comunque avremo un minimo di valore residuo quando decideremo di rivenderlo, cosa che con un android con 4 o 5 anni alle spalle difficilmente avremo.

    Sugli android, se si tratta di fascia bassa meglio andare direttamente sul nuovo, su quelli di medio-alta gamma ci si trova nel mezzo, se il telefono é supportato dal produttore , un ricondizionato puó essere una buona scelta se pagato una cifra ragionevole, se il risparmio rispetto al nuovo é poco, o c’è il rischio che venga abbandonato dal produttore e che quindi non riceva aggiornamenti, cosa che purtroppo capita spesso, meglio evitare e prendere al suo posto, a paritá di prezzo un modello nuovo anche se di fascia inferiore, tenendo anche a mente che qualora lo rivendessimo dopo qualche tempo riusciremo a ricavare ben poco.

    Insomma un telefono ricondizionato conviene sin quando c’é supporto da parte del produttore e lo si paghi una cifra ragionevole. Sicuramente ci costa qualcosa di piú che comprarlo usato da un privato, ma comunque la revisione prima della vendita e soprattutto la garanzia ci permette di stare tranquilli. 

    L’unica incognita é sempre il tempo che ci potrá durare, che tendenzialmente sará meno di un telefono nuovo di pari prezzo, ma spesso si ha in mano un modello di maggior pregio, e soprattutto quando tra una generazione e quella successiva i cambiamenti sono modesti si ha un telefono comunque al passo coi tempi, almeno sin quando il produttore non decida di smettere di rilasciare aggiornamenti per quel modello.

    Voi conoscevate i telefoni ricondizionati? Ne avete comprato qualcuno? Avete qualche dritta o suggerimento? Scrivetelo nei commenti.

  • Le cuffie a cancellazione attiva del rumore servono davvero?

    Una tipologia di cuffie molto interessanti sono quelle a cancellazione di rumore, che possono essere una manna dal cielo quando vogliamo ascoltare la nostra musica in un ambiente rumoroso, o quando ci vogliamo isolare dall’ambiente circostante per non perdere la concentrazione, magari al lavoro o nello studio.

    Ovviamente se vogliamo isolarci é bene farlo in un luogo sicuro, al chiuso e non in strada dove potremmo non accorgerci di un pericolo, quindi vanno bene in casa, in ufficio o sul treno ma non quando stiamo facendo attivitá sportive, manuali o potenzialmente pericolose.

    woman wearing black sleeveless dress holding white headphone at daytime

    Generalmente quando ci si vuole isolare dai suoni esterni si scelgono delle cuffie chiuse dove l’orecchio è sovrastato da una cuffia progettata per non far percepire i rumori che arrivano dall’esterno della cuffia, ma ovviamente a meno di non fare delle cuffie grandi e pesanti non si riescono a fare miracoli, oltre al fatto che se la cuffia è chiusa manca la traspirazione dell’orecchio quindi non potremmo utilizzarle continuativamente per ore visto che tendenzialmente sono piú pesanti ma soprattutto fanno sudare il padiglione auricolare.

    La soluzione arriva da una tecnologia, che sino a qualche tempo fa era molto costosa ma si è abbassata notevolmente di prezzo, il sistema di cancellazione attiva del rumore ANC o Active Noise Cancelling, dove ci sono dei microfoni sull’esterno della cuffia che captano i rumori e producono dentro la cuffia un onda sonora in controfase che cancella i rumori esterni, consentendo di aver in cuffia il silenzio o una riproduzione musicale esente dai rumori di fondo.

    Ovviamente la presenza dei microfoni e della circuiteria necessaria rende obbligatorio che ci la cuffia sia alimentata, quindi ci sará una batteria, ricaricabile o meno, che avrá un suo peso, oltre al fatto che questa complessitá ha un suo costo, e a volte per ridurlo al massimo viene meno la qualità della cancellazione con prodotti che funzionano veramente male, quindi è preferibile informarsi bene ed evitare magari prodotti troppo economici per evitare fregature.

    Uno dei vantaggi di questa tecnologia è che per isolarci non è necessario che la cuffia sia chiusa, quindi potremmo avere la cancellazione del rumore anche in cuffie aperte, cuffie sportive o in auricolari, dove i microfoni esterni compensano la mancanza di isolamento fisico della cuffia permettendoci di ottenere un suono ottimale anche con cuffie comode o di forma particolare.

    Una delle funzionalitá piú comode é la possibilitá di avere la modalità trasparenza in modo da far entrare in cuffia, alla pressione di un tasto,  il rumore esterno percepito dai microfoni, utile per ascoltare qualcuno ci si sta parlando e che altrimenti non potremmo sentire o sentiremmo in maniera molto attenuata.

    Ovviamente a seconda dei modelli la qualitá della cancellazione del rumore puó essere più o meno buona, cosi come puó esserci la possibilitá che il suono risultante risulti artefatto o poco naturale, infatti i modelli migliori hanno la possibilitá di settare a piacimento le modalitá o le modalitá di cancellazione del rumore, mentre i sistemi piú economici hanno spesso solo la possibilità di attivare o disabilitare la modalitá di cancellazione.

    Il consiglio è se state valutando l’acquisto è di sceglierne una di qualità: se è pur vero che si trovano cuffie, specie auricolari con anc anche a 10 euro, a volte questi sistemi non funzionano tanto bene , ed in rete è pieno di cuffiette economiche che spacciano questa caratteristica ma spesso sono degli scam o quanto meno funzionano molto male, e comunque mancano di modalità utili come la trasparenza io quantomeno la possibilità di disabilitare facilmente la modalità anc quando qualcuno ci parla o si avvicina a noi.

    Ad ogni modo si tratta di uno strumento molto utile per chi lavora o studia in un open space o comunque con qualcuno che parla o chiacchiera nelle vicinanze, o quando ci sono dei rumori costanti come quelli di ventole condizionatori o apparecchi rumorosi che disturbano l’ascolto della musica, in quel caso una buona cuffia ANC é un toccasana sia per la nostra concentrazione che per goderci la musica.

    Inoltre la presenza del microfono ci consente quasi sempre di utilizzarle per rispondere al telefono, e molti modelli sono dotati di bluetooth rendendoli comodi da usare sia attaccati al pc, che al telefono o ad una sorgente audio.

    Voi li conoscevate? Le utilizzate normalmente o preferite delle cuffie classiche? Avete qualche dubbio, curiositá o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti,

  • Conviene riparare uno smartphone rotto?

    Conviene riparare uno smartphone rotto?

    Avendo sempre in tasca un telefono cellulare non e’ strano che possa rompersi, può cadere dalla tasca, finire dimenticato sul tetto della macchina o cadere in una pozzanghera, o semplicemente dopo qualche anno di onorato servizio la batteria non tiene più la carica. In tutti questi casi la domanda che ci facciamo è conviene ripararlo?

    Beh non c’è una risposta univoca perchè dipende dal telefono, dal suo valore, dalla tipologia, dalla sua vetusta’ ma anche dal difetto riscontrato.

    C’è anche da considerare che se il modello è poco comune è pure più difficile reperire i ricambi, quindi anche i centri di riparazione veloce , quelli generalmente gestiti da cinesi presenti nelle nostre città che riparano il telefono nel giro di un’ora a prezzi concorrenziali, non avendo il pezzo in casa e dovendolo ordinare diventano meno competitivi. Se invece si tratta di un modello relativamente comune , in caso di riparazioni fuori garanzia sono la scelta più conveniente, anche se è bene accertarsi della competenza del centro: a volte le riparazioni troppo veloci non sono sinonimo di qualità, anche se dall’altra parte portarlo a un centro di assistenza ufficiale spesso significa doverlo spedire e avere dei tempi di riparazione relativamente lunghi, incompatibili con chi col telefono ci lavora.

    Inoltre c’è da considerare che certe riparazioni come cambiare lo schermo a seconda dei telefoni e del tipo di schermo solo di ricambi potrebbero costare più del valore del telefono. A quel punto se non si può o si vuole spendere per un telefono nuovo si può pensare di ricomprarne uno usato o ricondizionato: spesso per i modelli più richiesti si ha la possibilità di prendere dei telefoni pari al nuovo, con batteria sostituita e garanzia a prezzi molto concorrenziali, a volte avendo anche la possibilità di ottenere una valutazione per il telefono guasto.

    Ma anche una riparazione non troppo costosa non è sempre una buona idea: spendere 40 euro per cambiare la batteria di un telefono di 3/4 anni è vero che ci evita di spendere almeno 200 per comprarlo nuovo, ma sarà sicuramente lento e sorpassato rispetto ad uno di ultima generazione, e quindi magari finirete per cambiarlo comunque nel giro di qualche mese: a quel punto specie se trovate qualche offerta, se le nostre finanze ve lo consentono è più furbo ricomprarlo da subito.

    Se invece si tratta di un modello recente magari richiesto sul mercato dell’usato, se il costo della riparazione e’ più bassa del suo valore la riparazione vale sicuramente la pena, considerando anche la possibilità di rivenderlo una volta riparato per finanziare parzialmente l’acquisto di uno nuovo e avere per le mani un modello sempre aggiornato.

    Insomma non c’è una ricetta unica per tutti, ma sicuramente farsi fare un preventivo dal centro di riparazione può essere un buon punto di partenza in caso di difetti evidenti o macroscopici come la sostituzione di schermo, scocca o batteria: in caso di difetti più subdoli che richiedono l’analisi del difetto da parte del tecnico mettete in conto che il centro potrebbe chiedervi per il preventivo un costo vicino al costo della manodopera per la riparazione: in quel caso se si tratta di un telefono vecchio o molto economico tanto vale cambiarlo direttamente. 

    Ci sono poi telefoni pensati per essere riparati facilmente dove con un po di coraggio, guardando dei tutorial in rete, puo’ essere fattibile farlo da soli, magari con l’aiuto di un amico smanettone, in caso di interventi semplici come la sostituzione della batteria o di un connettore : si cerca il ricambio su Amazon, Aliexpress, Ebay o siti specializzati partendo dal modello del telefono e quando arriva a casa il pezzo e magari lo strumento per lo smontaggio si seguono alla lettera le istruzioni e si esegue la riparazione, per altri telefoni invece sono necessarie particolari competenze e attrezzature anche solo per cambiare una cover: in quel caso potete vedere comunque i tutorial dello smontaggio o della riparazione ma evitate di metterci le mani se non siete capaci: fareste soltanto più danni facendo lievitare il costo della riparazione.

    Come detto non c’è una ricetta unica ma abbiamo provato a darvi qualche consiglio per le problematiche più comuni, ad ogni modo se avete domande, dubbi, curiosità o precisazioni scrivetecele nei commenti!

  • Arriva lo stop alle auto a motore termico

    Come forse avrete appreso dai media il parlamento europeo ha approvato la proposta che mette al bando la produzione delle auto a motore termico dal 2035, questo significa che tra poco più di 10 anni non potremo più acquistare auto a benzina o diesel, anche se ibride.

    Questo diventerà un grosso problema sia economico che nell’utilizzo dei mezzi di trasporto privati, e per molti diventerà impossibile acquistare una macchina di proprietà: probabilmente quella che abbiamo in garage, o al massimo quella che la sostituirà potrebbe essere l’ultima auto che avremmo comprato da nuova.

    Questo perché non tutti possono permettersi i tempi e le modalità di ricarica di un elettrica, ma soprattutto i suoi costi specie in questi periodi dove sia il costo dell’energia, che quello delle batterie e’ alle stelle , cosa che renderà i prezzi delle auto a batteria insostenibili per tanti: se un’utilitaria ci costerà 35.000 euro probabilmente in pochi se la potranno permettere: quindi si ripareranno vecchi ed inquinanti macinini a benzina o a gasolio facendo dell’Europa una sorta di Cuba dove la maggioranza delle auto in circolazione saranno reperti storici con buona pace dei propositi di riduzione dell’inquinamento.

    Inquinamento che comunque nelle automobili elettriche è mediamente superiore a quello di un moderno diesel, specie se la macchina elettrica è costruita ed alimentata da energia da fonti non rinnovabili come il carbone di cui si sta aumentando la produzione a causa della mancanza di gas russo o delle centrali nucleari in dismissione con i quali si poteva creare energia elettrica pulita.

    Insomma non ci poteva essere momento peggiore per passare forzatamente all’elettrico non solo perché avendo solo 10 anni anni di tempo non si riusciranno a creare per tempo le infrastrutture per gestire un numero enorme di auto elettriche in circolazione, dalla creazione di un sufficiente numero di colonnine di ricarica al potenziamento di reti e centrali elettriche, ma anche dal punto di vista economico visto che la tecnologia per la produzione delle auto elettriche e soprattutto delle batterie, al contrario di quella per il motore termico è nelle mani dei cinesi, cosa che distruggerà l’economia dei paesi europei fortemente legate alla produzione automobilistica  in un periodo dove l’Europa soffrirà particolarmente in campo economico per via dei problemi geopolitici legati alla guerra e per l’aumento dell’inflazione.

    Purtroppo scelte miopi dettate solo da un’ideologia ecologica che non fa i conti con la realtà ci porteranno alla rovina: bastava avere un approccio piu soft procrastinando i tempi e agevolando l’uso di combustibili ecologici come quelli ricavati dall’idrogeno per far continuare a convivere i motori termici con quelli elettrici, dopotutto se solo una piccola percentuale di automobilisti preferisce le macchine a combustione termica a quelle elettriche ci sarà un perchè.

    Così come è lecito chiedersi come mai si sia voluta forzare la mano: probabilmente per favorire qualcuno che ha da guadagnarci o magari pensando di affrancarsi dalla dipendenza del petrolio proveniente da una certa parte del mondo senza capire che poi si diventa dipendenti di tecnologie e materie prime provenienti da paesi forse anche più pericolosi.

    Quello che è certo è che il conto lo pagheremo noi cittadini, e anche se non fossimo automobilisti visto che la decisione si riverbererà sul costo di tutti i trasporti, da quelli delle persone come nei bus o negli aerei come per le merci, in un periodo dove l’economia già allo stremo non ci permette di questi sforzi.

    Insomma non si prospetta nulla di buono all’orizzonte. Voi ne eravate al corrente? Prevedete di acquistare nel futuro un’auto elettrica o vi terrete sino alla morte la vostra cara automobile a benzina? Fatecelo sapere nei commenti!