Tecnologia

  • I gadget tecnologici per il rientro a scuola

    I gadget tecnologici per il rientro a scuola

    Con la fine dell’estate è tempo di pensare al rientro a scuola, e come ogni anno oltre a zaini, astucci, quaderni e cancelleria non si può far a meno di pensare a gadget tecnologici che possano aiutare nello studio.

    Sicuramente molto utile se non indispensabile è il personal computer che può essere utilizzato non solo per studiare, mandare mail, gestire la burocrazia scolastica, ma anche per giocare. 

    a young girl typing on her laptop while sitting on the chair inside the classroom

    Pensando di poterlo portare anche a scuola può essere utile pensare ad un portatile, in modo da usarlo anche per prendere appunti in classe: in quel caso meglio orientarsi su prodotti con bassi consumi e grande autonomia, e in quel caso un Macbook Air di Apple può essere una scelta sensata, a patto di non giocarci. 

    Se invece si vuole una macchina che può andare bene anche per il gioco la scelta principale sarà un computer Windows dotato di scheda grafica dedicata: anche se scegliere un portatile con queste caratteristiche significa avere una macchina pesante e costosa: in tal caso un computer fisso può essere una soluzione più intelligente, magari da affiancare ad un tablet da portare in classe o a un chromebook, i portatili leggeri di Google, pensati per essere un’estensione del proprio smartphone, che consentono un uso leggero (mail, navigazione internet, creazione di documenti, etc.) del computer a un prezzo molto contenuto.

    Oppure si può pensare ad un tablet dove poter prendere sia appunti, navigare, leggere libri in formato elettronico, sia installare app didattiche. Anche qui la scelta è come per il mondo degli smartphone divisa tra Android e Apple, con costi tendenzialmente maggiori sulla seconda, e applicazioni differenti che possono far preferire una soluzione o l’altra.

    Sempre per prendere appunti esistono ebook reader che hanno la possibilità di digitalizzare appunti tramite un pennino, come il famoso, ma costoso, Remarkable 2 o il Kindle Scribe, o soluzioni di carta digitale dove una speciale carta e una penna digitalizzatrice permettono di scrivere contemporaneamente su carta e in formato digitale  (ad esempio Moleskine Smart o Rocketbook).

    Oppure se l’esigenza è quella di sbobinare una lezione esistono registratori audio digitali che tramite una app e l’intelligenza artificiale riescono a rendere la registrazione un testo digitale modificabile, organizzarlo e riassumerlo facendo risparmiare tempo prezioso (ad esempio i prodotti Plaud) .

    E l’intelligenza artificiale viene in aiuto nello studio, non solo con dispositivi dedicati che la integrano, ma anche con app da installare su cellulare o tablet o direttamente dal browser internet.

    Ci sono infatti strumenti per creare riassunti e mappe mentali, correttori ortografici, o semplicemente il ChatGPT o il Gemini di turno a cui chiedere aiuto per tesine, temi, ricerche e compiti.

    Magari il problema a cui stare attenti è che un uso eccessivo dell’IA  se da una parte facilita il lavoro, dall’altra non dovendosi sforzare per ottenere il risultato non ci aiuta ad assimilare concetti nuovi e soprattutto ci espone al rischio di ottenere dall’IA risposte errate seppur verosimili, le cosiddette allucinazioni, che possono portarci a brutte figure con l’insegnante.

    robot pointing on a wall

    Insomma studiare è diventato qualcosa di tecnologico, che presuppone l’uso di strumenti moderni. Voi o i vostri figli li usano? Ne avete altri da suggerire?

  • Radio e TV stanno scomparendo

    Radio e TV stanno scomparendo

    Un dispositivo che in passato era utilizzatissimo sia a casa che in auto sta scomparendo, la radio ,che prima era una funzione degli impianti hifi in casa, e che col tempo sono stati soppiantati da casse bluetooth e musica liquida, portando in cantina anche cassette e cd.

    Dove invece bene o male resisteva era in auto, dove praticamente tutte le auto da una trentina d’anni a questa parte , quando cessò di esistere la tassa sull’autoradio, ne avevano una.

    Ma il mondo cambia e anche in macchina le cose stanno cambiando, nonostante una normativa che obblighi ad avere la radio DAB nelle autoradio e in qualunque apparecchio radio, comprese le radioline portatili , le macchine moderne stanno facendo a meno dell’antenna di serie.

    a black car stereo

    Infatti sopratutto nei modelli piú economici, l’autoradio sta iniziando ad essere sostituito con un sistema per collegare il telefono alle casse della macchina, via cavo o bluetooth, spostando la fruizione della musica dalla radio a quella cha abbiamo scaricato sul telefono o su una pennetta usb o sulla musica in streaming.

    Ovviamente la cosa penalizza le emittenti radiofoniche che stanno puntando il dito per rendere obbligatoria l’adozione della radio in macchina, quanto meno tramite un aggregatore delle stazioni in streaming.

    E anche li si userá la scusa della prominence e dei SIG , Sistemi di Informazione Generale per costringere i produttori a fare delle eccezioni tecniche solo per il mercato italiano che finiranno per pagare gli utenti o in termini di prezzi o nell’abbandono del mercato da parte dei produttori piú piccoli.

    E la stessa scusa é stata utilizzata sulle smart TV dove a partire dallo scorso Maggio, i produttori sono stati obbligati a inserire nei telecomandi un tastierino numerico , un’icona per il digitale terrestre e quattro icone per i SIG nella home page della smart TV.

    La scusa è che i servizi di informazione generale, dove possono essere ascoltate le notizie devono essere accessibili sempre in maniera semplice e immediata, in realtá é un modo per farli risaltare dato che nessuno li usa piú dato che sono stati soppiantati dallo streaming, sia in tv che in auto.

    Infatti è piú probabile che il tv lo accendiate per vedere una serie TV sulla vostra piattaforma di streaming preferita o che la musica o i podcast in auto li sentiate via Spotify o simili e non via etere, e questo alla politica non va giú.

    couple love sitting evening

    Sicuramente si tuteleranno dei posti di lavoro di chi nelle tv e nelle radio ci lavora, ma è anche vero che queste imposizioni servono a indirizzare il dibattito politico: probabilmente ascoltando una playlist o guardando una serie tv non sentirete politici parlare, nel bene o nel male.

    Ma i tempi cambiano e anche se proveranno a favorire con questi mezzi i sistemi di trasmissione piú antiquati, difficilmente andranno a spostare le abitudini dei piú giovani che comunque preferiranno i servizi in streaming.

    woman in white shirt using silver macbook

    L’unico vantaggio sarà per gli utenti piú attempati e meno tecnologici che potranno accedere ai sistemi tradizionali in maniera piú semplice.

    Voi avete abbandonato radio e tv per lo streaming o siete ancora affezionati ai sistemi della tradizione?

  • Come l’intelligenza artificiale cambia la ricerca sul web

    Come l’intelligenza artificiale cambia la ricerca sul web

    L’intelligenza artificiale sta ormai arrivando in mezzo a noi e si sta integrando in un modo che spesso diventa difficile capire che si ha a che fare con la risposta di una macchina, cambiando il modo di relazionarsi anche con gli strumenti di uso quotidiano.

    E questo accade anche se non siamo esperti di tecnologia, ed esperti di prompt magici capaci di estrarre il massimo dai motori IA, ma spesso anche utilizzando prodotti comuni come rispondere al telefono o usare il nostro browser web.

    Un esempio eclatante é la ricerca sul web, infatti giá molta gente cerca direttamente con una app di intelligenza artificiale come ChatGPT, Gemini o Deepseek anziché passare da un motore di ricerca tradizionale come Google, ma anche questo si é adattato all’IA e  quando andiamo a fare una ricerca sempre piú spesso ci risponde con una risposta ai nostri quesiti elaborata dall’intelligenza artificiale, chiamata AI Overviews.


    Questo ci evita di dover cercare le risposte saltando da un sito ad un altro , facendoci risparmiare il tempo necessario a fare una sintesi delle fonti  proposte, dandoci la pappa pronta in pochi secondi, e che a seconda dell’importanza di ció che cercavamo puó essere sufficiente ad esaudire la nostra richiesta, eventualmente integrabile con altre fonti quando necessita un approfondimento o si tratta di argomenti piú sensibili o delicati.

    Ma affidarsi esclusivamente all’intelligenza artificiale non è una scelta saggia per tanti motivi, prima fra tutti la qualitá della risposta, dato che a seconda della potenza del modello e dei dati che ha processato potrebbe non essere in grado di dare una risposta corretta e quindi a seconda dei casi o non rispondere o dare una risposta totalmente inventata ma che puó suonare verosimile agli occhi di un non esperto.

    blue bright lights


    Se chiedo qualcosa di una materia che conosco almeno a grandi linee, sono in grado di riconoscere un’allucinazione, cosí vengono chiamate queste risposte false ma verosimili, ma se la risposta è relativa ad una materia che non conosco posso dare per buona una risposta falsa con esiti inaspettati per l’uso che faró di questa risposta: magari potró fare una brutta figura con qualcuno, o causare dei danni al lavoro o al mio portafoglio.

    L’IA infatti deve essere un ausilio al lavoro non la mera sostituzione di un essere umano con una macchina, perché la macchina, per quanto possa essere ben programmata e istruita non sará in grado di accorgersi di un’errore, mancherá di empatia, risponderá con tono e un lessico adeguato in base a ciò che ha appreso, ma potrebbe essere stata forzata a non conoscere o a non rispondere a certi argomenti e se ci fidassimo esclusivamente della macchina la cosa puó diventare un problema.

    open laptop on a desk

    Infatti se tutti , per comoditá, si fidassero ciecamente dell’IA è possibile pilotare il pensiero e le azioni dei suoi utenti, facendogli credere a certi argomenti piuttosto che a degli altri, negando l’esistenza di altri ancora, magari per fini politici o commerciali. 

    Infatti il rischio di affidarsi ciecamente a queste soluzioni sará, col tempo, la mancanza di senso critico: se mi fido del riassuntino del mio motore di ricerca dó per buono quello che mi propone e non leggo le opinioni e i punti di vista di magari, quattro o cinque fonti diverse che mi danno modo di formare una mia idea , scartando quelle piú inverosimili o lontane dai miei valori.

    E la cosa in futuro sará sempre peggio perché questo tipo di risposte sintetiche renderanno inutili molti siti o fonti di informazione perché soppiantate dall’IA, e quelle presenti tenderanno a scomparire perché a causa del minor numero di visitatori non potranno sostentarsi e mantenersi in vita.

    A questo si somma pure l’evoluzione dei motori di ricerca che si trasformeranno in pure interfacce per l’intelligenza artificiale, come ad esempio il nuovo AI mode di Google, presentato recentemente al Google I/O , che permette l’integrazione di vari strumenti che trasformeranno la ricerca web in qualcosa di differente, capace ad esempio di simulare di indossare un vestito o di comprare per noi beni e servizi al miglior prezzo , ad esempio organizzandoci una vacanza senza doverci preoccupare di scegliere hotel e compagnia aerea.

    black samsung tablet on google page

    Sicuramente se implementata bene, porta efficienza e risparmi, ma possiamo fidarci che tutto funzioni a regola d’arte e che non sia pilotato da secondi fini che possano spingerci a comportamenti inattesi?

    Voi cosa ne pensate? Usate e soprattutto vi fidate dell’Intelligenza artificiale?

  • I supporti fisici stanno scomparendo

    I supporti fisici stanno scomparendo

    Viviamo in un periodo dove la fruizione di film, musica, videogiochi e intrattenimento avviene sempre piú in forma digitale, spesso in streaming o in abbonamento. Questo ha portato a far scomparire i supporti fisici o quantomeno a ridurre notevolmente la loro diffusione, tanto che in molte case non si trovano piú lettori per cd, dvd o blu ray soppiantati dagli streaming sui cellulari, tv o su altri dispositivi connessi a internet.

    E ovviamente col venire meno della richiesta anche i produttori di hardware hanno smesso di produrre i lettori dvd e blu ray, con giganti come LG che ha dismesso la produzione da qualche anno, Samsung che smaltita la giacenza nei magazzini sta scomparendo dagli scaffali, lasciando a Panasonic e Sony l’incombenza di tenere a listino qualche sparuto modello con diversi anni sulle spalle, e che approfittando della situazione ogni tanto pensano a mettere sul mercato aggiornamenti che tolgono funzioni e aumentano i prezzi di listino.

    Infatti trovare i lettori blue ray nei centri di elettronica diventa sempre piú complicato, e i prezzi per via della mancanza di offerte e di interesse da parte del pubblico si mantengono alti, relegandoli a un prodotto di nicchia.

    Ma quando anche l’ultimo samurai smetterá di vendere gli apparecchi come potremo vedere i film che abbiamo nella nostra libreria se il nostro apparecchio tirasse le cuoia? Beh la domanda non è banale , e sicuramente ci costerá parecchio perché ripararlo, ammesso che esistano ancora i ricambi, potrebbe costare piú di quanto pagammo il lettore e reperire qualche lettore new old stock, fondo di magazzino rimasto invenduto potrebbe costarci uno sproposito.

    Un consiglio infatti é quello di accaparrarsi nel mercato dell’usato , finché se ne trovano, qualche lettore inutilizzato, reperito a prezzi di saldo, visto che nel futuro potrebbero diventare rari e ricercati, in previsione che possa rompersi quello che usate abitualmente. 

    Ma anche i supporti non se la passano bene, la stessa Sony che se al momento continua a produrre qualche lettore ha da poco dismesso la produzione di dischi vergini, ed é pure scoppiato un caso per una grossa partita di DVD della Warner Bros che si é scoperto degradare col tempo a causa di un pigmento di scarsa qualitá utilizzato nella produzione dei dischi.
    Anche Disney sta valutando di non vendere piú supporti fisici in alcuni mercati, cosa che non stupisce visto che la casa americana ha spesso sfruttato la distribuzione digitale delle sue opere per manipolare in maniera postuma i contenuti, effettuando montaggi, tagli o aggiungendo messaggi che alterano il significato originale dell’opera , magari per andare incontro alle mode woke o inclusive del momento ma stravolgendo capolavori figli del proprio tempo.

    Infatti uno dei vantaggi di avere una copia fisica della nostra opera è proprio l’immutabilitá, a differenza del digitale, che all’occorrenza puó essere spento o modificato a comando, la nostra copia fisica sará sempre uguale e il contenuto non cambierá tra 10, 20 o 30 anni perché cambiano le mode o perché un autore proviene da una nazione con cui nel frattempo siamo finiti in guerra.

    person putting a cd in a computer

    Ovviamente sempre se la nostra copia fisica non si disintegri , si perda o ci venga rubata, ma avere tra le mani il disco di un’opera a cui teniamo é importante, visto che significa tutelare un pezzo della nostra vita e i ricordi che abbiamo associato alla fruizione di quell’opera che un domani potrebbe scomparire perché il servizio di streaming ha chiuso o ha perso i diritti di un’opera passata di moda dopo tanti anni.

    Anche nei videogiochi le copie fisiche stanno scomparendo, insieme alle catene specializzate come GameStop, così come le versioni con lettore delle console, soppiantate da versioni digitali che paradossalmente costano di piú delle copie fisiche nonostante non abbiano i costi di distribuzione.

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    Alla fine il digitale , seppur comodo, rischia di diventare un’arma a doppio taglio per la fruizione dei contenuti, specialmente quelli di nicchia che possono diventare poco remunerativi per le piattaforme digitali e che potrebbero nel tempo scomparire, portando nell’oblio conoscenza e ricordi.

    Voi cosa ne pensate? Siete ancora affezionati ai supporti fisici o preferite la comodità del digitale?

  • I Videogames sono sempre piú cari

    I Videogames sono sempre piú cari

    Purtroppo il periodo non è il migliore per le tasche dei videogiocatori visto che i prezzi stanno aumentando in maniera spropositata sia sul mondo console che su quello pc e comunque la si guardi, anche a voler rinunciare a qualcosa si dovrá aprire il portafoglio piú del solito.

    Sul mondo console se sicuramente vedere il prezzo della nuova Nintendo Switch 2 superare i 500 euro non fá piacere ma sicuramente non era così inaspettato, certo lo sono i prezzi dei giochi dato che a seconda del titolo arriveranno ai 90 euro trascinando al rialzo i prezzi dei videogiochi anche nei sistemi concorrenti.

    E la concorrenza non è rimasta ferma neanche sul costo dell’hardware con il prezzo della PS5 aumentato da un giorno all’altro di ulteriori 50 euro, senza aggiornamenti come per il precedente aumento che ci fú al rilascio della versione slim, portando al paradosso che i prezzi delle console anziché scendere col tempo una volta ammortizzate le spese di sviluppo come è sempre stato, ormai conviene acquistarle al momento del lancio.

    Stessa cosa sul mondo PC con le schede video ormai arrivate a prezzi stellari e soprattutto hanno portato parecchio in alto l’asticella dei prezzi spostando i prodotti di fascia media, dove comunque a seconda del gioco si dovranno fare delle rinunce, sopra le 1000 euro ai quali si sommano i costi delle altre componenti come processori e schede madri, anche loro con prezzi in rialzo, ram, alimentatori, case, dissipatori, etc.

    Questo significa che se prima ci si riusciva a fare un pc che consentiva, magari con qualche compromesso, di giocare e lavorare al prezzo di una console, ora con la stessa cifra si fa fatica a portare a casa una scheda video di fascia bassa, visto che le prestazioni di una scheda video pagata oggi 400/500 euro sono quelle che ci sia aspetterebbe dalla scheda entry level che fino a prima del covid si portava a casa intorno alle 200 euro.

    E ad ogni nuova generazione va sempre peggio visto che le prestazioni gen to gen aumentano di pochissimo al contrario dei prezzi che schizzano alle stelle, e che a differenza del passato si aggiunge la sparizione delle serie precedenti, ancora valide, con le quali si sarebbe potuto risparmiare.

    E la giustificazione delle tech che dovrebbero portare prestazioni strabilianti anche su hardware poco prestante è solo una scusa per farci vendere il modello nuovo, visto che non sempre sono supportate dai giochi, e anche quando lo sono partendo da hardware limitati la qualitá e l’input lag ne sconsigliano l’adozione, a differenza di una scheda giá carrozzata dove il miglioramento è sicuramente piú tangibile ma è costata molto di piú, rendendo il giocare molto piú costoso a meno di accontentarsi di risoluzioni, dettagli e fps piú bassi.

    Ma il problema dipende non solo dall’aviditá dalle case produttrici e dal monopolio tecnologico di aziende come TSMC o Nvidia che hanno fatto schizzare alle stelle i costi dell’hardware, ma soprattutto dagli utenti che continuano a comprare imperterriti nonostante gli aumenti di listino.

    Infatti se, ad esempio, Sony avesse notato un calo di vendite della PS5 dopo il primo rialzo di prezzo delle console, difficilmente ne avrebbe fatto un’altro, ma lo stesso vale per le altre case o per i produttori di schede video per i PC.

    E al danno si aggiunge la beffa visto che nonostante i prezzi da rapina, manca la disponibilitá dell’hardware portando i prezzi ad aumentare oltre quelli suggeriti o di listino, dato che chi ha la fortuna di averne qualcuna a magazzino sfrutta la situazione aumentando i prezzi, favorito anche dalla mancanza di concorrenza.

    boy with black headphones playing computer game

    Questo significa che chi ha la fortuna di avere comprato il prodotto al lancio, nelle poche unità disponibili che generalmente vanno via in pochi minuti, avrá speso la cifra , spesso giá folle , indicata dal produttore, chi non ha fatto in tempo o ha deciso di non comprare il prodotto a scatola chiusa rischia di pagarlo ancora di piú , rendendo poco conveniente l’acquisto di prodotti, magari anche validi tecnicamente ma decisamente inaccettabili a certe cifre.

    close up shot of person holding a game controller


    Anche voi avete notato questi aumenti? Come vi difenderete? Rinuncerete alle performance, aprirete il portafoglio o appenderete il controller al chiodo?

  • Skype chiude!!

    Skype chiude!!

    Uno dei sistemi di messaggistica piú longevi del mondo di internet sta per chiudere e non si tratta di uno strumento di nicchia sconosciuto ai piú ma di una piattaforma mitica come Skype che a partire dal 5 maggio 2025 verrá , salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, spenta definitivamente dopo 22 anni di onorato servizio.

    Infatti il popolare sistema di messaggistica ha subito nel tempo un tracollo di utenti passando dai 300 milioni giornalieri agli attuali 36, sia per la concorrenza di sistemi di comunicazione piú moderna come WhatsApp o Telegram, sia per la nascita di strumenti dedicati su videoconferenza come Zoom o Meet che hanno sostituito un applicazione tuttofare con dei tool mirati.

    photo of boy video calling with a woman

    Ma i tempi cambiano e anche Microsoft , proprietaria del servizio, ha deciso di tagliare la spina al servizio per favorire la diffusione del piu moderno Teams che lo andrá a sostituire anche per gli utenti consumer, sebbene non erediterá tutte le sue funzioni nella versione gratuita.

    Ovviamente non si perderanno i contatti, dato che giá da tempo skype è collegato con un account Microsoft e che lo stesso account puó essere utilizzato con la versione gratuita di Microsoft Teams, dove dopo una breve procedura di migrazione troveremo le nostre comunicazioni e i nostri contatti che avevamo su Skype.
    Dovremmo inoltre , se ne avessimo ancora a disposizione, consumare il nostro credito Skype per le telefonate quanto prima, in quanto la versione gratuita di Teams non supporta le telefonate, anche se per un periodo limitato sará possibile utilizzarlo per le chiamate in uscita tramite Teams Free o il sito di Skype che rimarrá attivo temporaneamente.

    people on a video call

    Sono infatti stati rimossi dalla vendita i servizi a pagamento di Skype, come gli abbonamenti telefonici, la ricezione di chiamate, l’invio di sms, con i servizi in abbonamenti attivi sino a maggio o alla scadenza del credito.

    In questo periodo di dismissione e fino alla chiusura si potranno contattare utenti Skype dalla versione gratuita di Teams e viceversa, per poi proseguire solo su Teams, mentre chi non volesse fare il passaggio ha tempo sino a gennaio 2026 per scaricare una copia delle proprie conversazioni. 

    Skype, inventata dagli sviluppatori del sistema di file sharing Kazaa e passata di mano piú volte era stata acquisita nel 2011 da Microsoft per eliminare dal mercato un concorrente del suo MSN Messenger ma finí per sostituirlo in quanto dotato di funzionalitá piú avanzate, come la videoconferenza e la possibilitá di effettuare telefonate a numeri fissi e mobili.

    a student listening to online class

    La tecnologia di Skype è inoltre servita a Microsoft per creare Teams, il software di video comunicazione aziendale incluso in Office e che nel tempo è stato offerto anche ai privati, rendendolo uno dei software piú utilizzato durante il lockdown nel periodo del covid.

    E Teams si appresta a sostituire Skype anche per le chiamate personali, facendo finire nell’oblio un software mitico destinato ad essere dimenticato come successo con altri mitici suoi colleghi come il già citato MSN Messenger, ICQ, AIM o C6.

    Voi lo usavate? Con cosa lo sostituirete?

  • Conviene riparare una tv?

    Conviene riparare una tv?

    Quando si rompe un dispositivo elettronico di costo limitato sappiamo che probabilmente non vale la pena ripararlo perché il solo costo della manodopera della riparazione probabilmente supera il valore di ricomprarlo nuovo, con il vantaggio di essere coperti da 2 anni di garanzia e di avere sicuramente un dispositivo piú aggiornato.

    Ma il discorso é diverso quando si tratta di un dispositivo piú costoso quale potrebbe essere un televisore, un tablet o uno smartphone dove a seconda dei casi una riparazione puó ancora avere senso, soprattutto se il guasto non é dovuto ad una caduta che ha mandato in frantumi lo schermo.

    Infatti se il pannello fosse danneggiato, quindi si vedono delle macchie scure, delle venature o delle righe in mezzo allo schermo generalmente il costo del ricambio supera il valore dell’apparecchio, specie se si tratta di un modello con qualche anno di vita e non conviene neanche caricarlo in macchina per chiedere un preventivo ad un tecnico, considerando anche che molti tecnici richiedono di farsi pagare una somma per l’ispezione che nel caso verrá detratta dal costo della riparazione : in tal caso meglio prendere direttamente appuntamento con il servizio di ritiro dei rifiuti ingombranti e sbarazzarsene.

    Se invece l’apparecchio non si accende o se l’immagine é molto scura, o se si sente l’audio ma non si vede l’immagine o se puntando una torcia sullo schermo si intravede l’immagine potrebbe trattarsi di un guasto risolvibile, tutto sta nel trovare un tecnico che ci voglia mettere le mani dato che potrebbe esserci il rischio che se il problema non si risolve o non valga la pena ripararlo il cliente non ritiri l’apparecchio e il tecnico non vuole correre il rischio di non vedersi pagato il suo lavoro e dover tenere in giacenza un apparecchio guasto, buono al massimo per recuperare qualche pezzo di ricambio da cannibalizzare.

    Ma magari a seconda del tecnico, e delle sue politiche di accettazione, ad esempio il pagamento anticipato del preventivo, é possibile trovare un tecnico che accetti la riparazione a patto che i sintomi del guasto lascino ben sperare in una riparazione conveniente.

    Se non si accende per nulla o se si spegne dopo qualche minuto di utilizzo il guasto é di tipo elettronico, generalmente relativo all’alimentazione, e con la sostituzione di qualche componente non troppo costoso, se la scheda interna non é danneggiata e risalire al guasto non fosse particolarmente complicato ce la si puó cavare con relativamente poca spesa.

    Una problematica altrettanto comune é dovuta alla mancata retroilluminazione dello schermo, dove i led che si trovano dietro il pannello non si accendono non consentendo di farci vedere l’immagine: in quel caso va smontato il pannello e sostituite le barre led che si occupano dell’illuminazione: il ricambio é un pó piú costoso, ma sopratutto aprire il pannello è un’operazione delicata che potrebbe portare facilmente a danneggiare il pannello, con il rischio di dover buttare il televisore, oltre al costo del ricambio acquistato inutilmente e alla manodopera che potrebbe venire non pagata, per questo motivo molti riparatori evitano di fare questo genere di riparazione, specie i centri di assistenza ufficiale.

    Volendo con un pó dì manualitá sarebbe un’operazione fattibile anche da un hobbista, magari guardando dei video in rete per quello specifico modello e procurandosi il ricambio, ma come detto il rischio è che se si danneggiasse il pannello si perde non solo l’apparecchio ma anche il costo del ricambio.

    Va quindi valutato se correre il rischio, mettendo anche in conto la vita utile dell’apparecchio e la sua vetustá , ad esempio per un televisore, se si tratta di un modello vecchio, magari che non ha le ultime tecnologie a bordo, come smart tv o necessita di un decoder esterno per funzionare, a meno non lo si voglia utilizzare come monitor (magari per un sistema di videosorveglianza o attaccato ad una sorgente esterna) probabilmente vale comunque la pena cambiarlo anziché ripararlo.

    Se invece si tratta di un prodotto di qualitá, ancora al passo coi tempi, magari con la garanzia appena scaduta potrebbe a seconda del difetto valerne la pena ripararlo, ma sempre valutando i costi del nuovo: anche perché se spendere 100 euro di riparazione su un prodotto che ne costa 1000 vale sicuramente la pena, non é detto che valga lo stesso spendere la stessa cifra se il prodotto nuovo ne costa 200, col vantaggio come detto di avere un prodotto aggiornato e con almeno due anni di garanzia.

    Inoltre non é anche da scartare l’idea di acquistare un prodotto ricondizionato, magari uno di quegli stessi prodotti non ritirati dal tecnico e riparati a tempo perso per rientrare della spesa o di un prodotto che arriva da un reso di qualche acquisto: si potrebbe acquistare un prodotto pari al nuovo, revisionato e controllato, al costo della riparazione, magari migliore del prodotto che va a sostituire e che spesso mantiene pure una certa garanzia residua.

    Poi ovviamente tutto dipende dal guasto riscontrato e dalla spesa, ma se economicamente valido un prodotto riparato o ricondizionato ha il vantaggio di evitare di mettere in circolo rifiuti elettronici inquinanti, quindi può essere un vantaggio per l’ambiente e per il portafoglio.

    Voi cosa fare quando si guasta un prodotto elettronico? Lo buttate direttamente ai rifiuti o tentate la riparazione?

  • La porta USB-C diventa obbligatoria

    La porta USB-C diventa obbligatoria

    L’anno nuovo porta una novitá per gli acquisti di dispositivi tecnologici: si estende infatti l’obbligatorietá della porta USB-C per dispositivi quali smartphone, tablet, ebook reader, fotocamere, auricolari, console e altoparlanti portatili, dispositivi di input come tastiere e mouse ricaricabili o navigatori.

    Questi dispositivi dovranno montare per legge la porta universale e quindi in teoria essere caricati da un alimentatore già in nostro possesso, togliendo l’obbligo al produttore di includerlo in confezione per evitare rifiuti tecnologici.

    La norma entra in vigore dalla fine di dicembre 2024 per i dispositivi tecnologici di nuova immissione sul mercato europeo che richiedono meno di 100 watt e si estenderá anche ai computer portatili a partire dal 2026.

    Purtroppo peró se la cosa puó avere un senso per dispositivi a basso consumo, quelli che hanno bisogno di piú corrente o che montano dei sistemi di ricarica rapida avranno bisogno di un alimentatore e/o di un cavo specifico che andrá comprato a parte aumentando la spesa per l’utente, visto che gli accessori originali vengono solitamente venduti a caro prezzo.

    Alcuni dispositivi riusciranno ad essere comunque alimentati , ma in assenza della propria tecnologia di ricarica rapida andranno nettamente piú lenti utilizzando un alimentatore standard, inoltre utilizzando un cavo standard potrebbe non essere in grado di veicolare la corretta potenza o le funzioni aggiuntive come il trasferimento dei dati o il collegamento a periferiche esterne, come ad esempio i monitor.

    E soprattutto se si ha a che fare con dispositivi Apple utilizzare un cavo certificato dal produttore fa la differenza tra riuscire a caricare o meno il dispositivo.

    Ma anche la ricarica veloce e il trasferimento di dati e video hanno bisogno di cavi particolari che potremmo facilmente confondere visto che il connettore é sempre il solito USB-C ma a seconda delle prestazioni, la lunghezza, lo spessore e la certificazione del cavo ci permettono o meno di utilizzare le funzionalitá aggiuntive.

    Infatti i cavi USB a seconda della versione ( 2.0, 3.0, 3.1. 3.2, 4.0 declinati in varie Gen)  riescono a portare dai 480 Mbit/secondo ai 40 Gbit/secondo quindi non sono tutti uguali, a maggior ragione se dobbiamo veicolare un segnale video che ha bisogno di saturare la banda e magari contemporaneamente alimentare il dispositivo, dato che la corrente che il cavo puó far transitare varia a seconda del cavo e della tecnologia utilizzata.

    Inoltre anche la lunghezza del cavo , soprattutto quando si usano al massimo delle caratteristiche consentite, impatta sulle prestazioni e potrebbe non funzionare correttamente quando troppo lungo.

    Purtroppo con un connettore unico si rischia di fare confusione e si rischia di ricomprare un cavo perchè non adatto credendolo guasto facendo ulteriori rifiuti, anziché utilizzare un cavo univoco che si é sicuro funzioni con tutti i dispositivi con cui é collegabile, anziche usare dei cavi uguali solo nella forma ma non nella sostanza.

    Idem per gli adattatori, nonostante esista  il protocollo USB-PD o power delivery come  standard per l’alimentazione, purtroppo come per i cavi non tutti i dispositivi e gli alimentatori possono avere la stesse caratteristiche obbligando il sistema a utilizzare la velocitá del dispositivo piú lento della catena.

    Quando invece nel connettore passa una tecnologia proprietaria, da quelle per la ricarica rapida usata negli smartphone o al thunderbolt si rischia che nonostante la compatibilità fisica del connettore non ci sia quella elettrica non facendo funzionare i dispositivi.

    Insomma seppur con buoni intenti la cosa finirà per confondere gli utenti, costringendo pure a mettere mano al portafoglio, specie quando servono prestazioni importanti dove servono accessori come alimentatori e cavi specifici,  di sicuro non economici.

  • I telefoni ricondizionati hanno davvero senso?

    I telefoni ricondizionati hanno davvero senso?

    Quando abbiamo l’esigenza di cambiare un telefono che magari ci é caduto , lo abbiamo smarrito o ha smesso di funzionare,  e non vogliamo spendere cifre folli probabilmente ci sará venuto in mente di valutare l’acquisto di un prodotto ricondizionato.

    E’ un idea che sicuramente potrebbe farci risparmiare qualcosa, ed è sicuramente un modo per ridurre i rifiuti elettronici, dato che , almeno sulla carta, un telefono che passa di mano significa, almeno sulla carta, un telefono in meno che viene prodotto e soprattutto uno in meno che viene smaltito.

    In realtá non é sempre vero perché , soprattutto a seconda della tipologia del telefono, un ricondizionato potrebbe non essere la soluzione ideale: infatti se vogliamo avere l’ultimo ritrovato della tecnologia appena lanciato difficilmente lo troveremo usato, ma ad esempio se ci accontentiamo di aspettare qualche mese dal lancio  é possibile acquistare d’occasione un telefono di qualitá dismesso magari dall appassionato di tecnologia che li cambia frequentemente o da qualcuno che non si é trovato bene col prodotto, magari un regalo non gradito o un prodotto dimostrativo che viene venduto quando esce sul mercato il sostituto.

    Il problema peró é che se il telefono passa di mano tramite un intermediario, come i siti o i negozi che valutano e acquistano i dispositivi usati per rivenderli, ovviamente devono farsi pagare il loro servizio e questo rischia , a seconda degli sconti sul nuovo , di rendere poco appetibile l’usato.

    Infatti chi lo ha comprato a prezzo pieno non vorrà rimetterci troppo, l’intermediario avrà il suo guadagno, quindi il prezzo dell’usato potrebbe paradossalmente essere piú alto del nuovo, che una volta passato il periodo di lancio magari viene scontato.

    Questo significa che se si tratta di telefoni molto richiesti e che difficilmente vengono scontati sul nuovo, come succede per gli Iphone e per certi telefoni android top di gamma, il gioco di acquistarlo usato puó valere la candela, se si tratta di un modello di media o bassa gamma soggetto a sconti é possibile che convenga comunque il nuovo.

    Va anche considerato che un telefono usato ha subito diversi cicli di carica e scarica della batteria che ne accorciano la durata e se la differenza di prezzo col nuovo é bassa conviene comunque portarsi a casa un dispositivo con due anni di garanzia, rispetto a rischiare di dover spendere una cifra importante , magari dopo un anno per la sostituzione della batteria.

    E sui telefoni di fascia medio bassa la batteria diventa spesso la causa della sostituzione del telefono: magari il dispositivo é perfetto, sia esteticamente che come prestazioni, ma la batteria non tiene o si è gonfiata, e la sostituzione costa quasi quanto ricomprare il telefono nuovo: soprattutto se il modello non é troppo diffuso va ordinata esclusivamente originale, e in quel caso spendere magari 60-80 euro su un telefono che vale la stessa cifra della riparazione ci fará propendere per la rottamazione.

    Questo anche perché , a volerlo dare dentro, sia in vendita o in permuta non verrebbe accettato o nelle migliori delle ipotesi vi verrebbe valutato una cifra ridicola.

    Diverso è per i modelli piú richiesti , dove maggiori valutazioni, disponibilitá di ricambi di concorrenza e maggiori possibilitá di guadagno, possono rendere conveniente la riparazione.

    Ricordiamoci comunque che chi ricondiziona il telefono vorrà avere pagato il proprio lavoro, quindi sia quando andiamo a vendere il telefono, o quando lo andiamo a comprare ricondizionato finiremo per pagare questo lavoro.

    Diverso quando si tratta di usati recenti che vengono soltanto rimessi in vendita senza l’intervento di un tecnico: in quel caso potremo magari mettere le mani su un telefono restituito dopo un reso, con giusto qualche giorno di utilizzo e con la garanzia residua del produttore, come avviene con la sezione Seconda Mano di Amazon, o con il reparto ricondizionati di alcuni grossi rivenditori di elettronica, dove gli sconti possono essere importanti, specie quando si cumulano ad altre iniziative promozionali che possono abbattere ulteriormente il prezzo, con il rischio di prendere un prodotto pari al nuovo anche a meno della metá del prezzo di listino.

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    Alla fine della fiera, decidere di comprare, rivendere o anche solo riparare dipende molto dal telefono, tendenzialmente puó valere la pena su telefoni top di gamma o comunque molto richiesti, da valutare a seconda dei casi per modelli medi che potrebbero avere un certo mercato, ad esempio alcuni Samsung, mentre sui modelli piú economici probabilmente la scelta migliore è ricomprarlo nuovo.

    Se ci pensiamo il telefono economico, dato che la riparazione diventa antieconomica , diventa un bene usa e getta, mentre quello di qualità riesce a guadagnarsi una seconda vita, specie tra chi non può o non vuole permettersi di spendere cifre importanti da nuovo.

    Ma se il prezzo del ricondizionato è conveniente, e spesso chi ce lo vende ci dá la propria garanzia, magari dopo aver sostituito la batteria per prolungarne la vita, diventa una soluzione sicuramente valida per le nostre tasche e per l’ambiente specie se si vuole proprio quella tipologia di telefono

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    Viceversa se non abbiamo esigenze specifiche, ci va bene un telefono qualsiasi, probabilmente uno di quelli economici, scelto con cura per evitare le fregature di certi modelli di primo prezzo che nascono obsoleti anche da nuovi, può essere la scelta giusta per il nostro portafoglio.

  • Anche lavatrici sono in abbonamento

    Anche lavatrici sono in abbonamento

    Ormai ci stiamo abituando ai servizi in abbonamento, dove pagando una piccola quota mensile evitiamo di comprare un bene costoso, avendo a disposizione maggiore scelta e comodità senza limitazioni e pensieri.

    E la cosa è particolarmente diiffusa nelle piattaforme di streaming per l’intrattenimento come i vari Netflix, Disney+, Prime Video o simili,  per quelle musicali come Spotify o quelle per i videogiochi, ma la cosa ha preso piede in altri ambiti come per le stampanti dove é possibile abbonarsi a un servizio del produttore della stampante dove a fronte di un abbonamento in base al numero di stampe previste si riceveranno direttamente a casa le cartucce appena si apprestano a finire, eventualmente pagando un extra per le copie aggiuntive.

    Ma vuoi per moda o per comoditá la cosa sta forse sfuggendo di mano dato che si é arrivato ad avere qualcosa di simile anche per le lavatrici.

    Infatti Haier ha da qualche tempo sul mercato una propria lavatrice che è possibile ottenere in abbonamento insieme a degli specifici detersivi professionali realizzati da Nuncas che utilizzano un sistema di chimica disaggregata mutuato dalle lavatrici professionali: in pratica ha dei flaconi di detersivi liquidi speciali (smacchiatore, detergente delicato, super sgrassante e ammorbidente) che vengono combinati grazie ad una app nelle dosi specifiche per il singolo lavaggio ottenendo un risultato perfetto per ogni tipologia di capo e di sporco.

    Inoltre essendo collegata a internet la lavatrice saprá quando i flaconi si stanno esaurendo e fará in modo che possiate ricevere per tempo i nuovi comodamente a casa compresi nell’abbonamento sottoscritto.

    Questo abbonamento , della durata di 36 mesi, ha un costo mensile che varia in base al numero di lavaggi previsto: 18 euro per 100 lavaggi annui (circa 2 alla settimana), 23 euro per 220 lavaggi annui (circa 4 alla settimana) e 28 euro per 340 lavaggi annui (circa 6 alla settimana), a cui si aggiungono 80 euro per la consegna e installazione e comprende anche l’assistenza per tutto il periodo dell’abbonamento.

    A conti fatti peró la cifra che andiamo a pagare è importante, e alla fine il plus rispetto ad una comune lavatrice di proprietá puó essere l’esclusiva su quel particolare tipo di detersivi, ammesso che possa essere di nostro gradimento e la comoditá di non dovere acquistare detersivi o additivi.

    Se poi aggiungiamo che quella lavatrice in abbonamento è basata, flaconi a parte, su un modello a marchio Candy comunemente in vendita intorno ai 450 euro alla fine stiamo spendendo pure piú soldi per una lavatrice che al termine dell’abbonamento dovremo restituire.

    Il gioco quindi vale la candela solo se riteniamo i risultati del lavaggio, che comunque sono ottimi, migliori di quelli di una normale lavatrice con i detersivi tradizionali di nostro gradimento, altrimenti portafoglio alla mano possiamo tranquillamente sceglierne una normale, magari la stessa dalla quale deriva quella a noleggio, spendendo meno soldi.

    Diverso discorso se ci fossero delle promozioni o delle convenzioni che abbattono il prezzo, ma generalmente é piú facile che vadano in sconto delle lavatrici nei volantini dei centri di elettronica che non possa scendere un servizio in abbonamento, e considerato quello che succede con quelli in streaming non è neanche escluso che possa aumentare col tempo, aggiungendo pure la beffa di aver pagato anche di piú di quanto preventivato alla sottoscrizione.

    Voi le conoscevate? Avete valutato la sottoscrizione? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti,