Tecnologia

  • La porta USB-C diventa obbligatoria

    La porta USB-C diventa obbligatoria

    L’anno nuovo porta una novitá per gli acquisti di dispositivi tecnologici: si estende infatti l’obbligatorietá della porta USB-C per dispositivi quali smartphone, tablet, ebook reader, fotocamere, auricolari, console e altoparlanti portatili, dispositivi di input come tastiere e mouse ricaricabili o navigatori.

    Questi dispositivi dovranno montare per legge la porta universale e quindi in teoria essere caricati da un alimentatore già in nostro possesso, togliendo l’obbligo al produttore di includerlo in confezione per evitare rifiuti tecnologici.

    La norma entra in vigore dalla fine di dicembre 2024 per i dispositivi tecnologici di nuova immissione sul mercato europeo che richiedono meno di 100 watt e si estenderá anche ai computer portatili a partire dal 2026.

    Purtroppo peró se la cosa puó avere un senso per dispositivi a basso consumo, quelli che hanno bisogno di piú corrente o che montano dei sistemi di ricarica rapida avranno bisogno di un alimentatore e/o di un cavo specifico che andrá comprato a parte aumentando la spesa per l’utente, visto che gli accessori originali vengono solitamente venduti a caro prezzo.

    Alcuni dispositivi riusciranno ad essere comunque alimentati , ma in assenza della propria tecnologia di ricarica rapida andranno nettamente piú lenti utilizzando un alimentatore standard, inoltre utilizzando un cavo standard potrebbe non essere in grado di veicolare la corretta potenza o le funzioni aggiuntive come il trasferimento dei dati o il collegamento a periferiche esterne, come ad esempio i monitor.

    E soprattutto se si ha a che fare con dispositivi Apple utilizzare un cavo certificato dal produttore fa la differenza tra riuscire a caricare o meno il dispositivo.

    Ma anche la ricarica veloce e il trasferimento di dati e video hanno bisogno di cavi particolari che potremmo facilmente confondere visto che il connettore é sempre il solito USB-C ma a seconda delle prestazioni, la lunghezza, lo spessore e la certificazione del cavo ci permettono o meno di utilizzare le funzionalitá aggiuntive.

    Infatti i cavi USB a seconda della versione ( 2.0, 3.0, 3.1. 3.2, 4.0 declinati in varie Gen)  riescono a portare dai 480 Mbit/secondo ai 40 Gbit/secondo quindi non sono tutti uguali, a maggior ragione se dobbiamo veicolare un segnale video che ha bisogno di saturare la banda e magari contemporaneamente alimentare il dispositivo, dato che la corrente che il cavo puó far transitare varia a seconda del cavo e della tecnologia utilizzata.

    Inoltre anche la lunghezza del cavo , soprattutto quando si usano al massimo delle caratteristiche consentite, impatta sulle prestazioni e potrebbe non funzionare correttamente quando troppo lungo.

    Purtroppo con un connettore unico si rischia di fare confusione e si rischia di ricomprare un cavo perchè non adatto credendolo guasto facendo ulteriori rifiuti, anziché utilizzare un cavo univoco che si é sicuro funzioni con tutti i dispositivi con cui é collegabile, anziche usare dei cavi uguali solo nella forma ma non nella sostanza.

    Idem per gli adattatori, nonostante esista  il protocollo USB-PD o power delivery come  standard per l’alimentazione, purtroppo come per i cavi non tutti i dispositivi e gli alimentatori possono avere la stesse caratteristiche obbligando il sistema a utilizzare la velocitá del dispositivo piú lento della catena.

    Quando invece nel connettore passa una tecnologia proprietaria, da quelle per la ricarica rapida usata negli smartphone o al thunderbolt si rischia che nonostante la compatibilità fisica del connettore non ci sia quella elettrica non facendo funzionare i dispositivi.

    Insomma seppur con buoni intenti la cosa finirà per confondere gli utenti, costringendo pure a mettere mano al portafoglio, specie quando servono prestazioni importanti dove servono accessori come alimentatori e cavi specifici,  di sicuro non economici.

  • I telefoni ricondizionati hanno davvero senso?

    I telefoni ricondizionati hanno davvero senso?

    Quando abbiamo l’esigenza di cambiare un telefono che magari ci é caduto , lo abbiamo smarrito o ha smesso di funzionare,  e non vogliamo spendere cifre folli probabilmente ci sará venuto in mente di valutare l’acquisto di un prodotto ricondizionato.

    E’ un idea che sicuramente potrebbe farci risparmiare qualcosa, ed è sicuramente un modo per ridurre i rifiuti elettronici, dato che , almeno sulla carta, un telefono che passa di mano significa, almeno sulla carta, un telefono in meno che viene prodotto e soprattutto uno in meno che viene smaltito.

    In realtá non é sempre vero perché , soprattutto a seconda della tipologia del telefono, un ricondizionato potrebbe non essere la soluzione ideale: infatti se vogliamo avere l’ultimo ritrovato della tecnologia appena lanciato difficilmente lo troveremo usato, ma ad esempio se ci accontentiamo di aspettare qualche mese dal lancio  é possibile acquistare d’occasione un telefono di qualitá dismesso magari dall appassionato di tecnologia che li cambia frequentemente o da qualcuno che non si é trovato bene col prodotto, magari un regalo non gradito o un prodotto dimostrativo che viene venduto quando esce sul mercato il sostituto.

    Il problema peró é che se il telefono passa di mano tramite un intermediario, come i siti o i negozi che valutano e acquistano i dispositivi usati per rivenderli, ovviamente devono farsi pagare il loro servizio e questo rischia , a seconda degli sconti sul nuovo , di rendere poco appetibile l’usato.

    Infatti chi lo ha comprato a prezzo pieno non vorrà rimetterci troppo, l’intermediario avrà il suo guadagno, quindi il prezzo dell’usato potrebbe paradossalmente essere piú alto del nuovo, che una volta passato il periodo di lancio magari viene scontato.

    Questo significa che se si tratta di telefoni molto richiesti e che difficilmente vengono scontati sul nuovo, come succede per gli Iphone e per certi telefoni android top di gamma, il gioco di acquistarlo usato puó valere la candela, se si tratta di un modello di media o bassa gamma soggetto a sconti é possibile che convenga comunque il nuovo.

    Va anche considerato che un telefono usato ha subito diversi cicli di carica e scarica della batteria che ne accorciano la durata e se la differenza di prezzo col nuovo é bassa conviene comunque portarsi a casa un dispositivo con due anni di garanzia, rispetto a rischiare di dover spendere una cifra importante , magari dopo un anno per la sostituzione della batteria.

    E sui telefoni di fascia medio bassa la batteria diventa spesso la causa della sostituzione del telefono: magari il dispositivo é perfetto, sia esteticamente che come prestazioni, ma la batteria non tiene o si è gonfiata, e la sostituzione costa quasi quanto ricomprare il telefono nuovo: soprattutto se il modello non é troppo diffuso va ordinata esclusivamente originale, e in quel caso spendere magari 60-80 euro su un telefono che vale la stessa cifra della riparazione ci fará propendere per la rottamazione.

    Questo anche perché , a volerlo dare dentro, sia in vendita o in permuta non verrebbe accettato o nelle migliori delle ipotesi vi verrebbe valutato una cifra ridicola.

    Diverso è per i modelli piú richiesti , dove maggiori valutazioni, disponibilitá di ricambi di concorrenza e maggiori possibilitá di guadagno, possono rendere conveniente la riparazione.

    Ricordiamoci comunque che chi ricondiziona il telefono vorrà avere pagato il proprio lavoro, quindi sia quando andiamo a vendere il telefono, o quando lo andiamo a comprare ricondizionato finiremo per pagare questo lavoro.

    Diverso quando si tratta di usati recenti che vengono soltanto rimessi in vendita senza l’intervento di un tecnico: in quel caso potremo magari mettere le mani su un telefono restituito dopo un reso, con giusto qualche giorno di utilizzo e con la garanzia residua del produttore, come avviene con la sezione Seconda Mano di Amazon, o con il reparto ricondizionati di alcuni grossi rivenditori di elettronica, dove gli sconti possono essere importanti, specie quando si cumulano ad altre iniziative promozionali che possono abbattere ulteriormente il prezzo, con il rischio di prendere un prodotto pari al nuovo anche a meno della metá del prezzo di listino.

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    Alla fine della fiera, decidere di comprare, rivendere o anche solo riparare dipende molto dal telefono, tendenzialmente puó valere la pena su telefoni top di gamma o comunque molto richiesti, da valutare a seconda dei casi per modelli medi che potrebbero avere un certo mercato, ad esempio alcuni Samsung, mentre sui modelli piú economici probabilmente la scelta migliore è ricomprarlo nuovo.

    Se ci pensiamo il telefono economico, dato che la riparazione diventa antieconomica , diventa un bene usa e getta, mentre quello di qualità riesce a guadagnarsi una seconda vita, specie tra chi non può o non vuole permettersi di spendere cifre importanti da nuovo.

    Ma se il prezzo del ricondizionato è conveniente, e spesso chi ce lo vende ci dá la propria garanzia, magari dopo aver sostituito la batteria per prolungarne la vita, diventa una soluzione sicuramente valida per le nostre tasche e per l’ambiente specie se si vuole proprio quella tipologia di telefono

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    Viceversa se non abbiamo esigenze specifiche, ci va bene un telefono qualsiasi, probabilmente uno di quelli economici, scelto con cura per evitare le fregature di certi modelli di primo prezzo che nascono obsoleti anche da nuovi, può essere la scelta giusta per il nostro portafoglio.

  • Anche lavatrici sono in abbonamento

    Anche lavatrici sono in abbonamento

    Ormai ci stiamo abituando ai servizi in abbonamento, dove pagando una piccola quota mensile evitiamo di comprare un bene costoso, avendo a disposizione maggiore scelta e comodità senza limitazioni e pensieri.

    E la cosa è particolarmente diiffusa nelle piattaforme di streaming per l’intrattenimento come i vari Netflix, Disney+, Prime Video o simili,  per quelle musicali come Spotify o quelle per i videogiochi, ma la cosa ha preso piede in altri ambiti come per le stampanti dove é possibile abbonarsi a un servizio del produttore della stampante dove a fronte di un abbonamento in base al numero di stampe previste si riceveranno direttamente a casa le cartucce appena si apprestano a finire, eventualmente pagando un extra per le copie aggiuntive.

    Ma vuoi per moda o per comoditá la cosa sta forse sfuggendo di mano dato che si é arrivato ad avere qualcosa di simile anche per le lavatrici.

    Infatti Haier ha da qualche tempo sul mercato una propria lavatrice che è possibile ottenere in abbonamento insieme a degli specifici detersivi professionali realizzati da Nuncas che utilizzano un sistema di chimica disaggregata mutuato dalle lavatrici professionali: in pratica ha dei flaconi di detersivi liquidi speciali (smacchiatore, detergente delicato, super sgrassante e ammorbidente) che vengono combinati grazie ad una app nelle dosi specifiche per il singolo lavaggio ottenendo un risultato perfetto per ogni tipologia di capo e di sporco.

    Inoltre essendo collegata a internet la lavatrice saprá quando i flaconi si stanno esaurendo e fará in modo che possiate ricevere per tempo i nuovi comodamente a casa compresi nell’abbonamento sottoscritto.

    Questo abbonamento , della durata di 36 mesi, ha un costo mensile che varia in base al numero di lavaggi previsto: 18 euro per 100 lavaggi annui (circa 2 alla settimana), 23 euro per 220 lavaggi annui (circa 4 alla settimana) e 28 euro per 340 lavaggi annui (circa 6 alla settimana), a cui si aggiungono 80 euro per la consegna e installazione e comprende anche l’assistenza per tutto il periodo dell’abbonamento.

    A conti fatti peró la cifra che andiamo a pagare è importante, e alla fine il plus rispetto ad una comune lavatrice di proprietá puó essere l’esclusiva su quel particolare tipo di detersivi, ammesso che possa essere di nostro gradimento e la comoditá di non dovere acquistare detersivi o additivi.

    Se poi aggiungiamo che quella lavatrice in abbonamento è basata, flaconi a parte, su un modello a marchio Candy comunemente in vendita intorno ai 450 euro alla fine stiamo spendendo pure piú soldi per una lavatrice che al termine dell’abbonamento dovremo restituire.

    Il gioco quindi vale la candela solo se riteniamo i risultati del lavaggio, che comunque sono ottimi, migliori di quelli di una normale lavatrice con i detersivi tradizionali di nostro gradimento, altrimenti portafoglio alla mano possiamo tranquillamente sceglierne una normale, magari la stessa dalla quale deriva quella a noleggio, spendendo meno soldi.

    Diverso discorso se ci fossero delle promozioni o delle convenzioni che abbattono il prezzo, ma generalmente é piú facile che vadano in sconto delle lavatrici nei volantini dei centri di elettronica che non possa scendere un servizio in abbonamento, e considerato quello che succede con quelli in streaming non è neanche escluso che possa aumentare col tempo, aggiungendo pure la beffa di aver pagato anche di piú di quanto preventivato alla sottoscrizione.

    Voi le conoscevate? Avete valutato la sottoscrizione? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti,

  • Ecco un Mac conveniente

    Ecco un Mac conveniente

    Generalmente i prodotti Apple sono conosciuti per il bel design, per la buona e spesso ottima qualità, ma magari mancano di qualche caratteristica presente nella concorrenza e generalmente a paritá di caratteristiche sono più cari della concorrenza.

    Ma non sempre é vero, specie in determinati periodi e per particolari prodotti e ci troviamo in uno di questi momenti dove un prodotto con la mela riesce a rivaleggiare con la concorrenza anche sul prezzo: parliamo dei nuovi computer Apple con processore M4.

    Infatti dal lancio dei processori Apple Silicon la mela ha sempre avuto la possibilitá, producendo in casa gran parte dei componenti, di fare molta economia di scala, dato che può sfruttare anche sui computer componentistica e tecnologie presenti anche sui propri tablet e smartphone.

    Inoltre questi processori , derivando dal mondo mobile, si sono rivelati molto efficienti dal punto di vista dei consumi, riuscendo a ottenere a parità di prestazioni consumi ridotti anche del 90%, spingendo la concorrenza ad inseguire questa efficienza.

    Questo ha portato sia il mondo Arm con Qualcomm, che il mondo x86 con Intel e Amd a sfornare architetture piú moderne per stare al passo dei processori della mela, che riescono ad avere le stesse prestazioni di un fisso pur alimentati a batteria, dovendo reinventare completamente la propria line up.

    Ma riprogettare da zero ha dei costi e delle problematiche da risolvere che in un prodotto consolidato non si hanno, e questo porta all’aumento dei prezzi al lancio dei nuovi prodotti, mentre evolvendo un prodotto giá sul mercato il costo è sicuramente minore.

    Ci si trova quindi in una situazione dove i nuovi processori Ryzen AI e Intel Core Ultra essendo appena arrivati sul mercato essendo una primizia sono ancora molto costosi, mentre Apple puó fare per i nuovi prodotti i prezzi ai quali siamo abituati, che paradossalmente risultano molto competitivi in questo momento storico.

    Chi deve acquistare un pc se vuole le ultime tecnologie al momento, in attesa che i prezzi col tempo si assestino deve scegliere , specie sul mobile, tra un prodotto con un processore di generazione precedente tecnologicamente meno avanzato oppure rassegnarsi a pagare cifre paragonabili se non superiori a quelle richieste da Apple, tralaltro assecondando la politica di Apple della ram integrata nel processore presenti nei nuovi Intel Core Ultra “Lunar Lake”.

    Infatti Apple continua nelle sue politiche che obbligano il consumatore ad acquistare adattatori per sopperire alla mancanza di porte comunemente disponibili nella concorrenza, e di integrare le memorie nel processore costringendo ad ordinare upgrade di memoria, sia ram che disco in fabbrica a prezzi fuori mercato, il problema é che finisce per creare un trend seguito anche dagli altri ai danni del consumatore.

    Ma nonostante tutto, in questo momento storico di cambiamenti, riesce a piazzare dei prodotti particolarmente competitivi come il nuovo mac mini m4: il famoso mini pc della mela, al quale si deve aggiungere un monitor , una tastiera e un mouse per trasformarlo in un computer desktop  potente e trasportabile.

    Ovviamente qualche nuova fesseria in stile Apple non manca , come il tasto di accensione sotto il computer e la rimozione delle porte USB-A , costringendoci ad usare un adattatore anche per collegare una normalissima chiavetta usb, ma tutto sommato si ha un computer potente per la creativitá a un prezzo competitivo, e volendo esiste la possibilitá di avere il processore M4 Pro per maggiore potenza.

    Mac Mini , con l’avvento di M4, é stato ridisegnato rendendolo ancora piú piccolo e con un prezzo molto competitivo (si parte da 729 euro che scendono a 609 per il settore education), anche in funzione del fatto che ora anche il modello base ha da 16GB di ram.

    Come in precedenza non è una macchina adatta per il gaming, dove Windows resta imbattibile, anche se per gli smanettoni qualcosa si sta sbloccando installando Linux, dove si inizia a far girare qualche gioco Windows sotto emulazione, ma con bassi framerate, così come non è adatta come pc super economico per usi leggeri visto che un mini pc windows senza pretese si porta a casa con molta meno spesa.

    Abbastanza interessanti anche i nuovi MacBook Pro con M4, specie per chi ha esigenze di creare contenuti multimediali in mobilitá , da valutare per un upgrade da M1 o Intel, mentre lo è di meno l’Imac M4 specie nella versione base: con una spesa inferiore meglio il Mac Mini che è pure piú potente.

    Al momento il nuovo M4 non è ancora disponibile su Mac Studio (anche se si può sempre configurare il Mac Mini con M4 Pro) , Mac Pro e Macbook Air, con quest’ultimo che potrebbe diventare un best buy se si allinea ai 16gb di ram dei suoi fratelli.

    Insomma forse per demeriti altrui per una volta Apple si trova ad essere stranamente competitiva anche nei prezzi, specie se si acquistano i modelli corretti, e con il vantaggio del mantenimento del valore sul mercato sul mercato dell’usato che di solito é una chimera per i prodotti Windows.

    Voi li conoscevate? Pensavate di acquistarli?

  • La VPN serve davvero?

    La VPN serve davvero?

    Spesso su internet si sentono spesso pubblicizzare servizi di VPN che promettono sicurezza e protezione, ma sono davvero utili e mantengono le promesse?

    Ovviamente l’utilitá dipende da quello che vogliamo farci, oltre dalle funzionalitá offerte del servizio, ma va considerato che per un utente comune potrebbero essere superflue.

    Il suo ruolo é di creare un tunnel virtuale tra il nostro dispositivo e il server vpn nel quale fare passare i dati della nostra navigazione, che verranno crittografati così da non essere intercettabili né da un hacker né dal nostro provider internet.

    Questo procedimento ci da alcuni vantaggi, in primis il fatto che la nostra navigazione risulterá uscire dall’IP del nostro server VPN consentendo di farci localizzare in una localitá differente da quella dove ci troviamo, qualora il server al quale ci colleghiamo fosse ad esempio in un’altra nazione, così come mascherando l’IP si impedisce il tracciamento delle attivitá online del nostro IP originale tutelando la nostra privacy.

    VPN can protect your device

    Inoltre la crittografia dei pacchetti fa in modo che si crei una protezione che impedisca di vedere il nostro traffico e quindi permettere a qualcuno che non sia il nostro server VPN di leggere i nostri dati, che potrebbero altrimenti essere utilizzati da un malintenzionato o dal nostro provider per limitare o bloccare l’accesso a determinati siti.

    E la cosa diventa importante quando si naviga su reti pubbliche, su wifi gratuiti dove un malintenzionato può facilmente carpire i dati della nostra navigazione e magari utilizzarli per rubare dati , password o conversazioni private.

    Lo svantaggio puó essere in alcuni casi una minore velocitá, il dovere installare e ricordarsi di utilizzare un software in tutti i nostri dispositivi che puó essere complicato, ma soprattutto dato che ci si deve fidare del server VPN al quale ci si collega, quindi si è praticamente costretti ad utilizzare un servizio a pagamento che ci garantisca affidabilitá.

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    Teoricamente esistono anche servizi gratuiti, ma a meno di utilizzi sporadici, ha poco senso di utilizzarli perché possono essere molto meno efficienti non disponendo delle risorse di un servizio a pagamento ma soprattutto per remunerare le spese necessarie al funzionamento potrebbero vendere i nostri dati, rendendo inutile se non dannoso l’utilizzo, soprattutto se abbiamo esigenze di privacy.

    Ma quali sono le applicazioni pratiche per cui potremmo avere bisogno di acquistarne una VPN? Sicuramente la possibilità di localizzarsi in un’altro paese ci apre le porte a contenuti con dei blocchi geografici, ad esempio poter vedere dall’Italia uno streaming disponibile solo per gli Stati Uniti, o vedere un programma della TV italiana quando siamo all’estero.

    Organizzandosi con cura si riesce pure a comprare prodotti e servizi destinati ad un paese estero, che possono avere funzionalitá e prezzi differenti: dal biglietto aereo venduto a un prezzo piú basso in un paese piú povero o dove c’é piú concorrenza, al servizio di streaming sportivo con le partite del nostro campionato venduto a cifre molto più abbordabili rispetto ai servizi nostrani.

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    Altro vantaggio é la possibilitá di aggirare blocchi e censure: spesso gli stati bloccano alcuni siti nel loro paese, ma localizzandosi in un paese dove il blocco non è presente si aggira il problema, e la cosa diventa importante in paesi come la Cina dove il blocco riguarda la maggior parte dei servizi internet occidentali, ma che abbiamo anche da noi quando tentiamo di accedere ad esempio , ad un sito di informazione russo. 

    In questi casi l’accortezza é ,quando si viaggia in paesi che hanno di queste limitazioni,  di attivare la VPN prima di partire perché l’accesso per abbonarsi  ai servizi di VPN potrebbe essere bloccato nel paese di destinazione.

    person using laptop computer during daytime

    A volte il blocco esiste per impedire l’accesso a siti illegali e bypassare questo blocco, a secondo delle leggi potrebbe costituire un reato, e se è pur vero che usando la VPN si riescono a nascondere le proprie tracce online un eventuale reato rimane comunque punibile.

    Sicuramente sará piú difficile farsi beccare in attivitá quanto meno borderline, come la fruizione di contenuti illegali o pirateria, ma anche accesso a materiale discutibile (ad esempio pornografico o  estremista) seppur non illegale, ma c’è da ricordare che se si commette un reato probabilmente si verrá puniti comunque anche se non in flagranza di reato.

    close up photo of guy fawkes mask

    Altra opportunitá delle VPN l’abbiamo quando i provider internet limitano il traffico dati mobile al raggiungimento di certe soglie di traffico, rallentando i fruitori dei siti che consumano piú banda : non potendo il provider sapere dove navighiamo, dato che vedrá il traffico esclusivamente in direzione della nostra VPN potremmo, a seconda dei casi bypassare queste limitazioni.

    Poi come detto ci viene in aiuto per la privacy, anche se la protezione non è completa al 100%, sicuramente complica il lavoro di chi ha intenzione di tracciare la nostra navigazione, sia a scopi pubblicitari che illegali, cosi come consente di arginare alcuni tipi di attacchi informatici specie quando sono coinvolte reti wifi pubbliche e dispositivi mobile come smartphone e tablet.

    close up photo of mining rig

    Voi conoscevate le VPN? Le utilizzate regolarmente?

  • Arriva PS5 Pro: é la fine delle console?

    Arriva PS5 Pro: é la fine delle console?

    Gli appassionati di videogiochi la aspettavano da tempo e la versione pro della playstation 5 è finalmente arrivata , e porta un pó piú di potenza aggiuntiva alla console di casa Sony, e grazie all’equivalente del DLSS del mondo PC chiamato PSSR migliora qualitá e FPS rispetto alla versione standard.

    Il salto generazionale non è immenso, ma essendo un miglioramento a metá carriera non ci si potevano aspettare rivoluzioni, anche perché pur avvicinandosi non tiene il passo di tutte le nuove tecnologie presenti nel mondo PC che si è evoluto parecchio dal lancio della prima PS5, ma se uno ha un parco titoli playstation e vuole un miglioramento puó avere un senso sceglierla, se non fosse per un piccolo problema: il suo prezzo.

    Infatti seguendo i recenti aumenti di prezzo della casa giapponese che si sono notati con il lancio della versione slim, ma anche dei controller non ci si aspettava un prezzo di cartellino leggero, ma purtroppo si è calcata la mano : ben 800 euro, al quale si devono aggiungere 120 euro per il lettore cd e 30 euro per lo stand verticale, in pratica raddoppia di prezzo rispetto al prezzo di lancio della prima versione.

    Il problema é che con cifre del genere si puó comprare un pc da gaming con prestazioni almeno equiparabili e mettendo sul piatto una piccola differenza si arriva a portarsi a casa una configurazione da gaming notevolmente piú potente che soprattutto ha il vantaggio di essere piú versatile, potendola utilizzare non solo per giocare anche per studiare, navigare o lavorare.

    Magari non inseriamo il disco e siamo pronti a giocare ma poco ci manca, col vantaggio di prestazioni notevolmente superiori e di costi ridotti dei giochi non essendo costretti ad acquistarli da un solo store, ma potendo recuperare su internet le chiavi dei giochi a prezzi scontati.

    In pratica con prezzi così alti la convenienza di avere una console rispetto al pc viene meno e a meno di essere il fanboy Sony che si fá piacere giochi che vanno alla metá degli FPS pagandoli piú cari, ottenendo quando va bene di ottenere il gioco prima e che acquista a prescindere tutto quello che produce il marchio nipponico, Playstation Portal inclusa, difficilmente si sceglierá di comprare una Playstation 5 Pro.

    Il problema peró è l’atteggiamento di Sony: dato che non riesce ad essere competitiva, anziché risolvere le problematiche e magari farsi perdonare le mancanze con un prezzo aggressivo che attragga nuovi clienti, copia la Apple spennando quei clienti piú fedeli che comprano a prescindere i suoi prodotti prendendoli in giro con aumenti di prezzo importanti a fronte di migliorie limitate ad ogni aggiornamento.

    Il problema è che così facendo il vantaggio di scegliere Playstation rispetto ad un PC viene meno al punto che chi non ha comprato PS5 al limite acquisterá la base e  non certo la Pro, ma soprattutto ci penserá due volte prima di comprare un’ipotetica PS6 sempre che non venga abortita prima della nascita, cosa possibile dato che anche Microsoft stando ai rumor potrebbe abbandonare le proprie Xbox per dedicarsi solo ai PC .

    Voi cosa ne pensate? Acquisterete PS5 Pro o passerete al PC?

  • Conviene comprare un computer usato?

    Conviene comprare un computer usato?

    Se si ha l’esigenza di acquistare un computer ci sará venuto in mente di acquistarne uno usato per risparmiare qualcosa, ma ne vale veramente la pena? 

    Ovviamente dipende dall’uso che dobbiamo fare del computer e dalla spesa, anche perché seguendo le offerte dei megastore dell’elettronica non é raro riuscire a portarsi a casa, specialmente per i portatili, dei computer fortemente scontati o in sottocosto, dove con una cifra simile se non inferiore a certi prodotti in vendita sul mercato dell’usato si porta a casa un computer nuovo, moderno e con 2 anni di garanzia.

    Bisogna peró fare attenzione alle specifiche tecniche, perché ad andare in offerta potrebbe essere un fondo di magazzino o un prodotto estremamente economico, che se puó sicuramente andare bene per navigare, mandare mail o usare office, potrebbe non essere in grado di gestire i videogiochi di ultima generazione, permettervi di montare un video o utilizzare dei programmi in 3d: se vi serve un computer potente o con caratteristiche particolari per far fronte a delle esigenze specifiche probabilmente un usato potrebbe essere una soluzione molto valida, a patto di pagarlo il giusto e magari evitando fregature da parte di venditori furbetti.

    Infatti non é insolito imbellettare un vecchio computer con diversi anni alle spalle in un case nuovo con tante lucine rgb e spacciarlo per computer da gaming, con in realtá prestazioni inferiori al piú scadente dei computer moderni e a prezzi assolutamente fuori mercato, così come si trovano inserzioni di venditori di computer ricondizionati, che giocando sull’ambiguitá del tipo di processore, visto che mantengono lo stesso nome commerciale da anni ma hanno prestazioni molto differenti da generazione a generazione, vi vendono a prezzi folli computer con 10 anni o piú anni facendoli sembrare molto piú recenti di quello che ci si aspetta.

    In quei casi, se é pur vero che quei computer hanno una garanzia e che comunque vanno bene per un uso leggero del computer, é anche vero che un mini pc nuovo che trovate su amazon o sugli store cinesi anche intorno al centinaio di euro ha generalmente prestazioni superiori di un computer con 5 o 6 anni sulle spalle e consuma molto meno, sia in termini di spazio che di corrente, e spesso ha a bordo tecnologia piú moderna e quindi un’aspettativa di vita migliore.

    Cosi come va fatta attenzione ai computer b-stock, quelli restituiti dai clienti degli e-commerce, che se é vero che si possono fare risparmi importanti rispetto ai prezzi di listino e avere dei computer sostanzialmente pari al nuovo, ma spesso lo sconto é calcolato sul prezzo di lancio del computer che nel frattempo è sceso di prezzo, quindi la convenienza potrebbe venire meno, al punto che paradossalmente l’usato potrebbe costare piú del nuovo.

    silver imac displaying collage photos

    Diventano peró occasioni particolarmente ghiotte quando il rivenditore, in determinati periodi dell’anno o per liberare il magazzino, fá degli sconti extra sul prezzo dell’usato, in quei casi magari riuscite a portare a casa un prodotto giá scontato con un ulteriore 30%, in pratica rischiate di portarvi a casa il computer a un quinto del suo prezzo di listino, che anche se fosse gonfiato rimane comunque un affare al netto degli sconti.

    Il consiglio quindi é informarsi bene su cosa si sta acquistando, specialmente se il prodotto é datato, e sul suo reale valore, perché se é pur vero che se venduto tramite un negoziante che deve fare un suo guadagno e fornire una garanzia sarà venduto  a un prezzo piú alto, ma potrebbe diventare poco concorrenziale rispetto a un prodotto nuovo moderno e con garanzia completa, che magari costa poco di piú e ha una aspettativa di vita sicuramente maggiore di un prodotto progettato da diversi anni e che non potrá essere servibile in eterno, soprattutto se necessita di aggiornamenti software che il produttore dopo alcuni anni dall’uscita sul mercato smette di fornire.

    macbook pro

    Ma se si sceglie con cura, nei canali giusti e facendo attenzione a possibili fregature o a prezzi troppo belli per essere veri, si possono portare a casa prodotti validi a cifre interessanti, specie quando abbiamo bisogno non di un computer qualsiasi ma di un prodotto ben specifico.

    Voi conoscevate questi consigli? Avete in mente di comprare un computer usato? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti.

  • Crowdstrike: quando un bug informatico blocca mezzo mondo

    Crowdstrike: quando un bug informatico blocca mezzo mondo

    Difficilmente le notizie che riguardano l’informatica finiscono su tutti i giornali e i telegiornali a meno che non succeda qualcosa di grave ed é quello che è successo con il caso CrowdStrike.

    Questo nome vi potrá dire poco a meno che non siate del settore informatico o tifosi della scuderia Mercedes di Formula1, dato che il suo logo fá capolino nell’halo delle macchine di Hamilton e Russell, ma si tratta di una importante azienda che si occupa di sicurezza informatica a livello enterprise, con prodotti destinati alle grandi aziende e non al comune utilizzatore cosa che magari la rende poco conosciuta nonostante sia una realtá molto importante del proprio settore.

    Ma a farla conoscere al grande pubblico é stato un problema con gli aggiornamenti di un loro software che non ha permesso il riavvio delle macchine windows dove era installato, richiedendo l’intervento di un tecnico per la risoluzione del problema, se vogliamo piuttosto banale, ma talmente diffuso da diventare un problema globale.

    Infatti la diffusione di questo bug ha reso inservibili migliaia di computer nel mondo bloccando nello stesso momento aeroporti, televisioni, supermercati, sistemi di comunicazione, pagamenti e comunque tutte le attivitá lavorative che hanno bisogno di un computer windows per funzionare, creando un caos generalizzato nello stesso momento, dato che se migliaia di computer hanno bisogno di un tecnico nello stesso momento in attesa della risoluzione dei problema i servizi si bloccano.

    E questa diventa una vulnerabilitá importante, perché a meno di non tornare a delle soluzioni analogiche o antiquate, basta poco per ritrovarsi mezzo mondo fermo per un banale bug informatico.

    Certo é che un maggior controllo prima del rilascio di questo aggiornamento sarebbe stato necessario, ma gli errori umani, anche mettendoci la massima cura, purtroppo possono sempre capitare.

    Il problema é se qualcuno volesse intenzionalmente utilizzare lo stesso approccio per danneggiare i servizi di una nazione, soprattutto se non esistono piani di emergenza per evitare questi problemi, e dove la comoditá di poter delegare ai computer molte operazioni significa bloccare il lavoro quando qualcosa non dovesse funzionare a puntino.

    E la sfortuna ha voluto che siano state colpite le macchine Windows, sicuramente tra le piú diffuse al mondo, tanto che i soliti telegiornali incompetenti avevano dato erroneamente la colpa del problema a Microsoft ma tecnicamente dei bachi simili potrebbero colpire sistemi operativi differenti.

    Il problema aggiuntivo è che Windows per sottostare alle leggi europee sulla concorrenza, in seguito ad un’infrazione di alcuni anni fa, non puó eseguire dei controlli che bloccano all’avvio il software di terze parti non certificato, cosa che nel caso in questione avrebbe potuto evitare il problema, che infatti non ci é stato sui sistemi Linux o Apple che non hanno l’obbligo di sottostare alla stessa regola.

    Alla fine il mix di legislazione incompetente, errori umani e una buona dose di sfiga puó bloccare mezzo mondo e visto che difficilmente si puó fare a meno dei computer la cosa potrá ripetersi in futuro creando danni ben maggiori.

  • Streamer di rete: come rendere moderno un vecchio hi-fi

    Streamer di rete: come rendere moderno un vecchio hi-fi

    Per ascoltare musica con una qualitá superiore a quella di un telefonino, una cassa bluetooth, una soundbar o un’assistente vocale l’ideale é passare ad un impianto hi-fi, un tempo presente in tutte le case e ora relegato alle sale dei soli appassionati, che lo hanno reso quasi un prodotto di nicchia.

    Ma questo non vuol dire che sia un prodotto superato, anzi anche un vecchio stereo recuperato in cantina o comprato usato per pochi soldi riesce a darci molta piú soddisfazione di una cassa bluetooth o di una soundbar, grazie a un suono nettamente migliore.

    Il problema é che se utilizziamo un prodotto con tanti anni sulle spalle potrebbe non essere dotato delle ultime comodità soprattutto per chi ascolta musica liquida , sia da chiavetta che in streaming

    woman in white shirt using silver macbook

    In realtá convertire un apparecchio hi-fi , anche datato, alle ultime tecnologie non é nulla di particolarmente complesso basterá collegare ad un ingresso dell’amplificatore uno scatolotto chiamato streamer di rete, che ci consente appunto di ascoltare la musica dalla rete, sia locale ad esempio se utilizziamo un nas , che via internet collegando il nostro servizio di streaming musicale come Amazon Music o Spotify o quelli in alta qualitá come Qobuz o Tidal.

    Lo scatolotto, in realtá é una sorta di piccolo computer che tramite un cavo lan o una connessione wifi si collegherà in rete e potrá essere comandato da una app sul vostro cellulare con la quale selezionare le canzoni da ascoltare in alta qualitá nel vostro impianto stereo.

    Avendo piú scatolotti attaccati ad altri impianti stereo sarete pure in grado di gestire un impianto multi room che consente di ascoltare contemporaneamente la stessa musica in piú punti della stessa casa

    Inoltre potrá essere dotato, a seconda dei modelli di una o piú prese USB dove attaccare dei dispositivi di archiviazione come pennette USB o hard disk esterni dal quale leggere la musica, della connessione bluetooth con la quale ricevere da un cellulare o dalla tv o anche trasmettere la vostra musica ad una cuffia bluetooth.

    Ma la magia avviene tramite il DAC il dispositivo che converte il segnale digitale della vostra musica liquida in un segnale analogico per l’amplificatore dell’impianto stereo, che puó essere integrato nello scatolotto o essere un dispositivo dedicato esterno per avere la massima qualitá.

    La maggiore qualitá della conversione unita alla potenza di casse e amplificatore ci consentono un suono nettamente superiore, anche a quello che potremo avere collegando direttamente il telefono all’amplificatore tramite cavo o bluetooth.

    Ovviamente gli streamer di rete hanno prezzi molto vari in base alla loro qualità , alla marca e alle loro funzionalità e possono costare da una cinquantina di euro fino a qualche migliaia.

    Ma essendo dei piccoli computer nulla ci vieta di costruirne uno in casa da soli recuperando un vecchio computer inutilizzato, un mini pc dal costo contenuto o un single board computer come un raspberry PI ai quale collegare un DAC, che si può recuperare anche per poche decine di euro e installando dei software dedicati come Volumio, Daphile, Rune Audio , Moode, PiCorePlayer o simili si puó avere con qualche decina di euro e un po di tempo per documentarsi, installare e configurare il software il un suono simile ad apparecchi stand alone e soprattutto sempre aggiornabile alle ultime tecnologie del momento.

    Alla fine la differenza salta all’orecchio anche di chi non è abituato ad ascoltare la musica in alta fedeltà, mantenendo la comodità della musica liquida ma con la qualità di un vero hifi.

    E considerando che con un po ‘di ingegno si può recuperare a basso costo un impianto hi fi e uno streamer di rete, magari salvando dell’elettronica  dalla discarica si fa un piacere all’ambiente, al portafoglio ma soprattutto al nostro orecchio.

    Voi li conoscevate?

  • e-sim : arrivano le sim virtuali

    e-sim : arrivano le sim virtuali

     Le sim dei nostri telefoni nel tempo si sono fatte sempre piú piccole in modo da seguire le dimensioni dei telefoni stessi, e se le prime erano grandi quanto una carta di credito, si sono rimpicciolite prima alle dimensioni di una falange delle mini sim, poi a quelle di un unghia delle micro sim fino ai pochi millimetri di una nano sim.

    Ma la miniaturizzazione non si è fermata arrivando sino a farle scomparire , infatti su alcuni telefoni di ultima generazione possono essere sostituite da un chip presente all’interno del telefono senza che venga inserita fisicamente una sim dato che questo chip viene programmato coi dati della sim originale tramite una procedura online: questa sim virtuale installata nel telefono prende il nome di e-sim.

    Ad esempio gli iphone venduti negli Stati Uniti non hanno piú l’alloggiamento della sim rendendo obbligatorio l’uso delle e-sim. Nel mondo android questo sistema è utilizzato principalmente da Samsung per i telefoni di medio e alta gamma, e dai molti dei telefoni top di gamma di svariati produttori, mentre per i telefoni di fascia media o bassa si dovrá aspettare qualche tempo, dato che la lista dei telefoni compatibili non è particolarmente lunga al momento, anche se la lista si aggiorna spesso con delle nuove aggiunte.

    Questa smaterializzazione porta a diversi vantaggi, dato che sará piú facile cambiare piano, anche online senza il bisogno di recarsi fisicamente in un negozio o di attendere la consegna fisica della sim, oltre ad evitare stampe e spedizioni per una maggiore sostenibilitá ambientale.

    Inoltre alcuni operatori consentono, pagando un piccolo extra, di mantenere lo stesso piano telefonico su due dispositivi, considerando di avere la stessa e-sim ad esempio oltre allo smartphone anche su un tablet o uno smartwatch.

    Di contro non si puó rapidamente passare il numero da un telefono ad un altro, magari in caso di telefono scarico, dato che il cambio di dispositivo richiede che la e-sim venga prima disassociata dal vecchio dispositivo e riassociata su quello nuovo.

    Questa operazione di attivazione puó durare anche qualche minuto e necessita di una connessione dati, ma soprattutto a seconda dell’operatore puó richiedere l’intervento del servizio clienti per la generazione di un nuovo qr code, dato che potrebbero esserci dei limiti al cambio di dispositivo o richiedere dei costi aggiuntivi.

    person holding smartphone white sitting

    Il qr code é infatti il cuore della procedura che ne consente l’attivazione dato che, come detto, dentro il telefono é presente un chip che deve essere programmato con i codici presenti in una sim fisica per permettere all’operatore di riconoscere il telefono, e per evitare frodi e clonazione del telefono necessita di operazioni di sicurezza che possono impiegare anche anche qualche minuto collegandosi coi server dell’operatore telefonico, inoltre il numero di scansioni consentite può essere limitato dall’operatore per ragioni di sicurezza, richiedendo la generazione di un nuovo qr code dopo un certo numero di cambi, operazione che potrebbe richiedere dei costi aggiuntivi.

    A seconda del telefono si possono gestire piú e-sim contemporaneamente e questo puó diventare particolarmente comodo per i viaggi all’estero, dove si possono caricare quelle degli operatori locali, o di servizi internazionali che al costo di pochi euro vendono dei pacchetti di giga da utilizzare per un periodo limitato di tempo in una specifica nazionale, evitando salatissimi costi di roaming o di impazzire per trovare una wifi aperta.

    Alla fine il sistema consente una flessibilitá maggiore, eliminando  la necessitá di avere  una sim fisica da la possibilitá di avere dispositivi piú piccoli, e senza aperture per i vani della sim, e sfruttando la possibilitá di spostare la sim ci consente ad esempio di andare a correre con lo smartwatch senza portarci dietro il telefono consentendoci di ricevere comunque messaggi e chiamate.

    Una novità non ancora diffusissima, specie fuori dal mondo Apple, ma che consente scenari futuribili per i nostri dispositivi. Voi le conoscevate? Le utilizzate di giá?