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  • Steam Machine: Le console hanno i giorni contati?

    Steam Machine: Le console hanno i giorni contati?

    Ciao Amici del risparmio, il mondo dei videogiochi sta cambiando e se un tempo lo gli strumenti piú in voga per giocare a casa erano le console come xbox o playstation ora, statistiche alla mano, non sono piú il dispositivo piú usato soppiantate dai pc.

    Infatti i prezzi delle console e dei giochi nel tempo si sono sempre piú alzati, e se un tempo le consolle venivano vendute sottocosto, dando la possibilitá anche allo studente squattrinato o al ragazzino di giocare, recuperando la spesa con il costo piú alto dei giochi ormai il costo di entrata in queste piattaforme si é alzato parecchio, richiedendo diverse centinaia di euro per l’hardware, oltre al prezzo dei giochi sicuramente piú alto dei corrispettivi per PC e con meno possibilitá di accedere a sconti ed offerte.

    Infatti a conti fatti un PC, nonostante costi di piú rispetto al passato, garantisce prestazioni superiori, maggiore versatilitá visto che puó essere utilizzato per altri scopi oltre al gioco, e prezzi del software molto piú abbordabile.

    Inoltre anche le esclusive per console col tempo sono sparite o si sono ridotte a brevi finestre temporali che rendono l’alternativa PC molto attraente.

    E questo successo dei PC sta cambiando il mondo dei videogiochi, con Xbox che sta cambiando pelle trasformandosi da console ad un ambiente PC ottimizzato per il gioco, lasciando il mercato delle console pure solo a Playstation, che comunque rende disponibili i suoi titoli anche su PC e al mondo Nintendo, che peró rivolgendosi ai piú piccoli ha un suo personale mercato e una sua clientela affezionata.

    Inoltre stanno nascendo validi servizi di gioco in streaming come GeForce Now che permettono di giocare senza avere in casa hardware costoso, giusto uno schermo, come quello di un tv o uno smartphone, una connessione a banda larga  e un controller.

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    Questo rinnovato interesse al mondo PC sta permettendo di invadere anche gli spazi tradizionalmente occupati dalle console, dai dispositivi portatili ai salotti di casa.

    Infatti il grande successo degli handeld pc, come Steamdeck, ROG Ally, Legion Go e simili ha permesso di utilizzare i giochi per PC in mobilitá mobile come fossero delle console, tanto che anche Xbox ha finito per firmare e personalizzare un proprio modello, iniziando la propria trasformazione da console ad ambiente multipiattaforma.

    Ma anche la prossima Xbox diventerá un PC sotto mentite spoglie, grazie ad un’interfaccia windows semplificata e ottimizzata per il gaming, utilizzabile anche da joypad, mutuando l’esperienza da Xbox Ally.

    Il suo problema è che dovrà scontrarsi con un altro rivale pronto a fare il salto da dispositivo portatile al salotto di casa: Steam Machine.

    Infatti è fresca di presentazione l’evoluzione fissa dello Steamdeck che diventa un piccolo cubetto di 15cm di lato contenente un mini pc da attaccare al televisore , dotato di un controller dedicato e un sistema operativo basato su linux pensato per il gioco.

    E se le prestazioni non fanno gridare al miracolo, é la compatibilità col parco titoli dei PC, un’interfaccia semplificata pronta all’uso videoludico, uniti al prezzo dell’hardware vicino a quello di una Playstation che sono riusciti a portare un PC con steam in salotto.

    E i tempi ora sono maturi, dato che Valve , la casa madre di Steam aveva provato una strada simile una decina di anni fa con una fallimentare prima versione che ebbe vita breve.

    Ma i tempi sono cambiati, e se la gente è ormai disposta a fare a meno di un supporto fisico per giocare è pronta anche a fare entrare un PC con un catalogo online di giochi nel proprio salotto, anche a costo di qualche compromesso sull’hardware.

    Voi cosa pensate di questa evoluzione? Giocate col PC o con una console? E con cosa pensate di giocare in futuro?

  • e-SIM : il nostro piano telefonico diventa virtuale

    e-SIM : il nostro piano telefonico diventa virtuale

    Alcuni telefoni come il nuovo iphone air, o gli iphone destinati al mercato americano o alcuni telefoni pieghevoli vengono venduti senza il carrellino dove inserire la sim card fornita dall’operatore telefonico.

    Questo perchè la sim fisica viene sostituita da una virtuale da installare sul telefono che ci consente potenzialmente di attivare il telefono online senza doverci recare in un punto vendita o ricevere a casa tramite un corriere la sim da inserire nell’apparecchio.

    Il vantaggio è sicuramente nell’impermeabilità del telefono e nel suo design, oltre alla possibilità di installare delle sim locali quando si va all’estero per poter risparmiare sul roaming dati del telefono, con differenti compagnie telefoniche specializzate che hanno pacchetti di esim per viaggiatori da attivare appena prima di partire e che spesso possono dare il servizio in varie nazioni senza dover cambiare operatore o installare una nuova sim.

    Dall’ altro canto la procedura per l’attivazione non è disponibile con tutti i gestori, specie per quelli virtuali, e anche per quelli più strutturati non è sempre semplicissima da attivare, specie se si passa da sim fisica a quella virtuale o si cambia operatore.

    Anche installare la sim, può non essere alla portata di tutti, nonostante si tratti di inquadrare un codice qr , da recuperare presso l’operatore telefonico e seguire le operazioni a schermo, che comunque necessitano di una connessione a internet, per esempio wifi, per portare a termine le operazioni.

    E altra scocciatura è che spostare una sim virtuale da un telefono ad un altro, magari temporaneamente perché abbiamo finito la batteria non è un’operazione semplice, visto che va disinstallato il profilo dal vecchio telefono prima di poterlo attivare sul nuovo, oltre al fatto che il numero di cambi consentiti, a seconda dell’ operatore è limitato.

    Questo significa che può essere necessario contattare l’ operatore telefonico per spostare la sim da un telefono ad un altro, cosa che invece nelle sim fisiche è immediata e che non richiede che il telefono dove era originariamente installata la sim sia acceso.

    black smartphone on black table top

    E anche passare da una sim fisica ad una virtuale non è immediato, e può avere dei costi a seconda dell’ operatore.

    Dall’altro canto diventa semplice e rapido cambiare piano o operatore, come ad esempio nei viaggi all’ estero o per la gestione di più numeri, con la possibilità di gestire due numeri di telefono in caso di dispositivi dual sim o di attivare e disattivare i profili esim presenti sul telefono a seconda delle esigente.

    esim text on smartphone screen

    Come per le sim fisiche è possibile per l’ operatore bloccare le esim da remoto in caso di furto, quindi una volta fatta la denuncia presso le autorità competenti si potrà richiedere l’emissione di un nuovo profilo esim o di ottenere una sim fisica da parte dell’ operatore, con costi variabili a seconda della compagnia.

    Va inoltre tenuto conto che solo una limitata selezione di telefoni è compatibile con le esim, quindi se ne vogliamo comprare una per i nostri viaggi all’estero o se attivando un nuovo contratto telefonico ci viene chiesto se vogliamo la sim fisica o elettronica dobbiamo assicurarci che il nostro dispositivo la supporti, considerando che esistono telefoni che possono supportare sia sim fisiche che virtuali, solo virtuali come certi iphone o solo sim fisiche come la maggioranza dei telefoni di fascia medio bassa, specie se non sono particolarmente recenti.

    Un trucco per sapere se il nostro telefono è compatibile con le esim è quello di digitare sulla tastiera del telefono il codice *#06# e vedere se viene indicato uno o piu codici EID: in quel caso il telefono è compatibile con le e-sim.

    Ad ogni modo è bene conoscere se il nostro telefono è compatibile, anche per poter gestire eventuali emergenze o per accedere a determinati piani o offerte telefoniche.

    person holding smartphone white sitting

    Voi utilizzate le sim fisiche o quelle virtuali?

  • Batterie: Meglio le alcaline o le ricaricabili?

    Batterie: Meglio le alcaline o le ricaricabili?

    Cambiare batterie ai nostri dispositivi è sicuramente un costo importante, specie per quelli particolarmente energivori, in mano ai bambini o che necessitano di restare sempre accesi, che fanno fuori le nostre stilo o ministilo in un battibaleno.

    E consumare batterie significa , oltre che dover spendere cifre anche importanti per sostituirle, anche creare rifiuti speciali, che vanno smaltiti in modo adeguato, generalmente riportando quelle esauste presso i negozi che vendono batterie.

    E per poter risparmiare qualcosa esistono due strade: acquistarle in grandi confezioni su internet oppure passare alle ricaricabili.

    Infatti un trucco da non sottovalutare é che spesso su Amazon o siti simili si trovano in vendita confezioni da 40, 100 o piú batterie, spesso di tipo industriale, vendute a un prezzo unitario sensibilmente inferiore a quello del classico pacchetto da 4 venduto al supermercato: queste grandi confezioni sia per la quantitá  che per un packaging piú semplice  o per la marca sconosciuta ci consentono dei risparmi importanti.

    L’unica accortezza é fare attenzione a cosa si compra, specie sui prodotti piú economici, non solo per il tipo corretto di batteria, ma per la tipologia: ci sono infatti pile zinco carbone e pile alcaline: le prime sono leggermente meno costose ma durano sensibilmente meno rispetto alle alcaline, che vanno preferite soprattutto se si usano in dispositivi che richiedono molta corrente.

    Ovviamente va ricordato che le batterie hanno una data di scadenza, che se pur può essere di alcuni anni, va tenuta in conto: se le acquistiamo in quantità e non le usiamo entro la scadenza rischieremo di buttarle vanificando il risparmio.

    L’alternativa sono quelle ricaricabili, che richiedono una spesa piú importante per l’acquisto rispetto alle classiche alcaline , oltre alla necessitá di dover acquistare un caricabatterie dedicato, ma che si possono riutilizzare tante volte ammortizzando , giá dopo qualche ricarica, il prezzo di acquisto, come una sorta di investimento.

    E un consiglio importante, se si vuole usarle a lungo senza rovinarle e senza danneggiare gli apparecchi é quello di scegliere sia batterie ricaricabili che caricabatterie di qualitá preferendo spendere qualche euro in piú piuttosto che dover cestinare le batterie dopo pochi cicli di ricarica.

    Infatti a differenza di quelle alcaline, dove ormai la tecnologia é stabile quindi una marca vale l’altra, quindi anche quelle con il logo del discount che costano pochissimo vanno bene, sulle ricaricabili meglio preferire marchi conosciuti e affidabili.

    Se  quelle alcaline hanno un costo molto basso e si trovano praticamente ovunque, e come detto a patto di evitare quelle zinco carbone una vale l’altra,  quelle ricaricabili si trovano con piú fatica, soprattutto se di qualitá, ed é  bene acquistarle solo in negozi specializzati o online, anche per poterci far aiutare nella scelta, dato che richiedono qualche competenza in piú per evitare di comprare prodotti inadatti, specie se si usano con apparecchi delicati o energivori.

    Infatti le batterie ricaricabili hanno generalmente un voltaggio piú basso rispetto al suo equivalente monouso: 1.2 volt contro 1.5, questo significa che alcuni dispositivi particolarmente energivori potrebbero non essere compatibili, quindi o non accendersi o funzionare ad una potenza ridotta: ad esempio per un aspirapolvere con le ricaricabili potrebbe aspirare meno come se avesse le batterie quasi scariche.

    Inoltre le batterie ricaricabili bisogna ricordarsi di tenerle cariche, non solo perché rischieremmo di non averne a disposizione nel momento del bisogno, ma perché qualora si scaricassero oltre una certa soglia potrebbero non funzionare piú o non tenere piú la carica come in origine e quindi vanno smaltite.

    E’ vero che esistono delle strategie per salvare o recuperare le batterie ricaricabili esauste, ma non sempre ne vale la pena: serve una certa conoscenza della materia ma soprattutto dei caricabatterie particolari che riescono combinando in particolari cicli, voltaggi, temperature e tempi di ricarica, a salvare le nostre batterie problematiche, ma che ovviamente costano molto di piú del semplice caricabatterie economico che possiamo trovare venduto nel blister insieme alle pile.

    Va inoltre fatto presente che le batterie ricaricabili piú comuni, a causa della loro tecnologia, tendono a scaricarsi se non le usiamo, quindi andrebbero ricaricate periodicamente sia per non rovinarle, che per trovarsi senza scorte nel momento del bisogno, a differenza di una pila alcalina che possiamo anche dimenticare in un cassetto e trovare sempre carica, almeno sino alla data della sua scadenza.   

    Insomma entrambe le soluzioni sono valide, quelle ricaricabili sono piú amiche dell’ambiente e nel lungo periodo tendono a farci risparmiare, ma hanno costi piú alti, che tendono a ripagarsi nel tempo, mentre quelle alcaline sono molto economiche all’acquisto, sempre pronte e reperibili praticamente ovunque.

    Voi quali preferite? Usate le alcaline, le ricaricabili o entrambe?

  • Come potenziare il Wifi con poca spesa

    Come potenziare il Wifi con poca spesa

    Spesso navigare in wifi a casa può essere difficoltoso, specie nelle stanze più distanti dal router installato dal nostro gestore internet. Questo succede per due ragioni: l’uso di router economici che in assenza di tecnologie moderne e con potenza limitata riescono ad essere efficienti solo nei pressi dell’apparecchio e soprattutto la presenza di muri, arredi e dispositivi che generano interferenze al segnale wifi diminuendone la portata.

    Per ovviare al problema esistono varie strategie, e spesso con l’aggiunta di qualche accessorio reperibile con una spesa limitata su internet si possono migliorare sensibilmente le cose, risparmiando su upgrade del contratto internet, che spesso si limitano a noleggiare a vita e a caro prezzo gli stessi apparecchi che possiamo comprare in autonomia e montarci da soli a patto di aver un minimo di dimestichezza con la tecnologia.

    woman sitting on the floor with her laptop

    Il primo consiglio specie se si ha una linea veloce in fibra, è usare per quanto possibile la connessione via cavo, facendo attenzione a utilizzare cavi di rete che supportino alte velocità (quindi almeno di categoria 5e o superiori). Ovviamente passare un cavo ethernet lungo tutta la casa , se non è già predisposta può essere costoso se ci rivolgiamo ad un elettricista o antiestetico se facciamo un po di fai da te bucando in autonomia  i muri, ma una soluzione di compromesso può essere passare un unico cavo dal router alla zona meno raggiunta dal wifi e collegarci un router o un access point in cascata al quale collegare via cavo e/o via wifi i dispositivi, sgravando del compito il router principale. Se poi si utilizza nel dispositivo secondario lo stesso SSID e la stessa password del router principale non ci sarà bisogno di impostare una nuova rete wifi sui nostri dispositivi che si potranno collegare a quello più vicino senza perdere la connessione.

    blue ethernet cable

    E lo stesso concetto lo possiamo utilizzare sia quando non abbiamo la possibilità di far passare cavi e/o quando vogliamo sgravare il router fornitoci dall’operatore per sostituirlo con qualcosa di più moderno ed efficiente.

    Infatti se abbiamo un router wifi 6 possiamo riuscire ad avere velocità importanti anche senza necessariamente passare un cavo ethernet a patto che i dispositivi che abbiamo in casa supportino questa tecnologia. 

    modern wireless router with antennas

    L’ostacolo più grosso generalmente è il router dell’operatore che spesso non possiamo sostituire liberamente con uno a nostro piacimento, e che per questione di costi o di vetustà non è dotato delle ultime tecnologie, ma nulla ci vieta di collegare un secondo router in cascata dotato di tecnologia wifi 6 e di porta WAN che va collegata alla porta ethernet del router del gestore: su Amazon già spendendo cifre intorno ai 50 euro si iniziano a trovare prodotti validi che potrebbero risolvere il problema.

    Ma se la copertura non fosse sufficiente basta dotarsi di range extender wifi 6: si tratta di apparecchi ripetitori da mettere a metà strada tra il router e la zona dove il wifi è debole per estendere la portata del segnale wifi, mantenendo lo stesso SSID e la stessa password del router principale: ovviamente più vicini li mettere rispetto al router principale , maggiore sarà la velocità che riuscirete ad ottenere, e nulla vieta di acquistarne più di uno per coprire più zone scoperte facendoli funzionare in cascata. Anche qui i costi non sono proibitivi, gia intorno ai 30 euro si acquistano prodotti validi, ma fate attenzione alla presenza di wifi 6 (quelli più economici hanno tecnologie più vecchie) e alla velocità di trasmissione indicata con la sigla AX seguita da un numero (esempio AX1200, AX1600): più è grande più sono veloci.

    L’alternativa è installare un sistema mesh: una sorta di piccola rete di extender wifi che si parlano tra di loro e si suddividono la rete della casa garantendo la massima copertura lavorando in parallelo anziché in cascata. Si tratta di un sistema molto facile da configurare, ma spesso poco adattabile ad esigenze particolari e soprattutto più costoso: si spende almeno un centinaio di euro per un sistema a tre punti decente, ma che può andare bene a chi non è particolarmente ferrato sulle configurazioni delle reti informatiche, visto che una volta collegati basta solo una app sul cellulare per farli funzionare. 

    Insomma con poca spesa si può portare il segnale wifi anche nelle stanze più remote rispetto al router dove il segnale wifi è instabile e lento, cosa che diventa essenziale in case grandi, con più piani o dove il router dell’operatore è installato agli estremi della casa e non in una zona centrale equidistante dai vari utilizzatori.

    Voi utilizzate alcune di queste soluzioni? Riuscite a navigare veloci e stabili anche nelle zone più remote della casa?

  • I gadget tecnologici per il rientro a scuola

    I gadget tecnologici per il rientro a scuola

    Con la fine dell’estate è tempo di pensare al rientro a scuola, e come ogni anno oltre a zaini, astucci, quaderni e cancelleria non si può far a meno di pensare a gadget tecnologici che possano aiutare nello studio.

    Sicuramente molto utile se non indispensabile è il personal computer che può essere utilizzato non solo per studiare, mandare mail, gestire la burocrazia scolastica, ma anche per giocare. 

    a young girl typing on her laptop while sitting on the chair inside the classroom

    Pensando di poterlo portare anche a scuola può essere utile pensare ad un portatile, in modo da usarlo anche per prendere appunti in classe: in quel caso meglio orientarsi su prodotti con bassi consumi e grande autonomia, e in quel caso un Macbook Air di Apple può essere una scelta sensata, a patto di non giocarci. 

    Se invece si vuole una macchina che può andare bene anche per il gioco la scelta principale sarà un computer Windows dotato di scheda grafica dedicata: anche se scegliere un portatile con queste caratteristiche significa avere una macchina pesante e costosa: in tal caso un computer fisso può essere una soluzione più intelligente, magari da affiancare ad un tablet da portare in classe o a un chromebook, i portatili leggeri di Google, pensati per essere un’estensione del proprio smartphone, che consentono un uso leggero (mail, navigazione internet, creazione di documenti, etc.) del computer a un prezzo molto contenuto.

    Oppure si può pensare ad un tablet dove poter prendere sia appunti, navigare, leggere libri in formato elettronico, sia installare app didattiche. Anche qui la scelta è come per il mondo degli smartphone divisa tra Android e Apple, con costi tendenzialmente maggiori sulla seconda, e applicazioni differenti che possono far preferire una soluzione o l’altra.

    Sempre per prendere appunti esistono ebook reader che hanno la possibilità di digitalizzare appunti tramite un pennino, come il famoso, ma costoso, Remarkable 2 o il Kindle Scribe, o soluzioni di carta digitale dove una speciale carta e una penna digitalizzatrice permettono di scrivere contemporaneamente su carta e in formato digitale  (ad esempio Moleskine Smart o Rocketbook).

    Oppure se l’esigenza è quella di sbobinare una lezione esistono registratori audio digitali che tramite una app e l’intelligenza artificiale riescono a rendere la registrazione un testo digitale modificabile, organizzarlo e riassumerlo facendo risparmiare tempo prezioso (ad esempio i prodotti Plaud) .

    E l’intelligenza artificiale viene in aiuto nello studio, non solo con dispositivi dedicati che la integrano, ma anche con app da installare su cellulare o tablet o direttamente dal browser internet.

    Ci sono infatti strumenti per creare riassunti e mappe mentali, correttori ortografici, o semplicemente il ChatGPT o il Gemini di turno a cui chiedere aiuto per tesine, temi, ricerche e compiti.

    Magari il problema a cui stare attenti è che un uso eccessivo dell’IA  se da una parte facilita il lavoro, dall’altra non dovendosi sforzare per ottenere il risultato non ci aiuta ad assimilare concetti nuovi e soprattutto ci espone al rischio di ottenere dall’IA risposte errate seppur verosimili, le cosiddette allucinazioni, che possono portarci a brutte figure con l’insegnante.

    robot pointing on a wall

    Insomma studiare è diventato qualcosa di tecnologico, che presuppone l’uso di strumenti moderni. Voi o i vostri figli li usano? Ne avete altri da suggerire?

  • Radio e TV stanno scomparendo

    Radio e TV stanno scomparendo

    Un dispositivo che in passato era utilizzatissimo sia a casa che in auto sta scomparendo, la radio ,che prima era una funzione degli impianti hifi in casa, e che col tempo sono stati soppiantati da casse bluetooth e musica liquida, portando in cantina anche cassette e cd.

    Dove invece bene o male resisteva era in auto, dove praticamente tutte le auto da una trentina d’anni a questa parte , quando cessò di esistere la tassa sull’autoradio, ne avevano una.

    Ma il mondo cambia e anche in macchina le cose stanno cambiando, nonostante una normativa che obblighi ad avere la radio DAB nelle autoradio e in qualunque apparecchio radio, comprese le radioline portatili , le macchine moderne stanno facendo a meno dell’antenna di serie.

    a black car stereo

    Infatti sopratutto nei modelli piú economici, l’autoradio sta iniziando ad essere sostituito con un sistema per collegare il telefono alle casse della macchina, via cavo o bluetooth, spostando la fruizione della musica dalla radio a quella cha abbiamo scaricato sul telefono o su una pennetta usb o sulla musica in streaming.

    Ovviamente la cosa penalizza le emittenti radiofoniche che stanno puntando il dito per rendere obbligatoria l’adozione della radio in macchina, quanto meno tramite un aggregatore delle stazioni in streaming.

    E anche li si userá la scusa della prominence e dei SIG , Sistemi di Informazione Generale per costringere i produttori a fare delle eccezioni tecniche solo per il mercato italiano che finiranno per pagare gli utenti o in termini di prezzi o nell’abbandono del mercato da parte dei produttori piú piccoli.

    E la stessa scusa é stata utilizzata sulle smart TV dove a partire dallo scorso Maggio, i produttori sono stati obbligati a inserire nei telecomandi un tastierino numerico , un’icona per il digitale terrestre e quattro icone per i SIG nella home page della smart TV.

    La scusa è che i servizi di informazione generale, dove possono essere ascoltate le notizie devono essere accessibili sempre in maniera semplice e immediata, in realtá é un modo per farli risaltare dato che nessuno li usa piú dato che sono stati soppiantati dallo streaming, sia in tv che in auto.

    Infatti è piú probabile che il tv lo accendiate per vedere una serie TV sulla vostra piattaforma di streaming preferita o che la musica o i podcast in auto li sentiate via Spotify o simili e non via etere, e questo alla politica non va giú.

    couple love sitting evening

    Sicuramente si tuteleranno dei posti di lavoro di chi nelle tv e nelle radio ci lavora, ma è anche vero che queste imposizioni servono a indirizzare il dibattito politico: probabilmente ascoltando una playlist o guardando una serie tv non sentirete politici parlare, nel bene o nel male.

    Ma i tempi cambiano e anche se proveranno a favorire con questi mezzi i sistemi di trasmissione piú antiquati, difficilmente andranno a spostare le abitudini dei piú giovani che comunque preferiranno i servizi in streaming.

    woman in white shirt using silver macbook

    L’unico vantaggio sarà per gli utenti piú attempati e meno tecnologici che potranno accedere ai sistemi tradizionali in maniera piú semplice.

    Voi avete abbandonato radio e tv per lo streaming o siete ancora affezionati ai sistemi della tradizione?

  • Come l’intelligenza artificiale cambia la ricerca sul web

    Come l’intelligenza artificiale cambia la ricerca sul web

    L’intelligenza artificiale sta ormai arrivando in mezzo a noi e si sta integrando in un modo che spesso diventa difficile capire che si ha a che fare con la risposta di una macchina, cambiando il modo di relazionarsi anche con gli strumenti di uso quotidiano.

    E questo accade anche se non siamo esperti di tecnologia, ed esperti di prompt magici capaci di estrarre il massimo dai motori IA, ma spesso anche utilizzando prodotti comuni come rispondere al telefono o usare il nostro browser web.

    Un esempio eclatante é la ricerca sul web, infatti giá molta gente cerca direttamente con una app di intelligenza artificiale come ChatGPT, Gemini o Deepseek anziché passare da un motore di ricerca tradizionale come Google, ma anche questo si é adattato all’IA e  quando andiamo a fare una ricerca sempre piú spesso ci risponde con una risposta ai nostri quesiti elaborata dall’intelligenza artificiale, chiamata AI Overviews.


    Questo ci evita di dover cercare le risposte saltando da un sito ad un altro , facendoci risparmiare il tempo necessario a fare una sintesi delle fonti  proposte, dandoci la pappa pronta in pochi secondi, e che a seconda dell’importanza di ció che cercavamo puó essere sufficiente ad esaudire la nostra richiesta, eventualmente integrabile con altre fonti quando necessita un approfondimento o si tratta di argomenti piú sensibili o delicati.

    Ma affidarsi esclusivamente all’intelligenza artificiale non è una scelta saggia per tanti motivi, prima fra tutti la qualitá della risposta, dato che a seconda della potenza del modello e dei dati che ha processato potrebbe non essere in grado di dare una risposta corretta e quindi a seconda dei casi o non rispondere o dare una risposta totalmente inventata ma che puó suonare verosimile agli occhi di un non esperto.

    blue bright lights


    Se chiedo qualcosa di una materia che conosco almeno a grandi linee, sono in grado di riconoscere un’allucinazione, cosí vengono chiamate queste risposte false ma verosimili, ma se la risposta è relativa ad una materia che non conosco posso dare per buona una risposta falsa con esiti inaspettati per l’uso che faró di questa risposta: magari potró fare una brutta figura con qualcuno, o causare dei danni al lavoro o al mio portafoglio.

    L’IA infatti deve essere un ausilio al lavoro non la mera sostituzione di un essere umano con una macchina, perché la macchina, per quanto possa essere ben programmata e istruita non sará in grado di accorgersi di un’errore, mancherá di empatia, risponderá con tono e un lessico adeguato in base a ciò che ha appreso, ma potrebbe essere stata forzata a non conoscere o a non rispondere a certi argomenti e se ci fidassimo esclusivamente della macchina la cosa puó diventare un problema.

    open laptop on a desk

    Infatti se tutti , per comoditá, si fidassero ciecamente dell’IA è possibile pilotare il pensiero e le azioni dei suoi utenti, facendogli credere a certi argomenti piuttosto che a degli altri, negando l’esistenza di altri ancora, magari per fini politici o commerciali. 

    Infatti il rischio di affidarsi ciecamente a queste soluzioni sará, col tempo, la mancanza di senso critico: se mi fido del riassuntino del mio motore di ricerca dó per buono quello che mi propone e non leggo le opinioni e i punti di vista di magari, quattro o cinque fonti diverse che mi danno modo di formare una mia idea , scartando quelle piú inverosimili o lontane dai miei valori.

    E la cosa in futuro sará sempre peggio perché questo tipo di risposte sintetiche renderanno inutili molti siti o fonti di informazione perché soppiantate dall’IA, e quelle presenti tenderanno a scomparire perché a causa del minor numero di visitatori non potranno sostentarsi e mantenersi in vita.

    A questo si somma pure l’evoluzione dei motori di ricerca che si trasformeranno in pure interfacce per l’intelligenza artificiale, come ad esempio il nuovo AI mode di Google, presentato recentemente al Google I/O , che permette l’integrazione di vari strumenti che trasformeranno la ricerca web in qualcosa di differente, capace ad esempio di simulare di indossare un vestito o di comprare per noi beni e servizi al miglior prezzo , ad esempio organizzandoci una vacanza senza doverci preoccupare di scegliere hotel e compagnia aerea.

    black samsung tablet on google page

    Sicuramente se implementata bene, porta efficienza e risparmi, ma possiamo fidarci che tutto funzioni a regola d’arte e che non sia pilotato da secondi fini che possano spingerci a comportamenti inattesi?

    Voi cosa ne pensate? Usate e soprattutto vi fidate dell’Intelligenza artificiale?

  • I supporti fisici stanno scomparendo

    I supporti fisici stanno scomparendo

    Viviamo in un periodo dove la fruizione di film, musica, videogiochi e intrattenimento avviene sempre piú in forma digitale, spesso in streaming o in abbonamento. Questo ha portato a far scomparire i supporti fisici o quantomeno a ridurre notevolmente la loro diffusione, tanto che in molte case non si trovano piú lettori per cd, dvd o blu ray soppiantati dagli streaming sui cellulari, tv o su altri dispositivi connessi a internet.

    E ovviamente col venire meno della richiesta anche i produttori di hardware hanno smesso di produrre i lettori dvd e blu ray, con giganti come LG che ha dismesso la produzione da qualche anno, Samsung che smaltita la giacenza nei magazzini sta scomparendo dagli scaffali, lasciando a Panasonic e Sony l’incombenza di tenere a listino qualche sparuto modello con diversi anni sulle spalle, e che approfittando della situazione ogni tanto pensano a mettere sul mercato aggiornamenti che tolgono funzioni e aumentano i prezzi di listino.

    Infatti trovare i lettori blue ray nei centri di elettronica diventa sempre piú complicato, e i prezzi per via della mancanza di offerte e di interesse da parte del pubblico si mantengono alti, relegandoli a un prodotto di nicchia.

    Ma quando anche l’ultimo samurai smetterá di vendere gli apparecchi come potremo vedere i film che abbiamo nella nostra libreria se il nostro apparecchio tirasse le cuoia? Beh la domanda non è banale , e sicuramente ci costerá parecchio perché ripararlo, ammesso che esistano ancora i ricambi, potrebbe costare piú di quanto pagammo il lettore e reperire qualche lettore new old stock, fondo di magazzino rimasto invenduto potrebbe costarci uno sproposito.

    Un consiglio infatti é quello di accaparrarsi nel mercato dell’usato , finché se ne trovano, qualche lettore inutilizzato, reperito a prezzi di saldo, visto che nel futuro potrebbero diventare rari e ricercati, in previsione che possa rompersi quello che usate abitualmente. 

    Ma anche i supporti non se la passano bene, la stessa Sony che se al momento continua a produrre qualche lettore ha da poco dismesso la produzione di dischi vergini, ed é pure scoppiato un caso per una grossa partita di DVD della Warner Bros che si é scoperto degradare col tempo a causa di un pigmento di scarsa qualitá utilizzato nella produzione dei dischi.
    Anche Disney sta valutando di non vendere piú supporti fisici in alcuni mercati, cosa che non stupisce visto che la casa americana ha spesso sfruttato la distribuzione digitale delle sue opere per manipolare in maniera postuma i contenuti, effettuando montaggi, tagli o aggiungendo messaggi che alterano il significato originale dell’opera , magari per andare incontro alle mode woke o inclusive del momento ma stravolgendo capolavori figli del proprio tempo.

    Infatti uno dei vantaggi di avere una copia fisica della nostra opera è proprio l’immutabilitá, a differenza del digitale, che all’occorrenza puó essere spento o modificato a comando, la nostra copia fisica sará sempre uguale e il contenuto non cambierá tra 10, 20 o 30 anni perché cambiano le mode o perché un autore proviene da una nazione con cui nel frattempo siamo finiti in guerra.

    person putting a cd in a computer

    Ovviamente sempre se la nostra copia fisica non si disintegri , si perda o ci venga rubata, ma avere tra le mani il disco di un’opera a cui teniamo é importante, visto che significa tutelare un pezzo della nostra vita e i ricordi che abbiamo associato alla fruizione di quell’opera che un domani potrebbe scomparire perché il servizio di streaming ha chiuso o ha perso i diritti di un’opera passata di moda dopo tanti anni.

    Anche nei videogiochi le copie fisiche stanno scomparendo, insieme alle catene specializzate come GameStop, così come le versioni con lettore delle console, soppiantate da versioni digitali che paradossalmente costano di piú delle copie fisiche nonostante non abbiano i costi di distribuzione.

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    Alla fine il digitale , seppur comodo, rischia di diventare un’arma a doppio taglio per la fruizione dei contenuti, specialmente quelli di nicchia che possono diventare poco remunerativi per le piattaforme digitali e che potrebbero nel tempo scomparire, portando nell’oblio conoscenza e ricordi.

    Voi cosa ne pensate? Siete ancora affezionati ai supporti fisici o preferite la comodità del digitale?

  • I Videogames sono sempre piú cari

    I Videogames sono sempre piú cari

    Purtroppo il periodo non è il migliore per le tasche dei videogiocatori visto che i prezzi stanno aumentando in maniera spropositata sia sul mondo console che su quello pc e comunque la si guardi, anche a voler rinunciare a qualcosa si dovrá aprire il portafoglio piú del solito.

    Sul mondo console se sicuramente vedere il prezzo della nuova Nintendo Switch 2 superare i 500 euro non fá piacere ma sicuramente non era così inaspettato, certo lo sono i prezzi dei giochi dato che a seconda del titolo arriveranno ai 90 euro trascinando al rialzo i prezzi dei videogiochi anche nei sistemi concorrenti.

    E la concorrenza non è rimasta ferma neanche sul costo dell’hardware con il prezzo della PS5 aumentato da un giorno all’altro di ulteriori 50 euro, senza aggiornamenti come per il precedente aumento che ci fú al rilascio della versione slim, portando al paradosso che i prezzi delle console anziché scendere col tempo una volta ammortizzate le spese di sviluppo come è sempre stato, ormai conviene acquistarle al momento del lancio.

    Stessa cosa sul mondo PC con le schede video ormai arrivate a prezzi stellari e soprattutto hanno portato parecchio in alto l’asticella dei prezzi spostando i prodotti di fascia media, dove comunque a seconda del gioco si dovranno fare delle rinunce, sopra le 1000 euro ai quali si sommano i costi delle altre componenti come processori e schede madri, anche loro con prezzi in rialzo, ram, alimentatori, case, dissipatori, etc.

    Questo significa che se prima ci si riusciva a fare un pc che consentiva, magari con qualche compromesso, di giocare e lavorare al prezzo di una console, ora con la stessa cifra si fa fatica a portare a casa una scheda video di fascia bassa, visto che le prestazioni di una scheda video pagata oggi 400/500 euro sono quelle che ci sia aspetterebbe dalla scheda entry level che fino a prima del covid si portava a casa intorno alle 200 euro.

    E ad ogni nuova generazione va sempre peggio visto che le prestazioni gen to gen aumentano di pochissimo al contrario dei prezzi che schizzano alle stelle, e che a differenza del passato si aggiunge la sparizione delle serie precedenti, ancora valide, con le quali si sarebbe potuto risparmiare.

    E la giustificazione delle tech che dovrebbero portare prestazioni strabilianti anche su hardware poco prestante è solo una scusa per farci vendere il modello nuovo, visto che non sempre sono supportate dai giochi, e anche quando lo sono partendo da hardware limitati la qualitá e l’input lag ne sconsigliano l’adozione, a differenza di una scheda giá carrozzata dove il miglioramento è sicuramente piú tangibile ma è costata molto di piú, rendendo il giocare molto piú costoso a meno di accontentarsi di risoluzioni, dettagli e fps piú bassi.

    Ma il problema dipende non solo dall’aviditá dalle case produttrici e dal monopolio tecnologico di aziende come TSMC o Nvidia che hanno fatto schizzare alle stelle i costi dell’hardware, ma soprattutto dagli utenti che continuano a comprare imperterriti nonostante gli aumenti di listino.

    Infatti se, ad esempio, Sony avesse notato un calo di vendite della PS5 dopo il primo rialzo di prezzo delle console, difficilmente ne avrebbe fatto un’altro, ma lo stesso vale per le altre case o per i produttori di schede video per i PC.

    E al danno si aggiunge la beffa visto che nonostante i prezzi da rapina, manca la disponibilitá dell’hardware portando i prezzi ad aumentare oltre quelli suggeriti o di listino, dato che chi ha la fortuna di averne qualcuna a magazzino sfrutta la situazione aumentando i prezzi, favorito anche dalla mancanza di concorrenza.

    boy with black headphones playing computer game

    Questo significa che chi ha la fortuna di avere comprato il prodotto al lancio, nelle poche unità disponibili che generalmente vanno via in pochi minuti, avrá speso la cifra , spesso giá folle , indicata dal produttore, chi non ha fatto in tempo o ha deciso di non comprare il prodotto a scatola chiusa rischia di pagarlo ancora di piú , rendendo poco conveniente l’acquisto di prodotti, magari anche validi tecnicamente ma decisamente inaccettabili a certe cifre.

    close up shot of person holding a game controller


    Anche voi avete notato questi aumenti? Come vi difenderete? Rinuncerete alle performance, aprirete il portafoglio o appenderete il controller al chiodo?

  • Skype chiude!!

    Skype chiude!!

    Uno dei sistemi di messaggistica piú longevi del mondo di internet sta per chiudere e non si tratta di uno strumento di nicchia sconosciuto ai piú ma di una piattaforma mitica come Skype che a partire dal 5 maggio 2025 verrá , salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, spenta definitivamente dopo 22 anni di onorato servizio.

    Infatti il popolare sistema di messaggistica ha subito nel tempo un tracollo di utenti passando dai 300 milioni giornalieri agli attuali 36, sia per la concorrenza di sistemi di comunicazione piú moderna come WhatsApp o Telegram, sia per la nascita di strumenti dedicati su videoconferenza come Zoom o Meet che hanno sostituito un applicazione tuttofare con dei tool mirati.

    photo of boy video calling with a woman

    Ma i tempi cambiano e anche Microsoft , proprietaria del servizio, ha deciso di tagliare la spina al servizio per favorire la diffusione del piu moderno Teams che lo andrá a sostituire anche per gli utenti consumer, sebbene non erediterá tutte le sue funzioni nella versione gratuita.

    Ovviamente non si perderanno i contatti, dato che giá da tempo skype è collegato con un account Microsoft e che lo stesso account puó essere utilizzato con la versione gratuita di Microsoft Teams, dove dopo una breve procedura di migrazione troveremo le nostre comunicazioni e i nostri contatti che avevamo su Skype.
    Dovremmo inoltre , se ne avessimo ancora a disposizione, consumare il nostro credito Skype per le telefonate quanto prima, in quanto la versione gratuita di Teams non supporta le telefonate, anche se per un periodo limitato sará possibile utilizzarlo per le chiamate in uscita tramite Teams Free o il sito di Skype che rimarrá attivo temporaneamente.

    people on a video call

    Sono infatti stati rimossi dalla vendita i servizi a pagamento di Skype, come gli abbonamenti telefonici, la ricezione di chiamate, l’invio di sms, con i servizi in abbonamenti attivi sino a maggio o alla scadenza del credito.

    In questo periodo di dismissione e fino alla chiusura si potranno contattare utenti Skype dalla versione gratuita di Teams e viceversa, per poi proseguire solo su Teams, mentre chi non volesse fare il passaggio ha tempo sino a gennaio 2026 per scaricare una copia delle proprie conversazioni. 

    Skype, inventata dagli sviluppatori del sistema di file sharing Kazaa e passata di mano piú volte era stata acquisita nel 2011 da Microsoft per eliminare dal mercato un concorrente del suo MSN Messenger ma finí per sostituirlo in quanto dotato di funzionalitá piú avanzate, come la videoconferenza e la possibilitá di effettuare telefonate a numeri fissi e mobili.

    a student listening to online class

    La tecnologia di Skype è inoltre servita a Microsoft per creare Teams, il software di video comunicazione aziendale incluso in Office e che nel tempo è stato offerto anche ai privati, rendendolo uno dei software piú utilizzato durante il lockdown nel periodo del covid.

    E Teams si appresta a sostituire Skype anche per le chiamate personali, facendo finire nell’oblio un software mitico destinato ad essere dimenticato come successo con altri mitici suoi colleghi come il già citato MSN Messenger, ICQ, AIM o C6.

    Voi lo usavate? Con cosa lo sostituirete?