Generalmente viaggiare richiede del tempo libero da dedicare sfruttando ferie e periodi di vacanza concessi dal nostro lavoro, ma per chi ha la fortuna di poter fare un lavoro che non richieda una presenza fissa in azienda puó unire il lavoro con il viaggio lavorando da remoto.
Infatti per quelle professioni che lo permettono, dai creatori di contenuti ai freelance o agli imprenditori o comunque quei lavoratori che possono lavorare almeno in parte a distanza farlo da casa oppure dall’altra parte del mondo diventa indifferente ai fini lavorativi, almeno fin quando siamo in presenza di una connessione internet veloce, di un telefono e di una scrivania dove fare il nostro lavoro.
Quindi organizzandoci bene potremmo visitare sempre dei posti nuovi al di fuori dell’orario lavorativo, senza rinunciare a conoscere nuovi posti e nuove culture.
Magari ci si puó trasferire per qualche tempo in un paese piú caldo, piú economico , facendoci pure risparmiare rispetto all’affitto in una grande cittá , ritornando alla base solo saltuariamente per qualche riunione in presenza inderogabile e trasformandosi in veri nomadi digitali.
Infatti le località balneari , con un clima mite, una buona cucina e dei prezzi relativamente economici diventano un ottima alternativa alle metropoli fredde e inquinate per chi non ha esigenze di una presenza costante in persona per il proprio lavoro.
Riunioni in videoconferenza, email e telefono ci permettono di organizzare il lavoro efficacemente pure a distanza, come molti di noi avranno sperimentato durante lo smart working in pandemia, ma con un pó di organizzazione puó diventare un modo per ripensare la nostra vita o almeno un periodo di essa.
Ovviamente è bene scegliere un posto ben collegato con i voli in modo da poter tornare alla base in caso di necessitá, e farsi bene i conti sulle spese da sostenere visto che i posti incantevoli non é detto che siano economici, quindi meglio trovare dei compromessi che ci permettano sia di vivere comodamente col nostro stipendio che permetterci di poter godere delle attrattive del posto.
Ma viaggiare, esplorare e entrare in contatto con nuove culture, potendole conciliare con le esigenze lavorative non ha a prezzo nonostante possibili difficoltà logistiche, di comunicazione, magari l’assenza di amici e parenti a cui fare riferimento in caso di bisogno, l’instabilità o la difficoltà ad organizzarsi sia lavorativamente che nella gestione del proprio tempo.
Ma dall’altra parte della bilancia abbiamo la possibilità di muoverci, viaggiare, esplorare potenzialmente dappertutto, con una maggiore libertá utile anche alla nostra creatività e alle nostre relazioni sia in ambito privato che lavorativo, la possibilità di crescita personale e soprattutto il benessere fornito dalla possibilità di visitare e lavorare in ambienti stimolanti e senza costrizioni date da troppe regole ed orari visto il maggior equilibrio tra lavoro e sfera privata che il lavoro remoto puó concedere.
Ovviamente non è una scelta per tutti, specie se abbiamo una famiglia o un partner da coinvolgere nella nostra scelta, ma quando le condizioni lo consentono un’esperienza, anche per un periodo limitato è sicuramente positiva, sempre che il nostro carattere e lo spirito di adattamento ci consentono di uscire dalla nostra comfort zone di un ufficio senza troppi sbattimenti per vivere una vita sicuramente più movimentata ma molto stimolante.
Voi avete mai valutato di fare il nomade digitale?
Purtroppo pandemie e guerre hanno stravolto la nostra economia facendola pericolosamente contrarre a causa degli aumenti di materie prime ed energia, portando alla crisi molti settori produttivi, e con il conseguente aumento del costo del denaro voluto dalle banche centrali con l’obiettivo di contenere l’inflazione, si é creata una pericolosa spirale che ha eroso il nostro potere d’acquisto.
Infatti come ci accorgiamo quotidianamente quando facciamo la spesa o il pieno al nostro mezzo tutto ciò ché acquistiamo costa molto di piú rispetto al passato, mentre gli stipendi restano immutati, e anzi in alcuni casi possono essere anche diminuiti a causa di crisi aziendali o mancanza di commesse.
Giusto chi ha un’attivitá in proprio ha la facoltá di aumentare i propri prezzi, ma con il rischio di perdere clienti, in quanto alzando troppo i prezzi i clienti non potrebbero piú permettersi di acquistare e si rivolgeranno a chi fá prezzi piú contenuti, sceglieranno qualcosa di piú economico, procrastineranno o addirittura rinunceranno all’acquisto in attesa di tempi migliori.
Questo banalmente significa che se prima con 80 euro potevamo riempire 4 buste della spesa, ora probabilmente ne potremmo riempire solo 3, quindi se le nostre entrate non aumentano dovremo consumare di meno, e consumando di meno si impoverirá la filiera che produce e distribuisce cio ché compriamo. La soluzione dovrebbe essere quella di avere in tasca non piú 80 euro per fare la spesa, ma 100 in modo da poter comprare sempre le solite 4 buste di spesa.
Pertanto la strategia piú virtuosa per venire a capo del problema dovrebbe essere quella di aumentare le entrate per compensare l’inflazione, cosa semplice a dirsi che non a farsi ,ma vediamo qualche idea piú o meno realizzabile.
Una puó essere quella di fare degli investimenti che rendano piú dell’inflazione, ovviamente facendo particolare attenzione al fatto che con la crisi in atto alcune aziende potrebbero saltare, quindi le azioni o i titoli che abbiamo comprato come investimento potrebbero da un giorno all’altro perdere di valore, pertanto alcuni investimenti possono diventare piú rischiosi che in passato, anche se remunerati meglio.
Altra strategia é quella di guadagnare di piú cercando un lavoro che ci garantisca maggiori entrate, magari espandendo le nostre conoscenze verso competenze molto richieste dal mercato, o se questo non fosse possibile eventualmente cercando un’occupazione part-time che ci consenta di percepire delle entrate aggiuntive.
Ovviamente dall’altra parte si può cercare di spendere meno, cercando fornitori alternativi, rinegoziando i nostri contratti o riducendo le spese non essenziali.
Comunque la si giri peró serve una pianificazione e una maggiore attenzione alle entrate e alle uscite del nostro conto in banca.
Voi avete altre idee per far fronte al problema? Scrivetele nei commenti!
Come sapete tra pandemie, guerre e inflazione il costo dell’energia è aumentato vertiginosamente, quindi diventa essenziale volenti o nolenti ridurre i consumi.
Non voglio dilungarmi sulle cause del problema che sono piú politiche che reali, ma sugli effetti che dobbiamo subire quando arrivano le bollette.
Infatti riscaldare o raffrescare la nostra casa , indipendentemente da come lo facciamo, consuma energia ed essendo questa alle stelle tenere acceso l’impianto ci costerá di piú e considerando che l’esigenza di riscaldarci non muta all’aumentare dei prezzi quello che possiamo fare è cercare di limitare i consumi: da una parte contenendo gli sprechi, ad esempio evitando di tenere accese stufe e condizionatori quando non siamo presenti nella stanza ed evitando di aprire le finestre quando sono in funzione , se possibile efficientando gli impianti per consumare meno, magari cambiando tecnologia o riducendo le dispersioni e dall’altro cercare di ridurre orari di esercizio e temperature, per risparmiare energia pure a scapito del nostro comfort.
Quest’ultima soluzione forse é la piú rapida, economica e anche quella piú facile da attuare: abbassare il termostato e/o tenere acceso per meno tempo l’impianto di riscaldamento a costo di indossare in casa una maglia piú pesante o usare una coperta in piú sicuramente riduce i consumi, ma non risolve completamente il problema.
Altra soluzione é quella di intervenire sugli impianti: cambiare una vecchia caldaia o una stufa a pellet con un sistema piú efficiente consente risparmi considerevoli, soprattutto se si fá una scelta oculata dell’impianto, anche perché si puó scegliere un combustibile piú economico e dalla maggiore resa. L’esempio piú classico é la pompa di calore , di cui vi parlavo in precedenza, che consente efficienze importanti e che se coadiuvato da pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo permette anche di scaldare o raffrescare la casa a costo zero.
Il problema é che diventa un investimento importante che ha senso in presenza di incentivi o in fase di ristrutturazione dell’abitazione, un pó meno se lo scopo é solo quello di ridurre le bollette, anche perché si spera che nel futuro i prezzi dell’energia possano tornare a prezzi piú umani di quelli attuali in un tempo piú breve di quello necessario per riuscire ad ammortizzare i costi di un nuovo impianto.
Anche se c’e’ da dire che comunque difficilmente l’energia tornerá ai prezzi a cui eravamo abituati prima della crisi , ragione per il quale se comunque avevamo un impianto vecchio o particolarmente energivoro comunque potrebbe comunque valere la pena farsi qualche calcolo o preventivo per la sostituzione, mentre in presenza di impianti piú moderni dove la differenza di consumi sarebbe meno importante potrebbe non valerne la pena.
Altra soluzione sulla carta sarebbe quella di cambiare gestore energetico, ma purtroppo le condizioni dei nuovi contratti sono sicuramente peggiori di quelli sottoscritti in epoca pre crisi, quindi i margini di manovra saranno limitati, fate comunque dei preventivi ma fate molto bene i vostri conti magari affidandovi a qualche consulente indipendente e non al primo venditore che vi propone un contratto.
Insomma ci dovremo rassegnare almeno per un certo periodo a pagare bollette particolarmente pesanti, quindi ogni contromisura che possiamo attuare merita quantomeno di essere vagliata. Voi avete altre idee o suggerimenti? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.
Una cosa che non possiamo negare di questi tempi è l’aumento spropositato delle nostre bollette, che a sentire tv e giornali pare essere conseguenza della guerra in Ucraina.
In realtá non é proprio cosi, in quanto le bollette stavano giá aumentando prima del conflitto, che semmai ha peggiorato le cose ma non é la causa diretta.
Tutto dipende da come i prezzi dell’energia vengono stabiliti che a causa di regolamenti astrusi nati per favorire i produttori di energia rinnovabile ci si stanno ritorcendo contro in un momento dove anche a causa del conflitto e delle speculazioni finanziarie legate alla futura disponibilitá del gas, si alzano i costi della principale materia prima dell’energia verde, proprio quando si era deciso di limitare la produzione di energia da carbone e nucleare.
Infatti è il meccanismo del prezzo marginale che si usa obbligatoriamente per determinare i costi dell’energia ad essere il problema: infatti chi produce energia non la vende a un prezzo di produzione piú un suo corretto margine di guadagno, ma la mette all’asta al prezzo di produzione, sapendo che le verrá pagata per legge a un prezzo piú alto, quello del fornitore che potrá garantire la quantitá di energia necessaria a quell’asta.
Facciamo un esempio se il fabbisogno fosse di 100 unita e io produttore A ne ho disponibili 20 che vendo a 1 euro, il mio concorrente B ne ha 30 che vende a 1,50 euro, un altro ancora C ne ha altre 40 che vende a 2 euro , e D altre 50 che vende a 3 euro: il sistema , tramite il meccanismo dell’acquirente unico, comprerá le mie 20, le 30 di B, le 40 di C e 10 delle 50 di D per soddisfare il fabbisogno di 100 unitá ma le pagherá a tutti 3 euro cioé il prezzo che fá D, quello piú alto del lotto, in questa maniera D non ci perde, mentre A, B e C guadagnano. Questo meccanismo nasce per favorire i produttori di energie rinnovabili che in condizioni normali costerebbe di piú produrre rispetto a sistemi piú inquinanti, potendo competere ad armi pari.
Purtroppo peró con il gas alle stelle sarebbe piú economico comprare l’energia da fonti rinnovabili, che invece si vedono tassare gli extra profitti con le regole appena introdotte per calmierare il mercato, quindi non incrementano la produzione costringendo ad usare l’energia prodotta con il gas che é quella piú cara al momento e comprandola al prezzo di quella prodotta con il gas: insomma un bel pasticcio al quale si aggiunge il fatto che il prezzo del gas viene determinato non con il prezzo di mercato fatto dal fornitore, ma tramite i futures piazzati alla borsa di Amsterdam, dove gli speculatori comprano il gas al prezzo attuale ma lo rivendono a un prezzo sostanzialmente piú alto scommettendo sulla futura indisponibilitá del gas facendone alzare i prezzi, giocando sul fatto che sostituire il gas russo richiede ingenti investimenti e soprattutto lunghe tempistiche che possono portare ad una prolungata mancanza di prodotto sul mercato che ne farebbe schizzare i prezzi, dato che è essenziale per la produzione di energia e difficilmente rimpiazzabile con altre fonti.
Insomma un problema nel problema, che unita alla poca voglia di una soluzione diplomatica al conflitto ucraino, e anzi con la possibile fine della globalizzazione per tornare a un mondo diviso in due schieramenti come ai tempi della guerra fredda , porterá i costi dell’energia, specie in Europa fortemente dipendente dal gas russo, ad aumenti dei costi dell’energia veramente consistenti almeno sino a quando, e se sará possibile, verranno trovate delle fonti energetiche alternative.
Le aspettative quindi non sono per nulla rosee a meno di importanti decisioni politiche in seno al parlamento Europeo, che non sembrano all’ordine del giorno.
Voi cosa ne pensate? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.
Sicuramente avrete sentito parlare della crisi dei chip elettronici che sta mettendo in difficolta la vendita non solo di computer, telefonini e dispositivi elettronici, ma anche tutti i prodotti che necessitano al loro interno di chip e schede elettroniche per funzionare, e tra questi ci sono anche le automobili.
Il problema è serio, infatti se alla macchina costituita per la maggior parte di componenti meccaniche, manca una centralina non si può avviare e quindi non può essere consegnata, nonostante sia pronta al 95%.
Qualche casa ha messo in pratica delle soluzioni creative, come consegnare auto senza lo schermo dell’impianto multimediale riservandosi di farlo montare alla concessionaria non appena disponibile, certe altre hanno tolto la possibilità di ordinare determinati accessori come cruscotti digitali, sistemi di assistenza alla guida o fari a led o hanno riservato chip e accessori che ne fanno uso solo ai modelli più costosi, costringendo gli acquirenti a dover spendere di più per acquistare la macchina.
Ma anche a volersi adattare i tempi di consegna si sono allungati a dismisura, per auto che si trovavano normalmente in pronta consegna o con attesa di pochi giorni si deve ormai aspettare anche 6 mesi, con problemi per chi ha premura di avere un mezzo perché magari deve sostituire un mezzo incidentato o guasto.
Ma anche la riparazione delle automobili è in difficoltà, i ricambi specie quelli elettronici come centraline e sensori si fa fatica a reperirli sia originali che di concorrenza e se non c’è la possibilità di poter installare un ricambio usato o di rotazione c’è il rischio di dover tenere la macchina ferma anche per mesi in attesa di un ricambio da pochi euro.
Ma è proprio la produzione nelle fabbriche a soffrire, perché se non è possibile consegnare le macchine per mancanza di componenti è inutile costruirle per lasciarle semi lavorate nei piazzali in attesa dei pezzi mancanti, quindi dove possibile si costruiscono solo su richiesta anziché produrle in anticipo, ma anche così la produzione, per un po’ tutte le case, è fortemente rallentata dovendo chiudere, limitare la produzione o addirittura mettere in cassa integrazione il personale.
Essendosi allungati a dismisura i tempi di consegna sono ovviamente sparite le macchine in pronta consegna e si fa fatica anche a trovare le chilometri zero che prima della crisi abbondavano nei piazzali con forti sconti. E con questa carenza anche l’usato sta aumentando i suoi prezzi: data l’impossibilità di poter comprare il nuovo è normale che i prezzi lievitino per tutto ciò che può essere disponibile, costringendoci a delle scelte che magari non avremmo mai fatto, come valutare un modello, una marca o una tipologia di macchina che altrimenti non avremmo manco valutato.
I tempi per acquistare un’auto, ma in realtà vale per tutto ciò che ha un chip al suo interno, sono grami e la soluzione migliore sarebbe quello di procrastinare l’acquisto il più possibile in attesa che il mercato si ristabilizzi, magari riparando il mezzo attuale o posticipando la sostituzione di un mezzo con qualche acciacco.
Voi eravate al corrente della situazione? Avete qualche curiosità, dubbio, esperienza da raccontare? Scrivetela nei commenti.
Purtroppo ve ne sarete accorti anche voi, i prezzi dei prodotti stanno aumentando e a seconda dei casi anche raddoppiando o triplicando. Si tratta di un effetto collaterale del covid, che se prima era particolarmente palese sui prodotti informatici o sui prodotti per la casa data la penuria di componentistica, si sta allargando a macchia d’olio su gran parte della produzione, dato che ora sono i costi delle materie prime ad aumentare, anche quelle generalmente più comuni e reperibili, e questo aumento si ripropone a cascata sul prodotto finito.
Un esempio lampante sono i costi dei materiali edili, che sono aumentati considerevolmente creando problemi a chi stava usufruendo degli ecobonus per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli edifici, o ai tanti appalti pubblici che rischiano di fermarsi perché con l’aumento delle materie prime non è più possibile acquistare i materiali restando nei budget stabiliti nei bandi istituiti prima degli aumenti.
Inoltre anche la logistica , con i collegamenti ridotti causa covid e la modifica di alcune leggi fiscali sia in Europa che in Cina hanno portato ad aumenti consistenti del costo dei traporti che non giovano alla causa
Questo fa si che la disponibilità di prodotti sia sempre più limitata, ma i prodotti vista la situazione si vendono con difficoltà e se per la legge della domanda e dell’offerta è normale che se l’offerta è inferiore alla domanda i prezzi salgono, se questo in condizioni normale sarebbe un bene, perché significherebbe che la gente acquista perché lavora ed ha soldi da spendere, in una condizione dove in tanti non comprano perché hanno paura della situazione economica o hanno perso il lavoro questo diventa un problema.
Infatti si ha un’aumento dell’inflazione, con aumento dei costo del denaro, e quindi dei mutui e dei finanziamenti che non è trainata dal mercato, che invece è stagnante e questo a tendere porterà aziende e privati, che non vendendo o lavorando hanno difficoltà, a non poter onorare i propri debiti
Inoltre con il nostro stipendio potremmo acquistare meno beni, e cio si rifletterà sul nostro tenore di vita, perché l’aumento dei prezzi non è supportato dall’aumento degli stipendi, che non potrà esserci dato che le imprese sono in sofferenza a causa della pandemia.
Quindi si prospetta una crisi economica importante, che ci auguriamo sia più breve possibile, dove diventa essenziale proteggere dall’inflazione i propri risparmi che potrebbero essere erosi dall’aumento dei costi e dai tassi di interesse, pertanto diventa essenziale migliorare la nostra educazione finanziaria per poterci difendere dalla situazione e soprattutto da investimenti sbagliati che potrebbero diventare più pericolosi che in passato in quanto sarà più facile incappare in azioni o prodotti finanziari , un tempo considerati sicuri, diventati tossici.
Voi eravate al corrente della situazione? Come pensate di difendervi dall’inflazione? Scrivetelo nei commenti, cosi come se avete dei dubbi, delle osservazioni.
Anche quest’anno siamo qua a domandarci se vale la pena viaggiare nonostante la pandemia, e purtroppo nonostante la situazione sanitaria sia notevolmente migliorata rispetto allo scorso anno, l’emergenza non è ancora terminata.
Questo significa, che nonostante molte persone abbiano fatto almeno la prima dose del vaccino e quindi sono almeno parzialmente immuni dal contagio ancora le limitazioni alla nostra libertà di viaggiare persistono, e anzi ci si dovrà pure districarsi con la burocrazia tra autocertificazioni, green pass e regolamentazioni locali.
Ovviamente le misure verranno man mano alleggerite col miglioramento della situazione sanitaria, ma il discorso è sempre il solito: vale la pena viaggiare sapendo di non potersi godere a pieno la vacanza, o quanto meno avere un’esperienza mutilata dalle limitazioni sanitarie che gioco forza sono ancora in vigore?
Certo se a noi interessa solo fare un bagno al mare o delle passeggiate in montagna potremmo soprassedere sul coprifuoco notturno o sulla chiusura dei locali, ma anche se non facciamo parte del popolo della notte desideroso di ballare e di fare nuove conoscenze probabilmente in presenza di queste limitazioni sarà difficile anche poter fare una passeggiata notturna per gustarci un buon gelato al fresco della sera.
Per non parlare di una visita ad una città, potremmo certamente vedere piazze e monumenti ma visitare mostre e musei, partecipare ad eventi o assaggiare una specialità tipica potrebbe rivelarsi difficile se non impossibile, vuoi per gli ingressi contingentati dalle normative sanitare e vuoi dalla scarsa convenienza per i gestori a tenere aperte attività dovendo garantire distanziamenti o affluenze molto limitate.
E lo stesso problema lo avremo coi trasporti: se l’affluenza è limitata, saranno limitati i collegamenti, quindi raggiungere la meta finale del nostro viaggio potrebbe rivelarsi difficoltoso o impossibile, magari il viaggio sarà più lungo o più costoso perché vengono ridotti i collegamenti o viene meno la concorrenza o spariscono i collegamenti diretti sostituiti da altri con scali o coincidenze varie.
E finchè ci muoviamo all’interno del nostro paese dove conosciamo la lingua, le normative in vigore e sopratutto abbiamo una copertura sanitaria è un conto, pensiamo se avessimo degli imprevisti all’estero, non dico di ammalarsi e di dover comunicare la nostra condizione , in una lingua che non è la nostra, ad operatori sanitari o di pubblica sicurezza , ma anche scoprire solo a destinazione di dover fare una quarantena in ospedale, o essere costretti a non uscire dal nostro albergo.
Se abbiamo speso delle cifre importanti per il viaggio quantomeno ci girerebbero le scatole. Alla fine sono piccole limitazioni e fastidi che si sommano, spese impreviste, tempi morti o persi nei collegamenti che ci fanno chiedere se ne valga la pena viaggiare in questa situazione, nonostante si inizi a intravedere la luce in fondo al tunnel.
In realtà dipende da ognuno di noi, c’è sempre quello più temerario e quello più fatalista, quello che si sa togliere di impiccio dalle situazioni impreviste e quello che entra in panico anche se solo un mezzo ritarda di qualche minuto, ma se uno non vuole rischiare è bene anche per quest’estate evitare una vacanza importante, magari un viaggio desiderato da tempo o parecchio costoso: probabilmente non ce lo godremmo come avremmo desiderato.
Diverso è un viaggetto nel nostro paese, o magari nella nostra regione, una delle tante bellissime mete che potremmo visitare poco distanti da casa nostra e che possiamo eventualmente concentrare in pochi giorni sapendo che se per qualche motivo saremmo stati costretti a saltare la visita di un museo o un’attrazione possiamo recuperare senza troppi problemi in un’altra occasione e sapendo che comunque non avremmo rimorsi, dato che la vacanza parzialmente rovinata non ci sarà costata un occhio della testa.
C’è una domanda che tutti gli appassionati di viaggi si stanno facendo: l’anno 2021 sarà l’anno in cui potremmo tornare a viaggiare dopo la pandemia?
Beh non abbiamo la sfera di cristallo per dirlo, ma sarà comunque complicato: forse un po’ meglio del 2020, ma tutto dipenderà dall’evoluzione delle vaccinazioni covid in modo da consentire la tanto agognata immunità di gregge.
Sicuramente una vaccinazione di massa e quindi una sostanziale immunità della popolazione richiederà nella migliore delle ipotesi diversi mesi, tra logistica e disponibilità dei vaccini e quindi con ragionevole probabilità è difficile che l’operazione termini prima del 2022, quindi viaggiare nel 2021 resterà se non una chimera quanto meno complicato.
Ci saranno quindi possibili nuove chiusure delle strutture turistiche, divieti vari di spostamento e poca disponibilità di collegamenti aerei , ferroviari e marittimi. Con un po’ di fortuna potrà esserci come per l’anno passato un lieve allargamento delle maglie in estate, ma con delle sicure limitazioni.
Qualche spiraglio però potrebbe aprirsi per chi si sarà vaccinato, dato che è probabile che i viaggi, soprattutto in aereo vengano consentiti in presenza di un passaporto sanitario, che potrebbe essere rilasciato a chi è immune per via della vaccinazione e/o a chi ha fatto un tampone a ridosso della partenza.
Tutto dipenderà dai numeri della pandemia e dalla volontà dei governi di assumersi il rischio di una più libera circolazione della popolazione, anche fuori dalle strette necessità, visto l’indotto economico portato dal turismo e per consentire una ripresa delle attività già stremate da un 2020 praticamente fallimentare.
C’è di buono che i prezzi dei biglietti e degli alberghi si stanno mantenendo bassi , e generalmente viene concessa la possibilità di cancellare o voli o cambiare i propri programmi senza spese anche per convincere anche i più titubanti
Ovviamente restano valide le considerazioni del 2020: cercate di utilizzare sistemi flessibili e assicurazioni di viaggio in modo da non perdere soldi qualora non possiate più partire o vi trovaste bloccati a destinazione a causa della pandemia, ma con un po’ di pelo sullo stomaco e facendo attenzione si potrebbe riprendere , seppur con qualche limitazione, a viaggiare.
Se parlare di viaggi durante il lockdown dovuto al covid era quasi un tabù e le uniche notizie riguardavano la cancellazione e i rimborsi di viaggi aerei e hotel, ora che ci si inizia a intravedere un barlume di normalità e con l’estate che è ufficialmente arrivata il nostro corpo vorrebbe concedersi una vacanza.
Ovviamente a seconda di come percepiamo il pericolo covid potremo essere piu o meno portati anche solo a pianificare le nostre vacanze: se siamo molto timorosi probabilmente l’unica vacanza che ci concederemo puo essere nella più vicina spiaggia della nostra regione, magari facendo una toccata e fuga in giornata, mentre se siamo più arditi probabilmente avremo gia pianificato un viaggio internazionale da effettuarsi immediatamente alla ripresa dei voli.
In entrambi i casi c’è qualcosa da sapere che puo aiutarci a pianificare o magari a farci rinunciare al nostro viaggio: innanzitutto è bene informarsi se nella località di destinazione esistono delle limitazioni , come quarantene obbligatorie o obblighi sanitari: se per entrare nel paese estero servissero certificazioni o tamponi difficilmente reperibili o un obbligo di quarantena che brucerebbe i nostri giorni di ferie forse è bene cambiare destinazione.
Inoltre se si va all’estero bisogna informarsi sulla copertura sanitaria, possibilmente facendo un’assicurazione , e tenere conto che in caso di contagio dovremmo comunicare con i sanitari in una lingua estera, avere probabilmente bisogno di assistenza o di medicinali, o banalmente rischiare di essere messi in quarantena, pagando a nostre spese il soggiorno e lo spostamento dei voli per rientrare in patria: viaggiare all’estero diventa una faccenda sicuramente più rischiosa che stare nel nostro paese.
Ma anche restando in patria bisogna fare attenzione alla disponibilità di collegamenti aerei o marittimi: molti sono stati cancellati o accorpati, quindi trovare posto per raggiungere alcune destinazioni potrebbe essere difficoltoso o molto costoso, tenetene conto e pensate a un possibile piano B in caso di problemi
Inoltre va considerato che molte attrazioni, cosi come molte strutture ricettive a causa del covid non hanno riaperto o lo hanno fatto in maniera ridotta e contingentata: se avevamo scelto la nostra destinazione per visitare un particolare museo , parco a tema o attrazione turistica potrebbe non essere aperto, essere necessaria una prenotazione o dover richiedere tempi di attesa troppo lunghi.
Per contro ci sarà , un po per la paura della malattia, un po’ per problemi logistici e un po per i problemi economici legati alla pandemia molta meno gente in giro, questo potrebbe portrebbe essere un vantaggio per goderci al meglio alcune attività come una camminata nei boschi o la visita dei monumenti delle città
Anche i budget cambieranno: se è vero che si possono trovare offerte last minute in seguito alle tante cancellazioni delle strutture ricettive, i prezzi dei servizi e della ristorazione per via delle regole di distanziamento sono tendenzialmente aumentati, quindi non ci si dovrà basare sui prezzi degli anni precedenti ed essere preparati a possibili sorprese nei conti
Sicuramente questo non è il periodo migliore per viaggiare anche perché se viene meno la tranquillità e la spensieratezza ci si godrà di meno il viaggio e forse l’idea di rimandarlo di qualche mese in attesa di un periodo migliore non è di certo cattiva.
C’è da dire che il mancato rimborso di compagnie aeree e strutture ricettive che hanno potuto per legge rilasciare un voucher anziché rimborsare la spesa in alcuni casi ha costretto a ripianificare delle vacanze che magari si sarebbe preferito cancellare, ma è pur vero che con un po di spirito di iniziativa è comunque possibile godersi la vacanza, anche se in un modo differente da come lo si era pianificato in origine.
Voi andrete in vacanza comunque o per quest’anno avete accantonato l’idea? Scrivetecelo nei commenti cosi se avete qualche dubbio, richiesta o curiosità e se possibile vi risponderemo.
Purtoppo in questo ultimo periodo non si fa altro che parlare del Coronavirus e anche in queste pagine ci si trova a parlarne, ma da un punto di vista diverso, quello del viaggiatore.
Infatti vuoi per la psicosi dalla malattia, vuoi per le azioni messe in campo dalle autorità per arginare il problema, ci apprestiamo a dei cambiamenti pesanti che condizioneranno la nostra vita e i nostri viaggi almeno per un certo periodo da qui in avanti.
Se la malattia è meno pericolosa di come la dipingono molti media assetati di cattive notizie, dato che la mortalità è piu bassa di una normale influenza, e che i contagiati nella stragrande maggioranza (97-99%) dei casi guariscono, sono la sua facilità di contagio e i sintomi che la rendono poco distinguibile da un male di stagione che fanno si che il rischio di una diffusione incontrollata possa portare ad esaurire i limitati posti letto negli ospedali attrezzati alla cura, ed è questo il vero problema dal punto di vista sanitario.
Ma dall’altra parte la lotta alla diffusione della malattia ha portato le autorità a misure drastiche che impattano sulla vita di tutti giorni, specie nelle aree più colpite, con la chiusura di scuole, chiese, impianti sportivi, eventi e anche dei luoghi di lavoro, con indubbi problemi all’economia, uniti a una psicosi generale, alimentata anche dalle dichiariazioni di certi politici e della stampa, che ha portato in molte zone a svuotare i supermercati come se ci si dovesse preparare all’apocalisse.
Ovviamente non mancano gli sciacallaggi più o meno legali, con i prezzi di alcuni beni come mascherine e gel disinfettanti per le mani, che per via della difficile reperibilità sono schizzati alle stelle nei negozi, e venduti a prezzi da bagarinaggio anche nelle piattaforme e-commerce su internet.
Ma c’è un’altro aspetto importante che invece dipende più da alcune scelte politiche , sopratutto all’inizio della diffusione della malattia nel nostro paese, che per il solito buonismo all’italiana hanno evitato la necessaria quarantena a chi proveniva dalla Cina e quindi a rischio contagio temendo di passare per razzisti nei confronti dei cinesi, e inoltre bloccando i voli dalla Cina verso il nostro paese senza considerare che le frontiere erano aperte, quindi bastava arrivare in un’altra nazione europea per bypassare il divieto, ha portato a non far sapere alle autorità sanitarie chi effettivamente è transitato dalle zone a rischio e quindi che necessitava di controlli e/o di quarantena, facendo diventare il nostro paese uno dei più esposti alla malattia al di fuori del territorio cinese.
E per via di questo contagio fuori scala rispetto agli altri paesi, con tanto di zone del paese off-limits a causa del virus, i vari paesi esteri hanno iniziato a chiudere le frontiere e impedire l’accesso o nel migliore dei casi controllare o costringere alla quarantena chi proviene o è stato in Italia, prendendo provvedimenti simili a chi proviene dalla Cina, paese di origine del virus, e quindi molto più esposto al contagio.
Questo significa però limitare la nostra possibilità di viaggiare, dato che potremmo essere respinti a destinazione, come è successo a un’aereo italiano alle Mauritius, o come alcuni paesi , anche molto più arretrati di noi, fanno nei confronti di chi proviene dal nostro paese , limitando l’accesso o comunque richiedendo la compilazione di moduli sanitari , controlli sanitari allo sbarco, fino all’obbligo di quarantena, specie se si è stati nelle zone del nostro paese più a rischio di contagio.
Per questo chi ha in programma dei viaggi al di fuori dei confini nazionali è bene che si informi sulle limitazioni di viaggio che si possono trovare su Viaggiaresicuri, il sito del ministero degli esteri dedicato ai connazionali in procinto di viaggiare fuori confine, e sul sito della IATA, l’associazione internazionale del trasporto aereo.
Anche sottoscrivere un’assicurazione viaggio potrebbe essere utile, specie per il rimborso delle spese sanitarie all’estero, mentre è bene informarsi se si è coperti per l’annullamento del viaggio, specie perchè in genere queste assicurazioni non rimborsano quando la rinuncia al viaggio è volontaria o prevedibile, quindi nonostante l’emergenza sanitaria, dato che formalmente è possibile partire, seppur senza quella tranquillità che pensavamo di aver avuto quando abbiamo fatto i biglietti o quando abbiamo chiesto quel periodo di ferie per la vacanza tanto desiderata.
Certo è che se si ha già in mano i biglietti, se il volo verrà regolarmente operato, quindi gli aeroporti sono aperti sarà dura riuscire a farsi rimborsare i biglietti, stessa cosa per l’eventuale sistemazione in albergo, o per l’autonoleggio, se non si è scelto una tariffa rimborsabile. Nel primo caso dovrebbe essere possibile recuperare giusto le spese aeroportuali (pochi euro quindi), mentre per gli hotel e per l’eventuale auto a noleggio bisogna ricontrollare le condizioni di prenotazione, e capire l’importo dell’eventuale penale, facendo presente che se si interviene prima possibile tendenzialmente sarà minore la penale da pagare in caso di annullamento.
Pertanto se siete temerari, e magari volete approfittare della situazione incerta per fare qualche viaggio a prezzo di affare, abbiate la cortezza di scegliere tariffe alberghiere rimborsabili e possibilmente fare un’assicurazione di viaggio, che probabilmente in periodi più tranquilli avrei sconsigliato, specie per i viaggi all’interno della comunità europea.
Il problema però è anche un’altro: affrontare un viaggio con la preoccupazione , dal contagio del virus (che in realtà è il minore dei problemi dato che comunque nella maggior parte dei casi si guarisce), alle restrizioni in entrata, a un possibile obbligo di quarantena all’estero se si è venuti a contatto con persone infette, magari nell’hotel o nel museo che abbiamo visitato, al semplice fatto si rischia di trovare chiusi a causa del virus monumenti, musei, eventi e cose da visitare, pertanto rendendo non dico inutile, ma quantomeno meno piacevole la nostra vacanza, a dover gestire dei problemi e degli imprevisti lontano da casa magari in una lingua che non conosciamo alla perfezione o comunque l’assenza di tranquillità , di relax, del giusto spirito che non ci fa godere la vacanza potrebbe portarci a rinunciare o a posticipare la vacanza, e li dipende da ognuno di noi capire se ce la sentiamo di buttare alle ortiche giorni di ferie e soldi di mancati o parziali rimborsi per restare più tranquilli, o se partire comunque anche sapendo di divertirsi meno di quanto preventivato.
Una tipologia di viaggio invece che andrebbe valuta attentamente e possibilmente evitata sono le crociere, che come si è visto diventano rapidamente focolai di infezione in caso di infetti a bordo, anche in considerazione che spesso l’età dei croceristi è alta, e il virus è tanto più letale più si va avanti con l’età, oltre al fatto che è facile trovare a bordo persone delle più svariate nazionalità, quindi anche provenienti da zone a rischio, in questo caso se si è già fatta la prenotazione ed è possibile disdire senza pagare penali troppo esose, forse è il caso di farlo.
Ad ogni modo qualunque sia la destinazione dovremmo stare più attenti, informarci più del solito sapendo di poter incorrere in imprevisti che andranno gestiti, dai maggiori tempi per imbarco e sbarco dai mezzi di trasporto, alle chiusure di monumenti , musei ed eventi, sapendo che lo spirito potrebbe non essere sempre dei migliori per affrontare il nostro viaggio, ma un vero viaggiatore sa sempre come risolvere i problemi e a far tesoro comunque della propria avventura.