Come riscaldarsi spendendo di meno

Come sapete tra pandemie, guerre e inflazione il costo dell’energia è aumentato vertiginosamente, quindi diventa essenziale  volenti o nolenti ridurre i consumi.

Non voglio dilungarmi sulle cause del problema che sono piú politiche che reali, ma sugli effetti che dobbiamo subire quando arrivano le bollette. 

Infatti riscaldare o raffrescare la nostra casa , indipendentemente da come lo facciamo, consuma energia ed essendo questa alle stelle tenere acceso l’impianto ci costerá di piú e considerando che l’esigenza di riscaldarci non muta all’aumentare dei prezzi quello che possiamo fare è cercare di limitare i consumi: da una parte contenendo gli sprechi, ad esempio evitando di tenere accese stufe e condizionatori quando non siamo presenti nella stanza ed evitando di aprire le finestre quando sono in funzione , se possibile efficientando gli impianti per consumare meno, magari cambiando tecnologia o riducendo le dispersioni e dall’altro cercare di ridurre orari di esercizio e temperature, per risparmiare energia pure a scapito del nostro comfort.

Quest’ultima soluzione forse é la piú rapida, economica e anche quella piú facile da attuare: abbassare il termostato e/o tenere acceso per meno tempo l’impianto di riscaldamento a costo di indossare in casa una maglia piú pesante o usare una coperta in piú sicuramente riduce i consumi, ma non risolve completamente il problema.

Altra soluzione é quella di intervenire sugli impianti: cambiare una vecchia caldaia o una stufa a pellet con un sistema piú efficiente consente risparmi considerevoli, soprattutto se si fá una scelta oculata dell’impianto, anche perché si puó scegliere un combustibile piú economico e dalla maggiore resa. L’esempio piú classico é la pompa di calore , di cui vi parlavo in precedenza, che consente efficienze importanti e che se coadiuvato da pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo permette anche di scaldare o raffrescare la casa a costo zero. 

Il problema é che diventa un investimento importante che ha senso in presenza di incentivi o in fase di ristrutturazione dell’abitazione, un pó meno se lo scopo é solo quello di ridurre le bollette, anche perché si spera che nel futuro i prezzi dell’energia possano tornare a prezzi piú umani di quelli attuali in un tempo piú breve di quello necessario per riuscire ad ammortizzare i costi di un nuovo impianto. 

Anche se c’e’ da dire che comunque difficilmente l’energia tornerá ai prezzi a cui eravamo abituati prima della crisi , ragione per il quale se comunque avevamo un impianto vecchio o particolarmente energivoro comunque potrebbe comunque valere la pena farsi qualche calcolo o preventivo per la sostituzione, mentre in presenza di impianti piú moderni dove la differenza di consumi sarebbe meno importante potrebbe non valerne la pena. 

Altra soluzione sulla carta sarebbe quella di cambiare gestore energetico, ma purtroppo le condizioni dei nuovi contratti sono sicuramente peggiori di quelli sottoscritti in epoca pre crisi, quindi i margini di manovra saranno limitati, fate comunque dei preventivi ma fate molto bene i vostri conti magari affidandovi a qualche consulente indipendente e non al primo venditore che vi propone un contratto.

Insomma ci dovremo rassegnare almeno per un certo periodo a pagare bollette particolarmente pesanti, quindi ogni contromisura che possiamo attuare merita quantomeno di essere vagliata. Voi avete altre idee o suggerimenti? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

Commenti

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.