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  • Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Quando si deve valutare che tipologia di automobile scegliere, spesso ci si affida a schede tecniche, dimensioni, caratteristiche, prezzo, tipo di alimentazione, ma si soprassiede su alcuni dettagli che possono incidere sul costo di possesso della macchina.

    Infatti generalmente valutiamo il prezzo di acquisto, gli eventuali incentivi, i consumi, la formula finanziaria con la quale acquistarla o noleggiarla, ma difficilmente penseremo al costo delle riparazioni o del valore alla rivendita a fine vita.

    E se la scelta verte su auto elettriche o ibride , dotate di costose batterie, le spese possono essere ingenti rispetto a quelle che avremmo con auto termiche.

    electric cars charging on stations

    Infatti le batterie di trazione delle auto ibride ed elettriche sono componenti parecchio costose e generalmente non riparabili, almeno ufficialmente. Questo significa che qualora necessitasse una sostituzione il costo della riparazione potrebbe superare il valore della macchina, costringendoci magari alla rottamazione di una macchina recente, con buona pace dell’ambiente, perché non economicamente conveniente.

    E se è vero che la batteria non si guasta spesso, quindi potrebbe essere un rischio accettabile da correre, quelli che possono capitare sono gli incidenti stradali, che potrebbero coinvolgere la batteria.

    E la cosa diventa importante quando ci sono di mezzo le assicurazioni, infatti le procedure delle case impongono il cambio delle batterie di trazione in caso di incidenti gravi, anche se le batterie non sono state coinvolte nell’urto. E il problema è la definizione di incidente grave che potrebbe differire tra quello che intende la casa madre e quello che l’assicurazione risarcisce.

    Infatti alcune case ritengono grave, con annessa sostituzione delle batterie di trazione, un incidente che faccia scoppiare gli airbag indipendemente dal fatto che le batterie siano state coinvolte, in modo da tutelarsi contro possibili malfunzionamenti dopo la riparazione.

    man fixing vehicle engine

    Ma le assicurazioni generalmente pagano sino al valore dell’auto, quindi se la macchina vale 15.000 euro e la sola sostituzione delle batterie costa 30.000 l’assicurazione liquiderá il valore dell’auto usata, lasciandoci nei problemi anche se la colpa dell’incidente è dell’altro veicolo.

    Proprio per la presenza di batterie, componentistica elettronica sofisticata e l’obbligo di corsi di formazione e patentini per poter intervenire la riparazione delle auto elettriche é piú costosa, e il rischio della sostituzione delle batterie che rende antieconomiche alcune riparazioni fá si che il valore dell’usato sia relativamente basso, cosa che accentua il problema del costo di liquidazione dei danni da parte delle assicurazioni.

    Inoltre il valore del pacco batterie le rende particolarmente appetibili per i ladri, infatti molti proprietari di auto elettriche o ibride si sono trovati la macchina aperta per smontare il pacco batterie con costi abnormi per il ripristino, oltre a tempi di attesa importanti dato che si tratta di ricambi non sempre reperibili con facilitá.

    Questo porta alla necessitá di dotarsi di polizze contro il furto e che contemplino anche il furto della batteria, pena rischiare di doversi accollare la spesa in caso ci venisse rubata o peggio di dover rottamare la macchina dopo il furto in quanto potrebbe rivelarsi antieconomica sostituirla.

    white car charging

    Alla fine si tratta di eventi sfortunati che capiteranno statisticamente a pochi, ma che potrebbero diventare particolarmente importanti per il nostro portafoglio, specie se stiamo ancora pagando le rate della macchina e siamo costretti a doverne ricomprare un’altra a seguito di questi eventi, e nonostante la colpa non sia la nostra.

    Voi cosa ne pensate? Avete messo in conto anche questa eventualitá nella scelta della macchina?

  • Comprare un auto diventa sempre piú difficile

    Comprare un auto diventa sempre piú difficile

    Chi ha necessità di cambiare auto se ne è accorto facendo qualche giro per siti, concessionari e rivenditori di auto: i prezzi delle autovetture sono aumentati considerevolmente, rendendo problematico l’acquisto anche di una modesta utilitaria.

    Infatti negli ultimi 5/7 anni i prezzi delle vetture, vuoi per crisi varie, vuoi per le nuove normative per sicurezza e inquinamento, vuoi per nuovi dazi e tasse, vuoi per certe dotazioni divenute obbligatorie , vuoi spingere l’acquisto delle auto elettriche sono pressoché raddoppiati, e la piccola utilitaria che mediamente costava intorno ai 10-12.000 euro ora ne costa almeno 20.000 che aumentano anche considerevolmente se si scelgono versioni con qualche optional non compreso nella base.

    black coupes

    E lo stesso vale per vetture di categorie superiore dove la classica berlina media o il piccolo suv che si portava a casa tranquillamente per meno di 20.000 euro si fa fatica a pagarlo meno di 35.000, per non parlare di mezzi piú grandi o lussuosi dove ormai facilmente si arriva a prezzi a 6 cifre.

    E ovviamente se il prezzo del nuovo sale anche quello dell’usato si comporta di conseguenza, con vetture che avremmo definito rottami invendibili, con parecchi anni o chilometri sulle spalle venduti al prezzo delle vetture aziendali o seminuove di qualche anno fa, e con usati decenti che rischiano di essere venduti a piú di quanto li aveva acquistati il precedente proprietario.

    row of parked cars at a dealership lot

    E basta vedere gli annunci delle vetture usate per renderci conto che probabilmente non vale neanche la pena imbarcarsi nell’acquisto di una macchina vetusta solo per poter rientrare nel budget, col rischio di dover spendere cifre importanti dal meccanico dopo qualche tempo.

    La soluzione potrebbe essere turarsi il naso e aprire il portafoglio per acquistare una vettura nuova, magari di classe inferiore per spendere meno, ma anche lì le cose non sono tutte rose e fiori soprattutto se si cerca di risparmiare qualcosa.

    modern cars in auto salon

    Infatti coi prezzi alle stelle si deve necessariamente trovare qualche modo per risparmiare: ad esempio rinunciare a qualche optional, scendere di categoria o comprare un prodotto di un marchio meno costoso, come alcuni marchi low cost o di origine cinese.

    Oppure ancora rincorrere le promozioni, girando per concessionari alla ricerca del prezzo migliore, ma anche qui quelle poche disponibili hanno ormai delle condizioni capestro, dato che sono vincolate sempre a finanziamenti obbligatori dai tassi di interesse particolarmente esosi e spesso alla rottamazione o alla permuta di una macchina usata.

    a white sports utility vehicle on the brick road

    E pure il finanziamento obbligatorio necessario per accedere allo sconto che porta il prezzo di listino a valori piú accettabili, generalmente non è un normale finanziamento con un anticipo e un certo numero di rate, dopo il quale si diventa proprietari dell’auto, ma delle formule a valore futuro garantito, dove si versa un anticipo piú o meno sostanzioso, magari dando in permuta la propria automobile, delle piccole rate per qualche anno terminate le quali si puó decidere se pagare una maxi rata per estinguere il debito o rendere la macchina, magari per sostituirla con una nuova attivando un nuovo finanziamento.

    Ovviamente renderla significa aver buttato i propri soldi, dato che usare per  2 o 3 anni la macchina ci sará costato circa la metá del prezzo di listino, quindi si è portati o a riscattarla pagando l’altra metá: probabilmente dovendo accendere un nuovo finanziamento perché potremmo non avere a disposizione quella somma o a finire comunque nelle grinfie del concessionario per l’acquisto di una nuova auto: in pratica comprare un’auto a prezzo scontato significa rischiare di dover fare 2 finanziamenti e pure a tassi sfavorevoli che probabilmente eroderanno tutto o buona parte dello sconto sul prezzo di listino che ci è stato accordato.

    man driving the red vehicle

    Comprare un auto diventa quindi una faccenda parecchio costosa, che sarebbe preferibile evitare, a meno di necessità, valutando magari di tenere o riparare la propria anziché imbarcarsi in finanziamenti e costi sempre meno sostenibili. 

    Voi cosa ne pensate? Preferite un usato a prezzi rincarati o comunque mettere delle rate e acquistare una vettura nuova?

  • Conviene cambiare auto?

    Conviene cambiare auto?

    Se avete la macchina dal meccanico e si prospetta un conto salato, o se vista l’etá state facendo visita alle officine troppo spesso, o avete il cruscotto che sembra un albero di natale con le varie spie dei guasti accese, o anche se il finanziamento della macchina è prossimo alla scadenza vi sará venuto in mente che il momento possa essere propizio per cambiare auto.

    E se in passato l’idea  sarebbe stata corretta coi prezzi delle auto aumentate a dismisura il ragionamento potrebbe cambiare.

    Infatti basta consultare i listini e accorgerci che rispetto a un 5/7 anni fa la stessa macchina costa praticamente il doppio: se fino a pochi anni fa con 20.000 euro si portava a casa un suv o una berlina media di un certo prestigio nuova, oggi con la stessa cifra si fá fatica a comprare un’utilitaria come una Panda o una Clio.

    E ovviamente se aumenta il prezzo del nuovo di conseguenza anche i prezzi dell’usato si adeguano di conseguenza, con utilitarie di 10/12 anni vendute in salone a 8/10.000 euro, cifra con la quale sino a poco tempo fá si poteva portare a casa un usato fresco o un’aziendale con al massimo tre o quattro anni di vita.

    shaking hands over car

    Infatti tra normative antinquinamento, obblighi di adozione di sistemi di aiuto alla guida, omologazioni varie e multe per la cO2 al costruttore produrre la stessa auto costa molto di piú, inoltre il cercare di imporre per legge la mobilitá elettrica sta peggiorando le cose perché i maggiori investimenti richiesti vengono ribaltati sui listini non solo delle auto elettriche ma anche di quelle termiche.

    Inoltre per evitare penalizzazioni dovute alla scarsa vendita di elettriche, poco richieste dalle masse per via del prezzo e della minore versatilitá nell’utilizzo i costruttori stanno limitando la vendita di auto termiche, facendo sparire modelli particolarmente richiesti o aumentando i listini per disincentivare le vendite delle termiche in favore delle elettriche.

    E se si vendono meno termiche da nuove, aumenta la richiesta nel mercato dell’usato coi prezzi saliti ormai alle stelle.

    man fixing vehicle engine

    Questo significa che cambiare auto, sia sul nuovo che sull’usato diventa molto meno conveniente, ad esempio se si vuole ricontrattare un finanziamento ridando dentro la macchina attuale per una nuova della stessa categoria la rata aumenterebbe considerevolmente rendendo sicuramente piú conveniente riscattarla piuttosto che cambiarla, a meno di sceglierne una di categoria inferiore.

    Stessa cosa se si ha un leasing o un noleggio a lungo termine, con l’aggravante della modifica alla legge sul fringe benefit che rende conveniente allungare i contratti vecchi piuttosto che immatricolare un’auto nuova.

    Ma anche se voglessino cambiare auto per sfizio potremmo accorgerci che ci servirá un budget molto piú importante a parità di tipologia di automobile, e se le nostre entrate non sono aumentate almeno quanto gli aumenti dei listini saremo costretti a fare qualche rinuncia.

    Peggio ancora se dobbiamo cambiare auto per necessitá: se abbiamo una macchina con tanti anni e magari chilometri sulle spalle fino a qualche tempo fá probabilmente al primo guasto importante l’avremmo rottamata e sostituita con un nuovo grazie agli incentivi , ora probabilmente conviene investire qualche soldo e farla riparare: magari sino a qualche anno fá spendere 2 o 3 mila euro di riparazioni su una macchina di dieci anni sarebbe stata una scelta poco saggia, ma coi prezzi del nuovo, ma anche dell’usato, la cosa ha molto piú senso specie se si considera che conosciamo la nostra macchina piú di una sostituta presa usata e che con la cifra della riparazione non porteremo a casa neanche la piú squallida delle macchinette per neopatentati che prima venivano quasi regalate o cedute al solo costo del passaggio di proprietá per accedere agli incentivi per la rottamazione.

    E prenderla nuova significa fare sacrifici importanti, dato che gli stipendi sono praticamente fermi contrariamente ai listini delle auto, e anche accedendo a qualche agevolazione si porta a casa un auto infarcita di elettronica e con una qualitá tendenzialmente piú bassa rispetto alla media delle auto che circolavano anche solo una decina di anni fa con il rischio di trovarsi con un auto nuova poco affidabile, rischiando pure di avere problemi a reperire i ricambi se si é optato per qualche marchio esotico per risparmiare qualcosa sul prezzo di acquisto.

     Alla fine della fiera finché si puó é meglio tenersi stretta una macchina con qualche anno alle spalle, pagata coi listini vecchi, anche a costo di spendere qualcosa di piú in manutenzione.

  • Arriva il nuovo codice della strada

    Arriva il nuovo codice della strada

    Come avrete sicuramente sentito nei media è passata la riforma del codice della strada che introduce alcune novitá nell’uso dei nostri veicoli e che soprattutto inasprisce le sanzioni a violazioni molto comuni, consentendo a stato e enti pubblici di far cassa sui poveri cittadini che a causa di lievi mancanze possono trovarsi a pagare multe di centinaia di euro o a vedersi sospesa la patente.

    Nonostante sia stata presentata come favorevole all’automobilista, indorando la pillola con qualche regola per il posizionamento degli autovelox che dovrebbe eliminare qualcuno di quelli a tradimento o la cumulabilitá delle multe prese nell’arco di un’ora, si sono alzate le multe e soprattutto é ora prevista la sospensione della patente tra i 15 e i 30 giorni e una multa aggiuntiva di 220 euro per chi supera i limiti tra i 10 e i 40 km/h in cittá per almeno 2 volte l’anno.

    Ma non è la sola infrazione comune che puó costare cara all’automobilista, dato che é stata data una stretta alla guida in stato di ebbrezza, con multe che partono dai 573 ai 6000 euro, decurtazione di 10 punti, sospensione della patente tra i 3 e i 24 mesi e detenzione con tasso alcolemico superiore a 0.8 g/l. Inoltre per i recidivi è previsto il divieto assoluto di assunzione di alcolici alla guida con obbligo di alcolock, dispositivo che impedisce l’avvio dell’auto se si è bevuto alcolici, con ulteriori multe in caso venga disattesa questa disposizione.

    Altra infrazione comune che subisce una stangata é l’uso di cellulari o dispositivi elettronici alla guida con multa che ora passa da un minimo di 250 euro ai 1400 euro in caso di recidiva, a cui si aggiunge la sospensione della patente tra i 7 e i 15 giorni se si hanno meno di 20 punti sulla patente.

    Aumentano le multe anche per il divieto di sosta, soprattutto per chi parcheggia negli stalli per disabili senza averne diritto o nelle fermate dei mezzi pubblici con sanzioni che praticamente vengono raddoppiate, ad esempio posteggiare nello spazio disabili passa da 165 a 330 euro, sostare in una preferenziale o nella fermata dei bus passa da 87 a 165 euro.

    Anche la guida sotto stupefacenti diventa particolarmente sanzionata, dato che la sospensione verrá comminata giá dopo il primo test, quindi senza la conferma in ospedale, cosa che porta alla revoca della patente e al conseguente divieto di conseguirla per 3 anni.

    Novitá per i monopattini, che avranno l’obbligo di casco e assicurazione, non potranno piú circolare su piste ciclabili, aree pedonali, contromano o parcheggiare nei marciapiedi.

    Qualche novitá anche per le moto 125 che ora potranno circolare in autostrada, per l’introduzione della una safety car alla quale accodarsi in caso di incidenti o cantieri in autostrada e per i sorpassi ai ciclisti che dovranno essere fatti lasciando 1,5 metri di spazio.

    Cambiano le regole anche per i neopatentati, che se da una parte appena conseguita la patente potranno guidare auto un pó piú potenti (75 kW per tonnellata o 142 cv per le autovetture), dovranno sottostare alle limitazioni per 3 anni anziché 1.

    Si inaspriscono le pene per l’abbandono di animali in strada (multe tra i 1000 e i 10.000 euro e un anno di detenzione), sempre che l’abbandono non causi incidenti con morti o lesioni, dato che in quel caso scattano le pene per omicidio stradale.

    Insomma un pó di ulteriore burocrazia che si aggiunge, pene piú severe, introduzione di sospensioni della patente anche per infrazioni tutto sommato lievi, e soprattutto multe importanti per infrazioni comuni, dato che 330 euro per un divieto di sosta, 573 euro per aver bevuto una birra di troppo o 250 euro per aver dimenticato a casa il vivavoce si fanno sentire.

    Voi ne eravate a conoscenza? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti

  • E’ la fine delle auto in Europa

    E’ la fine delle auto in Europa

    Come avrete sentito dai giornali i tempi sono grami per i produttori automobilistici europei con Volkswagen che valuta la chiusura di 3 stabilimenti in Germania, la riduzione di stipendi e forza lavoro.

    Ma anche le altre case automobilistiche non se la passano meglio, con cali di produzione e tagli del personale previsto per molti e voci di fusioni tra marchi per cercare di ridurre le spese.

    Il motivo del problema è il combinato disposto dei turbamenti geopolitici in atto e delle politiche green particolarmente stringenti mosse piú per ideologia che non reale necessitá e che stanno producendo danni irreversibili a tutto il comparto automobilistico.

    Infatti il voler tagliare i ponti con la Russia, fornitore principale di energia a basso costo della Germania, ma anche di molti paesi europei unito alla scellerata idea di mettere fuori servizio le centrali nucleari tedesche ha reso il paese teutonico particolarmente fuori mercato nei settori manifatturieri esosi di energia come l’auto, ed essendo la Germania il traino dell’economia europea i suoi problemi contagiano le economie di tutti gli altri paesi della comunitá.

    A questo si aggiunge il diktat europeo che vuole bandire le auto a combustione, di cui l’europa era leader di mercato, impedendo l’immatricolazione dopo il 2035 per sostituirle con quelle elettriche , principalmente prodotte o fortemente dipendenti dalla componentistica cinese, regalandogli di fatto un comparto trainante per la nostra economia, quello automotive che comprende oltre alla produzione di auto, anche l’ingegneria , la produzione di componentistica, i servizi per la logistica,  la vendita e la manutenzione.

    Il problema è che le automobili elettriche sono perlopiù sgradite agli acquirenti, vuoi per il costo piú alto rispetto alle termiche, vuoi per la mancanza di colonnine di ricarica, vuoi per i costi per il rifornimento o per le tempistiche necessarie alla ricarica che ne fanno un prodotto che complica la vita degli utenti anziché facilitarla, col risultato che se ne vendono ben poche, molte meno di quelle che le case automobilistiche europee speravano di piazzare.

    E a poco sono servite mosse assurde come il tassare eccessivamente le auto piú inquinanti o addirittura diminuire la produzione di auto termiche, come dichiarato da poco da Stellantis probabilmente per drogare le statistiche,  per cercare di forzare la mano agli acquirenti: l’utente medio non vuole le macchine elettriche, e se proprio è costretto compra quelle cinesi che costano meno o al limite quelle ibride.

    Il risultato inevitabile è la crisi del mercato, e l’ultima genialata è l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi, inguaiando i produttori europei che per i dazi di ritorsione non riusciranno a vendere le loro auto nel mercato cinese, molto piú importante di quello europeo e che ha spinto, sempre per ritorsione, a bloccare gli investimenti sul territorio europeo delle aziende cinesi interessate a produrre in europa uccidendo la speranza di salvare le fabbriche esistenti e gli operai dalla chiusura vendendo gli stabilimenti ai produttori della grande muraglia.

    Alla fine rimarremo senza auto e senza industria, probabilmente mantenendo una piccola produzione di nicchia ad alto costo e importando il resto a prezzi maggiorati dalla Cina.

    In pratica un’operazione suicida dettata dalla volontà di assecondare ingerenze straniere o utopistiche visioni del mondo che nessun altro rispetta ponendoci da soli in una condizione di mercato più che sfavorevole.

    Voi cosa ne pensate? Avremo ancora produttori europei o il mercato si ridimensionerá fino a scomparire?

  • Auto usate: come evitare le truffe

    Auto usate: come evitare le truffe

    Ciao amici del risparmio, se abbiamo in mente di acquistare un’auto usata sappiamo che la fregatura puó essere sempre dietro l’angolo, specie se abbiamo adocchiato online una macchina venduta lontano da casa da un venditore a noi sconosciuto.

    Sicuramente esistono dei campanelli di allarme per fiutare eventuali fregature e pure qualche strumento utile per aiutarci, così come dei trucchi del mestiere dei venditori per nascondere le magagne.

    Diciamo che le problematiche che possiamo incontrare piú spesso sono le truffe dove il venditore punta alla vostra caparra cercando di vendervi una macchina inesistente oppure le macchine schilometrate o ringiovanite ad arte per farvi acquistare a prezzo maggiorato una macchina difficilmente vendibile.

    Il primo caso é quello peggiore in cui possiate incappare perché rischiate di sborsare una cifra considerevole e rimanere con un pugno di mosche in mano, anziché con la fiammante autovettura venduta a un prezzo d’occasione.

    La trappola generalmente é servita da piccoli rivenditori con un interessante parco macchine vendute a condizioni particolarmente favorevoli rispetto al prezzo di mercato, magari giustificato da una promozione per l’apertura del nuovo punto vendita: il problema é che quelle macchine che avete visto e provato nel salone non sono di proprietá del rivenditore e una volta versata la caparra per l’acquisto, magari pure saldate, non vi verranno mai consegnate : in un primo periodo si inventeranno delle scuse per giustificare il ritardo, poi il responsabile si fará negare, e quando sará piú possibile prendere tempo il salone scomparirá dal giorno alla notte, lasciando i malcapitati clienti sia senza auto che senza soldi, dato che le stesse macchine saranno verosimilmente state vendute a piú persone. Il problema diventerá poi recuperare il maltolto, dato che probabilmente il salone sará intestato ad una testa di legno nullatenente, quindi anche andando in causa sará difficile recuperare i soldi versati.

    E se magari avete venduto la vecchia macchina per poter pagare la caparra di quella nuova vi troverete senza auto e senza soldi.

    Quindi prezzi particolarmente sotto mercato, aziende o sedi nuove e pochi feedback sul venditore sono sicuramente dei campanelli di allarme: soprattutto in un periodo dove la richiesta di auto usate non manca vedersi proporre una macchina di lusso, con pochi chilometri a diverse migliaia di euro in meno dal prezzo medio di mercato è quantomeno sospetto, anche perché non si tratta di un privato che potrebbe avere fretta di vendere e quindi accontentarsi di una cifra piú bassa, ma di un operatore professionale che in teoria non ha bisogno di queste azioni per riuscire a fare una vendita.

    Altra fregatura in cui si puó incappare é trovarsi a comprare una macchina sensibilmente differente da come ci é stata presentata, e magari accorgersi del problema dopo il passaggio di proprietá, in questo caso il rischio sará quello di aver strapagato la macchina e magari di dover sostenere delle spese di manutenzione impreviste, ma almeno non saremo a piedi.

    E le magagne che si possono celare sono incidenti anche gravi occorsi alla vettura, magari riparati in economia e non a regola d’arte che potrebbero incidere sulla sicurezza o sull’affidabilitá della vettura oppure il piú classico schilometraggio, dove il venditore con qualche trucco del mestiere ringiovanisce la vettura e facendo segnare al tachimetro molti chilometri in piú di quelli effettivamente percorsi trasforma agli occhi dell’acquirente una macchina che sarebbe stata poco appetibile perché a fine vita in una ghiotta occasione, ma che probabilmente riserverá noie meccaniche a causa dell’usura.

    C’è da dire che vendere una macchina schilometrata non è illegale se viene specificato in fase di trattativa che i chilometri indicati differiscono da quelli reali, ma il venditore furbetto giocando con le parole e con le scartoffie che vi fará firmare alla consegna puó far risultare di avervi avvertiti della difformitá per evitare di dovervi risarcire.

    Così come non è detto che una macchina con tanti chilometri si possa rompere piú facilmente di una piú fresca, a volte anche la manutenzione ricevuta e l’utilizzo fanno la differenza, e per quello anche una macchina con centinaia di migliaia di chilometri puó sembrare piú giovane di una con qualche decina ma trattata male.

    man fixing vehicle engine

    Ma come accorgersi della cosa? Sicuramente un’esame visivo accurato ci permette di notare dell’usura poco compatibile coi chilometri dichiarati così come un esame delle parti piú nascoste o il controllo dello spessore della verniciatura con uno spessimetro puó rivelare una riparazione di carrozzeria, ma anche ad un occhio esperto alcuni particolari possono sfuggire o essere volutamente camuffati, magari sostituendo volante, pomello del cambio e pedali con altri meno usurati o facendo delle piccole modifiche che possono nascondere delle magagne piú grosse.

    Un sistema invece piú utile è quello di fare dei report sulla macchina in base alla targa o al numero di telaio, in modo da scovare incongruenze che possono nel caso farci desistere dall’acquisto in caso di dubbi.

    Se un primo controllo si puó fare gratuitamente verificando tramite il numero di targa il chilometraggio dichiarato nelle revisioni, questo non ci mette al sicuro da schilometrate avvenute poco prima della revisione, da problemi amministrativi o di incappare in un auto che ha avuto incidenti di grossa enitá.

    black honda hatchback on the road

    Interrogando, purtroppo a pagamento,  degli appositi archivi specializzati come Carfax o Carvertical che tengono traccia delle manutenzioni, riparazioni, furti, operazioni amministrative possiamo scovare facilmente incongruenze ed eventualmente indagare piú a fondo se siamo seriamente intenzionati ad acquistare la macchina.

    E con una spesa , mediamente di una trentina di euro, che possono ridursi sensibilmente acquistando dei pacchetti di visure, si puó evitare di buttare migliaia di euro in un acquisto sbagliato, o comunque di avere un appiglio per contrattare il prezzo.

    Si ottiene un report dettagliato dove variazioni del chilometraggio, problemi amministrativi, assicurativi e riparazioni di carrozzeria saltano velocemente all’occhio.

    a black jeep gladiator

    Cé da considerare peró che se la riparazione é stata fatta in maniera non tracciata, magari fuori dalla rete di assistenza ufficiale o da riparatori in nero, difficilmente possono emergere nei report delle anomalie, quindi per quanto accurati ci possono venire in aiuto su macchine aziendali, o ex noleggio, mentre se la macchina é sempre appartenuta a privati la magagna potrebbe non emergere.

    Ad ogni modo sono uno strumento utile, specie se stiamo trattando a distanza in quanto con il solo numero di telaio ci si fa una prima idea e magari ci evita di fare un viaggio di centinaia di chilometri per andare a vedere la macchina.

    Voi lo sapevate? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti

    shaking hands over car
  • Dazi alle cinesi, addio alle auto elettriche?

    Dazi alle cinesi, addio alle auto elettriche?

    Una novità colpisce le automobili elettriche prodotte in Cina, visto che a partire da Luglio vengono applicati dei dazi aggiuntivi , che variano , a seconda del produttore, dal 19 al 38% che si sommano al 10% previsto per le auto cinesi di qualsiasi motorizzazione.

    Questo dazio monstre nasce con la scusa di compensare ipotetici aiuti di stato concessi ai produttori cinesi dallo stato, e questo spiega la differenza di trattamento tra case come BYD o Tesla a cui viene applicata la tassa minima e MG, Maxus e gli altri prodotti del gruppo SAIC a cui viene applicato il massimo, con una pletora di costruttori a cui viene applicata una via di mezzo.

    electric cars charging on stations

    In realtá si tratta di una guerra commerciale contro la Cina, dato che anche i produttori europei godono di imponenti aiuti di stato per la produzione di macchine pulite, ma soprattutto si tratta di un’operazione contraria al principio di libero scambio delle merci, che porterá delle contromisure come ritorsione, e considerando la dipendenza delle case europee dalla Cina, sia per la vendita di auto di lusso europee che per l’importazione di componentistica, questo porterá grossi problemi alle case europee, e a seconda delle decisioni  che verranno prese potrebbe estendersi ad altri settori, come ai prodotti alimentari europei venduti massicciamente in Cina e che potrebbero essere colpiti di dazi della stessa portata.

    Inoltre non va dimenticato che gran parte delle auto elettriche in vendita in Europa, anche se hanno sul cofano importanti marchi tedeschi, spagnoli , svedesi, francesi, americani, italiani o inglesi sono importati direttamente dalla Cina.

    In qualche caso in Europa viene fatto solo l’assemblaggio finale con componentistica completamente di provenienza asiatica, o un adattamento di un prodotto sostanzialmente made in China, ma anche quelle dove almeno una parte della produzione è locale montano quasi tutte esclusivamente batterie e motori di origine orientale.

    Ovviamente questi dazi non fermeranno i produttori cinesi , dato che quelli piú grossi si stanno attrezzando per assemblare in Europa i loro prodotti con l’apertura di stabilimenti o con la collaborazione con aziende europee, mentre quelli piú di nicchia valuteranno l’abbandono del mercato europeo.

    Ad ogni modo sia che le auto elettriche vengano costruite in Cina o magari assemblate in Europa, con costi di produzione sicuramente piú alti di quelli cinesi, il rincaro dovuto ai dazi verrá ribaltato sui prezzi pagati dall’utente finale, e se parte degli aumenti potranno in una prima fase di assestamento essere assorbiti dai produttori con i dazi piú bassi, certo non potrá farlo chi si trova a pagare il 48% di tasse di importazione.

    Questo sta portando e porterá a tendere ad aumentare considerevolmente i listini delle auto elettriche, che giá erano poco apprezzate dai consumatori a causa delle problematiche e dei compromessi necessari al loro utilizzo rispetto alle loro controparte termica e con gli aumenti di prezzo le renderá poco appetibili alla maggior parte della popolazione.

    Se poi si considera che dopo le elezioni europee il peso dei partiti ambientalisti si è ridotto, questo potrebbe essere il colpo di grazia alla mobilitá elettrica o comunque alla sua imposizione sulla totalitá delle nuove immatricolazioni previsto per il 2035, che diventa ancora piú irrealizzabile se l’automobilista comune non potrá piú permettersi di acquistare un auto elettrica a causa del prezzo d’acquisto folle.

    Tutto dipenderá dalla lungimiranza dei politici europei, ma c’è da dire che queste azioni non  lasciano presagire nulla di buono per le tasche dei consumatori.

  • Addio alla mobilitá privata

    Addio alla mobilitá privata

    Per gli automobilisti le brutte sorprese aumentano giorno dopo giorno, le ultime notizie riportano l’istituzione di zone 30 in gran parte del tessuto urbano di alcune cittá italiane, arrivando in alcuni casi a inventarsi il limite di 10 km orari, in deroga alla velocità massima di 50 kmh previste dal codice della strada nei centri urbani.

    E se quel limite di 50 è stato inserito nel codice c’é un motivo: é la velocitá ideale da tenere in cittá per un motore a benzina che a quell’andamento produce il minore inquinamento come risulta dagli studi del CNR, velocitá ideale che diventa 70 km orari per i diesel.

    Questo perché , oltre ad un discorso di efficienza dei motori, banalmente andare piú piano crea ingorghi e mantiene piú a lungo in strada un’automobile, che altrimenti sarebbe ferma nel parcheggio di destinazione.

    several cars on road

    Stavolta quindi non ci si puó appellare alla solita scusa dell’inquinamento per giustificare l’ennesima vessazione nei confronti degli automobilisti.

    Infatti in questo caso la giustificazione sarebbe l’impatto coi pedoni, ma alla fine la differenza a quelle velocità è minima, mentre i disagi per il traffico delle città sono enormi. Paradossalmente se si volessero ridurre gli incidenti basterebbe vietare completamente la circolazione, ma a quel punto la gente come si sposterebbe per andare a lavoro o a fare la spesa?

    Ma questa è solo l’ultima trovata, di una volontá politica di cercare di vietare le automobili , specie in cittá, minando la mobilitá personale.
    Quello che però non capisce chi persegue queste politiche è che vessare gli automobilisti per costringere a liberarsi dell’automobile per disperazione non risolve il problema.

    Certo tra piste ciclabili che prendono posto dei parcheggi, riduzione delle carreggiate, limiti di velocitá assurdi, divieto di ingresso a determinate categorie di veicoli, ingresso nei centri urbani a pagamento, tasse ambientali e regole di immatricolazione che costringono le case ad aumentare i listini per adeguarsi a normative sempre piú stringenti, imposizione forzata delle auto elettriche nonostante costi, caratteristiche e benefici ne sconsiglino l’adozione alla maggior parte degli automobilisti fanno pensare che si stia cercando di minare la mobilitá privata.

    Ma se chi vive nei centri urbani potrebbe anche alla fine cedere al ricatto, andando a piedi , in bici o con i mezzi o peggio ancora essere costretto a noleggiare un’auto anziché acquistarla , dando lauti guadagni a chi fornisce il servizio di noleggio e soprattutto dando la possibilitá di negare il servizio a chi non dovesse, per qualche motivo, aggradare al fornitore.

    Ma chi non si puó permettere di vivere nel centro di una cittá, abitando nelle periferie o nell’hinterland cittadino, che magari si fa un’ora di macchina dal paesino ogni giorno per raggiungere l’ufficio in città non puó fare a meno del mezzo proprio, a meno che non lo si voglia costringere a raggiungere l’ufficio anziché in un ora , in due o tre per attendere le coincidenze dei mezzi o attendere un mezzo che passa solo in orari poco compatibili con le esigenze lavorative.

    cars on road

    Si vuole costringere chi non si puó permettere un affitto in centro a perdere le ore del proprio tempo libero per fare contento qualche pseudo ambientalista che si puó permettere di vivere nei centri storici, sacrificando le risorse o il tempo della gente comune?

    Purtroppo inseguire queste politiche, con le solite scuse, porta solo ad una lotta di classe, che forse è quello che certa politica vuole , dato che insegue delle politiche suicide che stanno man mano ammazzando il mercato dell’auto con perdita di migliaia di posti di lavoro, col paradosso di regalare un mercato in cui l’europa era leader ai cinesi ai quali in teoria si vorrebbe fare una guerra commerciale.

    E purtroppo ogni anno é sempre peggio, con qualche regola in piú a minare la mobilitá privata, con l’ulteriore paradosso che anche grazie agli aumenti dei prezzi delle auto scatuirite da queste politiche ci si rifugi nel mercato dell’usato tenendo in circolazione auto piú inquinanti, con buona pace di chi vorrebbe solo mezzi elettrici, che tralaltro non risolvono i problemi dell’inquinamento delle nostre cittá.

    Anche voi avvertite questa avversione nei confronti della mobilitá individuale che con il principio della rana bollita di Chomsky sta minando un pezzetto alla volta le vostre libertá di movimento? Oppure ritenete corretto limitare le automobili nelle cittá , ritenendole la causa di ogni problema delle aree metropolitane? Cosa ne pensate?

  • Anche le auto ferme devono pagare l’assicurazione

    Anche le auto ferme devono pagare l’assicurazione

    Chi ha piú di un veicolo, come una moto o un’automobile che affianca a quella usata tutti i giorni, ad esempio una macchina d’epoca, una moto o una macchina sportiva, come la classica decapottabile che usa saltuariamente, sa di dover sostenere delle spese indipendentemente dal fatto che venga usata o meno. 

    Ad esempio il bollo é dovuto anche se la macchina o la moto non circolano, dato che si tratta di una tassa di possesso, a meno che non si tratti di un veicolo con piú di 30 anni, mentre sino a poco tempo fá l’assicurazione non era dovuta se il veicolo non circolava su strada.

    red and white vintage car parked in front of blue and white food stall

    Infatti a meno che non la si parcheggiasse per strada dove in linea teorica potrebbe causare dei danni anche se non circola effettivamente, se la si teneva ferma in garage o in un area privata o se la si usava solo dentro una proprietá privata , ad esempio solo in pista, senza uscire nella strada pubblica non si era tenuti a pagare l’assicurazione.

    Purtoppo peró le cose sono cambiate recentemente in seguito al recepimento di una direttiva europea che impone che qualsiasi mezzo debba essere assicurato anche se non circola per strada, con poche deroghe a questo obbligo, cosa che potrebbe pesare particolarmente per le tasche di collezionisti di vecchi rottami, che probabilmente valgono meno del premio annuale richiesto dalle assicurazioni.

    woman in yellow shirt driving a silver car

    Infatti a meno che il veicolo non sia stato radiato, sottoposto a fermo amministrativo o non idoneo alla circolazione in quanto mancante di parti importanti come ad esempio il motore,  dovrà pagare comunque l’assicurazione.

    Una parziale scappatoia é data dalla sospensione dell’assicurazione, che ora viene normata e che comunque deve essere mantenuta attiva per almeno 2 mesi l’anno, o un mese per i veicoli storici, e che ora prevede una multa maggiorata per chi circolasse su strada con assicurazione sospesa.

    Si tratta di uno strumento conosciuto da chi usa saltuariamente il mezzo, che usandolo solo qualche mese all’anno per risparmiare ha la possibilitá di sospendere la polizza per riattivarla nei mesi di interesse, allungando la validitá della propria polizza : se ad esempio usiamo la macchina solo d’estate per 3 mesi , la nostra polizza annuale potrebbe avere la sua durata diluita a quasi 4 anni.

    white and black bobber bike

    Non tutte le assicurazioni permettono questa possibilitá, certe limitano il numero o il periodo di sospensione ed alcune richiedono un costo amministrativo quando si blocca o si riattiva la polizza, ma comunque sempre molto meno che dover pagare per intero l’assicurazione si una vettura che sta per mesi ferma.

    L’alternativa possono essere le assicurazioni a consumo, di cui vi parlavamo in un articolo precedente, dove si paga il premio in base ai chilometri percorsi, anche se comunque viene addebitato un chilometraggio minimo che potrebbe renderle non convenienti nei confronti di qualche agevolazione assicurativa dedicata a veicoli storici o membri di club , federazioni o scuderie motoristiche riservate agli associati.

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    Quindi il tenere in garage dei mezzi vecchi, usati poco per via dell’etá o della necessitá di manutenzione, magari appartenuti ad un parente o di scarso valore potrebbe costarci molto salato, in aggiunta all’eventuale affitto degli spazi e della regolare manutenzione che comunque deve essere fatta per mantenere il mezzo in efficienza.

    Ovviamente questo porterá molti collezionisti a liberarsi dei mezzi meno utilizzati con un deprezzamento del valore dei mezzi in virtú della maggiore offerta sul mercato, cosa che potrebbe avvantaggiare chi deve comprare, ma che creerá dei danni a chi deve o aveva in mente di vendere.

    yellow vespa parked in park

    Tralaltro questa normativa si estende anche a delle tipologie di veicolo che prima non erano interessate dalle assicurazioni, come i rimorchi o i mezzi di locomozione elettrici come monopattini, segway e simili che vengono assimilati ai fini assicurativi a quanto in vigore per automobili e motocicli.

    Purtoppo si tratta dell’ennesimo colpo nei confronti della mobilitá personale, e tra normative ambientali , costi di acquisto e mantenimento dei veicoli saliti alle stelle, spese di  parcheggio e ingresso nei centri cittadini, nuovi e sempre piú stringenti obblighi di legge diventa sempre piú complesso potersi muovere con un proprio mezzo proprio in autonomia, senza doverlo noleggiare o utilizzare un mezzo pubblico con orari e costi non sempre convenienti per le proprie necessitá.

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    Voi ne eravate al corrente? Vi disferete di qualche mezzo o pagherete comunque l’assicurazione per un mezzo fermo? Avete qualcosa da aggiungere, qualche dubbio, domanda o curiositá? Scrivetelo nei commenti!

  • Sono i ricambi il problema delle auto cinesi?

    Sono i ricambi il problema delle auto cinesi?

    Se avete avuto l’idea o la necessitá di cambiare auto ve ne sarete accorti: le auto rispetto solo a pochi anni fá costano decisamente di piú, e se prima del covid con 20.000 euro vi portavate a casa un macchinone, ora con la stessa cifra fate difficoltá ad acquistare un’utilitaria.

    Questo perché le normative sull’inquinamento hanno di fatto creato una tassa occulta su ogni auto venduta con il risultato che la stessa auto costi alcune migliaia di euro in piú, che se possono essere piú facilmente spalmabili in auto dal costo importante, su una macchina economica, dove i guadagni per le case sono sempre stati esigui significa arrivare alla decisione , giá presa da molte case, di non vendere piú automobili piccole perché non convenienti: se il consumatore, deve spendere 30.000 euro per un’utilitaria per la stessa cifra preferirá una macchina piú grande, che paradossalmente consuma ed inquina di piú.

    E entrando in una concessionaria di marchi storicamente alla portata di tutti vedere esposte quasi tutte le auto a prezzi superiori ai 40-50.000 euro ci lascerá quantomeno esterefatti facendoci pensare a delle alternative.

    E visto che di macchine piú piccole ormai praticamente non se ne trovano, almeno a prezzi umani, le alternative sono due: o si punta su marchi super economici o sull’usato.

    Ma anche i prezzi dell’usato sono aumentati parecchio, rendendo la scelta meno conveniente, in quanto risentono degli aumenti dei prezzi di listino del nuovo e delle difficoltà di consegna di molte auto, con tempi di attesa estenuanti che solo recentemente stanno iniziando a tornare alla normalità.

    Pertanto pensare a quei marchi sconosciuti, spesso di origine cinese, che fanno capolino nelle pubblicitá, venduti a prezzo di affare, dove a meno del prezzo di un’utilitaria si porta a casa un suv moderno con tutte le tecnologie che vanno di moda sicuramente diventano un’opzione da considerare. Ma è tutto oro quello che luccica?

    Beh c’è da dire che già solo rispetto a qualche anno fa queste auto sono migliorate sia nella qualità che nelle prestazioni, e seppur vero che in qualche caso bisogna fare qualche rinuncia, il risparmio rispetto ad un’automobile europea fa passare in secondo piano qualche piccola mancanza. 

    Spesso poi anche la garanzia che viene offerta da questi marchi è superiore a quella di case piú blasonate, indice che cura costruttiva e qualità sono quantomeno adeguate, altrimenti andrebbero in perdita riparando in garanzia le automobili.

    Quello dove peccano peró questi modelli sono nella reperibilitá dei ricambi, esistono casi di auto ferme anche un anno e mezzo in attesa dei pezzi di ricambio, e questo significa nel migliore dei casi andare in giro con una macchina non perfetta in attesa della risoluzione del problema, o altrimenti avere la macchina ferma in officina con seri problemi per la nostra mobilitá.

    Il problema è più evidente con quelle auto importate da un distributore europeo che rimarchia col proprio nome auto di origine cinese: approviggionandosi da diversi produttori e avendo tanti modelli a listino è difficile tenere un magazzino ricambi fornito di tutti i pezzi per tutte le auto trattate e se per sfortuna a noi serve un pezzo non disponibile nel magazzino europeo, ordinarlo dal paese di origine richiede mesi. 

    Se si è fortunati si puó tentare di trovare il pezzo da un’altra casa perché condiviso con altre auto o perché banalmente un altro distributore rimarchia con il proprio nome la stessa auto cinese, ma se si tratta di un pezzo modificato appositamente per il distributore o per il mercato europeo non potremmo neanche tentare di acquistarlo direttamente dalla Cina, e quindi dover attendere necessariamente i tempi dell’importatore ufficiale.

    Inoltre c’è da considerare che in Cina i marchi di automobili sono oltre 300, e che i distributori europei che trattano auto cinesi sono tantissimi e molti vista la richiesta tanti si stanno affacciando a questo mercato: ció significa che dopo un primo boom iniziale tanti scompariranno o si fonderanno tra di loro e se abbiamo la sfortuna di aver acquistato la macchina di un brand destinato a morire,  reperire i ricambi, soprattutto dopo alcuni anni dall’acquisto,  potrebbe diventare impossibile, con il paradosso di dover rottamare un’auto potenzialmente ancora valida perché non si trova un pezzo di ricambio da pochi euro.

    Questo non significa evitare di acquistare auto cinesi, dato che generalmente sono comunque buoni prodotti e proposti a prezzi piú che interessanti, ma di informarsi sulle case produttrici e scegliere magari prodotti di quelle piú solide e importanti e che magari abbiano un’importazione diretta e non passino da un piccolo distributore che potrebbe fallire da un momento all’altro se sbaglia il modello da importare.

    Succede come il mercato dell’elettronica dove i supermercati sono pieni di televisori o piccoli elettrodomestici venduti a basso prezzo con marchi di fantasia o con nomi storici riesumati da un distributore locale che fa marchiare prodotti economici di origine orientale, finché siete nel periodo di garanzia in caso di problemi ve lo sostituiscono con uno nuovo, ma dopo trovare anche un semplice ricambio diventa un’impresa tanto che spesso in caso di problemi fuori garanzia finiscono rottamati, ma se la cosa puó essere tollerata con prodotti del valore di qualche decina di euro, la cosa non ha senso per le automobili che per quanto siano economiche costano svariate migliaia di euro.

    Pertanto va fatta attenzione nell’acquisto , informandosi bene sulla reperibilitá dei ricambi ed eventualmente sulla compatibilitá con modelli di altre case per evitare problemi o grosse attese magari anche per un piccolo problema di routine, ad esempio in seguito a un piccolo incidente stradale, che vi puó costringere a stare senza macchina per diversi mesi.

    Voi avete valutato l’acquisto di queste macchine? Ne avete una, o preferite comunque altre soluzioni? Avete domande, curiositá o qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.