Una brutta notizia per chi acquista spesso nelle piattaforme online a basso costo come Shein, Temu o Aliexpress, dato che sono allo studio da parte del commissario europeo al commercio delle nuove regole per affossare queste piattaforme, in modo da favorire in maniera sleale quelle europee.
Infatti nonostante queste piattaforme siano giá state colpite recentemente dall’obbligo di riscossione dell’IVA alla fonte per gli acquisti inferiori ai 150 euro, con i costi delle operazioni doganali a carico della nazione mittente e degli introiti sicuri per le casse europee dato che l’IVA non puó piú essere elusa come in passato, la cosa non basta all’Europa.
Infatti é stata proposta una tassa ulteriore di 2 euro per ogni pacchetto di valore inferiore ai 150 euro destinato all’utente finale e di 0.50 euro se spedito dal paese extra UE a un magazzino europeo, rendendo poco competitivi gli acquisti low cost fatti da questo genere di piattaforme, visto che i prezzi al consumatore possono anche raddoppiare, nella speranza che vengano comprati da siti europei.
E le giustificazioni sono le piú false: dalla concorrenza sleale degli store cinesi, che si vuole combattere facendo a loro volta concorrenza sleale, o per rispondere ai dazi americani che sono stati comminati proprio per queste norme che subdolamente limitano i prodotti e i servizi extra UE, o alle maggiori spese doganali che in realtá non esistono perché lo sdoganamento viene effettuato nel paese del mittente.
In pratica è un modo per favorire le meno efficienti imprese europee a scapito non solo di quelle cinesi ma del consumatore che si troverá a pagare di piú gli stessi prodotti, che venduti da uno store europeo o cinese , magari con un marchio differente, sono sempre prodotti in Cina, quindi al limite la cosa va a vantaggio solo degli importatori.
E in secondo luogo è una nuova tassa che potrà essere utile a comprare nuove armi per il piano di riarmo europeo, per difendersi da delle guerre che nascono proprio con queste mosse commerciali che alla lunga creano dei nemici sul campo.
E che non si dica che serve per evitare l’acquisto di prodotti spazzatura, salvare l’ambiente o evitare la contraffazione, dato che gli stessi prodotti , anche se venduti da uno shop o con un nome differente o a un prezzo piú alto continueranno a circolare, intaccando il potere d’acquisto dei cittadini europei che giá soffre molte scelte scellerate europee specie in tema energetico o ambientale.
Voi cosa ne pensate? Acquistate spesso in queste piattaforme low cost? Smetterete di farlo in caso passasse questa nuova legge?
Purtroppo la guerra commerciale decisa dagli Stati Uniti prevede l’utilizzo di dazi commerciali importanti per ristabilire la bilancia commerciale americana fortemente sbilanciata sulle importazioni.
E per farlo il presidente Trump ha pensato di utilizzare massivamente l’uso dei dazi, in parte come strumento negoziale per ottenere benefici commerciali e in parte per limitare l’importazione di prodotti a basso costo da determinati paesi, come la Cina, rivali commerciali.
E a pagare il conto saranno i consumatori, visto che il dazio null’altro è che una tassa aggiuntiva sulle importazioni di determinati beni da determinati paesi per rendere meno appetibile il prodotto estero visto che viene gravato da una tassa , nei confronti del prodotto autoctono.
Il problema peró é che in un mondo ormai globalizzato non é detto che l’America riesca a produrre in casa tutto ciò che ha bisogno, e anche se ci riuscisse probabilmente lo farebbe con materiali o semilavorati provenienti dall’estero sui quali pagherebbe comunque dazio.
E in piú i paesi colpiti dai dazi generalmente applicano dei contro dazi come ritorsione, facendo aumentare i prezzi dei prodotti americani fuori dall’America, cosa che finirà per colpire anche le nostre tasche.
E se con un gioco di rinvii e di minacce sono stati messi parzialmente in stand-by, specie per determinati prodotti e paesi, sicuramente fa paura l’atteggiamento verso la Cina, anche qualora l’Europa finisse per trovare un accordo con gli Stati Uniti. Infatti le tariffe previste sui prodotti cinesi impattano anche 3 volte il valore del bene rendendolo fuori mercato, anche in virtù della risposta a muso duro della Cina, forte della sua posizione dominante nella manifattura e nella fornitura di materie prime, di cui l’America é dipendente.
E gli States vogliono usare i dazi alla Cina come merce di scambio con i paesi che vogliono essere esentati da quelli statunitensi: in pratica se vuoi vendere i tuoi prodotti in America non puoi fare affari con la Cina.
Ma fare affari con la Cina, per molti stati potrebbe essere comunque piú conveniente che farli con gli Stati Uniti se si è costretti a scegliere una delle due fazioni e soprattutto potrebbe non essere una scelta saggia avere la Cina come nemico perché potrebbe comunque inondare il mercato di prodotti a basso costo nonostante i dazi, rendendo comunque poco competitive le produzioni locali.
Alla fine il voler rompere l’equilibrio della globalizzazione potrebbe portare grossi problemi commerciali, e si sa che i problemi commerciali sono le vere cause delle guerre, specie con una situazione giá fumantina tra Ucraina, Medio Oriente e Taiwan.
Il rischio è che la guerra commerciale si trasformi in fisica con la discesa diretta dei soldati americani, cosa che potrebbe facilmente sfociare nella terza guerra mondiale.
Il problema è che la forza militare americana non é piú quella macchina da guerra presente negli immaginari collettivi, visto che la tecnologia militare russa unita alla forza produttiva e alle materie prime cinesi è in grado di mettere in campo un quantitativo di armi superiore ad una frazione del prezzo, e che soprattutto l’America è ormai costretta ad utilizzare semilavorati e materie prime di origine cinese nelle sue armi, che in caso di disaccordi smetterebbero di essere fornite.
Il rischio quindi per l’America é di fare la mossa sbagliata e di perdere non solo la faccia, ma anche la guerra e quindi il ruolo di prima potenza mondiale che gli ha consentito di usare il dollaro come moneta di scambio globale capace di influenzare l’economia mondiale e di ottenere finanziamenti a basso prezzo.
Sicuramente Trump è un buon giocatore di poker ed è probabile che dietro tutte queste mosse ci possa essere un bluff, ma il rischio che le cose possano andare storte, specialmente mettendosi contro un avversario che ragiona in maniera differente dal tuo modo di pensare, potrebbe essere parecchio pericoloso.
Ed è ancora piú pericoloso per quei paesi , come quelli europei, che dipendono da entrambe le parti in causa, visto che qualunque sia l’esito di una possibile guerra avrebbero comunque da perderci.
Voi cosa ne pensate? Trump tornerá sui suoi passi o si rischia di tornare alla guerra fredda?
Chi ha necessità di cambiare auto se ne è accorto facendo qualche giro per siti, concessionari e rivenditori di auto: i prezzi delle autovetture sono aumentati considerevolmente, rendendo problematico l’acquisto anche di una modesta utilitaria.
Infatti negli ultimi 5/7 anni i prezzi delle vetture, vuoi per crisi varie, vuoi per le nuove normative per sicurezza e inquinamento, vuoi per nuovi dazi e tasse, vuoi per certe dotazioni divenute obbligatorie , vuoi spingere l’acquisto delle auto elettriche sono pressoché raddoppiati, e la piccola utilitaria che mediamente costava intorno ai 10-12.000 euro ora ne costa almeno 20.000 che aumentano anche considerevolmente se si scelgono versioni con qualche optional non compreso nella base.
E lo stesso vale per vetture di categorie superiore dove la classica berlina media o il piccolo suv che si portava a casa tranquillamente per meno di 20.000 euro si fa fatica a pagarlo meno di 35.000, per non parlare di mezzi piú grandi o lussuosi dove ormai facilmente si arriva a prezzi a 6 cifre.
E ovviamente se il prezzo del nuovo sale anche quello dell’usato si comporta di conseguenza, con vetture che avremmo definito rottami invendibili, con parecchi anni o chilometri sulle spalle venduti al prezzo delle vetture aziendali o seminuove di qualche anno fa, e con usati decenti che rischiano di essere venduti a piú di quanto li aveva acquistati il precedente proprietario.
E basta vedere gli annunci delle vetture usate per renderci conto che probabilmente non vale neanche la pena imbarcarsi nell’acquisto di una macchina vetusta solo per poter rientrare nel budget, col rischio di dover spendere cifre importanti dal meccanico dopo qualche tempo.
La soluzione potrebbe essere turarsi il naso e aprire il portafoglio per acquistare una vettura nuova, magari di classe inferiore per spendere meno, ma anche lì le cose non sono tutte rose e fiori soprattutto se si cerca di risparmiare qualcosa.
Infatti coi prezzi alle stelle si deve necessariamente trovare qualche modo per risparmiare: ad esempio rinunciare a qualche optional, scendere di categoria o comprare un prodotto di un marchio meno costoso, come alcuni marchi low cost o di origine cinese.
Oppure ancora rincorrere le promozioni, girando per concessionari alla ricerca del prezzo migliore, ma anche qui quelle poche disponibili hanno ormai delle condizioni capestro, dato che sono vincolate sempre a finanziamenti obbligatori dai tassi di interesse particolarmente esosi e spesso alla rottamazione o alla permuta di una macchina usata.
E pure il finanziamento obbligatorio necessario per accedere allo sconto che porta il prezzo di listino a valori piú accettabili, generalmente non è un normale finanziamento con un anticipo e un certo numero di rate, dopo il quale si diventa proprietari dell’auto, ma delle formule a valore futuro garantito, dove si versa un anticipo piú o meno sostanzioso, magari dando in permuta la propria automobile, delle piccole rate per qualche anno terminate le quali si puó decidere se pagare una maxi rata per estinguere il debito o rendere la macchina, magari per sostituirla con una nuova attivando un nuovo finanziamento.
Ovviamente renderla significa aver buttato i propri soldi, dato che usare per 2 o 3 anni la macchina ci sará costato circa la metá del prezzo di listino, quindi si è portati o a riscattarla pagando l’altra metá: probabilmente dovendo accendere un nuovo finanziamento perché potremmo non avere a disposizione quella somma o a finire comunque nelle grinfie del concessionario per l’acquisto di una nuova auto: in pratica comprare un’auto a prezzo scontato significa rischiare di dover fare 2 finanziamenti e pure a tassi sfavorevoli che probabilmente eroderanno tutto o buona parte dello sconto sul prezzo di listino che ci è stato accordato.
Comprare un auto diventa quindi una faccenda parecchio costosa, che sarebbe preferibile evitare, a meno di necessità, valutando magari di tenere o riparare la propria anziché imbarcarsi in finanziamenti e costi sempre meno sostenibili.
Voi cosa ne pensate? Preferite un usato a prezzi rincarati o comunque mettere delle rate e acquistare una vettura nuova?
Le piattaforme di ecommerce low cost come Temu, Shein o Aliexpress sono sempre piú popolari per l’acquisto di oggettistica e abbigliamento a basso costo di provenienza orientale.
Infatti i grandi store cinesi alle periferie delle città, a causa della scomparsa di alcune agevolazioni e di maggiori controlli e oneri fiscali hanno alzato i prezzi rendendo meno conveniente l’acquisto a meno che non si voglia controllare con mano la qualitá o si voglia l’articolo sul momento, tanto che spesso si trovano ad essere meno convenienti rispetto a catene occidentali (ad esempio Tedi, Action, Kik, Pepco e simili) che spesso vendono prodotti simili a prezzi migliori giocando sulla quantitá.
Quindi un’alternativa comoda per comprare la nostra paccottiglia a poco prezzo é acquistare online, anche perché le varie piattaforme, un pó per sottostare alle recenti formalitá doganali che prevedono il pagamento anticipato dell’IVA e un pó per ridurre tempi e costi di spedizione danno la possibitá di ricevere in tempi relativamente veloci di 1-2 settimane raggruppando gli acquisti in un unica spedizione al raggiungimento di una certa soglia di spesa (circa 10 euro a seconda della piattaforma), mantenendo la spedizione lenta per gli acquisti al di sotto della soglia di spesa o spediti da venditori che non usano la piattaforma logistica del sito.
Considerato che un po’ per cercare di raggiungere la soglia per la spedizione gratuita rapida, un pó per i prezzi bassi e un pó per le operazioni di marketing audaci che tra gamification e offerte super scontate fanno sì che i carrelli si riempano velocemente.
E considerato che offrire prezzi bassi e tempi di consegna umano significa far preferire queste piattaforme di origine cinese a quelle occidentali dove si trovano gli stessi prodotti, magari rivenduti o rimarchiati da un distributore locale a prezzo piú elevato che se un tempo erano giustificati da un tempo di consegna piú celere, ora quelle occidentali perdono di attrattiva.
Infatti da una parte la comunitá europea per tutelare i propri venditori con la scusa della sicurezza pensa di introdurre una tassa amministrativa sulle spedizioni e di rimuovere l’esenzione dai dazi per le spedizioni sotto i 150 euro, dopo aver giá eliminato l’esenzione della riscossione dell’IVA di modo da ingolfare i controlli alle dogane e rendere difficoltoso e costoso il ricevere prodotti economici dalla Cina.
Dall’altra parte le piattaforme occidentali iniziano a copiare quelle cinesi offrendo servizi simili, come Haul una sorta di clone di Temu lanciato per ora negli Stati Uniti da Amazon e che probabilmente verrà esteso a breve anche in Europa.
Si tratta di una sezione della App o del sito mobile di Amazon.com dove è possibile acquistare prodotti di costo inferiore ai 20 dollari spediti direttamente dalla Cina in 15 giorni e che beneficiano della garanzia A-Z di Amazon.
La spedizione é gratuita al raggiungimento di 25 dollari di spesa e prevede degli sconti del 5 o del 10% se si raggiungono rispettivamente i 50 o i 75 dollari di spesa in un singolo ordine.
Inoltre è previsto il reso gratuito, nei soliti modi previsti da Amazon come i locker, i punti di raccolta e gli uffici postali per tutti i beni che hanno un costo superiore ai 3 dollari.
In pratica si hanno a disposizione gli stessi prodotti cinesi, con un servizio e prezzi simili a quello di Temu o Aliexpress ma con in piú la garanzia di Amazon.
Sicuramente buono per l’utente se stimola la concorrenza, un pó meno quando la concorrenza viene ostacolata dalla burocrazia come ha in mente di fare l’unione europea visto che i costi burocratici finiranno per ricadere sui consumatori.
Una nuova tegola é in arrivo per i nostri acquisti di prodotti a basso costo, infatti pare sia allo studio una ennesima riforma delle normative doganali europee che cancellerebbe l’esenzione dei dazi sotto i 150 euro di valore, creando problemi agli store cinesi come Temu, Aliexpress o Shein dove l’importo medio degli acquisti é generalmente sotto questa cifra.
Questo comporterá sia un aumento dei costi,non tanto per il dazio in se che su piccoli acquisti potrebbe incidere per pochi spiccioli quanto per i costi doganali che l’operatore postale richiede per l’ispezione doganale che ogni pacco dovrá subire, dato che qualsiasi pacchetto indipendentemente dal suo valore dovrá obbligatoriamente fermarsi in dogana.
Ció significa che i tempi per lo sdoganamento si allungherebbero a dismisura, vanificando i vantaggi delle procedure per il pagamento dell’IVA alla fonte per acquisti di valore inferiore ai 150 euro che esentavano dal controllo del pacco in dogana velocizzando i tempi di importazione.
Se la norma dovesse passare, e in tempi di scontri geopolitici la cosa non é affatto improbabile, ci dimenticheremo quantomeno di ricevere i pacchi dalla Cina in una decina di giorni, dato che si tornerá , come avveniva sino a qualche anno fa, ai pacchi fermi alla dogana italiana per un mese o piú in attesa di sdoganamento per carenza di personale, con la beffa che le poste per poter sopperire a queste lavorazione extra chiederanno il diritto postale come per i pacchi di provenienza extra-UE per i quali l’IVA non é pagata alla fonte.
E questo, ipotizzando che non aumentino, significherebbe pagare un extra di 2 euro se il valore é inferiore ai 22 euro, 5 euro se il valore é inferiore ai 1000, o ben 15 euro per valori superiori o in caso di irregolaritá nella documentazione: quindi per il pacchetto da temu con 25 euro di valore dovrete pagare al postino 5 euro, escludendo la possibilitá di poterlo ricevere in nostra assenza e sopratutto attenderlo un mese: queste complicazioni potrebbero farci desistere dall’acquisto, dato che si tratta di acquisti generalmente non irrinunciabili.
Consideriamo peró che la richiesta per queste cianfrusaglie a basso prezzo é tanta , al punto che la stessa Amazon sta mettendo in piedi un sistema per la gestione degli ordini dei prodotti cinesi per competere coi vari Aliexpress, Temu e Shein che una volta saturato il mercato interno si stanno espandendo pesantemente fuori confine, come dimostrano le sponsorizzazioni di questi marketplace negli eventi piú importanti come Festival di Sanremo, Europei di calcio o Olimpiadi.
La speranza è che le problematiche degli operatori postali nella gestione di così tanti ordini faccia desistere la politica da questa scelta, ma considerato che non è l’unica mossa per mettere i bastoni sulle ruote ai prodotti cinesi, basti pensare ai recenti dazi sulle auto elettriche di cui vi parlavo in precedenza, il rischio é che tra non molto gli acquisti dalla Cina potrebbero diventare molto meno convenienti.
Voi eravate al corrente della cosa? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti,
Quando si viaggia puó essere interessante sfruttare l’occasione per acquistare dei prodotti che non si trovano facilmente vicino casa o per pagarli meno cari.
Infatti in virtù di listini diversi, tassi di cambio favorevoli, minore tassazione, maggiore concorrenza o disponibilità i prezzi al dettaglio potrebbero rivelarsi piú convenienti, ma non è sempre oro quello che luccica.
Bisogna fare sempre attenzione, perché un acquisto fatto in un negozio lontano potrebbe portare delle problematiche, soprattutto se il prodotto dovesse guastarsi e quindi richiedere una riparazione in garanzia o una sostituzione.
Infatti la gestione della garanzia, a seconda di dove e come si acquista, puó essere a carico del rivenditore e non del produttore, questo significa in caso di bisogno dover rispedire il prodotto a nostre spese al venditore, con il rischio di dover pagare anche dei costi doganali, considerando che il produttore non è obbligato a mettere a disposizione la rete dei propri centri di assistenza per il prodotto acquistato in un’altra nazione.
Altre grosse problematiche sono le normative doganali che si applicano agli acquisti extra unione europea, comprese anche nazioni geograficamente vicine a noi come la Svizzera o il Regno Unito.
Infatti c’è da considerare che gli acquisti extracomunitari vanno dichiarati al passaggio in dogana, quindi al di sopra di un certo valore di franchigia (300 o 430 euro di valore complessivo infrazionabile a seconda che si attraversi la frontiera via strada o per via aerea o marittima), andrá pagata l’IVA ed eventuali dazi, quindi se non si vuole pagare l’IVA due volte , sia nel paese di acquisto che a casa nostra, o si usufruisce , quando possibile, di sistemi TAX FREE che rimborsano l’IVA pagata all’estero o si deve ricorrere a degli stratagemmi.
La ‘’furbata’’ piú comune è quella di far passare per usato o già in nostro possesso il prodotto appena acquistato all’estero facendo sparire etichette, scontrini, scatole e certificati di garanzia, che, ammesso di non venire beccati e multati, se da una parte possono produrre un risparmio dall’altra significa perdere completamente il diritto alla garanzia, e se la cosa potrebbe non essere un problema per un capo di abbigliamento da pochi euro, diverso è per un prodotto elettronico di valore.
Più semplice la gestione degli acquisti nei duty free degli aeroporti, anche se non sempre possono essere convenienti in tutte le tipologie di prodotto: ottimi dove ci sono delle accise come su profumi e alcolici, meno magari su abbigliamento, alimentari o elettronica: é pur vero che si risparmia l’iva ma nel complesso non é detto che sia conveniente rispetto che acquistare altrove visto che generalmente si parte dal prezzo pieno di listino, ma quantomeno è piú facile piú accorgersi della eventuale convenienza.
Non diamo mai per scontato che acquistare in un negozio di una grande cittá possa essere sempre la soluzione piú conveniente, magari puó essere piú facile reperire modelli o colori particolari ma il prezzo potrebbe essere meno conveniente di acquistare lo stesso prodotto online, col vantaggio che non ci occupa posto in valigia, che non si rischia che venga perduto insieme alla valigia, che ci possano essere problemi in dogana o con la garanzia.
Infatti va valutato bene ognuno di questi aspetti e non lasciarsi ingolosire da un prezzo interessante che alla fine si potrebbe rivelare meno conveniente di quanto sembra.
Va anche valutato che un prodotto acquistato all’estero potrebbe non essere compatibile con l’uso nel nostro paese, in quanto lo standard di funzionamento o la spina elettrica potrebbe essere diversa e non è detto che sia possibile adattarlo, potrebbero non essere presenti degli accessori normalmente in dotazione nel nostro paese, oltre ad avere istruzioni e serigrafie in una lingua diversa dalla nostra, cosa che potrebbe rendere difficoltoso o comunque scomodo l’utilizzo.
Quindi, se soprattutto per alcune tipologie di prodotti e in alcuni paesi gli acquisti possono rivelarsi particolarmente convenienti é bene conoscere i prezzi di vendita online e valutare le eventuali complicazioni per evitare sgradite sorprese che possono trasformare quello che sembrava un affare in una fregatura, considerando che se il risparmio è minimo probabilmente non vale la pena rischiare di incorrere in possibili problemi.
Voi acquistate spesso durante i vostri viaggi? Vi è capitata qualche disavventura con lo shopping? Scrivetelo nei commenti!
Una novità colpisce le automobili elettriche prodotte in Cina, visto che a partire da Luglio vengono applicati dei dazi aggiuntivi , che variano , a seconda del produttore, dal 19 al 38% che si sommano al 10% previsto per le auto cinesi di qualsiasi motorizzazione.
Questo dazio monstre nasce con la scusa di compensare ipotetici aiuti di stato concessi ai produttori cinesi dallo stato, e questo spiega la differenza di trattamento tra case come BYD o Tesla a cui viene applicata la tassa minima e MG, Maxus e gli altri prodotti del gruppo SAIC a cui viene applicato il massimo, con una pletora di costruttori a cui viene applicata una via di mezzo.
In realtá si tratta di una guerra commerciale contro la Cina, dato che anche i produttori europei godono di imponenti aiuti di stato per la produzione di macchine pulite, ma soprattutto si tratta di un’operazione contraria al principio di libero scambio delle merci, che porterá delle contromisure come ritorsione, e considerando la dipendenza delle case europee dalla Cina, sia per la vendita di auto di lusso europee che per l’importazione di componentistica, questo porterá grossi problemi alle case europee, e a seconda delle decisioni che verranno prese potrebbe estendersi ad altri settori, come ai prodotti alimentari europei venduti massicciamente in Cina e che potrebbero essere colpiti di dazi della stessa portata.
Inoltre non va dimenticato che gran parte delle auto elettriche in vendita in Europa, anche se hanno sul cofano importanti marchi tedeschi, spagnoli , svedesi, francesi, americani, italiani o inglesi sono importati direttamente dalla Cina.
In qualche caso in Europa viene fatto solo l’assemblaggio finale con componentistica completamente di provenienza asiatica, o un adattamento di un prodotto sostanzialmente made in China, ma anche quelle dove almeno una parte della produzione è locale montano quasi tutte esclusivamente batterie e motori di origine orientale.
Ovviamente questi dazi non fermeranno i produttori cinesi , dato che quelli piú grossi si stanno attrezzando per assemblare in Europa i loro prodotti con l’apertura di stabilimenti o con la collaborazione con aziende europee, mentre quelli piú di nicchia valuteranno l’abbandono del mercato europeo.
Ad ogni modo sia che le auto elettriche vengano costruite in Cina o magari assemblate in Europa, con costi di produzione sicuramente piú alti di quelli cinesi, il rincaro dovuto ai dazi verrá ribaltato sui prezzi pagati dall’utente finale, e se parte degli aumenti potranno in una prima fase di assestamento essere assorbiti dai produttori con i dazi piú bassi, certo non potrá farlo chi si trova a pagare il 48% di tasse di importazione.
Questo sta portando e porterá a tendere ad aumentare considerevolmente i listini delle auto elettriche, che giá erano poco apprezzate dai consumatori a causa delle problematiche e dei compromessi necessari al loro utilizzo rispetto alle loro controparte termica e con gli aumenti di prezzo le renderá poco appetibili alla maggior parte della popolazione.
Se poi si considera che dopo le elezioni europee il peso dei partiti ambientalisti si è ridotto, questo potrebbe essere il colpo di grazia alla mobilitá elettrica o comunque alla sua imposizione sulla totalitá delle nuove immatricolazioni previsto per il 2035, che diventa ancora piú irrealizzabile se l’automobilista comune non potrá piú permettersi di acquistare un auto elettrica a causa del prezzo d’acquisto folle.
Tutto dipenderá dalla lungimiranza dei politici europei, ma c’è da dire che queste azioni non lasciano presagire nulla di buono per le tasche dei consumatori.
Quando acquistiamo un prodotto dall’estero bisogna sempre stare attenti ad un fattore che puó riservare sgradite sorprese, i costi doganali. Infatti quando si acquista fuori dalla comunitá europea, indipendentemente dal valore della merce vá pagata l’IVA ed eventuali dazi, anche se si tratta di un regalo o di un invio non commerciale.
Fino a qualche tempo fa esisteva una franchigia per prodotti di scarso valore che é stata eliminata, per la quale quando acquistavamo il prodottino da pochi euro da fuori europa magari aspettavamo qualche mese per la consegna ma nulla era dovuto al postino che ci recapitava la merce.
Ora come detto non c’è scampo e quindi qualunque sia il valore della merce l’IVA va pagata, con la differenza che per articoli di valore inferiore ai 150 euro puó essere riscossa in anticipo dal mittente, in modo che non saremo costretti a pagare la tassa al postino, accelerando i tempi di consegna in quanto pagandola a monte si saltano i controlli doganali e si risparmiano i costi amministrativi per la gestione degli oneri doganali richiesti dalle poste o dal corriere che ci recapita il pacco, che possono variare dai 2 ai 15 euro.
Il problema è che si rischia di pagare l’IVA due volte o anche piú, in quanto il sito estero dove acquistiamo e al quale anticipiamo l’IVA spesso fá da tramite con un venditore terzo che si occupa di spedire la merce e se questo non compila correttamente la documentazione, una volta che il pacco arriva in Italia verrá comunque sdoganato e quindi dovremmo pagare per una seconda volta IVA e diritti doganali al postino, e quindi oltre a trovarci la sorpesa alla consegna della merce dovremo anche romperci le scatole per cercare di farci restituire l’IVA pagata due volte, cosa non semplice perché il postino probabilmente non ci rilascerá una ricevuta , senza la quale sará difficile farci rimborsare dal venditore o dalle poste.
Ma potremmo pagare l’IVA ancora una volta in piú, visto che in teoria non dovremmo pagare quella del paese di origine ma solo quella di destinazione e non sempre questo avviene, ma soprattutto se l’acquisto ci viene spedito in due colli separati, e magari se n’è perso uno e ci viene rispedito o se banalmente ci é arrivato guasto e abbiamo chiesto una sostituzione, il rischio di dover pagare l’IVA al postino una seconda volta anche se non dovuta non è così raro, anche perché difficilmente uno vorrá perdere ore al telefono tra mail e call center o uffici postali per farsi rimborsare magari 10 euro di tasse non dovute.
E proprio per questo che quando facciamo acquisti da fuori europa, dobbiamo mettere in conto queste scocciature e spese extra anche se formalmente non dovute, oltre a mettere in conto i lunghi tempi di consegna , specie se con spedizioni economiche e soprattutto la gestione della garanzia, dato che rispedire a nostre spese un prodotto guasto puó costarci molto di piú del valore della merce.
Ma a volte la scelta è obbligata o quasi dal fatto che il prodotto si trova solo all’estero o che costa sostanzialmente meno che dalle nostre parti anche considerando un 30% in media di spese extra per lo sdoganamento.
Sui tempi di consegna poi dipende dalla logistica utilizzata, i grandi store cinesi ormai riescono a spedire dalla Cina anche in una settimana senza ricarichi sul prezzo e senza dover pagare sostanziosi extra per la consegna rapida via corriere, mentre magari rischiate di attendere uno o due mesi per un pacchetto in arrivo dall’Inghilterra che invece è lì dietro l’angolo.
Attenzione infatti agli acquisti dal Regno Unito, nonostante geograficamente si trovi in Europa dopo la Brexit gli acquisti sono soggetti al pagamento di IVA e dazi alla pari di acquisti fatti in Cina , Giappone o Stati Uniti, con l’aggravante di un servizio postale tra i meno efficienti, cosa che potrebbe rendere poco conveniente un acquisto che sulla carta sembra un affare.
Insomma alla fine spesso è meglio rivolgersi a venditori europei, facendo attenzione ai costi di spedizione e che il prodotto sia effettivamente in Europa e che il venditore non stia facendo dropshipping dalla Cina, cosa che ci porterebbe alle stesse problematiche di un acquisto extra comunitario.
Voi acquistate spesso da fuori Europa? Vi sono capitate disavventure con la dogana? Avete qualche dubbio, curiositá o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti
Cambiamenti all’orizzonte in vista per gli acquisti fuori dall’Europa, e purtroppo la cosa impatterà non solo sui venditori ma soprattutto sui consumatori, dato che stanno cambiando le regole doganali.
Da marzo 2021 vige una diversa burocrazia che richiede all’atto della spedizione maggiori informazioni sul contenuto della merce e che consente dalle dogane i tracciare esattamente il contenuto del pacco evitando le elusioni di iva e dazi, che prima erano possibili dichiarando il falso dato che i controlli avvenivano a campione e quindi c’erano ottime possibilità di farla franca, questo ora diventerà molto più difficile almeno sulle spedizioni postali, fino a diventare impossibile entro il 2024 quando questa normativa si estenderà a tutte le tipologie di spedizioni, rendendo inutili allo scopo di evadere le tasse la spedizione dai magazzini europei, riforniti via terra o via mare e quindi non soggetti a controlli.
Ovviamente è giusto che le tasse vengano pagate, anche perché la possibilità di evadere le tasse va a a svantaggiare chi vende i prodotti rispettando le leggi e pagando le tasse, ma questo porterà ad un aumento dei prezzi soprattutto dei beni di scarso valore che erano quelli che conveniva comprare dall’estero, Cina in primis, e ce ne possiamo fare un’idea facilmente cercando lo stesso prodotto su Aliexpress spedito dalla Cina o da Amazon spedito dall’europa , noteremo che i prezzi europei sono molto maggiori, arrivando in certi casi a più del doppio per lo stesso identico articolo, e non solo per le maggiori spese di logistica, ma soprattutto perché il prodotto spedito dall’Europa ha , almeno in teoria, pagato le tasse , quello spedito dalla Cina non è detto che lo abbia fatto.
Ma considerando comunque che i dazi si pagano sopra i 150 euro di valore della merce e generalmente incidono poco, almeno su spedizioni destinate ai consumatori finali, quello che incide è l’iva (normalmente al 22%) che viene calcolata anche sul costo della spedizione e i costi di sdoganamento che sono fissi e per le spedizioni via posta sono a seconda dei casi di 7.50 o di 15 euro.
Fortunatamente però se la spedizione era destinata a un privato e il valore della merce, comprensivo dei costi di spedizione era inferiore ai 22 euro, iva costi di sdoganamento e dazi non erano dovuti, rendendo conveniente l’acquisto di articoli di scarso valore fuori dalla UE, dal classico cavetto, all’adattatore, dal caricabatterie al cinturino dell’orologio, dal giocattolino all’articolo di bigiotteria o simili, e l’unico rischio , a parte i lunghi tempi per ricevere la merce, era solo quando avveniva un controllo a campione e il doganiere riscontrasse delle irregolarità , dal valore dichiarato non congruo, a prodotti non ammissibili o in presenza di prodotti falsi che a seconda dei casi portavano a integrare della documentazione dilatando i tempi, a pagare delle multe, al sequestro dei prodotti o alla denuncia in casi limite.
Il grande problema è che da luglio 2021 questa esenzione sotto i 22 euro di valore scomparirà, questo significherà che tutti i prodotti passeranno dai controlli dalla dogana, e non ci sarà la sola verifica a campione per i pacchetti più piccoli, con conseguente allungamento dei già lunghi tempi di ricezione dei prodotti, ma soprattutto che su ogni invio dovremmo pagarci non solo l’iva ma anche i costi di sdoganamento
Questo significa che un cavetto del valore di un euro acquistato in Cina ce ne costerà quasi 10 e arriverà in tempi ancora più lunghi, infatti 1 euro + il 22% di iva , fa 1.22 , più 7.50 di costi di sdoganamento diventano 8.72 euro da pagare al postino, oltre l’euro pagato per il prodotto e se poi ci fosse una incongruenza che richiede un’integrazione di documentazione , ad esempio quando il doganiere ritiene il valore dichiarato della merce non congruo, lo sdoganamento passa da 7.50 a 15 euro, quindi il nostro cavetto da 1 euro ci sarà costato in balzelli vari 16.22 euro aggiuntivi al suo prezzo.
Ovviamente cosi facendo acquistare dalla Cina diventerà sempre meno conveniente, a quel punto il cavetto probabilmente mi converrà comprarlo in europa a prezzo maggiorato , sempre che non mi chiedano magari 5 o 10 euro di spedizione , e quindi avrò pagato il cavetto anche 15 o 20 volte il suo valore, insomma si metterà male in tutti i modi, e magari si dovrà pensare a qualche soluzione alternativa per questo genere di acquisti come fare ordini cumulativi per abbattere le spese di spedizione
E la fregatura sarà dietro l’angolo acquistando, magari da qualche marketplace, articoli spediti in dropshipping dalla Cina a nostra insaputa , magari abbiamo pagato qualcosa di più vedendo un venditore europeo e ci troveremo oltre a lunghi tempi di attesa a dover pagare i costi doganali al postino.
Inoltre tra le nuove esigenze burocratiche all’atto della spedizione e l’impossibilità di evadere le tasse, è probabile che molti siti in futuro richiedano il pagamento anticipato delle tasse e degli oneri di sdoganamento in fase di ordine, come già fanno ad esempio i siti di Amazon o di Ebay extra europei quando la spedizione avviene in Europa
Ad ogni modo cambierà in peggio la nostra esperienza con gli acquisti online aumentando sia i gia lunghi tempi di consegna che i costi, andando a incidere particolarmente sui prodotti di scarso valore: non dico che sia giusto evadere le tasse, ma non è neanche corretto che per importare un prodotto da pochi euro si debba spendere in tasse e costi vari anche 10 o 20 volte il suo valore, passi per l’IVA che sui precedenti 22 euro di franchigia incideva meno di 5 euro, ma quanto meno i costi di sdoganamento sui prodotti di scarso valore sarebbe stato meglio continuare ad abbuonarli.
Alla ricerca del prezzo migliore in rete ci saremo sicuramente chiesti dato che la maggioranza dei prodotti che compriamo sono di produzione cinese si risparmia comprando direttamente in Cina nei vari siti di e-commerce cinesi come Aliexpress, Wish, Gearbest, Tomtop, Geekbuying o simili?
In realtà non c’è una risposta univoca perché dipende da cosa stiamo acquistando e spesso dalle sue dimensioni, sicuramente è conveniente acquistare piccoli oggetti di scarso valore, come cavetti, adattatori, accessori vari che presi alla fonte possono costare tre o quattro volte meno di quanto li pagheremo in un negozio della nostra città, prodotti leggeri e che possono essere spediti in una busta, altrimenti il costo di spedizione vanificherebbe la convenienza
Per prodotti più voluminosi , pesanti o costosi si possono usare gli stessi siti cinesi, ma scegliendo tra i venditori chi spedisce da un magazzino europeo, o che comunque fa una triangolazione passando per un paese europeo ,le cosidette spedizioni Italy o Euro Priority o Direct, che ci mettono al riparo anche dai costi doganali, che andremo a pagare su acquisti superiori ai 22 euro, e che tra iva, costi di sdoganamento ed eventuali dazi faranno lievitare la spesa del 30% circa.
In alternativa potete cercare gli stessi prodotti cinesi su Amazon, spesso li trovate venduti da un venditore terzo ma spediti da Amazon, costeranno un po’ di più, ma in quel caso si trovano già sul suolo europeo quindi li riceverete in tempi brevissimi e senza costi doganali.
Uno dei problemi infatti degli acquisti dalla cina, sono i tempi di spedizione, sui prodotti economici spediti con spedizione gratuita non tracciata i tempi sono necessari generalmente tra i 30 e i 90 giorni, qualcosa di meno ma comunque almeno 30-60 giorni per le spedizioni tracciate con raccomandata, mentre con un po di fortuna possono bastare 3 settimane per le spedizioni con triangolazione in europa di cui vi parlavo.
Volendo ci sarebbero anche i corrieri espresso che garantiscono consegne in meno di 1 settimana ma i costi di spedizione sono generalmente proibitivi e abbiamo la certezza che passeranno per la dogana con i rispettivi costi di sdoganamento, cosa che passando per le poste normali si può riuscire ad evitare con un po’ di fortuna
Ovviamente tra dogana e tempi di spedizione lunghi un’eventuale riparazione in garanzia rischia di diventare un problema: spedire un pacchetto dall’Italia in cina per rimandare un prodotto difettoso puo costarci tranquillamente anche 5 o 6 volte il suo valore, oltre al rischio di dover pagare la dogana al rientro del prodotto e alla perdita del valore di un eventuale prodotto tecnologico dato che tra ordinarlo, rispedirlo e riceverlo riparato possono volerci anche 6 mesi e nel frattempo magari è uscito il nuovo modello che ha deprezzato il nostro acquisto.
Pertanto se si tratta di prodotti , specie tecnologici, che possono avere necessità di una riparazione accertatevi in caso di bisogno di poterli rispedire in Europa o che vi possano mandare un ricambio senza dover rimandare indietro l’apparecchio, altrimenti vi giocate la convenienza: in quel caso magari acquistate su Amazon o da un rivenditore europeo.
Altra cosa a cui fare attenzione sono i prodotti falsi, non solo abbigliamento o orologi contraffatti che magari abbiamo acquistato consapevolmente, che se fermati in dogana possono essere sequestrati e rischiate una multa fino a 7.000 euro, ma anche normali prodotti acquistati per veri come magari il prodotto elettronico di un produttore cinese o l’accessorio come una batteria, una scheda di memoria o un adattatore che vi arriva palesemente falso, o prodotti con specifiche palesemente taroccate come il powerbank da 10000 mah che in realtà è da 1000, o la chiavetta usb da 1 terabyte che in realtà è da 8 giga o simili truffe che spesso si possono trovare su Wish e con qualche venditore farlocco su Aliexpress: in quel caso contattate immediatamente il servizio clienti del sito, generalmente in questi casi vi rimborsano.