Dal 15 maggio una variazione normativa colpirá gli automobilisti, infatti vengono modificate le accise per diesel e benzina, con un aumento di 1,5 centesimi al litro per i diesel e una conseguente riduzione della stessa quantitá per i benzina.
La cosa viene giustificata come una mossa per l’inquinamento ma in realtá é una scusa, dato che diesel e benzina inquinano entrambi anche se in modi differenti.
Infatti nonostante un costo industriale piú alto il diesel é sempre costato meno in quanto sussidiato con una tassazione minore.
Ma questi sussidi vengono visti dalla comunitá europea come ambientalmente dannosi e devono essere aboliti per poter accedere ai fondi del PNRR.
In realtá é un modo per fare cassa , con l’idea di equiparare gradualmente le accise di diesel e benzina entro il 2030.
Per un privato cittadino che fa un pieno di 50 litri ogni 15 giorni questa novitá cuberá grossomodo una ventina di euro l’anno, a seconda dei consumi e della caratteristiche della macchina, che si spendono in piú per chi va a gasolio o si risparmiano se si ha un benzina, ma ovviamente per chi fá tanta strada o lavora con la macchina, che generalmente sceglie un diesel, questa novitá puó essere pesante per il portafoglio.
Considerato che tra gli utenti privati le auto a benzina sono piú di quelle a gasolio potrebbe pure sembrare una bella notizia, ma in realtá non lo é dato che le merci viaggiano quasi esclusivamente su camion o furgoni a gasolio e questo porterá a far aumentare i costi di trasporto che si riverseranno sul costo delle merci.
E generalmente quando c’é un aumento dei prezzi non è strettamente proporzionale ai maggiori costi vivi, magari perché si vanno a compensare dei costi precedentemente assorbiti dai venditori , col rischio che si scateni la scintilla per un ulteriore esplosione dei prezzi, magari a fronte di costi aumentati dell’1% i prezzi sugli scaffali aumentano anche del 20%, quindi non certo un affare per le nostre tasche.
E alla fine la cosa riguarda non solo l’automobilista che guida le auto termiche, ma anche chi va solo in elettrico o proprio neanche usa l’automobile, visto che comunque fará la spesa e si troverá a pagare di piú i beni che acquista regolarmente.
E non servirá nemmeno a incentivare l’acquisto dei veicoli elettrici, visto che chi viaggia tanto sceglie il diesel a prescindere perché non ha rivali come economia e versatilitá, nonostante gli aumenti, dato che anche volendo un elettrico tra costi e tempi di ricarica non è minimamente competitivo sulle lunghe distanze.
Voi sapevate di questa novitá? Spenderete di piú o di meno?
Viviamo in un periodo dove la fruizione di film, musica, videogiochi e intrattenimento avviene sempre piú in forma digitale, spesso in streaming o in abbonamento. Questo ha portato a far scomparire i supporti fisici o quantomeno a ridurre notevolmente la loro diffusione, tanto che in molte case non si trovano piú lettori per cd, dvd o blu ray soppiantati dagli streaming sui cellulari, tv o su altri dispositivi connessi a internet.
E ovviamente col venire meno della richiesta anche i produttori di hardware hanno smesso di produrre i lettori dvd e blu ray, con giganti come LG che ha dismesso la produzione da qualche anno, Samsung che smaltita la giacenza nei magazzini sta scomparendo dagli scaffali, lasciando a Panasonic e Sony l’incombenza di tenere a listino qualche sparuto modello con diversi anni sulle spalle, e che approfittando della situazione ogni tanto pensano a mettere sul mercato aggiornamenti che tolgono funzioni e aumentano i prezzi di listino.
Infatti trovare i lettori blue ray nei centri di elettronica diventa sempre piú complicato, e i prezzi per via della mancanza di offerte e di interesse da parte del pubblico si mantengono alti, relegandoli a un prodotto di nicchia.
Ma quando anche l’ultimo samurai smetterá di vendere gli apparecchi come potremo vedere i film che abbiamo nella nostra libreria se il nostro apparecchio tirasse le cuoia? Beh la domanda non è banale , e sicuramente ci costerá parecchio perché ripararlo, ammesso che esistano ancora i ricambi, potrebbe costare piú di quanto pagammo il lettore e reperire qualche lettore new old stock, fondo di magazzino rimasto invenduto potrebbe costarci uno sproposito.
Un consiglio infatti é quello di accaparrarsi nel mercato dell’usato , finché se ne trovano, qualche lettore inutilizzato, reperito a prezzi di saldo, visto che nel futuro potrebbero diventare rari e ricercati, in previsione che possa rompersi quello che usate abitualmente.
Ma anche i supporti non se la passano bene, la stessa Sony che se al momento continua a produrre qualche lettore ha da poco dismesso la produzione di dischi vergini, ed é pure scoppiato un caso per una grossa partita di DVD della Warner Bros che si é scoperto degradare col tempo a causa di un pigmento di scarsa qualitá utilizzato nella produzione dei dischi. Anche Disney sta valutando di non vendere piú supporti fisici in alcuni mercati, cosa che non stupisce visto che la casa americana ha spesso sfruttato la distribuzione digitale delle sue opere per manipolare in maniera postuma i contenuti, effettuando montaggi, tagli o aggiungendo messaggi che alterano il significato originale dell’opera , magari per andare incontro alle mode woke o inclusive del momento ma stravolgendo capolavori figli del proprio tempo.
Infatti uno dei vantaggi di avere una copia fisica della nostra opera è proprio l’immutabilitá, a differenza del digitale, che all’occorrenza puó essere spento o modificato a comando, la nostra copia fisica sará sempre uguale e il contenuto non cambierá tra 10, 20 o 30 anni perché cambiano le mode o perché un autore proviene da una nazione con cui nel frattempo siamo finiti in guerra.
Ovviamente sempre se la nostra copia fisica non si disintegri , si perda o ci venga rubata, ma avere tra le mani il disco di un’opera a cui teniamo é importante, visto che significa tutelare un pezzo della nostra vita e i ricordi che abbiamo associato alla fruizione di quell’opera che un domani potrebbe scomparire perché il servizio di streaming ha chiuso o ha perso i diritti di un’opera passata di moda dopo tanti anni.
Anche nei videogiochi le copie fisiche stanno scomparendo, insieme alle catene specializzate come GameStop, così come le versioni con lettore delle console, soppiantate da versioni digitali che paradossalmente costano di piú delle copie fisiche nonostante non abbiano i costi di distribuzione.
Alla fine il digitale , seppur comodo, rischia di diventare un’arma a doppio taglio per la fruizione dei contenuti, specialmente quelli di nicchia che possono diventare poco remunerativi per le piattaforme digitali e che potrebbero nel tempo scomparire, portando nell’oblio conoscenza e ricordi.
Voi cosa ne pensate? Siete ancora affezionati ai supporti fisici o preferite la comodità del digitale?
Programmare un viaggio intercontinentale richiede qualche accorgimento in piú rispetto al viaggetto low cost in europa, tra burocrazia, costi e strategie che richiedono sicuramente maggiore attenzione e pianificazione.
Infatti, se i prezzi degli alloggi, a seconda della destinazione possono essere simili a quelli di una analoga localitá europea, sicuramente quello che costa notevolmente di piú é il volo o i voli, visto che é probabile, specie se si vuole spendere il meno possibile o si vogliono raggiungere destinazioni particolari, dover fare degli scali, magari costringendoci a fermarci, a volte per qualche ora, a volte anche piú di una giornata in una destinazione intermedia.
E questo significa mettere in conto di spendere dei giorni in piú in viaggio, riducendo la durata complessiva del soggiorno o dover chiedere piú giorni di ferie.
Inoltre volendo sfruttare lo scalo per visitare la destinazione intermedia questo potrebbe richiedere dei visti e delle spese extra che potrebbe non valere la pena affrontare.
E i visti sono una cosa da mettere in conto se si viaggia fuori dall’Europa, se è vero che alcuni paesi possono non richiederlo, spesso sono richieste delle procedure di autorizzazione all’ingresso nel paese estero da fare online prima di partire e che richiedono costi e complicazioni.
Bisogna anche informarsi sulla possibilitá di evitare le file al controllo passaporti, spesso tramite app o servizi a pagamento che possono farci saltare le file rischiando magari di perdere ore preziose o coincidenze con il trasporto locale.
Questo significa che si deve partire conoscendo in anticipo le regole del paese che andiamo a visitare, per evitare spiacevoli sorprese alla frontiera col rischio che ci venga negato l’ingresso, comminata una multa, il sequestro dei nostri beni o venire espulsi, rimandati a casa a nostre spese sul primo volo disponibile, magari perché abbiamo sul nostro passaporto un timbro non gradito.
E a differenza dell’Europa, dove è possibile viaggiare anche con la sola carta di identitá, il passaporto è obbligatorio per viaggiare, e a seconda del paese deve avere una certa durata residua prima dell’ingresso, e ottenerlo o rinnovarlo in Italia non è una cosa rapida, visto che tra appuntamenti e burocrazia puó richiedere anche diversi mesi, cosa da tenere a mente se puntiamo a delle offerte last minute.
In fase di pianificazione dobbiamo anche tenere bene presente il clima, specie se la nostra destinazione sta dall’altra parte dell’equatore e quindi le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, ma anche nel nostro emisfero le temperature in certi periodi dell’anno possono essere particolarmente inaspettate, quindi é bene dotarsi dell’abbigliamento corretto per non patire il troppo caldo o il troppo freddo.
I costi delle attività e abitudini spesso sono differenti quindi alcune cose che diamo per scontato da noi non lo sono all’estero e questo potrebbe costarci piú di quanto preventivato, dalle mance obbligatorie in molti paesi o ai costi medici qualora dovessimo avere bisogno di assistenza medica.
Infatti viaggiando in europa esiste una sorta di assicurazione medica europea legata al servizio sanitario nazionale che copre le spese mediche, anche se a seconda del paese potrebbe non coprire tutto o richiedere di rivolgerci solo in determinate strutture, mentre fuori dalla UE qualsiasi esigenza medica sará a pagamento e anche una semplice visita di controllo, l’ingresso al pronto soccorso o un intervento di routine possono essere dei salassi, con fatture da migliaia di euro a meno di avere un’assicurazione privata, fortemente consigliata, che anticipi e copra le spese mediche in caso di necessitá.
Va inoltre considerato che fuori dall’europa ricevere o effettuare chiamate o navigare dal nostro cellulare ha dei costi aggiuntivi che possono essere molto cari, anche perché i nostri abbonamenti telefonici nazionali non valgono all’estero e se dentro l’UE abbiamo comunque un certo quantitativo di dati e telefonate incluse, questo non è valido nelle destinazioni intercontinentali: per ovviare a questo e continuare a comunicare coi compagni di viaggio o con i nostri contatti in patria senza pagare cifre da rapina o ci si dota di pacchetti per l’estero col nostro operatore, se previsti, o ci si procura una sim locale o si attiva una e-sim per l’estero appena prima della partenza, sempre che il nostro telefono la supporti.
Anche le tempistiche di quando prenotare sono differenti, sia perché possono dipendere dalla burocrazia necessaria all’ingresso nel paese estero, sia perché banalmente cambia la finestra piú conveniente per trovare i prezzi migliori, mediamente fino a 3 mesi prima della partenza, pena perdere le offerte migliori o rischiare di dover fare scalo allungando i tempi di viaggio o dover riprogrammare ad altra data, cosa che si mal concilia a chi deve chiedere ferie in date prestabilite specie per una durata piú lunga di un viaggetto mordi e fuggi, visto che probabilmente vorremmo ammortizzare i costi del biglietto intercontinentale.
Attenzione anche alle valigie in caso di scalo, specie se raggiungiamo l’aeroporto internazionale con un volo nazionale operato da una differente compagnia, soprattutto se abbiamo due biglietti distinti sia perché potrebbero perdersi e sia perché le dimensioni e i pesi consentiti possono essere differenti tra le due categorie di voli con il rischio di dover pagare delle penali.
Anche la compagnia di viaggio probabilmente sará diversa da quella di un viaggetto breve in europa, vuoi per i costi piú importanti, vuoi per il tempo necessario o la disponibilitá di giorni di ferie, vuoi per questioni logistiche, vuoi per attitudine: magari anche chi è abituato a viaggiare da solo potrebbe avere qualche remora in piú per paura di eventuali imprevisti.
Insomma un viaggio intercontinentale richiede dei presupposti diversi, sia in termini di tempo, che di costi che di organizzazione rispetto ad un piú comodo viaggio continentale, ma ci porta in dote un carico di esperienze differente che ci porteremo sempre con noi.
Purtroppo il periodo non è il migliore per le tasche dei videogiocatori visto che i prezzi stanno aumentando in maniera spropositata sia sul mondo console che su quello pc e comunque la si guardi, anche a voler rinunciare a qualcosa si dovrá aprire il portafoglio piú del solito.
Sul mondo console se sicuramente vedere il prezzo della nuova Nintendo Switch 2 superare i 500 euro non fá piacere ma sicuramente non era così inaspettato, certo lo sono i prezzi dei giochi dato che a seconda del titolo arriveranno ai 90 euro trascinando al rialzo i prezzi dei videogiochi anche nei sistemi concorrenti.
E la concorrenza non è rimasta ferma neanche sul costo dell’hardware con il prezzo della PS5 aumentato da un giorno all’altro di ulteriori 50 euro, senza aggiornamenti come per il precedente aumento che ci fú al rilascio della versione slim, portando al paradosso che i prezzi delle console anziché scendere col tempo una volta ammortizzate le spese di sviluppo come è sempre stato, ormai conviene acquistarle al momento del lancio.
Stessa cosa sul mondo PC con le schede video ormai arrivate a prezzi stellari e soprattutto hanno portato parecchio in alto l’asticella dei prezzi spostando i prodotti di fascia media, dove comunque a seconda del gioco si dovranno fare delle rinunce, sopra le 1000 euro ai quali si sommano i costi delle altre componenti come processori e schede madri, anche loro con prezzi in rialzo, ram, alimentatori, case, dissipatori, etc.
Questo significa che se prima ci si riusciva a fare un pc che consentiva, magari con qualche compromesso, di giocare e lavorare al prezzo di una console, ora con la stessa cifra si fa fatica a portare a casa una scheda video di fascia bassa, visto che le prestazioni di una scheda video pagata oggi 400/500 euro sono quelle che ci sia aspetterebbe dalla scheda entry level che fino a prima del covid si portava a casa intorno alle 200 euro.
E ad ogni nuova generazione va sempre peggio visto che le prestazioni gen to gen aumentano di pochissimo al contrario dei prezzi che schizzano alle stelle, e che a differenza del passato si aggiunge la sparizione delle serie precedenti, ancora valide, con le quali si sarebbe potuto risparmiare.
E la giustificazione delle tech che dovrebbero portare prestazioni strabilianti anche su hardware poco prestante è solo una scusa per farci vendere il modello nuovo, visto che non sempre sono supportate dai giochi, e anche quando lo sono partendo da hardware limitati la qualitá e l’input lag ne sconsigliano l’adozione, a differenza di una scheda giá carrozzata dove il miglioramento è sicuramente piú tangibile ma è costata molto di piú, rendendo il giocare molto piú costoso a meno di accontentarsi di risoluzioni, dettagli e fps piú bassi.
Ma il problema dipende non solo dall’aviditá dalle case produttrici e dal monopolio tecnologico di aziende come TSMC o Nvidia che hanno fatto schizzare alle stelle i costi dell’hardware, ma soprattutto dagli utenti che continuano a comprare imperterriti nonostante gli aumenti di listino.
Infatti se, ad esempio, Sony avesse notato un calo di vendite della PS5 dopo il primo rialzo di prezzo delle console, difficilmente ne avrebbe fatto un’altro, ma lo stesso vale per le altre case o per i produttori di schede video per i PC.
E al danno si aggiunge la beffa visto che nonostante i prezzi da rapina, manca la disponibilitá dell’hardware portando i prezzi ad aumentare oltre quelli suggeriti o di listino, dato che chi ha la fortuna di averne qualcuna a magazzino sfrutta la situazione aumentando i prezzi, favorito anche dalla mancanza di concorrenza.
Questo significa che chi ha la fortuna di avere comprato il prodotto al lancio, nelle poche unità disponibili che generalmente vanno via in pochi minuti, avrá speso la cifra , spesso giá folle , indicata dal produttore, chi non ha fatto in tempo o ha deciso di non comprare il prodotto a scatola chiusa rischia di pagarlo ancora di piú , rendendo poco conveniente l’acquisto di prodotti, magari anche validi tecnicamente ma decisamente inaccettabili a certe cifre.
Anche voi avete notato questi aumenti? Come vi difenderete? Rinuncerete alle performance, aprirete il portafoglio o appenderete il controller al chiodo?
Con il 15 aprile termina l’obbligo di montare le gomme invernali nei tratti di strada dove esiste la prescrizione. Questo significa che abbiamo un mese di tempo per fare il cambio e montare quelle estive, periodo che è comodo per chi fa stoccare le proprie gomme in un magazzino esterno anziché in garage per mettersi d’accordo con il gommista per il montaggio.
Questo obbligo rimane valido sino al 15 novembre dove dovremo rimontare le invernali o avere a bordo le catene.
Ma in realtà nonostante sia fortemente consigliato cambiarle, in alcuni casi non è obbligatorio. Infatti le gomme invernali generalmente hanno un codice di velocitá piú basso rispetto a quello previsto per le estive, ma è possibile utilizzarle grazie una deroga concessa solo nel periodo invernale, che quindi nel periodo estivo viene meno con il rischio di una multa salata (tra i 422 e i 1695 euro), il ritiro del libretto e l’obbligo di revisione.
Ma se il codice di velocità delle gomme montate in vettura è previsto a libretto o si usano delle gomme M+S previste a libretto, spesso montate di serie su alcuni suv o fuoristrada, siamo formalmente in regola tutto l’anno.
Il problema semmai é di sicurezza, visto che le gomme invernali nascono per le temperature basse e per la neve, ed usarle sull’asfalto caldo significa avere problemi di tenuta e di consumo precoce, a differenza delle estive adatte a temperature anche superiori ai 30 gradi.
Un pó meglio l’uso di gomme M+S, pensate come quattro stagioni, che a seconda dei modelli riescono ad essere un compromesso accettabile tutto l’anno, magari utili per evitare l’uso di catene su vetture non catenabili in zone dove comunque nevica molto raramente, o per evitare di dover montare le catene su vetture dove l’operazione sarebbe ostica.
Ma se abbiamo delle gomme che stanno per finire o se useremo sporadicamente l’auto in estate potrebbe anche avere senso evitare il cambio finché ci troviamo in regola per il codice della strada.
Ovviamente montare il tipo di gomma corretta per la stagione é la scelta migliore sia per la sicurezza che per la durata del pneumatico: al limite se ci si trova ad utilizzare generalmente l’auto in una zona dove é poco probabile che nevichi è meglio montare le gomme estive e tenere in macchina le catene o le calze da neve omologate per essere in regola e spendere il meno possibile, ed evitando di dover stoccare le gomme al cambio di stagione.
Va fatto attenzione che le catene siano della misura corretta per la gomma che abbiamo montata e che la macchina sia catenabile, anche se dal lancio delle calze da neve omologate anche il problema della catenabilitá , oltre alle difficoltà di montaggio, vengono meno al costo di una durata limitata.
E per l’estate possiamo anche liberare il cofano e ricordarci di rimetterle in vettura a novembre, magari per far spazio all’ombrellone per il mare.
Voi sapevate di queste norme? Vi siete ricordati del cambio?
Purtroppo la guerra commerciale decisa dagli Stati Uniti prevede l’utilizzo di dazi commerciali importanti per ristabilire la bilancia commerciale americana fortemente sbilanciata sulle importazioni.
E per farlo il presidente Trump ha pensato di utilizzare massivamente l’uso dei dazi, in parte come strumento negoziale per ottenere benefici commerciali e in parte per limitare l’importazione di prodotti a basso costo da determinati paesi, come la Cina, rivali commerciali.
E a pagare il conto saranno i consumatori, visto che il dazio null’altro è che una tassa aggiuntiva sulle importazioni di determinati beni da determinati paesi per rendere meno appetibile il prodotto estero visto che viene gravato da una tassa , nei confronti del prodotto autoctono.
Il problema peró é che in un mondo ormai globalizzato non é detto che l’America riesca a produrre in casa tutto ciò che ha bisogno, e anche se ci riuscisse probabilmente lo farebbe con materiali o semilavorati provenienti dall’estero sui quali pagherebbe comunque dazio.
E in piú i paesi colpiti dai dazi generalmente applicano dei contro dazi come ritorsione, facendo aumentare i prezzi dei prodotti americani fuori dall’America, cosa che finirà per colpire anche le nostre tasche.
E se con un gioco di rinvii e di minacce sono stati messi parzialmente in stand-by, specie per determinati prodotti e paesi, sicuramente fa paura l’atteggiamento verso la Cina, anche qualora l’Europa finisse per trovare un accordo con gli Stati Uniti. Infatti le tariffe previste sui prodotti cinesi impattano anche 3 volte il valore del bene rendendolo fuori mercato, anche in virtù della risposta a muso duro della Cina, forte della sua posizione dominante nella manifattura e nella fornitura di materie prime, di cui l’America é dipendente.
E gli States vogliono usare i dazi alla Cina come merce di scambio con i paesi che vogliono essere esentati da quelli statunitensi: in pratica se vuoi vendere i tuoi prodotti in America non puoi fare affari con la Cina.
Ma fare affari con la Cina, per molti stati potrebbe essere comunque piú conveniente che farli con gli Stati Uniti se si è costretti a scegliere una delle due fazioni e soprattutto potrebbe non essere una scelta saggia avere la Cina come nemico perché potrebbe comunque inondare il mercato di prodotti a basso costo nonostante i dazi, rendendo comunque poco competitive le produzioni locali.
Alla fine il voler rompere l’equilibrio della globalizzazione potrebbe portare grossi problemi commerciali, e si sa che i problemi commerciali sono le vere cause delle guerre, specie con una situazione giá fumantina tra Ucraina, Medio Oriente e Taiwan.
Il rischio è che la guerra commerciale si trasformi in fisica con la discesa diretta dei soldati americani, cosa che potrebbe facilmente sfociare nella terza guerra mondiale.
Il problema è che la forza militare americana non é piú quella macchina da guerra presente negli immaginari collettivi, visto che la tecnologia militare russa unita alla forza produttiva e alle materie prime cinesi è in grado di mettere in campo un quantitativo di armi superiore ad una frazione del prezzo, e che soprattutto l’America è ormai costretta ad utilizzare semilavorati e materie prime di origine cinese nelle sue armi, che in caso di disaccordi smetterebbero di essere fornite.
Il rischio quindi per l’America é di fare la mossa sbagliata e di perdere non solo la faccia, ma anche la guerra e quindi il ruolo di prima potenza mondiale che gli ha consentito di usare il dollaro come moneta di scambio globale capace di influenzare l’economia mondiale e di ottenere finanziamenti a basso prezzo.
Sicuramente Trump è un buon giocatore di poker ed è probabile che dietro tutte queste mosse ci possa essere un bluff, ma il rischio che le cose possano andare storte, specialmente mettendosi contro un avversario che ragiona in maniera differente dal tuo modo di pensare, potrebbe essere parecchio pericoloso.
Ed è ancora piú pericoloso per quei paesi , come quelli europei, che dipendono da entrambe le parti in causa, visto che qualunque sia l’esito di una possibile guerra avrebbero comunque da perderci.
Voi cosa ne pensate? Trump tornerá sui suoi passi o si rischia di tornare alla guerra fredda?
Negli ultimi anni, il mercato dei prodotti falsi o alterati ha conosciuto una crescita significativa, favorita dalla globalizzazione e dalla diffusione degli acquisti online.
Tuttavia, dietro a un prezzo apparentemente conveniente si nascondono rischi notevoli, sia per chi acquista che per chi vende. Inoltre, è importante distinguere tra prodotti che sono semplicemente imitazioni legali (come i “dupe”) e quelli che sono invece falsi illegali, che violano diritti di proprietà intellettuale.
I prodotti falsi sono beni che imitano intenzionalmente un marchio registrato, cercando di ingannare il consumatore facendogli credere di acquistare un prodotto originale. Questi articoli spesso violano le leggi sul copyright, sui brevetti o sui marchi registrati. I prodotti alterati, invece, sono articoli originali che sono stati modificati in modo non autorizzato, ad esempio con l’aggiunta di componenti di bassa qualità o la rimozione di parti essenziali, o camuffando certificazioni o origine per vendere prodotti di specifiche piú modeste a prezzo maggiorato.
Un caso diverso è quello delle imitazioni legali, spesso chiamate “dupe”. Si tratta di prodotti che si ispirano a design o funzionalità di articoli di marca, ma senza utilizzare loghi o nomi protetti da copyright. Questi prodotti sono legali, purché non violino diritti di proprietà intellettuale, e sono spesso apprezzati da chi cerca alternative più economiche.
Acquistare un falso ci espone a diversi rischi, sia a livello di sicurezza, che di qualità che di assistenza dopo la vendita: difficilmente ci potremmo fare restituire i soldi se il nostro orologio falso smette di funzionare dopo un mese dall’acquisto.
Ma soprattutto ci espone a problemi di tipo legale: se non é reato possedere un prodotto contraffatto acquistarlo può esserlo, infatti é tollerato esclusivamente per l’uso personale, ma acquistarlo per rivenderlo o anche solo per regalarlo a un amico, un familiare o un parente o acquistarlo per conto di qualcun altro fa scattare le multe in quanto si verrebbe sanzionati per ricettazione, rischiando anche il carcere fino a 8 anni.
Va anche considerato che acquistare merci sospette o di illecita provenienza potrebbe portare al reato di incauto acquisto punito con sanzioni amministrative e con l’arresto fino a 6 mesi.
Ma se l’acquirente, magari in buona fede o in caso di falso grossolano puó evitare grossi guai, al piú limitandosi a ricevere delle sanzioni, il venditore dei prodotti contraffatti rischia sempre sia il carcere che le sanzioni, che a seconda dei casi possono arrivare sino a 1 milione di euro.
Ovviamente l’acquisto del prodotto puó essere intenzionale, ma potremmo anche incappare in un falso essendo convinti di avere acquistato un prodotto originale, magari di seconda mano.
Infatti per evitare queste spiacevoli situazioni alcune piattaforme online di compravendita di prodotti usati danno la possibilitá di certificare a pagamento il bene di lusso inviandolo ad un perito che fa da tramite tra venditore e acquirente e protegge l’acquirente dall’acquisto di un potenziale falso, riaccreditando la cifra spesa e inibendo la successiva vendita del prodotto contraffatto su quella piattaforma. Acquistare o vendere prodotti falsi o alterati comporta rischi significativi, sia dal punto di vista legale che della salute e della sicurezza e rappresentano una minaccia per i consumatori, i marchi legittimi e l’economia nel suo insieme. È fondamentale esserne consapevoli, privilegiando sempre la qualità e la legalità.
Piuttosto non potendo avere il prodotto originale, è preferibile acquistare un imitazione legale o un dupe, con i quali non ci si espone ai rischi di un prodotto contraffatto. Investire in prodotti originali o in alternative legali non solo protegge la salute e il portafoglio, ma contribuisce anche a sostenere un mercato equo e trasparente.
Vi é mai capitato di acquistare dei prodotti falsi o delle imitazioni. Cosa ne pensate?
Viaggiare puó essere costoso, quindi trovare delle soluzioni per risparmiare ci puó permettere di non rinunciare al viaggio dei nostri sogni.
Ci si deve infatti ingegnare tra voli low cost, magari facendo lo slalom tra regole assurde, servizi aggiuntivi e rischi di penali se si superano le dimensioni dei bagagli.
Stessa cosa per gli alloggi, che soprattutto dopo il covid sono diventati molto costosi, col paradosso che certi bed and breakfast o affittacamere , tra richiesta elevata e assurde regole locali, finiscono per costare piú degli hotel vanificando il risparmio di scegliere una struttura piú piccola.
Ma la voglia di risparmio fa aguzzare l’ingegno e nascono soluzioni creative per risparmiare sui viaggi, che possono portare a dei risparmi ma che possono nascondere delle fregature o quanto meno delle spese impreviste.
E spesso queste soluzioni arrivano dall’est europa come i pacchetti all you can fly di wizzair che permettono di fare un abbonamento ai voli low cost della compagnia, ma che al di lá di alcuni casi specifici tendono a rivelarsi costosi o poco convenienti rispetto ad una prenotazione standard, a causa di regole particolari, limitazioni o penali che possono mandare all’aria la convenienza di un pagamento anticipato trasformando l’operazione in uno strumento di marketing piú che un reale vantaggio per l’utente.
E qualcosa di simile è nato pure nel mondo delle agenzie di viaggio online, dove un operatore bulgaro, SuperStockTravel, ha inventato una formula particolare che offre prezzi dei voli particolarmente allettanti, ma con delle strane regole che , se non stiamo attenti, possono rivelarsi una fregatura per il nostro portafoglio, visto che per sua natura la formula non è il massimo della trasparenza.
Il loro sito denominato Fly9euro.com infatti propone un voucher per dei voli , per almeno 2 persone, per le principali destinazioni nazionali, europee ed internazionali che comprendono un volo andata e ritorno per 9.99 a persona, che diventano 49.99 per le destinazioni intercontinentali, da effettuarsi entro 12 mesi dall’acquisto del pacchetto. La cosa a prima vista sembra un affare ma in realtà é vincolato all’acquisto degli alloggi presso il loro sito, come specificato nelle condizioni dell’offerta.
Infatti non viene emesso un biglietto aereo all’acquisto del voucher ma lo riceveremo solo una volta acquistata la sistemazione alberghiera presso l’area riservata del sito a cui avremmo accesso dopo l’acquisto del voucher stesso.
Il problema é che il prezzo di questi alloggi non è specificato in anticipo, se non molto genericamente, ed è possibile consultarli solo dopo avere acquistato il pacchetto di volo non consentendoci di confrontare i prezzi con quelli che troveremo in autonomia.
E dato che nessuno regala nulla , qui si nasconde la gabola: il costo degli alberghi, a paritá di date e strutture è sensibilmente piú alto rispetto all’acquisto tramite altri canali andando a compensare la vendita sottocosto del biglietto aereo.
Questo potrebbe a conti fatti essere comunque conveniente, specie per date o destinazioni costose, ma il problema é che non avendo accesso ai prezzi degli hotel non è possibile sapere se la somma totale di volo e hotel ci conviene rispetto ad altri canali prima dell’acquisto del voucher.
Attenzione anche al fatto che se il volo é Ryanair sará necessaria la verifica dell’identitá del passeggero, dato che l’acquisto non é stato fatto direttamente presso il sito della compagnia, quindi bisognerá entrare nel sito della compagnia e fare una procedura a pagamento dove si inviano i documenti di identità e una foto per evitare che il biglietto aereo venga invalidato.
Non che si tratti di una truffa, dato che la cosa é specificata nelle condizioni del servizio, ma la cosa non é di certo campione di trasparenza.
Va inoltre fatto presente che il voucher si rinnova automaticamente per 3 anni dall’acquisto, addebitandoci, se non siamo partiti, ogni anno la stessa cifra pagata per i successivi 2 anni, a meno che non decidiamo di bloccare il rinnovo automatico come succede per i servizi di streaming.
Tra l’altro all’acquisto del voucher viene attivato di default una sorta di borsellino elettronico che preleva dalla nostra carta di credito 19.99 euro al mese da utilizzare come credito per il pagamento degli hotel, una sorta di piano di accumulo che ha il vantaggio di ricevere in credito il 5% in piú di quanto versato, ma che non è rimborsabile se si decide di rinunciare al viaggio. Fortunatamente il primo addebito avviene 7 giorni dopo il pagamento del voucher quindi si fa in tempo a disattivarlo se non si è interessati.
Alla fine è una sorta di strategia di marketing poco trasparente per costringervi a fare l’acquisto degli hotel, a prezzi alti, presso di loro per non perdere l’anticipo che abbiamo pagato con il voucher.
Non si tratta come detto di una truffa, visto che è tutto specificato nelle condizioni, che l’operatore bulgaro è regolarmente autorizzato, e che riusciremo effettivamente a fare la nostra vacanza, ma probabilmente non è così conveniente come possa sembrare all’inizio.
Voi lo conoscevate? Avete altri servizi o siti simili dal segnalare?
Uno dei sistemi di messaggistica piú longevi del mondo di internet sta per chiudere e non si tratta di uno strumento di nicchia sconosciuto ai piú ma di una piattaforma mitica come Skype che a partire dal 5 maggio 2025 verrá , salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, spenta definitivamente dopo 22 anni di onorato servizio.
Infatti il popolare sistema di messaggistica ha subito nel tempo un tracollo di utenti passando dai 300 milioni giornalieri agli attuali 36, sia per la concorrenza di sistemi di comunicazione piú moderna come WhatsApp o Telegram, sia per la nascita di strumenti dedicati su videoconferenza come Zoom o Meet che hanno sostituito un applicazione tuttofare con dei tool mirati.
Ma i tempi cambiano e anche Microsoft , proprietaria del servizio, ha deciso di tagliare la spina al servizio per favorire la diffusione del piu moderno Teams che lo andrá a sostituire anche per gli utenti consumer, sebbene non erediterá tutte le sue funzioni nella versione gratuita.
Ovviamente non si perderanno i contatti, dato che giá da tempo skype è collegato con un account Microsoft e che lo stesso account puó essere utilizzato con la versione gratuita di Microsoft Teams, dove dopo una breve procedura di migrazione troveremo le nostre comunicazioni e i nostri contatti che avevamo su Skype. Dovremmo inoltre , se ne avessimo ancora a disposizione, consumare il nostro credito Skype per le telefonate quanto prima, in quanto la versione gratuita di Teams non supporta le telefonate, anche se per un periodo limitato sará possibile utilizzarlo per le chiamate in uscita tramite Teams Free o il sito di Skype che rimarrá attivo temporaneamente.
Sono infatti stati rimossi dalla vendita i servizi a pagamento di Skype, come gli abbonamenti telefonici, la ricezione di chiamate, l’invio di sms, con i servizi in abbonamenti attivi sino a maggio o alla scadenza del credito.
In questo periodo di dismissione e fino alla chiusura si potranno contattare utenti Skype dalla versione gratuita di Teams e viceversa, per poi proseguire solo su Teams, mentre chi non volesse fare il passaggio ha tempo sino a gennaio 2026 per scaricare una copia delle proprie conversazioni.
Skype, inventata dagli sviluppatori del sistema di file sharing Kazaa e passata di mano piú volte era stata acquisita nel 2011 da Microsoft per eliminare dal mercato un concorrente del suo MSN Messenger ma finí per sostituirlo in quanto dotato di funzionalitá piú avanzate, come la videoconferenza e la possibilitá di effettuare telefonate a numeri fissi e mobili.
La tecnologia di Skype è inoltre servita a Microsoft per creare Teams, il software di video comunicazione aziendale incluso in Office e che nel tempo è stato offerto anche ai privati, rendendolo uno dei software piú utilizzato durante il lockdown nel periodo del covid.
E Teams si appresta a sostituire Skype anche per le chiamate personali, facendo finire nell’oblio un software mitico destinato ad essere dimenticato come successo con altri mitici suoi colleghi come il già citato MSN Messenger, ICQ, AIM o C6.
Quando si deve valutare che tipologia di automobile scegliere, spesso ci si affida a schede tecniche, dimensioni, caratteristiche, prezzo, tipo di alimentazione, ma si soprassiede su alcuni dettagli che possono incidere sul costo di possesso della macchina.
Infatti generalmente valutiamo il prezzo di acquisto, gli eventuali incentivi, i consumi, la formula finanziaria con la quale acquistarla o noleggiarla, ma difficilmente penseremo al costo delle riparazioni o del valore alla rivendita a fine vita.
E se la scelta verte su auto elettriche o ibride , dotate di costose batterie, le spese possono essere ingenti rispetto a quelle che avremmo con auto termiche.
Infatti le batterie di trazione delle auto ibride ed elettriche sono componenti parecchio costose e generalmente non riparabili, almeno ufficialmente. Questo significa che qualora necessitasse una sostituzione il costo della riparazione potrebbe superare il valore della macchina, costringendoci magari alla rottamazione di una macchina recente, con buona pace dell’ambiente, perché non economicamente conveniente.
E se è vero che la batteria non si guasta spesso, quindi potrebbe essere un rischio accettabile da correre, quelli che possono capitare sono gli incidenti stradali, che potrebbero coinvolgere la batteria.
E la cosa diventa importante quando ci sono di mezzo le assicurazioni, infatti le procedure delle case impongono il cambio delle batterie di trazione in caso di incidenti gravi, anche se le batterie non sono state coinvolte nell’urto. E il problema è la definizione di incidente grave che potrebbe differire tra quello che intende la casa madre e quello che l’assicurazione risarcisce.
Infatti alcune case ritengono grave, con annessa sostituzione delle batterie di trazione, un incidente che faccia scoppiare gli airbag indipendemente dal fatto che le batterie siano state coinvolte, in modo da tutelarsi contro possibili malfunzionamenti dopo la riparazione.
Ma le assicurazioni generalmente pagano sino al valore dell’auto, quindi se la macchina vale 15.000 euro e la sola sostituzione delle batterie costa 30.000 l’assicurazione liquiderá il valore dell’auto usata, lasciandoci nei problemi anche se la colpa dell’incidente è dell’altro veicolo.
Proprio per la presenza di batterie, componentistica elettronica sofisticata e l’obbligo di corsi di formazione e patentini per poter intervenire la riparazione delle auto elettriche é piú costosa, e il rischio della sostituzione delle batterie che rende antieconomiche alcune riparazioni fá si che il valore dell’usato sia relativamente basso, cosa che accentua il problema del costo di liquidazione dei danni da parte delle assicurazioni.
Inoltre il valore del pacco batterie le rende particolarmente appetibili per i ladri, infatti molti proprietari di auto elettriche o ibride si sono trovati la macchina aperta per smontare il pacco batterie con costi abnormi per il ripristino, oltre a tempi di attesa importanti dato che si tratta di ricambi non sempre reperibili con facilitá.
Questo porta alla necessitá di dotarsi di polizze contro il furto e che contemplino anche il furto della batteria, pena rischiare di doversi accollare la spesa in caso ci venisse rubata o peggio di dover rottamare la macchina dopo il furto in quanto potrebbe rivelarsi antieconomica sostituirla.
Alla fine si tratta di eventi sfortunati che capiteranno statisticamente a pochi, ma che potrebbero diventare particolarmente importanti per il nostro portafoglio, specie se stiamo ancora pagando le rate della macchina e siamo costretti a doverne ricomprare un’altra a seguito di questi eventi, e nonostante la colpa non sia la nostra.
Voi cosa ne pensate? Avete messo in conto anche questa eventualitá nella scelta della macchina?