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Se è vero che ormai la musica liquida, quella ascoltata in forma digitale o in streaming, è diventato il modo più utilizzato per ascoltare la musica, da qualche tempo stanno tornando di moda i vecchi vinili.
Infatti se la musica liquida è il metodo più comodo poiché ci consente di avere sempre con noi tutta la nostra discografia preferita, dall’altra parte ci fa perdere il concetto di possedere fisicamente l’album, che tra le altre cose è sempre stato anche una sorta di feticcio da collezionare che lega l’artista al fan, e che ci consente di apprezzare quella parte di creatività che non esce soltanto dalle casse, e quale migliore modo di farlo se non con il formato fisicamente più grande?
Non si tratta infatti di portarsi la musica in giro o di ottenere la migliore qualità, dato che a meno di avere impianti costosi e orecchi sopraffini il vinile non è migliore di un cd o di un buon file digitale, ma il rituale di mettere il disco sul piatto, posare la testina, godersi la copertina merita senz’altro l’acquisto o il recupero di un giradischi.
Spesso poi si vogliono recuperare degli album non più disponibili in altri formati oppure riascoltare un disco appartenuto a un parente o di quando eravamo bambini
Ovviamente possiamo recuperare vecchi vinili e giradischi che avevamo in cantina o che potremmo recuperare dal mercato dell’usato oppure rivolgerci al nuovo.
C’è da dire che nonostante la moda del momento il mercato resta una nicchia, quindi i produttori rimasti in attività non sono poi tanti quindi anche la varietà di prodotti sul mercato è limitata e spesso si tratta di uno stesso prodotto di provenienza asiatica, spesso di qualità non eccelsa, venduto da più marchi.
Troviamo infatti nella fascia più economica del mercato , entro i 100-150 euro, dei prodotti completamente in plastica , spesso dalle forme retrò, che a volte hanno le casse integrate e che hanno un grosso difetto: non è possibile calibrare in maniera corretta il peso della testina, questo significa che la testina con l’uso andrà a graffiare il disco più del dovuto, rovinandolo e questo significa dover buttare il disco dopo pochi ascolti: se è vero che si risparmia all’acquisto, per contro si va a rovinare la propria collezione di dischi, pensate se abbiamo sul piatto qualche edizione introvabile di grande valore, economico o anche affettivo perché magari appartenuto a vostro padre o vostro nonno, il mio consiglio è evitare questi plasticoni, meglio spendere poche decine di euro in più per prodotti che anche se non avessero il miglior suono del mondo quantomeno non rovinano i dischi.
Troviamo poi dei prodotti di fascia media, dai 150 ai 350 euro, che quanto meno hanno braccio regolabile e testine sostituibili con facilità, nonostante quasi tutti provengano dalla stessa fabbrica in cina si differenziano per il marchio, a volte per l’estetica e per qualche caratteristica tecnica: alcuni hanno la trasmissione a cinghia , più silenziosa ma soggetta ad usura, e alcuni quella diretta , preferibile per un uso da dj dove si ha necessita di variare la velocità e di poter fare lo “scratch”, qualcuno ha la connessione bluetooth per poterli collegare ad una cassa o ad una cuffia senza passare dall’impianto, molti hanno una presa usb per poter digitalizzare al computer i vecchi vinili, quasi tutti quelli di produzione moderna hanno un’uscita rca standard preamplificata , adatta all’ingresso aux degli impianti recenti, al posto di quella phono dei vecchi impianti o comunque di un selettore per poter scegliere la tipologia di uscita.
Troviamo poi prodotti di fascia medio-alta prodotti da case specializzate , sia di recente costituzione, che con una lunga storia alle spalle nella costruzione di giradischi dove l’attenzione ai dettagli e alla qualità è molto alta, ma anche il prezzo di listino: è la soluzione ideale per chi ha già esperienza coi giradischi, suonano meglio ma spesso richiedono qualche attenzione in più , e magari l’acquisto di qualche accessorio dedicato, che li rendono poco adatti a un neofita.
La soluzione alternativa è invece recuperare un vecchio giradischi: dato che si tratta di un prodotto relativamente semplice, spesso basta una pulizia, una eventuale sostituzione della cinghia e/o della testina per rimetterlo in funzione. Sicuramente la qualità costruttiva, anche dei prodotti all’epoca relativamente economici, ad esempio quelli di produzione giapponese, è migliore di quelli di attuale produzione anche di un certo prezzo.
L’unica cosa a cui stare attenti è che quasi sicuramente il giradischi avrà solo l’uscita phono quindi se vogliamo collegarlo agli ingressi aux di un impianto moderno , a meno che non abbia un ingresso phono dedicato presente ormai solo in prodotti di alta fascia , ci dovremo procurare un preamplificatore phono, che comunque si trova anche con 30 euro.
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