Autore: admin

  • Quale tipo di macchina fotografica fa al caso nostro?

    Rispetto a qualche anno fa, si acquistano sempre meno macchine fotografiche, questo perchè i telefonini infatti hanno quasi sempre integrata una fotocamera, e sopratutto se il telefono è di fascia medio-alta, riesce a fare delle foto accettabili.  Considerando la comodità di averlo sempre con noi e di non doverci portare appresso un secondo apparecchio, il cellulare sta soppiantando la macchina fotografica per fare delle foto senza troppe pretese.

    Ovviamente fotografare con un telefonino è sempre una soluzione di compromesso, dato che sensori , obiettivi e processori d’immagine, anche per via delle dimensioni sono limitati e quindi il risultato non sarà mai comparabile con una macchina fotografica “vera”, specie quando si ha a che fare con situazioni difficoltose, come oggetti in movimento, scarsa luminosità, particolari ravvicinati (macro), etc.

    Sono le fotocamere compatte a soffrire maggiormente l’avvento della funzione camera dei telefoni, mentre chi è appassionato, o comunque vuole avere un’apparecchiatura che consenta di scattare qualsiasi tipo di foto, senza rischiare di perdere il momento, magari irripetibile, si indirizzerà su una fotocamera degna di questo nome.

    Fotocamera compatta

    Come detto esistono varie tipologie di fotocamere, le più comuni sono quelle compatte, solitamente completamente automatiche, che sono facili da usare e da portare in giro, costano relativamente poco, ma che non permettono un’uso avanzato della macchina, o l’uso di particolari tecniche fotografiche.

    Bridge

    Un gradino più sopra ci stanno le bridge, un pochino più ingombranti, e meno immediate da usare, permettono controlli manuali (seppur con qualche limitazione), e hanno obiettivi con un’estensione importante, che permettono di fotografare in diverse situazioni senza dover (ma neanche potere) cambiare obiettivo per adeguarsi a ciò che si vuole fotografare.

    Reflex

    Il top della categoria è rappresentato dalle reflex, le macchine fotografiche con obiettivi intercambiabili, usate anche dai professionisti del settore. Seppure ingombranti e costose, consentono la massima versatilità per via della possibilità di cambiare gli obiettivi, dei controlli completamente manuali (che pero’ vanno saputi usare!!) e dalla disponibilità di accessori dedicati alla più particolare esigenza, oltre a garantire i risultati migliori. C’è  però da dire che la bella foto la fa il fotografo e non la macchina, dato che potremmo anche avere la macchina migliore, ma se non abbiamo la giusta tecnica faremo comunque delle fotografie mediocri!

    Mirrorless

    Una via di mezzo sono invece le mirrorless, una sorta di reflex più compatte, che facendo a meno del mirino, e utilizzando obiettivi e sensori un pò più piccoli hanno delle dimensioni più compatte, dando la possibilità di avere una macchina fotografica ad obiettivi intercambiabili che occupi poco spazio, mantenendo comunque una buona qualità dell’immagine.

    La macchina giusta dipende molto dall’uso che ne  vogliamo fare, dalla nostra passione per la fotografia e dal budget a disposizione. Una compatta tende a costare tra i 50 e le 300 euro, ed è utile da avere sempre con se per delle foto estemporanee e senza troppe pretese, ma pur sempre mantenendo una qualità superiore ad una foto scattata con un telefonino.

    La bridge invece è una soluzione per chi vuole una compatta più evoluta,senza i costi e la necessita di cambiare obiettivi: una macchinetta multi uso che possa coprire un po tutte le esigenze, e magari farci iniziare a prendere confidenza con le tecniche fotografiche e i controlli manuali. Ottima anche per i viaggi brevi, dove magari non possiamo dedicare un bagaglio a mano alla sola attrezzatura fotografica. Si spende dalle 150 alle 800 euro per questo genere di prodotti.

    Se invece siamo appassionati di fotografia, e magari non siamo alla prima macchina la scelta andrà sulla reflex, le cui qualità fotografiche sono indiscusse, ma che ci porterà in un mondo che se ci appassionerà veramente ci farà spendere tanti soldi (solo la macchina costa dai 300 alle migliaia di euro) in obiettivi, flash e accessori vari.

    Le mirrorless sono un po un ibrido tra reflex e bridge: si ha il vantaggio dell’ottica intercambiabile con le dimensioni ridotte di una bridge, e una qualità molto vicina a quelle della reflex, spendendo poco di meno rispetto alle sorelle maggiori. Molte mirroless hanno delle sezioni video molto ben realizzate, consentendo di sostituire egregiamente anche una videocamera (cosa che però è possibile anche con gli altri tipi di fotocamera).

    La scelta dipende tanto da quanto fotograferemo e da quale è il nostro soggetto: se l’idea è fotografare qualche panorama o qualcosa all’aperto, più o meno tutte le macchine fotografiche vanno bene, ma per  fotografare un animale in movimento, o in una stanza buia avere una macchina di buona qualità farà la differenza tra una foto da buttare e una da incorniciare.

     

     

  • Comprare su internet dall’estero

    Comprare su internet dall’estero

    Acquistare prodotti in rete generalmente è più conveniente rispetto ai negozi fisici, poichè la concorrenza è maggiore: il venditore non dovrà solo confrontarsi con i colleghi del suo quartiere, o della sua città, ma con un mercato globale.

    C’è da dire che allargare gli orizzonti per cercare convenienza lontano non è sempre l’opzione migliore, ma dipende molto da cosa cerchiamo, e da quando ci serve.

    Infatti se abbiamo necessità di qualcosa urgentemente, andremo nel negozio sotto casa, non dando troppo peso al prezzo, ma se non si ha premura si possono fare buoni affari.

    Il primo scoglio della nostra ricerca sono i confini nazionali: sicuramente acquistare nel nostro paese ci da una tutela maggiore, sopratutto in caso di interventi in garanzia : spedire  un prodotto in italia costa sicuramente meno che fuori confine, oltre ad arrivare prima, specie se fuori europa. Inoltre fuori dal nostro paese anche la comunicazione si fa più difficile, in particolar modo se non si ha dimistichezza con le lingue straniere.

    Se poi il venditore spedisce da fuori la comunità europea le cose si complicano abbastanza. Difatti i prodotti acquistati entro i confini della comunità europea e destinati all’europa, anche per via di alcune direttive comunitarie sono grossomodo gli stessi che troveremo nel nostro paese, quindi saremmo praticamente certi di poterlo utilizzare anche da noi ,al limite procurandosi qualche adattatore. Un prodotto non  destinato all’europa potrebbe invece essere sensibilmente differente da quello venduto da noi (possono variare la dotazione, gli accessori, ma anche le funzionalità per meglio adattarsi al paese di destinazione) o addirittura non funzionare  in Europa. Inoltre anche la garanzia, che in tutta la comunità europea , seppur con qualche limitazione, copre fino a due anni, fuori dal nostro continente generalmente si riduce a solo un’anno, ma secondo cosa si è comprato, rispedire in garanzia il prodotto potrebbe non convenirci affatto, dato che la spedizione rischia di costarci ben di più di quanto lo abbiamo pagato.

    C’è da aggiungere che tutti gli acquisti al di fuori della comunità europea passano per la dogana: questo si traduce in incerti costi aggiuntivi, e lunghi tempi per la consegna, per via di una burocrazia nostrana tutt’altro che snella, che tende a bloccare le nostre spedizioni per il  lungo tempo necessario allo sdoganamento.

    Difatti qualsiasi pacco spedito da fuori UE passerà per gli uffici della dogana, che ne ispezioneranno il contenuto , sia per evitare l’importazione di articoli vietati nel nostro paese, e sia poichè vanno pagate delle tasse per l’importazione, a meno che il valore non sia talmente esiguo (all’incirca sotto i 20 euro)  da esserne esente.  Questa operazione richiederà del tempo , specie se il valore doganale dichiarato non corrisponde a quanto stimato dalla dogana o se per quell’articolo fosse necessaria della documentazione aggiuntiva, e i tempi possono allungarsi ,fino a raggiungere anche i tre mesi dal giorno in cui il prodotto varca il suolo italiano.

    A parte i casi esenti per via di valori sotto la soglia minima,  avremmo da pagare  l’IVA (generalmente il 22% del valore doganale della merce e del costo di spedizione) , più eventuali dazi e i costi di sdoganamento (circa 11 euro), in contrassegno alla consegna del pacco.

    Ovviamente uno sbattimento tale con la dogana,  è giustificato solo se ci troviamo di fronte a un prodotto introvabile da noi, o se  il prezzo pagato è notevolmente più conveniente , magari in virtù di un tasso di cambio favorevole,  avendo però cura di considerare per bene le spese doganali, i tempi (teniamo conto che un prodotto hi-tech comprato appena uscito, in caso di tre mesi di fermo doganale rischia di svalutarsi sensibilmente) e i costi di spedizione, che non sono affatto trascurabili (ad esempio spedire con corriere un pacchettino dagli Stati Uniti può costarci anche oltre 100 euro, figuriamoci se il pacco fosse ingombrante e pesante…) .

    C’è anche da dire che alcuni siti esteri (ad esempio i siti americani di amazon o ebay) stanno iniziando a fornire un servizio di sdoganamento anticipato: le pratiche vengono seguite dal venditore tramite un’agenzia doganale, quindi si conoscono e si pagano a priori i costi di sdoganamento, tagliando sensibilmente i tempi di consegna, ed evitando le lungaggini burocratiche della nostra dogana.

    Un’altro problema, oltre a quelli citati, è che molti negozi online extra comunitari consegnano solo nel proprio paese d’origine. Anche qui ci si può ingegnare, se si ha un parente o un conoscente nel paese del venditore si può chiedere che faccia l’acquisto per nostro conto, o quanto meno si può far consegnare la merce al suo indirizzo, per poi farcelo rispedire a casa nostra.

    Ma non tutti possono avere qualcuno oltre confine, o magari non si ha voglia di disturbare lo “zio d’america”, pertanto sono nati specie negli Stati Uniti, dei servizi di remailing (ad esempio MyUs.com, usabox.com, usa2me.com , Shipto.com,  nybox.com,  ipsparcel.com,  usgobuy.com e simili ) , che forniscono un’indirizzo locale per la ricezione di corrispondenza, e che provvedono a rispedirla all’indirizzo di casa vostra, eventualmente raggruppando le spedizioni in un’unico invio periodico. Non sono servizi propriamente economici, ma a volte sono l’unica ancora di salvezza, specie perchè all’occorrenza mettono a disposizione dei servizi aggiuntivi che possono essere indispensabili quando il venditore adotta delle politiche restrittive sulla nazionalità del compratore, esempio impedendo il pagamento con carte di credito estere, o la consegna a caselle postali : in quel caso sarà il sito di remailing a occuparsi per nostro conto dell’acquisto, ovviamente ad un costo extra.

    Alla fine della fiera l’acquisto extra comunitario, con le relative difficoltà che questo comporta, conviene solo quando non se ne può fare a meno: comprando in europa l’acquisto sarà molto più immediato e sicuro, e spesso a conti fatti è anche la scelta più conveniente.

  • Auto: fare il tagliando costa ma fa risparmiare

    Chiunque abbia un’automobile sa che a intervalli regolari (al raggiungimento  di un certo chilometraggio o comunque ogni anno) è previsto dal costruttore dell’auto un’intervento di manutenzione, praticamente obbligatorio, chiamato “tagliando”.

    L’intervento varia da automobile a automobile, e in base al chilometraggio, includerà dei controlli generali sull’efficienza della vettura, la sostituzione o il rabbocco dei liquidi, la pulizia o sostituzione dei filtri e di altre parti soggette ad usura, più alcuni interventi periodici necessari per evitare il cedimento di alcuni organi vitali dell’auto.

    Sostanzialmente fare manutenzione è una mossa vantaggiosa: un’auto trascurata (ad esempio per via di perdite, mancato cambio di olio e filtri) rischia di essere meno efficiente, quindi consumare di più, oltre ad esporsi più facilmente a guasti importanti , la cui riparazione costare anche più del valore della vettura.

    Altro aspetto è legato alla garanzia della vettura: si è obbligati a fare i tagliandi , come da specifica del produttore, per tutta la durata della copertura, pena la decadenza della garanzia stessa. Se questo prima significava rivolgersi esclusivamente presso le concessionarie e le officine autorizzate della casa, da qualche tempo a questa parte , per via di una direttiva della comunità europea, è possibile avvalersi di centri specializzati non facenti parte della rete di assistenza ufficiale, a patto che si rispettino i controlli , le tempistiche e le specifiche relative al tagliando, rilasciate dalla casa costruttrice.

    Ovviamente il costo dei tagliandi in concessionaria è abbastanza esoso, specie per i marchi più prestigiosi, quindi potersi rivolgersi a meccanici ugualmente preparati, ma che non hanno l’insegna della casa può significare un risparmio importante.

    Per questo sono nate delle catene di officine (ad esempio Midas,  A posto, Checkstar, Point Service, Bosch Car Service e simili) dove  è possibile fare il tagliando mantenendo la garanzia della casa , che grazie al coordinamento della sede centrale , permette gli aggiornamenti (sia a livello di formazione del personale, che di software e attrezzature) necessari a mantenere lo status di tagliando “ufficiale”, anche grazie al fatto di essere spesso emanazione di grossi produttori o distributori di componentistica per auto.

    Ovviamente il piano di manutenzione ufficiale a volte è un po troppo premuroso: qualche intervento a volte può essere evitato o rimandato, anche se è bene non tralasciare l’intervento senza un parere del meccanico, pertanto una volta scaduta la garanzia ci si può rivolgere senza problemi al meccanico di fiducia o a quello più comodo senza tante remore.

    Anche qui qualche piccolo consiglio: possibilmente è sempre meglio rivolgersi a un meccanico di fiducia, che volendosi tenere il cliente difficilmente vorrà tirarci una fregatura, magari suggerendo interventi non necessari.

    Altrimenti ,per risparmiare, le stesse catene di officine nominate poco più sopra, spesso fanno delle offerte sugli interventi di manutenzione, quindi sicuramente interpellarli per un preventivo potrebbe essere conveniente, oltre ad avere generalmente un tariffario competitivo.

    A volte poi è possibile risparmiare tramite i siti di coupon (ad esempio Groupon, Groupalia e simili) dove tra i vari deals può capitare anche il tagliando dell’auto presso un meccanico che magari vuole farsi conoscere, consentendoci di fare la manutenzione della nostra auto a prezzi stracciati.

  • Risparmiare su detersivi e prodotti per la casa

    Risparmiare su detersivi e prodotti per la casa

    I prodotti detergenti sulla casa sono uno degli elementi della spesa che si prestano ai maggiori risparmi per svariati motivi: non essendo facilmente deperibili  potremmo avvalerci di offerte famiglia su grandi formati o confezioni multiple, farne incetta in caso di sottocosto, oltre ad essere una categoria di prodotti dove si possono trovare sostituti validi non di marca.

    Ovviamente, come già detto, il prodotto discount va sperimentato, ma spesso la qualità dei prodotti no-brand è buona, specie su alcuni prodotti per la casa e gli accessori per la pulizia (secchi, stracci, scope, etc.)

    Questo significa che l’opzione discount può essere presa in considerazione, ma non solo: anche i prodotti sfusi (alla spina), reperibili in negozi specializzati e in qualche supermercato possono essere un’idea: portandoci da casa il contenitore, andremmo a pagare solo per la quantità desiderata, risparmiando sul prezzo perchè non si paga l’imballaggio e i costi di trasporto per il venditore sono più contenuti.

    Altra possibilità sono i centri specializzati in prodotti per la casa (ad esempio le catene Risparmio Casa, Maury’s, Acqua e Sapone), questi negozi di grandi superficie riescono a fare prezzi più convenienti dei supermercati,  per via delle quantità trattate: non essendo prodotti deteriorabili possono stoccare le merci anche per lungo tempo, pertanto possono piazzare ordini più consistenti ai produttori spuntando dei prezzi più bassi, che si traducono in un risparmio per il cliente. Inoltre, similmente ai discount, si possono trovare dei prodotti col marchio della catena, a prezzi molto conveniente anche fuori dalle offerte volantino, e spesso di ottima qualità .

    Poi ci sono sempre le offerte dei supermercati: spesso vengono fatte delle offerte civetta molto convenienti su confezioni multiple (generalmente non mancano mai nei volantini detersivo per lavatrice, per i piatti, ammorbidente, oltre a  carta igienica e carta casa): non andando a male, possiamo approfittarne, spazio in dispensa permettendo, magari permettendoci di acquistare 3 confezioni a poco più del prezzo che pagheremmo per una sola.

    Ad ogni modo, teniamo sempre a mente il prezzo fuori offerta  e la confezione del prodotto desiderato, spesso in queste offerte i formati o le fragranze dei prodotti possono non essere quelli più comuni, e ciò potrebbe trarre in inganno facendo pensare a un risparmio maggiore di quello effettivo, quando ad essere in offerta multipla è la varietà meno costosa di quel determinato prodotto.

  • Guida all’acquisto : il tablet

    Da qualche anno si è affacciato nelle abitudini degli italiani un nuovo gadget tecnologico: il tablet, la tavoletta che possiamo considerare come anello di congiunzione tra lo smartphone e il computer.

    Dallo smartphone eredita il sistema operativo (Android, Apple iOS o Windows) con le relative app, seppur con qualche aggiustamento per via dello schermo più ampio, lo schermo touch-screen e alcune volte la parte telefonica. Dal pc eredita parte delle funzioni, dato che il tablet può essere comodamente utilizzato per le funzioni più semplici generalmente demandate al computer, come navigare, leggere la posta elettronica, sentire la musica o guardare un film.

    Come detto è un’anello di congiunzione tra i due mondi ma non li sostituisce completamente: non si ha la potenza di calcolo, l’espandibilità e le periferiche di un pc, ne l’estrema trasportabilità dello smarphone, che abbiamo sempre in tasca in ogni momento della giornata.

    Sostanzialmente quando si va a scegliere il tablet abbiamo da fare alcune considerazioni: ci serve la funzionalità telefonica, quale è la dimensione corretta che ci è più comoda, quale sistema operativo scegliere?

    Per la prima domanda la risposta dipende dall’uso che ne andremo a farne, da dove lo utilizzeremo più frequentemente e dalla disponibilità di connessioni wi-fi. Se abbiamo in mente di usarlo principalmente a casa (o comunque in luoghi dove è disponibile un’accesso a internet in wifi)  e abbiamo già un’accesso a internet potremmo pensare a un modello solo wi-fi, se invece lo usiamo nei tragitti casa-lavoro (magari come navigatore satellitare, o per navigare in internet sui mezzi pubblici), o pensiamo di portarcelo in vacanza o nella seconda casa, o comunque di usarlo dove non abbiamo connessione può avere senso sceglierne uno con connessione 3G.

    Ovviamente se lo scegliamo con connessione 3G dovremmo dotarci di un’abbonamento dati , dove a fronte di un costo mensile avremmo a disposizione un tot di dati o di ore di navigazione, oltre a mettere in conto una spesa maggiore per l’apparecchio. Il vantaggio però può essere che è possibile acquistare dei pacchetti tablet + piano dati direttamente dai gestori telefonici, con cui è possibile pagare  la rata mensile del tablet direttamente nella bolletta dell’abbonamento.

    Per il discorso dimensioni, la scelta dipende un po dai gusti e da come si pensa di utilizzarlo. Quelle più comuni sono da  7, 8 e 10 pollici. Esiste poi qualche prodotto di dimensioni ancora superiori , ma superati i 10 pollici , peso e dimensioni ne rendono sconsigliabile il trasporto e l’uso al di  fuori delle mura domestiche. Difatti per un uso in mobilità sono da preferire quelli più piccoli, da 7 pollici, che pur pagando lo scotto di risoluzioni minori (e quindi meno indicati per l’uso frequente sui testi o per godersi un film) possono stare più comodamente in una borsetta, ed essere portati con noi quotidianamente. Un’altro vantaggio è che possono essere tenuti anche con una sola mano, rendendo più comodo l’uso a letto. Per contro  i 10 pollici, che avendo  lo schermo più grande e risoluzioni maggiori  permettono di leggere o scrivere  i testi , navigare o guardare i video più comodamente, sono più scomodi da trasportare. Esistono poi delle dimensioni intermedie , gli 8 pollici , formato dell’ ipad mini,  che pescano dai due mondi rimanendo comunque trasportabili senza sacrificare troppo dimensioni e risoluzione dello schermo : la scelta anche qui dipende dall’uso che prevediamo di farne.

    Per quanto riguarda il sistema operativo, come per gli smartphone, è più una scelta di gusti personali,  dato che bene o male le funzionalità sono molto simili. Magari su ipad (che a parità di dimensioni è più costoso dei concorrenti) possiamo trovare qualche applicazione dedicata a usi specifici (esempio in campo musicale o fotografico) non ancora disponibile per altri sistemi , ma a causa di un app store più chiuso e controllato si trovano meno app gratuite e non si ha a disposizione il player flash (utile per visualizzare i siti non pensati per i dispositivi mobili) che è disponibile su Android, seppur non in tutte le versioni,  oltre a una più vasta scelta di accessori dedicati.  Su Android , soluzione sicuramente più economica (si trovano tablet low cost addirittura per meno di 50 euro!), si trova il più ampio catalogo di  applicazioni  di cui buona parte gratuite, ma si paga un po in fatto di sicurezza, poichè  a causa di controlli più blandi potremmo scaricarne di malevole. Windows invece sul fronte app ha il catalogo più limitato, anche se le principali applicazioni sono comunque disponibili, ma ha il vantaggio di avere di serie Office per poter creare i propri documenti evitando la spesa dell’acquisto di una app dedicata.

  • Passare al Car sharing conviene davvero o è solo una moda?

    Da qualche tempo anche in Italia sono arrivati i servizi di car sharing, dove si può utilizzare un’automobile comune pagando esclusivamente un conto orario di noleggio.

    Questo genere di servizio ha alcuni pregi e alcuni difetti, che andranno accuratamente messi sulla bilancia per capire se ci conviene o meno l’uso di questo utilizzo evoluto dell’automobile.

    Sicuramente per l’ambiente è un vantaggio, il sistema, almeno in teoria nasce per fare a meno di un’auto di proprietà, e meno auto che girano per la città significano meno traffico e meno inquinamento.

    Sicuramente per l’auto che prendiamo a noleggio non pagheremo la rata, l’assicurazione, il bollo, la manutenzione, il cambio dei pneumatici, il carburante: tutte spese importanti nel bilancio familiare, ma ci conviene davvero abbandonare l’auto di proprietà per il car sharing ?

    Il discorso dipende tanto dall’uso che facciamo della macchina, dalla quantità di chilometri che percorriamo mensilmente, dalla presenza di congestion charge zone (ad esempio l’Area C di Milano, dove si pagano 5 euro per entrare nel centro storico con l’automobile) e parcheggi a pagamento nei nostri tragitti e dalla disponibilità di mezzi pubblici per i tragitti abituali.

    La cosa è importante, perchè questi servizi sono erogati nelle città più grandi del nostro paese, che pullulano di divieti, zone a traffico limitato e scarseggiano i parcheggi liberi e non nel paesino di provincia, dove il sistema avrebbe meno senso.

    Se prendiamo in considerazione i costi e il funzionamento dei due servizi più sviluppati nel nostro paese, Car2go del gruppo Mercedes (che usa le Smart) , e Enjoy del gruppo Eni (che usa le Fiat 500 e 500L)  vedremo che i servizi sono accomunati  da una tariffa oraria, pagata a minuto valida entro i primi 50 km di utilizzo, al quale si aggiunge un extra a chilometro qualora si superino i 50km inclusi. Esistono anche meccanismi di “price cap” che limitano il costo massimo orario e giornaliero del noleggio fino a un massimo stabilito. Il sistema made in italy inoltre fa una differenziazione tra tariffa di marcia e di sosta , definendo un costo più basso per quando teniamo parcheggiata la macchina, senza renderla disponibile ad altri clienti.

    Il funzionamento pratico è relativamente semplice, una volta iscritti al servizio è possibile prenotare l’automobile più vicina , che può essere in una qualunque parte dell’area di copertura del servizio, via internet, call center o smartphone oppure prenderne una disponibile per strada . Le auto sono facilmente riconoscibili per via della loro colorazione e per la presenza di adesivi col nome del servizio. A seconda del servizio saliremo sulla vettura avvicinando la nostra tessera a un lettore posto sull’autovettura, o sbloccando le portiere con il proprio telefono cellulare tramite app o sms. Una volta saliti in auto si inserisce un PIN, si risponde ad alcune brevi domande sullo stato della vettura e si parte per la nostra destinazione.

    Una volta arrivati si parcheggerà (nel caso di Milano gratuitamente nei parcheggi blu a pagamento e in quelli gialli riservati ai residenti)  e si potrà scegliere se mantenere a nostra disposizione l’auto, chiudendola con la chiave fino al termine della nostra commissione o terminare il noleggio, rendendola disponibile per il successivo cliente.

    Il vantaggio di non dover perdere tempo a trovare un parcheggio gratuito, vista anche la disponibilità di parcheggi dedicati, unito all’ingresso gratuito al centro sono sicuramente un risparmio di tempo e di soldi, ma a livello economico conta tanto il fatto che sia un percorso abituale o uno sporadico.

    Infatti il sistema ha dei costi non proprio bassi (sempre nel caso di Milano 0.29 al minuto + 0.29 al km dopo i primi 50 per Car2Go e 0.25 al minuto in marcia e 0.10 al minuto in sosta  + 0.25 al km dopo i primi 50 per Enjoy) che li rendono concorrenziale nei confronti del taxi, ma non dei confronti di un’auto privata specie se usata con frequenza.

    Infatti con un’uso molto moderato dell’auto per un breve tragitto casa-lavoro quotidiano  e qualche noleggio lungo alla settimana  (tipo per fare la spesa, o un’ uscita da parenti o amici) si superano molto facilmente i 500 euro mensili, quota che basta per acquistare un’utilitaria e pagarci tranquillamente tutte le spese.

    A parte l’uso sporadico in sostituzione del taxi, magari perchè si deve raggiungere il centro in auto,  se tuttavia generalmente ci spostiamo coi mezzi o con lo scooter , limitando l’uso del car sharing a quando proprio non ne possiamo fare a meno (magari perchè piove o perchè ci occorre un mezzo provvisto di bagagliaio per poter caricare qualcosa) la cosa inizia ad avere senso anche per un’uso un più frequente .

    Diciamo che potrebbe evitare l’acquisto dell’auto al lavoratore single o allo studente fuori sede che comunque userebbe sporadicamente l’auto di proprietà , e  al limite può sostituire un’eventuale seconda o terza  auto in famiglia, ma difficilmente può essere l’unica autovettura in casa.

     

  • Le carte fedeltà multi esercizio

    2014-03-04 01.06.32

    Anche in Italia, da qualche tempo a questa parte sono arrivate le carte fedeltà multi esercizio. Sono evoluzioni delle carte fedeltà tradizionalmente rilasciate dai supermercati, per fidelizzare la clientela in cambio di sconti o premi, che col tempo sono diventate indipendenti dal supermercato e che consentono di raccogliere punti anche in altre tipologie di negozi.

    Infatti queste carte consentono l’accumulo di punti non soltanto presso una determinata catena di supermercati, ma anche presso i distributori di carburante,  negozi di elettrodomestici, determinati negozi in franchising, per gli acquisti online in alcuni siti convenzionati, ricariche telefoniche, acquisto di biglietti aerei, etc.

    Il funzionamento è semplice, presentando la carta all’atto dell’acquisto si accumulano dei punti che possono essere utilizzati per ritirare dei premi (a volte con un integrazione in denaro), oppure come buono sconto sulla spesa (opzione che generalmente è più vantaggiosa) al raggiungimento di un determinato numero di punti.

    In pratica cumulando gratuitamente  i punti si ottiene una sorta di sconto (che come detto può essere erogato come premio o come buono spesa), che a conti fatti equivale a circa il 2-3% di quanto speso. Ovviamente il vantaggio per gli esercenti è la fedeltà ,dato che per raccogliere i punti tendenzialmente preferiremo i negozi convenzionati con la nostra carta, e l’utilizzo dei dati del cliente sia per indagini di mercato (esempio lo studio delle abitudini dei clienti), sia per l’invio di comunicazioni promozionali.

    Da noi la pioniera è stata Nectar, carta di origini inglesi , ma evoluzione di una carta fedeltà di una compagnia aerea canadese, che ha coinvolto i supermercati del gruppo Auchan, i benzinai IP, la catena di elettronica Unieuro e alcune altre insegne e siti on-line.

    Da poco è arrivata nel nostro paese la carta concorrente, di origine tedesca, chiamata Payback, che in Italia può godere del supporto del gruppo Carrefour, dei distributori Esso, della compagnia telefonica 3 e di Alitalia.

    Ad ogni modo, dato che l’uso per il cliente è gratuito, e spesso da diritto a delle promozioni riservati ai titolari della carta, è consigliabile parteciparvi qualora siamo soliti fare la spesa nei punti vendita convenzionati dalla carta prescelta.

    Ovviamente però è bene conoscere i prezzi di ciò che compriamo : se per accumulare punti spendiamo più di quanto spenderemmo in un’altro negozio il gioco non vale la candela, se la differenza di prezzo è nell’ordine della percentuale media dello sconto praticato o più basso, l’acquisto con carta fedeltà si rivela conveniente, altrimenti meglio acquistare dove l’articolo che ci interessa costa meno.

  • Apple, conviene portarsi a casa un prodotto della mela?

    Apple, conviene portarsi a casa un prodotto della mela?

    iPhone,  iPad, Mac: i prodotti dell’azienda fondata da Steve Jobs sono da sempre caratterizzati da un appeal modaiolo che si traduce in prezzi sul mercato prezzi notevolmente più alti della concorrenza.

    Che si tratti di computer,  tablet o smartphone la differenza con un omologo windows o android in termini di prezzo esiste ed è ben marcata.

    I fan della mela obietteranno che quel surplus è il prezzo da pagare per la semplicità e l’esclusività del loro sistema operativo preferito.

    Lungi da me fare una guerra di religione su quale sistema sia il migliore, ma non si può obiettare che un prodotto apple sia più caro a parità di prestazioni.

    A livello hardware ormai non esiste una esclusività tale da giustificare i prezzi superiori alla media, ma si sa che c’entra anche il discorso moda.

    Daltronde se una t-shirt di una marca di haute coiture può costare anche 30 volte il prezzo di una simile ma di un marchio economico, perchè non fare lo stesso con l’informatica?

    Il discorso è , se devo cambiare il mio gadget tecnologico,  mi conviene prendere un apple, sapendo che mi costerà di più?

    A naso potremmo dire no, dato che costa di più per fare le stesse cose, quindi sto spendendo dei soldi per la moda di possedere una mela sul retro del nostro prodotto, ma la risposta non è uno secco no, ma è un dipende.

    Questo perché un po la moda e un po i prezzi più alti da nuovo, permettono ai prodotti apple di mantenere dei valori sul mercato dell usato sostanzialmente più alti della concorrenza.

    Se un pc usato dopo qualche mese dall’acquisto perde quasi completamente il suo valore, un apple mantiene buona parte del suo: daltronde è una legge del mercato,  la richiesta è alta, dato che costando molto da nuovo la gente cerca di accapparrarsene uno usato, mentre la disponibilità limitata, quindi il prezzo dell’usato sale.

    Questo significa che se abbiamo a cuore la rivendibilità del nostro prodotto, nonostante il prezzo di partenza più alto, prendere un apple ha senso.

    Se ci pensiamo succede qualcosa di simile con le automobili, le flotte aziendali sono piene di automobili di taluni marchi premium, non tanto per questione di immagine o affidabilità quanto di rivendibilità, se il valore residuo  sarà più alto, il costo effettivo  sarà minore, nonostante si sia pagato di più ,  e anche sulla tecnologia possiamo fare lo stesso  discorso , qualora si abbia intenzione di rivendere il nostro usato e non di portarlo fino al termine del suo ciclo di vita.

    Ma se abbiamo in mente di non disfarci a breve del nostro prodotto, o non vogliamo / possiamo spendere più di un certo tanto , o ancora necessitiamo della massima potenza possibile per il nostro budget, è meglio evitare i prodotti della mela.

    La risposta alla nostra domanda quindi sta tutta nelle nostre esigenze.

  • Risparmiare sul conto in banca

    Risparmiare sul conto in banca

    Come un pò tutte le cose l’uso di internet aiuta a risparmiare, e anche per il conto in banca non si fanno eccezioni.

    Difatti  l’avvento dell’home banking, quindi la possibilità di gestire il conto senza dover andare allo sportello ha permesso la nascita di banche telematiche , generalmente facenti parte di grossi gruppi bancari, dove tutta l’operatività del conto avviene via internet, telefono, promotore finanziario o bancomat, tagliando i costi dovuti alla presenza sul territorio di una rete di filiali. Nei rari casi in cui non si può fare a meno dello sportello casi ci si può appoggiare a banche convenzionate (generalmente ad alcuni sportelli della banca capogruppo) per alcune attività , che altrimenti sarebbero complicate da gestire solamente online  o con spedizione, come l’emissione di assegni circolari o il versamento di assegni.

    Ma anche le banche tradizionali hanno adottato lo stesso modello creando dei conti “low cost”  dove viene premiato l’uso dei canali telematici, infinitamente meno costosi per le banche, permettendo dei risparmi sulla gestione del conto, ma mantenendo in caso di necessità l’uso di una filiale diretta.

    In entrambi i casi il fatto di ridurre all’osso le operazioni allo sportello ha fatto ridurre all’osso anche le spese: spesso i canoni mensili di tenuta del conto sono azzerati o fortemente ridotti, le commissioni per operazioni effettuate per via telematica o negli sportelli bancomat (per esempio i bonifici o il versamento assegni) sono gratuite o offerte a una frazione del costo che la stessa operazione avrebbe allo sportello.

    L’uso dell’home banking inoltre ci permette di controllare al meglio , e in tempo reale , entrate e uscite del nostro conto, ricevere ed effettuare bonifici, verificare il buon fine delle nostre operazioni bancarie.

    Ovviamente è richiesto, per accedere al proprio conto , oltre a un computer connesso a internet, un minimo di conoscenza informatica, ma c’è da dire che piano piano anche le banche stanno semplificando i loro sistemi rendendo più agevole la cosa anche a chi non è un “nativo digitale”, mettendo a disposizione l’accesso al conto anche da smartphone, tablet e in qualche caso anche dalla tv.

    Ma se è vero che il risparmio esiste, ogni banca ha i suoi prezzi ,  le sue procedure e limitazioni. Ad esempio con questa tipologia di conto in alcuni casi l’uso del bancomat per i prelievi è sempre gratuito, in altri solo negli sportelli bancomat di certe banche o fino a un certo numero di operazioni. Stessa cosa per le operazioni allo sportello, in alcuni casi non sono previste o possono avere costi molto salati, in altri possono essere comprese un certo numero di operazioni annuali. Stessa cosa per alcuni servizi particolari (versamento di assegni esteri, emissione di assegni circolari, etc.) che potrebbero non essere disponibili con il conto online.

    Pertanto è bene informarsi prima su costi, procedure e limitazioni sia chiedendo sia in banca, sia a chi ha già quel prodotto (in rete esistono molti forum dedicati alla finanza, dove il problema dei conti online viene dibattuto correntemente), che confrontando le spese coi comparatori online, simili a quelli esistenti per mutui e assicurazioni. Esistono su internet infatti sia comparatori specializzati dedicati ai conti correnti ( es. ConfrontaConti ) , sia dei comparatori multicanale che oltre ai conti correnti, permettono il confronto di mutui, assicurazioni e altri servizi finanziari (es. Money360, Segugio, Facile, SosTariffe, etc.) permettendoci di fare la scelta del conto che più si addice alle nostre esigenze.

     

     

  • Comprare l’auto è una cosa seria

    mercedes benz parked in a row

    Anche se la nostra vena ecologica, o semplicemente il nostro portafoglio ce lo suggerisce al giorno d’oggi difficilmente si riesce a fare a meno di avere almeno un’automobile in famiglia.

    Quindi sia che l’esigenza in famiglia richieda l’acquisto di una nuova autovettura , magari perchè quella attualmente in uso è giunta alla fine dei suoi giorni o non sia conveniente ripararla in seguito a un guasto grave o a un’incidente, sia perchè ci si vuole togliere uno sfizio prima o poi avremo a che fare con l’acquisto di un auto.

    Il dilemma è sempre il solito: nuovo, usato, chilometri zero, aziendale? Dirimerlo dipende molto dalle esigenze e dal budget a disposizione.

    Solo se il budget è risicatissimo l’unica scelta è l’usato, con i rischi che questo comporta: di un’auto usata , a meno di non conoscere personalmente il precedente proprietario , non sappiamo mai perfettamente quanto e come è stata sfruttata, se ha dei problemi, non siamo neanche tanto sicuri del chilometraggio, dato che nonostante sia una truffa taroccare il contachilometri è una pratica comune ai venditori disonesti.

    Ovviamente se abbiamo un meccanico di fiducia che può darci un parere sull’acquisto avremo modo di fare il nostro acquisto in maniera più serena, ma ad ogni modo anche un attento esame della vettura può fare emergere delle magagne che ci possono evitare l’acquisto di un bidone.

    Qualche veloce consiglio è vedere gli accoppiamenti delle lamiere, e la verniciatura degli interni delle portiere: delle irregolarità con il resto della vettura possono nascondere un intervento importante di carrozzeria in seguito ad un incidente.

    La corona del volante, il pomello del cambio e i comandi  degli alzacristalli troppo lucidi, i pedali consumati o sostituiti possono essere sospetti in una macchina con pochi chilometri dichiarati: potemmo trovarci di fronte a una macchina coi chilometri scalati.

    Rumori sospetti sullo scarico, marce che non entrano con facilità o reazioni troppo brusche sulle buche possono nascondere noie meccaniche costose .

    Ad ogni modo un’auto venduta da un concessionario o rivenditore professionale di automobili gode per legge di due anni di garanzia (che possono essere ridotti a uno di comune accordo col venditore), quindi almeno in teoria dovremmo stare tranquilli.

    In realtà in caso di problemi non sempre tutto fila liscio, perchè le parti soggette ad usura non sono comunque in garanzia, ed eventuali rimborsi di interventi meccanici possono non essere pagati per l’intero valore a causa della vetustà del mezzo, specie se l’assistenza viene demandata dal venditore a una società specializzata esterna e non seguita direttamente nella propria officina.

    Ma ovviamente ogni medaglia ha il suo rovescio: un’auto usata costa molto meno di una nuova, perchè ha già scontato la svalutazione: si compra con una cifra inferiore, e dovendola rivendere non si svaluterà più di tanto, mentre l’auto nuova appena mette le ruote fuori dalla concessionaria perde generalmente dal 20 al 30% del suo valore.

    Se si ha la fortuna di trovare l’usato giusto il risparmio è tanto, e magari ci si può permettere un auto più grande o più sfiziosa rispetto a quella avremmo potuto prendere nuova con lo stesso budget.

    Se invece siamo sfortunati il rischio è di dover fare frequenti visite dal meccanico , e ciò può significare spese impreviste  anche di una certa entità, specie se magari abbiamo preso un macchinone che da nuovo costava cifre importanti.

    Nel limbo tra nuove e usate troviamo le aziendali e le chilometri zero: le prime sono degli usati giovani e con pochi chilometri, provenienti da flotte aziendali o  autonoleggi, che rinnovano con frequenza il proprio parco auto. Il vantaggio è che essendo l’auto semi nuova, probabilmente godrà ancora della garanzia residua della casa, e ad ogni modo  il precedente proprietario non ha avuto il tempo di maltrattarla fino al suo limite (anche se  sapendo di non doverla tenere a lungo potrebbe aver fatto quei pochi chilometri nei peggiori modi possibili…)

    Troviamo poi le chilometri zero: formalmente sono degli usati, in realtà sono auto nuove immatricolate dalle case o dai concessionari per raggiungere determinati obiettivi di vendita (che magari danno diritto a delle scontistiche per  il concessionario o permettono di non perdere la concessione del marchio), che vengono rivendute a prezzo scontato in virtù del fatto che hanno qualche mese di immatricolazione sulle spalle e già un proprietario sul libretto.

    Sul nuovo esistono poi delle marche low cost che hanno a listino modelli a prezzi più bassi della diretta concorrenza (per via di progettazione datata o comunque semplificata,  costruzione in paesi in via di sviluppo e dotazioni ridotte all’osso)  e  dei modelli a fine carriera (che si rivelano un’ottima scelta se non abbiamo in mente di rivendere a breve la nostra vettura, visto che con l’arrivo del nuovo modello subirà una maggiore svalutazione rispetto al modello appena arrivato sul mercato) o poco richiesti dal mercato che godono di elevate scontistiche sul prezzo di listino.

    Quindi il mercato mette a disposizione varie combinazioni, sta a noi trovare quella combacia al meglio con le nostre esigenze, i nostri gusti e sopratutto con il  budget a nostra disposizione.

    Ricordiamoci però di una cosa: l’acquisto della macchina è una cosa seria, non stiamo comprando un paio di scarpe che possiamo dimenticare nella scarpiera quanto ci hanno stufato: quella che compriamo ci deve piacere veramente, perchè avremo a che fare con lei quotidianamente e per lungo tempo, ed essendo un bene costoso non è semplice cambiarla o comprarne una nuova se ci accorgiamo che non ci piace più, sia per la svalutazione che per i costi , importanti, del passaggio di proprietà, quindi è bene cercare di indovinare per quanto possibile la nostra scelta per evitare di pentirsene una volta portata a casa.