Consigli generali

  • I prodotti su licenza sono una fregatura?

    Quando valutiamo l’acquisto di un qualsiasi prodotto ci troviamo generalmente a scegliere tra varie marche, selezionando tra quelle migliori per il nostro budget, ma spesso abbiamo a che fare con delle marche inaspettate per quel genere di articolo.

    Magari troviamo un’occhiale con il marchio di un famoso marchio di calzature, una valigia col marchio di una squadra di calcio, una maglietta col marchio di un produttore di elettronica, un profumo con il marchio di una casa automobilistica, un’orologio con l’effige di un marchio di abbigliamento e cosi via…

    Si tratta del cosiddetto licensing, dove un marchio famoso viene dato in licenza dal titolare ad un’altra ditta specializzata per produrre determinate linee di prodotto secondarie, generalmente differenti dall’attività prinicipale dell’azienda.

    A volte inoltre viene utilizzata la stessa tecnica quando un grosso marchio vuole dismettere la produzione di alcuni prodotti cedendo il marchio su licenza ad un concorrente, e mantenendolo in casa per il resto della produzione.

    In ogni caso ci si trova ad acquistare un prodotto che non è realizzato dal titolare del marchio, ma da un’azienda terza che non è detto rispetti gli stessi standard qualitativi della casa madre.

    Se la casa madre è un pregiato marchio di lusso tendenzialmente fà una selezione accurata dei propri licenziatari arrivando anche a sindacare sulla qualità dei singoli prodotti licenziati per evitare di sminuire il valore del proprio brand, ma non sempre è così, specie se il marchio è meno importante o se l’articolo su licenza è di una categoria poco affine alla produzione principale di quel marchio: per una casa di moda un quaderno probabilmente non avrà le stesse attenzioni di un occhiale o un profumo.

    Se il marchio invece non è già in partenza dei più prestigiosi, o se si ritrova costretto a cedere le licenze a causa di difficoltà finanziarie, o se il marchio stesso è in decadenza, o ancora in assenza di accurati controlli, è possibile che la licenza finisca in mano ad aziende terze con pochi scrupoli che potrebbero sfruttare il marchio famoso per smerciare prodotti di scarsa qualità, spesso a prezzi elevati o comunque non corrispondenti al valore del prodotto.

    In quel caso è bene evitare il prodotto su licenza o quanto meno informarsi sulla qualità dell’articolo e del reale produttore considerando anche che il licenziatario potrebbe anche avere licenze di più marchi e trattare i singoli marchi in maniera differente, qualcuno con il giusto rapporto qualità/prezzo e qualcuno meno, qualcuno con prodotti di qualità e qualcuno meno.

    Questo spiega anche perchè si trovino nelle bancarelle, nei mercati e nei negozi “low cost” prodotti di marchi prestigiosi, spesso decaduti o su prodotti molto differenti dall’attività principale dell’azienda ,come le calze o le mutande con l’effige di un marchio di abbigliamento di lusso, i trapani o le coperte di una famosa ditta di pigiami, le scarpe antinfortunistiche di una famosa ditta di abbigliamento sportivo, i profumi con il nome di un personaggio dello spettacolo, etc. , non si tratta di falsi, ma di prodotti su licenza che si sono trovati a competere nella fascia bassa del mercato e che probabilmente non sono di qualità particolarmente eccelsa.

    Il problema però è se lo stesso prodotto su licenza lo ritroviamo in punti vendita più seri in mezzo e agli stessi prezzi di prodotti di cui siamo sicuri della qualità: ci possiamo fidare del marchio famoso fuori contesto o è meglio prendere il sicuro con un marchio che ha storicamente sempre prodotto quel genere di articoli?

    Non c’è una risposta univoca: bisogna informarsi sul prodotto, sulla qualità dei prodotti del licenziatario (tenendo conto che a linee e marchi diversi potrebbero corrispondere qualità e prezzi differenti), e in mancanza di informazioni, o di tempo, perchè magari ci si trova davanti a una super offerta del giorno , nel dubbio prendere il sicuro acquistando qualcosa prodotto da chi ha sempre prodotto quel genere di articolo.

    Anche li però un’attenzione all’etichetta, dove è riportato l’effettivo produttore o licenziatario va sempre data: come detto alcune case danno su licenza alcune linee di prodotto ad aziende terze, mantenendo in casa delle altre quindi magari la linea sportiva di quella marca famosa di abbigliamento è su licenza mentre quella elegante è prodotta in casa, oppure la grande casa di elettronica produce in casa le lampadine o gli elettrodomestici, mentre da su licenza all’azienda asiatica di turno i televisori o i computer che sono meno remunerativi per l’azienda.

    Questo non significa che un prodotto su licenza non sia di qualità o che costi sempre più di quanto valga effettivamente, dipende molto dalla tipologia di prodotto licenziato e dalla serietà del brand e del licenziatario: ma c’è da tenere gli occhi aperti specie quando si trovano offerte particolarmente interessanti: un classico esempio è il televisore della famosa marca giapponese o tedesca superscontato al supermercato: con buona probabilità si tratta di un prodotto asiatico di scarsa qualità marchiato con un nome decaduto ottenuto su licenza.

  • Comprare dalla Cina conviene davvero?

    Navigando in rete, magari vedendo ciò che viene pubblicizzato in certi banner vi sarà venuto in mente di acquistare dei prodotti dalla Cina. Considerando che gran parte dei negozi vendono prodotti provenienti dal celeste impero, probabilmente saltando qualche intermediario avrete pensato che potrebbe scapparci l’affare. E’ davvero cosi?

    Purtroppo non esiste una risposta univoca, perchè se è pur vero che acquistare alla fonte può portarci a trovare dei prezzi bassi, non è affatto vero che ciò convenga.

    Infatti vanno considerati diversi fattori, in primis la qualità: un prodotto cinese pensato da cinesi per il mercato cinese ha degli standard qualitativi più bassi di quelli per cui siamo abituati, compresa la maggiore difettosità. Un prodotto ingegnerizzato o comunque pensato per i mercati occidentali, seppur prodotto in Cina, è sicuramente di qualità migliore. Ovviamente quanto questa qualità incide dipende dal prodotto che cerchiamo e dal nostro budget, ma dover rispedire un prodotto difettoso a un centro di assistenza in Cina, come avremmo modo di vedere, non è sempre una soluzione conveniente.

    Un problema un po più importante che riguarda i prodotti cinesi è la certificazione: un prodotto pensato per la Cina deve sottostare a delle regole ben più blande di quelle richieste alle nostre latitudini, pertanto il prodotto cinese costa meno anche per questo motivo. Tralaltro un prodotto che non rispetta le regole in vigore nel nostro paese potrebbe venire sequestrato in dogana, aggiungendo la beffa di non ricevere un prodotto già pagato e magari rischiare pure delle sanzioni per via del nostro acquisto.

    Altro fattore importante è quello delle contraffazioni: in Cina ne girano parecchie, addirittura esistono contraffazioni di imitazioni: non potendo visionare con mano si rischia di pagare per buono un prodotto illegale, anch’esso a rischio di sequestro, oltre a trovarci un prodotto con caratteristiche inferiori rispetto a quelle dichiarate (anche se il problema è presente anche con prodotti perfettamente legali dove capita spesso di trovare reclamizzate delle prestazioni ben superiori di quelle effettive).

    Conviene sempre accertarsi che il prodotto che vogliamo acquistare sia di buona qualità e fattura, sia originale, che provenga da un venditore affidabile, e che esista una sorta di protezione per gli acquirenti (dal feedback sui venditori, al rimborso in caso di mancata consegna o di prodotto contraffatto, come previsto sia da ebay pagando con paypal, sia dai maggiori e-commerce cinesi), anche avvalendosi dei consigli di chi già ha acquistato quel prodotto, reperibili nelle recensioni in rete e sui forum.

    Al di la del fattore prodotto, gioca un ruolo importante anche la spedizione: è bene valutare molto bene i costi e i tempi di consegna. Infatti è possibile spedire dalla Cina a prezzi molto bassi, ma con tempi di consegna lunghi (a volte una spedizione economica tra tempi di spedizione e sdoganamento potrebbe arrivare sulla nostra scrivania anche tre mesi dopo il giorno dell’ordine), mentre per contro le spedizioni con corriere, nonostante garantiscano una consegna in meno di una settimana hanno costi assai elevati.

    A questo si aggiunge il fattore dogana. Purtoppo la dogana italiana è forse una delle piu lente e burocratiche del pianeta: una volta che il nostro pacchetto arriva in terra italiana, deve essere sdoganato,con costi e sopratutto tempi incerti. I costi (sdoganamento, iva e dazi) in realtà sarebbero ben definiti, ma la dogana ha la facoltà di ispezionare il pacco e qualora non ritenesse congruo il valore dichiarato in bolla può applicare gli oneri su una loro stima del valore, a meno che non si provi (ad esempio con la fattura dei prodotti acquistati) il reale valore dei beni. Purtroppo però quando ci si trova in questo caso (a volte anche  per colpa di chi spedisce che pensa ingenuamente che dichiarare il contenuto come regalo o con un valore molto basso, inferiore alla franchigia doganale , possa servire ad evitare il controllo e il relativo pagamento degli oneri doganali) si entra in una sorta di calvario che tra tempi di sdoganamento lunghi per via del poco personale, raccomandate, fax e call center sempre occupati, fa si che si perda anche più di mese da quando il nostro plico arriva in terra italiana.

    Esiste poi qualche trucchetto per cercare di farla franca in dogana (ad esempio di questi tempi va di moda farsi spedire la roba con le poste di una nazione europea, esempio olandesi o svedesi, che vendono i propri servizi di spedizione internazionale anche in Cina, e raggruppano le spedizioni  fino alla propria nazione per poi spedire da li il pacco alla destinazione europea, ed avendo la spedizione un codice internazionale europeo tende a saltare i controlli doganali, recuperando i più lunghi tempi di consegna con il bypassare la nostra lenta dogana)  , ma non sono mai garanzia assoluta, anche perchè la validità di questi trucchetti non dura in eterno (un tempo si suggeriva per passare indenni dalla dogana di utilizzare i corrieri espresso, ora invece utilizzando questo tipo di spedizione si ha la certezza di essere fermati, anche se i tempi di sdoganamento sono effettivamente più rapidi) e non è garantita.

    Ovviamente se mettiamo in conto costi e tempi è possibile che nel periodo che intercorre tra l’ordine e la consegna il nostro prodotto scenda di prezzo, e che quindi comprarlo in europa, saltando le lunghe tempistiche necessarie di un acquisto intercontinentale,  possa costarci anche meno, oltre al fatto che più un pacco rimane in giro e più rischia di perdersi o di finire in mano a qualche impiegato postale disonesto.

    A questo si aggiunge il discorso garanzia : infatti seppur di durata inferiore ai nostri 2 anni, anche un prodotto venduto in Cina gode di una garanzia: il problema è che rispedire in Cina il nostro prodotto guasto ci espone a diverse problematiche. La prima è il costo della spedizione , infatti diversamente dalle spedizioni originate dalla Cina, spedire un pacchetto dall’Italia verso la Cina è molto costoso, e spesso per rispedirlo si va a spendere più di quanto ci è costato il prodotto da far riparare, rendendo poco conveniente la cosa. A questo si aggiungono i tempi di spedizione (che incidono anche sul valore residuo di un prodotto elettronico, che quando ritornerà dall’assistenza potrebbe  essere stato sopravanzato dal nuovo modello uscito nel frattempo, perdendo di valore), sia all’andata verso il venditore che per la riconsegna e i costi della dogana per il prodotto riparato. Sicuramente rispedire il prodotto a un centro di garanzia europeo significa tempi certi e costi piu brevi.

    Il consiglio è quindi di non considerare il solo prezzo del prodotto, ma tutti questi fattori di cui si parlava: probabilmente per pochi euro in più potremmo trovare lo stesso prodotto in europa sia in rete (accertandoci pero’ che la spedizione avvenga dal territorio europeo: spesso alcuni venditori, specie su ebay o sul marketplace di amazon, fanno dropshipping dalla cina, questo significa che fanno spedire per loro conto il prodotto da un venditore cinese facendoci un ricarico, ma questo ci espone agli stessi problemi di un acquisto fatto direttamente in Cina), o sia nei mercatoni cinesi oramai presenti nelle periferie di tutte le nostre città o addirittura nei centri commerciali, dove si trovano sempre più spesso prodotti di provenienza cinese distribuiti da ditte europee a prezzi poco più alti di quelli del paese di origine, ma che godono dei 2 anni di garanzia europea, e dell’assistenza del venditore, al quale poterlo riportare per la sostituzione in caso di problemi.

  • Comprare su internet dall’estero

    Comprare su internet dall’estero

    Acquistare prodotti in rete generalmente è più conveniente rispetto ai negozi fisici, poichè la concorrenza è maggiore: il venditore non dovrà solo confrontarsi con i colleghi del suo quartiere, o della sua città, ma con un mercato globale.

    C’è da dire che allargare gli orizzonti per cercare convenienza lontano non è sempre l’opzione migliore, ma dipende molto da cosa cerchiamo, e da quando ci serve.

    Infatti se abbiamo necessità di qualcosa urgentemente, andremo nel negozio sotto casa, non dando troppo peso al prezzo, ma se non si ha premura si possono fare buoni affari.

    Il primo scoglio della nostra ricerca sono i confini nazionali: sicuramente acquistare nel nostro paese ci da una tutela maggiore, sopratutto in caso di interventi in garanzia : spedire  un prodotto in italia costa sicuramente meno che fuori confine, oltre ad arrivare prima, specie se fuori europa. Inoltre fuori dal nostro paese anche la comunicazione si fa più difficile, in particolar modo se non si ha dimistichezza con le lingue straniere.

    Se poi il venditore spedisce da fuori la comunità europea le cose si complicano abbastanza. Difatti i prodotti acquistati entro i confini della comunità europea e destinati all’europa, anche per via di alcune direttive comunitarie sono grossomodo gli stessi che troveremo nel nostro paese, quindi saremmo praticamente certi di poterlo utilizzare anche da noi ,al limite procurandosi qualche adattatore. Un prodotto non  destinato all’europa potrebbe invece essere sensibilmente differente da quello venduto da noi (possono variare la dotazione, gli accessori, ma anche le funzionalità per meglio adattarsi al paese di destinazione) o addirittura non funzionare  in Europa. Inoltre anche la garanzia, che in tutta la comunità europea , seppur con qualche limitazione, copre fino a due anni, fuori dal nostro continente generalmente si riduce a solo un’anno, ma secondo cosa si è comprato, rispedire in garanzia il prodotto potrebbe non convenirci affatto, dato che la spedizione rischia di costarci ben di più di quanto lo abbiamo pagato.

    C’è da aggiungere che tutti gli acquisti al di fuori della comunità europea passano per la dogana: questo si traduce in incerti costi aggiuntivi, e lunghi tempi per la consegna, per via di una burocrazia nostrana tutt’altro che snella, che tende a bloccare le nostre spedizioni per il  lungo tempo necessario allo sdoganamento.

    Difatti qualsiasi pacco spedito da fuori UE passerà per gli uffici della dogana, che ne ispezioneranno il contenuto , sia per evitare l’importazione di articoli vietati nel nostro paese, e sia poichè vanno pagate delle tasse per l’importazione, a meno che il valore non sia talmente esiguo (all’incirca sotto i 20 euro)  da esserne esente.  Questa operazione richiederà del tempo , specie se il valore doganale dichiarato non corrisponde a quanto stimato dalla dogana o se per quell’articolo fosse necessaria della documentazione aggiuntiva, e i tempi possono allungarsi ,fino a raggiungere anche i tre mesi dal giorno in cui il prodotto varca il suolo italiano.

    A parte i casi esenti per via di valori sotto la soglia minima,  avremmo da pagare  l’IVA (generalmente il 22% del valore doganale della merce e del costo di spedizione) , più eventuali dazi e i costi di sdoganamento (circa 11 euro), in contrassegno alla consegna del pacco.

    Ovviamente uno sbattimento tale con la dogana,  è giustificato solo se ci troviamo di fronte a un prodotto introvabile da noi, o se  il prezzo pagato è notevolmente più conveniente , magari in virtù di un tasso di cambio favorevole,  avendo però cura di considerare per bene le spese doganali, i tempi (teniamo conto che un prodotto hi-tech comprato appena uscito, in caso di tre mesi di fermo doganale rischia di svalutarsi sensibilmente) e i costi di spedizione, che non sono affatto trascurabili (ad esempio spedire con corriere un pacchettino dagli Stati Uniti può costarci anche oltre 100 euro, figuriamoci se il pacco fosse ingombrante e pesante…) .

    C’è anche da dire che alcuni siti esteri (ad esempio i siti americani di amazon o ebay) stanno iniziando a fornire un servizio di sdoganamento anticipato: le pratiche vengono seguite dal venditore tramite un’agenzia doganale, quindi si conoscono e si pagano a priori i costi di sdoganamento, tagliando sensibilmente i tempi di consegna, ed evitando le lungaggini burocratiche della nostra dogana.

    Un’altro problema, oltre a quelli citati, è che molti negozi online extra comunitari consegnano solo nel proprio paese d’origine. Anche qui ci si può ingegnare, se si ha un parente o un conoscente nel paese del venditore si può chiedere che faccia l’acquisto per nostro conto, o quanto meno si può far consegnare la merce al suo indirizzo, per poi farcelo rispedire a casa nostra.

    Ma non tutti possono avere qualcuno oltre confine, o magari non si ha voglia di disturbare lo “zio d’america”, pertanto sono nati specie negli Stati Uniti, dei servizi di remailing (ad esempio MyUs.com, usabox.com, usa2me.com , Shipto.com,  nybox.com,  ipsparcel.com,  usgobuy.com e simili ) , che forniscono un’indirizzo locale per la ricezione di corrispondenza, e che provvedono a rispedirla all’indirizzo di casa vostra, eventualmente raggruppando le spedizioni in un’unico invio periodico. Non sono servizi propriamente economici, ma a volte sono l’unica ancora di salvezza, specie perchè all’occorrenza mettono a disposizione dei servizi aggiuntivi che possono essere indispensabili quando il venditore adotta delle politiche restrittive sulla nazionalità del compratore, esempio impedendo il pagamento con carte di credito estere, o la consegna a caselle postali : in quel caso sarà il sito di remailing a occuparsi per nostro conto dell’acquisto, ovviamente ad un costo extra.

    Alla fine della fiera l’acquisto extra comunitario, con le relative difficoltà che questo comporta, conviene solo quando non se ne può fare a meno: comprando in europa l’acquisto sarà molto più immediato e sicuro, e spesso a conti fatti è anche la scelta più conveniente.

  • Risparmiare su detersivi e prodotti per la casa

    Risparmiare su detersivi e prodotti per la casa

    I prodotti detergenti sulla casa sono uno degli elementi della spesa che si prestano ai maggiori risparmi per svariati motivi: non essendo facilmente deperibili  potremmo avvalerci di offerte famiglia su grandi formati o confezioni multiple, farne incetta in caso di sottocosto, oltre ad essere una categoria di prodotti dove si possono trovare sostituti validi non di marca.

    Ovviamente, come già detto, il prodotto discount va sperimentato, ma spesso la qualità dei prodotti no-brand è buona, specie su alcuni prodotti per la casa e gli accessori per la pulizia (secchi, stracci, scope, etc.)

    Questo significa che l’opzione discount può essere presa in considerazione, ma non solo: anche i prodotti sfusi (alla spina), reperibili in negozi specializzati e in qualche supermercato possono essere un’idea: portandoci da casa il contenitore, andremmo a pagare solo per la quantità desiderata, risparmiando sul prezzo perchè non si paga l’imballaggio e i costi di trasporto per il venditore sono più contenuti.

    Altra possibilità sono i centri specializzati in prodotti per la casa (ad esempio le catene Risparmio Casa, Maury’s, Acqua e Sapone), questi negozi di grandi superficie riescono a fare prezzi più convenienti dei supermercati,  per via delle quantità trattate: non essendo prodotti deteriorabili possono stoccare le merci anche per lungo tempo, pertanto possono piazzare ordini più consistenti ai produttori spuntando dei prezzi più bassi, che si traducono in un risparmio per il cliente. Inoltre, similmente ai discount, si possono trovare dei prodotti col marchio della catena, a prezzi molto conveniente anche fuori dalle offerte volantino, e spesso di ottima qualità .

    Poi ci sono sempre le offerte dei supermercati: spesso vengono fatte delle offerte civetta molto convenienti su confezioni multiple (generalmente non mancano mai nei volantini detersivo per lavatrice, per i piatti, ammorbidente, oltre a  carta igienica e carta casa): non andando a male, possiamo approfittarne, spazio in dispensa permettendo, magari permettendoci di acquistare 3 confezioni a poco più del prezzo che pagheremmo per una sola.

    Ad ogni modo, teniamo sempre a mente il prezzo fuori offerta  e la confezione del prodotto desiderato, spesso in queste offerte i formati o le fragranze dei prodotti possono non essere quelli più comuni, e ciò potrebbe trarre in inganno facendo pensare a un risparmio maggiore di quello effettivo, quando ad essere in offerta multipla è la varietà meno costosa di quel determinato prodotto.

  • Le carte fedeltà multi esercizio

    2014-03-04 01.06.32

    Anche in Italia, da qualche tempo a questa parte sono arrivate le carte fedeltà multi esercizio. Sono evoluzioni delle carte fedeltà tradizionalmente rilasciate dai supermercati, per fidelizzare la clientela in cambio di sconti o premi, che col tempo sono diventate indipendenti dal supermercato e che consentono di raccogliere punti anche in altre tipologie di negozi.

    Infatti queste carte consentono l’accumulo di punti non soltanto presso una determinata catena di supermercati, ma anche presso i distributori di carburante,  negozi di elettrodomestici, determinati negozi in franchising, per gli acquisti online in alcuni siti convenzionati, ricariche telefoniche, acquisto di biglietti aerei, etc.

    Il funzionamento è semplice, presentando la carta all’atto dell’acquisto si accumulano dei punti che possono essere utilizzati per ritirare dei premi (a volte con un integrazione in denaro), oppure come buono sconto sulla spesa (opzione che generalmente è più vantaggiosa) al raggiungimento di un determinato numero di punti.

    In pratica cumulando gratuitamente  i punti si ottiene una sorta di sconto (che come detto può essere erogato come premio o come buono spesa), che a conti fatti equivale a circa il 2-3% di quanto speso. Ovviamente il vantaggio per gli esercenti è la fedeltà ,dato che per raccogliere i punti tendenzialmente preferiremo i negozi convenzionati con la nostra carta, e l’utilizzo dei dati del cliente sia per indagini di mercato (esempio lo studio delle abitudini dei clienti), sia per l’invio di comunicazioni promozionali.

    Da noi la pioniera è stata Nectar, carta di origini inglesi , ma evoluzione di una carta fedeltà di una compagnia aerea canadese, che ha coinvolto i supermercati del gruppo Auchan, i benzinai IP, la catena di elettronica Unieuro e alcune altre insegne e siti on-line.

    Da poco è arrivata nel nostro paese la carta concorrente, di origine tedesca, chiamata Payback, che in Italia può godere del supporto del gruppo Carrefour, dei distributori Esso, della compagnia telefonica 3 e di Alitalia.

    Ad ogni modo, dato che l’uso per il cliente è gratuito, e spesso da diritto a delle promozioni riservati ai titolari della carta, è consigliabile parteciparvi qualora siamo soliti fare la spesa nei punti vendita convenzionati dalla carta prescelta.

    Ovviamente però è bene conoscere i prezzi di ciò che compriamo : se per accumulare punti spendiamo più di quanto spenderemmo in un’altro negozio il gioco non vale la candela, se la differenza di prezzo è nell’ordine della percentuale media dello sconto praticato o più basso, l’acquisto con carta fedeltà si rivela conveniente, altrimenti meglio acquistare dove l’articolo che ci interessa costa meno.

  • Ebay conviene ancora?

    Per tanti anni il leader indiscusso per le piccole vendite online è stato Ebay.  Un privato che voleva vendere un prodotto usato o un piccolo venditore che voleva iniziare ad espandere il suo business online, trovava nel popolare sito di aste un’alleato prezioso.

    Il vantaggio è presto detto, si ha a disposizione un’ampia platea di potenziali compratori, attirati sia dall’offerta che dalla protezione sugli acquisti, data da una parte dal feedback rilasciato dall’acquirente, dall’altra parte da Paypal , il sistema di pagamento posseduto dalla stessa Ebay, che protegge l’acquirente in caso di frodi.

    Il problema però è dato dall’evoluzione stessa di ebay, che nato come sito di aste online si sta lentamente trasformando in un marketplace dove venditori professionali  vendono in quantità prodotti economici, spesso di scarsa qualità.

    Infatti per certi versi ebay inizia ad assomigliare ai megastore cinesi situati nelle periferie delle nostre città: l’assortimento spesso è il medesimo, con il vantaggio di prezzi leggermente più bassi e la comodità di ricevere il prodotto direttamente a casa.

    Infatti il venditore tipo è diventato il cinese, produttore o grossista, che spedisce direttamente dall’asia il nostro prodotto (che quindi verrà fermato dalla dogana nostrana, allungando per effetto della italica burocrazia i tempi di consegna e gravando il pacco di poco simpatici ed incerti oneri doganali), oppure il rivenditore europeo che acquista dalla cina una selezione di prodotti più o meno richiesti dal mercato e li rivende in europa, nei casi più fortunati facendo magazzino sul suolo europeo, evitando quindi la dogana all’acquirente finale o nei casi meno fortunati facendo dropshipping (quindi acquistando a richiesta dalla cina il prodotto, che verrà spedito direttamente dal produttore asiatico per conto del venditore ebay)

    Il vecchio venditore di ebay invece sta emigrando su altri lidi: il privato sulle sezioni mercatino dei forum di settore e/o sui siti di annunci, il piccolo venditore locale su altri marketplace legati a grandi siti e-commerce (ad esempio amazon o pixmania) oppure aprendo un proprio sito di e-commerce.

    La motivazione purtroppo è dovuta dal tipo di tariffazione che va a escludere i piccoli venditori con margini limitati: infatti tra commissioni sulla vendita, costi di inserzione, compralo subito e prezzo di riserva si rischia che per vendere un telefonino del valore di 300 euro se ne debba pagare circa 50 tra tariffe ebay e costi di paypal, incidendo sul valore con commissioni percentuali non trascurabili e rendendo poco conveniente la stessa vendita su ebay.

    Potemmo noi stessi verificare il tariffario, o simulare i costi sul comodo calcolatore di tariffe, messo a disposizione in maniera non ufficiale da alcuni utenti del sito d’aste per renderci se vale la pena utilizzare ebay per la nostra vendita.

    Per questo motivo i prodotti usati stanno lentamente sparendo per lasciar posto alle vendite di massa, recentemente affiancate dai negozi ebay di grandi e-commerce nazionali e internazionali, presenti anche in un’apposita sezione con offerte periodiche a prezzo fisso e spedizione gratuita (dove tralaltro spesso si fanno affari interessanti)

    Ebay rimane comunque , nonostante queste tariffe, indispensabile quando abbiamo da vendere un prodotto di nicchia, apprezzato da pochi amatori (magari esteri) e non esistano mercatini specializzati per la vendita di quel genere di prodotto.

  • Spedire pacchi senza svenarsi

    Quando dovevamo spedire un pacco fino a qualche tempo fa andavamo alle poste:  prima si usava il pacco ordinario, che arrivava in 5 giorni e non era tracciabile (quindi mancava un tracking code per seguire la spedizione), poi arrivò il Paccocelere 3, che costava poco di più , arrivava in 3 giorni ed era tracciabile, insieme al suo fratello Paccocelere 1 che arrivava in un giorno.

    Poi un pò per i prezzi che via via sono aumentati, e un pò per la modifica delle aliquote IVA sui pacchi, che hanno perso le agevolazioni fiscali , con ovvie ricadute sul listino, spedire un pacco alle poste è diventato abbastanza caro (si superano i 10 euro a spedizione), inoltre ci si deve sorbire un bella fila allo sportello, e comunque i tempi di consegna non sono così brevi, specie se non si vuole prendere i servizi più costosi.

    E qualcosa di simile accade coi pacchi per l’estero, dove le tariffe sono sensibilmente più alte: spedire un modesto pacchetto a un parente fuori dei confini nazionali , se le dimensioni non ci consentono di spedirlo per raccomandata, può costare oltre 50 euro!

    Ma fortunatamente la soluzione esiste, basta guardarsi un po intorno: avete notato che quando facciamo degli ordini per corrispondenza le spese di spedizione con corriere sono generalmente modeste anche per pacchi di dimensioni generose?

    Bene, direte voi la soluzione è rivolgersi ai corrieri espresso, ma purtroppo non è cosi semplice: in assenza di abbonamenti e convenzioni spedire un pacco “una-tantum” per un privato è molto costoso, anche tre volte tanto quanto si spenderebbe alle poste.

    Anche in questo caso però la rete è nostra amica, infatti esistono siti di società specializzate che mettono a disposizione i loro abbonamenti coi principali corrieri, dando la possibilità anche al privato che fa una spedizione sporadica di accedere alle scontistiche riservate alle grandi aziende, comportandosi come una sorta di “broker”, rivendendo il servizio del corriere, ottenuto con sconti importanti per via del numero elevato di spedizioni, con un piccolo margine.

    Il funzionamento è semplice, si va nel sito del broker  si inseriscono dati di mittente, destinatario, peso e dimensioni del pacco e una volta pagato con carta di credito  la cifra stabilita, si riceve nel giro di qualche ora per mail una lettera di vettura (di uno dei principali corrieri nazionali) che andrà stampata e incollata sul pacco.

    Il giorno dopo l’incaricato del corriere mandato dal broker, della compagnia indicata sulla lettera di vettura, passerà a casa nostra per prelevare il pacco e consegnarlo (generalmente entro 48 ore) al nostro destinatario. Potremmo anche seguire il nostro pacco inserendo il numero di spedizione nella sezione tracking del corriere espresso che ha ritirato il nostro pacco.

    Ovviamente le società che forniscono il servizio sono tante e in concorrenza tra loro, pertanto anche gli scaglioni tariffari (che variano in base al peso , e al volume del pacco: il cosiddetto “peso volumetrico”, oltre che a seconda del corriere utilizzato) variano da sito a sito , facendo si che per un determinato pacco possa convenire servirsi di un sito, mentre per un altro magari un poco piu pesante, o diretto in una diversa città convenga un diverso fornitore.

    Dato il proliferare di questi siti anche alcuni corrieri (tra cui le stesse poste) hanno iniziato a vendere i loro servizi a prezzi scontati ai privati tramite internet, oppure si sono convenzionati con i siti di annunci (per esempio ebay) per praticare tariffe scontate per chi vende online mettendo un’inserzione per cui è prevista la spedizione.

    Addirittura ora esistono dei comparatori online (ad esempio Spediscimeglio.it, Iospedisco.it, Truckpooling.it o Ecoparcel.eu) che come quelli di viaggi e hotel,  mettono in concorrenza i vari spedizionieri , e dove inserendo la destinazione, il peso e le dimensioni del pacco verremo indirizzati da chi fà il prezzo migliore per la nostra particolare spedizione.

    La sostanza è che si riesce a spedire, risparmiando anche il 50% rispetto alle tariffe delle poste, ottenendo  un servizio più celere, evitando le file allo sportello e senza doversi spostare da casa.

  • Spesa al discount: leggiamo l’etichetta

    Con la crisi sono cambiate le abitudini degli italiani, e ciò si nota anche nel modo e nei luoghi dove si fa la spesa.

    Se prima si metteva nel carrello ogni articolo che ammiccava dallo scaffale o nella pubblicità, ora si sta più attenti, cosi come per il luogo dove si fa la spesa: botteghe e piccoli supermercati hanno lasciato il posto ai discount.

    Appena arrivati in italia , importando il concetto dagli omologhi  del nord-europa,  questi negozi erano caratterizzati da ridotto personale,  vendevano esclusivamente prodotti di marche sconosciute , spesso di bassa qualità, disposti alla rinfusa ancora nelle scatole e con prezzi molto bassi.  Chi andava in questi negozi quasi lo faceva con vergogna e circospezione, ma ora i tempi sono cambiati.

    Gli Hard Discount sono diventati “Discount”,  sono comparsi gli scaffali e il personale,  la qualità dei prodotti è aumentata, i prezzi sono sempre convenienti, e non ci si vergogna più a comprare in questa tipologia di negozi.

    Quello che non è cambiata è la presenza di prodotti di marche “sconosciute”:  anzichè trovare i prodotti dei grandi marchi (che talvolta, a seconda del discount,  sono pure presenti seppure con un assortimento limitato) , troveremo ancora prodotti dai marchi di fantasia venduti a prezzi convenienti.

    Questi prodotti a volte sono buoni, quanto e più di quelli delle grandi marche, a volte invece la qualità può essere più scadente o comunque non risultare di nostro gradimento.

    Il segreto sta nel provare quel prodotto, e se ci soddisfa potremmo continuarlo ad acquistare risparmiando rispetto al prodotto di marca, se non ci soddisfa potremmo provare un’analogo prodotto in un discount concorrente o tornare al  prodotto di marca.

    Quello che è meno noto, e che spiega come mai spesso questi prodotti sono buoni quanto il prodotto di marca,  è che spesso sono prodotti nelle stesse fabbriche e dagli stessi fornitori dei prodotti più rinomati.

    Ovviamente questo non succede sulla totalità dei prodotti: a volte i reali produttori sono fabbriche di più modeste dimensioni, o delle società specializzate nella produzione conto terzi ( e a volte questi stabilimenti sono comunque delle controllate dei grandi marchi),  o dei produttori locali scelti per esigenze di distanza dai centri logistici,  specie se i prodotti sono particolarmente deperibili,  ma spesso il reale produttore è la grande marca,  magari sotto mentite spoglie per questioni di immagine.

    Infatti, vuoi per ammortizzare meglio i costi di ricerca e dei macchinari, vuoi per essere presenti in tutti i canali del mercato, le stesse fabbriche producono anche conto terzi, e questi terzi sono in genere discount e catene di supermercati, per i loro prodotti a marchio commerciale (come i prodotti che hanno sulla confezione l’insegna del supermercato o quelli coi nomi di fantasia dei discount, o delle linee primo prezzo di certi supermercati).

    Spesso i prodotti sono i medesimi,  magari solo insacchettati  in confezioni differenti,  a volte la ricetta o la qualità può variare leggermente dall’originale , un pò per differenziare il prodotto evitandosi la concorrenza in casa,  un pò per ridurre all’osso il prezzo di vendita, secondo le richieste del committente.

    Quello che va verificato sull’etichetta è il vero produttore:  difficilmente sarà scritto in bella mostra , celato da sigle e abbreviazioni, ma l’indirizzo dello stabilimento non mente.

    Se confrontiamo il prodotto discount da quello della marca che lo ha prodotto infatti noteremo che l’indirizzo di produzione sarà il medesimo, e in tal caso abbiamo individuato il produttore:  scopriremo infatti che i veri produttori  dei prodotti discount sono le più insospettabili e famose case,  e questo ci garantisce quanto meno la qualità  e la cura nella lavorazione.

    Per alcune tipologie di prodotti  (ad esempio per i latticini) lo stabilimento non è sempre indicato con l’indirizzo,  ma con un codice identificativo europeo : un ovale con dentro la scritta CE , la sigla della nazione seguita da un codice alfanumerico che identifica lo stabilimento , in questo caso a parità di codice lo stabilimento è il medesimo:  se si vuole conoscere la corrispondenza del codice con il produttore, basterà consultare le tabelle presenti nel sito del Ministero della salute

    Facciamo un esempio verosimile,  leggiamo il codice presente su un cartone di latte del discount : seguendo il link qui sopra scopriremo che il codice CE IT 08 4 corrisponde allo stabilimento GRANAROLO SPA situato in via VERDI, 74 – SOLIERA – MO,  oppure che il codice   CE IT 08 1 allo stabilimento PARMALAT SPA situato in via MILANO, 1 – COLLECCHIO – PR :  ebbene abbiamo scoperto che il nostro latte scontato del discount è prodotto da un marchio importante e riconosciuto.

    Quindi per scoprire la qualità e andare a colpo sicuro nell’acquisto al discount non dimentichiamo di leggere l’etichetta,  potremmo trovare delle gradite sorprese !!

     

  • Vendite private: un diverso modo di acquistare online

    Da qualche tempo a questa parte esiste una tipologia di siti di e-commerce particolare: i siti di vendite private o private deals.

    Si tratta di una sorta di club di acquisto dove l’offerta non è pubblica e riservata a tutti, ma accessibile solo agli utenti che decidono di registrarsi, e che grazie a una newsletter verranno informati delle vendite.

    Questo perchè le offerte presenti sono particolarmente vantaggiose, dato che generalmente si tratta di avanzi di magazzino smerciate a prezzi di saldo dalle case produttrici.

    Le case infatti mettono a disposizione degli stock, che il sito di private deals si preoccupa di proporre e vendere sul sito, la casa nel frattempo recapiterà al sito lo stock (ci possono volere da qualche giorno a oltre un mese), che poi provvederà a smistare nelle case dei vari clienti.

    Per questo motivo non solo la spedizione, ma anche il reso e la modifica dell’ordine non è immediata come in un e-commerce tradizionale, dato che il sito fa da intermediario con la casa produttrice, quindi ogni vendita fa storia a sè, quindi persino mettere nel carrello prodotti di più marchi è una cosa generalmente poco fattibile.

    Come detto la vendita non segue i dettami di un e-commerce tradizionale, dove si acquista quando più ci viene comodo tutto ciò che è in vetrina, che generalmente è disponibile in magazzino e viene spedito quasi immediatamente.

    Qui i tempi di spedizione sono lunghi e le vendite sono limitate nel tempo, ma gli sconti sono elevati:  generalmente i prodotti proposti sono di marche rinomate, che potremmo acquistare a prezzi difficilmente riscontrabili nei negozi tradizionali.

    Nell’e-commerce standard inoltre si cerca di mettere nel carrello tanti articoli , anche di diverse tipologie e marche per ammortizzare le spese di spedizione, ma nel sito di vendite private non funziona cosi :  le vendite sono suddivise per marchio e quindi ogni marchio avrà una spedizione a se stante (con le rispettive spese di consegna), quindi per risparmiare sulle spese dovremmo mettere nel carrello solo prodotti dello stesso marchio.

    L’inizio delle vendite viene segnalato nella newsletter inviata all’utente, dato che le scorte sono limitate, quindi chi primo arriva meglio alloggia, specie se si tratta di abbigliamento e calzature dove alcune taglie spariscono in fretta.

    Inoltre questo sistema funziona col passaparola, invitando amici al club si ottengono dei buoni sconto da utilizzare nei successivi acquisti.

    Il vantaggio di tale tipologia di siti è dato dai prezzi praticati, visto che come detto, si tratta  generalmente di stock di prodotti di marca, quindi si tratta di una sorta di outlet online: se si ha la fortuna di trovare qualcosa che ci interessa, il risparmio sarà importante.

    Ma è altrettanto importante  non farsi prendere la mano dagli sconti allettanti: si rischia di mettere nel carrello della roba che magari non useremo mai, solo perchè il prezzo è buono!