Autore: admin

  • I bonifici istantanei diventano (quasi) gratuiti

    I bonifici istantanei diventano (quasi) gratuiti

    Uno dei problemi di quando si fanno pagamenti con i bonifici sono i tempi di ricezione del pagamento, infatti i bonifici classici, a seconda della destinazione, della banca e dell’orario di esecuzione dell’operazione verranno incassati con un ritardo che può protrarsi ad alcuni giorni. 

    E un ritardo nel pagamento puó portare a problemi con la controparte che potrebbe consegnare il nostro acquisto in ritardo in attesa del pagamento, oppure che arrivi per errore alla persona sbagliata o che nel frattempo il bonifico venga cancellato, cosa che potrebbe diventare un mezzo per truffare un venditore sprovveduto che abbia consegnato la merce prima dell’accredito fidandosi del solo documento di disposizione del bonifico.

    Per ovviare a questi problemi la soluzione era quella del bonifico istantaneo che peró non era sempre disponibile e soprattutto era un servizio che richiede un pagamento extra rispetto ai costi di un bonifico standard, e che a seconda delle banche si rivelava essere particolarmente costoso.

    Ma da poco le cose sono cambiate dato che a gennaio 2025 è entrato in vigore un regolamento comunitario che obbliga le banche a offrire il bonifico istantaneo alle stesse condizioni economiche di quello ordinario.

    assorted banknotes and round silver colored coins

    Questo significa che potremo ricevere un pagamento in euro di importo inferiore ai 100.000 euro in 10 secondi in qualsiasi giorno e in qualsiasi orario alle stesse condizioni del bonifico ordinario che arriva in non meno di 24 ore.

    Se la nostra banca ci addebita ad esempio 1 euro per i bonifici, dovrà chiedere 1 euro anche per quelli istantanei, se quelli standard sono gratuiti dovranno esserlo anche quelli istantanei. Non è escluso che le banche possano decidere di aumentare i costi dei bonifici standard per compensare il costo di quelli istantanei, ma in linea di massima il cambiamento diventa conveniente per buona parte degli utenti bancari.

    C’è però da specificare che non tutte le banche offrono il servizio di bonifico istantaneo, ma che comunque saranno costrette ad offrire obbligatoriamente il servizio a partire da Ottobre 2025. Inoltre le disposizioni sul bonifico istantaneo si applicano solo nell’area SEPA per i paesi che adottano l’euro come moneta nazionale, ma entro gennaio 2027 l’obbligo si estenderá a tutti i paesi, quindi anche se utilizzano una valuta differente dall’euro.

    Questo cambiamento si fá interessante quando dobbiamo fare un acquisto importante per evitare fregature, perché possiamo istantaneamente verificare di aver ricevuto l’accredito, quindi ci mette al riparo di truffe quando vendiamo ad esempio un’automobile e il bonifico venisse stornato immediatamente dopo il ritiro.

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    Inoltre, se abbiamo una banca che offre i bonifici gratuitamente o a un costo minimo, potremmo pagare la quota di una spesa come un regalo o una cena al ristorante immediatamente a chi ha anticipato la spesa, senza passare per app o sistemi di moneta digitale, ma accreditarli direttamente sul conto bancario.

    Alla fine quindi una comoditá in piú per i nostri pagamenti. Voi lo sapevate? Utilizzate spesso i bonifici istantanei?

  • Conviene riparare una tv?

    Conviene riparare una tv?

    Quando si rompe un dispositivo elettronico di costo limitato sappiamo che probabilmente non vale la pena ripararlo perché il solo costo della manodopera della riparazione probabilmente supera il valore di ricomprarlo nuovo, con il vantaggio di essere coperti da 2 anni di garanzia e di avere sicuramente un dispositivo piú aggiornato.

    Ma il discorso é diverso quando si tratta di un dispositivo piú costoso quale potrebbe essere un televisore, un tablet o uno smartphone dove a seconda dei casi una riparazione puó ancora avere senso, soprattutto se il guasto non é dovuto ad una caduta che ha mandato in frantumi lo schermo.

    Infatti se il pannello fosse danneggiato, quindi si vedono delle macchie scure, delle venature o delle righe in mezzo allo schermo generalmente il costo del ricambio supera il valore dell’apparecchio, specie se si tratta di un modello con qualche anno di vita e non conviene neanche caricarlo in macchina per chiedere un preventivo ad un tecnico, considerando anche che molti tecnici richiedono di farsi pagare una somma per l’ispezione che nel caso verrá detratta dal costo della riparazione : in tal caso meglio prendere direttamente appuntamento con il servizio di ritiro dei rifiuti ingombranti e sbarazzarsene.

    Se invece l’apparecchio non si accende o se l’immagine é molto scura, o se si sente l’audio ma non si vede l’immagine o se puntando una torcia sullo schermo si intravede l’immagine potrebbe trattarsi di un guasto risolvibile, tutto sta nel trovare un tecnico che ci voglia mettere le mani dato che potrebbe esserci il rischio che se il problema non si risolve o non valga la pena ripararlo il cliente non ritiri l’apparecchio e il tecnico non vuole correre il rischio di non vedersi pagato il suo lavoro e dover tenere in giacenza un apparecchio guasto, buono al massimo per recuperare qualche pezzo di ricambio da cannibalizzare.

    Ma magari a seconda del tecnico, e delle sue politiche di accettazione, ad esempio il pagamento anticipato del preventivo, é possibile trovare un tecnico che accetti la riparazione a patto che i sintomi del guasto lascino ben sperare in una riparazione conveniente.

    Se non si accende per nulla o se si spegne dopo qualche minuto di utilizzo il guasto é di tipo elettronico, generalmente relativo all’alimentazione, e con la sostituzione di qualche componente non troppo costoso, se la scheda interna non é danneggiata e risalire al guasto non fosse particolarmente complicato ce la si puó cavare con relativamente poca spesa.

    Una problematica altrettanto comune é dovuta alla mancata retroilluminazione dello schermo, dove i led che si trovano dietro il pannello non si accendono non consentendo di farci vedere l’immagine: in quel caso va smontato il pannello e sostituite le barre led che si occupano dell’illuminazione: il ricambio é un pó piú costoso, ma sopratutto aprire il pannello è un’operazione delicata che potrebbe portare facilmente a danneggiare il pannello, con il rischio di dover buttare il televisore, oltre al costo del ricambio acquistato inutilmente e alla manodopera che potrebbe venire non pagata, per questo motivo molti riparatori evitano di fare questo genere di riparazione, specie i centri di assistenza ufficiale.

    Volendo con un pó dì manualitá sarebbe un’operazione fattibile anche da un hobbista, magari guardando dei video in rete per quello specifico modello e procurandosi il ricambio, ma come detto il rischio è che se si danneggiasse il pannello si perde non solo l’apparecchio ma anche il costo del ricambio.

    Va quindi valutato se correre il rischio, mettendo anche in conto la vita utile dell’apparecchio e la sua vetustá , ad esempio per un televisore, se si tratta di un modello vecchio, magari che non ha le ultime tecnologie a bordo, come smart tv o necessita di un decoder esterno per funzionare, a meno non lo si voglia utilizzare come monitor (magari per un sistema di videosorveglianza o attaccato ad una sorgente esterna) probabilmente vale comunque la pena cambiarlo anziché ripararlo.

    Se invece si tratta di un prodotto di qualitá, ancora al passo coi tempi, magari con la garanzia appena scaduta potrebbe a seconda del difetto valerne la pena ripararlo, ma sempre valutando i costi del nuovo: anche perché se spendere 100 euro di riparazione su un prodotto che ne costa 1000 vale sicuramente la pena, non é detto che valga lo stesso spendere la stessa cifra se il prodotto nuovo ne costa 200, col vantaggio come detto di avere un prodotto aggiornato e con almeno due anni di garanzia.

    Inoltre non é anche da scartare l’idea di acquistare un prodotto ricondizionato, magari uno di quegli stessi prodotti non ritirati dal tecnico e riparati a tempo perso per rientrare della spesa o di un prodotto che arriva da un reso di qualche acquisto: si potrebbe acquistare un prodotto pari al nuovo, revisionato e controllato, al costo della riparazione, magari migliore del prodotto che va a sostituire e che spesso mantiene pure una certa garanzia residua.

    Poi ovviamente tutto dipende dal guasto riscontrato e dalla spesa, ma se economicamente valido un prodotto riparato o ricondizionato ha il vantaggio di evitare di mettere in circolo rifiuti elettronici inquinanti, quindi può essere un vantaggio per l’ambiente e per il portafoglio.

    Voi cosa fare quando si guasta un prodotto elettronico? Lo buttate direttamente ai rifiuti o tentate la riparazione?

  • Diventare nomadi digitali

    Diventare nomadi digitali

    Generalmente viaggiare richiede del tempo libero da dedicare sfruttando ferie e periodi di vacanza concessi dal nostro lavoro, ma per chi ha la fortuna di poter fare un lavoro che non richieda una presenza fissa in azienda puó unire il lavoro con il viaggio lavorando da remoto.

    Infatti per quelle professioni che lo permettono, dai creatori di contenuti ai freelance o agli imprenditori o comunque quei lavoratori che possono lavorare almeno in parte a distanza farlo da casa oppure dall’altra parte del mondo diventa indifferente ai fini lavorativi, almeno fin quando siamo in presenza di una connessione internet veloce, di un telefono e di una scrivania dove fare il nostro lavoro.

    Quindi organizzandoci bene potremmo visitare sempre dei posti nuovi al di fuori dell’orario lavorativo, senza rinunciare a conoscere nuovi posti e nuove culture.

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    Photo by Andrea Piacquadio on Pexels.com

    Magari ci si puó trasferire per qualche tempo in un paese piú caldo, piú economico , facendoci pure risparmiare rispetto all’affitto in una grande cittá , ritornando alla base solo saltuariamente per qualche riunione in presenza inderogabile e trasformandosi in veri nomadi digitali.

    Infatti le località balneari , con un clima mite, una buona cucina e dei prezzi relativamente economici diventano un ottima alternativa alle metropoli fredde e inquinate per chi non ha esigenze di una presenza costante in persona per il proprio lavoro.

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    Riunioni in videoconferenza, email e telefono ci permettono di organizzare il lavoro efficacemente pure a distanza, come molti di noi avranno sperimentato durante lo smart working in pandemia, ma con un pó di organizzazione puó diventare un modo per ripensare la nostra vita o almeno un periodo di essa.

    Ovviamente è bene scegliere un posto ben collegato con i voli in modo da poter tornare alla base in caso di necessitá, e farsi bene i conti sulle spese da sostenere visto che i posti incantevoli non é detto che siano economici, quindi meglio trovare dei compromessi che ci permettano sia di vivere comodamente col nostro stipendio che permetterci di poter godere delle attrattive del posto.

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    Ma viaggiare, esplorare e entrare in contatto con nuove culture, potendole conciliare con le esigenze lavorative non ha a prezzo nonostante possibili difficoltà logistiche, di comunicazione, magari l’assenza di amici e parenti a cui fare riferimento in caso di bisogno, l’instabilità o la difficoltà ad organizzarsi sia lavorativamente che nella gestione del proprio tempo.

    Ma dall’altra parte della bilancia abbiamo la possibilità di muoverci, viaggiare, esplorare potenzialmente dappertutto, con una maggiore libertá utile anche alla nostra creatività e alle nostre relazioni sia in ambito privato che lavorativo, la possibilità di crescita personale e soprattutto il benessere fornito dalla possibilità di visitare e lavorare in ambienti stimolanti e senza costrizioni date da troppe regole ed orari visto il maggior equilibrio tra lavoro e sfera privata che il lavoro remoto puó concedere.

    person using laptop computer during daytime

    Ovviamente non è una scelta per tutti, specie se abbiamo una famiglia o un partner da coinvolgere nella nostra scelta, ma quando le condizioni lo consentono un’esperienza, anche per un periodo limitato è sicuramente positiva, sempre che il nostro carattere  e lo spirito di adattamento ci consentono di uscire dalla nostra comfort zone di un ufficio senza troppi sbattimenti per vivere una vita sicuramente più movimentata ma molto stimolante.

    Voi avete mai valutato di fare il nomade digitale?

  • Temu, Shein e Aliexpress fanno paura ad Amazon

    Temu, Shein e Aliexpress fanno paura ad Amazon

    Le piattaforme di ecommerce low cost come Temu, Shein o Aliexpress sono sempre piú popolari per l’acquisto di oggettistica e abbigliamento a basso costo di provenienza orientale. 

    Infatti i grandi store cinesi alle periferie delle città, a causa della scomparsa di alcune agevolazioni e di maggiori controlli e oneri fiscali hanno alzato i prezzi rendendo meno conveniente l’acquisto a meno che non si voglia controllare con mano la qualitá o si voglia l’articolo sul momento, tanto che spesso si trovano ad essere meno convenienti rispetto a catene occidentali (ad esempio Tedi, Action, Kik, Pepco e simili) che spesso vendono prodotti simili a prezzi migliori giocando sulla quantitá.

    Quindi un’alternativa comoda per comprare la nostra paccottiglia a poco prezzo é acquistare online, anche perché le varie piattaforme, un pó per sottostare alle recenti  formalitá doganali che prevedono il pagamento anticipato dell’IVA e un pó per ridurre tempi e costi di spedizione danno la possibitá di ricevere in tempi relativamente veloci di 1-2 settimane raggruppando gli acquisti in un unica spedizione al raggiungimento di una certa soglia di spesa (circa 10 euro a seconda della piattaforma), mantenendo la spedizione lenta per gli acquisti al di sotto della soglia di spesa o spediti da venditori che non usano la piattaforma logistica del sito.

    Considerato che un po’ per cercare di raggiungere la soglia per la spedizione gratuita rapida, un pó per i prezzi bassi e un pó per le operazioni di marketing audaci che tra gamification e offerte super scontate fanno sì che i carrelli si riempano velocemente.

    E considerato che offrire  prezzi bassi e tempi di consegna umano significa far preferire queste piattaforme di origine cinese a quelle occidentali dove si trovano gli stessi prodotti, magari rivenduti o rimarchiati da un distributore locale a prezzo piú elevato che se un tempo erano giustificati da un tempo di consegna piú celere, ora quelle occidentali perdono di attrattiva.

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    Infatti da una parte la comunitá europea per tutelare i propri venditori con la scusa della sicurezza pensa di introdurre una tassa amministrativa sulle spedizioni e di rimuovere l’esenzione dai dazi per le spedizioni sotto i 150 euro, dopo aver giá eliminato l’esenzione della riscossione dell’IVA di modo da ingolfare i controlli alle dogane e rendere difficoltoso e costoso il ricevere prodotti economici dalla Cina.

    Dall’altra parte le piattaforme occidentali iniziano a copiare quelle cinesi offrendo servizi simili, come Haul una sorta di clone di Temu lanciato per ora negli Stati Uniti da Amazon e che probabilmente verrà esteso a breve anche in Europa.

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    Si tratta di una sezione della App o del sito mobile di Amazon.com dove è possibile acquistare prodotti di costo inferiore ai 20 dollari spediti direttamente dalla Cina in 15 giorni e che beneficiano della garanzia A-Z di Amazon.

    La spedizione é gratuita al raggiungimento di 25 dollari di spesa e prevede degli sconti del 5 o del 10% se si raggiungono rispettivamente i 50 o i 75 dollari di spesa in un singolo ordine.

    Inoltre è previsto il reso gratuito, nei soliti modi previsti da Amazon come i locker, i punti di raccolta e gli uffici postali per tutti i beni che hanno un costo superiore ai 3 dollari.

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    In pratica si hanno a disposizione gli stessi prodotti cinesi, con un servizio e prezzi simili a quello di Temu o Aliexpress ma con in piú la garanzia di Amazon.

    Sicuramente buono per l’utente se stimola la concorrenza, un pó meno quando la concorrenza viene ostacolata dalla burocrazia come ha in mente di fare l’unione europea visto che i costi burocratici finiranno per ricadere sui consumatori.

  • Conviene cambiare auto?

    Conviene cambiare auto?

    Se avete la macchina dal meccanico e si prospetta un conto salato, o se vista l’etá state facendo visita alle officine troppo spesso, o avete il cruscotto che sembra un albero di natale con le varie spie dei guasti accese, o anche se il finanziamento della macchina è prossimo alla scadenza vi sará venuto in mente che il momento possa essere propizio per cambiare auto.

    E se in passato l’idea  sarebbe stata corretta coi prezzi delle auto aumentate a dismisura il ragionamento potrebbe cambiare.

    Infatti basta consultare i listini e accorgerci che rispetto a un 5/7 anni fa la stessa macchina costa praticamente il doppio: se fino a pochi anni fa con 20.000 euro si portava a casa un suv o una berlina media di un certo prestigio nuova, oggi con la stessa cifra si fá fatica a comprare un’utilitaria come una Panda o una Clio.

    E ovviamente se aumenta il prezzo del nuovo di conseguenza anche i prezzi dell’usato si adeguano di conseguenza, con utilitarie di 10/12 anni vendute in salone a 8/10.000 euro, cifra con la quale sino a poco tempo fá si poteva portare a casa un usato fresco o un’aziendale con al massimo tre o quattro anni di vita.

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    Infatti tra normative antinquinamento, obblighi di adozione di sistemi di aiuto alla guida, omologazioni varie e multe per la cO2 al costruttore produrre la stessa auto costa molto di piú, inoltre il cercare di imporre per legge la mobilitá elettrica sta peggiorando le cose perché i maggiori investimenti richiesti vengono ribaltati sui listini non solo delle auto elettriche ma anche di quelle termiche.

    Inoltre per evitare penalizzazioni dovute alla scarsa vendita di elettriche, poco richieste dalle masse per via del prezzo e della minore versatilitá nell’utilizzo i costruttori stanno limitando la vendita di auto termiche, facendo sparire modelli particolarmente richiesti o aumentando i listini per disincentivare le vendite delle termiche in favore delle elettriche.

    E se si vendono meno termiche da nuove, aumenta la richiesta nel mercato dell’usato coi prezzi saliti ormai alle stelle.

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    Questo significa che cambiare auto, sia sul nuovo che sull’usato diventa molto meno conveniente, ad esempio se si vuole ricontrattare un finanziamento ridando dentro la macchina attuale per una nuova della stessa categoria la rata aumenterebbe considerevolmente rendendo sicuramente piú conveniente riscattarla piuttosto che cambiarla, a meno di sceglierne una di categoria inferiore.

    Stessa cosa se si ha un leasing o un noleggio a lungo termine, con l’aggravante della modifica alla legge sul fringe benefit che rende conveniente allungare i contratti vecchi piuttosto che immatricolare un’auto nuova.

    Ma anche se voglessino cambiare auto per sfizio potremmo accorgerci che ci servirá un budget molto piú importante a parità di tipologia di automobile, e se le nostre entrate non sono aumentate almeno quanto gli aumenti dei listini saremo costretti a fare qualche rinuncia.

    Peggio ancora se dobbiamo cambiare auto per necessitá: se abbiamo una macchina con tanti anni e magari chilometri sulle spalle fino a qualche tempo fá probabilmente al primo guasto importante l’avremmo rottamata e sostituita con un nuovo grazie agli incentivi , ora probabilmente conviene investire qualche soldo e farla riparare: magari sino a qualche anno fá spendere 2 o 3 mila euro di riparazioni su una macchina di dieci anni sarebbe stata una scelta poco saggia, ma coi prezzi del nuovo, ma anche dell’usato, la cosa ha molto piú senso specie se si considera che conosciamo la nostra macchina piú di una sostituta presa usata e che con la cifra della riparazione non porteremo a casa neanche la piú squallida delle macchinette per neopatentati che prima venivano quasi regalate o cedute al solo costo del passaggio di proprietá per accedere agli incentivi per la rottamazione.

    E prenderla nuova significa fare sacrifici importanti, dato che gli stipendi sono praticamente fermi contrariamente ai listini delle auto, e anche accedendo a qualche agevolazione si porta a casa un auto infarcita di elettronica e con una qualitá tendenzialmente piú bassa rispetto alla media delle auto che circolavano anche solo una decina di anni fa con il rischio di trovarsi con un auto nuova poco affidabile, rischiando pure di avere problemi a reperire i ricambi se si é optato per qualche marchio esotico per risparmiare qualcosa sul prezzo di acquisto.

     Alla fine della fiera finché si puó é meglio tenersi stretta una macchina con qualche anno alle spalle, pagata coi listini vecchi, anche a costo di spendere qualcosa di piú in manutenzione.

  • Come arredare la casa risparmiando

    Come arredare la casa risparmiando

    Quando si ha la voglia o l’esigenza di aggiungere, modificare o integrare l’arredamento delle nostre case puó essere un problema per il nostro portafoglio.

    Infatti specie se si hanno esigenze specifiche come dimensioni personalizzate, materiali o funzionalità non standard il conto potrebbe essere particolarmente salato.

    Inoltre va valutato per bene cosa acquistare , prendendo accuratamente le misure degli spazi tenendo conto anche degli ingombri di battiscopa, porte e finestre per evitare di acquistare un arredo che poi non si adatta ai nostri spazi, col rischio di doverlo rimandare indietro o addirittura di doverlo svendere perché magari ci stufa dopo poco tempo dall’acquisto.

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    Ovviamente anche la qualità del mobile ha la sua importanza nel prezzo finale, ma a paritá di materiali scegliere una finitura o una linea piú di moda può incidere in modo significativo sul prezzo.

    Ma giocando con i cataloghi, accontentandosi di un prodotto meno sulla cresta dell’onda e magari visitando le aree outlet dei mobilifici dove vengono venduti a fine stagione  i mobili dell’esposizione o quelli delle collezioni passate a prezzo scontato si può risparmiare, magari portandoci a casa un prodotto di qualitá superiore ad una frazione del prezzo.

    Inoltre conviene girare per mobilifici, soprattutto per le grosse catene nazionali dove iniziative promozionali, sconti sul trasporto e montaggio e soprattutto una maggiore disponibilitá puó portare a risparmi considerevoli.

    Spesso poi i fornitori sono gli stessi per vari mobilifici, ma producono versioni personalizzate per determinata catene dove differenziando nel nome e in piccoli dettagli come ad esempio le maniglie, gli accessori e le tonalitá disponibili riescono a vendere lo stesso prodotto a prezzi sensibilmente diversi, magari prediligendo le catene con maggiori fatturati dove è piú probabile ottenere prezzi migliori.

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    Se poi si tratta di un complemento d’arredo o di un piccolo mobile, una libreria o una scrivania si puó risparmiare qualcosa acquistandoli in kit e montandoli in autonomia.

    Se si vuole risparmiare ancora qualcosa è bene valutare le soluzioni di economia circolare, come i resi dei negozi e l’usato guardando negli appositi mercatini e gli annunci nei marketplace come facebook, subito e simili: spesso chi si deve disfare dell’arredamento è costretto a svenderlo in fretta, magari perché deve lasciare la casa o perché ha in consegna il nuovo: stando attenti alle condizioni e alla qualitá si possono fare ottimi affari.

    A volte puó anche capitare di trovare in regalo o a un prezzo simbolico arredi bisognosi di qualche cura, che con poco lavoro possono essere riparati e utilizzati, magari con una stuccata, qualche vite, una riverniciata o un pó di cera: se si ha un pó di manualitá può essere un modo per risparmiare parecchio.

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    Ovviamente, a meno che non ci serva qualcosa di provvisorio destinato a durare non piú di qualche anno é bene puntare sulla qualitá scegliendo qualcosa che possa durare nel tempo, prediligendo materiali duraturi: meglio un prodotto di vero legno che qualcosa di cartone pressato se vogliamo che ci possa durare, pertanto è bene leggere con attenzione le schede tecniche prima dell’acquisto.

    Ad ogni modo con un pó di occhio clinico e un pó di fiuto per gli affari si può risparmiare parecchio, sempre che non ci facciamo affascinare dal prodotto di moda visto nelle riviste o in tv.

    Voi conoscete altri trucchi per risparmiare sull’arredamento?

  • E’ il momento di investire in bitcoin?

    E’ il momento di investire in bitcoin?

    Parlando di investimenti, a seconda dei periodi e del valore che riescono a raggiungere le criptovalute come il bitcoin diventano argomento di interesse, spingendo nuovi investitori ad avvicinarsi a questi strumenti.

    Purtroppo come spesso succede con gli strumenti finanziari quando uno strumento diventa di pubblico dominio potrebbe essere già tardi, e col bitcoin che ha toccato i 100.000 dollari il rischio che possa ritracciare é alto, ma è pure vero che la ricerca di beni rifugio e un’amministrazione americana favorevole alle valute digitali potrebbe anche spingere il valore anche piú in alto nel futuro.

    Tutto sta nel capire se si puó fidare e se il momento è ancora buono per comprare o se é giá il tempo di vendere, come si farebbe nel mercato azionario in tempi di euforia.

    ripple etehereum and bitcoin and micro sdhc card

    Il problema è che le criptovalute a differenza di altri strumenti finanziari piú tradizionali sono molto piú volatili e la possibilitá che il valore possa crollare da un momento all’altro , magari per riprendersi almeno in parte dopo qualche tempo, non è così improbabile, quindi diventa essenziale conoscere molto bene il mercato e soprattutto sapere esattamente quando comprare e quando vendere.

    Infatti con un investimento tradizionale i tempi necessari a recepire i trend del mercato sono piú rilassati anche a causa dei tempi tecnici richiesti dal mercato, mentre con le criptovalute lavorando in tempo reale vendere un asset alle 2 del mattino anziché alle 10 potrebbe fare una differenza essenziale per il proprio portafoglio.

    Purtroppo basta un problema ad un exchange o una nuova legge da qualche parte del mondo ed il valore potrebbe schizzare immediatamente verso l’alto o verso il basso, quindi è necessaria una competenza specifica che magari manca ad un investitore più tradizionale.

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    Inoltre diventa essenziale essere capaci di capire eventuali bolle speculative e stare alla larga dalle cosiddette shitcoin, quelle nuove valute che promettono all’inizio grandi guadagni ma che potrebbero scomparire da un momento all’altro, lasciando gli investitori con un cumulo di carta straccia.

    Bisogna ricordarsi che nonostante la decentralizzazione, la maggior parte delle valute virtuale non hanno alle spalle la garanzia di uno stato o di un ente riconosciuto globalmente, quindi nonostante i guadagni promettenti i rischi sono sicuramente elevati.

    Pertanto diventano interessanti in una strategia di diversificazione, dove puó essere un idea dedicargli una piccola fetta dei nostri investimenti, magari da allargare solo quando ci saremmo fatti una conoscenza approfondita dello strumento e soprattutto senza renderlo l’unico asset del nostro mix finanziario.

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    Ma sicuramente vale la pena informarsi e valutarlo, magari investendo una cifra piccolissima che potremmo permetterci di perdere come fosse una scommessa sportiva, e magari utilizzare dei simulatori di investimento che ci consentono di fingere l’investimento senza usare denaro reale prima di buttarsi nell’investimento con soldi veri.

  • La porta USB-C diventa obbligatoria

    La porta USB-C diventa obbligatoria

    L’anno nuovo porta una novitá per gli acquisti di dispositivi tecnologici: si estende infatti l’obbligatorietá della porta USB-C per dispositivi quali smartphone, tablet, ebook reader, fotocamere, auricolari, console e altoparlanti portatili, dispositivi di input come tastiere e mouse ricaricabili o navigatori.

    Questi dispositivi dovranno montare per legge la porta universale e quindi in teoria essere caricati da un alimentatore già in nostro possesso, togliendo l’obbligo al produttore di includerlo in confezione per evitare rifiuti tecnologici.

    La norma entra in vigore dalla fine di dicembre 2024 per i dispositivi tecnologici di nuova immissione sul mercato europeo che richiedono meno di 100 watt e si estenderá anche ai computer portatili a partire dal 2026.

    Purtroppo peró se la cosa puó avere un senso per dispositivi a basso consumo, quelli che hanno bisogno di piú corrente o che montano dei sistemi di ricarica rapida avranno bisogno di un alimentatore e/o di un cavo specifico che andrá comprato a parte aumentando la spesa per l’utente, visto che gli accessori originali vengono solitamente venduti a caro prezzo.

    Alcuni dispositivi riusciranno ad essere comunque alimentati , ma in assenza della propria tecnologia di ricarica rapida andranno nettamente piú lenti utilizzando un alimentatore standard, inoltre utilizzando un cavo standard potrebbe non essere in grado di veicolare la corretta potenza o le funzioni aggiuntive come il trasferimento dei dati o il collegamento a periferiche esterne, come ad esempio i monitor.

    E soprattutto se si ha a che fare con dispositivi Apple utilizzare un cavo certificato dal produttore fa la differenza tra riuscire a caricare o meno il dispositivo.

    Ma anche la ricarica veloce e il trasferimento di dati e video hanno bisogno di cavi particolari che potremmo facilmente confondere visto che il connettore é sempre il solito USB-C ma a seconda delle prestazioni, la lunghezza, lo spessore e la certificazione del cavo ci permettono o meno di utilizzare le funzionalitá aggiuntive.

    Infatti i cavi USB a seconda della versione ( 2.0, 3.0, 3.1. 3.2, 4.0 declinati in varie Gen)  riescono a portare dai 480 Mbit/secondo ai 40 Gbit/secondo quindi non sono tutti uguali, a maggior ragione se dobbiamo veicolare un segnale video che ha bisogno di saturare la banda e magari contemporaneamente alimentare il dispositivo, dato che la corrente che il cavo puó far transitare varia a seconda del cavo e della tecnologia utilizzata.

    Inoltre anche la lunghezza del cavo , soprattutto quando si usano al massimo delle caratteristiche consentite, impatta sulle prestazioni e potrebbe non funzionare correttamente quando troppo lungo.

    Purtroppo con un connettore unico si rischia di fare confusione e si rischia di ricomprare un cavo perchè non adatto credendolo guasto facendo ulteriori rifiuti, anziché utilizzare un cavo univoco che si é sicuro funzioni con tutti i dispositivi con cui é collegabile, anziche usare dei cavi uguali solo nella forma ma non nella sostanza.

    Idem per gli adattatori, nonostante esista  il protocollo USB-PD o power delivery come  standard per l’alimentazione, purtroppo come per i cavi non tutti i dispositivi e gli alimentatori possono avere la stesse caratteristiche obbligando il sistema a utilizzare la velocitá del dispositivo piú lento della catena.

    Quando invece nel connettore passa una tecnologia proprietaria, da quelle per la ricarica rapida usata negli smartphone o al thunderbolt si rischia che nonostante la compatibilità fisica del connettore non ci sia quella elettrica non facendo funzionare i dispositivi.

    Insomma seppur con buoni intenti la cosa finirà per confondere gli utenti, costringendo pure a mettere mano al portafoglio, specie quando servono prestazioni importanti dove servono accessori come alimentatori e cavi specifici,  di sicuro non economici.

  • Sono arrivati i saldi

    Sono arrivati i saldi

    Come avrete notando girando per le vie del centro o per i centri commerciali sono iniziati i saldi di fine stagione, che quest’anno con durate e modalitá leggermente diverse sono partiti quasi dappertutto il 4 Gennaio e dureranno a seconda della localitá tra le 4 e le 6 settimane.

    Nonostante i divieti di iniziative promozionali nei giorni precedenti l’inizio dei saldi imposti da gran parte delle regioni, molti negozi hanno mascherato le offerte come vendite private dedicate agli utenti registrati in possesso di carte fedeltá quindi le offerte piú succulente sono già andate via prima dell’inizio ufficiale, motivo per il quale é bene iscriversi a newsletter e programmi fedeltà dei vari negozi per accedere in anticipo alle offerte.

    Ma anche per gli utenti normali non è detto che non si possano fare affari, soprattutto per quelle marche costose o che difficilmente fanno offerte durante l’anno.

    A seconda dell’articolo che cerchiamo la tattica per risparmiare cambia: se cerchiamo un prodotto, un colore o una taglia molto richiesta è bene affrettarsi il prima possibile per non rischiare di stare a bocca asciutta, viceversa se puntiamo a un capo particolare, magari molto costoso o di una taglia poco comune (molto grande o molto piccola) aspettare ci consentirá di accedere a sconti aggiuntivi dopo la ressa dei primi giorni di saldi.

    Ovviamente non bisogna farsi prendere dall’euforia e acquistare capi che non ci servono, o che verosimilmente useremo molto poco solo perché scontati.

    Meglio inoltre definire una lista della spesa e un budget  da non superare anche in caso di offerte allettanti per evitare di comprare capi che finiremo per non utilizzare.

    E bisogna fare attenzione che gli sconti siano effettivi e che non ci siano stati aumenti poco prima delle promozioni di modo da ingolosire i clienti non abituali con sconti importanti che magari riportano i prezzi a valori molto simili a quelli applicati fuori dal periodo promozionale.

    Occhio anche alla qualità dei prodotti e alla vetustá: non é raro trovare in sconto prodotti vecchi di parecchie collezioni fá, che potrebbero rivelarsi fuori moda.

    Attenzione anche alle taglie, magari si puó cadere nella tentazione di acquistare il prodotto scontato nonostante non sia della misura corretta, ma dimenticandoci della cosa potremmo finire con non usarlo perché non ci calza perfettamente.

    Verificate sempre che il prodotto non abbia difetti: uno sconto molto elevato potrebbe dipendere da qualche imperfezione, che a seconda può essere riparata facilmente facendoci fare un affare come nel caso di una macchia o di una scucitura, o non permetterci di usare il vestito magari perché strappato o deformato.

    A volte peró lo sconto elevato puó dipendere dal fatto che si tratta dell’ultimo prodotto rimasto, magari di qualche taglia particolare che si ha la “sfortuna‘ di portare o di qualche colore non troppo richiesto, o di un marchio non piú trattato dal negozio, cosa che ci permette di portarci a casa un prodotto di qualitá elevata anche a un quinto del suo prezzo di cartellino.

    Ricordiamoci inoltre che i saldi non sono solo nei negozi fisici ma anche online, quindi magari si riesce ad accedere ai prezzi scontati, magari per il modello, taglia o colore desiderato anche da un negozio fuori zona o da un e-commerce, magari direttamente quello dalla casa madre consentendoci di ottenere il prodotto dal prezzo scontato non piú disponibile dalle nostre parti.

    Sicuramente é un modo per risparmiare qualcosa, specie per prodotti che vanno difficilmente in sconto o per permetterci di acquistare dei capi di qualitá a prezzi vicini a quelli delle catene di fast fashion, con la possibilitá di goderci un capo migliore e magari rivenderlo pure come usato recuperando parte della spesa all’inizio della prossima stagione.

    Voi avete acquistato in saldi?

  • E’ il momento di investire in beni rifugio?

    E’ il momento di investire in beni rifugio?

    La situazione geopolitica in corso con guerre quasi alle porte di casa e rischi di escalation che potrebbero portare facilmente i paesi occidentali in guerra ci portano a ripensare i nostri investimenti.

    Infatti ci si sta preparando al ritorno di una sorta di guerra fredda con due blocchi ben distinti: uno che ruota intorno agli Stati Uniti e un’altro intorno alla Cina, e con la vittoria di Trump alle elezioni americane, è probabile che questi due blocchi si allontaneranno ulteriormente, con l’introduzione di dazi e una separazione tra quella che era la fabbrica del mondo , la Cina, con quella che era la fabbrica dell’economia , gli Stati Uniti.

    Il problema é che la maggior parte delle produzioni, anche quelle piú banali, dipendono dagli stabilimenti e dalle materie prime cinesi, e che il know how della produzione dopo decenni di delocalizzazioni non é piú in mano agli occidentali.

    man wearing orange hard hat

    Se poi aggiungiamo che la guerra in Ucraina ha privato l’Europa dell’accesso all’energia a basso costo, rendendo poco competitive le proprie fabbriche e creando danni importanti alla propria economia, con chiusura o vendita di fabbriche e perdite di posti di lavoro, questo cambia gli scenari anche di casa nostra.

    In pratica l’America rischia di ridimensionarsi, la Cina potrebbe perdere una parte importante della propria clientela, mentre l’Europa rischia di collassare: questo significa che investire in azioni potrebbe diventare piú rischioso, specie per alcune categorie, ma anche i titoli di stato, specie quelli europei, potrebbero cambiare pelle diventando forse piú redditizi ma sicuramente piú rischiosi.

    Quindi potrebbe essere il caso di iniziare a diversificare maggiormente gli investimenti per tutelarsi da possibili default e di rivolgersi a beni rifugio, che possono essere l’ancora di salvezza nei periodi dove soffiano venti di guerra.

    gold bar lot

    E il bene rifugio per eccellenza è l’oro che storicamente, grazie alla sua scarsità, permette una tutela dei propri soldi, specie in caso di svalutazione e inflazione.

    Ma anche il bitcoin, spinto dall’amministrazione Trump, potrebbe essere una sorta di bene rifugio, e l’aumento del suo valore a quasi 100.000 dollari ne è una prova, nonostante si tratti di un prodotto piú rischioso, instabile e speculativo.

    Altra idea potrebbe essere investire in azioni o strumenti finanziari legati a settori imprescindibili per la nostra vita, come utilities che trattano beni di prima necessitá o servizi essenziali, senza trascurare quelle aziende che dalle guerre ottengono vantaggi e commesse, cosi come investire in materie prime che possono beneficiare di maggiore domanda in periodo di guerra .

    stock exchange board

    Anche investire in valute forti o in titoli di stato di paesi sicuri dovrebbe garantire sicurezza, ma un ingresso dell’occidente in guerra potrebbe sparigliare le carte e rendere pericoloso un paese ritenuto storicamente sicuro: giá adesso l’economia tedesca, traino dell’Europa é in affanno, un’entrata in guerra in un ipotetica, ma non certo impossibile, guerra mondiale potrebbe cambiare pesantemente gli equilibri e i rapporti di forza.

    Ad ogni modo la chiave è diversificare ancora di piú gli investimenti, in modo che se qualcosa dovesse andare storto da una parte, si possa recuperare da un’altra o quanto meno evitare di perdere completamente il valore dei nostri asset.

    E se magari si riesce a vedere lungo e ad investire su qualcosa che magari adesso non sembra particolarmente interessante, ma che potrebbe acquisire valore quando le acque si saranno calmate potrebbe essere la soluzione per sfruttare i venti di guerra a proprio vantaggio.

    bitcoins and u s dollar bills

    Voi cosa ne pensate? Avete altre idee o consigli per investire in periodi particolari come questi?