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  • I motori a quattro cilindri stanno scomparendo

    I motori a quattro cilindri stanno scomparendo

    Chi é alle prese con la ricerca di un utilitaria per sostituire la propria auto con tante primavere alle spalle se ne sará accorto: rispetto ad una decina di anni fa le cose sono cambiate e di tanto.

    Dai cambi automatici sempre piú presenti alle auto elettriche ed ibride tanto reclamizzate e poco gradite dai consumatori ai listini lievitati con prezzi praticamente raddoppiati e obblighi di finanziamento e rottamazione per accedere alle scontistiche. 

    Ma una cosa fa storcere il naso ai puristi, a chi ama guidare e non vuole solo un mezzo che ti porti da un punto A a un punto B: nei segmenti piccoli e medi sono praticamente scomparse le auto a quattro cilindri, sostituite da piccoli motori a tre cilindri, spesso sovralimentati coadiuvati a volte da una parte ibrida, leggera o pesante.

    close up photo of black and silver car engine

    E non importa se si tratti della piccola utilitaria da cittá, anch’essa diventata merce rara, dove un piccolo borbottante tre cilindri potrebbe avere senso, ma anche i suv medi , nonostante la stazza, hanno sempre piú spesso un tre cilindri di piccola cilindrata, generalmente tra il 1.0 e il  1.3, dove un tempo veniva montato un 2.0 quattro cilindri.

    Questo viene fatto per un discorso di emissioni, diventato un mantra per le case costruttrici dove per evitare di dover pagare sanzioni o comprare crediti energetici sono costretti a ridurre al massimo la CO2 anche a pena di sacrificare modelli, piacere di guida o affidabilitá dei mezzi.

    Infatti il motore piú piccolo porta a consumi piú bassi nei cicli di omologazione, e quindi meno emissioni dichiarate, con la minore potenza che viene compensata da turbo o sistemi ibridi.

    Il problema é che un motore tre cilindri é meno rotondo e piú rumoroso perché naturalmente sbilanciato , quindi molto meno gradevole da guidare, nonostante gli stratagemmi per controbilanciare l’albero motore e smorzare le vibrazioni.

    smoke coming from the exhaust pipes

    Ma mettere motori piú piccoli su vetture piú pesanti, nonostante le sovralimentazioni per recuperare potenza, significa sfruttare di piú il motore e garantirgli una minore longevità.

    E se poi ci si aggiungono scelte infelici come le famigerate cinghie a bagno d’olio, che soprattutto nei famigerati motori PureTech del gruppo Stellantis , portano a richiedere intervalli di manutenzione estremamente ravvicinati per garantire il funzionamento del motore, con distribuzioni da fare ogni 30-40.000 chilometri per evitare che la cinghia si sciolga e contamini l’olio motore , ci porta ad avere macchine molto piú costose non solo da comprare che anche da mantenere.

    E come detto a voler spulciare i listini di buoni vecchi 4 cilindri rimane ben poco, almeno sulle macchine medie: a benzina si trova ancora qualche versione pepata delle macchine del gruppo Volkswagen che ancora monta il 2.0, il 1.2 Hyundai montato su alcune versioni di i20,Kia Picanto e Stonic, il 1.4 della Suzuki Vitara, il 1.6 full hybrid di Renault e gli onnipresenti 1.5 delle macchine cinesi: tutto il resto sono motori a 3 cilindri tra i mille e i millecinquecento cc.

    L’alternativa per chi vuole un quattro cilindri sarebbe quella di trovare un diesel, ma tra FAP e norme antinquinamento anche loro sono spariti dal mercato, specie nelle auto piú piccole, costringendoci ad andare almeno su berline medie dove il prezzo di listino balla ormai intorno ai 30.000 euro.

    Quindi alla fine o ci si accontenta a malincuore di un 3 cilindri, o si passa a un modello di categoria e prezzo superiore oppure ci si deve rivolgere alle auto di origine cinese.

    Infatti praticamente tutte le cinesi, e i modelli di marchi europei derivati da quelli cinesi, se non sono esclusivamente elettrici, montano un 1.5, cilindrata scelta per questioni di dazi che consente di creare motori versatili , in modo da poter utilizzare lo stesso motore con minime varianti su vetture di diverse categorie: dalle utilitarie , alle berline ai grossi suv, e che per semplicitá di costruzione e di manutenzione é un buon vecchio 4 cilindri, cosa che minimizza i rischi di dover richiedere interventi di manutenzione su macchine vendute su scala globale.

    Ci si dovrá quindi turare il naso per fare una scelta che non avremmo sicuramente fatto 10 anni fa, sia essa accontentarsi del tre cilindri, che aprire considerevolmente il portafoglio per prendere una macchina di categoria superiore o passare ad una cinese: è un qualcosa che non ci sarebbe mai passato per la testa.

    Voi state pensando di cambiare auto? Volete per forza un quattro cilindri o vi accontenterete di un frullino a 3 cilindri o addirittura di un elettrica?

  • Le cuffie a conduzione ossea

    Le cuffie a conduzione ossea

    Un tipo di cuffia particolare è quella a conduzione ossea, che a differenza di quelle classiche sfrutta le vibrazioni sul cranio per riprodurre le onde sonore.

    Questa tecnologia, mutuata da quella di alcuni apparecchi acustici, infatti permette di bypassare il timpano e l’orecchio esterno in quanto sono le vibrazioni meccaniche a farci percepire il suono con il vantaggio di poter ascoltare la musica senza avere un’auricolare dentro l’orecchio, lasciando libero il nostro padiglione auricolare di ascoltare anche i rumori provenienti dall’esterno e quindi dandoci la possibilitá di non estraniarsi dall’ambiente che ci circonda, al contrario di quelle a cancellazioni di rumore di cui parlavamo in precedenza che invece assolvono all’esigenza opposta.

    Ovviamente questo si traduce in due difetti intrinseci del sistema, ciò che ascoltiamo non sará perfetto come quello di una cuffia tradizionale in quanto si mescolerá ai rumori esterni e soprattutto si avrá una mancanza di risposta sulle basse frequenze, cosa che le rende poco adatti ad alcuni generi musicali, ma comunque perfetti per l’uso in abbinata con un telefono o un computer per chiamate o per ascoltare un podcast, meno per ascoltare musica rock o dance.

    La caratteristica di liberare l’orecchio permette di poter disegnare delle cuffie che siano piú comode nell’uso sportivo in movimento, rendendole piú leggere e meno sensibili agli spostamenti durante l’attivitá fisica, quindi possono essere una buona soluzione da utilizzare in palestra o nella corsa soprattutto all’aria aperta dove sono utili per renderci conto di potenziali pericoli esterni.

    Quasi tutte quelle attualmente in commercio sono dotate di connettività bluetooth e hanno una loro batteria interna che dovrá essere ricaricata come un cellulare, e pertanto nella scelta va considerata anche l’autonomia e il tempo di ricarica, dato che al contrario degli auricolari TWS non hanno una loro custodia di ricarica da portare in giro con sé.

    Generalmente queste cuffie hanno la certificazione IPx5 che consentono di usarli con umiditá, sudore e pioggia, ma alcuni modelli specifici hanno impermeabilità IPx7 o IPx8 che consente l’uso in piscina e in questo caso integrano anche la funzionalità di lettore mp3 dato che il bluetooth non funziona sott’acqua.

    Inoltre utilizzando un tappo per le orecchie si riesce ad ovviare alla perdita di alcune frequenze migliorando il suono, e con lo stesso stratagemma possono essere in ambienti rumorosi, dove il tappo ci isola dai rumori esterni, ma la cuffia ci permette comunque di ascoltare la musica.

    Il fatto di non isolarci dall’esterno è inoltre utile non solo per le attivitá fisiche all’aria aperta ma anche per chi fa karaoke perché si riesce a sentire la propria voce, così come possono essere particolarmente utili a chi ha problemi ai timpani o otiti che non permettono l’uso di cuffie tradizionali.

    C’è da dire che alcuni modelli non sono comodi per tutte le conformazioni della testa, specie per chi porta gli occhiali, ma basta provarle o al limite fare un reso se le abbiamo comprate online e non ci si trova bene.

    E tra i difetti c’è da dire che spesso hanno un deludente rapporto qualità prezzo soprattutto se le confrontiamo con modelli tradizionali di pari prezzo, anche se ormai si trovano dei modelli di origine cinese di buona qualitá intorno ai 30 euro , ottimi anche per chi si vuole togliere lo sfizio di provare questa tecnologia, mentre spendere oltre i 100 euro per un prodotto dei brand leader di settore per alcuni potrebbe rivelarsi una delusione, specie se é proprio questa tecnologia a non fare al caso nostro.

    Voi le conoscevate? Le avete provate o le usate abitualmente?Scrivetelo nei commenti!