Parlando di investimenti, a seconda dei periodi e del valore che riescono a raggiungere le criptovalute come il bitcoin diventano argomento di interesse, spingendo nuovi investitori ad avvicinarsi a questi strumenti.
Purtroppo come spesso succede con gli strumenti finanziari quando uno strumento diventa di pubblico dominio potrebbe essere già tardi, e col bitcoin che ha toccato i 100.000 dollari il rischio che possa ritracciare é alto, ma è pure vero che la ricerca di beni rifugio e un’amministrazione americana favorevole alle valute digitali potrebbe anche spingere il valore anche piú in alto nel futuro.
Tutto sta nel capire se si puó fidare e se il momento è ancora buono per comprare o se é giá il tempo di vendere, come si farebbe nel mercato azionario in tempi di euforia.
Il problema è che le criptovalute a differenza di altri strumenti finanziari piú tradizionali sono molto piú volatili e la possibilitá che il valore possa crollare da un momento all’altro , magari per riprendersi almeno in parte dopo qualche tempo, non è così improbabile, quindi diventa essenziale conoscere molto bene il mercato e soprattutto sapere esattamente quando comprare e quando vendere.
Infatti con un investimento tradizionale i tempi necessari a recepire i trend del mercato sono piú rilassati anche a causa dei tempi tecnici richiesti dal mercato, mentre con le criptovalute lavorando in tempo reale vendere un asset alle 2 del mattino anziché alle 10 potrebbe fare una differenza essenziale per il proprio portafoglio.
Purtroppo basta un problema ad un exchange o una nuova legge da qualche parte del mondo ed il valore potrebbe schizzare immediatamente verso l’alto o verso il basso, quindi è necessaria una competenza specifica che magari manca ad un investitore più tradizionale.
Inoltre diventa essenziale essere capaci di capire eventuali bolle speculative e stare alla larga dalle cosiddette shitcoin, quelle nuove valute che promettono all’inizio grandi guadagni ma che potrebbero scomparire da un momento all’altro, lasciando gli investitori con un cumulo di carta straccia.
Bisogna ricordarsi che nonostante la decentralizzazione, la maggior parte delle valute virtuale non hanno alle spalle la garanzia di uno stato o di un ente riconosciuto globalmente, quindi nonostante i guadagni promettenti i rischi sono sicuramente elevati.
Pertanto diventano interessanti in una strategia di diversificazione, dove puó essere un idea dedicargli una piccola fetta dei nostri investimenti, magari da allargare solo quando ci saremmo fatti una conoscenza approfondita dello strumento e soprattutto senza renderlo l’unico asset del nostro mix finanziario.
Ma sicuramente vale la pena informarsi e valutarlo, magari investendo una cifra piccolissima che potremmo permetterci di perdere come fosse una scommessa sportiva, e magari utilizzare dei simulatori di investimento che ci consentono di fingere l’investimento senza usare denaro reale prima di buttarsi nell’investimento con soldi veri.
Quando si viaggia in un paese che adotta una moneta diversa dall’euro abbiamo il problema di dover cambiare i soldi nella valuta locale e questo ci espone a disagi, commissioni e fregature, soprattutto se ci dobbiamo interfacciare con qualcuno che non parla la nostra stessa lingua e che magari difficilmente rivedremo, quindi che potrebbe non farsi troppi scrupoli ad approfittare della situazione , magari facendo leva sulla posizione o sulla nostra urgenza di avere in mano della valuta locale.
Per questa ragione cambiare i soldi in aeroporto o in una zona dove un banco non ha concorrenza puó essere particolarmente svantaggioso rispetto al centro delle cittá dove magari a causa del notevole afflusso di turisti si crea una concorrenza che fá leva sul prezzo per attirare a se i clienti, ammesso e non concesso che i vari banchi non facciano cartello per tenere alti i loro prezzi livellandoli su valori molto simili.
Infatti cambiare il contante in un cambia valute significa dover sottostare a dei tassi piú sfavorevoli di quelli bancari, visto che il guadagno del cambia valute sta proprio in quella differenza, unita ad una eventuale commissione che possono chiedervi , e che ovviamente sará maggiore quanto piú il tasso sia vicino a quello bancario e quindi i margini si assottigliano. Viceversa se il banco di cambio non applica commissioni, probabilmente il tasso sará tendenzialmente piú sfavorevole.
Ma ovviamente i cambia valute non sono l’unico modo per pagare nella valuta locale: esistono anche le banche che fanno questo servizio, tendenzialmente a costi piú bassi, ma il problema puó essere che non abbiano a disposizione sufficiente contante senza prenotazione, soprattutto se vogliamo riconvertire la moneta locale in euro, ma soprattutto bisogna perdere tempo e avere a che fare con una burocrazia di difficile gestione per una persona che non è del posto, anche a causa della lingua.
Volendo si potrebbe cambiare in anticipo il contante nella nostra banca prima di partire e viaggiare con in tasca la valuta estera, ma questo ci crea alcuni problemi: innanzitutto la valuta va prenotata alcuni giorni prima, la banca chiederá tendenzialmente dei costi per il servizio, ma soprattutto ci si espone al rischio che possiamo essere rapinati, specie se le cifre sono importanti, magari per ammortizzare i costi dell’operazione bancaria, oltre al fatto che comunque non è possibile viaggiare in aereo con una cifra in contanti superiore ai 10.000 euro di controvalore senza dichiararli, pena multe salate e/o la confisca della parte in eccesso.
La soluzione peró è molto piú semplice di quello che si pensi, basta usare una carta di credito, che generalmente viene accettata in quasi tutto il mondo, specie nelle attivitá turistiche, come in hotel e ristoranti e a seconda dei paesi anche per le spese minime come i biglietti dei trasporti pubblici e nei negozi.
A seconda del paese che visitiamo è bene accertarsi che la nostra carta venga accettata, chiedendo prima della partenza all’istituto che ce l’ha emessa, specie se si usa una carta di debito o un circuito particolare che potrebbe essere ben accetto in patria ma non all’estero. Per viaggiare meglio avere una carta di credito vera e propria: quelle con i numeri in rilievo sono piú facilmente riconosciute, così come non é male viaggiare con piú carte di diversi circuiti per evitare di trovarsi senza soldi qualora una certa carta non dovesse funzionare , o se la nostra banca per precauzione blocca l’uso in paesi a rischio.
C’è da dire che alcuni paesi hanno i loro circuiti di carte proprietari, quindi quelle internazionali potrebbero essere accettate dalle comuni attivitá commerciali con difficoltá , specie fuori dalle zone turistiche, ma generalmente c’è sempre la possibilitá di prelevare allo sportello automatico (ATM) della valuta locale con la quale pagare in contanti le nostre spese a meno che non ci si trovi in qualche rara nazione in cui il circuito o la nazionalitá della nostra carta non viene riconosciuta per ragioni politiche.
Ma nella maggior parte dei casi basterá pagare dove possibile sempre con carta, magari prelevando con la carta giusto un po di moneta locale per pagare delle piccole spese, come souvenir o cibo di strada, dove potrebbero non accettare pagamenti elettronici.
Prelevare all’estero richiede però qualche strategia, visto che possono essere applicate delle commissioni anche salate, quindi é bene prima di partire conoscere le condizioni della nostra carta che potrebbero avere delle maggiorazioni sui tassi di cambio e/o delle commissioni sul prelievo.
Se la commissione al prelievo ha una quota fissa potrebbe essere conveniente ritirare una somma piú grande facendo un solo prelievo calibrando la cifra in modo che alla fine del viaggio non ci resti in mano della valuta locale che non potremmo restituire facilmente se non acquistando qualcosa di superfluo per esaurirla, ma ovviamente esponendoci al rischio di venire derubati: se invece la commissione di prelievo è minima o pagata in percentuale meglio prelevare cifre inferiori man mano che ci é necessaria, facendo peró attenzione alla presenza di ATM nelle localitá che visiteremo, specie nei piccoli centri o nelle localitá meno turistiche potrebbe diventare impossibile prelevare rispetto a posti piú importanti.
Altra cosa a cui fare attenzione con i prelievi, specie in aeroporti o zone turistiche é la presenza di ATM che non fanno capo ad una banca ma a dei cambiavalute, e che applicano delle commissioni aggiuntive per il prelievo , oltre quelle previste dalla nostra carta. Generalmente si trovano all’interno di negozi di souvenir o nelle strade piú frequentate dai turisti, se possibile meglio evitarli e cercarne uno di una banca locale, anche a costo di fare qualche passo in più. Tralaltro essendo meno controllati rispetto ad una vera banca si prestano all’applicazione di skimmer, con i quali dei malintenzionati possono rubare i dati della vostra carta durante l’operazione e clonarla.
Ad ogni modo cambiare valuta all’estero ha dei costi, ma con un pó di strategia e usando sapientemente le carte di credito si evita di pagare commissioni extra e di trovarci in mano della valuta estera inutilizzata.
Voi conoscevate questi metodi, ne avete degli altri? Avete qualche dubbio o curiositá? Scrivetelo nei commenti.
Sicuramente vi sarà capitato di ricevere qualche telefonata molesta da qualche call center che vi vuole vendere i loro prodotti o servizi , ma non siamo qui per parlare di come fare per bloccarli, se magari se vi può essere utile potremmo fare un prossimo articolo a riguardo, nel caso scrivetelo nei commenti.
Dicevamo tra le chiamate indesiderate dei call center una tipologia che mi capita spesso di questi tempi è quella dei gestori di energia elettrica, e uno in particolare è ai limiti della truffa per come si pone , anche per il fatto che si tratta di uno dei gestori più importanti e conosciuti del nostro paese ma usa mezzucci che magari mi potrei aspettare da un piccolo e sconosciuto operatore di provincia e non da una multinazionale eppure…
Infatti per convincerci a passare al mercato libero, quindi per passare dal servizio elettrico nazionale, quello chiamato a maggior tutela che abbiamo se non abbiamo mai scelto un fornitore di energia, mantenendo un vecchio contratto, si inventano la scusa che questo cambiamento sia obbligatorio, e gia questa è una mezza verità, ma soprattutto sostengono che debba essere fatto entro giugno 2021 ed è qui che dicono il falso.
Infatti sebbene lo stato rinvii la scadenza della fine del mercato a maggior tutela ormai già da qualche anno, allo stato attuale il termine è fissato al 1 gennaio 2023 e non è impossibile che tale termine venga ulteriormente prorogato, quindi almeno per privati e microimprese non c’è assolutamente fretta. Inoltre anche qualora non si scegliesse a scadenza un fornitore ce ne verrebbe dato in maniera provvisoria uno d’ufficio, come accade per le piccole imprese, in attesa della stipula di un contratto sul mercato libero in modo da non interrompere la fornitura di energia elettrica.
Ma dobbiamo davvero passare al mercato libero e soprattutto conviene farlo? Beh prima o poi saremo costretti a scegliere un fornitore, quindi si tratta di una scelta che andrà fatta, ma considerando che questa scelta va fatta in base all’utilizzo che uno fa della corrente, di come, quando e quanto consuma farlo in un periodo dove la pandemia ha modificato le nostre abitudini non è una scelta saggia.
Infatti a causa del covid siamo dovuti rimanere di più in casa e quindi abbiamo consumato di più, magari perché costretti a lavorare e/o studiare da casa, dovendo cucinare più spesso dato che è diventato difficile usufruire di mense e ristoranti come si faceva un tempo, passare il tempo libero in casa consumando di più, anche solo per riscaldare o raffrescare la casa anche quando saremmo stati in ufficio o in giro con gli amici. E il problema è che il ritorno alla normalità potrebbe portarci a cambiare ancora una volta le nostre abitudini, molte aziende ad esempio stanno pensando di continuare a fare lo smart working anche dopo la pandemia, magari in modalità differenti ad esempio con alcuni giorni di lavoro da casa e altri dall’ufficio: questo significa che i nostri consumi energetici cambieranno ancora: se prima si stava a casa quasi solo per dormire e mangiare una tariffa agevolata per le ore serali poteva essere la soluzione, ma stando in casa tutto il giorno una tariffa unica al prezzo più basso possibile ci avrebbe fatto risparmiare, ma dovendo stare in casa tutto il giorno solo per metà settimana probabilmente avremmo risparmiato con una tariffa a scaglioni di consumo, il problema è che in questo momento di cambiamenti lavorativi dovuti alla pandemia i nostri consumi probabilmente cambieranno ma non sappiamo esattamente come, e visto che c’è ancora tempo per scegliere forse è bene attendere che si calmino le acque, soprattutto perché alcuni contratti sul mercato libero ci potrebbero vincolare per un certo periodo, e se sbagliamo contratto rischiamo di pagare molto di più che col mercato libero.
Se invece abbiamo le idee chiare e riusciamo a prevedere i nostri consumi, studiando un pò le offerte si riesce a risparmiare sempre a patto di trovare un offerta che si addice alla nostra tipologia di consumo: se siamo un single che rientra a casa solo per dormire avremo bisogno di un contratto diverso da quello di una famiglia numerosa, o di chi ricarica la propria auto elettrica dalla presa del garage o che usa con regolarità elettrodomestici ad alto assorbimento come cucine ad induzione o sistemi elettrici di condizionamento o di riscaldamento o di chi ha installato un impianto fotovoltaico.
Inoltre già capire una bolletta non è cosa semplice per chi è del mestiere, figuriamoci per un utente inesperto, che potrebbe incappare facilmente in offerte sbagliate specie se imbeccate dal venditore di turno, che magari vi vuole estorcere la firma sul contratto in maniera truffaldina promettendo risparmi che non ci saranno, e che al contrario potrebbero farvi spendere molto di più.
Per quello il mio consiglio è di attendere ancora e nel frattempo di studiarsi l’argomento ,dalle offerte dei fornitori alla propria tipologia di consumi, aiutandosi anche dagli strumenti che mette a disposizione ARERA l’autorità statale che si occupa dell’energia, di cui vi parlavo in precedenza, che mette a disposizione ad esempio degli strumenti di calcolo dei nostri consumi, un comparatore di prezzi e delle offerte standardizzate che ci permettono un confronto più semplice. Voi siete già passati al mercato libero o pensate di farlo a breve? State risparmiando o spendendo di più? Scrivetelo nei commenti