Tag: ricarica

  • La porta USB-C diventa obbligatoria

    La porta USB-C diventa obbligatoria

    L’anno nuovo porta una novitá per gli acquisti di dispositivi tecnologici: si estende infatti l’obbligatorietá della porta USB-C per dispositivi quali smartphone, tablet, ebook reader, fotocamere, auricolari, console e altoparlanti portatili, dispositivi di input come tastiere e mouse ricaricabili o navigatori.

    Questi dispositivi dovranno montare per legge la porta universale e quindi in teoria essere caricati da un alimentatore già in nostro possesso, togliendo l’obbligo al produttore di includerlo in confezione per evitare rifiuti tecnologici.

    La norma entra in vigore dalla fine di dicembre 2024 per i dispositivi tecnologici di nuova immissione sul mercato europeo che richiedono meno di 100 watt e si estenderá anche ai computer portatili a partire dal 2026.

    Purtroppo peró se la cosa puó avere un senso per dispositivi a basso consumo, quelli che hanno bisogno di piú corrente o che montano dei sistemi di ricarica rapida avranno bisogno di un alimentatore e/o di un cavo specifico che andrá comprato a parte aumentando la spesa per l’utente, visto che gli accessori originali vengono solitamente venduti a caro prezzo.

    Alcuni dispositivi riusciranno ad essere comunque alimentati , ma in assenza della propria tecnologia di ricarica rapida andranno nettamente piú lenti utilizzando un alimentatore standard, inoltre utilizzando un cavo standard potrebbe non essere in grado di veicolare la corretta potenza o le funzioni aggiuntive come il trasferimento dei dati o il collegamento a periferiche esterne, come ad esempio i monitor.

    E soprattutto se si ha a che fare con dispositivi Apple utilizzare un cavo certificato dal produttore fa la differenza tra riuscire a caricare o meno il dispositivo.

    Ma anche la ricarica veloce e il trasferimento di dati e video hanno bisogno di cavi particolari che potremmo facilmente confondere visto che il connettore é sempre il solito USB-C ma a seconda delle prestazioni, la lunghezza, lo spessore e la certificazione del cavo ci permettono o meno di utilizzare le funzionalitá aggiuntive.

    Infatti i cavi USB a seconda della versione ( 2.0, 3.0, 3.1. 3.2, 4.0 declinati in varie Gen)  riescono a portare dai 480 Mbit/secondo ai 40 Gbit/secondo quindi non sono tutti uguali, a maggior ragione se dobbiamo veicolare un segnale video che ha bisogno di saturare la banda e magari contemporaneamente alimentare il dispositivo, dato che la corrente che il cavo puó far transitare varia a seconda del cavo e della tecnologia utilizzata.

    Inoltre anche la lunghezza del cavo , soprattutto quando si usano al massimo delle caratteristiche consentite, impatta sulle prestazioni e potrebbe non funzionare correttamente quando troppo lungo.

    Purtroppo con un connettore unico si rischia di fare confusione e si rischia di ricomprare un cavo perchè non adatto credendolo guasto facendo ulteriori rifiuti, anziché utilizzare un cavo univoco che si é sicuro funzioni con tutti i dispositivi con cui é collegabile, anziche usare dei cavi uguali solo nella forma ma non nella sostanza.

    Idem per gli adattatori, nonostante esista  il protocollo USB-PD o power delivery come  standard per l’alimentazione, purtroppo come per i cavi non tutti i dispositivi e gli alimentatori possono avere la stesse caratteristiche obbligando il sistema a utilizzare la velocitá del dispositivo piú lento della catena.

    Quando invece nel connettore passa una tecnologia proprietaria, da quelle per la ricarica rapida usata negli smartphone o al thunderbolt si rischia che nonostante la compatibilità fisica del connettore non ci sia quella elettrica non facendo funzionare i dispositivi.

    Insomma seppur con buoni intenti la cosa finirà per confondere gli utenti, costringendo pure a mettere mano al portafoglio, specie quando servono prestazioni importanti dove servono accessori come alimentatori e cavi specifici,  di sicuro non economici.

  • Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Chi sta valutando l’acquisto di una nuova auto ha sicuramente preso in considerazione quelle dotate di un motore elettrico, magari per usufruire di incentivi all’acquisto, ma ne vale veramente la pena?

    Sicuramente una cosa da prendere in considerazione nella scelta é l’uso che faremo della macchina dato che la modalitá di utilizzo della macchina possono rendere la scelta poco raccomandabile, così come la disponibilitá di un garage o di una colonnina per la ricarica nei pressi dei luoghi che frequentiamo abitualmente.

    Infatti il problema piú grande delle auto elettriche è la ricarica, che per quanto possano esserci dei sistemi di ricarica veloce è sempre parecchio piú lenta di una corrispondente soluzione a motore termico, questo significa allungare i tempi dei viaggi a lunga percorrenza e dover ottimizzare i nostri spostamenti in funzione della ricarica dell’auto, sperando di non trovare sorprese alla colonnina di ricarica.

    Inoltre la disponibilità delle colonnine, specie quelle rapide, non è particolarmente capillare cosa che ci potrebbe lasciare a piedi e non farci arrivare a destinazione sulle nostre ruote.

    Se non si ha la possibilità di ricaricare frequentemente, ad esempio nel garage di casa,  e di tenerla sempre sufficientemente carica si rischia di non avere sufficiente autonomia in caso di una situazione di emergenza, e ritrovarsi a non potere utilizzare il veicolo, cosa a cui deve prestare particolare attenzione chi non ha uno stile di vita molto metodico.

    Senza parlare dei costi, non solo della macchina in sé , che grazie all’arrivo di prodotti di provenienza cinese stanno iniziando a diminuire, ma soprattutto quelli delle ricariche alle colonnine, specie quelle veloci: molto spesso si rivelano a parità di chilometraggio meno convenienti rispetto a un diesel.

    white and orange gasoline nozzle

    Chi non ama l’elettrico sostiene che l’inquinamento nel ciclo di vita della macchina a causa della produzione e dello smaltimento delle batterie non è cosí vantaggioso rispetto alle termiche, così come fará presente la difficoltá di spegnimento in caso di incendio spontaneo che ha portato a divieti di utilizzo e di parcheggio , ad esempio in garage interrati o nelle stive di alcune navi, o che i costi delle riparazioni sono particolarmente proibitivi, specie quando riguardano i pacchi batteria.

    Inoltre va messo sul piatto della bilancia che ci stiamo avvicinando verso la fine della tassazione agevolata per le auto elettriche, d’altronde se le elettriche erodono il mercato delle auto termiche i mancati introiti per lo stato verranno scaricati sulle loro sostitute, specie in funzione del futuro divieto di immatricolazione delle auto termiche previsto per il 2035. 

    Tutte queste complicazioni stanno facendo passare di moda l’elettrico, finito l’hype tecnologico spinto dalle innovazioni a cui ci ha abituato Tesla,  che ha dovuto ribassare i prezzi a causa sia della minore richiesta che della concorrenza a basso costo cinese, ha fatto sì che il valore dell’usato non si mantenga stabile nel tempo, obbligando anche gli autonoleggi a sbarazzarsi rapidamente della propria flotta elettrica.

    Qualcuno affascinato dalla tecnologia , e che puó permettersi di perdere l’auto in caso di guasto alla batteria , la cui riparazione costerebbe piú del valore dell’auto, o di incendio potrebbe a breve portarne a casa una usata a prezzo di saldo, ma comprarle da nuove diventa un rischio da ponderare bene anche per il piú sfegatato ambientalista.

    Nonostante sulla carta si vada sul divieto delle auto termiche a partire dal 2035 è probabile , anche a causa del poco gradimento del mercato e di un’infrastruttura elettrica non pronta al momento che la data venga posticipata.

    Nel frattempo a meno di casi particolari, tipo per una seconda vettura usata solo in cittá, se si ha possibilità di ricaricarla con facilità, è meglio tenersi stretto il termico, nonostante gli allettanti incentivi all’acquisto delle auto elettriche.

    Voi cosa ne pensate?

  • Conviene riparare uno smartphone rotto?

    Conviene riparare uno smartphone rotto?

    Avendo sempre in tasca un telefono cellulare non e’ strano che possa rompersi, può cadere dalla tasca, finire dimenticato sul tetto della macchina o cadere in una pozzanghera, o semplicemente dopo qualche anno di onorato servizio la batteria non tiene più la carica. In tutti questi casi la domanda che ci facciamo è conviene ripararlo?

    Beh non c’è una risposta univoca perchè dipende dal telefono, dal suo valore, dalla tipologia, dalla sua vetusta’ ma anche dal difetto riscontrato.

    C’è anche da considerare che se il modello è poco comune è pure più difficile reperire i ricambi, quindi anche i centri di riparazione veloce , quelli generalmente gestiti da cinesi presenti nelle nostre città che riparano il telefono nel giro di un’ora a prezzi concorrenziali, non avendo il pezzo in casa e dovendolo ordinare diventano meno competitivi. Se invece si tratta di un modello relativamente comune , in caso di riparazioni fuori garanzia sono la scelta più conveniente, anche se è bene accertarsi della competenza del centro: a volte le riparazioni troppo veloci non sono sinonimo di qualità, anche se dall’altra parte portarlo a un centro di assistenza ufficiale spesso significa doverlo spedire e avere dei tempi di riparazione relativamente lunghi, incompatibili con chi col telefono ci lavora.

    Inoltre c’è da considerare che certe riparazioni come cambiare lo schermo a seconda dei telefoni e del tipo di schermo solo di ricambi potrebbero costare più del valore del telefono. A quel punto se non si può o si vuole spendere per un telefono nuovo si può pensare di ricomprarne uno usato o ricondizionato: spesso per i modelli più richiesti si ha la possibilità di prendere dei telefoni pari al nuovo, con batteria sostituita e garanzia a prezzi molto concorrenziali, a volte avendo anche la possibilità di ottenere una valutazione per il telefono guasto.

    Ma anche una riparazione non troppo costosa non è sempre una buona idea: spendere 40 euro per cambiare la batteria di un telefono di 3/4 anni è vero che ci evita di spendere almeno 200 per comprarlo nuovo, ma sarà sicuramente lento e sorpassato rispetto ad uno di ultima generazione, e quindi magari finirete per cambiarlo comunque nel giro di qualche mese: a quel punto specie se trovate qualche offerta, se le nostre finanze ve lo consentono è più furbo ricomprarlo da subito.

    Se invece si tratta di un modello recente magari richiesto sul mercato dell’usato, se il costo della riparazione e’ più bassa del suo valore la riparazione vale sicuramente la pena, considerando anche la possibilità di rivenderlo una volta riparato per finanziare parzialmente l’acquisto di uno nuovo e avere per le mani un modello sempre aggiornato.

    Insomma non c’è una ricetta unica per tutti, ma sicuramente farsi fare un preventivo dal centro di riparazione può essere un buon punto di partenza in caso di difetti evidenti o macroscopici come la sostituzione di schermo, scocca o batteria: in caso di difetti più subdoli che richiedono l’analisi del difetto da parte del tecnico mettete in conto che il centro potrebbe chiedervi per il preventivo un costo vicino al costo della manodopera per la riparazione: in quel caso se si tratta di un telefono vecchio o molto economico tanto vale cambiarlo direttamente. 

    Ci sono poi telefoni pensati per essere riparati facilmente dove con un po di coraggio, guardando dei tutorial in rete, puo’ essere fattibile farlo da soli, magari con l’aiuto di un amico smanettone, in caso di interventi semplici come la sostituzione della batteria o di un connettore : si cerca il ricambio su Amazon, Aliexpress, Ebay o siti specializzati partendo dal modello del telefono e quando arriva a casa il pezzo e magari lo strumento per lo smontaggio si seguono alla lettera le istruzioni e si esegue la riparazione, per altri telefoni invece sono necessarie particolari competenze e attrezzature anche solo per cambiare una cover: in quel caso potete vedere comunque i tutorial dello smontaggio o della riparazione ma evitate di metterci le mani se non siete capaci: fareste soltanto più danni facendo lievitare il costo della riparazione.

    Come detto non c’è una ricetta unica ma abbiamo provato a darvi qualche consiglio per le problematiche più comuni, ad ogni modo se avete domande, dubbi, curiosità o precisazioni scrivetecele nei commenti!

  • Arriva lo stop alle auto a motore termico

    Come forse avrete appreso dai media il parlamento europeo ha approvato la proposta che mette al bando la produzione delle auto a motore termico dal 2035, questo significa che tra poco più di 10 anni non potremo più acquistare auto a benzina o diesel, anche se ibride.

    Questo diventerà un grosso problema sia economico che nell’utilizzo dei mezzi di trasporto privati, e per molti diventerà impossibile acquistare una macchina di proprietà: probabilmente quella che abbiamo in garage, o al massimo quella che la sostituirà potrebbe essere l’ultima auto che avremmo comprato da nuova.

    Questo perché non tutti possono permettersi i tempi e le modalità di ricarica di un elettrica, ma soprattutto i suoi costi specie in questi periodi dove sia il costo dell’energia, che quello delle batterie e’ alle stelle , cosa che renderà i prezzi delle auto a batteria insostenibili per tanti: se un’utilitaria ci costerà 35.000 euro probabilmente in pochi se la potranno permettere: quindi si ripareranno vecchi ed inquinanti macinini a benzina o a gasolio facendo dell’Europa una sorta di Cuba dove la maggioranza delle auto in circolazione saranno reperti storici con buona pace dei propositi di riduzione dell’inquinamento.

    Inquinamento che comunque nelle automobili elettriche è mediamente superiore a quello di un moderno diesel, specie se la macchina elettrica è costruita ed alimentata da energia da fonti non rinnovabili come il carbone di cui si sta aumentando la produzione a causa della mancanza di gas russo o delle centrali nucleari in dismissione con i quali si poteva creare energia elettrica pulita.

    Insomma non ci poteva essere momento peggiore per passare forzatamente all’elettrico non solo perché avendo solo 10 anni anni di tempo non si riusciranno a creare per tempo le infrastrutture per gestire un numero enorme di auto elettriche in circolazione, dalla creazione di un sufficiente numero di colonnine di ricarica al potenziamento di reti e centrali elettriche, ma anche dal punto di vista economico visto che la tecnologia per la produzione delle auto elettriche e soprattutto delle batterie, al contrario di quella per il motore termico è nelle mani dei cinesi, cosa che distruggerà l’economia dei paesi europei fortemente legate alla produzione automobilistica  in un periodo dove l’Europa soffrirà particolarmente in campo economico per via dei problemi geopolitici legati alla guerra e per l’aumento dell’inflazione.

    Purtroppo scelte miopi dettate solo da un’ideologia ecologica che non fa i conti con la realtà ci porteranno alla rovina: bastava avere un approccio piu soft procrastinando i tempi e agevolando l’uso di combustibili ecologici come quelli ricavati dall’idrogeno per far continuare a convivere i motori termici con quelli elettrici, dopotutto se solo una piccola percentuale di automobilisti preferisce le macchine a combustione termica a quelle elettriche ci sarà un perchè.

    Così come è lecito chiedersi come mai si sia voluta forzare la mano: probabilmente per favorire qualcuno che ha da guadagnarci o magari pensando di affrancarsi dalla dipendenza del petrolio proveniente da una certa parte del mondo senza capire che poi si diventa dipendenti di tecnologie e materie prime provenienti da paesi forse anche più pericolosi.

    Quello che è certo è che il conto lo pagheremo noi cittadini, e anche se non fossimo automobilisti visto che la decisione si riverbererà sul costo di tutti i trasporti, da quelli delle persone come nei bus o negli aerei come per le merci, in un periodo dove l’economia già allo stremo non ci permette di questi sforzi.

    Insomma non si prospetta nulla di buono all’orizzonte. Voi ne eravate al corrente? Prevedete di acquistare nel futuro un’auto elettrica o vi terrete sino alla morte la vostra cara automobile a benzina? Fatecelo sapere nei commenti!

  • Perchè non comprare un’auto elettrica

    Perchè non comprare un’auto elettrica

    Ultimamente si fa un gran parlare di automobili elettriche, se prima erano un prodotto di nicchia ora iniziano a vedersi nelle pubblicità ed arrivare sulle nostre strade. Ma se qualcuno le compra è normale chiedersi se possono essere convenienti anche per noi.

    La risposta probabilmente è no, almeno allo stato attuale delle cose: infatti la tecnologia è relativamente giovane (anche se in realtà sono state inventate più di 100 anni fa ma accantonate a favore dei motori termici), soprattutto per quanto riguarda le batterie che con le attuali tecnologie hanno il difetto di costare tanto, essere pesanti, avere autonomia limitata e tempi di ricarica particolarmente lunghi.

    Ad essere sinceri inoltre non sono neanche così ecologiche come vorrebbero farci credere i loro sostenitori: se è vero che non inquinano dove vengono utilizzate, si sposta il problema dove l’energia e soprattutto la batteria viene prodotta, secondo alcuni studi specie se non si usano fonti rinnovabili per produzione e alimentazione nell’intero ciclo di vita finiscono per essere più inquinanti di una macchina termina di pari caratteristiche.

    Poi c’è il fattore costi, trattandosi di una tecnologia arrivata sul mercato di recente ancora i prezzi sono parecchio alti, anche doppi rispetto ad una corrispondente automobile a motore termico, e  nonostante i prezzi in discesa e soprattutto i poderosi incentivi all’acquisto difficilmente calcolatrice alla mano si rivela la scelta più economica, soprattutto se dobbiamo pagare l’energia elettrica per la ricarica e non possiamo usufruire di un impianto fotovoltaico o di colonnine di ricarica gratuita

    Ma ammettiamo anche di voler pagare di più per salvare il nostro pianeta, magari anche evitando di scegliere una macchina prodotta con componenti prodotti da una fabbrica in Cina alimentata da una centrale a carbone, ma il problema più grande è la poca praticità.

    E non parlo di comfort alla guida ma dell’autonomia: purtoppo la densità energetica e i costi delle batterie non permettono con le tecnologie attuali autonomie elevate, quindi i produttori sono costretti a delle soluzioni di compromesso , dovendo tagliare sulle batterie si riduce l’autonomia, che se può essere un problema minore per chi usa la macchina in città e la può ricaricare in garage, lo è per chi deve fare viaggi lunghi o non ha accesso alle colonnine di ricarica, che comunque non sono particolarmente diffuse specie fuori dalle aree urbane.

    Considerando che i tempi di una carica completa sono di svariate ore, costringono ad una pianificazione dell’uso della macchina e a dover sottostare a limitazioni nei percorsi o nelle modalità d’uso facendo venire meno la possibilità di modificare i percorsi durante il tragitto o di poter gestire un’emergenza dato che se si rimane senza carica dovremmo fare a meno della macchina per ore o farci venire a prendere da un carro attrezzi, senza contare la necessità di riuscire a districarsi con sistemi di navigazione, app di ricarica e strumenti tecnologici non alla portata di tutti, specie se non avvezzi alla tecnologia o non proprio giovanissimi.

    Alla fine si tratta di una scelta obbligata dalla politica che sta imponendo limiti troppo stringenti sulle emissioni delle auto termiche obbligando le case automobilistiche alla completa elettrificazione delle auto in tempi molto brevi nonostante la tecnologia non sia ancora pronta ad un’adozione di massa, non esistano adeguate infrastrutture di ricarica per gestire un intero parco auto solo elettrico, ma soprattutto non sono, visti i numeri di vendita, così gradite dagli automobilisti che tra prezzi alti e poca praticità al momento preferiscono ancora le macchine termiche

    Voi cosa ne pensate? Acquisterete un’auto elettrica o terrete la vostra auto termica sin quando sarò possibile? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, e come al solito se possibile vi risponderemo.

  • E’ arrivato il momento delle auto elettriche?

    In un mondo sempre più attento all’ambiente le auto elettriche destano sicuramente interesse, ma sono la scelta migliore? Ovviamente la risposta non può essere univoca, perchè le esigenze cambiano a seconda delle nostre abitudini, ma la tecnologia delle batterie non ancora sufficientemente sviluppata relegano la convenienza di questo sistema di alimentazione sono ad alcuni casi specifici.

    Infatti sull’elettrico esistono tanti miti su sui pregi e difetti: se è vero che le auto sono silenziose, non è detto che siano davvero ecologiche o economiche come si crede.

    Certamente dire che una macchina elettrica non sia ecologica può sembrare una provocazione ma in realtà non lo è , perchè se è pur vero che non c’è emissione di inquinanti laddove l’auto è utilizzata, va considerato come l’energia che alimenta l’auto è prodotta: se tale energia proviene da un’inquinante centrale a carbone si è solo spostato il problema: anzichè inquinare in città si inquina nei pressi della centrale elettrica, inoltre la produzione e sopratutto lo smaltimento delle batterie è un processo altamente inquinante, tale che se secondo alcuni studi le emissioni complessive di una macchina elettrica nel suo intero ciclo di vita sarebbero addirittura superiori a un’auto diesel se si considera anche la produzione di energia e batterie.

    Ovviamente se le automobili elettriche, le batterie e l’energia che le alimenta e che è stata necessaria per la produzione provengono da fonti pulite e rinnovabili l’impronta sull’ambiente è minore e quindi più sostenibile, ma va anche considerato che la macchina più ecologica è quella che non viene prodotta, perchè l’inquinamento prodotto dallo smaltimento di un’automobile attualmente in circolazione e dalla produzione di una nuova, seppur meno inquinante, tendenzialmente è maggiore del risparmio sulle emissioni tra la nuova auto e quella che va a sostituire, specie se la macchina che si rottama è ancora efficiente e non troppo datata, pertanto già rispondente alle norme anti inquinamento, seppure non nelle ultimissime versioni.

    Anche l’economicità delle auto elettriche è tutta da vedere: sicuramente allo stato attuale una automobile a batterie costa molto di più di una a motore termico, anche se è vero che con una maggiore diffusione di questa tecnologia i costi, per via delle economie di scala, si abbasseranno. Inoltre è probabile ricadere in incentivi vari da parte di case costruttrici, governi e amministrazioni locali che possono abbattere almeno in parte il prezzo di acquisto e la differenza di prezzo con un’auto tradizionale.

    Discorso differente è l’energia elettrica che fa da “carburante” alla nostra auto, se è vero che si può ricaricare in garage attingendo all’impianto elettrico casalingo, magari dotato di un sistema di auto-generazione di energie rinnovabili come un’impianto fotovoltaico o minieolico, è anche vero che bisogna mettere in conto degli adeguamenti all’impianto elettrico, vuoi per l’acquisto di una wallbox per la ricarica dell’auto dal costo di alcune migliaia di euro, sia per l’adeguamento della potenza dell’impianto per permettere ricariche più veloci e l’utilizzo di altre apparecchiature elettriche della casa in contemporanea alla ricarica dell’auto.

    Ovviamente non tutti hanno un garage in casa dove poter ricaricare l’auto (e questo limita la platea di possibili acquirenti delle auto elettriche), ma è possibile ricaricare le proprie automobili alle colonnine pubbliche, ma qui il discorso si complica: se è vero che esistono delle colonnine pubbliche che consentono , a determinate condizioni, la ricarica gratuita delle auto elettriche, generalmente i tempi di ricarica sono molto lunghi, mentre quando le colonnine sono a pagamento i costi non sempre sono competitivi , a parità di chilometraggio, con il costo dei carburanti tradizionali, e le cose peggiorano quando si fa uso di stazioni di ricarica super veloci, dove spesso i costi di ricarica , vuoi anche per la comodità del servizio rapido, sono più esosi di quelli che si avrebbero con un’auto termica.

    A questo discorso vanno tenuti da conto i tempi di ricarica che sono molto più lunghi rispetto a quelli di un’automobile tradizionale di diversi ordini di grandezza: da una mezz’ora necessaria ad una ricarica superveloce alle 24-48 ore necessarie per una completa ricarica lenta casalinga in un’impianto standard, che impongono la necessità di ripensare l’uso dell’auto.

    Sopratutto per l’uso fuori città,  non potendo ricaricare alla bisogna l’autonomia dell’auto in tempi brevi si è costretti a pianificare il viaggio in funzione dei punti di ricarica e del tempo necessario per la ricarica stessa, e questo significa allungare i tempi di viaggio , seppure ottimizzando i tempi morti della ricarica con altre attività come pranzare o fare shopping, va a mancare la libertà di poter decidere all’ultimo secondo come e dove andare, togliendo all’auto il suo storico ruolo di strumento di libertà e finendo paradossalmente quasi a diventare schiavi delle necessità di ricarica dell’auto.

    Un’adeguata rete di colonnine per la ricarica, sopratutto quelle rapide, diventa essenziale per l’uso extra urbano, perchè l’assenza renderebbe impossibile raggiungere determinate destinazioni, o poter tornare a casa in assenza di punti di ricarica, creando un problema di copertura del servizio di mobilità alla stregua del segnale telefonico.

    Va anche considerato che al momento la tassazione delle auto elettriche è conveniente, ma non è detto che lo sia in futuro, perchè il gettito fiscale delle auto termiche che verranno a mancare per il passaggio all’elettrico dovrà essere in qualche modo compensato, e un modo potrebbe essere nella maggiore tassazione dell’energia elettrica, cosa che potrebbe sparigliare i conti sulla convenienza delle auto a batterie.

    Ovviamente con l’evoluzione della tecnologia, con batterie di nuovo tipo magari più capienti , più economiche, più leggere per limitare i consumi e con tempi di ricarica più brevi magari ci si avvicinerà al concetto di un’automobile tradizionale, ma allo stato attuale l’uso di un’auto elettrica presuppone dei compromessi che non tutti hanno la possibilità o la voglia di accettare, seppur animati dal più fervente spirito ecologico.

    Ad ogni modo la tecnologia compie sempre passi da gigante e nuove soluzioni sono all’orizzonte, come le fuel-cell: sostanzialmente delle auto elettriche dove al posto delle batterie è presente un sistema di generazione dell’energia che può essere ricaricato, con idrogeno ad alta pressione, in pochi minuti e che non produce inquinamento, garantendo autonomie comparabili alle automobili tradizionali, ma che al momento soffre di problematiche tecnologiche che non rendono particolarmente sostenibile economicamente la produzione di idrogeno.

    Tante nuove soluzioni, contemporaneamente all’evoluzione delle auto tradizionali, che vuoi per i costi, vuoi per le necessità di ricarica rapida, si ridurranno ma non potranno essere completamente eliminate nel breve periodo, porteranno in un futuro varie tipologie di automobili per rispecchiare diverse esigenze degli utilizzatori creando un mix più vario dell’attuale, rendendo l’elettrico una buona soluzione in ambito di una mobilità cittadina, specie se si ha la possibilità di ricaricare l’auto nel proprio garage, magari lasciando prima al diesel e poi alle fuel-cell il ruolo di tecnologia ideale per le lunghe distanze.