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  • Ryanair: nuove dimensioni per i bagagli

    Ryanair: nuove dimensioni per i bagagli

    Raramente le modifiche alle condizioni di viaggio di Ryanair sono migliorative per gli utenti, ma questa volta c’é una piccola conquista per i viaggiatori , perlomeno quelli che viaggiano col solo bagaglio in cabina.

    Infatti a breve sará possibile imbarcare gratuitamente un bagaglio piú grande: si passa infatti dalle dimensioni di 40x25x20 al 40x30x20: cinque centimetri in piú che fanno sicuramente comodo per chi porta con sede il solo zainetto gratuito da stivare sotto il sedile.

    Probabilmente é la scusa per fare digerire una politica di controlli piú rigida, specie rispetto a tempo fa dove anche zaini palesemente fuori misura non venivano sanzionati, mentre ora si rischia piú frequentemente di dover pagare la tassa per il bagaglio fuori misura.

    O forse è soltanto marketing , dato che i concorrenti come Easyjet, Wizzair, Vueling o Volotea consentono delle dimensioni piú generose per il bagaglio gratuito, con misure che variano dai 45x36x20 della compagnia inglese, ai 40x30x20 delle altre compagnie concorrenti che diventano lo standard anche per il vettore irlandese.

    Ma probabilmente é una mossa per ingraziarsi la commissione trasporti del parlamento europeo che sta pensando a delle nuove disposizioni per le low cost in merito ai bagagli trasportabili gratuitamente.

    Infatti la proposta europea prevederebbe un doppio bagaglio gratuito: una piccola borsa 40x30x15 e un trolley da 7 kg, con somma delle dimensioni pari a 100 cm e un peso di 7 kg.

    Ovviamente una soluzione del genere arrecherebbe gravi danni alle compagnie low cost, che con margini bassissimi, e spesso voli in perdita non potendo assorbire i costi, sarebbero costretti ad aumentare i biglietti a tutti gli utenti, anche quelli a cui bastava viaggiare col solo zaino gratuito.

    Magari uno standard piú generoso del bagaglio gratuito sotto il sedile , capace di contenere tutto il necessario per un viaggio di alcuni giorni, potrebbe far desistere la comunitá europea dall’applicazione di una norma, che seppur con buone intenzioni, finirebbe per punire i consumatori che non sono interessati a portare un trolley in stiva, preferendo risparmiare quanto più possibile sul volo.

    Ricordiamoci peró che le nuove misure non sono ancora operative, quindi verificate sul sito della compagnia le regole operative al momento della partenza, e ricordate sempre che superare le misure può portare a delle penali sino a 70 euro a tratta.

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    Se abbiamo in mente di fare acquisti o abbiamo bisogno di piú spazio valutiamo sempre la possibilitá di acquistare l’imbarco prioritario che da diritto a portare a bordo anche il trolley da stivare nelle cappelliere o il bagaglio registrato in stiva, che in fase di prenotazione ha un costo generalmente conveniente e ci mette al riparo da penali che, soprattutto in viaggi con scalo, potrebbero costarci molto care dato che andrebbero pagate su ogni tratta del nostro viaggio.

    E magari valutiamo l’acquisto di zaini intelligenti dove poter stivare piú vestiti a paritá di spazio grazie a scomparti segreti e sistemi per espellere l’aria in eccesso, magari aiutandosi anche con sacchetti sottovuoto da viaggio e con il classico cuscino da viaggio riempibile che mette a disposizione uno spazio extra dove nascondere una parte dei nostri vestiti.

    Ad ogni modo verifichiamo sempre in fase di prenotazione e poco prima del viaggio le regole aggiornate per evitare sgradevoli e costosi inconvenienti.

    Voi eravate al corrente della notizia? Preferite viaggiare col solo bagaglio gratuito o preferite la comoditá del bagaglio a pagamento?

  • L’ecologia non è la soluzione

    In un epoca di supporters di Greta Thunberg , dove orde di ragazzi si riuniscono nei Friday for Future per sensibilizzare i politici e la popolazione sui temi dell’ambiente, esordire con queste parole può suonare fuori luogo, ma ragionando un pò fuori dagli schemi e sopratutto fuori da quello che i media ci vogliono trasmettere ci accorgeremo che non è cosi sovversivo come qualcuno potrebbe pensare fermandosi a leggere solo il titolo.

    Infatti il pensiero comune, specie ai nostri tempi dove chi pensa fuori dal coro ha grosse difficoltà ad essere ascoltato per esporre le proprie ragioni, issa la bandiera dell’ambientalismo a tutti i costi anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

    Dall’evitare l’uso della plastica, a demonizzare i mezzi di trasporto o di riscaldamento si vuole demonizzare l’uso comune dei prodotti e dei servizi che ogni giorno utilizziamo nell’ottica di sostituirli con qualcosa di più sostenibile, ma è davvero cosi?

    In realtà se è pur vero che è giusto fare la nostra parte per ridurre l’inquinamento del pianeta, arrivare a posizioni talebane non giova a nessuno , se non a chi produce e vende prodotti ecologici , di modo che si possano sostituire prodotti e produttori tradizionali con qualcos’altro, entrando magari in un mercato consolidato difficilmente aggredibile da un nuovo entrante.

    Il problema è che se vado a sostituire un prodotto che il consumatore ha già in casa con un’altro sulla carta più ecologico dovrò smaltire quello vecchio e produrne uno nuovo inquinando, quindi siamo sicuri che stiamo rendendo un servizio all’ambiente? O forse sarebbe meglio piuttosto che produrre qualcosa di nuovo riparare e allungare il ciclo di vita dei prodotti anzichè rottamarli con la scusa dell’ecologia, asserendo che il nuovo prodotto inquina di meno del precedente?

    E’ corretto eliminare la plastica tout-court anche in Europa per evitare che finisca nei mari quando il 90% di quella plastica arriva da Cina e India, e magari la si sostituisce con alluminio e cartone, più pesante e voluminoso, quindi più inquinante nel trasporto e nello stoccaggio? Ha senso mettere paletti sempre più stringenti ai parametri di inquinamento delle automobili, aumentando i costi di produzione e di manutenzione con l’intento di favorire le auto elettriche, mettendo a rischio posti di lavoro della filiera dell’automobile tradizionale, quando l’inquinamento delle città deriva solo marginalmente dalle autovetture, magari tralasciando che la maggior parte di quell’inquinamento deriva da caldaie, industrie, navi e aerei solo perchè sono più difficili da controllare?

    Spesso per questioni di principio si vuole perseguire a tutti i costi la riduzione dell’inquinamento, o di quello che si crede inquini, e che spesso non ha neanche solide basi scientifiche, arrivando al paradosso che per cercare di ridurre di qualche punto percentuale l’inquinamento si è costretti a sostituire un determinato prodotto con qualcosa che costa molto di più e/o molto più scomodo, spesso utilizzando la scusa dell’ecologia per mascherare nuove tasse, o per costringerci a comprare dei prodotti che altrimenti non avremmo acquistato.

    Il problema è che se si deve sostituire un prodotto con uno più scomodo e più costoso, anche con le enormi azioni dei media per convincerci del contrario, verrà visto dai più come un’imposizione, a maggior ragione quando toccano il portafoglio, sopratutto in paesi come l’Italia , dove l’economia non è cosi ricca , a differenza dei paesi del nord Europa dove questo sentimento ecologista è nato e si è sviluppato.

    Se si vuole superare questo problema quello che è necessario fare è cambiare punto di vista, non si deve puntare all’ecologia ma all’efficienza: se un prodotto è efficiente , probabilmente costa meno e inquina meno, ma sopratutto non verrà visto come un’imposizione dalla massa, perchè se ci farà risparmiare corrente, benzina, manutenzione, etc. saremo stimolati dal risparmio economico senza neanche accorgerci che stiamo inquinando meno, anche a costo di pagarlo un pò di più di uno tradizionale.

    Se invece siamo costretti, magari da una legge che ne vieta o ne limita l’utilizzo, a sostituire il nostro prodotto, magari ancora perfettamente funzionante, con uno nuovo che magari inquina il 5% in meno ma costa il doppio cercheremo tutte le scappatoie possibili, con il rischio pure di inquinare di più per cercare di gabbare la legge.

    Il segreto quindi è cercare di rendere sostenibile economicamente il prodotto, e automaticamente costando meno , vuoi perchè dura di più evitando l’obsolescenza programmata, vuoi perchè consuma meno, automaticamente sarà più sostenibile dal punto di vista ambientale, magari sarà un pò meno ecologico di un prodotto pensato per massimizzare la riduzione dell’inquinamento, ma la sostenibilità ecologica non deve fare venire meno quella economica, cosi come un prodotto fortemente economico, puo far venire meno la sostenibilità ambientale.

    E’ giusto quindi pagare leggermente di più per avere un prodotto più ecologico, a patto che non sia molto più scomodo, e che magari mi compensi il maggiore esborso con un risparmio futuro, mentre non lo è certo quanto si è costretti a pagare il doppio, qualcosa che magari avremmo pure evitato di comprare, solo perchè una legge ci impone delle limitazioni di cui avremmo volentieri fatto a meno.