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  • MooneyGO: arriva un nuovo concorrente di Telepass

    MooneyGO: arriva un nuovo concorrente di Telepass

    Un nuovo operatore si é affacciato da poco sul mondo del telepedaggio, comunemente chiamato Telepass dal nome del primo servizio che storicamente consente di pagare i pedaggi in autostrada in maniera automatica senza dover pagare ogni volta al casello la tariffa.

    E se giá da qualche tempo si era affacciato un primo concorrente, Unipol Move, che fá capo ad una delle piú grandi compagnie assicurative del nostro paese, da poco é arrivato sul mercato un terzo concorrente Mooney Go, giá noto per la app omonima che permette di pagare i parcheggi e la mobilitá urbana e che fá capo ai gruppi Enel e Intesa San Paolo.

    E come per i sistemi concorrenti é previsto un dispositivo da tenere in macchina che consente di aprire la sbarra dei caselli in autostrada, dei parcheggi convenzionati Telepass , di pagare l’ingresso in Area C a Milano e del traghetto dello stretto di Messina e di ricevere mensilmente gli addebiti sia dei vari pedaggi che del proprio canone.

    La richiesta e l’attivazione puó avvenire via app, dal sito o dalle tabaccherie convenzionate, mentre si riceverá l’apparecchio comodamente a casa.

    Anche in questo caso abbiamo due formule, una ad abbonamento che costa 5 euro di attivazione piú un canone di 1,50 euro, oppure la formula pay per use dove l’attivazione sale a 10, ma si paga un canone di 2,20 euro solo nei mesi di utilizzo.

    Rispetto a UnipolMove risulta leggermente piú caro, dato che il servizio di Unipol costa 1 euro al mese in abbonamento con attivazione gratuita, oppure 0,50 cent al giorno in pay per use con 5 euro di attivazione: in questo caso la convenienza dipende dalla frequenza di utilizzo.

    Mentre si risparmia rispetto a Telepass, che costa 1.83 euro al mese per il servizio base attivabile solo nei punti blu, oppure 2 euro al mese con Telepass Easy che da diritto alla spedizione gratuita del dispositivo e dei servizi in app, o al servizio Pay Per Use che costa 2.50 al mese nei mesi di utilizzo piu di 10 di attivazione.

    Ovviamente si ha un minimo di concorrenza, che ha costretto Telepass a fare delle offerte, che a seconda dei periodi e dei servizi scelti omaggia il canone per il primo periodo , e soprattutto ha evitato degli aumenti che in regime di monopolio sarebbero sicuramente arrivati.

    Di contro dato che i nuovi operatori si appoggiano comunque al gestore storico i prezzi non saranno rivoluzionari, pertanto molto si gioca anche nell’integrazione degli altri servizi offerti dai vari gruppi a cui fanno capo questi sistemi.

    Ad ogni modo i prezzi ridotti e le formule pay per use, rendono comodo e relativamente economico un sistema che evita le code ai caselli, specie quando il traffico è sostenuto.

    Ovviamente tutto dipende da quanto frequentemente si usa l’autostrada, ma la presenza della formula a consumo puó essere il giusto compromesso anche per l’utente sporadico.

    Voi sapevate di questo nuovo operatore? Usate il telepass? Avete qualche dritta, consiglio o segnalazione in merito? Scrivetelo nei commenti.

  • Difendersi dallo sim swap porterá scocciature

    Difendersi dallo sim swap porterá scocciature

    Chi di voi ha l’esigenza di cambiare operatore telefonico per il cellulare o anche solo di cambiare la sim perche l’ha perduta o ha smesso di funzionare ha da qualche giorno qualche complicazione in piú: infatti le procedure per il cambio di sim sono diventate molto piú stringenti per evitare il fenomeno dello sim swap.

    Ma cosa si intende per sim swap? E’ la pratica messa in atto da alcuni hacker che riescono in maniera fraudolenta ad impossessarsi del nostro numero di cellulare intestandosi la nostra sim per poter ricevere gli sms necessari ad accedere a conti bancari e dati riservati protetti da autenticazione a due fattori, che richiedono appunto un codice da ricevere sul nostro cellulare.

    Sul piano pratico , per evitare questo fenomeno, servirá che a fare il cambio sia soltanto il titolare della sim e non sono previste deleghe, cosa che potrebbe rivelarsi una rogna se magari la sim era stata intestata al genitore quando eravamo ancora minorenni, al proprio partner o peggio ad un ex o anche ad un familiare: ad esempio la nonna che usa una sim intestata al nipote che l’aveva fisicamente acquistata a suo tempo.

    Qualche operatore ha pure approfittato della situazione per mettere a pagamento il cambio di intestatario o il subentro che in precedenza erano gratuiti.

    E non basta questo perché servirá che l’operatore mandi un sms di conferma alla sim oggetto del cambiamento per accertarsi che chi usa la sim si possa accorgere del cambio qualora stia avvenendo a sua insaputa, ricevendo un codice di conferma del cambio da comunicare nella procedura.

    Questo significa che all’atto del cambio servirá la presenza fisica della sim da sostituire, cosa che complica le cose in caso di furto o smarrimento della sim da sostituire: in tal caso si dovrá consegnare denuncia e attendere del tempo aggiuntivo dopo l’invio dell’sms alla sim oggetto di cambiamento non potendo recuperare immediatamente il codice di verifica inviato sulla vecchia sim.

    E purtoppo é qui che si nasconde una vulnerabilitá, perché l’operazione, nonostante il vero titolare riceva la notifica dell’operazione e quindi é in grado di bloccarla qualora non fosse lui ad averla richiesta, va comunque avanti, seppure con qualche giorno di ritardo.

    Ma tutto ció viene fatto per la nostra sicurezza, infatti ormai tutte le autenticazioni a due fattori, come quelle che facciamo per siti e piattaforme che contengono nostri dati sensibili, dalla mail al conto in banca hanno bisogno di un codice ricevuto sul telefonino per accedere o per effettuare delle modifiche o delle operazioni dispositive, come ad esempio inviare un bonifico o cambiare le impostazioni del conto.

    Questo perché se un malintenzionato volesse accedervi dopo magari avervi rubato la password , senza il codice ricevuto sul telefonino, potrebbe al massimo entrare sulla piattaforma ma non arrecarvi danni come ad esempio svuotare il conto corrento facendosi un bonifico o dirottare l’accredito dello stipendio o della pensione su un suo conto corrente.

    Pertanto per riuscire a carpire questo codice il malintenzionato o riesce a rubarvi il telefono o comunque ad accedervi fisicamente bypassando anche le protezioni, come l’impronta digitale o il riconoscimento del viso che possono essere impostate sul telefono oppure puó cercare di prendere possesso della vostra sim effettuando un cambio, simulando un guasto o cambiando operatore, magari sfruttando la disattenzione o peggio la complicitá di qualche negozio di telefonia che non richiede tutte la documentazione necessaria per il cambio.

    Quando l’operatore telefonico gli consegna la nuova sim ottenuta all’insaputa del regolare proprietario la inserirá in un suo telefonino e potrá ricevere il codice per sms necessario per procedere con le operazioni malevole, partendo dal cambio della password della mail per nascondere la conferma delle malefatte ed allargandosi a tutti i servizi a cui possiamo essere associati a quella mail e numero di telefono, soprattutto quelli bancari.

    Ora grazie a queste normative piú stringenti, questa procedura del cambio di sim diventerá molto piú difficile da attuare: dobbiamo peró fare attenzione qualora ricevessimo un sms con il codice di controllo del cambio sim e non avessimo richiesto noi l’operazione: in quel caso dobbiamo contattare immediatamente il nostro operatore per bloccare il cambio, altrimenti l’hacker riuscirebbe , seppur con qualche giorno di attesa, nella sua impresa di impossessarvi del vostro numero di telefono.

    Puó peró capitare, perché magari non facciamo caso all’sms o se si tratta di una sim secondaria che non consultiamo regolarmente , o se l’hacker riesce ad accedere ai sistemi di un’operatore telefonico che l’operazione di cambio vada avanti e quindi l’hacker possa riuscire ad effettuare l’operazione malevola, ma c’é da considerare che perché perda tutto questo tempo aggiuntivo deve valerne la pena di attaccarvi, cosa che potrebbe darci un pó di speranza di evitare l’attacco.

    Voi conoscevate questa pratica? Tenete al sicuro le vostre credenziali e il vostro telefono? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Come migliorare la velocitá della connessione in fibra

    Come migliorare la velocitá della connessione in fibra

    Chi di voi ha una connessione internet in fibra ottica a casa é probabile che soffra di un problema con la ricezione del segnale wifi, infatti nei punti piú periferici della casa il segnale tende ad essere lento o a scomparire, e il problema diventa evidente per case disposte su piú piani o comunque se il segnale deve attraversare piú di una stanza. 

    Inoltre generalmente , per velocizzare le operazioni di installazione, il router della fibra viene installato nei pressi dell’ingresso dell’abitazione e se questo non è al centro della casa si creeranno giocoforza delle zone d’ombra a meno che la casa non sia di dimensioni molto contenute.

    Per quanto il gestore vi possa proporre magici sistemi di super wifi, generalmente non si vá oltre la fornitura a caro prezzo di un router di qualitá migliore o di un ripetitore che spesso non valgono la differenza di prezzo richiesta, anche perché comprandoli per conto nostro ammortizzeremo la spesa in pochi mesi anziché pagare un canone maggiorato a vita.

    Inoltre c’è da considerare che se vogliamo sfruttare l’intera velocità di una connessione FTTH a un gigabit o piú , per evitare colli di bottiglia anche i dispositivi che utilizziamo per collegarci o estendere la rete devono essere compatibili con le piú recenti tecnologie. 

    Quindi a differenza di una connessione ADSL o mista fibra rame (FWA o FTTC) dove non superando i 200 megabit potevamo permetterci il lusso di estendere la rete con un vecchio cavo ethernet, un ripetitore wifi o un access point da pochi euro preso nel centro commerciale, dovremo fare piú attenzione a cosa utilizziamo se vogliamo usare tutta la velocitá disponibile.

    Infatti se ci colleghiamo con un cavo di rete, soluzione da preferire a prescindere per ottenere le massime velocitá dobbiamo accertarci che il cavo sia almeno di categoria 5e e che il dispositivo sia connesso ad una porta lan ad almeno 1 gigabit, sia lato computer che lato router, hub  o access point: se non lo avesse per sfruttare la banda piena va cambiato il dispositivo con uno piú moderno e/o utilizzata una scheda di rete gigabit esterna da attaccare a una porta usb3 del computer , reperibile per pochi euro su internet, soluzione consigliata anche per chi avesse un computer senza presa di rete integrata.

    Discorso simile anche per i dispositivi wifi: dove non è possibile utilizzare la rete cablata, neanche tramite l’adattatore usb/ethernet che dicevamo, se si vogliono raggiungere le massime velocitá i dispositivi, sia il router / access point che il dispositivo connesso a internet (tablet, smartphone, computer, etc.) deve supportare velocitá di almeno 1 gigabit, generalmente riservate ai dispositivi wifi 5 di fascia alta o wifi 6.

    Inoltre qualora volessimo estendere il segnale é bene evitare l’uso di ripetitori wifi, ma piuttosto preferire l’uso di access point o router secondari, compatibili con le ultime tecnologie, collegati via cavo al router principale, anche a costo di far qualche buco nelle pareti e farlo passare lungo i muri, evitando possibilmente anche sistemi mesh o powerline che per quanto piú comodi e di facile installazione non riescono a garantire le stesse velocitá di un cavo ethernet, visto che si tratta di portare almeno 1 gigabit e che la banda potrebbe facilmente saturarsi.

    Insomma avere tanta banda richiede qualche spesa in piú se la si vuole sfruttare a pieno, altrimenti si hanno dei colli di bottiglia, che influenzano i dispositivi collegati in cascata:  infatti se attaccate un vecchio pc non compatibile con il nuovo router fibra non avrete problemi, ma se invece collegate al nuovo router un vecchio ripetitore wifi o un access point, magari attaccato con un altrettanto vecchio cavo ethernet, i dispositivi che vi si collegheranno, anche se fossero nuovi fiammanti e compatibili con le ultime tecnologie sarebbero limitati alle velocitá del vecchio dispositivo che fa dá collo di bottiglia, e che in quel caso conviene sostituire visto che la spesa per la sostituzione generalmente non è esagerata.

    Poi nulla vi vieta di andare più lenti della massima velocità fornita dal vostro gestore internet, ma è un peccato non sfruttarla, specie se per ragioni di studio, svago o lavoro dovete utilizzare diversi dispositivi contemporaneamente.

    Voi avete la fibra FTTH in casa? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti

  • La scomparsa delle SIM ricaricabili a consumo

    La scomparsa delle SIM ricaricabili a consumo

    Se avete avuto la necessità di avere un numero telefonico secondario per il vostro cellulare magari lo avrete notato: le schede SIM ricaricabili , almeno quelle a consumo dove si paga solo per le chiamate effettuate, stanno praticamente sparendo dal mercato.

    Infatti se le ricaricabili continuano ad esistere, a meno di non aver scelto un piano con un canone fisso mensile che include internet e telefonate, quasi tutti i gestori applicano balzelli, piani tariffari capestro con abbonamenti a servizi inutili o tariffe svantaggiosissime che nascono per erodere il credito di chi utilizza la sim saltuariamente, vuoi perché la usa solo in ricezione, vuoi per backup o per usarla solo in caso di bisogno su un dispositivo come un antifurto , una chiavetta dati o in auto.

    Un tempo le SIM ricaricabili avevano il vantaggio di poter caricare dentro una certa cifra e di erodere il nostro credito solo per le telefonate, sms o traffico dati che usavamo, e l’unica cosa a cui stare attenti era ricordarsi di ricaricare la scheda , generalmente una volta all’anno, prima della scadenza per rinnovarne la validità; questo escamotage della ricarica serviva agli operatori telefonici per non dover far pagare agli utenti la tassa di concessione governativa dovuta per gli abbonamenti telefonici radiomobili.

    Quindi la sim ricaricabile aveva senso di esistere perché era qualcosa di temporaneo che poteva disattivarsi alla scadenza o all’esaurimento del credito, peccato che col tempo sono nate delle formule con dei pacchetti che a fronte di un canone fisso mensile davano un forfait di minuti, sms o traffico dati, e che se all’inizio erano un’eccezione conveniente solo a chi faceva un uso importante del telefono, ma non cosi tanto da rendere conveniente un abbonamento ”vero”, col tempo sono diventate comuni, specie con l’avvento degli smartphone che richiedendo di essere sempre connessi sono diventati la soluzione ideale per evitare il salasso delle connessioni dati a consumo, ma comunque rimaneva sempre la possibilità di scegliere se pagare una quota fissa per non doversi preoccupare di sforare coi consumi o di  pagare a consumo il proprio traffico telefonico.

    Le vere ricaricabili ormai sono rimaste disponibili per qualche operatore virtuale, e spesso sono pure vincolate a dei costi di attivazione o di prima ricarica importanti, oppure a dover fare lo slalom per fare il cambio piano, disattivare servizi a pagamento appioppati all’attivazione e che vi costringeranno a stare attentissimi per non dover pagare dei servizi inutili se ci si dovesse dimenticare di disattivarli al termine del periodo di prova e/o ad avere tariffe a consumo talmente costose da rendere un salasso anche una semplice chiamata o una connessione internet partita per errore.

    Il problema è che vuoi per i margini sempre più bassi, vuoi per la concorrenza sempre più agguerrita quello che i gestori non incassano dal canone mensile lo devono recuperare altrove, dalle tariffe di attivazione della sim, ai cambi piano, ai balzelli per dei servizi extra in caso di mini-ricariche, al pagamento di servizi di rete che storicamente sono sempre stati gratuiti, dai costi extra quando sforiamo un plafond , ci dimentichiamo di ricaricare o usiamo il telefono all’estero, a quando teniamo la sim inattiva o comunque generiamo poco traffico.

    Questo ha portato a snaturare il concetto di sim ricaricabile, al punto che viene da chiedersi, perché non eliminare la tassa di concessione governativa, quanto meno per i privati che non hanno bisogno di scaricare la bolletta del telefono, visto che ormai con i sistemi di ricarica automatica le ricaricabili sono di fatto degli abbonamenti?

    Fortunatamente il modo di avere una sim secondaria a consumo esiste seppure i gestori fanno di tutto per nasconderne l’esistenza e rendere difficile l’attivazione quanto meno senza addebitare costi per servizi non richiesti o inutili, percio è essenziale nel caso abbiate questa esigenza studiarvi i vari balzelli e pratiche piu o meno scorrette prima dell’acquisto della sim di modo da sapere come disattivare i servizi a pagamento possibilmente gia in fase di attivazione e non correre il rischio di ritrovarsi a dover pagare ogni mese quasi quanto il costo di un pacchetto a forfait di qualche operatore virtuale, ma senza godere di telefonate e traffico dati incluso.

    Voi avete avuto bisogno di una sim secondaria e avete avuto problemi con la disattivazione di servizi a pagamento non richiesti? Scrivetelo nei commenti!