Tag: interessi

  • Il BTP valore conviene per i privati?

    Il BTP valore conviene per i privati?

    Con l’inflazione alle stelle diventa essenziale proteggersi dall’erosione del potere d’acquisto , e dato che i tassi di interesse seguono l’inflazione il momento diventa propizio per chi ha qualche soldo da parte di fare qualche investimento. Ovviamente investire i propri soldi ci espone a dei rischi, ma esistono delle soluzioni dove il rischio è molto basso, e che se in tempi di magra queste soluzioni erano poco convenienti, coi tassi che si sono alzati si fanno allettanti anche per chi è poco avvezzo ai mercati finanziari.

    Parlo dei titoli di stato, i famosi BTP, con i quali lo stato prende in prestito dei soldi riconoscendo a scadenza un interesse che remunera il rischio e che solitamente riesce a proteggerci dall’inflazione senza doversi imbarcare in prodotti , magari piú remunerativi, ma ovviamente piú rischiosi.

    Infatti il garante é lo stato italiano, cosa che dovrebbe darci una certa tranquillità che alla scadenza , generalmente di 6 o 10 anni, il prestito venga ripagato.

    Inoltre lo stato non potendo piú accedere a prestiti a condizioni agevolate da parte della BCE è costretta a rivolgersi al mercato e per rendere la cosa piú appetibile garantisce dei vantaggi ulteriori, specie per quei prodotti come i BTP Valore , ma anche i precedenti BTP Italia, pensati per la clientela retail, il privato cittadino.

    Sono state lanciate recentemente varie emissioni di BTP Valore, e nonostante i tassi non stratosferici, acquistarli all’emissione significa anche non pagare commissioni e ottenere un premio di risultato se li si mantiene sino a scadenza, 6 anni.

    Considerato che si tratta di un modo conveniente per lo stato di procurarsi del denaro e che i tassi a tendere sono destinati a scendere leggermente,  prendere i BTP Valore prima di questa discesa significa ottenere dei tassi maggiori del futuro tasso di inflazione.

    Essendo emessi dallo stato, dato che ha il potere di farlo, per renderli piú appetibili si è stabilita una tassazione agevolata e il mancato cumulo con l’ISEE fino a 50.000 euro, cosa che li ha resi particolarmente interessanti, specie nei confronti di prodotti finanziari emessi da privati anche quelli a bassissimo rischio come i conti deposito o vincolati o le formule di investimento con un rendimento garantito da una formula assicurativa.

    Ovviamente per garantirsi i vantaggi va preso all’emissione e mantenuto a scadenza, ma è abbastanza probabile che ci siano nuove emissioni in futuro dato che come detto per lo stato si tratta di una formula particolarmente vantaggiosa per procurarsi il denaro, mentre potrebbe avere molto meno senso comprarli fuori dal collocamento iniziale perché si perderebbero questi vantaggi.

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    E questo fervore fa in modo che per il privato ci siano delle formule che permettono di investire senza rischiare troppo, anche se va ricordato che non esiste mai un rischio zero perché lo stato come le banche possono fallire, seppure si tratti di una possibilità alquanto remota.

    E se i BTP si fanno competitivi anche le soluzioni proposte da banche e fondi di investimento devono rendersi più allettanti se vogliono raccogliere gli investimenti, quindi qualunque sia il prodotto scelto il momento diventa propizio per investire, anche solo per salvaguardare i nostri risparmi.

    Voi cosa ne pensate?

  • Conviene riparare l’automobile?

    Conviene riparare l’automobile?

    A volte capita che la nostra automobile subisca un danno, vuoi per un incidente, vuoi per un guasto meccanico o magari anche solo per vetustà si desidera cambiare automobile, ma ne vale veramente la pena?

    La risposta non può essere certo univoca, perchè dipende dal danno o dai lavori che andranno fatti sulla macchina che vogliamo sostituire, la sua età, il valore sul mercato dell’usato ma anche della formula finanziaria con cui andremo a comprare la sostituta.

    C’è da dire una cosa, il momento non è particolarmente propizio per comprare un’automobile: a causa di diversi problemi dal covid alla situazione geopolitica alle nuove normative ambientali i costruttori fanno fatica a produrre le automobili, con il risultato che i prezzi aumentano e i tempi di consegna si allungano a dismisura: ordinare una nuova auto rispetto a qualche tempo fa richiede budget parecchio più consistenti e soprattutto tempi di attesa molto lunghi, ciò significa attendere anche diversi mesi delle auto che generalmente se non si trovavano in pronta consegna comunque arrivavano nel giro di qualche settimana.

    Ovviamente le auto disponibili in circolazione presso i rivenditori sono meno, questo significa che non avendo esigenza di smaltire le auto ferme sul piazzale anche gli sconti saranno molto limitati, e con il costo del denaro che si sta alzando anche le formule che prevedono uno sconto finanziando l’automobile possono rivelarsi particolarmente sconvenienti in quanto i tassi di interesse sono aumentati ed è previsto che che aumentino ulteriormente in futuro.

    E con la scarsa disponibilità di auto in pronta consegna, sarà difficile trovare auto a km.zero e anche il prezzi dell’usato si stanno alzando: chi ha bisogno urgentemente di un’automobile si troverà costretto ad acquistare ciò che trova e questo porta ad aumentare i prezzi di tutto quello che è disponibile.

    Se da una parte potrebbe essere conveniente vendere la nostra auto usata, se dobbiamo sostituirla con un’altra, nuova o usata che sia, dovremmo spendere cifre più alte del previsto.

    Questo significa che se siamo indecisi tra riparare e sostituire la nostra auto allo stato attuale la bilancia potrebbe pendere più sulla riparazione che sulla sostituzione, a meno che non si riesca sfruttando bene il momento a vendere a un prezzo favorevole la vecchia auto avendo la fortuna di beccare un occasione, magari trattando con astuzia un modello particolare o da un venditore fuori zona.

    E’ vero anche che se dovete finanziarie l’acquisto a causa dell’inflazione più passa il tempo e più i tassi aumenteranno, quindi il costo del finanziamento che accendete ora sarà probabilmente più basso di un finanziamento di pari importo acceso tra 6 mesi o un anno, ma non è impossibile che tra 6 mesi o 1 anno ci possa essere più disponibilità e quindi maggiore possibilità di trattare sul prezzo.

    Alla fine a meno che il costo della riparazione non sia particolarmente elevato, e la vita residua stimata della macchina sia comunque breve vista la situazione forse è meglio riparare la macchina e tenerla con noi: si tratta comunque di un mezzo che conosciamo e stiamo pure facendo un favore all’ambiente, perché una macchina non acquistata significa evitare di produrre una macchina nuova e smaltire una macchina vecchia.

  • Ecco il trucco per difendersi dall’inflazione

    Ecco il trucco per difendersi dall’inflazione

    Come sicuramente ci siamo accorti andando a fare la spesa , pagando le bollette o a fare il pieno alla nostra automobile tutto sta aumentando e purtroppo questi aumenti almeno per il momento non si fermeranno.

    Questo significa che quasi tutto aumenterà di prezzo e gli aumenti di determinati prodotti e delle materie prime trascinano al rialzo tutta la produzione.

    Inoltre anche i tassi di interesse di prestiti e mutui stanno salendo rapidamente, questo significa che fare un acquisto importante, come per la casa o l’automobile, ci costerà molto di più rispetto al passato.

    Inoltre la geopolitica dovuta alle guerre ci lascia presupporre che reperire in futuro certi prodotti o materiali sarà più difficile o più costoso rispetto al passato, cosa che potrebbe far diventare un lusso l’acquisto di determinati prodotti che abbiamo sempre ritenuto alla nostra portata.

    Se poi ci si mettono alcune leggi e regolamenti a complicare le cose, come lo stop alla produzione di automobili a motore termico, l’obbligo di montare pannelli fotovoltaici sulle abitazioni di nuova costruzione, nuove tasse sull’inquinamento o il divieto all’utilizzo di determinati materiali, i prezzi non potranno che lievitare.

    Il consiglio è quindi se abbiamo in mente di fare un acquisto importante è bene farlo prima possibile: se si tratta di un prodotto elettronico come un computer, uno smartphone o un televisore la carenza di chip ha fatto sì che i prezzi dei componenti siano aumentati a dismisura quindi comprare adesso ci evita che possano aumentare ancora, ovviamente se il prodotto ci serve o comunque dobbiamo andare a sostituire un prodotto non più efficiente.

    Se si tratta di un’abitazione il problema lo abbiamo con i tassi dei mutui che sono schizzati alle stelle perché sta aumentando il costo del denaro e questo si riverbera giocoforza sui mutui e anche il costo dei materiali per la costruzione e la ristrutturazione e’ salito, mentre quello che potrebbe scendere è il valore di alcuni immobili che a causa dell’aumento dei tassi e dal probabile futuro aumento delle tasse sulla casa potrebbero essere più difficili da vendere: se dobbiamo andarci ad abitare e magari se riusciamo a pagarla il più possibile in contanti potrebbe essere il caso di affrettarsi prima che l’acquisto possa diventare insostenibile.

    Per le automobili il problema è la mancanza di componenti che ha fatto lievitare i tempi di consegna ma soprattutto i costi sia del nuovo che dell’usato, essendoci poca disponibilità trovare degli affari è sempre più difficile e i finanziamenti sono sempre più costosi: rispetto al passato è diventato più conveniente riparare la nostra macchina con qualche acciacco che non sostituirla, ma se proprio non ne possiamo fare a meno o se dobbiamo finanziare l’acquisto è bene muoversi per tempo prima che la situazione peggiori ulteriormente.

    Ma non potremmo comunque aspettare all’infinito, visto che tra poco piu’ di 10 anni non potranno piu’ essere prodotte le auto a motore termico e anche volendo acquistare un’auto elettrica, il costo delle batterie e dell’energia è salito alle stelle rendendole estremamente costose nell’acquisto e nell’utilizzo. 

    Ma in generale tutti i prodotti sono destinati ad aumentare, e considerando che la provenienza di certi prodotti o che la loro componentistica arriva da stati con cui in futuro potremmo o dovremmo rinunciare ad avere rapporti commerciali, spostando la produzione in paesi con dei costi di produzione sicuramente più elevati questo si riverberà nei prezzi: ad esempio se lo stesso telefonino prodotto in Cina lo si produrrà in America dove è stato progettato, potrebbe costarci anche 4 o 5 volte il suo attuale prezzo.

    Il consiglio è quindi , se possibile, di affrettarsi a fare certi acquisti, anche perchè l’economia europea potrebbe soffrire pesantemente la situazione internazionale, quindi anche accedere a un finanziamento potrebbe essere più difficile in quanto anche i posti di lavoro più sicuri potrebbero non esserlo in futuro o il costo della vita potrebbe aumentare talmente tanto da farci risultare agli occhi della finanziaria poco solvibili nonostante un posto di lavoro fisso.

    E’ bene quindi prepararsi al peggio sperando che non ce ne sia bisogno, perché c’è il rischio che il nostro tenore di vita e le comodità a cui siamo abituati potrebbero svanire in futuro, specie in caso di scelte politiche ed economiche non troppo lungimiranti.

    Voi eravate al corrente del problema? Avete in mente di acquistare ora prima che sia troppo tardi o preferite attendere tempi migliori? Avete dubbi, segnalazioni o domande a riguardo? Scrivetele nei commenti!

  • Comprare online a rate senza interessi

    Parliamo dei sistemi di acquisto dilazionato presenti su molti e-commerce che permettono di pagare senza interessi in un numero limitato di rate senza dover accendere un finanziamento tradizionale.

    Infatti ormai molti siti permettano di pagare i nostri acquisti con un finanziamento tradizionale online, fornite dalle stesse finanziarie che siamo abituati a trovare nei negozi al dettaglio, e che hanno gli stessi costi, gli stessi tassi di interesse che generalmente al di fuori di eventuali promozioni possono essere particolarmente esosi, e soprattutto la stessa burocrazia, con richiesta di buste paga e approvazione del finanziamento non immediata.

    Ma una nuova soluzione si sta affacciando da qualche tempo, denominata BNPL , Buy Now Pay Later, dove  all’atto dell’acquisto online abbiamo la possibilità di pagare a rate senza interessi in un limitato numero di rate da restituire a breve termine eliminando i costi e la burocrazia di un finanziamento tradizionale, visto che riducendo tempi e importi anche i costi e i rischi si riducono notevolmente.

    Si parla infatti di importi relativamente piccoli, di non più di qualche centinaia di euro da restituire in 3 o 4 rate, di cui la prima pagata sul momento dell’acquisto, e quindi solitamente ripagando il debito nel giro di due mesi e soprattutto di un servizio disponibile direttamente sul carrello dell’e-commerce.

    Sebbene sia una possibilità nata da Amazon e offerta solo per determinati prodotti e clienti ritenuti sicuri in base allo storico dei propri acquisti, la cosa si è evoluta dando vita alla creazione di nuove startup che concedono questa sorta di micro prestiti senza interessi allo scopo di incrementare le vendite dei negozi online.

    Sono nate società apposite come Klarna, Scalapay o ClearPay che offrono questo servizio, ma già chi operava nel settore dei finanziamenti come Oney e anche un gigante dei pagamenti digitali come PayPal è entrato in questo nuovo mercato, che riguarda forse più il marketing digitale che il settore dei finanziamenti.

    Si tratta di una sorta di finanziamento senza interessi a breve termine, che proprio per le sue caratteristiche richiede meno burocrazia, meno costi e più sicurezza al punto che è diventato uno strumento per facilitare le vendite degli e-commerce e convincere i più indecisi, magari riluttanti a fare una spesa importante in un colpo solo, e magari finalizzare l’acquisto di quel televisore o di quello smartphone che avevamo adocchiato potendolo pagare in 3 rate senza interessi.

    L’acquirente infatti, a meno che non sia in ritardo con il rimborso delle rate, non sostiene alcun costo mentre è il venditore ad accollarsi il costo del servizio dovuto alla società, col vantaggio però di ricevere subito l’importo.

    Anche in caso di resi non ci sono problemi di sorta: il servizio interromperà il pagamento delle rate residue e restituirà quelle già pagate sulla stessa carta di credito collegata al servizio.

    Basta infatti registrarsi con una delle società che offrono il servizio, senza dover presentare buste paga o particolari garanzie se non l’uso di una carta di credito non prepagata e se sono convenzionate con l’e-commerce di nostro interesse fare l’acquisto scegliendo come modalità di pagamento questo servizio anziché la solita carta di credito.

    L’unica cosa a cui fare attenzione per evitare penali è assicurarsi che il pagamento avvenga nei tempi concordati: generalmente si paga la prima rata al momento dell’ordine e le successive due dopo 30 e 60 giorni, quindi fate attenzione al fatto che le 3 rate non si pagano in 3 mesi ma solo in due, mentre con uno in particolare (ClearPay) le rate sono 4 ma ogni due settimane, quindi la dilazione è di 42 anziché 60 giorni.

    Ovviamente a seconda del servizio scelto, di cosa stiamo comprando, dove lo stiamo facendo, e in base al nostro storico dei pagamenti precedenti ci viene concessa una linea di credito più o meno importante: quindi magari la prima volta che utilizziamo il servizio non sarà possibile procedere all’acquisto di un televisore da 1500 euro, ma non ci saranno problemi ad acquistare un paio di sneakers da 150

    Poi a seconda del servizio ci sono delle possibilità aggiuntive come la possibilità di creare delle carte di credito virtuali per fare spesa ovunque, anche al di fuori dei negozi convenzionati o la possibilità tramite un’app di pagare con lo stesso metodo anche nei negozi fisici convenzionati con il servizio.

    Inoltre ogni servizio ha il proprio algoritmo e le proprie regole per stabilire se concedere o meno il finanziamento, quindi non è detto che se un servizio rifiuti l’acquisto non possa andare a buon fine col concorrente

    Ad ogni modo si tratta di una possibilità in più per fare i nostri acquisti, facile , veloce e senza costi, anche se è vero che si tratta più di uno strumento per indurci all’acquisto che non un vero finanziamento dato che alla fine un finanziamento a 60 giorni non cambia sostanzialmente le nostre finanze: quel bene probabilmente lo avremmo potuto compare anche pagandolo per intero, ma magari non volevamo deciderci o far sapere in casa di avere speso tutti quei soldi in un colpo solo.

    Voi avete già utilizzato questi strumenti? Avete qualche dubbio, consiglio, critica o suggerimento? Scrivetelo nei commenti, come al solito li leggeremo e vi rispondemo.

  • Proteggersi dall’inflazione

    Proteggersi dall’inflazione

    Se c’è un’effetto collaterale evidente del covid è l’aumento dei prezzi: tutto è aumentato a causa sia delle difficolta produttive, che quelle del trasporto, alla carenza di materie prime, dalla mancanza di semiconduttori ai prezzi alle stelle dell’energia che hanno reso poco conveniente tenere attive certe produzioni: il risultato è uno solo, l’inflazione che se in primo momento si stimava potesse essere un fenomeno passeggero, sembra si stia avviando a diventare qualcosa con cui dovremo avere a che fare per tanto tempo.

    Ma come proteggerci dall’inflazione? Dipende tanto dalla nostra posizione, se fossimo dei debitori tendenzialmente potrebbe anche essere un vantaggio, soprattutto se il costo del denaro resta comunque basso, perchè se la rata rimane costante ci peserà meno lo sforzo necessario a ripagare il nostro debito, ma se invece riceviamo uno stipendio fisso al contrario diminuisce il nostro potere d’acquisto, cioè con la stessa cifra potremo comprare meno prodotti, anche perché a differenza di un libero professionista che può, almeno in teoria, stabilire i propri prezzi non abbiamo la possibilità di farci pagare di più se non provando a cambiare lavoro in cerca di un aumento di stipendio.

    Pertanto se non possiamo agire sulle entrare non possiamo fare altro che intervenire sulle nostre spese: cercando di spendere meno o meglio, evitando gli sprechi e facendo più attenzione ai conti e a risparmiare il più possibile: scegliendo magari il supermercato con i prezzi migliori e non il più comodo, acquistando confezioni più grandi o prodotti similari in offerta o più economici al posto del prodotto che compriamo abitualmente, cambiando le nostre abitudini , i nostri fornitori o i nostri contratti delle utenze, insomma facendo più attenzione alla nostra spesa: purtroppo la facoltà di poter scegliere solo in base ai nostri gusti o alla nostra comodità e non al portafoglio è un lusso che in tempi di magra può essere tagliato.

    Se invece abbiamo dei soldi fermi nel conto in banca è il momento di investirli, come dicevo in un articolo precedente se in condizioni normali coi tassi bassi o addirittura negativi tenerli fermi diventava un costo dato che gli interessi non remuneravano i costi di tenuta del conto e i relativi bolli , con l’inflazione che galoppa perderemo anche il potere d’acquisto del nostro capitale che già non maturava interessi e ora viene eroso dall’inflazione: facciamo un’esempio con cifre a caso: fra un’anno i miei mille euro fermi che se migliore delle ipotesi non sono diventati magari 980 perchè ho dovuto pagarci i bolli e il canone del conto, potrò comprarci gli stessi beni che ora posso comprare con 950, se voglio che tra un’anno possa comprare le stesse cose che compro ora con 1000 euro, quei 1000 euro devono diventare diciamo 1050 e per farlo non ho altro modo che investirli di modo che possano fruttare.

    Quindi ora piu che mai diventa essenziale capire come investire, in sicurezza e con il profilo di rischio adatto alle nostre esigenze, magari evitando degli strumenti inadatti a chi non è esperto, o peggio sonore fregature rifilate da qualche promotore finanziario o impiegato di banca poco serio, dato che qualsiasi investimento presuppone un rischio , che sarà più o meno marcato a seconda dei prodotti ma è sempre presente.

    Cio significa che non ci si può più cullare sugli allori, ma se non si vuole rinunciare al proprio tenore di vita è necessario attuare delle contromisure per riuscire ad incassare il colpo dell’inflazione senza soccombere: certo significherà rinunciare a qualche comodità o a del tempo per studiare le soluzioni del caso, ma con un po’ di accortezza si riesce a fare fronte anche a quella tassa occulta chiamata inflazione.

  • Conviene tenere fermi i soldi sul conto?

    Conviene tenere fermi i soldi sul conto?

    Oggi vi faccio una domanda alquanto ovvia che avrete sicuramente visto nel titolo, conviene tenere i propri risparmi fermi sul conto in banca? E la risposta è ovviamente no, specie di questi periodi di tassi negativi, dove in pratica le banche pagano per prestare il denaro, ma con l’inflazione in aumento a causa della pandemia.

    Tenere i soldi fermi in banca se è vero che li mette al sicuro da investimenti sbagliati, dato che qualsiasi investimento , anche il più sicuro ha una componente di rischio, e che comunque i soldi  in banca hanno la tutela del fondo interbancario che vi copre fino a 100.000 euro anche in caso di fallimento della banca è pur vero che non solo non vi rendono, ma finiscono per costarvi in canoni, tasse e ora pure in interessi negativi, specie se a seconda delle banche superate una certa soglia di liquidità senza investirli o senza acquistare da loro dei prodotti o servizi che possano remunerare la gestione del conto come mutui o assicurazioni.

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    Alcune banche sono arrivate a chiudere i conti di chi ha troppa liquidità, o ad applicare delle condizioni capestro, ma anche chi non arriva a somme importanti farebbe bene a investire quei soldi quantomeno per evitare che il capitale venga eroso dall’inflazione e dai costi.

    Ma come fare se ci si dovesse trovare in queste situazioni? In teoria si potrebbe spostare parte della cifra in un’altra banca o in un conto deposito, ugualmente tutelato dal fondo interbancario, ma si rischia che i costi raddoppino e che comunque gli interessi non vi vengano pagati o siano talmente bassi da non coprire le spese.

    La vera risposta è che quei soldi vanno investiti in qualche modo, gli strumenti sono tanti, dai più sicuri come le obbligazioni, dalle pensioni integrative ai piani d’accumulo, ai fondi di investimento o alle azioni, passando da una miriade di soluzioni intermedie come gli ETF, a prodotti più particolari come il forex o le criptovalute.

    Ovviamente ogni prodotto ha le sue caratteristiche, i suoi costi, la sua tassazione e spesso richiede una certa competenza per evitare di fare la scelta sbagliata, senza considerare che tendenzialmente gli investimenti più remunerativi sono quelli più rischiosi, dove se le cose per qualche ragione non vanno come preventivato rischiate di perdere parte se non tutto il vostro capitale.

    Ragione per la quale è essenziale differenziare i propri investimenti, di modo che, parafrasando il mondo delle corse, puntando su più cavalli alla volta, anche se non guadagnerete il massimo, avrete le spalle coperte se avete puntato sul cavallo sbagliato.

    Inoltre va anche considerato che chi vi propone l’investimento, spesso la stessa banca o l’ufficio postale dove vi servite abitualmente potrebbe essere in conflitto di interessi, proponendovi delle soluzioni non in base alle vostre reali necessità, ma in base alle migliori commissioni che vengono retrocesse loro dal fondo o dal gestore dell’investimento.

    Se le cifre in ballo fossero considerevoli ci si potrebbe permettere qualcuno che amministri per noi in maniera indipendente i nostri investimenti , li segua e faccia in modo che rendano sempre al meglio, ma se le cifre in ballo sono esigue i costi del gestore non si ripagherebbero, quindi o si è capaci di fare da se , studiando i mercati finanziari e investendoci sopra tempo e denaro, cosa che ci farebbe anche risparmiare ma che lascia totalmente a noi le redini del nostro investimento con il rischio di farsi prendere dal panico o da eccessiva euforia e dilapidare il capitale con una mossa sbagliata, anche se ci si può sempre affidare a dei prodotti che possano offrire un giusto compromesso tra costi, facilità di gestione e rischio.

    Poi come detto la propensione al rischio è un fattore soggettivo, se uno sceglie una linea più prudente, è difficile che ci si vada a perdere dei soldi, ma gli interessi maturati saranno tendenzialmente minori di chi ha scelto una linea più aggressiva ,dove il rischio di poter perdere dei soldi è compensato dal maggiore interesse: soluzione magari adatta a chi un orizzonte temporale più lungo e può permettersi di aspettare per recuperare un investimento, cosi come ci sono investimenti che permettono di disinvestire a piacimento e altri che permettono l’uscita solo in determinate finestre temporali, a meno di pagare penali o rischiare di perdere denaro

    Il prodotto o i prodotti giusti e la strategia dipende dagli obiettivi che ci si pone, se il nostro scopo è poterci permettere tra qualche tempo di comprare una casa di proprietà, faremo degli investimenti diversi da chi vuole proteggere un suo gruzzolo dall’inflazione, tutto sta nel trovare le soluzioni migliori che possano fare alle nostre esigenze, che variano da persona a persona, quello che rimane valido è il fatto che di questi tempi tenendo i soldi fermi si perde del denaro.

    Questo non significa però investire fino all’ultimo euro presente nel conto, è sempre bene tenere da parte una certa quantità di liquidi in modo da poter far fronte ad un’emergenza o una spesa improvvisa: la facciata del condominio, un’incidente, la macchina da cambiare o magari si apre una possibilità inaspettata che richiede un pagamento immediato, e dover attendere dei lungi tempi per disinvestire potrebbe farci saltare l’affare.

    E’ un mondo certamente complesso, dove le truffe o quanto meno i cattivi investimenti possono essere dietro l’angolo specie dietro le sirene di interessi particolarmente invitanti, quindi è bene stare molto attenti a cosa si firma e informarsi bene su cosa si sta sottoscrivendo, i suoi costi, il suo funzionamento e anche la sua tassazione che potrebbe erodere i lauti guadagni che ci aspettavamo.

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    Voi conoscevate questi aspetti, avete qualche dubbio, curiosità o prodotto da segnalare? Fatelo nei commenti. A presto. Ciao!

  • Le banche non vogliono più i nostri soldi

    Le banche non vogliono più i nostri soldi

    C’è qualcosa che da qualche tempo sta cambiando nel mondo delle banche, sembrano non volere più i nostri soldi almeno quelli depositati nel conto. Infatti tante banche stanno iniziando a comunicare alla clientela che se si hanno depositati delle somme consistenti si riservano il diritto di chiudere il conto o di applicare dei costi maggiorati a meno di non avere dei prodotti bancari che le garantiscano un guadagno come  mutui, finanziamenti o prodotti di investimento.

    In pratica per tenere  i soldi in banca dobbiamo pagare di tasca: un tempo le banche facevano a gara a farsi depositare i contanti pagandoci degli interessi, poi questi interessi sono diminuiti fino ad azzerarsi e ora siamo arrivati al paradosso di dover pagare per tenere parcheggiati i nostri soldi.

    Questo succede perché i tassi di interesse sono diventati negativi, quindi semplificando molto il discorso, le banche stesse se depositano presso la BCE il loro contante che hanno in surplus , e che quindi non prestano per esempio alle aziende o a chi richiede un mutuo ricevono meno soldi di quanto ne depositano, quindi avere denaro in cassa diventa per loro un costo che viene caricato all’utente aumentando i canoni, il costo delle operazioni o per il quale preferiscono chiudere i conti correnti in mancanza di altre fonti di guadagno

    Ovviamente a cascata tutto questo ricade sui risparmiatori: coi tassi negativi se investiamo in obbligazioni come i titoli di stato, ma anche in fondi di investimento che garantiscano una certa sicurezza o in forme di investimento a basso rischio o che consentano di disinvestire in maniera rapida come ad esempio i conti deposito vincolati spesso i costi sono più degli interessi, con il paradosso di arrivare ad incassare meno di quanto investito, o quando proprio va bene di stare in pari, al che uno pensa tanto vale tengo mi tengo i soldi in banca, dove comunque entro i 100.000 euro sono al sicuro garantito dal fondo di tutela interbancario, senza dover rischiare di fare un investimento sbagliato.

    Ma è saggio tenere parcheggiati i nostri soldi? Da un certo punto di vista lo è e da un altro no: infatti il periodo di incertezza dovuto al covid non incoraggia le spese ma ci fa venire voglia di mettere da parte qualche risparmio da poter avere disponibile rapidamente in caso di avversità come perdita del lavoro, spese mediche o familiari, inoltre per chi ha la fortuna di avere un lavoro che non ha risentito pesantemente della pandemia, probabilmente restando giocoforza in casa è riuscito a mettere da parte qualche soldo extra che prima dedicava alle spese per uscite, sport o intrattenimento, ma di cui vuole avere disponibilità rapidamente in caso le cose possano volgere al peggio.

    Il problema è che anche tenendo questi soldi in banca tra tasse e costi del conto corrente , che come accennavo sono sempre più onerosi, si va comunque ad erodere il capitale. Quindi per risolverla ci troveremo al bivio tra investire in maniera più articolata i nostri risparmi, ma assumendoci dei rischi o pagare per la tranquillità di avere i soldi parcheggiati.

    Purtroppo quella che generalmente manca è la cultura finanziaria che ci consente di capire come e in quali strumenti investire i nostri soldi, anche in funzione delle nostre necessità attuali o future , della possibilità di un eventuale disinvestimento e della nostra propensione al rischio senza affidarsi ciecamente alla banca o a un promotore finanziario che spesso è in conflitto di interessi e che tenta di affibbiare non il prodotto migliore alle esigenze del cliente, ma quello che lo fa guadagnare di più.

    Inoltre bisogna capire quando investire e quando fermarsi, ad esempio in questo periodo l’azionario sta andando fin troppo bene, ma è prevedibile che possa trattarsi di una bolla pronta a scoppiare e molti titoli con quotazioni stratosferiche potrebbero ritornare a dei valori più umani e che addirittura molte possano andare a gambe all’aria per via della pandemia, facendoci perdere in poco tempo gran parte del nostro capitale, quindi si deve capire come muoversi , che strumenti usare e come diversificare per evitare delle batoste che possano mandare in fumo tutti i nostri risparmi faticosamente accumulati negli anni.

    Il succo del discorso è che siamo arrivati ad un punto dove volenti o nolenti saremo costretti a fare delle scelte in ambito finanziario di cui magari avremmo volentieri fatto a meno, e per non sbagliare le mosse rischiando i nostri averi è necessario mai come in questo momento informarsi e studiare come muoversi anche per evitare possibili fregature e soprattutto capire cosa ci viene proposto e i rischi che questo comporta.

    Voi come mi muovete dal punto di vista finanziario? Preferite la comodità del conto o investite i vostri risparmi? Vi affidate a un intermediario o preferite fare di testa vostra? Scrivetecelo nei commenti!