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  • I giganti del web devono cambiare per legge

    I giganti del web devono cambiare per legge

    Probabilmente navigando in rete vi sarete accorti di alcuni cambiamenti nell’uso delle principali piattaforme internet come Google, Facebook, Amazon, Microsoft, Apple e TikTok.

    Forse una di quelle piú evidenti é la ricerca su Google che non suggerisce piú alberghi o negozi quando cerchiamo una località o un prodotto , o che non ci mostra piú la mappa geografica quando inseriamo un indirizzo nella barra di ricerca.

    La motivazione é l’entrata in vigore di un nuovo regolamento europeo , chiamato DMA acronimo di Digital Markets Act, che regola il mercato digitale imponendo dei paletti alle societá piú grosse, chiamate gatekeepers, che sfruttando la propria posizione dominante in determinati settori di competenza possono falsare la concorrenza.

    Per evitare distorsioni del mercato queste grosse società dovranno rispettare delle regole aggiuntive e molto stringenti per gli ambiti digitali dove hanno una posizione dominante, pena sanzioni elevatissime che possono arrivare fino al 10% del loro fatturato globale.

    Qualche esempio è l’imposizione per gli iphone all’apertura agli app store concorrenti, il divieto per i gatekeepers di applicare prezzi diversi dello stesso prodotto digitale su piattaforme differenti, il divieto di preinstallare su computer e smartphone un browser predefinito, o ancora il divieto di scambiare dati pubblicitari degli utenti all’interno delle piattaforme dello stesso gruppo , ad esempio Meta non potrá condividere dati e tracciamenti degli utenti tra Facebook, Instagram e WhatsApp.

    Amazon non potrá suggerire come prima scelta della ricerca i propri prodotti, le piattaforme di messaggistica dovranno dare la possibilitá di interconnettersi con utenti di piattaforme concorrenti.

    In pratica i gatekeepers non potranno piú tracciare gli utenti al di fuori delle proprie piattaforme senza un esplicito consenso degli utenti, né favorire i propri prodotti rispetto a quelli della concorrenza.

    E’ previsto un aggiornamento biennale dell’elenco delle piattaforme considerate gatekeeper, per fare in modo che possano alla bisogna esserne coinvolte di nuove o che quelle attuali possano uscirne se le condizioni di mercato variassero nel tempo, magari perché per via dell’ingresso di nuovi concorrenti hanno perduto la propria posizione dominante.

    Se la vediamo con malizia possiamo pensare che sia un tentativo di creare una concorrenza sleale ai danni delle big tech americane tarpandone la crescita per cercare di fare emergere dei concorrenti europei, anche perché un’azienda europea come Spotify teoricamente considerabile gatekeeper nel proprio settore non viene colpita dal DMA.

    Ad ogni modo rendere piú complesso e piú burocratico il mercato digitale porta complicazioni sia agli utenti che alle aziende che potrebbero finire per ribaltare i costi necessari per adempiere alle nuove regole direttamente sui prezzi dei propri prodotti o servizi o addirittura , per evitare di sottostare a queste regole, decidere di non fornirli in maniera completa agli utenti europei che potrebbero perdere funzionalitá e caratteristiche disponibili nel resto del mondo.

    E anche la motivazione per cui si è pensato di introdurre il regolamento pare essere troppo blanda e  mettendo sulla bilancia i pro e i contro gli utenti non se ne avvanteggeranno se non marginalmente.

    Ma forse lo scopo è solo fare guerra commerciale ai leader di mercato in un settore dove l’Europa non è competitiva, in quel caso però i costi di questa guerra li pagheranno, come ogni guerra, i cittadini.

    Voi cosa ne pensate? Avete giá notato differenze nei prodotti e servizi digitali che utilizzate piú spesso? Avete qualche dubbio o curiositá? Scrivetelo nei commenti

  • Arriva lo stop alle auto a motore termico

    Come forse avrete appreso dai media il parlamento europeo ha approvato la proposta che mette al bando la produzione delle auto a motore termico dal 2035, questo significa che tra poco più di 10 anni non potremo più acquistare auto a benzina o diesel, anche se ibride.

    Questo diventerà un grosso problema sia economico che nell’utilizzo dei mezzi di trasporto privati, e per molti diventerà impossibile acquistare una macchina di proprietà: probabilmente quella che abbiamo in garage, o al massimo quella che la sostituirà potrebbe essere l’ultima auto che avremmo comprato da nuova.

    Questo perché non tutti possono permettersi i tempi e le modalità di ricarica di un elettrica, ma soprattutto i suoi costi specie in questi periodi dove sia il costo dell’energia, che quello delle batterie e’ alle stelle , cosa che renderà i prezzi delle auto a batteria insostenibili per tanti: se un’utilitaria ci costerà 35.000 euro probabilmente in pochi se la potranno permettere: quindi si ripareranno vecchi ed inquinanti macinini a benzina o a gasolio facendo dell’Europa una sorta di Cuba dove la maggioranza delle auto in circolazione saranno reperti storici con buona pace dei propositi di riduzione dell’inquinamento.

    Inquinamento che comunque nelle automobili elettriche è mediamente superiore a quello di un moderno diesel, specie se la macchina elettrica è costruita ed alimentata da energia da fonti non rinnovabili come il carbone di cui si sta aumentando la produzione a causa della mancanza di gas russo o delle centrali nucleari in dismissione con i quali si poteva creare energia elettrica pulita.

    Insomma non ci poteva essere momento peggiore per passare forzatamente all’elettrico non solo perché avendo solo 10 anni anni di tempo non si riusciranno a creare per tempo le infrastrutture per gestire un numero enorme di auto elettriche in circolazione, dalla creazione di un sufficiente numero di colonnine di ricarica al potenziamento di reti e centrali elettriche, ma anche dal punto di vista economico visto che la tecnologia per la produzione delle auto elettriche e soprattutto delle batterie, al contrario di quella per il motore termico è nelle mani dei cinesi, cosa che distruggerà l’economia dei paesi europei fortemente legate alla produzione automobilistica  in un periodo dove l’Europa soffrirà particolarmente in campo economico per via dei problemi geopolitici legati alla guerra e per l’aumento dell’inflazione.

    Purtroppo scelte miopi dettate solo da un’ideologia ecologica che non fa i conti con la realtà ci porteranno alla rovina: bastava avere un approccio piu soft procrastinando i tempi e agevolando l’uso di combustibili ecologici come quelli ricavati dall’idrogeno per far continuare a convivere i motori termici con quelli elettrici, dopotutto se solo una piccola percentuale di automobilisti preferisce le macchine a combustione termica a quelle elettriche ci sarà un perchè.

    Così come è lecito chiedersi come mai si sia voluta forzare la mano: probabilmente per favorire qualcuno che ha da guadagnarci o magari pensando di affrancarsi dalla dipendenza del petrolio proveniente da una certa parte del mondo senza capire che poi si diventa dipendenti di tecnologie e materie prime provenienti da paesi forse anche più pericolosi.

    Quello che è certo è che il conto lo pagheremo noi cittadini, e anche se non fossimo automobilisti visto che la decisione si riverbererà sul costo di tutti i trasporti, da quelli delle persone come nei bus o negli aerei come per le merci, in un periodo dove l’economia già allo stremo non ci permette di questi sforzi.

    Insomma non si prospetta nulla di buono all’orizzonte. Voi ne eravate al corrente? Prevedete di acquistare nel futuro un’auto elettrica o vi terrete sino alla morte la vostra cara automobile a benzina? Fatecelo sapere nei commenti!