Tag: convenienza

  • Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Auto elettriche: attenti alle batterie!

    Quando si deve valutare che tipologia di automobile scegliere, spesso ci si affida a schede tecniche, dimensioni, caratteristiche, prezzo, tipo di alimentazione, ma si soprassiede su alcuni dettagli che possono incidere sul costo di possesso della macchina.

    Infatti generalmente valutiamo il prezzo di acquisto, gli eventuali incentivi, i consumi, la formula finanziaria con la quale acquistarla o noleggiarla, ma difficilmente penseremo al costo delle riparazioni o del valore alla rivendita a fine vita.

    E se la scelta verte su auto elettriche o ibride , dotate di costose batterie, le spese possono essere ingenti rispetto a quelle che avremmo con auto termiche.

    electric cars charging on stations

    Infatti le batterie di trazione delle auto ibride ed elettriche sono componenti parecchio costose e generalmente non riparabili, almeno ufficialmente. Questo significa che qualora necessitasse una sostituzione il costo della riparazione potrebbe superare il valore della macchina, costringendoci magari alla rottamazione di una macchina recente, con buona pace dell’ambiente, perché non economicamente conveniente.

    E se è vero che la batteria non si guasta spesso, quindi potrebbe essere un rischio accettabile da correre, quelli che possono capitare sono gli incidenti stradali, che potrebbero coinvolgere la batteria.

    E la cosa diventa importante quando ci sono di mezzo le assicurazioni, infatti le procedure delle case impongono il cambio delle batterie di trazione in caso di incidenti gravi, anche se le batterie non sono state coinvolte nell’urto. E il problema è la definizione di incidente grave che potrebbe differire tra quello che intende la casa madre e quello che l’assicurazione risarcisce.

    Infatti alcune case ritengono grave, con annessa sostituzione delle batterie di trazione, un incidente che faccia scoppiare gli airbag indipendemente dal fatto che le batterie siano state coinvolte, in modo da tutelarsi contro possibili malfunzionamenti dopo la riparazione.

    man fixing vehicle engine

    Ma le assicurazioni generalmente pagano sino al valore dell’auto, quindi se la macchina vale 15.000 euro e la sola sostituzione delle batterie costa 30.000 l’assicurazione liquiderá il valore dell’auto usata, lasciandoci nei problemi anche se la colpa dell’incidente è dell’altro veicolo.

    Proprio per la presenza di batterie, componentistica elettronica sofisticata e l’obbligo di corsi di formazione e patentini per poter intervenire la riparazione delle auto elettriche é piú costosa, e il rischio della sostituzione delle batterie che rende antieconomiche alcune riparazioni fá si che il valore dell’usato sia relativamente basso, cosa che accentua il problema del costo di liquidazione dei danni da parte delle assicurazioni.

    Inoltre il valore del pacco batterie le rende particolarmente appetibili per i ladri, infatti molti proprietari di auto elettriche o ibride si sono trovati la macchina aperta per smontare il pacco batterie con costi abnormi per il ripristino, oltre a tempi di attesa importanti dato che si tratta di ricambi non sempre reperibili con facilitá.

    Questo porta alla necessitá di dotarsi di polizze contro il furto e che contemplino anche il furto della batteria, pena rischiare di doversi accollare la spesa in caso ci venisse rubata o peggio di dover rottamare la macchina dopo il furto in quanto potrebbe rivelarsi antieconomica sostituirla.

    white car charging

    Alla fine si tratta di eventi sfortunati che capiteranno statisticamente a pochi, ma che potrebbero diventare particolarmente importanti per il nostro portafoglio, specie se stiamo ancora pagando le rate della macchina e siamo costretti a doverne ricomprare un’altra a seguito di questi eventi, e nonostante la colpa non sia la nostra.

    Voi cosa ne pensate? Avete messo in conto anche questa eventualitá nella scelta della macchina?

  • Arrivano i dazi sotto i 150 euro: diremo addio a Temu, Shein e Aliexpress?

    Arrivano i dazi sotto i 150 euro: diremo addio a Temu, Shein e Aliexpress?

    Una nuova tegola é in arrivo per i nostri acquisti di prodotti a basso costo, infatti pare sia allo studio una ennesima riforma delle normative doganali europee che cancellerebbe l’esenzione dei dazi sotto i 150 euro di valore, creando problemi agli store cinesi come Temu, Aliexpress o Shein dove l’importo medio degli acquisti é generalmente sotto questa cifra.

    Questo comporterá sia un aumento dei costi,non tanto per il dazio in se che su piccoli acquisti potrebbe incidere per pochi spiccioli quanto per i costi doganali che l’operatore postale richiede per l’ispezione doganale che ogni pacco dovrá subire, dato che qualsiasi pacchetto indipendentemente dal suo valore dovrá obbligatoriamente  fermarsi in dogana.

    Ció significa che i tempi per lo sdoganamento si allungherebbero a dismisura, vanificando i vantaggi delle procedure per il pagamento dell’IVA alla fonte per acquisti di valore inferiore ai 150 euro che esentavano dal controllo del pacco in dogana velocizzando i tempi di importazione.

    Se la norma dovesse passare, e in tempi di scontri geopolitici la cosa non é affatto improbabile, ci dimenticheremo quantomeno di ricevere i pacchi dalla Cina in una decina di giorni, dato che si tornerá , come avveniva sino a qualche anno fa, ai pacchi fermi alla dogana italiana per un mese o piú in attesa di sdoganamento per carenza di personale, con la beffa che le poste per poter sopperire a queste lavorazione extra chiederanno il diritto postale come per i pacchi di provenienza extra-UE per i quali l’IVA non é pagata alla fonte.

    E questo, ipotizzando che non aumentino, significherebbe pagare un extra di 2 euro se il valore é inferiore ai 22 euro, 5 euro se il valore é inferiore ai 1000, o ben 15 euro per valori superiori o in caso di irregolaritá nella documentazione:  quindi per il pacchetto da temu con 25 euro di valore dovrete pagare al postino 5 euro, escludendo la possibilitá di poterlo ricevere in nostra assenza  e sopratutto attenderlo un mese: queste complicazioni potrebbero farci desistere dall’acquisto, dato che si tratta di acquisti generalmente non irrinunciabili.

    Consideriamo peró che la richiesta per queste cianfrusaglie a basso prezzo é tanta , al punto che la stessa Amazon sta mettendo in piedi un sistema per la gestione degli ordini dei prodotti cinesi per competere coi vari Aliexpress, Temu e Shein che una volta saturato il mercato interno si stanno espandendo pesantemente  fuori confine, come dimostrano le sponsorizzazioni di questi marketplace negli eventi piú importanti come Festival di Sanremo, Europei di calcio o Olimpiadi.

    person using a macbook and holding a credit card

    La speranza è che le problematiche degli operatori postali nella gestione di così tanti ordini faccia desistere la politica da questa scelta, ma considerato che non è l’unica mossa per mettere i bastoni sulle ruote ai prodotti cinesi, basti pensare ai recenti dazi sulle auto elettriche di cui vi parlavo in precedenza, il rischio é che tra non molto gli acquisti dalla Cina potrebbero diventare molto meno convenienti.

    Voi eravate al corrente della cosa? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti,

  • Fare acquisti in vacanza é una fregatura?

    Fare acquisti in vacanza é una fregatura?

    Quando si viaggia puó essere interessante sfruttare l’occasione per acquistare dei prodotti che non si trovano facilmente vicino casa o per pagarli meno cari.

    Infatti in virtù di listini diversi, tassi di cambio favorevoli, minore tassazione, maggiore concorrenza o disponibilità i prezzi al dettaglio potrebbero rivelarsi piú convenienti, ma non è sempre oro quello che luccica.

    Bisogna fare sempre attenzione, perché un acquisto fatto in un negozio lontano potrebbe portare delle problematiche, soprattutto se il prodotto dovesse guastarsi e quindi richiedere una riparazione in garanzia o una sostituzione.

    assorted color leather bag display inside room

    Infatti la gestione della garanzia, a seconda di dove e come si acquista, puó essere a carico del rivenditore e non del produttore, questo significa in caso di bisogno dover rispedire il prodotto a nostre spese al venditore, con il rischio di dover pagare anche dei costi doganali,  considerando che il produttore non è obbligato a mettere a disposizione la rete dei propri centri di assistenza per il prodotto acquistato in un’altra nazione.

    Altre grosse problematiche sono le normative doganali che si applicano agli acquisti extra unione europea, comprese anche nazioni geograficamente vicine a noi come la Svizzera o il Regno Unito.

    Infatti c’è da considerare che gli acquisti extracomunitari vanno dichiarati al passaggio in dogana, quindi al di sopra di un certo valore di franchigia (300 o 430 euro di valore complessivo infrazionabile a seconda che si attraversi la frontiera via strada o per via aerea o marittima), andrá pagata l’IVA ed eventuali dazi, quindi se non si vuole pagare l’IVA due volte , sia nel paese di acquisto che a casa nostra, o si usufruisce , quando possibile, di sistemi TAX FREE che rimborsano l’IVA pagata all’estero o si deve ricorrere a degli stratagemmi.

    La ‘’furbata’’ piú comune è quella di far passare per usato o già in nostro possesso il prodotto appena acquistato all’estero facendo sparire etichette, scontrini, scatole e certificati di garanzia, che, ammesso di non venire beccati e multati, se da una parte possono produrre un risparmio dall’altra significa perdere completamente il diritto alla garanzia, e se la cosa potrebbe non essere un problema per un capo di abbigliamento da pochi euro, diverso è per un prodotto elettronico di valore.

    Più semplice la gestione degli acquisti nei duty free degli aeroporti, anche se non sempre possono essere convenienti in tutte le tipologie di prodotto: ottimi dove ci sono delle accise come su profumi e alcolici, meno magari su abbigliamento, alimentari o elettronica: é pur vero che si risparmia l’iva ma nel complesso non é detto che sia conveniente rispetto che acquistare altrove visto che generalmente si parte dal prezzo pieno di listino, ma quantomeno è piú facile piú accorgersi della eventuale convenienza.

    Non diamo mai per scontato che acquistare in un negozio di una grande cittá possa essere sempre la soluzione piú conveniente, magari puó essere piú facile reperire modelli o colori particolari ma il prezzo potrebbe essere meno conveniente di acquistare lo stesso prodotto online, col vantaggio che non ci occupa posto in valigia, che non si rischia che venga perduto insieme alla valigia, che ci possano essere problemi in dogana o con la garanzia.

    Infatti va valutato bene ognuno di questi aspetti e non lasciarsi ingolosire da un prezzo interessante che alla fine  si potrebbe rivelare meno conveniente di quanto sembra.

    Va anche valutato che un prodotto acquistato all’estero potrebbe non essere compatibile con l’uso nel nostro paese, in quanto lo standard di funzionamento o la spina elettrica potrebbe essere diversa e non è detto che sia possibile adattarlo, potrebbero non essere presenti degli accessori normalmente in dotazione nel nostro paese, oltre ad avere istruzioni e serigrafie in una lingua diversa dalla nostra, cosa che potrebbe rendere difficoltoso o comunque scomodo l’utilizzo.

    photo of a woman holding shopping bags

    Quindi, se soprattutto per alcune tipologie di prodotti e in alcuni paesi gli acquisti possono rivelarsi particolarmente convenienti é bene conoscere i prezzi di vendita online e valutare le eventuali complicazioni per evitare sgradite sorprese che possono trasformare quello che sembrava un affare in una fregatura, considerando che se il risparmio è minimo probabilmente non vale la pena rischiare di incorrere in possibili problemi.

    Voi acquistate spesso durante i vostri viaggi? Vi è capitata qualche disavventura con lo shopping? Scrivetelo nei commenti!