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  • Il NAS : accedere ai file di casa da tutta la rete

    Il NAS : accedere ai file di casa da tutta la rete

    Parliamo di NAS quella sorta di hard disk di rete utili per condividere dati, documenti ma anche elementi multimediali come foto, musica e video sia all’interno della nostra rete locale che a volte anche all’esterno consentendoci di accedere da remoto a dei file che abbiamo conservato a casa nostra.

    Si tratta infatti di apparecchi che contengono al loro interno uno o più hard disk e che si collegano tramite un cavo ethernet al nostro router internet e non alla classica porta USB. Questo gli permette di essere visti da tutti i dispositivi collegati al nostro router, come computer, tablet, smartphone, smart tv, dispositivi connessi a internet, etc. 

    A seconda dei modelli e delle impostazioni sarà anche possibile rendere visibili i nostri file anche all’esterno della nostra rete impostando delle apposite credenziali d’accesso per accedervi tramite internet.

    Questa modalita’ risulta comoda ad esempio per poter accedere dall’ufficio o in mobilita’ ai file che abbiamo in casa, anche se ci espone a qualche rischio se il nostro dispositivo non dovesse aggiornato o configurato a dovere poiche’ un malintenzionato potrebbe accedere abusivamente ai nostri file.

    Un’altro vantaggio e’ per la sicurezza dei nostri file: gli hard disk contenuti nei nas generalmente sono specifici per questo uso in quanto il nas dovra’ stare sempre acceso per poter condividere i file e quindi i dischi sono progettati per essere accesi per lungo tempo senza avere problemi, al contrario di un disco pensato per un computer che generalmente rimane acceso solo per poche ore al giorno.

    I modelli con piu’ di un disco hanno anche la possibilita’ di fare una doppia copia dei dati di modo che se un disco si dovesse rompere si possa sempre recuperare il contenuto , alcuni hanno anche la possibilita’ di mandare un’ulteriore copia a un server esterno magari in cloud di modo che i dati siano stoccati fisicamente in posto diverso, consentendoci di mettere in pratica la regola del 3-2-1 per salvaguardare i nostri file.

    Si tratta di una regola per la quale , per salvaguardare i nostri dati da ogni genere di disastro andrebbero fatte 3 copie su dispositivi differenti e almeno una salvata fisicamente in un luogo distante dalle altre due, in modo da resistere anche a furti o eventi naturali.

    Ma come si usa un nas? Una volta impostato la prima volta tramite un’interfaccia web accessibile da un browser e creati degli utenti che a seconda dei casi potranno vedere l’intero contenuto del disco, un’area comune o uno spazio personale dedicato al singolo utente, il nostro disco e/o le nostre cartelle condivise verranno viste dal sistema operativo come fosse un normale hard disk collegato al nostro pc, o cercando il percorso di rete nell’interfaccia delle nostre app su tablet, smartphone o dispositivi connessi alla rete come le smart tv.

    Un uso comune dei nas casalinghi infatti e’ come media server: i nostri video, foto, musica presenti nei dischi del nostro nas saranno accessibili a tutti i nostri dispositivi multimediali, come televisori o impianti audio, che ovviamente devono essere connessi alla nostra rete, senza dover caricare i file da riprodurre su una chiavetta usb rendendo la fruizione dei contenuti multimediali molto comoda.

    Altro uso comodo e’ per il backup automatico dei nostri dati sia dei computer che dei dispositivi mobili: impostando dei backup periodici sul nostro nas avremo copia dei dati importanti che vogliamo salvaguardare senza dover intervenire manualmente facendo delle copie e senza doversene ricordare ogni volta.

    Ovviamente per funzionare i nas devono stare sempre accesi e connessi alla rete altrimenti i dispositivi quando hanno necessità di accedervi non lo troverebbero e andrebbero in errore, e se per la riproduzione multimediale puo’ non essere un grande problema, lo diventa se non si riesce a fare il backup dei nostri dati, o se usiamo il nostro nas per stoccare dei file pesanti che non vogliamo mantenere nel disco del nostro computer per evitare di saturarlo.

    Essendo i nas dei veri e propri server connessi a internet, a seconda dei casi e’ possibile installare delle vere e proprie applicazioni come per esempio per il download di file torrent, per lo streaming multimediale, server web o di posta, etc.

    Con un po di competenza informatica ci si può anche costruire da soli un nas usando un vecchio pc sul quale installare una distribuzione linux dedicata allo scopo avendo un sistema  anche più potente e personalizzabile di quelli in commercio, ma dovendo mettere in conto un po’ di sbattimenti per la configurazione e magari dei consumi maggiori di corrente.

    Ma quanto costa un nas? Tutto dipende dai dischi che sono la parte più costosa, un nas senza dischi lo si porta a casa anche con poco più di 100 euro per i modelli più economici, ma il grosso della spesa lo fanno i dischi, sia se si compra un nas venduto con dei dischi preinstallati dalla casa, o se per maggior risparmio o versatilità si sceglie un nas diskless al quale aggiungere noi i dischi: più sono capienti e più costano: se per un disco di pochi tera possono bastare anche 100 euro , dischi di dimensioni importanti possono costare tranquillamente 10 volte tanto, e i dischi generalmente vanno comprati almeno in coppia per tutelarsi dai guasti quindi il conto si fa facilmente salato, specie se i dati da conservare sono tanti, perché magari facciamo uso , per lavoro o per svago di file di dimensioni corpose che possono saturare i dischi in breve tempo.


    Ad ogni modo va messo in preventivo di spendere almeno alcune centinaia di euro per una soluzione casalinga, per arrivare tranquillamente ad alcune migliaia di euro se si vogliono soluzioni professionali e/o dischi molto capienti, ma la comodità e la versatilità che danno vale certamente la spesa, specie in ambito lavorativo.

    Voi ne usate i nas, li conoscevate o pensavate di acquistarne uno ? Avete dei dubbi, delle curiosità o dei suggerimenti?  Scrivetelo nei commenti.

  • Vinili e cassette sono ormai merchandising?

    Vinili e cassette sono ormai merchandising?

    Volevo fare una riflessione sui supporti musicali, siano essi cd, vinili o cassette che stanno tornando di moda, ma che rispetto a qualche anno fa hanno cambiato il loro ruolo.

    Sino agli anni 2000 infatti il disco che compravamo al negozio serviva per farci ascoltare fisicamente la musica, lo si scartava , lo si metteva nel lettore a casa o in auto, magari si contemplava la copertina o il libretto e si gustava l’opera fino a consumarlo, anche perche’ i dischi costavano e spesso non ci si poteva permettere di averne piu’ di tanti, a meno di non piratarli facendo una copia del disco prestato da un amico.

    Adesso invece la musica che si ascolta principalmente e’ quella liquida: con un abbonamento di pochi euro al mese, o anche gratis se non ci disturba sentire qualche pubblicità tra un brano e l’altro possiamo avere un catalogo pressoché infinito e disponibile sul momento, tralatro da ascoltare sul dispositivo a noi più comodo al momento: dall’impianto casalingo, alla macchina, al telefono o magari ad una cassa bluetooth, quindi il disco come supporto fisico non solo non ci serve piu’ ma ci diventa pure scomodo per l’ascolto. Ma allora perché continuiamo a comprarli?

    Sicuramente anche per moda, ma c’e’ da dire che avere in mano un supporto fisico, magari non necessariamente da mettere sul piatto o sul lettore, ci da modo di gustare la copertina e gli artwork, di poter fisicamente toccare e avere tra le mani l’opera anziché un pugno di byte e ci restituisce una sensazione speciale che forse avevamo dimenticato, oltre a dare un riconoscimento all’artista piu’ importante dei pochi spicci che arrivano dalle piattaforme di streaming

    Si compra ormai il disco, magari un bel vinile colorato , spesso senza neanche avere in casa il giradischi, o peggio ancora avendo un ciofecone da quattro soldi che i dischi non solo li riproduce male ma li distrugge pure dopo un paio di ascolti.

    Ma il disco fisico se ci pensiamo ora ha la stessa funzione della maglietta, della spilla o del gadget del cantante: si e’ trasformato da strumento di ascolto a puro merchandising, qualcosa da avere perché realizzato dall’artista preferito che terremo piu’ come pezzo da collezione che non per l’uso con cui e’ stato concepito: ascoltare la musica.

    E considerando la qualità della maggior parte dei lettori moderni di scarsa qualità che si trovano in commercio forse e’ anche meglio continuare a non utilizzarli e continuare a fruire della musica dal nostro servizio di musica liquida senza rovinare i supporti.

    Infatti la qualità delle piastre a cassette, dei lettori cd e dei giradischi attualmente in commercio e’ particolarmente scarsa perché i produttori storici hanno dismesso la produzione, quindi quello che si puo’ trovare al di fuori del vintage o del mercato dell’alta fedeltà, dove qualcosa ancora si trova ma a prezzi particolarmente salati, e’ veramente ai limiti della decenza, e anche qualche prodotto di qualche marchio storico che si trova ancora in commercio non e’ altro che la rimarchiatura di qualche prodotto OEM cinese con caratteristiche basilari venduto a prezzo di prodotto di fascia alta e con qualita’ molto peggiore del più scarso prodotto da supermercato che potevamo trovare vent’anni fa tra le offerte speciali.

    Eppure nonostante questo dischi, cd e persino cassette , dopo anni dove erano quasi spariti, ora si tornano a vendere in numeri degni di nota, nonostante non siano neanche particolarmente economici e anche se non ci sono piu’ i tanti megastore di dischi di un tempo, oltre a siti dove trovare ampia scelta, stanno riaprendo negozi di dischi specializzati , che seppur di nicchia indicano un trend che non e’ da trascurare.

    Voi ascoltate ancora la musica da supporto fisico o siete fruitori di musica liquida? Avete riesumato il vecchio giradischi vintage in stile hipster o ascoltate più pragmaticamente la musica in streaming dal cellulare? Fatecelo sapere!

  • Le casse bluetooth

    Le casse bluetooth

    Se cercate un regalo da fare o da farvi adatto un po’ a tutti , dai giovanissimi a chi ha qualche primavera sulle spalle e utile sia a casa che all’aperto e dal costo non esagerato sicuramente un idea è una cassa bluetooth

    Sono quei piccoli altoparlanti portatili a batteria che si collegano senza fili al telefono , a un computer o comunque a una sorgente audio per diffondere la musica. Inoltre hanno spesso un microfono integrato che li può trasformare in un vivavoce utile per rispondere alle chiamate magari anche in auto o al lavoro.

    Sono ottimi per fare festa con gli amici, da portare in giardino, in strada, in spiaggia o in piscina, ma anche solo per ascoltare la musica sotto la doccia o in una stanza dove non abbiamo un apparecchio audio

    Come i cellulari hanno una batteria ricaricabile interna che permette di sentire la nostra musica per diverse ore, qualcuno anche per giorni, e alcuni di loro possono pure fare da powerbank ricaricando il cellulare

    Ce ne sono di diverse dimensioni, quasi tutti possono stare dentro uno zaino, qualcuno lo si può appendere ai vestiti con un gancio, qualche altro è più ingombrante ma permette di organizzare party in giro

    Alcuni nascono per uso più casalingo, altri invece per uso più outdoor e quindi hanno protezioni per la sabbia e per l’acqua, cosi come quelli pensati per essere usati sotto la doccia.

    Qualcuno di questi può fare da assistente vocale come i vari Alexa o Google Home, che sono a loro volta delle casse bluetooth perchè possono suonare la musica trasmessa da un altro dispositivo, anche se non hanno una loro batteria integrata, e quindi possiamo usarli solo in casa.

    Ovviamente la versatilità e le dimensioni non consentono un ascolto di alta qualità, seppure le migliori suonano decentemente e hanno anche potenze importanti non consentono di certo un ascolto ad alta fedeltà, per una questione fisica.

    Infatti l’alta fedeltà presuppone che la disposizione degli altoparlanti componga con la testa dell’ascoltatore un triangolo equilatero e dato che una cassa bluetooth ha in genere una larghezza di una ventina di centimetri questo triangolo d’ascolto non potrà esistere neanche se ce le attaccassimo in fronte.

    Infatti le migliori casse bluetooth tendono ad avere dei sistemi di virtualizzazione del suono per simulare una diversa posizione di ascolto, ma ovviamente non è un vero hi-fi. Un altro accorgimento che si può usare su alcune casse di maggiore qualità è quello di poterne collegare più di una in serie, a patto di riuscire a separare i canali e a disporle alla giusta distanza

    Ovviamente per connetterle tra di loro si deve trattare di modelli della stessa marca , che abbiano la funzionalità per connettersi a vicenda e che consentano la modalità stereo, di modo che una cassa abbia il segnale sinistro e l’altra quello destro, infatti alcune casse possono connettersi tra di loro solo in modalità party dove più casse condividono lo stesso segnale da una cassa principale “Master” collegata con la sorgente

    La modalità party puo essere usata anche per fare una sorta di multi room e avere la stessa musica in più stanze delle casa a patto che siano tutte ad una distanza non troppo distante dalla sorgente

    Altre funzionalità spesso presenti sono il jack audio per connettere un dispositivo direttamente via filo, e a volte un lettore di schede microsd per usare la cassa come lettore mp3 facendo a meno della sorgente, inserendo i brani nella scheda di memoria microsd.

    Insomma si tratta di un apparecchio utile , simpatico e dai costi contenuti: quelli base costano anche poco piu di 10 euro, mentre quelli migliori di marche importanti e dotati delle funzionalità più avanzate posso costare anche alcune centinaia di euro. Vi metto magari qualche esempio qui sotto qualora foste interessati all’acquisto.

    Mini

    Modelli base

    Modelli evoluti

    Da party

    Premium:

  • I giradischi

    I giradischi

    Se è vero che ormai la musica liquida, quella ascoltata in forma digitale o in streaming, è diventato il modo più utilizzato per ascoltare la musica, da qualche tempo stanno tornando di moda i vecchi vinili.

    Infatti se la musica liquida è il metodo più comodo poiché ci consente di avere sempre con noi tutta la nostra discografia preferita, dall’altra parte ci fa perdere il concetto di possedere fisicamente l’album, che tra le altre cose è sempre stato anche una sorta di feticcio da collezionare che lega l’artista al fan, e che ci consente di apprezzare quella parte di creatività che non esce soltanto dalle casse, e quale migliore modo di farlo se non con il formato fisicamente più grande?

    Non si tratta infatti di portarsi la musica in giro o di ottenere la migliore qualità, dato che a meno di avere impianti costosi e orecchi sopraffini il vinile non è migliore di un cd o di un buon file digitale, ma il rituale di mettere il disco sul piatto, posare la testina, godersi la copertina merita senz’altro l’acquisto o il recupero di un giradischi.

    Spesso poi si vogliono recuperare degli album non più disponibili in altri formati oppure riascoltare un disco appartenuto a un parente o di quando eravamo bambini

    Ovviamente possiamo recuperare vecchi vinili e giradischi che avevamo in cantina o che potremmo recuperare dal mercato dell’usato oppure rivolgerci al nuovo.

    C’è da dire che nonostante la moda del momento il mercato resta una nicchia, quindi i produttori rimasti in attività non sono poi tanti quindi anche la varietà di prodotti sul mercato è limitata e spesso si tratta di uno stesso prodotto di provenienza asiatica, spesso di qualità non eccelsa, venduto da più marchi.

    Troviamo infatti nella fascia più economica del mercato , entro i 100-150 euro, dei prodotti completamente in plastica , spesso dalle forme retrò, che a volte hanno le casse integrate e che hanno un grosso difetto: non è possibile calibrare in maniera corretta il peso della testina, questo significa che la testina con l’uso andrà a graffiare il disco più del dovuto, rovinandolo e questo significa dover buttare il disco dopo pochi ascolti: se è vero che si risparmia all’acquisto, per contro si va a rovinare la propria collezione di dischi, pensate se abbiamo sul piatto qualche edizione introvabile di grande valore, economico o anche affettivo perché magari appartenuto a vostro padre o vostro nonno, il mio consiglio è evitare questi plasticoni, meglio spendere poche decine di euro in più per prodotti che anche se non avessero il miglior suono del mondo quantomeno non rovinano i dischi.

    Troviamo poi dei prodotti di fascia media, dai 150 ai 350 euro, che quanto meno hanno braccio regolabile e testine sostituibili con facilità, nonostante quasi tutti provengano dalla stessa fabbrica in cina si differenziano per il marchio, a volte per l’estetica e per qualche caratteristica tecnica: alcuni hanno la trasmissione a cinghia , più silenziosa ma soggetta ad usura, e alcuni quella diretta , preferibile per un uso da dj dove si ha necessita di variare la velocità e di poter fare lo “scratch”, qualcuno ha la connessione bluetooth per poterli collegare ad una cassa o ad una cuffia senza passare dall’impianto, molti hanno una presa usb per poter digitalizzare al computer i vecchi vinili,  quasi tutti quelli di produzione moderna hanno un’uscita rca standard preamplificata , adatta all’ingresso aux degli impianti recenti, al posto di quella phono dei vecchi impianti o comunque di un selettore per poter scegliere la tipologia di uscita.

    Troviamo poi prodotti di fascia medio-alta prodotti da case specializzate , sia di recente costituzione, che con una lunga storia alle spalle nella costruzione di giradischi dove l’attenzione ai dettagli e alla qualità è molto alta, ma anche il prezzo di listino: è la soluzione ideale per chi ha già esperienza coi giradischi, suonano meglio ma spesso richiedono qualche attenzione in più , e magari l’acquisto di qualche accessorio dedicato, che li rendono poco adatti a un neofita.

    La soluzione alternativa è invece recuperare un vecchio giradischi: dato che si tratta di un prodotto relativamente semplice, spesso basta una pulizia, una eventuale sostituzione della cinghia e/o della testina per rimetterlo in funzione. Sicuramente la qualità costruttiva, anche dei prodotti all’epoca relativamente economici, ad esempio quelli di produzione giapponese, è migliore di quelli di attuale produzione anche di un certo prezzo.

    L’unica cosa a cui stare attenti è che quasi sicuramente il giradischi avrà solo l’uscita phono quindi se vogliamo collegarlo agli ingressi aux di un impianto moderno , a meno che non abbia un ingresso phono dedicato presente ormai solo in prodotti di alta fascia , ci dovremo procurare un preamplificatore phono, che comunque si trova anche con 30 euro.