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  • I telefoni Cordless : con la fibra tornano di moda

    I telefoni Cordless : con la fibra tornano di moda

    Oggi parliamo di un prodotto che può sembrare fuori moda, ma con l’avvento delle connessioni internet in fibra sta tornando ad essere utile nelle nostre case: il telefono cordless.

    Certo sembrerà un prodotto da boomer, ma se si usa ancora la linea fissa a casa, magari perchè è inclusa nel nostro contratto della connessione a internet e dato che la paghiamo la vogliamo sfruttare, è particolarmente comodo per rispondere da qualsiasi parte della casa potendo portarcelo in giro ma il meglio di se lo da se abbiamo la fibra ottica a casa: infatti con le connessioni FTTH , quelle per intenderci dove la fibra ottica arriva dentro casa, la linea telefonica passa dal router internet e non più sull’impianto telefonico.

    Questo significa che col passaggio alla fibra i telefoni che avevamo in casa non funzioneranno più: infatti vanno collegati al router, che generalmente ha solo una porta a cui collegare un telefono, quindi per portare la linea telefonica in tutta la casa le strade sono due : o si fa il cosiddetto ribaltamento della linea, dove in pratica si fa una modifica all’impianto telefonico esistente per collegarlo all’apposita presa del router, servizio che viene effettuato a pagamento in fase di installazione della fibra e che comunque prevede la posa di un antiestetico cavo aggiuntivo o altrimenti si può ovviare collegando un cordless.

    I cordless moderni infatti, a differenza del wi-fi che spesso non riesce a coprire per intero la casa lasciando zone scoperte o comunque con un segnale degradato che non ci consente di navigare in tutta la casa alla massima velocità, riescono a coprire tranquillamente anche fino a 300 metri dalla base garantendo una ottima ricezione pure nella stanza più distante dal router, o tra più piani di uno stesso edificio senza la necessità di dover tirare dei cavi.

    Ovviamente per poter trasmettere il segnale telefonico i cordless hanno una base che va attaccata oltre che alla presa telefonica del router anche alla corrente, quindi non funzioneranno se dovesse mancare la corrente ma comunque in quel caso neanche il router della fibra funzionerebbe quindi sareste comunque senza linea telefonica anche utilizzando dei telefoni a filo

    Se avevate più telefoni in varie stanze ovviamente potete ovviare con dei sistemi con più cordless che si collegano ad una stessa base, spesso sono venduti in dei kit con due o tre portatili con una base principale da attaccare al vostro router e delle basette aggiuntive senza connessione telefonica che servono solo da carica batterie

    Il vantaggio è che i vari portatili possono comunicare tra loro come una sorta di interfono, possono trasferire le chiamate da un portatile a un altro, hanno le funzionalità che troviamo normalmente in un cellulare, dall’identificativo del chiamante, al blocco dei numeri indesiderati, dalla rubrica al vivavoce, etc.

    Inoltre essendo quello dei cordless uno standard comune, chiamato DECT GAP è possibile collegare alla stessa base anche più di un cordless che magari avevamo gia in precedenza, anche di marca differente da quello della base, seguendo le indicazioni che troverete nel manuale.

    E i prezzi di questi apparecchi sono molto abbordabili , quelli singoli a seconda della marca e delle funzionalità (esempio il vivavoce o lo schermo a colori si trovano solo nei modelli più costosi) possono costare da meno di 20 euro per quelli più basic a non più di 100 euro per quelli top di gamma, quelli in confezione da tre, soluzione a mio avviso ideale per chi la fibra in casa, si trovano intorno ai 60 euro, spesso anche a meno in caso di offerte.

    Certo non è obbligatorio collegare un telefono al vostro modem in fibra, anche perché la linea fissa utilizzando i smartphone la si usa sempre meno spesso, ma avere un servizio telefonico di backup puo essere utile, e spesso è comunque incluso nel canone internet, quindi perché non farlo? Voi utilizzate un cordless con la connessione in fibra? Fatecelo sapere nei commenti!

  • La scomparsa delle SIM ricaricabili a consumo

    La scomparsa delle SIM ricaricabili a consumo

    Se avete avuto la necessità di avere un numero telefonico secondario per il vostro cellulare magari lo avrete notato: le schede SIM ricaricabili , almeno quelle a consumo dove si paga solo per le chiamate effettuate, stanno praticamente sparendo dal mercato.

    Infatti se le ricaricabili continuano ad esistere, a meno di non aver scelto un piano con un canone fisso mensile che include internet e telefonate, quasi tutti i gestori applicano balzelli, piani tariffari capestro con abbonamenti a servizi inutili o tariffe svantaggiosissime che nascono per erodere il credito di chi utilizza la sim saltuariamente, vuoi perché la usa solo in ricezione, vuoi per backup o per usarla solo in caso di bisogno su un dispositivo come un antifurto , una chiavetta dati o in auto.

    Un tempo le SIM ricaricabili avevano il vantaggio di poter caricare dentro una certa cifra e di erodere il nostro credito solo per le telefonate, sms o traffico dati che usavamo, e l’unica cosa a cui stare attenti era ricordarsi di ricaricare la scheda , generalmente una volta all’anno, prima della scadenza per rinnovarne la validità; questo escamotage della ricarica serviva agli operatori telefonici per non dover far pagare agli utenti la tassa di concessione governativa dovuta per gli abbonamenti telefonici radiomobili.

    Quindi la sim ricaricabile aveva senso di esistere perché era qualcosa di temporaneo che poteva disattivarsi alla scadenza o all’esaurimento del credito, peccato che col tempo sono nate delle formule con dei pacchetti che a fronte di un canone fisso mensile davano un forfait di minuti, sms o traffico dati, e che se all’inizio erano un’eccezione conveniente solo a chi faceva un uso importante del telefono, ma non cosi tanto da rendere conveniente un abbonamento ”vero”, col tempo sono diventate comuni, specie con l’avvento degli smartphone che richiedendo di essere sempre connessi sono diventati la soluzione ideale per evitare il salasso delle connessioni dati a consumo, ma comunque rimaneva sempre la possibilità di scegliere se pagare una quota fissa per non doversi preoccupare di sforare coi consumi o di  pagare a consumo il proprio traffico telefonico.

    Le vere ricaricabili ormai sono rimaste disponibili per qualche operatore virtuale, e spesso sono pure vincolate a dei costi di attivazione o di prima ricarica importanti, oppure a dover fare lo slalom per fare il cambio piano, disattivare servizi a pagamento appioppati all’attivazione e che vi costringeranno a stare attentissimi per non dover pagare dei servizi inutili se ci si dovesse dimenticare di disattivarli al termine del periodo di prova e/o ad avere tariffe a consumo talmente costose da rendere un salasso anche una semplice chiamata o una connessione internet partita per errore.

    Il problema è che vuoi per i margini sempre più bassi, vuoi per la concorrenza sempre più agguerrita quello che i gestori non incassano dal canone mensile lo devono recuperare altrove, dalle tariffe di attivazione della sim, ai cambi piano, ai balzelli per dei servizi extra in caso di mini-ricariche, al pagamento di servizi di rete che storicamente sono sempre stati gratuiti, dai costi extra quando sforiamo un plafond , ci dimentichiamo di ricaricare o usiamo il telefono all’estero, a quando teniamo la sim inattiva o comunque generiamo poco traffico.

    Questo ha portato a snaturare il concetto di sim ricaricabile, al punto che viene da chiedersi, perché non eliminare la tassa di concessione governativa, quanto meno per i privati che non hanno bisogno di scaricare la bolletta del telefono, visto che ormai con i sistemi di ricarica automatica le ricaricabili sono di fatto degli abbonamenti?

    Fortunatamente il modo di avere una sim secondaria a consumo esiste seppure i gestori fanno di tutto per nasconderne l’esistenza e rendere difficile l’attivazione quanto meno senza addebitare costi per servizi non richiesti o inutili, percio è essenziale nel caso abbiate questa esigenza studiarvi i vari balzelli e pratiche piu o meno scorrette prima dell’acquisto della sim di modo da sapere come disattivare i servizi a pagamento possibilmente gia in fase di attivazione e non correre il rischio di ritrovarsi a dover pagare ogni mese quasi quanto il costo di un pacchetto a forfait di qualche operatore virtuale, ma senza godere di telefonate e traffico dati incluso.

    Voi avete avuto bisogno di una sim secondaria e avete avuto problemi con la disattivazione di servizi a pagamento non richiesti? Scrivetelo nei commenti!

  • Arriva il Prime Day 2021

    Arriva il Prime Day 2021

    Il 21 e 22 giugno ci sarà l’ormai famosissimo prime day di Amazon: per chi non lo sapesse è una sorta di evento creato dal popolare sito di e-commerce dove per 2 giorni ci saranno delle offerte importanti dedicate agli abbonati prime, cioè quegli utenti che pagando 3.99 euro al mese o 36 euro annuali accedono ad una serie di servizi quali la spedizione sempre gratuita senza minimo d’ordine, l’accesso alla piattaforma di streaming Prime Video per vedere film serie tv, programmi e prossimamente anche eventi sportivi tra cui alcune delle partite di Champions League, il servizio di streaming musicale Amazon music,  poi ancora Prime gaming per ottenere videogiochi gratuiti e la possibilità di abbonarsi gratuitamente ad uno streamer su Twich, Prime reading per avere una selezione di ebook da leggere gratuitamente , Amazon photos per immagazzinare gratuitamente sul cloud di amazon le nostre foto, etc.

    Insomma una bella selezione di servizi, che fin tanto che si mantengono su queste tariffe sono molto interessanti, anche perché è verosimile che possano aumentare in futuro dato che il canone italiano è uno dei più bassi al mondo, e se all’inizio era giustificato dai pochi servizi disponibili, ormai il servizio è diventato maturo e potrebbe presto aumentare fino a costare anche il doppio o il triplo, quindi se siete interessati conviene fare l’abbonamento prime annuale in modo da mantenere il prezzo conveniente per un’anno intero e non beccarsi l’aumento il mese successivo all’aumento di listino, come è capitato per esempio ad alcuni servizi di streaming

    Se poi vi volete solo fare un’idea , c’è la possibilità di abbonarsi in prova gratuita per 30  giorni, in modo da farsi un’idea e a poter accedere alle offerte speciali del prime day, e qualora non ci si ritenga soddisfatti basterà ricordarsi di disdire prima della scadenza se non più interessati: ma attenzione una volta usufruito del periodo di prova qualora in futuro ci si vorrà riabbonare non si potrà più richiedere un nuovo periodo di prova gratuito, ma si dovrà necessariamente pagare.

    Se poi si è studenti universitari c’è pure la possibilità di pagare il prime la metà: solo 18 euro l’anno, utilizzando il programma prime student, anche in questo caso è possibile avere un periodo di prova gratuito di ben 90 giorni, a condizione ovviamente di poter dimostrare di essere studenti inviando un certificato di iscrizione o iscrivendosi con la mail rilasciata dall’università.

    Ma tornando al prime day che tipo di offerte potremmo aspettarci? Sicuramente ci saranno delle Offerte lampo che valgono per un limitato lasso di tempo , esempio per mezzora o un’ora e che  verranno pubblicate a scaglioni in diversi momenti della giornata, quindi state all’occhio per beccare l’offerta che vi interessa appena disponibile e prima che terminino le scorte, alcune saranno visibili in anteprima qualche ora prima con l’indicazione dell’inizio della promozione, mentre altre saranno a sorpresa, altre offerte magari meno scontate saranno disponibili per l’intera durata del prime day ovviamente salvo esaurimento scorte.

    Ma cosa andrà in offerta? Difficile saperlo in anticipo ma generalmente non dovrebbe mancare uno sconto extra su una selezione di articoli warehouse, gli articoli rimandati dai resi che vengono ricondizionati e venduti a prezzo scontato, oltre ai dispositivi amazon come kindle, fire tv o gli assistenti vocali della linea echo, e ai prodotti con i marchi Amazon come Amazon basics, find, Happy Belly, Solimo, Goodthreads, Meraki, Iris&Lilly , etc.

    Sul nuovo non è impossibile che si potranno trovare televisori, utili ora che siamo alla vigilia del cambio di sistema di trasmissione del digitale terrestre, sicuramente non mancheranno offerte su musica , moda, alimentari, prodotti elettronici come cellulari componenti informatici, videogiochi, etc.

    Voi aspettavate il prime day? Siete già abbonati a prime? Fatecelo sapere nei commenti.

  • Le banche non vogliono più i nostri soldi

    Le banche non vogliono più i nostri soldi

    C’è qualcosa che da qualche tempo sta cambiando nel mondo delle banche, sembrano non volere più i nostri soldi almeno quelli depositati nel conto. Infatti tante banche stanno iniziando a comunicare alla clientela che se si hanno depositati delle somme consistenti si riservano il diritto di chiudere il conto o di applicare dei costi maggiorati a meno di non avere dei prodotti bancari che le garantiscano un guadagno come  mutui, finanziamenti o prodotti di investimento.

    In pratica per tenere  i soldi in banca dobbiamo pagare di tasca: un tempo le banche facevano a gara a farsi depositare i contanti pagandoci degli interessi, poi questi interessi sono diminuiti fino ad azzerarsi e ora siamo arrivati al paradosso di dover pagare per tenere parcheggiati i nostri soldi.

    Questo succede perché i tassi di interesse sono diventati negativi, quindi semplificando molto il discorso, le banche stesse se depositano presso la BCE il loro contante che hanno in surplus , e che quindi non prestano per esempio alle aziende o a chi richiede un mutuo ricevono meno soldi di quanto ne depositano, quindi avere denaro in cassa diventa per loro un costo che viene caricato all’utente aumentando i canoni, il costo delle operazioni o per il quale preferiscono chiudere i conti correnti in mancanza di altre fonti di guadagno

    Ovviamente a cascata tutto questo ricade sui risparmiatori: coi tassi negativi se investiamo in obbligazioni come i titoli di stato, ma anche in fondi di investimento che garantiscano una certa sicurezza o in forme di investimento a basso rischio o che consentano di disinvestire in maniera rapida come ad esempio i conti deposito vincolati spesso i costi sono più degli interessi, con il paradosso di arrivare ad incassare meno di quanto investito, o quando proprio va bene di stare in pari, al che uno pensa tanto vale tengo mi tengo i soldi in banca, dove comunque entro i 100.000 euro sono al sicuro garantito dal fondo di tutela interbancario, senza dover rischiare di fare un investimento sbagliato.

    Ma è saggio tenere parcheggiati i nostri soldi? Da un certo punto di vista lo è e da un altro no: infatti il periodo di incertezza dovuto al covid non incoraggia le spese ma ci fa venire voglia di mettere da parte qualche risparmio da poter avere disponibile rapidamente in caso di avversità come perdita del lavoro, spese mediche o familiari, inoltre per chi ha la fortuna di avere un lavoro che non ha risentito pesantemente della pandemia, probabilmente restando giocoforza in casa è riuscito a mettere da parte qualche soldo extra che prima dedicava alle spese per uscite, sport o intrattenimento, ma di cui vuole avere disponibilità rapidamente in caso le cose possano volgere al peggio.

    Il problema è che anche tenendo questi soldi in banca tra tasse e costi del conto corrente , che come accennavo sono sempre più onerosi, si va comunque ad erodere il capitale. Quindi per risolverla ci troveremo al bivio tra investire in maniera più articolata i nostri risparmi, ma assumendoci dei rischi o pagare per la tranquillità di avere i soldi parcheggiati.

    Purtroppo quella che generalmente manca è la cultura finanziaria che ci consente di capire come e in quali strumenti investire i nostri soldi, anche in funzione delle nostre necessità attuali o future , della possibilità di un eventuale disinvestimento e della nostra propensione al rischio senza affidarsi ciecamente alla banca o a un promotore finanziario che spesso è in conflitto di interessi e che tenta di affibbiare non il prodotto migliore alle esigenze del cliente, ma quello che lo fa guadagnare di più.

    Inoltre bisogna capire quando investire e quando fermarsi, ad esempio in questo periodo l’azionario sta andando fin troppo bene, ma è prevedibile che possa trattarsi di una bolla pronta a scoppiare e molti titoli con quotazioni stratosferiche potrebbero ritornare a dei valori più umani e che addirittura molte possano andare a gambe all’aria per via della pandemia, facendoci perdere in poco tempo gran parte del nostro capitale, quindi si deve capire come muoversi , che strumenti usare e come diversificare per evitare delle batoste che possano mandare in fumo tutti i nostri risparmi faticosamente accumulati negli anni.

    Il succo del discorso è che siamo arrivati ad un punto dove volenti o nolenti saremo costretti a fare delle scelte in ambito finanziario di cui magari avremmo volentieri fatto a meno, e per non sbagliare le mosse rischiando i nostri averi è necessario mai come in questo momento informarsi e studiare come muoversi anche per evitare possibili fregature e soprattutto capire cosa ci viene proposto e i rischi che questo comporta.

    Voi come mi muovete dal punto di vista finanziario? Preferite la comodità del conto o investite i vostri risparmi? Vi affidate a un intermediario o preferite fare di testa vostra? Scrivetecelo nei commenti!

  • Le casse bluetooth

    Le casse bluetooth

    Se cercate un regalo da fare o da farvi adatto un po’ a tutti , dai giovanissimi a chi ha qualche primavera sulle spalle e utile sia a casa che all’aperto e dal costo non esagerato sicuramente un idea è una cassa bluetooth

    Sono quei piccoli altoparlanti portatili a batteria che si collegano senza fili al telefono , a un computer o comunque a una sorgente audio per diffondere la musica. Inoltre hanno spesso un microfono integrato che li può trasformare in un vivavoce utile per rispondere alle chiamate magari anche in auto o al lavoro.

    Sono ottimi per fare festa con gli amici, da portare in giardino, in strada, in spiaggia o in piscina, ma anche solo per ascoltare la musica sotto la doccia o in una stanza dove non abbiamo un apparecchio audio

    Come i cellulari hanno una batteria ricaricabile interna che permette di sentire la nostra musica per diverse ore, qualcuno anche per giorni, e alcuni di loro possono pure fare da powerbank ricaricando il cellulare

    Ce ne sono di diverse dimensioni, quasi tutti possono stare dentro uno zaino, qualcuno lo si può appendere ai vestiti con un gancio, qualche altro è più ingombrante ma permette di organizzare party in giro

    Alcuni nascono per uso più casalingo, altri invece per uso più outdoor e quindi hanno protezioni per la sabbia e per l’acqua, cosi come quelli pensati per essere usati sotto la doccia.

    Qualcuno di questi può fare da assistente vocale come i vari Alexa o Google Home, che sono a loro volta delle casse bluetooth perchè possono suonare la musica trasmessa da un altro dispositivo, anche se non hanno una loro batteria integrata, e quindi possiamo usarli solo in casa.

    Ovviamente la versatilità e le dimensioni non consentono un ascolto di alta qualità, seppure le migliori suonano decentemente e hanno anche potenze importanti non consentono di certo un ascolto ad alta fedeltà, per una questione fisica.

    Infatti l’alta fedeltà presuppone che la disposizione degli altoparlanti componga con la testa dell’ascoltatore un triangolo equilatero e dato che una cassa bluetooth ha in genere una larghezza di una ventina di centimetri questo triangolo d’ascolto non potrà esistere neanche se ce le attaccassimo in fronte.

    Infatti le migliori casse bluetooth tendono ad avere dei sistemi di virtualizzazione del suono per simulare una diversa posizione di ascolto, ma ovviamente non è un vero hi-fi. Un altro accorgimento che si può usare su alcune casse di maggiore qualità è quello di poterne collegare più di una in serie, a patto di riuscire a separare i canali e a disporle alla giusta distanza

    Ovviamente per connetterle tra di loro si deve trattare di modelli della stessa marca , che abbiano la funzionalità per connettersi a vicenda e che consentano la modalità stereo, di modo che una cassa abbia il segnale sinistro e l’altra quello destro, infatti alcune casse possono connettersi tra di loro solo in modalità party dove più casse condividono lo stesso segnale da una cassa principale “Master” collegata con la sorgente

    La modalità party puo essere usata anche per fare una sorta di multi room e avere la stessa musica in più stanze delle casa a patto che siano tutte ad una distanza non troppo distante dalla sorgente

    Altre funzionalità spesso presenti sono il jack audio per connettere un dispositivo direttamente via filo, e a volte un lettore di schede microsd per usare la cassa come lettore mp3 facendo a meno della sorgente, inserendo i brani nella scheda di memoria microsd.

    Insomma si tratta di un apparecchio utile , simpatico e dai costi contenuti: quelli base costano anche poco piu di 10 euro, mentre quelli migliori di marche importanti e dotati delle funzionalità più avanzate posso costare anche alcune centinaia di euro. Vi metto magari qualche esempio qui sotto qualora foste interessati all’acquisto.

    Mini

    Modelli base

    Modelli evoluti

    Da party

    Premium:

  • Nuove regole doganali: è la fine per gli acquisti dall’estero

    Nuove regole doganali: è la fine per gli acquisti dall’estero

    Cambiamenti all’orizzonte in vista per gli acquisti fuori dall’Europa, e purtroppo la cosa impatterà non solo sui venditori ma soprattutto sui consumatori, dato che stanno cambiando le regole doganali.

    Da marzo 2021 vige una diversa burocrazia che richiede all’atto della spedizione maggiori informazioni sul contenuto della merce e che consente dalle dogane i tracciare esattamente il contenuto del pacco evitando le elusioni di iva e dazi, che prima erano possibili dichiarando il falso dato che i controlli avvenivano a campione e quindi c’erano ottime possibilità di farla franca, questo ora diventerà molto più difficile almeno sulle spedizioni postali, fino a diventare impossibile entro il 2024 quando questa normativa si estenderà  a tutte le tipologie di spedizioni, rendendo inutili allo scopo di evadere le tasse la spedizione dai magazzini europei, riforniti via terra o via mare e quindi non soggetti a controlli.

    Ovviamente è giusto che le tasse vengano pagate, anche perché la possibilità di evadere le tasse va a a svantaggiare chi vende i prodotti rispettando le leggi e pagando le tasse, ma questo porterà ad un aumento dei prezzi soprattutto dei beni di scarso valore che erano quelli che conveniva comprare dall’estero, Cina in primis, e ce ne possiamo fare un’idea facilmente cercando lo stesso prodotto su Aliexpress spedito dalla Cina o da Amazon spedito dall’europa , noteremo che i prezzi europei sono molto maggiori, arrivando in certi casi a più del doppio per lo stesso identico articolo, e non solo per le maggiori spese di logistica, ma soprattutto perché il prodotto spedito dall’Europa ha , almeno in teoria, pagato le tasse , quello spedito dalla Cina non è detto che lo abbia fatto.

    Ma considerando comunque che i dazi si pagano sopra i 150 euro di valore della merce e generalmente incidono poco, almeno su spedizioni destinate ai consumatori finali, quello che incide è l’iva (normalmente al 22%) che viene calcolata anche sul costo della spedizione e i costi di sdoganamento che sono fissi e per le spedizioni via posta sono a seconda dei casi di 7.50 o di 15 euro.

    Fortunatamente però se la spedizione era destinata a un privato e il valore della merce, comprensivo dei costi di spedizione era inferiore ai 22 euro, iva costi di sdoganamento e dazi non erano dovuti, rendendo conveniente l’acquisto di articoli di scarso valore fuori dalla UE, dal classico cavetto, all’adattatore, dal caricabatterie al cinturino dell’orologio, dal giocattolino all’articolo di bigiotteria o simili, e l’unico rischio , a parte i lunghi tempi per ricevere la merce, era solo quando avveniva un controllo a campione e il doganiere riscontrasse delle irregolarità , dal valore dichiarato non congruo, a prodotti non ammissibili o in presenza di prodotti falsi che a seconda dei casi portavano a integrare della documentazione dilatando i tempi, a pagare delle multe, al sequestro dei prodotti o alla denuncia in casi limite.

    Il grande problema è che da luglio 2021 questa esenzione sotto i 22 euro di valore scomparirà, questo significherà che tutti i prodotti passeranno dai controlli dalla dogana, e non ci sarà la sola verifica a campione per i pacchetti più piccoli, con conseguente allungamento dei già lunghi tempi di ricezione dei prodotti, ma soprattutto che su ogni invio dovremmo pagarci non solo l’iva ma anche i costi di sdoganamento

    Questo significa che un cavetto del valore di un euro acquistato in Cina ce ne costerà quasi 10 e arriverà in tempi ancora più lunghi,  infatti 1 euro  + il 22% di iva , fa 1.22 , più 7.50 di costi di sdoganamento diventano 8.72 euro da pagare al postino, oltre l’euro pagato per il prodotto e se poi ci fosse una incongruenza che richiede un’integrazione di documentazione , ad esempio quando il doganiere ritiene il valore dichiarato della merce non congruo, lo sdoganamento passa da 7.50 a 15 euro, quindi il nostro cavetto da 1 euro ci sarà costato in balzelli vari 16.22 euro aggiuntivi al suo prezzo.

    Ovviamente cosi facendo acquistare dalla Cina diventerà sempre meno conveniente, a quel punto il cavetto probabilmente mi converrà comprarlo in europa a  prezzo maggiorato , sempre che non mi chiedano magari 5 o 10 euro di spedizione , e quindi avrò pagato il cavetto anche 15 o 20 volte il suo valore, insomma si metterà male in tutti i modi, e magari si dovrà pensare a qualche soluzione alternativa per questo genere di acquisti come fare ordini cumulativi per abbattere le spese di spedizione

    E la fregatura sarà dietro l’angolo acquistando, magari da qualche marketplace, articoli spediti in dropshipping dalla Cina a nostra insaputa , magari abbiamo pagato qualcosa di più vedendo un venditore europeo e ci troveremo oltre a lunghi tempi di attesa a dover pagare i costi doganali al postino.

    Inoltre tra le nuove esigenze burocratiche all’atto della spedizione e l’impossibilità di evadere le tasse, è probabile che molti siti in futuro richiedano il pagamento anticipato delle tasse e degli oneri di sdoganamento in fase di ordine, come già fanno ad esempio i siti di Amazon o di Ebay extra europei quando la spedizione avviene in Europa

    Ad ogni modo cambierà in peggio la nostra esperienza con gli acquisti online aumentando sia i gia lunghi tempi di consegna che i costi, andando a incidere particolarmente sui prodotti di scarso valore: non dico che sia giusto evadere le tasse, ma non è neanche corretto che per importare un prodotto da pochi euro si debba spendere in tasse e costi vari anche 10 o 20 volte il suo valore, passi per l’IVA  che sui precedenti 22 euro di franchigia incideva meno di 5 euro, ma quanto meno i costi di sdoganamento sui prodotti di scarso valore sarebbe stato meglio continuare ad abbuonarli.

  • Come migliorare la nostra connessione internet a casa

    Come migliorare la nostra connessione internet a casa

    Ormai nelle nostre case abbiamo sempre più dispositivi tra smartphone, tablet e computer che ognuno di noi ha in casa, si sono aggiunti consolle di videogiochi, stampanti di rete, smart tv, assistenti vocali, prodotti di domotica come prese wifi, telecamere ip e simili e soprattutto ora che tra smart working e limitazioni agli spostamenti a causa del covid si è costretti a stare in casa si usa molto di più la rete e da più dispositivi contemporaneamente, questo porta la nostra connessione e soprattutto il nostro router a saturarsi , limitando le prestazioni o bloccandosi.

    Per migliorare la situazione è necessario organizzarsi e ripensare un po’ la nostra rete casalinga, intervenendo su più fronti: la linea dati, il router e il wifi.

    Se abbiamo ancora una connessione in rame come l’ADSL , se a casa nostra abbiamo copertura è sicuramente il caso di passare ad una connessione più veloce in fibra, possibilmente in FTTH, permettendo di avere velocità anche 50 volte superiori, per una differenza di prezzo generalmente di pochi euro e che può fare la differenza se più persone in contemporanea usano la rete , magari per download, videoconferenze o video in streaming.

    Ma se il numero di dispositivi collegati col tempo sono aumentati, perché magari abbiamo acquistato nuovi dispositivi, o aggiunto dei componenti di domotica che usano la rete il nostro vecchio router potrebbe non essere in grado di gestire troppi dispositivi contemporaneamente bloccandosi o dovendo venire resettato di frequente, in quel caso sostituirlo con uno più recente ma soprattutto più potente potrebbe essere un’idea, facendo attenzione però che il nostro gestore internet ne permetta la sostituzione. Se ciò non fosse possibile si può pensare di aggiungere un secondo router in cascata che si occupi di diffondere il segnale ricevuto dal router del nostro operatore internet.

    Altra cosa da verificare è la copertura del wifi in casa, se nelle vicinanza del router il segnale generalmente sarà stabile e veloce, allontanandosi magari in una stanza più lontana il segnale tende a degradare, rallentando la velocità, in tal caso ci si può organizzare con dei ripetitori di segnale wifi, oppure aggiungendo degli access point per coprire meglio le zone più distanti dal router principale che necessitano però di un cavo di rete per portare il segnale, cosa che può essere problematica: nel caso si può pensare di utilizzare dei powerline per far passare il segnale sulla rete elettrica.

    Altra soluzione più costosa, ma anche più affidabile e meno complessa da installare è una rete mesh dove si avranno un kit di ripetitori wifi interconnessi tra di loro e  comandabili con una app che consentono di gestire un numero maggiore di dispostivi e che soprattutto essendo collegati tra di loro non in cascata come un normale extender ma in maniera paritetica riescono a funzionare ripetendo il segnale anche se uno di loro dovesse essere fuori uso

    Ad ogni modo con una piccola spesa si possono migliorare sensibilmente le prestazioni della nostra connessione, soprattutto se abbiamo una disposizione particolare delle stanze della casa, magari molto estesa o su più livelli.

    Voi avete problemi con la vostra connessione internet casalinga? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, io come al solito se possibile vi aiuteremo.

  • Perchè non comprare un’auto elettrica

    Perchè non comprare un’auto elettrica

    Ultimamente si fa un gran parlare di automobili elettriche, se prima erano un prodotto di nicchia ora iniziano a vedersi nelle pubblicità ed arrivare sulle nostre strade. Ma se qualcuno le compra è normale chiedersi se possono essere convenienti anche per noi.

    La risposta probabilmente è no, almeno allo stato attuale delle cose: infatti la tecnologia è relativamente giovane (anche se in realtà sono state inventate più di 100 anni fa ma accantonate a favore dei motori termici), soprattutto per quanto riguarda le batterie che con le attuali tecnologie hanno il difetto di costare tanto, essere pesanti, avere autonomia limitata e tempi di ricarica particolarmente lunghi.

    Ad essere sinceri inoltre non sono neanche così ecologiche come vorrebbero farci credere i loro sostenitori: se è vero che non inquinano dove vengono utilizzate, si sposta il problema dove l’energia e soprattutto la batteria viene prodotta, secondo alcuni studi specie se non si usano fonti rinnovabili per produzione e alimentazione nell’intero ciclo di vita finiscono per essere più inquinanti di una macchina termina di pari caratteristiche.

    Poi c’è il fattore costi, trattandosi di una tecnologia arrivata sul mercato di recente ancora i prezzi sono parecchio alti, anche doppi rispetto ad una corrispondente automobile a motore termico, e  nonostante i prezzi in discesa e soprattutto i poderosi incentivi all’acquisto difficilmente calcolatrice alla mano si rivela la scelta più economica, soprattutto se dobbiamo pagare l’energia elettrica per la ricarica e non possiamo usufruire di un impianto fotovoltaico o di colonnine di ricarica gratuita

    Ma ammettiamo anche di voler pagare di più per salvare il nostro pianeta, magari anche evitando di scegliere una macchina prodotta con componenti prodotti da una fabbrica in Cina alimentata da una centrale a carbone, ma il problema più grande è la poca praticità.

    E non parlo di comfort alla guida ma dell’autonomia: purtoppo la densità energetica e i costi delle batterie non permettono con le tecnologie attuali autonomie elevate, quindi i produttori sono costretti a delle soluzioni di compromesso , dovendo tagliare sulle batterie si riduce l’autonomia, che se può essere un problema minore per chi usa la macchina in città e la può ricaricare in garage, lo è per chi deve fare viaggi lunghi o non ha accesso alle colonnine di ricarica, che comunque non sono particolarmente diffuse specie fuori dalle aree urbane.

    Considerando che i tempi di una carica completa sono di svariate ore, costringono ad una pianificazione dell’uso della macchina e a dover sottostare a limitazioni nei percorsi o nelle modalità d’uso facendo venire meno la possibilità di modificare i percorsi durante il tragitto o di poter gestire un’emergenza dato che se si rimane senza carica dovremmo fare a meno della macchina per ore o farci venire a prendere da un carro attrezzi, senza contare la necessità di riuscire a districarsi con sistemi di navigazione, app di ricarica e strumenti tecnologici non alla portata di tutti, specie se non avvezzi alla tecnologia o non proprio giovanissimi.

    Alla fine si tratta di una scelta obbligata dalla politica che sta imponendo limiti troppo stringenti sulle emissioni delle auto termiche obbligando le case automobilistiche alla completa elettrificazione delle auto in tempi molto brevi nonostante la tecnologia non sia ancora pronta ad un’adozione di massa, non esistano adeguate infrastrutture di ricarica per gestire un intero parco auto solo elettrico, ma soprattutto non sono, visti i numeri di vendita, così gradite dagli automobilisti che tra prezzi alti e poca praticità al momento preferiscono ancora le macchine termiche

    Voi cosa ne pensate? Acquisterete un’auto elettrica o terrete la vostra auto termica sin quando sarò possibile? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, e come al solito se possibile vi risponderemo.

  • L’abbattitore domestico

    L’abbattitore domestico

    Dato che da qualche tempo le trasmissioni televisive , i siti e i canali che parlano di cucina vanno di gran moda è diventato normale desiderare di portarsi in casa oltre a particolari ricette e tecniche di cucina anche qualche attrezzo particolare usato dagli chef.

    E sicuramente uno poco comune nelle nostre case ma che vediamo spesso in tv e che potrebbe essere utile nella cucina di un’aspirante chef è l’abbattitore: uno strumento che consente di ridurre le temperature degli alimenti velocemente permettendo di conservare meglio gli alimenti evitando la formazione di batteri, consentendo cotture particolari e permettendo di ridurre i tempi di preparazione di molti cibi, oltre a permetterci di rinfrescare le nostre bottiglie di vino o di birra in tempi molto rapidi.

    La versatilità è tanta, gli ingombri alla fine , a meno di non acquistare prodotti professionali , sono analoghi a quelli di un forno a microonde quindi relativamente facili da piazzare in una cucina casalinga, a meno di non avere spazi particolarmente risicati: magari se siamo appassionati di cucina vale la pena dedicargli uno spazio se stiamo rinnovando l’arredamento.

    L’unico difetto al momento è il prezzo, dato che si tratta di un prodotto di nicchia difficilmente si scende sotto i 1000 euro per un prodotto casalingo decente, mentre per uno professionale si spende tranquillamente anche 3 o 4 volte tanto, quindi probabilmente non è per tutte le tasche, ma cosi come è avvenuto per altri elettrodomestici col tempo i prezzi sono destinati a scendere e nel giro di qualche anno è probabile che possa diventare alla portata di tutti, un pò come è stato,  per fare un esempio, per i microonde, che appena arrivati sul mercato costavano l’equivalente di alcune migliaia di euro, mentre ora se ne trovano anche con meno di 50 euro…

    Indispensabile per il sushi dato che è obbligatorio abbattere il pesce crudo per evitare la formazione del pericoloso batterio anisakis, è molto utile per la pasticceria specie per gelato, meringhe e cioccolato, permette il surgelamento rapido mantenendo le caratteristiche organolettiche dei cibi senza alterarne  le caratteristiche, permette di portare rapidamente, tipicamente non più di 90 minuti, un cibo caldo a 90 gradi alla temperatura di 3 gradi permettendo la conservazione senza la formazione di batteri.

    Infatti uno dei suoi più grandi pregi è che surgela e non congela come fa il freezer: si tratta di due operazioni distinte: surgelando si ha una temperatura più fredda (-18 gradi) raggiunta in tempi più brevi creando dei cristalli di ghiaccio molto più piccoli e questo consente di mantenere i nutrienti e le caratteristiche organolettiche che invece si vanno a perdere scongelando un alimento, oltre a consentire una maggiore durata degli alimenti rispetto alla congelazione tradizionale

    Inoltre l’abbattitore scongela rapidamente senza alterare il cibo, permettendo uno scongelamento controllato, combinando lo scongelamento che si ottiene lentamente in frigorifero a +4°C, con la velocità di sistemi come microonde o acqua bollente che però rovinano i cibi, con la comodità di potere programmare un timer e/o con una cottura lenta al termine dello scongelamento, cosa che tralaltro può essere comoda anche nel senso inverso, ad esempio per surgelare automaticamente al termine di una cottura lenta o una volta abbattuta la temperatura dei cibi.

    Può mantenere la temperatura costante per permettere particolari lavorazioni (esempio cioccolato o il gelato) , per gestire la lievitazione, oppure realizzare una cottura lenta a bassa temperatura o ancora rigenerare un cibo quindi portarlo dai +3 gradi ai +65 mantenendolo alla temperatura costante in attesa di essere consumato.

    Una funzione molto comoda è quella di raffreddare le bottiglie: se ci siamo dimenticati di mettere in fresco la nostra bottiglia di vino o di birra potremmo raffreddarla in pochi minuti (tipicamente di 1 grado al minuto) salvando la nostra cena e facendo un figurone con gli ospiti potendo gustare al momento quella bottiglia che ci hanno portato per la cena

    Voi conoscevate questo elettrodomestico? Pensavate di comprarlo? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, e come al solito se possibile vi risponderemo.

  • I prodotti cinesi sono davvero terribili?

    I prodotti cinesi sono davvero terribili?

    Quando dobbiamo riferirci a un prodotto di scarso valore spesso lo chiamiamo cinesata, dando per scontato che i prodotti provenienti dalla Cina siano tutti economici e di scarsa qualità, in realtà questo non è sempre vero.

    Sicuramente produrre in Cina è molto più economico per via dei costi della manodopera, al punto che moltissime produzioni, specie delle linee meno costose è fatto nel paese della grande muraglia monopolizzando la produzione al punto da essere diventati gli unici a produrre determinate categorie di prodotti.

    E a furia di produrre per conto terzi i cinesi nel tempo si sono specializzati e hanno imparato anche a progettare e a rivendere il prodotto finito sia apponendo il marchio del committente che usandone di propri, anzichè limitarsi a lavorare su un progetto fornito da un committente occidentale

    Il problema è capire cosa stiamo comprando, ci sono i prodotti fatti al risparmio che effettivamente durano poco e magari non rispettano le normative delle nostre parti, ma ci sono anche prodotti di altissima qualità che si producono in Cina perché si trova più facilmente manodopera specializzata per quella lavorazione.

    Tutto ruota sulla qualità richiesta dal committente, dato che da una stessa fabbrica può uscire il prodotto super economico e quello di buona qualità e soprattutto sul controllo della qualità che viene effettuato: se non c’è controllo possono finire sul mercato prodotti difettosi che diventano un problema, se il controllo viene fatto in fabbrica il prodotto difettoso verrà sistemato o comunque non finirà nelle mani del cliente finale squalificando affidabilità e credibilità del marchio che ha stampato sopra.

    Spesso poi anche la progettazione è in mano al produttore cinese e in quel caso lo stesso prodotto , magari con qualche piccola variazione di dettaglio, soprattutto estetica viene venduta da tanti brand a prezzi diversi: magari il prodotto del brand altisonante è lo stesso del marchio cinese al netto di qualche piccola personalizzazione nell’estetica e/o nella dotazione di accessori o con una diversa assistenza.

    Ed è qui che si fanno gli affari, conoscendo un pochino i prodotti è facile risalire al produttore effettivo, il cosiddetto OEM e riconoscere lo stesso prodotto sotto mentite spoglie e pagarlo meno perché anziche portare stampato sopra un nome famoso ne ha uno sconosciuto e magari anche se ha la scocca o le manopole di un diverso colore si tratta del medesimo prodotto con le medesime caratteristiche ma a un prezzo molto più basso, dato che il marchio sconosciuto non ha dovuto sostenere spese di marketing per far conoscere il proprio brand

    Ci sono poi anche marchi cinesi di buona e a volte ottima qualità che spesso sono nati producendo per conto terzi e si sono evoluti sino a diventare leader del proprio settore con i propri marchi, cosa molto comune per elettronica, informatica, elettrodomestici e che sta iniziando nel mercato delle automobili elettriche.

    Spesso capita che alcuni marchi che pensiamo essere europei o americani sono in realtà cinesi, a volte perchè hanno scelto dei nomi che suonano come occidentali e a volte perché hanno acquistato nel tempo i marchi di aziende del passato , magari le stesse per le quali producevano in conto terzi.

    Voi acquistate prodotti di marchi cinesi o preferite prendere il sicuro con marchi occidentali anche se hanno comunque scritto made in china o made in PRC sull’etichetta? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o vi serve un consiglio.