Autore: admin

  • Siamo all’alba di una nuova guerra fredda?

    Siamo all’alba di una nuova guerra fredda?

    Purtoppo la situazione geopolitica internazionale si complica giorno per giorno e nulla lascia presagire una buona soluzione per gli europei. 

    Infatti sono emerse prove che a far saltare il gasdotto nord stream 2 siano stati gli Stati Uniti, verosimilmente per tagliare i ponti tra Germania e Russia al fine di rendere meno competitive le produzioni europee che in mancanza dell’energia a basso costo russa sará costretta a dipendere sempre di più dagli USA e ora prepara un secondo colpo imbastendo una guerra, per il momento commerciale, ma non é escluso che possa estendersi pure militarmente, alla Cina.

    Il pretesto é quello di parteggiare per la Russia nel conflitto ucraino, che in realtá si sta dipingendo come una guerra per procura della Nato, che l’ha provocata in maniera subdola, con i paesi che possono minare l’egemonia commerciale americana, soprattutto se facessero fronte comune, come la Germania con la Russia o la Cina.

    Il fine è quello di disaccoppiare il mondo occidentale quindi gli Stati Uniti e il proprio giardino di casa, quegli stati come quelli europei che nonostante sulla carta siano indipendenti in realtá dipendono dalla politica estera decisa a Washington, dalle nazioni in cui questa influenza americana non è presente.

    Si tornerá presumibilmente quindi ad una situazione simile a quella della guerra fredda con due blocchi contrapposti, ma stavolta la situazione potrebbe essere piú rischiosa che in passato.

    Questo perché la Cina è diventata la fabbrica del mondo e quindi il suo potere commerciale è diventato molto rilevante, anche perché tagliare i ponti con la Cina significa rinunciare alla produzione a basso costo, dovuta sia al costo del lavoro piú basso che all’assenza di regole, talvolta eccessivamente penalizzanti, impossibili da rispettare dalle nostre parti.

    Ma soprattutto anni di produzione in Cina, hanno fatto sì che il know how della produzione, e molto spesso anche della progettazione, sia in mano ai cinesi, quindi per riportarla  in casa serviranno ingenti investimenti e soprattutto molto tempo.

    E nel frattempo i cinesi, con cospicui investimenti in giro per il mondo, si sono assicurati immense scorte di materie prime, anche quelle piú rare e indispensabili per le piú svariate produzioni.

    Quindi appena l’America deciderá questo strappo, e da come si stanno evolvendo le relazioni internazionali non si tratta di un se ma di un quando, ci troveremo con grossi problemi.

    Problemi di costi, dato che produrre un bene in un paese industrializzato costa anche 10 volte tanto che farlo in Cina, quindi se una lampadina prodotta in Cina ci costava 1 euro , la stessa lampadina prodotta in America o in Europa ce ne costerà 10, e difficilmente i nostri stipendi si moltiplicheranno per 10 dall’oggi al domani.

    Ma questo non è il solo problema, perché avendo perso la conoscenza necessaria alla progettazione e alla manifattura non saremo in grado, a meno di non dover reinventarla, di produrre molti beni , ammesso e non concesso di riuscire a reperire le materie prime per la loro costruzione. 

    Questo potrebbe portare ad una carenza di prodotti in attesa che nuove fabbriche possano essere costruite, e nuove filiere produttive vengano reingegnerizzate, e per questo potrebbero servire tanti anni, visto che quasi tutto quello che utilizziamo arriva dal paese della grande muraglia.

    È probabile che il mondo occidentale, gli europei soprattutto, visto che dipendono per energia e materie prime da altri,  abbiano puntato sul cavallo sbagliato, dato che le nazioni insofferenti alle politiche americane sono molte di piú, sia per numero, che per estensione territoriale che per popolazione di quelle filo americane.

    E basta guardare alle sanzioni della guerra in Ucraina, comminate soltanto da Europa, paesi anglofoni e Giappone per capire come il mondo potrá dividersi.

    Infatti il resto del mondo anche senza gli USA ha tecnologia, risorse, energia, capacitá produttiva, know how, riserve di denaro per vivere piú che dignitosamente , e soprattutto un conto è isolare una nazione ostile , come è stato fatto con Cuba o con la Corea del Nord, che seppur con difficoltá hanno comunque continuato ad esistere, e un conto cercare di isolare ¾ del pianeta, con il risultato che quelli a finire isolati dal resto del mondo potremmo essere noi.

    Voi cosa ne pensate? Siamo davvero sull’orlo di una nuova guerra fredda, e soprattutto siamo davvero nella parte sbagliata della terra? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Anche le poste ora vendono gas e luce

    Anche le poste ora vendono gas e luce

    Negli uffici postali da tempo non si va solo per spedire o ricevere corrispondenza o per pagare i bollettini ma anche per una lunga schiera di prodotti e servizi che sfruttano la capillarità degli uffici postali per essere piazzati. 

    Infatti ormai le poste vendono di tutto,  dai prodotti finanziari a quelli assicurativi, carte prepagate, sistemi di identità digitale, telefonia mobile, abbonamenti internet e chi più ne ha più ne metta.

    In passato hanno addirittura provato a trasformarsi in una sorta di bazar con articoli di cartoleria ed elettronica, anche se è un servizio che è andato a scomparire nel tempo.

    il problema è che a volte ciò che offrono non è sempre quello che ci conviene ma la comodità o l‘inesperienza dell’utente porta a sottoscrivere dei contratti che potrebbero non essere la migliore opzione per le proprie esigenze, altre volte l’offerta anche se é non la migliore in assoluto è comunque competitiva.

    E ora ad aggiungere carne al fuoco è anche la novitá che le poste entrano nel mercato della fornitura di gas e energia elettrica, con una mossa furba che sfrutta le difficoltá degli operatori concorrenti rimasti bloccati dalle iniziative del governo e che hanno in pratica fatto scomparire le offerte a prezzo fisso, potendo lanciare come nuovo operatore delle offerte sia a prezzo bloccato per 24 mesi che a canone fisso rinegoziabile dopo 12 mesi in base ai consumi pregressi.

    Anche se le tariffe non sono le piú basse in assoluto la certezza di non sforare i budget familiari dati i continui aumenti di gas e luce dovuto alla situazione internazionale faranno gola a tanti e comunque avere un operatore in piú con le spalle larghe non puó che fare gioco ai consumatori costringendo la concorrenza , nei limiti del possibile, a reagire.

    C’è da segnalare che l’offerta al momento è destinata solo a chi cambia operatore, quindi non è possibile attivare contratti ex novo o subentrare sul contatore di un precedente inquilino, ma solo cambiare operatore su un contratto di fornitura preesistente.

    Insomma una possibilitá in piú per cercare di tenere a freno il costo delle utenze, voi fidate di un operatore postale che vende anche energia? Avete pensato di sottoscrivere il servizio o resterete con il vostro operatore abituale? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • La domotica puó aiutarci a risparmiare corrente

    La domotica puó aiutarci a risparmiare corrente

    Con l’aumento del costo dell’energia si é piú attenti a spegnere e a comandare a distanza le apparecchiature elettriche che magari in precedenza non ci si faceva problemi a tenere sempre accese.

    E per questi scopi ci viene in aiuto la domotica, ma non pensiamo a qualcosa di costoso e complicato, bastano dei piccoli adattatori del costo di pochi euro che possono essere attaccati alle nostre prese e che nella maggior parte dei casi possono essere installati senza dover chiamare un elettricista.

    Si tratta infatti di piccoli apparecchi che danno o tolgono la corrente ad una presa elettrica collegandosi tramite il wifi di casa ad una app sul cellulare con la quale impartire i comandi a distanza.

    Molti di loro poi possono essere comandati dagli assistenti vocali come Google Nest o Amazon Echo o dalle app di domotica giá presenti nei nostri cellulari consentendo di poter accendere e spegnere l’apparecchio con la voce, anche se siamo fuori casa.

    Possiamo anche impostare degli scenari per i quali al verificarsi di una specifica situazione uno o piú apparecchi possono accendersi o spegnersi.

    Magari al mattino spegnendo la sveglia sul nostro assistente vocale si alzeranno le tapparelle, vi leggerá le notizie e accenderá la macchinetta del caffé e magari un quarto d’ora prima dell’ora per cui abbiamo puntato la sveglia accenderá lo scaldabagno per farvi trovare l’acqua calda senza sprechi e poi lo spegnerá un’ora piú tardi.

    Oppure quando ci avviciniamo a casa si accenderanno le luci, si alzerá la serranda del garage e partirá la vostra musica preferita ad accoglierci , oppure si potrá simulare la presenza di qualcuno in casa accendendo le luci e la tv per far desistere eventuali ladri.

    Poi sará solo la vostra fantasia a creare le situazioni giuste, magari con l’ausilio di sensori e telecamere che possono essere utili per far partire dei determinati comandi solo quando si verifica una determinata situazione, ad esempio quando inizia a far buio, passa qualcuno davanti al cancello, si abbassa la temperatura o se c’è dell’acqua sul pavimento.

    Alla fine con poca spesa e qualche smanettamento su una app nello smartphone si possono impostare e risolvere delle situazioni di tutti i giorni con estrema facilitá consentendoci anche di risparmiare spegnendo luci, scaldabagni e stufe che fanno girare velocemente il nostro contatore.

    Voi conoscevate questi apparecchi, ne avete giá qualcuno in casa o pensate di comprarne qualcuno? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • L’intelligenza artificiale é giá tra di noi

    L’intelligenza artificiale é giá tra di noi

    Ultimamente si sente tanto parlare di intelligenza artificiale e addirittura qualcuno intravede pericoli derivanti dall’uso di queste tecnologie dal lavoro, alla democrazia, ma di cosa si tratta?

    Sono dei software, che a dispetto del nome non sono realmente intelligenti ma che hanno accesso a enormi database con i quali trarre spunto basandosi sulle esperienze passate per rispondere a delle domande basandosi sull’esperienza immagazzinata in questi database, e a seconda dei casi ampliare i propri database in maniera autonoma.

    Quello piú sulla cresta dell’onda é ChatGPT un motore di intelligenza artificiale che puó essere utilizzato gratuitamente e  che scrive dei testi a partire da semplici domande: ad esempio puó scrivere articoli, tesi e addirittura software basandosi sulle nostre richieste impartite in un linguaggio naturale.

    Ed è quello piú facile da capire perché aperto al pubblico e semplice da essere utilizzato senza richiedere complessi setup, interfacce software o linguaggi .

    Ma non é il solo, ci sono strumenti simili per creare immagini, video , parlato, capire il testo, il parlato, fare una conversazione interattiva, etc.

    Ovviamente questi strumenti sono visti da alcuni come un pericolo, ed in alcuni casi a ragione, in altri un pó meno, sicuramente tutto ciò che è nuovo e che rivoluziona l’esistente mette paura, ma soprattutto puó rendere obsolete certe attivitá umane, soprattutto quelle piú ripetitive e che traggono maggiori vantaggi dall’esperienza pregressa: pensiamo al lavoro di un avvocato in un processo, avendo accesso e conoscendo tutte le sentenze pregresse possiamo ottenere in meno tempo e in maniera piú precisa la nostra difesa, oppure al dover scrivere dei contenuti pubblicitari o anche articoli di giornali, ne potremmo sfornare a centinaia in poco tempo trattando lo stesso argomento in forma differente prediligendo quello che ha riscosso maggior successo tra il pubblico.

    Insomma sono in pericolo i lavori piú ripetitivi, ma occorrerá qualcuno di umano che validi il risultato fornito dall’IA e qualcun altro formato a fare le corrette richieste al sistema.

    Questo anche perché basandosi su un database ampio ma non infinito é possibile che il risultato non sia utilizzabile in quanto volontariamente il sistema puó essere programmato per evitare o avere una accuratezza limitata trattando certi argomenti, non essere particolarmente aggiornato o semplicemente poco utile in alcuni campi specifici.

    Nasceranno probabilmente delle nuove professioni e qualcuna si perderá ma dopotutto é il progresso e l’innovazione che avanza.

    Voi la conoscevate? Pensate che l’IA possa essere un vantaggio o un pericolo? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Le auto elettriche stanno passando di moda?

    Le auto elettriche stanno passando di moda?

    Pare che crisi, guerre e scarsitá di fonti energetiche stiano cambiando le carte in tavola ai talebani dell’ambientalismo che volevano il passaggio di tutte le automobili alla trazione elettrica entro il 2035.

    Infatti come stanno facendo notare le case automobilistiche, non sará possibile rispettare quelle date perché mancano le infrastrutture per poter ricaricare una quantitá enorme di automobili contemporaneamente, e non si tratta solo di costruire colonnine di ricarica ma di potenziare le reti di distribuzione e di produzione dell’energia.

    Per quella data si potrá verosimilmente avere la mobilitá elettrica solo mantenendo le attuali automobili termiche ed ibride, riservando alle elettriche solo una parte del parco circolante.

    Inoltre fare investimenti per produrre batterie, colonnine e le stesse automobili elettriche diventa piú costoso per via dell’inflazione ai massimi livelli , tanto che che diverse startup per la produzione di batterie o di auto elettriche hanno chiuso prima di arrivare sul mercato poiché è diventato particolarmente costoso e rischioso reperire i fondi per finanziarsi.

    Inoltre sanzionando il paese maggiore produttore di gas , diventá piú difficile e costoso produrre energia, quindi viene a mancare la materia prima che verrá quindi riservata a scopi piú importanti che per far muovere le macchine, dato che possono farlo con i derivati del petrolio. 

    Questo sta portando al paradosso che alcuni stati che fino a qualche mese fa elargivano contributi per acquistare le auto elettriche le stiano vietando a causa della scarsitá di energia elettrica disponibile.

    E questo é un brutto segnale per quelle case automobilistiche che hanno fatto all-in sull’elettrico: rischiano la sopravvivenza, tanto che sono giá stati annunciati importanti licenziamenti e qualche casa che prometteva l’elettrificazione dell’intera gamma addirittura in anticipo di anni inizia non solo a fare marcia indietro, ma proprio ad estendere la produzione delle auto termiche.

    E qualche grosso nome che ha ridimensionato gli impianti di produzione dei motori termici o addirittura venduto la propria divisione motori rischia seriamente di scomparire o quanto meno di ridimensionarsi fortemente.

    D’altronde le auto elettriche costano di piú, sono piú scomode nell’utilizzo e se poi perdono il vantaggio dei costi del carburante non le vorranno più non solo gli automobilisti ma neanche gli ambientalisti più incalliti.

    Voi cosa ne pensate? Acquisterete una macchina elettrica o vi terrete la vostra macchina con motore termico? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • I pannelli fotovoltaici da balcone plug and play

    I pannelli fotovoltaici da balcone plug and play

    Ultimamente si sempre spesso parlare di sistemi di pannelli fotovoltaici da balcone, chiamati plug and play o micro fotovoltaico, che vengono spacciati per dei sistemi che permettono dei grossi risparmi sulla bolletta elettrica con un investimento contenuto, ma é davvero cosi?

    Possiamo spoilerarvi giá la risposta , un minimo di risparmio esiste ma é molto meno di quello che le pubblicitá vorrebbero farvi credere: questo per una serie di motivi sia tecnici che burocratici tali per cui la produzione di energia é comunque limitata sia dalla normativa che dalla posizione in cui andremo ad installare l’impianto sicuramente meno ottimale di un impianto fotovoltaico tradizionale.

    Ma cerchiamo di capire cosa sono e perché se ne parla: tecnicamente sono dei pannelli fotovoltaici piú piccoli (a seconda della tipologia possono arrivare a 350 o a 800W) che integrano l’inverter al loro interno e che possono essere facilmente installati in un balcone.

    Per via della loro dimensione e della loro la limitata potenza hanno molte meno complicazioni burocratiche rispetto a un impianto fotovoltaico tradizionale, costano anche molto meno, specie se si accede agli sconti in fattura, ma ovviamente anche la loro resa é inferiore, ma soprattutto rispetto ad un impianto tradizionale l’energia prodotta che non utilizziamo non ci viene pagata e, a norma di legge non possiamo immagazzinarla con dei sistemi di accumulo

    A livello burocratico esiste una differenziazione sulla potenza: quelli piú piccoli, sino a 350W chiamati plug and play potrebbero essere installati anche dall’utente senza la necessitá di un installatore a condizione che venga fatta un’apposita richiesta e data comunicazione al gestore elettrico in modo che il contatore venga reso bidirezionale, altrimenti si pagherebbe anche l’energia autoprodotta, mentre quelli fino a 800W o  mini fotovoltaico richiedono che ci siano accortezze tecniche ulteriori, come la presenza del magnetotermico, che richiedono l’intervento di un installatore.

    Ad ogni modo il prezzo di questi pannelli é limitato , si parla di 5/600 euro per i plug and play e circa il doppio per il mini fotovoltaico, al quale aggiungere l’eventuale costo di installazione, e considerato che si potrebbe accedere agli incentivi del 50% l’esborso é sicuramente limitato.

    Il problema é che anche la produzione é limitata, e considerato che l’energia da noi prodotta che non utilizziamo non ci viene pagata e ne la possiamo immagazzinare questo significa che puó esserci utile solo per ridurre le spese di quegli apparecchi come frigoriferi o i router sempre accessi a meno di non utilizzare gli apparecchi elettrici di giorno quando il pannello sta producendo energia, ma anche qui considerando che la potenza del pannello é limitata, quindi se se riusciamo ad alimentare dall’energia prodotta dal pannello un computer o un televisore, forse un aspirapolvere, non sará sufficiente per un asciugacapelli o per un forno elettrico che consumano 3 volte quanto il pannello riesce a produrre.

    C’é anche da tenere a mente che anche volendo acquistare piú pannelli non si possono superare gli 800W complessivi sull’impianto e che non é possibile installarli in presenza di un impianto fotovoltaico tradizionale, almeno se si vuole rientrare nella burocrazia ridotta e che se é pur vero che non necessitano di autorizzazione da parte del comune, bisogna sottostare a regolamenti condominiali che potrebbero vietarne l’installazione.

    E non ultimo il problema é che stando su un balcone la posizione non é ideale per la produzione di energia , sia per esposizione che per inclinazione, quindi renderanno molto meno della loro potenza teorica, quindi verosimilmente produrranno circa la metá di quanto indicato nei dati di targa, e questo significa ritornare dall’investimento nel doppio del tempo rispetto a quanto preventivato.

    Infatti verosimilmente a seconda dell’esposizione del nostro balcone e del tipo di impianto potremmo grossomodo risparmiare tra le 100 e le 150 euro all’anno, questo significa rientrare dei costi dell’impianto  in un periodo tra i 4 e gli 8 anni, quindi diventa essenziale che i pannelli siano garantiti per almeno 10 anni altrimenti se dovessero guastarsi dopo 5 anni non  solo non avremmo risparmiato ma neanche recuperato la spesa dei pannelli.

    Diciamo che quindi possono essere d’aiuto, a patto che il nostro balcone sia a sud e che il condominio ci permetta di installarli, ma sicuramente non ci porteranno risparmi stratosferici.

    Voi li conoscevate? Pensavate di installarli a casa vostra? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Le telecamere IP

    Le telecamere IP

    Se abbiamo necessità di controllare a distanza ció che accade in casa in nostra assenza, magari per prevenire furti o danneggiamenti o per tenere a bada gli animali o anche come baby monitor, ci vengono in aiuto le telecamere IP, delle telecamere collegate a internet che possiamo comandare dal nostro smartphone o dal nostro computer.

    A seconda dei modelli é possibile sfruttare appositi sensori aggiuntivi come quelli ad infrarosso per consentire di riprendere anche col buio o quelli di prossimitá o di movimento, per fare in modo che ci possa venire notificato su una apposita app sul telefonino che qualcosa si muove o passa davanti alla telecamera o semplicemente dotati di un microfono per sentire cosa accade in nostra assenza.

    Alcuni modelli sono motorizzati , in modo che si possa spostare la telecamera da remoto e vedere cosa succede in una diversa zona, certi hanno la possibilitá di poter comunicare da remoto, magari per scacciare un animale indesiderato o per calmare il nostro cucciolo a distanza con la nostra voce. 

    Certe inoltre sono resistenti alle intemperie e dotate di un’ apposito guscio che ne consente l’installazione all’esterno, in quel caso spesso hanno la possibilitá di essere alimentate o a batteria o tramite un cavo unico che porta sia l’alimentazione che la connessione internet, dato che non sempre il wifi riesce ad arrivare all’esterno della casa, soprattutto se le dobbiamo installare su un cancello lontano dalla casa.

    Per quelle da interno generalmente basta una connessione wifi, a volte a seconda dei modelli serve che la rete wifi sia a 2.4 gigahertz, quindi il router andrá impostato di conseguenza, anche se una connessione via cavo , quando prevista dalla telecamera, garantisce maggiore stabilitá.

    A seconda dei modelli, alcune funzionalità si avvalgono di servizi in cloud che richiedono degli abbonamenti aggiuntivi, ad esempio per la gestione degli alert sul cellulare scaturiti dal  sensore di movimento o il backup dei video catturati dalla telecamera.

    Volendo è anche possibile utilizzare allo scopo la telecamera del nostro assistente vocale, se si ha Echo Show é possibile utilizzare la sua telecamera per vedere a distanza su un altro dispositivo Echo o sulla app Alexa quello che succede in casa, mentre se si ha l’omologo di Google é necessario acquistare una o piú telecamere opzionali che possono essere utilizzate anche come sistema di videosorveglianza utilizzando lo schermo del dispositivo.

    Ovviamente la condizione indispensabile é che ci sia una connessione a internet nella casa, e se si vuole sorvegliare un locale dove non abbiamo connessione, come un garage o una casa al mare puó essere conveniente acquistare un router con sim, con prezzi che a seconda della velocita partono da una cinquantina di euro sino a qualche centinaia, al quale abbinare una sim con traffico incluso che possiamo trovare anche per meno di 10 euro mensili, contro gli almeno 20 di una connessione adsl o fibra, soluzione molto valida anche in zone dove la connessione fissa non é disponibile, a condizione che il segnale telefonico del gestore della sim sia forte e che ci consenta la navigazione nel luogo dove dobbiamo installarla.

    A questi costi poi vá aggiunto il costo della telecamera, che a seconda dei modelli costa anche meno di 30 euro, sino a qualche centinaio di euro di quelle professionali, ed eventualmente i costi di installazione se pensiamo di installarle all’esterno o in pianta stabile a casa come antifurto, mentre possiamo fare da soli se le utilizziamo in casa appoggiandole su un mobile per controllare bambini e animali domestici dove un’eventuale guasto o caduta della telecamera, magari buttata giú dal gatto, puó essere gestita piú facilmente.

    Ad ogni modo si tratta di un prodotto utile ed economico per consentirci di stare piú tranquilli, specie in presenza di anziani, bambini o animali domestici in casa quando noi non ci siamo.

    Voi le conoscevate? Ne avete qualcuna in casa o pensavate di comprarle? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Aumentano i costi dei carburanti

    Aumentano i costi dei carburanti

    Purtroppo l’inizio dell’anno ha riservato agli automobilisti una sgradita sorpresa: la fine degli sconti sulle accise di diesel e benzina.

    Questo ha significato un aumento di circa 18 centesimi al litro, che sommato agli aumenti del costo industriale dei carburanti ha portato i carburanti a costare alla pompa il 20% in piú, con aumenti che incidono mediamente oltre 10 euro per pieno.

    E il governo anziché assumersi le responsabilitá della cosa, magari dicendo chiaramente che mancavano i soldi in cassa per poter mantenere attiva l’agevolazione ha tentato di scaricare la colpa degli aumenti sui distributori che anzi hanno mantenuto aumentato la benzina meno del dovuto per cercare di calmierare parzialmente gli aumenti, tentando di imporre impossibili price cap o di esporre pena salatissime multe cartelli con il prezzo medio, ottenendo  come risposta una serrata degli impianti, che ricordiamo hanno degli utili veramente risicati e sono le prime vittime di questi aumenti.

    In pratica il governo lancia il sasso e nasconde la mano e il conto lo pagano gli automobilisti quando fanno rifornimento, che non hanno altro modo per difendersi che cercare il distributore con le tariffe piú basse.

    Infatti cambiare auto di questi tempi per cercarne una che consumi meno ha veramente poco senso dato che le consegne per le auto nuove vanno a rilento con tempi di consegna di svariati mesi e soprattutto prezzi schizzati alle stelle, sia perché i listini sono aumentati e sia perché essendoci poca disponibilitá i rivenditori non hanno interesse a farsi la guerra sul prezzo.

    Quindi non ci resta che dotarsi di una app sul cellulare sulla quale controllare dove costa meno rifornire, ma evitando magari di fare troppi chilometri extra per raggiungere il distributore scontato, specie se la segnalazione del prezzo non fosse troppo recente, cosa che vanificherebbe il risparmio, utilizzando il self service ed eventuali promozioni fedeltá per cercare di grattare il maggior sconto possibile.

    Al limite si puó pensare di condividere l’auto coi colleghi o di muoversi quando possibile a piedi, in bici o coi mezzi pubblici.

    E poi mettersi l’anima in pace, tra guerre, normative ambientali sempre piú stringenti e mosse politiche poco lungimiranti é difficile che il prezzo alla pompa scenda a breve.

    Voi vi siete accorti dei rincari? Come pensate di mettervi al riparo? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Un impianto hifi ha senso oggi?

    Un impianto hifi ha senso oggi?

    Oggi parliamo di impianti stereo, apparecchi che sino a venti trent’anni fa erano presenti in tutte le case ma sono passati di moda sostituiti da casse bluetooth, soundbar e assistenti vocali

    E se facciamo un giro nei grandi magazzini dell’elettronica scopriremo che le sale d’ascolto e i grandi assortimenti di amplificatori, casse e lettori cd sono spariti, resiste giusto qualche giradischi in preda alle mode del momento, ma anche in quei negozi indipendenti che hanno ancora qualcosa in vendita, i prodotti in esposizione si contano nelle dita di una mano, magari due o tre amplificatori, quattro o cinque coppie di diffusori e un lettore cd.

    Per fortuna rimangono i negozi specializzati in hifi, che purtroppo non sono presenti in tutte le cittá , dove si trovano i prodotti di fascia alta e che in genere trattano e ritirano usato e dove sopratutto é possibile ascoltare l’impianto prima dell’acquisto.

    Quello che é sparita é la fascia medio bassa del mercato , anche da internet dato che molti dei marchi storici dell’hifi piú commerciali hanno smesso di produrre, nella migliore delle ipotesi spostandosi nella fascia piu alta del mercato o addirittura chiudendo o cedendo il marchio dopo decine di anni di successi.

    Resiste la fascia alta, dove piccoli produttori riescono a dire la loro,magari in una particolare nicchia di mercato, oltre a grandi gruppi che hanno inglobato marchi storici per risparmiare sui costi di sviluppo e di produzione ripartendo le spese su piú marchi.

    Ma quello che resiste sopratutto é il mercato dell’usato che da una parte é vivace perche su alcune tipologie di articoli non ci sono innovazioni tali da rendere particolarmente appetibile il nuovo e dall’altra parte i prezzi non sono particolarmente elevati perche’ si rivolge ad una nicchia dove la domanda al momento é bassa.

    Quindi il momento é buono per sperimentare e per riassaporare il concetto di alta fedeltá considerando che cercando sull’usato un bel amplificatore e un paio di casse di buona qualitá si portano a casa al prezzo di una soundbar , ottenendo un risultato molto piú soddisfacente, a costo di un po di spazio e magari di qualche compromesso rinunciando a qualche funzione tecnologica, anche se a dire il vero c’é sempre la possibilitá di attaccare ad un ingresso dell’amplificatore un piccolo ricevitore bluetooth per rendere l’impianto smart attingendo alla musica liquida dal nostro smartphone.

    Ma il bello è che , acquistando prodotti di qualitá, si può cambiare facilmente senza andare a perderci tanti soldi: il rivenditore specializzato dando dentro il proprio usato ve lo valuterá bene, aggiungendo una piccola differenza per un prodotto nuovo, o se lo abbiamo giá acquistato usato potremmo rifarci della spesa e prendere  anche a costo zero o con una piccola differenza prodotti analoghi che magari si addicono di piú al nostro impianto o alle nostre esigenze, consentendoci di provare e sperimentare senza troppi patemi d’animo, cosa impossibile con quei prodotti che hanno sostituito gli hi-fi nelle nostre case che generalmente perdono il loro valore appena usciti dal negozio.

    Diciamo che é un modo differente di fruire la musica, ma se avete accarezzato l’idea di comprare un giradischi o un lettore cd é bene pensare di ascoltarlo su un impianto vero e non su una cassa bluetooth, magari acquistando un prodotto vintage di qualitá.

    L’unica accortezza col vintage é provare accuratamente prima dell’acquisto evitando prodotti difettosi in quanto la riparazione potrebbe costare piú del valore dell’apparecchio e potrebbe essere impossibile trovare i ricambi, sopratutto per le sorgenti con parti in movimento come piastre a cassette e lettori cd, quindi meglio affidarsi a un rivenditore che possa darci un minimo di garanzia, e possibilmente evitare la spedizione in mancanza degli imballi originali, in quanto sono comunque oggetti delicati con tanti anni alle spalle che possono rompersi nel trasporto se non imballati perfettamente.

    E’un mondo molto interessante che sta lentamente tornando di moda, prima coi dischi in vinile, ma anche con cassette e cd che iniziano a ritornare in auge, quindi é bene approfittarne finché i prezzi rimangono bassi. 

    Voi pensate di costruirvi un hi-fi magari rimettendo in sesto il vecchio impianto del papá o preferite una moderna cassa bluetooth? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Difendersi dallo sim swap porterá scocciature

    Difendersi dallo sim swap porterá scocciature

    Chi di voi ha l’esigenza di cambiare operatore telefonico per il cellulare o anche solo di cambiare la sim perche l’ha perduta o ha smesso di funzionare ha da qualche giorno qualche complicazione in piú: infatti le procedure per il cambio di sim sono diventate molto piú stringenti per evitare il fenomeno dello sim swap.

    Ma cosa si intende per sim swap? E’ la pratica messa in atto da alcuni hacker che riescono in maniera fraudolenta ad impossessarsi del nostro numero di cellulare intestandosi la nostra sim per poter ricevere gli sms necessari ad accedere a conti bancari e dati riservati protetti da autenticazione a due fattori, che richiedono appunto un codice da ricevere sul nostro cellulare.

    Sul piano pratico , per evitare questo fenomeno, servirá che a fare il cambio sia soltanto il titolare della sim e non sono previste deleghe, cosa che potrebbe rivelarsi una rogna se magari la sim era stata intestata al genitore quando eravamo ancora minorenni, al proprio partner o peggio ad un ex o anche ad un familiare: ad esempio la nonna che usa una sim intestata al nipote che l’aveva fisicamente acquistata a suo tempo.

    Qualche operatore ha pure approfittato della situazione per mettere a pagamento il cambio di intestatario o il subentro che in precedenza erano gratuiti.

    E non basta questo perché servirá che l’operatore mandi un sms di conferma alla sim oggetto del cambiamento per accertarsi che chi usa la sim si possa accorgere del cambio qualora stia avvenendo a sua insaputa, ricevendo un codice di conferma del cambio da comunicare nella procedura.

    Questo significa che all’atto del cambio servirá la presenza fisica della sim da sostituire, cosa che complica le cose in caso di furto o smarrimento della sim da sostituire: in tal caso si dovrá consegnare denuncia e attendere del tempo aggiuntivo dopo l’invio dell’sms alla sim oggetto di cambiamento non potendo recuperare immediatamente il codice di verifica inviato sulla vecchia sim.

    E purtoppo é qui che si nasconde una vulnerabilitá, perché l’operazione, nonostante il vero titolare riceva la notifica dell’operazione e quindi é in grado di bloccarla qualora non fosse lui ad averla richiesta, va comunque avanti, seppure con qualche giorno di ritardo.

    Ma tutto ció viene fatto per la nostra sicurezza, infatti ormai tutte le autenticazioni a due fattori, come quelle che facciamo per siti e piattaforme che contengono nostri dati sensibili, dalla mail al conto in banca hanno bisogno di un codice ricevuto sul telefonino per accedere o per effettuare delle modifiche o delle operazioni dispositive, come ad esempio inviare un bonifico o cambiare le impostazioni del conto.

    Questo perché se un malintenzionato volesse accedervi dopo magari avervi rubato la password , senza il codice ricevuto sul telefonino, potrebbe al massimo entrare sulla piattaforma ma non arrecarvi danni come ad esempio svuotare il conto corrento facendosi un bonifico o dirottare l’accredito dello stipendio o della pensione su un suo conto corrente.

    Pertanto per riuscire a carpire questo codice il malintenzionato o riesce a rubarvi il telefono o comunque ad accedervi fisicamente bypassando anche le protezioni, come l’impronta digitale o il riconoscimento del viso che possono essere impostate sul telefono oppure puó cercare di prendere possesso della vostra sim effettuando un cambio, simulando un guasto o cambiando operatore, magari sfruttando la disattenzione o peggio la complicitá di qualche negozio di telefonia che non richiede tutte la documentazione necessaria per il cambio.

    Quando l’operatore telefonico gli consegna la nuova sim ottenuta all’insaputa del regolare proprietario la inserirá in un suo telefonino e potrá ricevere il codice per sms necessario per procedere con le operazioni malevole, partendo dal cambio della password della mail per nascondere la conferma delle malefatte ed allargandosi a tutti i servizi a cui possiamo essere associati a quella mail e numero di telefono, soprattutto quelli bancari.

    Ora grazie a queste normative piú stringenti, questa procedura del cambio di sim diventerá molto piú difficile da attuare: dobbiamo peró fare attenzione qualora ricevessimo un sms con il codice di controllo del cambio sim e non avessimo richiesto noi l’operazione: in quel caso dobbiamo contattare immediatamente il nostro operatore per bloccare il cambio, altrimenti l’hacker riuscirebbe , seppur con qualche giorno di attesa, nella sua impresa di impossessarvi del vostro numero di telefono.

    Puó peró capitare, perché magari non facciamo caso all’sms o se si tratta di una sim secondaria che non consultiamo regolarmente , o se l’hacker riesce ad accedere ai sistemi di un’operatore telefonico che l’operazione di cambio vada avanti e quindi l’hacker possa riuscire ad effettuare l’operazione malevola, ma c’é da considerare che perché perda tutto questo tempo aggiuntivo deve valerne la pena di attaccarvi, cosa che potrebbe darci un pó di speranza di evitare l’attacco.

    Voi conoscevate questa pratica? Tenete al sicuro le vostre credenziali e il vostro telefono? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!