Tag: smart tv

  • E’ arrivata l’ora di cambiare il televisore?

    E’ arrivata l’ora di cambiare il televisore?

    Un nuovo cambiamento é alle porte per i nostri televisori, infatti entro il 1 settembre 2024 per legge la rai dovrá trasmettere almeno uno dei suoi multiplex nei quali vengono veicolati i canali televisivi del digitale terrestre, con la tecnologia dvb-t2, questo significa che potenzialmente potremmo perdere la visione di alcuni canali se non abbiamo un televisore compatibile.

    Infatti nonostante ci sia stato meno di due anni fa un primo cambiamento della tecnologia di trasmissione, a causa dell’elevato numero di televisori non compatibili circolanti in Italia si è deciso un cambiamento ibrido che ha consentito di salvare temporaneamente quegli apparecchi non troppo vecchi, compatibili con MPEG4 ma non compatibili con il dvb-t2 in attesa che il parco circolante si aggiornasse.

    person in black and white striped socks lying on bed

    Questa soluzione transitoria ha peró comportato un peggioramento della qualitá di trasmissione, che andrá sanata nei prossimi anni e il primo passo é stato costringere la Rai a passare almeno una parte dei suoi canali al nuovo standard in modo da spingere gli utenti ad adeguarsi, cambiando televisore o dotandolo di un set top box.

    Ma comunque, se si hanno dei televisori non compatibili, questo passaggio non significa perdere tutti i canali tv, dal momento l’obbligo nella prima fase vige solo per un multiplex, quindi è probabile che vengano sacrificati solo alcuni dei canali minori, mentre le reti principali dove si concentrano pubblico e spot pubblicitari rimarranno attivi fino all’ultimo momento possibile.

    Ad ogni modo un trucco per sapere se il proprio televisore è compatibile con il nuovo standard é sintonizzarsi sul canale 558 di Rai Sport HD se lo visualizzate siete a posto, in alternativa per essere sicuri di ricevere tutti i canali bisogna intervenire.

    Sicuramente i piú colpiti sono i televisori economici , quelli di piccole dimensioni presenti nelle cucine e nelle stanze da letto e quei televisori,  anche di qualitá, con una decina d’anni alle spalle, mentre tv recenti o modelli di fascia alta anche di qualche anno generalmente erano giá compatibili.

    Per sanare la situazione la soluzione piú comoda é certamente sostituire il televisore, ma se si vuole evitare una spesa importante oltre che creare inutili rifiuti tecnologici, magari in attesa di mettere da parte il budget per la sostituzione, visto che al momento non sono previsti nuovi incentivi, la soluzione piú economica è acquistare un set top box esterno al costo di qualche decina di euro da attaccare a ciascuno dei televisori non compatibili che abbiamo in casa. 

    Questo significa occupare una porta HDMI del televisore dove magari c’era giá attaccato qualche altro dispositivo, come ad esempio un lettore dvd, una console per videogiochi o un dongle per la tv via internet, e dato che spesso i televisori piú vecchi ed economici hanno solo una porta HDMI, significa doversi procurare anche uno sdoppiatore chiamato splitter se si vuole mantenere l’uso di entrambi gli apparecchi collegati alla porta HDMI.

    E soprattutto la scocciatura di avere un secondo telecomando dato che dovremo cambiare canale dal telecomando del decoder: in alcuni casi , ma la cosa dipende dal televisore e dal decoder stesso è possibile che il telecomando del decoder riesca a comandare il televisore quanto meno per permetterci di selezionare l’ingresso HDMI, spegnere o accendere il televisore e regolare il volume senza doverli usare entrambi.

    C’è peró da dire che guardare la tv via antenna terrestre sta passando di moda, quindi se giá siamo organizzati per vedere i canali tv via satellite o via internet potremmo anche ignorare le trasmissioni via antenna terrestre senza doverci obbligatoriamente adeguare, in tal caso al limite qualche problemino potrebbe esserci per sintonizzare le emittenti locali che spesso non sono disponibili su altre piattaforme.

    Se poi la tv la utilizziamo solo per vedere serie tv e film on demand da internet è probabile pure che l’antenna manco la utilizziamo, se non in sporadiche occasioni, quindi in quel caso il problema non si pone.

    Voi sapevate di questa nuova scadenza? Avete in mente di cambiare TV?

  • Il futuro dei videogiochi é il Cloud Gaming

    Il futuro dei videogiochi é il Cloud Gaming

    Organizzare una postazione per i videogiochi sta diventando sempre piú complesso e costoso perché i prezzi delle schede video e dei componenti informatici necessari ai videogiocatori stanno aumentando vertiginosamente, tra inflazione, guerre geopolitiche che bloccano la circolazione dei componenti aumentando i prezzi e la richiesta di potenza di calcolo per scopi lontani dal gioco come intelligenza artificiale che rendono piú conveniente per le aziende spostare le risorse su queste tecnologie tenendo in secondo piano il mondo videoludico specie nella fascia bassa del mercato, ha fatto si che l’hardware costi molto di piú che in passato.

    E anche passare ad una console, se si cerca la migliore esperienza non é la scelta migliore, visto che le tecnologie dei computer da gaming moderne sono una spanna sopra rispetto a playstation e xbox , al punto che anche le case produttrici ci puntano sempre meno, sia come esclusive che come vendita di copie, ma soprattutto non sono così convenienti, se dobbiamo spendere 550 euro solo  di console, piu gli accessori vari praticamente indispensabili si arriva comunque a cifre non alla portata di tutti.

    Investire una cifra importante sull’hardware, considerando anche la veloce obsolescenza e i costi di ingresso molto importanti ci possono portare a dover cercare delle scelte per risparmiare. 

    person holding game pad

    Purtroppo è anche vero che a differenza del passato non si riesce a mettere in piedi un pc da gaming con prestazioni accettabili al costo di una console, quindi se il budget è limitato si deve scendere giocoforza a compromessi: rinunciare agli FPS e pagare i giochi piú cari se si sceglie la strada delle console, o accontentarsi di un pc non prestazionale dovendo rinunciare ai massimi dettagli smanettando nelle impostazioni del gioco, soprattutto se si vuole giocare ai titoli di nuova generazione, oppure cacciare una somma sostanziosa per un pc da gaming serio, magari ammortizzando la spesa usandolo anche per altri scopi.

    Ma per fortuna esiste anche un’altra soluzione che non é da trascurare se si dispone di una connessione veloce : il cloud gaming , che permette di giocare su una macchina remota dotata di hardware prestazionale che non dobbiamo comprare anticipando centinaia di euro, ma pagando per il suo uso solo un abbonamento al servizio.

    Ci connetteremo con un qualsiasi dispositivo, anche super economico, alla macchina dove gireranno i nostri giochi, utilizzandolo come fosse accanto a noi ma con il vantaggio ulteriore di non dover perdere tempo e giga per scaricare giochi e aggiornamenti dato che saranno sempre e automaticamente disponibili sul server.

    E se un tempo le prestazioni erano scadenti e i lag all’ordine del giorno, le cose sono migliorate parecchio sia grazie a hardware condiviso piú potente, che ci permette di giocare ai nostri titoli preferiti direttamente dalla tv, da un tablet, uno smartphone o un pc anche datato o economico o non dotato di scheda video dedicata.

    E considerando che questi servizi costano mediamente tra i 10 e i 20 euro al mese, costi dei giochi esclusi, spendiamo decisamente meno che comprare un nuovo computer, una nuova scheda grafica o una console di ultima generazione.

    Possiamo infatti sfruttare il nostro hardware attuale, a patto di aver un controller e una linea internet veloce, e con le 500/600 euro che spenderemmo per un upgrade andare avanti in cloud anche per 5 anni, soluzione che puó essere interessante anche come rimedio temporaneo se ci troviamo senza un budget importante da anticipare per la nostra macchina da gioco, o se siamo momentaneamente senza un hardware da gaming in attesa di procurarcelo.

    E c’é da dire che la compatibilitá coi titoli, la velocità e le prestazioni , specie di alcuni servizi come GeForceNow fanno pensare che questo sará il modo di giocare del futuro, e se anche un gigante come Amazon , che con il suo Luna si é buttato in questo mondo, tralaltro anche con una versione ridotta offerta gratuitamente agli utenti Amazon Prime, e con un controller dedicato utilizzabile su tantissimi dispositivi diversi come Tv, Fire stick, computer sia Windows , Mac o Chromebook, Smartphone e tablet sia Android che Apple, permette di avvicinarsi a questo mondo e provare la comoditá di questo modo di giocare praticamente con qualsiasi dispositivo.

    Voi conoscevate questa soluzione? L’avete provata? Pensate che il futuro del videogioco sia in cloud o preferite avere il proprio hardware dedicato?

  • Streaming: si ritorna alla Pirateria?

    Streaming: si ritorna alla Pirateria?

    Parliamo delle piattaforme streaming per vedere film, serie tv e sport via internet: ormai ce ne sono tante e tante ne stanno nascendo, al punto che quasi ogni major cinematografica ha la propria , oltre a quelle locali, quelle indipendendenti, quelle finanziate dalla pubblicitá , quelle che vendono i contenuti on demand, quelle che sono emanazione di emittenti televisive o a quelle che trattano solo eventi sportivi. Insomma trovare un contenuto diventa complicato, anche se ci si puó aiutare con applicazioni come JustWatch che permettono una ricerca sui vari cataloghi delle piattaforme indicandoci dove e a quali condizioni è disponibile il contributo che stiamo cercando.

    Il problema é che spesso il contenuto di nostro interesse è a pagamento, e magari per vedere solo un contenuto non vale la pena abbonarsi all’ennesimo servizio di streaming. E anche a volersi abbonare a tante piattaforme non si avrebbe il tempo per usufruire del servizio rischiando di pagare un abbonamento per vedere magari uno o due ore di contenuti in un mese o forse anche meno.

    Certo molti servizi consentono di abbonarsi gratuitamente per qualche giorno allo scopo di provare il servizio, cosa che si puó certamente fare la prima volta o se si cerca un film da guardare una tantum, meno se vogliamo vedere una serie tv, sempre ricordandoci che per l’abbonamento di prova è generalmente richiesta una carta di credito e se ci dimentichiamo di disattivare il servizio per tempo ci troveremo addebitato almeno il primo mese di abbonamento. E per fortuna che quasi tutte permettono di disattivare il servizio senza troppi problemi alla fine del primo mese utile , anche se per qualcuna ci si deve ricordare di dare disdetta un certo periodo di tempo prima della scadenza.

    Ma il problema è che le piattaforme sono tante e non si puó pensare ad abbonarsi a tutte, ed infatti spesso si usava lo stratagemma di scambiarsi gli accessi con gli amici o di condividere i costi di un abbonamento famiglia con gli amici suddividendo la spesa dell’abbonamento, sempre se questa possibilitá veniva tollerata dalla piattaforma di nostro interesse.

    Il problema è che tra inflazione, cambio euro dollaro e maggiori costi per l’acquisizione dei diritti dovuta alla maggiore competizione con le piattaforme concorrenti i costi si sono alzati e quindi anche le politiche di condivisione stanno iniziando a diventare piú ostiche: a seconda della piattaforma, molte hanno smesso di tollerare questa pratica consentendo la visione contemporanea solo se scaturita da uno stesso ip, rompendo le scatole anche a chi usava onestamente la piattaforma solo in famiglia dove magari il figlio guardava la serie tv sull’autobus dalla connessione del cellulare e la mamma dalla tv di casa in salotto connessa alla fibra ovviamente da ip diversi.

    Qualche piattaforma dopo avere aumentato i costi dell’opzione che permette la condivisione sta iniziando a bloccarla o a chiedere delle verifiche a chi ha un piano family, qualche altra tagliando la testa al toro ha aumentato i prezzi a tutti gli utenti o comunque ha preannunciato degli aumenti, qualche altra ha pianificato delle formule con pubblicitá in mezzo ai contenuti che permetteranno di abbattere il costo del piano base per recuperare parte degli utenti che non potranno piú condividere l’abbonamento.  

    Insomma i costi giocoforza sono aumentati o stanno aumentando, la dispersione delle piattaforme aumenta e anche i metodi piú o meno legali per abbonarsi a basso costo stanno venendo meno: questo significa solo una cosa , che ritornerá a prendere piede la pirateria aiutata anche dal fatto che con le moderne connessioni veloci anche scaricare illegalmente un film richiederá non piú ore o giorni come in passato ma giusto qualche minuto. 

    Alla fine se il buono delle piattaforme streaming era quello di essere riuscite a mettere un freno alla pirateria, l’eccessiva ingordigia delle case incapaci di creare una piattaforma unica o comunque pochissime piattaforme indipendenti rischia di diventare un boomerang, e l’utente tolto qualche caso specifico non potrá fare altro che difendersi con la vecchia arma della pirateria.

    Voi cosa ne pensate? Vi siete abbonati a tutte le piattaforme o condividete gli account con gli amici? Fatecelo sapere, e se avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare, scrivetelo nei commenti.

  • Sbarazzarsi del Canone RAI 2022

    Sbarazzarsi del Canone RAI 2022

    Col nuovo anno si dovrà ripagare una tassa piuttosto antipatica, quella sul possesso degli apparecchi radio televisivi, comunemente chiamato canone Rai, e anche per quest’anno lo si dovrà pagare nella bolletta elettrica spalmato in 10 rate da 9 euro come avviene già da qualche anno, la novità è che parrebbe che a causa di una richiesta della comunità europea questo sarà, a meno di proroghe l’ultimo anno per cui lo si dovrà pagare sulla bolletta elettrica.

    Questa soluzione ha permesso di contrastare l’evasione del canone consentendo di ridurre l’importo ed evitando di doverci recare alle poste per il pagamento. Purtroppo cosa accadrà dal 2023 non è dato sapere, se il pagamento dovrà essere fatto con bollettino postale come si faceva fino al 2015 o con F24 come deve fare attualmente chi non è titolare di utenza elettrica ma è comunque tenuto a pagare il canone, ne se l’importo aumenterà e se come è stato paventato verrà richiesto di pagarlo non solo a chi ha un apparecchio televisivo in casa ma anche a chi possiede uno smartphone o un computer in quanto in grado di vedere le trasmissioni televisive tramite siti o app.

    Allo stato attuale il non possedere un apparecchio televisivo, o averne uno non più adatto alla ricezione del segnale tv perché magari non compatibile col nuovo digitale terrestre è motivo di esenzione dal canone, quindi in questi casi basterà mandare ogni anno entro il 31 gennaio per raccomandata o via pec un’apposita autodichiarazione dove si attesta di non possedere nessun apparecchio adatto alla ricezione del segnale televisivo per essere esentati dal pagamento, e nel caso è pure possibile richiedere il rimborso di cifre pagate qualora il mancato possesso, o altra causa di esenzione come per gli anziani a basso reddito o per i diplomatici stranieri, avvenisse nel corso dell’anno.

    Quello che non è più possibile invece è il suggellamento del televisore, cioè la disattivazione del televisore ad opera della guardia di finanza, che lo sigillava dentro un sacco di juta permettendo di avere l’esenzione dal canone rai senza doversi disfare dell’apparecchio.

    Ovviamente se è pur vero che sarà difficile che si venga controllati, firmare un’autodichiarazione falsa è un reato penale: il gioco non vale la pena per risparmiare 90 euro all’anno: meglio a quel punto sbarazzarsi del televisore o se proprio la si vuole fare sporca intestare l’abbonamento elettrico della nostra abitazione a un familiare che già paga il canone e che quindi non è tenuto a pagare un secondo abbonamento in quanto seconda casa. In tal caso staremo evadendo il canone, dato che in quel caso dovremmo pagarlo tramite F24, ma senza dichiarare il falso.

    Certo vista la qualità del servizio pubblico, la voglia di non pagare il canone è tanta, ma contrariamente dal nome con cui si è solito chiamarlo, è pur sempre una tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo e non un abbonamento ad una pay tv  che possiamo disdire a piacimento e le tasse volenti o nolenti vanno pagate.

    Quello che è da sapere è che esistono dei rari casi per i quali non deve essere pagato, o per cui esistono delle eccezioni, cosi come esistono dei canoni speciali dovuti da aziende o strutture ricettive come alberghi o ristoranti che sono tenuti a pagare un canone più alto di quello pagato da un comune cittadino qualora abbiano un televisore in azienda.

    Quindi per quest’anno se ci siamo sbarazzati del televisore siamo ancora in tempo a chiedere l’esenzione, in attesa di capire cosa succederà nel 2023 quando effettivamente molti televisori a causa del nuovo digitale terrestre non saranno effettivamente più in grado di ricevere le trasmissioni, e magari se non si hanno altri tv compatibili o decoder diventerà l’occasione per sbarazzarsi definitivamente del canone.
    Voi ne eravate al corrente? Avete mandato la disdetta del canone rai? Avete qualche dubbio, curiosità o suggerimento? Scrivecelo nei commenti.

  • Come rendere smart la TV

    Come rendere smart la TV

    Continuiamo a parlare di vecchi televisori, magari ne avete comprato uno nuovo uno per via del nuovo digitale terrestre, ma volete recuperare il vecchio per usarlo in un’altra stanza, ma ovviamente vi mancano le funzionalità smart come i servizi in streaming tipo Netflix, Amazon Prime Video, Disney Plus, Spotify, Dazn e simili o la possibilità di vedere un film che avete in una chiavetta usb o sul cellulare.

    Stessa cosa se magari avete un televisore molto economico in cucina, ma vi farebbe comodo avere anche li le funzionalità smart tv che avete nel grande televisore del salotto.

    Niente paura si risolve con poca spesa e tanta resa con delle chiavette o dongle che si attaccano ad una porta HDMI del vostro televisore e lo rendono smart: sono in pratica dei computer in miniatura che possono visualizzare filmati e musica dalla rete, tramite un cavo o il wifi, o da una chiavetta usb, installare programmi e connettersi a servizi digitali come i vari Youtube, Netflix, Amazon Prime Video, Dazn, Spotify etc.

    Possono essere comandati da un loro telecomando o dal cellulare, con una app o trasmettendo (tecnicamente si chiama cast, quindi ”castando”) i video dal vostro cellulare, pc o tablet al televisore, permettendo magari di vedere nel grande schermo del televisore quello che normalmente guardate su uno schermo di pochi pollici.

    I prezzi sono davvero bassi, generalmente si parla di cifre tra i 20 e le 100 euro, anche perche spesso sono prodotti o venduti a prezzi agevolati dalle stesse aziende che vi forniscono il servizio digitale in abbonamento, come Amazon con la sua fire tv, Google con il Chromecast o Apple con la AppleTV, vi metto qualche link in descrizione

    Tralaltro c’è anche il vantaggio che se un domani nascesse una nuova tecnologia, un nuovo servizio o ne volete una con più funzioni o più veloce non bisogna cambiare televisore ma cambiare la chiavetta con poca spesa, cosa che può essere utile anche a chi ha già una smart tv non più al passo coi tempi, magari lenta o non compatibile con qualche nuovo servizio digitale.

    Ovviamente prima dell’acquisto verificate che la chiavetta sia compatibile col servizio di vostro interesse, ma per quello che si paga, se usiamo i servizi in streaming sono soldi ben spesi.

  • Come scegliere la Tv

    Come scegliere la Tv

    Con l’avvento delle nuove tecnologie di trasmissioni digitali, entro il 2022 se il nostro televisore è troppo vecchio e quindi non compatibile saremmo costretti ad acquistare un decoder esterno o a sostituirlo.

    Il decoder esterno è certo la soluzione più economica, specie se si tratta di cambiare tanti televisori in casa ma certamente la più scomoda perché significa un telecomando in più, una porta del televisore e una presa della corrente occupati, tanti cavi in più sicuramente poco belli da vedere e comunque una soluzione non ideale per chi non è particolarmente tecnologico e che magari ha difficolta anche a cambiare l’input del televisore, figuriamoci gestire due apparecchi.

    Inoltre se il televisore è vecchio, probabilmente quello che lo sostituirà probabilmente avrà una risoluzione maggiore, sarà più grande, avrà delle funzionalità aggiornate e già predisposto alle ultime novità tecnologiche.

    Inoltre a parità di dimensioni i televisori costano molto meno rispetto a qualche anno fa, considerate che seguendo le offerte potete portarvi via un 55 pollici dignitoso anche per meno di 400 euro, quando sino a una decina di anni fa ci volevano 1500 euro per un 42 pollici.

    Ovviamente in teoria maggiore è la risoluzione, e maggiore dovrebbe essere la dimensione ideale dello schermo, infatti siamo passati dalle trasmissioni in SD con qualità dvd a quelle HD e ora inizia ad affacciarsi il 4K quindi  per via della richiesta del mercato gli schermi grandi sono diventati più diffusi e più economici, per contro trovare schermi più piccolini potrebbe diventare difficoltoso, o comunque poco conveniente, spesso con 50 euro in più potete prendere un televisore 10 pollici più grande, ed è una cosa che ne vale la pena sin tanto che abbiamo lo spazio in casa.

    Infatti una cosa da verificare, dato che nonostante le dimensioni dei televisori crescono a dismisura, le case rimangono piccole, cosi come non crescono i mobili che contengono il televisore, pertanto misurate bene lo spazio che avete a disposizione per non correre il rischio di dover rimandare indietro il televisore, magari preso con uno sconto favoloso ma che non entra nel mobile della sala per 5 maledettissimi centimetri.

    E’ vero che esistono dei supporti per ancorare il televisore al muro e quindi qualche centimetro in più potrebbe non essere un problema, ma se abbiamo un mobile tv che lo contorna magari saremo costretti a sbarazzarcene o a cambiarlo , se invece il televisore sta su un tavolino il televisore potrebbe tranquillamente sbordare, anche se dipende dalla base del televisore stesso: quelli più economici tendono ad avere una coppia di piedini alle estremità, che non permettono di sbordare se non di pochi centimetri, quelli più costosi generalmente hanno una base centrale che permette di essere poggiato a una superfice larga anche la metà dello schermo, anche se è sempre possibile comprare una base universale da agganciare sulle viti per il supporto a muro che tendenzialmente costa meno della differenza con un televisore di più alta gamma.

    Come detto televisori ce ne sono a parità di schermo di tanti prezzi, la differenza la marca e quindi l’assistenza, la reattività, e la presenza di alcune particolari tecnologie, che ad esempio migliorano le immagini. Sicuramente per vedere il digitale terrestre senza grandi pretese, ad esempio per guardare il telegiornale, lo sceneggiato o il quiz in tv anche quello più economico può andare bene, l’unica accortezza è verificare la velocità nell’accensione e nel cambio dei canali, che in certi modelli può essere parecchio lento e frustrante.

    Le cose cambiano se dobbiamo attaccare dei dispositivi al televisore, siano essi computer, decoder satellitari, lettori blue ray o console di videogiochi, in quel caso si presuppone che verranno visualizzati spesso contenuti ad alta definizione e in rapido movimento, quindi la qualità dello schermo, dell’elettronica e delle immagini deve essere la più alta possibile, quindi può valerne la pena acquistare un prodotto di più alta gamma, tenendo conto che un prodotto di alta gamma puo tranquillamente costare , a parità di  dimensioni, anche 4 o 5 volte più di quello economico

    C’è anche da dire che spesso sui televisori più cari si paga tanto il marketing  dove si viene attratti da sigle altisonanti che spesso servono solo per confondere l’utente , dato che probabilmente se non conosciamo quella funzionalità probabilmente non ci serve e che la tecnologia esclusiva magari ci da un 5% in più sulla qualità dell’immagine ma ci costa il triplo

    Per contro anche quelli super-economici potrebbero rivelarsi delle fregature, dato che il mercato è pieno di prodotti , spesso marchiati con nomi di produttori storici non più in attività, o che hanno concesso il marchio su licenza, di provenienza turca, cinese o dell’est europa, realizzati un po’ troppo in economia che seppure fanno il loro lavoro per un uso basico, peccano soprattutto per l’assistenza: un eventuale problema al termine dei canonici 2 anni di garanzia significa dover buttare il televisore poiché sarà antieconomica la riparazione o impossibile trovare i ricambi, cercate di informarvi e preferite un marchio che ha ancora le sue linee di produzione e non uno che sebbene nel passato fosse un nome prestigioso , e ce ne sono di insospettabili, ora affida la produzione a quelle solite poche fabbriche a basso costo, magari per le linee più economiche o da offerta civetta per i supermercati.

  • 5G: Dovremo cambiare televisore?

    Il 5G e i televisori, sebbene siano due argomenti ben distinti, hanno una cosa che li accomuna: le frequenze utilizzate per la trasmissioni del segnale. Infatti il governo ha previsto di dedicare al 5G , utilizzato per la telefonia e per portare la connessione internet in mobilità a velocità elevate, alcune frequenze attualmente utilizzate dai canali televisivi, indicendo una gara grazie al quale gli operatori telefonici prenderanno possesso entro il 2022 di alcune di queste frequenze, costringendo le televisioni a riorganizzarsi per trasmettere in meno banda lo stesso numero di canali.

    Le frequenze a disposizione per la televisione che nel tempo si sono ridotte dal passaggio dalla televisione analogica a quella digitale, avvenuta tra il 2008 e il 2012 diventeranno ancora meno costringendo a utilizzare degli accorgimenti tecnici per poter trasmettere lo stesso numero di canali in una banda a disposizione ancora più ristretta, utilizzando delle tecnologie di trasmissione più efficienti. Per questo motivo cambierà ancora una volta il sistema di trasmissione, cosa che ci porterà per poter continuare a vedere la tv terrestre a dover cambiare di nuovo i televisori, a meno di non volerci dotare di un decoder esterno, come era già avvenuto una decina di anni fa.

    Tralaltro il sistema di trasmissione , a meno di ulteriori modifiche della legge , che a dire il vero è già stata cambiate due volte e quindi non si esclude che possa cambiare ancora, cambierà non una ma 2 volte, e l’impatto per le nostre tasche cambierà molto in base a quanto il nostro televisore è recente: se lo avete cambiato da poco, diciamo da non più di un paio d’anni, riuscirete a passare indenni a entrambi i cambiamenti, ma se la tv ha qualche anno alle spalle probabilmente passerà indenne al primo passaggio ma non al secondo, sempre che la legge nel frattempo non cambi e si salti una di queste fasi, cosa da non escludere a priori.

     Si passerà infatti dall’attuale sistema DVB-T compresso in MPEG-2, in una prima fase sempre al DVB-T ma compresso in MPEG-4, cosa che dovrebbe salvare molti televisori anche con qualche anno sulle spalle, ma non i primissimi televisori ad essere cambiati col primo passaggio al digitale terrestre vecchi una decina di anni, cosi come sono a rischio alcuni dei televisori economici di piccole dimensioni ,anche un po’ più recenti, che generalmente si usano nelle cucine e nelle camerette. Per sapere se il televisore dovrà essere cambiato oppure no in questa fase, si può fare un semplice controllo: se il televisore riesce a ricevere i canali in HD , che si trovano intorno alla posizione 500 del telecomando, non ci sarà bisogno di cambiarlo o di comprare un decoder in questa fase, ma basterà a tempo debito effettuare una risintonizzazione dei canali.

    Il problema si pone invece col secondo passaggio , al DVB-T2 HEVC dove i televisori non recentissimi nulla possono e tranne qualche televisore di alta gamma un po’ più moderno della concorrenza ,ammesso e non concesso che possa ricevere le trasmissioni a 10bit, dovrà essere affiancato da un decoder esterno o sostituito. Qui per sapere se il vostro televisore è compatibile andate a vedere, eventualmente dopo aver fatto una risintonizzazione dei canali, se sono presenti i canali test Test HEVC Main10 alle posizioni 100 e 200 del telecomando. Se non sono presenti il vostro televisore non è compatibile con la seconda fase, quindi entro il 2022 dovrete intervenire per poter continuare a ricevere la tv.

    Diciamo che ad ogni modo almeno un cambiamento entro il 2022 sarà fatto perché altrimenti lo stato dovrà pagare delle penali alle compagnie telefoniche che hanno lautamente pagato per ottenere quelle frequenze 5G, quindi a seconda della regione esiste un calendario con la data massima entro la quale le frequenze saranno liberate: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, provincia di Trento, provincia di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021 , Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022; Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise e Marche dal 1° aprile 2022 al 20 giugno 2022

    C’è da dire che un decoder costa in media una cinquantina di euro, anche meno se lo si compra online ,e sono previsti degli incentivi per le famiglie non abbienti a seconda del reddito ISEE, ma che comunque un decoder esterno richiede un telecomando aggiuntivo e l’uso di una porta HDMI , Scart o RCA del televisore che magari è gia occupata da altri apparecchi quali lettori dvd, console di videogiochi o box per la smart tv, costringendoci a rinunciare a uno di questi apparecchi, o a doverli scollegare di volta in volta o ancora a dover comprare degli adattatori particolari, gli switch HDMI, che risultano essere abbastanza scomodi nell’utilizzo perché generalmente non gestibili dal telecomando.

    La soluzione più comoda , ma più costosa, è invece quella di sostituire il televisore con uno più moderno, i nuovi anche di grandi dimensioni costano meno rispetto al passato (un buon 55 pollici lo si porta a casa anche a meno di 400 euro, quando al primo switch-off un 42 pollici in alta definizione ne costava quasi 2000), hanno qualità superiore  e tecnologie più moderne come il 4K e HDR, anche se generalmente tendono a peccare un po sull’audio ed essendo mediamente più grandi rispetto al passato potrebbe essere difficoltoso trovargli spazio in un mobile preesistente e/o in spazi di piccole dimensioni, senza contare che un conto è sostituire soltanto l’unico televisore della casa , mentre ben diverso per le nostre finanze cambiarli tutti se se ne ha uno in ogni camera.

    Diciamo quindi che a breve è previsto che dovremo fare questa spesa, sempre che non vogliamo decidere di rinunciare all’antenna terrestre per sostituirla con il segnale satellitare, dove però si perdono molte delle tv locali e i telegiornali regionali di rai3, o via internet. Abbiamo quindi il tempo di guardarci attorno e iniziare a valutare qualche soluzione in modo da non trovarci impreparati al momento del cambio.

    Voi vi state gia attrezzando? Scrivetelo nei commenti, cosi come se avete qualche dubbio o curiosità e nei limiti del possibile vi risponderemo.