Tag: qualitá

  • Discount o supermercato? Come cambia la spesa in Italia

    Discount o supermercato? Come cambia la spesa in Italia

    Una recente notizia ha cambiato le sorti della distribuzione alimentare italiana, infatti dopo anni di perdite anche Carrefour, l’ultimo dei grandi operatori di ipermercati internazionali lascia l’Italia, cosi come aveva fatto qualche anno addietro il concorrente Auchan, anche lui francese che vendette la sua rete a Conad.

    E ad acquistare anzichè un altro marchio già presente in italia o uno spezzatino con vendita di negozi a più concorrenti come quando Billa , la ex Standa lascio’ il nostro paese, è un produttore alimentare italiano, New Princes, molto attivo , oltre che con marchi propri, con produzioni conto terzi e all’estero ma non impegnato direttamente nella distribuzione.

    carrefour logo

    Ma la notizia è importante perché mette la parola fine , nel nostro paese, al concetto di grande ipermercato, dove si compravano sia generi alimentari , con una scelta ampissima e generalmente tante offerte convenienti, e altrettanta scelta di prodotti non alimentari, dall’elettronica ai casalinghi, passando per i prodotti per il bricolage o per la cura dell’auto, dalla cartoleria ai giocattoli.

    Infatti molti ipermercati sono spariti, molti si sono ridimensionati, specializzandosi solo sull’alimentare e grandi insegne internazionali hanno spesso lasciato il posto a marchi locali e a volte a format completamente rivisti, come negozi everyday low price , dove spariscono le offerte e i volantini per mantenere un prezzo , sulla carta  più basso, costante tutto l’anno, negozi aperti anche come magazzini all’ingrosso per commercianti o ristoratori  o addirittura discount.

    E quest’ultimo formato ormai è diventato talmente comune da sostituire il supermercato classico in una grande parte dei consumatori, attratti da prezzi più bassi, e una qualità che col tempo si è alzata, spesso proponendo anche prodotti di marca a fianco ai marchi di fantasia della catena.

    E i discount si sono nel tempo avvicinati ai supermercati tradizionali accogliendo i banchi del servito, scegliendo selezioni ordinate di prodotti sia coi propri marchi che accogliendo quelli di marca, spesso affiancati ad alcuni di qualità premium delle proprie linee.

    In più hanno aggiunto prodotti e servizi utili, dai banchi del no food, a viaggi, acquisti online a sistemi di casse automatiche per permetterci di saltare la fila.

    Se prima quasi ci si vergognava di fare la spesa al discount, ora la cosa diventa la norma, specie se raggiungibile comodamente dalla nostra abitazione, relegando al supermercato tradizionale spese di emergenza, ricerca di prodotti particolari o acquisto di prodotti in offerta speciale.

    Ma le abitudini cambiano anche perchè la capacità di spesa degli italiani è diminuita, a causa di un aumento di prezzi dei beni di consumo che non si è riverberata sugli stipendi: in pratica lo stipendio è grossomodo lo stesso da anni, ma aumentando i prezzi possiamo acquistare sempre meno roba quindi ci si deve in qualche modo ingegnare per arrivare a fine mese.

    E quindi la ricetta è sempre la solita: ridurre gli sprechi, concedersi qualche lusso in meno e soprattutto spendere meno per la spesa quotidiana.

    Ed è qui che il discount si è reso vincente, mantenendo una certa convenienza nonostante si sia avvicinato, sia per ordine che per qualità ai supermercati tradizionali.

    Ovviamente non abbiamo più gli scatoloni a terra in maniera confusionaria da dove prendere prodotti senza marca , spesso di dubbia qualità, venduti a prezzi bassissimi, ma dei prodotti dove un po per la forza commerciale delle catene, e un po per l’assenza di pubblicità permettono di portare sulle nostre tavole prodotti di sufficiente qualità a prezzi competitivi.

    E spesso i prodotti arrivano dalle stesse fabbriche del prodotto di marca, e basta fare attenzione all’indirizzo dello stabilimento di produzione indicato sulla confezione per accorgersene.

    Ovviamente non è matematico dedurre che nonostante condividano lo stabilimento  i prodotti siano i medesimi, visto che potrebbero esserci delle variazioni di ingredienti, ma spesso a cambiare sono solo il packaging e la pezzatura del prodotto, dato che potrebbe non essere conveniente creare una linea di produzione solo per i marchi dei supermercati.

    E il trucco è sempre il solito, provateli e verificate voi stessi la qualità, specie se la differenza col prodotto di marca è importante: se ha soddisfatto le attese la ricomprerete, altrimenti quell’articolo è bene acquistarlo in un altro discount o al supermercato, magari anche lì dando una chance agli articoli con il logo del supermercato , generalmente più convenienti dei prodotti di marca , spesso venduti  a prezzi simili a quelli del discount e con buona qualità garantita dal fatto che mettendo il logo del supermercato sulla confezione , per questione di immagine, non vorranno giocarsi la reputazione con prodotti di scarsa qualità, a differenza del discount che usando marchi di fantasia può facilmente cambiare nome a un prodotto poco gradito al pubblico senza destare troppa attenzione.

    Insomma la spesa degli italiani è cambiata e cambierà ancora, con sempre più acquisti online di beni a lunga conservazione venduti a prezzi competitivi e formule anti spreco per salvare la spesa grazie alle app per acquistare rimanenze e prodotti invenduti a prezzo scontato.

    Voi avete notato questi cambiamenti? Fate la spesa nel supermercato tradizionale, nel discount o usate servizi di spesa online?

  • I dupe: imitazioni legali o pericolosi falsi?

    I dupe: imitazioni legali o pericolosi falsi?

    Negli ultimi anni, il termine dupe è diventato sempre più popolare, soprattutto tra le generazioni più giovani, nel mondo della moda, della bellezza e dei prodotti di consumo. Ma cosa significa esattamente? E quali sono le implicazioni legali ed etiche legate a questo fenomeno? 

    Il termine dupe deriva dalla parola inglese duplicate, che significa “duplicato” o “copia”, mentre qualcuno lo fa risalire al termine francese duperie che significa “inganno”. 

    Un dupe è un prodotto che imita le caratteristiche di un articolo di marca, spesso di lusso, ma che non ne riproduce il logo o i dettagli protetti da copyright. A differenza dei prodotti fake o contraffatti, i dupe non cercano di spacciarsi per l’originale, ma offrono un’alternativa più accessibile, mantenendo un’estetica o una funzionalità simile.

    Sono diventati virali tra i giovani che non possono o non vogliono permettersi prodotti di lusso e che cercano un’alternativa economica che possa sostituire un prodotto molto richiesto ma inaccessibile, anche perché banalmente fuori produzione.

    Ad esempio, una borsa dupe potrebbe avere una forma e un colore molto simili a quelli di una borsa di lusso, ma non riporterà il logo del brand originale. Questo rende i dupe legali, a patto che non violino i diritti di proprietà intellettuale.

    I dupe sono particolarmente diffusi in settori come:

    1. Moda: borse, scarpe e accessori che imitano lo stile di brand come Louis Vuitton, Gucci o Chanel, ma senza utilizzare i loro marchi registrati.
    2. Bellezza: profumi, creme e cosmetici che replicano fragranze o formule di prodotti di alta gamma, spesso venduti a una frazione del prezzo.
    3. Elettronica: accessori come custodie per smartphone o cuffie che imitano il design di prodotti Apple o Samsung, ma senza riprodurre i loghi ufficiali.
    4. Alimentari: prodotti , tipicamente reperibili nei discount che imitano la forma e il sapore di dolciumi e snacks costosi ma a prezzi molto più abbordabili.

    Un esempio celebre è quello dei profumi dupe, come quelli prodotti da aziende che creano fragranze ispirate a quelle di grandi marchi (ad esempio, un profumo che ricorda il famoso Chanel N°5 ma con un nome e un packaging diversi).

    Ma quali sono le differenze tra dupe, fake e prodotti contraffatti? I dupe sono legali perché non copiano direttamente i marchi registrati o i loghi. Si limitano a offrire un’alternativa ispirata al design o alla funzionalità del prodotto originale, mentre i fake sono illegali perché riproducono fedelmente il logo, il design e i dettagli del prodotto originale, ingannando il consumatore sulla provenienza e la qualità. Spesso sono realizzati con materiali scadenti e possono rappresentare un rischio per la salute e la sicurezza.
    Sebbene i dupe siano legali, il loro acquisto e la loro vendita presentano alcuni rischi:

    • Qualità inferiore: i dupe spesso utilizzano materiali meno pregiati rispetto ai prodotti originali, il che può influire sulla durata e sulle prestazioni.
    • Aspetti etici: acquistare dupe può sostenere pratiche commerciali che sfruttano il lavoro sottopagato o condizioni di produzione non etiche.
    • Confusione per il consumatore: alcuni dupe possono essere presentati in modo ambiguo, portando i clienti a credere di acquistare un prodotto di qualità superiore rispetto a quella effettiva.
    • Rischi legali per i venditori: se un dupe si avvicina troppo all’originale, violando i diritti di proprietà intellettuale (ad esempio, copiando un design protetto da brevetto, copiando le confezioni di vendita o dichiarando la corrispondenza con l’originale), il venditore potrebbe affrontare cause legali.


    La legalità dei dupe dipende dalla loro conformità alle leggi sulla proprietà intellettuale. Mentre i prodotti fake sono chiaramente illegali, i dupe possono essere considerati legali se non violano marchi registrati, brevetti o copyright. Tuttavia, il confine tra dupe legale e contraffazione può essere sottile. Ad esempio, se un dupe copia un design protetto da brevetto , copia il packaging o utilizza un nome troppo simile a quello di un brand famoso, potrebbe comunque essere considerato illegale.

    I dupe rappresentano un’alternativa accessibile ai prodotti di lusso, ma è importante distinguerli chiaramente dai fake o dai prodotti contraffatti. Mentre i dupe sono legali e offrono una scelta economica ai consumatori, i fake sono illegali e possono comportare rischi significativi. Chi acquista dupe dovrebbe essere consapevole delle possibili differenze nella qualità e nell’etica della produzione, mentre i venditori devono assicurarsi di non violare le leggi sulla proprietà intellettuale.

    In un mondo sempre più attento alla sostenibilità e all’etica, la scelta tra un prodotto originale e un dupe non è solo una questione di prezzo, ma anche di valori e responsabilità. Voi li conoscevate? Ne utilizzate qualcuno?