Come giá vi accennavamo in precedenza le cose stanno cambiando nel mondo del telepedaggio: infatti i recenti rincari del Telepass non solo hanno favorito l’ingresso e la diffusione dei competitor UnipolMove e MooneyGo, ma stanno aprendo la strada ad ulteriori concorrenti.
Infatti secondo indiscrezioni giornalistiche pare che Poste Italiane stia per lanciare il proprio sistema di telepedaggio, quindi un nuovo operatore ben conosciuto per altri servizi si aggiungerá alla lista, ma ulteriore novitá é che l’operatore di telepedaggio francese Ulys ha aggiunto un’opzione a pagamento che estende il proprio servizio di telepedaggio attivo in Francia, anche in Italia, Spagna e Portogallo.
Considerato che si andrebbe a pagare sia il canone francese (0.90 euro al giorno, oppure 2 euro al mese per il servizio base o 3.50 per quello premium) che l’opzione Italia (ulteriori 2.40 mensili), potrebbe avere senso solo se si viaggia spesso in Francia.
Ma non é l’unica novitá perche é iniziata su alcuni tratti della rete autostradale la sperimentazione di un sistema di pagamento del pedaggio senza casello che renderá inutile avere in auto la scatoletta del Telepass.
Questi sistemi infatti utilizzano delle telecamere che registrano il passaggio della targa ai varchi del casello e un’app sul telefono per saldare il pagamento del pedaggio.
Questi sistemi come il Freeflow disponibile sulla pedemontana lombarda, sulla tangenziale di Varese o sulla Asti Cuneo, o il TargaGo di Autostrade per l’Italia attivo sulla Tangenziale di Napoli, richiedono la registrazione della targa della macchina sulla app del servizio e di caricare un credito o registrare una carta di credito per saldare il pedaggio, vanno utilizzate solo nelle corsie esclusivamente dedicate al telepedaggio, e al momento non hanno costi mensili a differenza di telepass e concorrenti con dispositivo fisico.
Ovviamente dato che il pagamento viene fatto dopo il passaggio occorre accertarsi che il pagamento sia andato a buon fine per evitare sanzioni dovute al mancato pagamento e ricordare che se si ha in macchina il dispositivo di telepedaggio questo avrá la prioritá sul pagamento, cosa che eviterá un eventuale doppio addebito.
Questo sistema essendo piú economico e piú veloce nella gestione dei pedaggi è destinato in futuro a soppiantare i dispositivi di telepedaggio una volta che la maggior parte delle autostrade lo avrá adottato, nel frattempo peró o si paga con carta o contante mettendosi in coda al casello o ci si dota di un sistema di telepedaggio, magari quello piú economico in base alle nostre esigenze.
Voi sapevate di questi nuovi sistemi di telepedaggio? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti!
Se ci capita l’esigenza di dover spedire un pacco in maniera sporadica potremo avere delle sgradite sorprese sul costo delle spedizioni.
Infatti se ci rivolgiamo ad un corriere, ma anche banalmente all’ufficio postale per una spedizione estemporanea potremmo dover pagare una cifra molto importante in confronto a quelle che siamo abituati a pagare per le spedizioni dei nostri acquisti online.
E se la spedizione è diretta all’estero potremmo dover pagare di spedizione molto piú del valore contenuto nel pacco, cosa che potrebbe magari farci desistere dalla spedizione, magari per un reso o della riparazione di un prodotto che potrebbe diventare anti economica.
Questo perché i corrieri riservano tariffe agevolate a chi spedisce frequentemente, soprattutto a quelli che acquistano in anticipo un carnet di spedizioni, facendo pagare la spedizione a prezzo di listino chi spedisce una tantum.
Ma sentirci chiedere di pagare diverse decine di euro per un pacchetto di qualche etto potrebbe lasciarci quanto meno contrariati, ma anche se non si ha l’esigenza di spedire spesso esiste il modo di pagare tariffe simili a chi movimenta grandi quantitá di pacchi ogni giorno.
Il trucco è cercare di utilizzare delle piattaforme online per la spedizione che hanno accordi con i principali corrieri dai quali hanno acquistato a prezzo di ingrosso le spedizioni e che rivendono le singole spedizioni ai propri utenti a un prezzo sicuramente piú conveniente rispetto a quello richiesto dall’ufficio postale o dallo stesso corriere a cui si appoggiano.
E se all’inizio questi servizi erano resi solo da agenzie di spedizione o siti web dedicati, dove inserendo localita, dimensione e peso del pacco si ottiene un preventivo per la spedizione, e qualora il prezzo ci soddisfasse pagando con carta di credito si ottiene una lettera di vettura di un corriere che , generalmente il giorno dopo, ritiererá il nostro pacco presso il nostro domicilio come fosse in reso di un acquisto online per consegnarlo a destinazione.
Ma ormai questo lavoro lo fanno anche le principali piattaforme di acquisti on line tra privati. Infatti se dovete vendere qualcosa di usato su un sito o su una app specializzata, come puó essere Subito, Vinted, Ebay, Wallapop o siti simili potete demandare la gestione della spedizione al sito, che incamererá il prezzo della spedizione direttamente dall’acquirente e manderá al venditore la lettera di vettura del corriere per la spedizione, che a seconda dei casi verrá ritirata a domicilio o dovrá essere consegnata in un punto di ritiro convenzionato dal corriere, generalmente cartolerie o tabaccherie distribuite capillarmente nelle cittá e nei centri urbani piú grandi.
Il vantaggio é sia per l’acquirente che accede a tariffe di spedizione particolarmente convenienti, che per il venditore che non dovrá impazzire per trovare uno spedizioniere che possa spedire il maniera economica il proprio pacco: l’unica cosa a cui stare attenti sono le dimensioni del pacco, infatti per spedizioni particolarmente ingombranti, pesanti o fragili il servizio potrebbe non essere disponibile.
Ma lo stesso sistema viene ormai utilizzato anche da alcuni ecommerce per il reso o per la riparazione quando la spedizione dovesse essere a carico dell’acquirente: viene scalato dalla carta di credito il costo della spedizione a prezzo agevolato e rilasciata una lettera di vettura con la quale portare il pacco presso il centro di ritiro o attendere il corriere al proprio domicilio.
Alla fine con una carta di credito, una connessione a internet e a seconda dei casi una stampante per stampare la lettera di vettura risparmieremo tempo e denaro rispetto ad una spedizione tradizionale: quello che rimane a nostro carico è imballare con cura la nostra spedizione.
Quando acquistiamo un prodotto dall’estero bisogna sempre stare attenti ad un fattore che puó riservare sgradite sorprese, i costi doganali. Infatti quando si acquista fuori dalla comunitá europea, indipendentemente dal valore della merce vá pagata l’IVA ed eventuali dazi, anche se si tratta di un regalo o di un invio non commerciale.
Fino a qualche tempo fa esisteva una franchigia per prodotti di scarso valore che é stata eliminata, per la quale quando acquistavamo il prodottino da pochi euro da fuori europa magari aspettavamo qualche mese per la consegna ma nulla era dovuto al postino che ci recapitava la merce.
Ora come detto non c’è scampo e quindi qualunque sia il valore della merce l’IVA va pagata, con la differenza che per articoli di valore inferiore ai 150 euro puó essere riscossa in anticipo dal mittente, in modo che non saremo costretti a pagare la tassa al postino, accelerando i tempi di consegna in quanto pagandola a monte si saltano i controlli doganali e si risparmiano i costi amministrativi per la gestione degli oneri doganali richiesti dalle poste o dal corriere che ci recapita il pacco, che possono variare dai 2 ai 15 euro.
Il problema è che si rischia di pagare l’IVA due volte o anche piú, in quanto il sito estero dove acquistiamo e al quale anticipiamo l’IVA spesso fá da tramite con un venditore terzo che si occupa di spedire la merce e se questo non compila correttamente la documentazione, una volta che il pacco arriva in Italia verrá comunque sdoganato e quindi dovremmo pagare per una seconda volta IVA e diritti doganali al postino, e quindi oltre a trovarci la sorpesa alla consegna della merce dovremo anche romperci le scatole per cercare di farci restituire l’IVA pagata due volte, cosa non semplice perché il postino probabilmente non ci rilascerá una ricevuta , senza la quale sará difficile farci rimborsare dal venditore o dalle poste.
Ma potremmo pagare l’IVA ancora una volta in piú, visto che in teoria non dovremmo pagare quella del paese di origine ma solo quella di destinazione e non sempre questo avviene, ma soprattutto se l’acquisto ci viene spedito in due colli separati, e magari se n’è perso uno e ci viene rispedito o se banalmente ci é arrivato guasto e abbiamo chiesto una sostituzione, il rischio di dover pagare l’IVA al postino una seconda volta anche se non dovuta non è così raro, anche perché difficilmente uno vorrá perdere ore al telefono tra mail e call center o uffici postali per farsi rimborsare magari 10 euro di tasse non dovute.
E proprio per questo che quando facciamo acquisti da fuori europa, dobbiamo mettere in conto queste scocciature e spese extra anche se formalmente non dovute, oltre a mettere in conto i lunghi tempi di consegna , specie se con spedizioni economiche e soprattutto la gestione della garanzia, dato che rispedire a nostre spese un prodotto guasto puó costarci molto di piú del valore della merce.
Ma a volte la scelta è obbligata o quasi dal fatto che il prodotto si trova solo all’estero o che costa sostanzialmente meno che dalle nostre parti anche considerando un 30% in media di spese extra per lo sdoganamento.
Sui tempi di consegna poi dipende dalla logistica utilizzata, i grandi store cinesi ormai riescono a spedire dalla Cina anche in una settimana senza ricarichi sul prezzo e senza dover pagare sostanziosi extra per la consegna rapida via corriere, mentre magari rischiate di attendere uno o due mesi per un pacchetto in arrivo dall’Inghilterra che invece è lì dietro l’angolo.
Attenzione infatti agli acquisti dal Regno Unito, nonostante geograficamente si trovi in Europa dopo la Brexit gli acquisti sono soggetti al pagamento di IVA e dazi alla pari di acquisti fatti in Cina , Giappone o Stati Uniti, con l’aggravante di un servizio postale tra i meno efficienti, cosa che potrebbe rendere poco conveniente un acquisto che sulla carta sembra un affare.
Insomma alla fine spesso è meglio rivolgersi a venditori europei, facendo attenzione ai costi di spedizione e che il prodotto sia effettivamente in Europa e che il venditore non stia facendo dropshipping dalla Cina, cosa che ci porterebbe alle stesse problematiche di un acquisto extra comunitario.
Voi acquistate spesso da fuori Europa? Vi sono capitate disavventure con la dogana? Avete qualche dubbio, curiositá o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti
Negli uffici postali da tempo non si va solo per spedire o ricevere corrispondenza o per pagare i bollettini ma anche per una lunga schiera di prodotti e servizi che sfruttano la capillarità degli uffici postali per essere piazzati.
Infatti ormai le poste vendono di tutto, dai prodotti finanziari a quelli assicurativi, carte prepagate, sistemi di identità digitale, telefonia mobile, abbonamenti internet e chi più ne ha più ne metta.
In passato hanno addirittura provato a trasformarsi in una sorta di bazar con articoli di cartoleria ed elettronica, anche se è un servizio che è andato a scomparire nel tempo.
il problema è che a volte ciò che offrono non è sempre quello che ci conviene ma la comodità o l‘inesperienza dell’utente porta a sottoscrivere dei contratti che potrebbero non essere la migliore opzione per le proprie esigenze, altre volte l’offerta anche se é non la migliore in assoluto è comunque competitiva.
E ora ad aggiungere carne al fuoco è anche la novitá che le poste entrano nel mercato della fornitura di gas e energia elettrica, con una mossa furba che sfrutta le difficoltá degli operatori concorrenti rimasti bloccati dalle iniziative del governo e che hanno in pratica fatto scomparire le offerte a prezzo fisso, potendo lanciare come nuovo operatore delle offerte sia a prezzo bloccato per 24 mesi che a canone fisso rinegoziabile dopo 12 mesi in base ai consumi pregressi.
Anche se le tariffe non sono le piú basse in assoluto la certezza di non sforare i budget familiari dati i continui aumenti di gas e luce dovuto alla situazione internazionale faranno gola a tanti e comunque avere un operatore in piú con le spalle larghe non puó che fare gioco ai consumatori costringendo la concorrenza , nei limiti del possibile, a reagire.
C’è da segnalare che l’offerta al momento è destinata solo a chi cambia operatore, quindi non è possibile attivare contratti ex novo o subentrare sul contatore di un precedente inquilino, ma solo cambiare operatore su un contratto di fornitura preesistente.
Insomma una possibilitá in piú per cercare di tenere a freno il costo delle utenze, voi fidate di un operatore postale che vende anche energia? Avete pensato di sottoscrivere il servizio o resterete con il vostro operatore abituale? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!
Oggi parliamo di SPID, il sistema pubblico di identità digitale , strumento necessario per dialogare con l’amministrazione pubblica in via telematica e che nel tempo ha sostituito vari sistemi di accesso spesso basati su password e pin, come quello per l’accesso al sito dell’INPS , ma la cosa si estende a praticamente tutti gli enti statali, locali o parastatali : dai ministeri, all’agenzia delle entrate, dal bollo auto alla forza pubblica, alle regioni o ai comuni ormai tutti adottano questo strumento.
Essendo uno strumento al tempo stesso burocratico e tecnologico sicuramente non è la cosa più immediata da comprendere, quindi è lecito farsi delle domande: A che serve? Come si usa? Se ne può fare a meno e soprattutto quanto costa?
Vediamo di rispondere a queste domande: serve ad identificare chiaramente una persona per via telematica, infatti quando presentiamo le nostre istanze, domande, richieste da casa di fronte allo schermo del computer non c’è direttamente un impiegato che possa accertarsi dell’identità della persona con cui sta parlando, quindi qualcuno di diverso dall’interessato potrebbe fare richieste al suo posto, visualizzare informazioni private e personali come ad esempio i cedolini della pensione o lo stato di salute, sia esso una persona autorizzata, come magari il nipote che aiuta il nonno poco avvezzo alle tecnologie o un malintenzionato che si spaccia per l’interessato.
E lo fa con un’unica registrazione valida per tutti gli enti abilitati allo SPID, quindi una volta ottenuto potremmo utilizzarlo senza effettuare delle registrazioni ad ogni diverso sito delle varie amministrazioni, cosa che se da una parte è comoda potrebbe diventare pericolosa se qualcuno venisse a conoscenza delle nostre credenziali.
Fortunatamente ci sono più livelli di sicurezza, a seconda dell’importanza delle informazioni richieste dall’ente, quindi a seconda del tipo di operazione potrà esserci un livello di sicurezza differente: per il primo livello basta avere la nostra user e password del nostro SPID, per il secondo serve anche ricevere tramite un sms o una app sul cellulare un codice temporaneo che impedisce al malintenzionato di spacciarsi per voi dato che dovrebbe avere accesso al vostro telefono, per arrivare al terzo livello , usato più raramente, dove per completare l’operazione è richiesto anche un dispositivo fisico come la tessera sanitaria o la carta di identità elettronica opportunamente abilitata, una smart card o un sistema di firma digitale.
Per utilizzarlo basterà andare sul sito dell’ente o dell’amministrazione al quale vogliamo accedere e cliccare il pulsante “Entra con SPID”: si aprirà un elenco di società, chiamati in gergo Identity Provider, e scegliere quella con la quale abbiamo sottoscritto il servizio, perché come per la PEC si tratta di un servizio fornito da delle aziende private che applicano le proprie condizioni economiche e diverse tipologie di servizio, e inserire le nostre credenziali per l’autenticazione, ottenendo cosi l’accesso di primo livello. All’ interno poi del sito dell’ente, se dobbiamo fare operazioni più specifiche della semplice consultazione del nostro profilo come ad esempio inoltrare una domanda o inviare un modulo ci sarà richiesta l’autorizzazione di secondo livello tramite il codice temporaneo o la app che otterremo tramite il cellulare collegato al nostro SPID.
Essendo il servizio erogato da delle aziende private autorizzate dallo stato, ognuna ha le sue tecnologie, le sue regole e i suoi costi, e se per i privati molte ditte danno la possibilità di avere un servizio più o meno gratuito, le cose cambiano per aziende e professionisti che pagano un canone annuale per il servizio che può variare parecchio a seconda del fornitore.
Per i privati, dicevamo, con alcuni identity provider si riesce ad ottenere il servizio senza il pagamento di un canone annuo ma possono essere a pagamento le operazioni per il riconoscimento del richiedente, cioè quando all’iscrizione un loro impiegato controlla la nostra identità e la corrispondenza coi nostri documenti fisicamente o collegato in videochiamata, cosa non necessaria se abbiamo già un altro sistema di identità digitale, oppure la ricezione degli SMS per l’autenticazione di secondo livello qualora non sia disponibile una app.
Parlavamo di altri sistemi di identità digitale, perché lo SPID non è l’unico che ci consente l’autenticazione coi servizi pubblici, anche se probabilmente è quello più diffuso, ne esistono di altri utilizzati magari in ambiti più specifici o di minore diffusione come la tessera sanitaria, la carta di identità elettronica o la firma digitale.
Le prime due sono un’estensione dei documenti che abbiamo sempre con noi nel portafoglio, che richiedono un’abilitazione da richiedere gratuitamente rispettivamente alla regione o al comune con il rilascio di apposite credenziali per permettere la lettura del documento tramite un apposito lettore collegato al nostro computer o smartphone, mentre la terza è un sistema rilasciato generalmente a pagamento da un’autorità digitale che certifica strettamente il richiedente e permette la firma di documentazione in forma digitale.
Quindi in definitiva lo SPID è comodo ma non è indispensabile per l’accesso ai servizi digitali pubblici che hanno un sistema alternativo, e che quindi avranno oltre al bottone ”Entra con SPID” uno simile “Entra con CIE” o “Entra con CNS”, rispettivamente per la carta di identità elettronica che dovrà essere poggiata su un lettore NFC come quello presente su molti smartphone e confermata con la propria password , e per la tessera sanitaria – carta nazionale dei servizi , che se opportunamente abilitata, andrà inserita in un apposito lettore usb collegato al nostro computer e confermata dal nostro PIN.
Voi eravate a conoscenza di questi sistemi? Avete qualcosa da aggiungere, dubbi o curiosità a riguardo? Scrivetele nei commenti, noi come al solito li leggeremo e vi risponderemo.
Col nuovo anno si dovrà ripagare una tassa piuttosto antipatica, quella sul possesso degli apparecchi radio televisivi, comunemente chiamato canone Rai, e anche per quest’anno lo si dovrà pagare nella bolletta elettrica spalmato in 10 rate da 9 euro come avviene già da qualche anno, la novità è che parrebbe che a causa di una richiesta della comunità europea questo sarà, a meno di proroghe l’ultimo anno per cui lo si dovrà pagare sulla bolletta elettrica.
Questa soluzione ha permesso di contrastare l’evasione del canone consentendo di ridurre l’importo ed evitando di doverci recare alle poste per il pagamento. Purtroppo cosa accadrà dal 2023 non è dato sapere, se il pagamento dovrà essere fatto con bollettino postale come si faceva fino al 2015 o con F24 come deve fare attualmente chi non è titolare di utenza elettrica ma è comunque tenuto a pagare il canone, ne se l’importo aumenterà e se come è stato paventato verrà richiesto di pagarlo non solo a chi ha un apparecchio televisivo in casa ma anche a chi possiede uno smartphone o un computer in quanto in grado di vedere le trasmissioni televisive tramite siti o app.
Allo stato attuale il non possedere un apparecchio televisivo, o averne uno non più adatto alla ricezione del segnale tv perché magari non compatibile col nuovo digitale terrestre è motivo di esenzione dal canone, quindi in questi casi basterà mandare ogni anno entro il 31 gennaio per raccomandata o via pec un’apposita autodichiarazione dove si attesta di non possedere nessun apparecchio adatto alla ricezione del segnale televisivo per essere esentati dal pagamento, e nel caso è pure possibile richiedere il rimborso di cifre pagate qualora il mancato possesso, o altra causa di esenzione come per gli anziani a basso reddito o per i diplomatici stranieri, avvenisse nel corso dell’anno.
Quello che non è più possibile invece è il suggellamento del televisore, cioè la disattivazione del televisore ad opera della guardia di finanza, che lo sigillava dentro un sacco di juta permettendo di avere l’esenzione dal canone rai senza doversi disfare dell’apparecchio.
Ovviamente se è pur vero che sarà difficile che si venga controllati, firmare un’autodichiarazione falsa è un reato penale: il gioco non vale la pena per risparmiare 90 euro all’anno: meglio a quel punto sbarazzarsi del televisore o se proprio la si vuole fare sporca intestare l’abbonamento elettrico della nostra abitazione a un familiare che già paga il canone e che quindi non è tenuto a pagare un secondo abbonamento in quanto seconda casa. In tal caso staremo evadendo il canone, dato che in quel caso dovremmo pagarlo tramite F24, ma senza dichiarare il falso.
Certo vista la qualità del servizio pubblico, la voglia di non pagare il canone è tanta, ma contrariamente dal nome con cui si è solito chiamarlo, è pur sempre una tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo e non un abbonamento ad una pay tv che possiamo disdire a piacimento e le tasse volenti o nolenti vanno pagate.
Quello che è da sapere è che esistono dei rari casi per i quali non deve essere pagato, o per cui esistono delle eccezioni, cosi come esistono dei canoni speciali dovuti da aziende o strutture ricettive come alberghi o ristoranti che sono tenuti a pagare un canone più alto di quello pagato da un comune cittadino qualora abbiano un televisore in azienda.
Quindi per quest’anno se ci siamo sbarazzati del televisore siamo ancora in tempo a chiedere l’esenzione, in attesa di capire cosa succederà nel 2023 quando effettivamente molti televisori a causa del nuovo digitale terrestre non saranno effettivamente più in grado di ricevere le trasmissioni, e magari se non si hanno altri tv compatibili o decoder diventerà l’occasione per sbarazzarsi definitivamente del canone. Voi ne eravate al corrente? Avete mandato la disdetta del canone rai? Avete qualche dubbio, curiosità o suggerimento? Scrivecelo nei commenti.
Riprendiamo il discorso dogana per gli acquisti dall’estero di cui vi parlavo in un articolo precedente, perché è arrivato il fatidico 1 luglio 2021 e sono cambiate le normative per gli acquisti che facciamo dall’estero, con cambiamenti che impatteranno in maniera sostanziale anche sui consumatori.
Innanzitutto finisce il regime “VAT De Minimis” che consentiva l’esenzione da dazi e IVA sugli acquisti extra UE inferiori ai 22 euro che ci consentiva di fare acquisti di prodotti economici nelle varie piattaforme e-commerce orientali a prezzi molto vantaggiosi, col solo svantaggio di tempi di consegna non particolarmente celeri.
Inoltre con l’aggiornamento della modulistica necessaria per l’importazione le dogane conoscono molto più precisamente il contenuto e il valore reale dei pacchi anche senza dover fare dei controlli a campione, evitando la prassi di qualche venditore furbetto che dichiarava un valore molto contenuto per riuscire ad evadere l’IVA rientrando nella fascia dell’esenzione.
Questo significa che qualsiasi articolo di natura commerciale che arriva da un paese non facente parte della comunità europea sarà soggetto all’iva: per gli articoli sotto i 150 euro potrà essere direttamente il sito dove effettuate l’acquisto a riscuotere la tassa per voi, evitando di dover pagare iva e diritti postali al postino. Sopra il valore di 150 euro dovrete comunque pagare iva, dazi e diritti postali al postino o al corriere che vi consegna il pacco.
L’unica esenzione che rimane è per gli acquisti di carattere non commerciale, quindi spediti in maniera occasionale da privato a privato, che sotto i 45 euro di valore restano esentati dal pagamento di iva, dazi e diritti postali.
Fortunatamente cambiano anche i diritti postali, che si fanno decisamente più leggeri specie per gli invii di valore contenuto: sotto i 22 euro di valore, qualora l’IVA non sia stata già pagata alla fonte, pagheremo solo 2 euro di diritti postali oltre all’IVA, entro i 1000 euro di valore i diritti postali saranno di 5 euro, per arrivare a 15 euro nel caso il valore superi i 1000 euro, il pacco contenga prodotti da collezione, abbia delle irregolarità doganali che richiedono ulteriori verifiche o che sia destinato ad una società.
C’è da dire che il cambiamento creerà disservizi e rallentamenti per i beni passati in dogana a cavallo delle nuove normative, anche considerando i lunghi tempi di spedizione: un prodotto di valore inferiore ai 22 euro magari spedito a giugno 2021, se passa in dogana dopo il primo luglio si troverà a dover pagare IVA e i 2 euro di oneri di sdoganamento al postino, anziché essere consegnato senza alcuna spesa al destinatario come avveniva in precedenza, se fosse passato in dogana entro il 30 giugno.
Ovviamente alla fine della fiera, come consumatori pagheremo di più perché volenti o nolenti saremo costretti a pagare sempre e comunque l’IVA dato che non sarà più tecnicamente possibile evaderla, mentre in precedenza, pur essendo in buona fede capitava, vuoi perché il pacco non veniva controllato in dogana o vuoi perché il mittente giocava con le spedizioni, di non pagarla.
C’è anche da dire che con quelle tasse finanziamo i servizi al cittadino e non potendo più eluderle si elimina il vantaggio che i venditori stranieri, dato che non pagandole potevano fare prezzi più bassi, avevano nei confronti di quelli europei che dovendo pagare le tasse erano costretti a fare prezzi più alti: alla lunga quindi si aiuta la nostra economia.
Il vantaggio è che teoricamente non avremo più sorprese con la dogana e sotto i 150 euro tendenzialmente sarà il sito dove acquistiamo che aggiungerà l’IVA direttamente sul carrello in fase di pagamento togliendoci la scocciatura di dover pagare qualcosa al postino.
Magari qualche problema potrebbe nascere per gli acquisti in dropshipping, dove pur acquistando da un sito o un venditore europeo la spedizione parte da un magazzino estero, esempio dalla Cina, in quel caso se l’IVA non è stata pagata alla fonte, ci troveremo magari inaspettatamente, a dover pagare IVA e diritti al postino.
Ad ogni modo ci dovremmo abituare ad un nuovo sistema, e magari a rivalutare dove acquistare alcune tipologie di articoli. Voi ne eravate al corrente? Scrivetelo nei commenti!