Autore: admin

  • Come migliorare la velocitá della connessione in fibra

    Come migliorare la velocitá della connessione in fibra

    Chi di voi ha una connessione internet in fibra ottica a casa é probabile che soffra di un problema con la ricezione del segnale wifi, infatti nei punti piú periferici della casa il segnale tende ad essere lento o a scomparire, e il problema diventa evidente per case disposte su piú piani o comunque se il segnale deve attraversare piú di una stanza. 

    Inoltre generalmente , per velocizzare le operazioni di installazione, il router della fibra viene installato nei pressi dell’ingresso dell’abitazione e se questo non è al centro della casa si creeranno giocoforza delle zone d’ombra a meno che la casa non sia di dimensioni molto contenute.

    Per quanto il gestore vi possa proporre magici sistemi di super wifi, generalmente non si vá oltre la fornitura a caro prezzo di un router di qualitá migliore o di un ripetitore che spesso non valgono la differenza di prezzo richiesta, anche perché comprandoli per conto nostro ammortizzeremo la spesa in pochi mesi anziché pagare un canone maggiorato a vita.

    Inoltre c’è da considerare che se vogliamo sfruttare l’intera velocità di una connessione FTTH a un gigabit o piú , per evitare colli di bottiglia anche i dispositivi che utilizziamo per collegarci o estendere la rete devono essere compatibili con le piú recenti tecnologie. 

    Quindi a differenza di una connessione ADSL o mista fibra rame (FWA o FTTC) dove non superando i 200 megabit potevamo permetterci il lusso di estendere la rete con un vecchio cavo ethernet, un ripetitore wifi o un access point da pochi euro preso nel centro commerciale, dovremo fare piú attenzione a cosa utilizziamo se vogliamo usare tutta la velocitá disponibile.

    Infatti se ci colleghiamo con un cavo di rete, soluzione da preferire a prescindere per ottenere le massime velocitá dobbiamo accertarci che il cavo sia almeno di categoria 5e e che il dispositivo sia connesso ad una porta lan ad almeno 1 gigabit, sia lato computer che lato router, hub  o access point: se non lo avesse per sfruttare la banda piena va cambiato il dispositivo con uno piú moderno e/o utilizzata una scheda di rete gigabit esterna da attaccare a una porta usb3 del computer , reperibile per pochi euro su internet, soluzione consigliata anche per chi avesse un computer senza presa di rete integrata.

    Discorso simile anche per i dispositivi wifi: dove non è possibile utilizzare la rete cablata, neanche tramite l’adattatore usb/ethernet che dicevamo, se si vogliono raggiungere le massime velocitá i dispositivi, sia il router / access point che il dispositivo connesso a internet (tablet, smartphone, computer, etc.) deve supportare velocitá di almeno 1 gigabit, generalmente riservate ai dispositivi wifi 5 di fascia alta o wifi 6.

    Inoltre qualora volessimo estendere il segnale é bene evitare l’uso di ripetitori wifi, ma piuttosto preferire l’uso di access point o router secondari, compatibili con le ultime tecnologie, collegati via cavo al router principale, anche a costo di far qualche buco nelle pareti e farlo passare lungo i muri, evitando possibilmente anche sistemi mesh o powerline che per quanto piú comodi e di facile installazione non riescono a garantire le stesse velocitá di un cavo ethernet, visto che si tratta di portare almeno 1 gigabit e che la banda potrebbe facilmente saturarsi.

    Insomma avere tanta banda richiede qualche spesa in piú se la si vuole sfruttare a pieno, altrimenti si hanno dei colli di bottiglia, che influenzano i dispositivi collegati in cascata:  infatti se attaccate un vecchio pc non compatibile con il nuovo router fibra non avrete problemi, ma se invece collegate al nuovo router un vecchio ripetitore wifi o un access point, magari attaccato con un altrettanto vecchio cavo ethernet, i dispositivi che vi si collegheranno, anche se fossero nuovi fiammanti e compatibili con le ultime tecnologie sarebbero limitati alle velocitá del vecchio dispositivo che fa dá collo di bottiglia, e che in quel caso conviene sostituire visto che la spesa per la sostituzione generalmente non è esagerata.

    Poi nulla vi vieta di andare più lenti della massima velocità fornita dal vostro gestore internet, ma è un peccato non sfruttarla, specie se per ragioni di studio, svago o lavoro dovete utilizzare diversi dispositivi contemporaneamente.

    Voi avete la fibra FTTH in casa? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti

  • L’ascesa delle auto cinesi

    L’ascesa delle auto cinesi

    In un periodo dove per via della mancanza di componenti non è semplice acquistare un’automobile si stanno facendo breccia nel mercato nuovi marchi di provenienza cinese ed alcuni stanno ottenendo anche dei risultati di vendita importanti soprattutto alla luce del fatto che si tratta di case perlopiú sconosciute ai consumatori europei.

    Ma vuoi per i prezzi interessanti, specie per quelle elettriche o ibride, e vuoi per la disponibilitá in pronta consegna che è diventata una chimera per i marchi piú famosi, e vuoi per una qualitá tutto sommato accettabile e delle buone dotazioni per il prezzo richiesto, e spesso pure per una durata della garanzia piú lunga della media si stanno iniziando a fare breccia nel mercato.

     Se poi ci vengono proposti degli sfiziosi SUV bene accessoriati, con una linea moderna al prezzo di un’utilitaria e magari pure con 7 anni di garanzia, spesso venduti dallo stesso concessionario che tratta i principali marchi europei o giapponesi la tentazione di provare il nuovo marchio orientale è tanta.

    E se poi è pure disponibile in pronta consegna o comunque in tempi ragionevoli a differenza dei soliti marchi che ormai si fanno aspettare per mesi, soprattutto se si ha premura di avere la macchina nuova la scelta si fa interessante.

    Certo per il consumatore sembra un’occasione ghiotta, meno per chi lavora nelle fabbriche automobilistiche europee, perché di fatto è l’ inizio dell’invasione del mercato da parte dei cinesi e probabilmente succederá quello che è successo con televisori e telefonini nel passato, dove le aziende cinesi hanno preso il posto delle storiche case occidentali, destinando alla chiusura buona parte delle nostre fabbriche.

    E questo sará ancora piú evidente per le auto elettriche, dato che le tecnologie e le materie prime per la produzione delle batterie sono prevalentemente in mano ai cinesi, al punto che attualmente parte della produzione delle auto elettriche dei marchi occidentali arriva dalla Cina, o che comunque gran parte delle batterie montate sulle auto elettriche europee sono di produzione cinese.

    Purtroppo alcuni dei marchi che siamo abituati a vedere nelle nostre strade, probabilmente anche quello della nostra auto, sono destinati a scomparire o a ridursi notevolmente soprattutto quando, dal 2035 entrerá in vigore in Europa lo stop alla vendita di auto a motore termico e verranno con buona probabilitá sostituiti da strani e magari impronunciabili costruttori di automobili elettriche del celeste impero.

    Magari alcuni marchi continueranno ad esistere rimarchiando col proprio nome delle macchine elettriche di produzione cinese, un pó come succede per i televisori o per le moto dove troviamo prodotti di blasonate case dall’illustre passato venduti a prezzi stracciati  e che non sono altro che dei prodotti asiatici venduti da un importatore che ha ottenuto la licenza sul nome del marchio caduto in disgrazia a cui vengono applicate le effigi e magari il nome di un modello iconico del passato. 

    Insomma prepariamoci a un triste futuro dove le auto perderanno la loro anima essendo diventate una commodity , dove una vale l’altra come fosse una lavatrice o un frigorifero, l’importante è che costino poco e che ci portino da A a B senza troppi problemi.

    Voi conoscevate o avete giá provato un’auto cinese? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Perché la bolletta sta aumentando

    Perché la bolletta sta aumentando

    Una cosa che non possiamo negare di questi tempi è l’aumento spropositato delle nostre bollette, che a sentire tv e giornali pare essere conseguenza della guerra in Ucraina. 

    In realtá non é proprio cosi, in quanto le bollette stavano giá aumentando prima del conflitto, che semmai ha peggiorato le cose ma non é la causa diretta.

    Tutto dipende da come i prezzi dell’energia vengono stabiliti che a causa di regolamenti astrusi nati per favorire i produttori di energia rinnovabile ci si stanno ritorcendo contro in un momento dove anche a causa del conflitto e delle speculazioni finanziarie legate alla futura disponibilitá del gas, si alzano i costi della principale materia prima dell’energia verde, proprio quando si era deciso di limitare la produzione di energia da carbone e nucleare.

    Infatti è il meccanismo del prezzo marginale che si usa obbligatoriamente per determinare i costi dell’energia ad essere il problema: infatti chi produce energia non la vende a un prezzo di produzione piú un suo corretto margine di guadagno, ma la mette all’asta al prezzo di produzione, sapendo che le verrá pagata per legge a un prezzo piú alto, quello del fornitore che potrá garantire la  quantitá di energia necessaria a quell’asta.

    Facciamo un esempio se il fabbisogno fosse di 100 unita e io produttore A ne ho disponibili 20 che vendo a 1 euro, il mio concorrente B ne ha 30 che vende a 1,50 euro, un altro ancora C ne ha altre 40  che vende a 2 euro , e D altre 50 che vende a 3 euro: il sistema , tramite il meccanismo dell’acquirente unico, comprerá le mie 20, le 30 di B, le 40 di C  e 10 delle 50 di D per soddisfare il fabbisogno di 100 unitá ma le pagherá a tutti 3 euro cioé il prezzo che fá D, quello piú alto del lotto, in questa maniera D non ci perde, mentre A, B e C guadagnano. Questo meccanismo nasce per favorire i produttori di energie rinnovabili che in condizioni normali costerebbe di piú produrre rispetto a sistemi piú inquinanti, potendo competere ad armi pari.

    Purtroppo peró con il gas alle stelle sarebbe piú economico comprare l’energia da fonti rinnovabili, che invece si vedono tassare gli extra profitti con le regole appena introdotte per calmierare il mercato, quindi non incrementano la produzione costringendo ad usare l’energia prodotta con il gas che é quella piú cara al momento e comprandola al prezzo di quella prodotta con il gas: insomma un bel pasticcio al quale si aggiunge il fatto che il prezzo del gas viene determinato non con il prezzo di mercato fatto dal fornitore, ma tramite i futures piazzati alla borsa di Amsterdam, dove gli speculatori comprano il gas al prezzo attuale ma lo rivendono a un prezzo sostanzialmente piú alto scommettendo sulla futura indisponibilitá del gas facendone alzare i prezzi, giocando sul fatto che sostituire il gas russo richiede ingenti investimenti e soprattutto lunghe tempistiche che possono portare ad una prolungata mancanza di prodotto sul mercato che ne farebbe schizzare i prezzi, dato che è essenziale per la produzione di energia e difficilmente rimpiazzabile con altre fonti.

    Insomma un problema nel problema, che unita alla poca voglia di una soluzione diplomatica al conflitto ucraino, e anzi con la possibile fine della globalizzazione per tornare a un mondo diviso in due schieramenti come ai tempi della guerra fredda , porterá i costi dell’energia, specie in Europa fortemente dipendente dal gas russo, ad aumenti dei costi dell’energia veramente consistenti almeno sino a quando, e se sará possibile, verranno trovate delle fonti energetiche alternative.

    Le aspettative quindi non sono per nulla rosee a meno di importanti decisioni politiche in seno al parlamento Europeo, che non sembrano all’ordine del giorno.

    Voi cosa ne pensate? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti.

  • Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come limitare i consumi elettrici in casa

    Come abbiamo imparato a conoscere guardando la nostra bolletta della luce, i prezzi dell’energia sono aumentati considerevolmente: a paritá di consumi la bolletta é piú che triplicata rispetto al passato e probabilmente salirá ancora, ma cosa possiamo fare per tamponare la situazione?

    In linea teorica si potrebbe provare a cambiare gestore elettrico, fate pure dei preventivi ma al momento difficilmente un nuovo contratto elettrico sará piú conveniente di uno vecchio, anche perché i prezzi sono talmente aumentati che molti gestori elettrici non solo non fanno piú nuovi contratti a tariffa bloccata, ma stanno disdicendo quelli in essere per non rischiare il fallimento.

    Quello che ci rimane da fare è cercare per quanto possibile di consumare meno, mettendo in pratica i soliti consigli anti spreco a cui magari non facevamo attenzione con i vecchi prezzi dell’energia.  

    Pertanto fare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, accendere lo scaldabagno solo quando ci serve l’acqua calda , se abbiamo un contratto energetico con fascia bioraria o comunque il contratto prevede delle agevolazioni in determinati giorni o orari usate in quelle fascie gli elettrodomestici piú energivori specie quelli che possono partire con un timer come appunto lavatrici e lavastoviglie.

    Ed è bene sapere quali sono gli elettrodomestici piú costosi da utilizzare e provare a limitarne l’utilizzo e magari sostituirli da qualcosa di piú efficiente: stufette, phon , ferri da stiro, forni, bistecchiere, trapani, elettroutensili, friggitrici ad aria, piani cottura ad induzione, condizionatori, piastre per capelli e tutti quei prodotti che scaldano tramite una resistenza, sono quelli che pesano di piú sulla bolletta.

    Una buona idea è quella di sostituire le lampadine della casa , specie se sono alogene o a filamento con quelle a LED, visto che i prezzi si sono abbassati si ammortizzano in fretta e si consuma molto meno a paritá di luce emessa.

    Spegnamo gli apparecchi quando non utilizziamo: tenere accesa la tv , la luce o il climatizzatore quando non siamo nella stanza fá girare il contatore senza darci un reale vantaggio , per limitare i consumi possiamo inoltre utilizzare al meglio gli apparecchi seguendo le indicazioni del produttore e fare regolare manutenzione.

    E se abbiamo in casa elettrodomestici energivori con qualche anno sulle spalle, potrebbe valere la pena di sostituirli con prodotti nuovi piú efficienti, specie se nel frattempo le tecnologie si sono evolute: un’aspirapolvere, un televisore o un climatizzatore moderno consumano considerevolmente meno di uno di 10 anni fa, quindi targhetta dei consumi alla mano potrebbe valerne la pena cambiarli con l’ultimo modello.

    Se in casa abbiamo due prodotti simili potremmo preferire quello piú piccolo se consuma meno: guardare il tg nel televisore della cucina anziché in quello enorme in salotto, o usare l’elettrodomestico o l’utensile piú piccolo e lento al posto di quello piú grande e veloce che peró consuma di piú ci aiuta a tagliare la bolletta.

    Inoltre , specialmente in cucina, é possibile utilizzare degli utensili a mano, a gas o a batteria al posto di quelli elettrici, magari sono un pó piú scomodi ma a seconda dei casi si risparmia tanta corrente: guardate le etichette, se il gioco non vale la pena per uno spremiagrumi da 30 watt, magari vale per un tostapane da 1000w o per una bistecchiera da 2000w.

    Altra soluzione potrebbe essere dotarsi di un impianto fotovoltaico, i cui costi sono diminuiti parecchio , così come quelli di alcune soluzioni di accumulo dell’energia per avere , condizioni metereologiche e disponibilitá di spazi permettendo, energia elettrica a costo zero, anche eventualmente per un limitato set di strumenti elettrici: quelli piú piccoli pensati per i camper possono stare anche in un balcone e si portano a casa con poche centinaia di euro.

    Insomma diventa essenziale ingegnarsi e almeno sin quando non si saranno calmate le acque cercare di limitare i consumi.

    Voi che soluzioni avete escogitato per limitare i consumi? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Le politche di Amazon stanno cambiando?

    Le politche di Amazon stanno cambiando?

    Chi di voi acquista spesso su Amazon forse lo avrá notato, alcune politiche di Amazon, azienda che si è sempre distinta per una maniacale attenzione al cliente con un servizio clienti che dava sempre soddisfazione alla propria clientela, sta iniziando lentamente a cambiare registro.

    E non parlo del recente aumento del costo del prime che abbiamo trattato in precedenza, passato da 36 a 49.90 € annui, che se vogliamo è solo un piccolo tassello del puzzle: anche i servizi di consegna si stanno semplificando togliendo o limitando alcune soluzioni molto comode: ad esempio il servizio di consegna presso i punti di ritiro spesso non é disponibile nei punti a noi piú comodi costringendo a sceglierne uno piú lontano o a doverci rinunciare, cosa che magari non è un problema se abbiamo qualcuno che possa ricevere il nostro pacco, meno se quando siamo a lavoro non c’è nessuno in casa.

    Altro tassello sono i resi gratuiti, altro cavallo di battaglia dell’e-commerce americano: sebbene i famosi 30 giorni di ripensamento che ci consentono di provare un prodotto e magari di cambiare idea senza dover fornire spiegazioni continuano ad esserci, non sono piú applicati sull’intero catalogo , pertanto bisogna fare attenzione sulla pagina del prodotto dove è specificato se ne abbiamo diritto, ma soprattutto, fuori dalle tempistiche del diritto di recesso previsto per legge, vi verranno addebitati dei costi di reso, in particolare se si sceglie il ritiro a domicilio, che in precedenza non erano applicati.
    A dire il vero al momento generalmente é ancora possibile il reso gratuito ma soltanto con una specifica modalitá tra quelle disponibili che per noi puó essere quella piú scomoda, altrimenti dobbiamo pagare 5,75 euro per il ritiro a domicilio standard, 4€ per il punto di ritiro o addirittura 50 euro per oggetti voluminosi, cosa che potrebbe farci desistere dal richiedere il reso.

    Tendenzialmente la soluzione gratuita è il ritiro presso un locker, cosa che può rivelarsi scomoda specie se non ce ne sono tanti dalle nostre parti. Va anche tenuto conto che se l’oggetto non é venduto direttamente da Amazon Italia, ma da un venditore terzo o da un Amazon estero i costi di reso ci verranno comunque addebitati a meno che non ci si avvalga del diritto di recesso previsto per legge nei primi 14 giorni dall’ordine.

    E ancora il servizio clienti di Amazon non risponde più per determinati articoli venduti da marketplace, se giá alcuni non erano spediti dalla logistica di  Amazon ma dal venditore terzo con l’impossibilitá di cumulare la spedizione e risparmiare sulle spese di consegna, alcuni articoli, tipicamente alcuni di quelli venduti da venditori asiatici delegano il servizio clienti direttamente al venditore, che applicherá le proprie regole, tendenzialmente meno accondiscendenti di quelle di Amazon: in pratica é come acquistare direttamente su store cinesi come Aliexpress senza i vantaggi , soprattutto in termini di tempi di consegna, dell’acquisto su Amazon, a quel punto tanto vale comprare direttamente da uno store cinese dove tendenzialmente i prezzi sono piú bassi.

    Va quindi fatta attenzione sulla scheda prodotto al box dove viene indicato chi é il venditore (Amazon o un venditore terzo), chi ha in carico la spedizione (la logistica di Amazon o lo stesso venditore) e chi ha in carico il servizio clienti (Amazon o il venditore stesso), cosa che potrebbe suggerisci di evitare l’acquisto e di orientarci su un prodotto simile che per pochi spiccioli in piú magari è spedito e garantito direttamente da Amazon con tutte le sicurezze del caso, senza dover rischiare che in caso sorgessero dei  problemi non ci vengano risolti.

    Insomma , questo non significa che bisogna scappare da Amazon, ma solo di fare un pó piú attenzione e non dare sempre per scontato che acquistare dal celebre portale sia l’opzione migliore, anche perché possono esserci valide alternative che hanno lo stesso prodotto a prezzi inferiori, specie per determinate tipologie di prodotti.

    Voi ne eravate al corrente? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Conviene riparare o cambiare la TV?

    Conviene riparare o cambiare la TV?

    A volte capita che la tv smetta di funzionare e ci chiediamo se valga la pena o meno di cambiarla o portarla a riparare.

    Beh molto dipende dai casi ma nella maggior parte la soluzione più conveniente è comprarne una nuova, dato che i prezzi sono scesi in quanto il mercato è stato inondato di apparecchi per sostituire quelli che non possono ricevere il nuovo digitale terrestre e magari si riesce ancora ad usufruire dei bonus o comunque di promozioni da parte dei rivenditori per la rottamazione.

    E’ però vero che se noi abbiamo in mente di cambiare televisore solo perché il nostro non riceve il digitale terrestre possiamo sempre affiancargli  un decoder esterno dal costo di poche decine di euro e risolvere il problema, anche se la soluzione non è certo la più pratica specie se chi deve usare l’apparecchio è poco avvezzo alla tecnologia o magari di una certa età.

    Se invece il televisore è difettoso, andrebbe fatto vedere da un tecnico, ma tenete conto che per stilare un preventivo probabilmente vi chiederà dei soldi, che nel caso vi sconterà qualora eseguiate la riparazione , oltre al fatto che dovrete smontare, trasportare e rimontare l’apparecchio per raggiungere il centro di assistenza.

    E l’altra cosa da tenere a mente è che il costo dei ricambi, specialmente se va sostituito il pannello può essere superiore al costo di un televisore nuovo di pari dimensioni.

    Questo significa che se il televisore è caduto a terra e lo schermo si è fatto a pezzi o ha delle trame tipo ragnatela o delle aree scure sicuramente non conviene neanche perdere tempo : chiamate pure il servizio rifiuti ingombranti del vostro comune e compratene uno nuovo.

    Se invece il si sente l’audio ma non il video, e magari puntano una torcia verso lo schermo si intravede l’immagine c’è qualche speranza in più: si sono fulminate le lampade della retroilluminazione del pannello: se è disponibile il ricambio la riparazione è fattibile ma serve un tecnico che abbia la pazienza di fare questa operazione , spesso i centri di assistenza ufficiali propongono di cambiare direttamente il pannello e in tal caso non ne varrebbe la pena.

    Qualche possibilità di una riparazione a buon mercato l’abbiamo in caso di difetti all’alimentazione, quando il televisore non si accende completamente e anche il led rimane spento, così come qualche difetto alla ricezione del telecomando o delle porte non funzionanti, sempre ammesso e non concesso che il ricambio sia disponibile e che non costi uno sproposito.

    Ad ogni modo il consiglio è di fare una telefonata o passare dal tecnico spiegando il difetto riscontrato il più precisamente possibile e chiedendo se ne vale la pena portarglielo per un controllo o comprarlo direttamente nuovo.

    C’è anche da dire che se il televisore ha già tanti anni alle spalle la qualità del sostituto, magari risoluzione e dimensioni maggiori, così come le funzioni smart e il consumo ridotto potrebbero rendere comunque conveniente la sostituzione, magari relegando quello riparato ad un’altra stanza.

    Voi avete un televisore che fa le bizze e pensate di farlo riparare? Avete bisogno di consigli, dubbi , suggerimenti? Scrivetelo nei commenti.

  • La garanzia sui prodotti usati puo’ nascondere brutte sorprese

    La garanzia sui prodotti usati puo’ nascondere brutte sorprese

    Quando vogliamo acquistare un prodotto usato spesso ci rivolgiamo a dei marketplace, dei forum, delle app o dei siti di annunci con l’intento di risparmiare qualcosa rispetto al prezzo del nuovo.

    E se il prodotto ha solo pochi mesi di vita se è stato trattato bene e non ha subito cadute o guasti causati dal precedente proprietario gode ancora di una parte di garanzia residua, cosa che rende il nostro acquisto simile al nuovo, pur avendolo pagato di meno.

    In realtà però non è sempre vero, in primis perchè se acquistiamo da un privato non è tenuto a fornirci una garanzia, anche se il prodotto è coperto dalla garanzia di chi glielo ha venduto, e a volte anche quella del produttore del bene.

    Anche qui bisogna fare attenzione: se chi acquista il prodotto nuovo da un rivenditore è un privato ha diritto a 2 anni di garanzia erogati dal venditore, mentre se chi acquista è una ditta con partita iva l’obbligo di legge si riduce ad un anno, che è anche la durata minima della garanzia dovuta per legge dal costruttore: questo significa che a meno che il costruttore non decida di farsene carico comunque, a norma di legge il secondo anno di garanzia per i privati è di competenza del venditore.

    E qui vengono i problemi: se noi ci presentiamo al centro di assistenza del produttore con lo scontrino per richiedere assistenza, se ci si trova oltre il primo anno di garanzia potrebbero rifiutarci l’intervento o proporre di  effettuarlo a pagamento, in quel caso dovremmo contattare il venditore che si dovrà occupare di risolvere il nostro problema. 

    Ma se il venditore tiene traccia della persona a cui ha venduto la merce e dato che l’abbiamo comprata usata non siamo quella persona potrebbe anche rifiutarsi di adempiere ai suoi doveri.

    C’è da dire che se ci si presenta con lo scontrino e siamo nei tempi di legge generalmente si riesce a risolvere, al limite chiedendo al primo proprietario di intercedere per nostro conto col negoziante per richiedere la riparazione.

    Ma se il prodotto fosse stato comprato online?  Qui viene il bello , specie se il prodotto è stato comprato da Amazon, cosa certamente comune e tendenzialmente coperta da un servizio di assistenza particolarmente attento alle esigenze dei suoi clienti.

    Infatti il popolare portale di e-commerce riconosce la garanzia solo all’account di chi ha acquistato il prodotto , quindi se noi contattassimo Amazon per avere assistenza su un prodotto usato, comprato in origine su Amazon da un’altra persona non ci verrà data assistenza anche se avessimo regolare fattura o una dichiarazione di vendita da parte del primo proprietario.

    Purtroppo quella vendita risulta nei loro sistemi associata al primo acquirente e non è possibile migrarla all’account di un altro, quindi l’unica maniera per uscirne è far contattare il servizio clienti Amazon dal primo proprietario, che dovrà gestire lui l’eventuale reso o rimborso.

    Il problema è che non è detto che il primo proprietario abbia il tempo o voglia sbattersi per noi, specie se magari abita in una città diversa, in quel caso la famosa garanzia Amazon si sarà rivelata una fregatura: se fosse stato acquistato in origine altrove avreste avuto la vostra riparazione presentando lo scontrino, e invece magari il vostro iphone di soli 13 mesi di vita rischia di dover essere riparato a pagamento.

    E per quanto può sembrare assurdo è tutto perfettamente legale, pertanto accertatevi di dove il venditore di un bene usato lo abbia acquistato e soprattutto se è disposto a farsi carico della gestione della garanzia con il primo venditore qualora il produttore ve la rifiuti.

    Certo si tratta di un caso limite un po’ particolare, ma è qualcosa che può succedere specie con prodotti di case che applicano la garanzia minima di legge come Apple, quindi è bene stare attenti.

    Voi lo sapevate? Acquistate spesso beni usati? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Perché non comprare un portatile da gaming

    Perché non comprare un portatile da gaming

    Chi ha in mente di giocare col computer o chi ha necessità di avere un computer potente ha sicuramente ponderato l’acquisto di un portatile da gaming, ma si tratta di una scelta logica o comunque interessante per le nostre tasche?

    In realtà dipende tanto dal tipo di utilizzo che facciamo del computer, anche perchè vi sveliamo un segreto, tanto portatili non sono.

    Infatti a causa delle loro elevate prestazioni i portatili da gaming hanno bisogno di dimensioni generose per poter posizionare ventole e sistemi di raffreddamento per i componenti, questo porta a diverse problematiche: il peso, le dimensioni e la ridotta autonomia dovuta ai consumi necessari ad ottenere alte prestazioni li rendono infatti poco portatili.

    Questo significa che soprattutto quando li utilizzeremo per giocare o per utilizzare programmi che ne spremono le prestazioni dovremo tenerli attaccati alla corrente altrimenti il computer in automatico rallenta le proprie prestazioni per preservare la scarsa autonomia della batteria, rendendo inutile la scelta di un computer carrozzato.

    Alla fine è vero che li possiamo spostare e portarceli dietro da casa nostra a quella di un’amico , in ufficio o in biblioteca, nella casa al mare o in un lan party ma a parte il fatto che pesano parecchio e occupano spazio nel nostro zaino, dimentichiamoci di poterli utilizzare in mobilità, ad esempio su un treno o su un aereo, se non per usi blandi come gestire mail , navigare o utilizzare applicativi office.

    In pratica più che portatili sono dei trasportabili, però è anche vero che comprarli non  è una scelta sbagliata, specie quando le schede grafiche per i computer restano comunque care e di scarsa reperibilità e quindi trovarsele dentro ad un notebook può essere una soluzione per consentirci di giocare senza dover spendere una fortuna.

    E’ vero che una scheda per portatile a parità di modello ha prestazioni più limitate rispetto alla sua controparte per desktop ma è anche vero che con poco più di quanto si paga la sola scheda video per desktop si rischia di comprare un intero computer da gaming, cosa che li rende allettanti specie in caso di offerte.

    Inoltre un pc da gaming è anche una soluzione più economica di una workstation mobile per chi ha bisogno di un computer portatile con elevate prestazioni, perchè magari lavora con cad, rendering, grafica, video editing o creazione di contenuti, certo sarà meno comodo da portarselo in giro, ma permette alla bisogna anche di videogiocare, cosa che un macbook, che sicuramente è più comodo da trasportare, non può fare.

    E se poi magari si sceglie una versione più sobria delle serie più estreme da gaming ricche di luci RGB e di forme spigolose rimangono adeguati anche per l’uso lavorativo.

    Quindi è una scelta che ha senso per chi ha bisogno di una macchina potente da portare da un posto ad un’altro, ma se alla fine giochiamo solo in casa o non c’è bisogno di spostare il computer dal nostro ufficio sicuramente è meglio un fisso, che ha il vantaggio di essere aggiornabile nel futuro, oppure un macbook con apple silicon se abbiamo bisogno di potenza ma non abbiamo l’esigenza di giocare.

    Voi avete o state pensando di comprare un computer da gaming? Avete qualche dubbio, curiosità o suggerimento da chiedere? Scrivetelo nei commenti.

  • Conviene riparare l’automobile?

    Conviene riparare l’automobile?

    A volte capita che la nostra automobile subisca un danno, vuoi per un incidente, vuoi per un guasto meccanico o magari anche solo per vetustà si desidera cambiare automobile, ma ne vale veramente la pena?

    La risposta non può essere certo univoca, perchè dipende dal danno o dai lavori che andranno fatti sulla macchina che vogliamo sostituire, la sua età, il valore sul mercato dell’usato ma anche della formula finanziaria con cui andremo a comprare la sostituta.

    C’è da dire una cosa, il momento non è particolarmente propizio per comprare un’automobile: a causa di diversi problemi dal covid alla situazione geopolitica alle nuove normative ambientali i costruttori fanno fatica a produrre le automobili, con il risultato che i prezzi aumentano e i tempi di consegna si allungano a dismisura: ordinare una nuova auto rispetto a qualche tempo fa richiede budget parecchio più consistenti e soprattutto tempi di attesa molto lunghi, ciò significa attendere anche diversi mesi delle auto che generalmente se non si trovavano in pronta consegna comunque arrivavano nel giro di qualche settimana.

    Ovviamente le auto disponibili in circolazione presso i rivenditori sono meno, questo significa che non avendo esigenza di smaltire le auto ferme sul piazzale anche gli sconti saranno molto limitati, e con il costo del denaro che si sta alzando anche le formule che prevedono uno sconto finanziando l’automobile possono rivelarsi particolarmente sconvenienti in quanto i tassi di interesse sono aumentati ed è previsto che che aumentino ulteriormente in futuro.

    E con la scarsa disponibilità di auto in pronta consegna, sarà difficile trovare auto a km.zero e anche il prezzi dell’usato si stanno alzando: chi ha bisogno urgentemente di un’automobile si troverà costretto ad acquistare ciò che trova e questo porta ad aumentare i prezzi di tutto quello che è disponibile.

    Se da una parte potrebbe essere conveniente vendere la nostra auto usata, se dobbiamo sostituirla con un’altra, nuova o usata che sia, dovremmo spendere cifre più alte del previsto.

    Questo significa che se siamo indecisi tra riparare e sostituire la nostra auto allo stato attuale la bilancia potrebbe pendere più sulla riparazione che sulla sostituzione, a meno che non si riesca sfruttando bene il momento a vendere a un prezzo favorevole la vecchia auto avendo la fortuna di beccare un occasione, magari trattando con astuzia un modello particolare o da un venditore fuori zona.

    E’ vero anche che se dovete finanziarie l’acquisto a causa dell’inflazione più passa il tempo e più i tassi aumenteranno, quindi il costo del finanziamento che accendete ora sarà probabilmente più basso di un finanziamento di pari importo acceso tra 6 mesi o un anno, ma non è impossibile che tra 6 mesi o 1 anno ci possa essere più disponibilità e quindi maggiore possibilità di trattare sul prezzo.

    Alla fine a meno che il costo della riparazione non sia particolarmente elevato, e la vita residua stimata della macchina sia comunque breve vista la situazione forse è meglio riparare la macchina e tenerla con noi: si tratta comunque di un mezzo che conosciamo e stiamo pure facendo un favore all’ambiente, perché una macchina non acquistata significa evitare di produrre una macchina nuova e smaltire una macchina vecchia.

  • Ora e’ piu’ facile evitare le telefonate moleste dei call center

    Ora e’ piu’ facile evitare le telefonate moleste dei call center

    Chi di noi non odia le chiamate dei call center che ci chiamano ai più svariati orari per proporci di attivare nuovi servizi o comprare i loro prodotti? Sappiamo che è una piaga dei tempi moderni anche perchè storicamente non è facile liberarsene.

    Infatti se è pur vero che chi ci chiama deve essere autorizzato a farlo, la presenza negli elenchi telefonici, specie quelli più vecchi, o il consenso alla comunicazione da parte di terzi compilando dei form online, magari legati ad una tessera fedeltà o a un sondaggio o sottoscrivendo dei contratti permette comunque il contatto da parte dei vari call center.

    Certo si può evitare di da dare in giro il nostro numero, cancellarlo dagli elenchi telefonici, evitare di dare i consensi di marketing quando compiliamo dei form o sottoscriviamo dei contratti, utilizzare delle app sul cellulare che rifiutano i numeri segnalati come spam, ma ci sarà sempre qualcuno che chiamerà per venderti qualcosa.

    Fortunatamente però c’è una lieta novità per gli utenti, dal 27 luglio 2022 sono cambiate le modalità per revocare questo consenso che ora sono estese non solo ai numeri telefonici presenti sugli elenchi ma a qualsiasi numero, anche di cellulare.

    Questo significa che basterà collegarsi ad un apposito sito internet https://www.registrodelleopposizioni.it/  o in alternativa chiamare il numero verde (800 957 766 da fisso o 06 42986411 dal cellulare) o ancora mandare un apposito modulo tramite mail al Registro Pubblico delle Opposizioni per liberarsi del problema.

    Infatti questo registro, che fa capo al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) permette di indicare i propri numeri, e volendo anche l’indirizzo di casa per bloccare  la ricezione di offerte per posta, in modo che sia messo in una blacklist che gli operatori di telemarketing devono consultare prima della chiamata, altrimenti sono suscettibili di ricevere delle pesanti sanzioni.

    Una volta comunicata la revoca dei consensi, rimane attiva a partire dai 15 giorni successivi alla richiesta e vale a tempo indeterminato anche se è possibile aggiornarla successivamente per negare dei consensi eventualmente dati dopo l’iscrizione al registro.

    Si può anche decidere di fare una revoca selettiva scegliendo di negare il consenso solo a determinati operatori, quello che però non è possibile è bloccare le chiamate di un operatore per il quale abbiamo un contratto in essere o cessato di recente.

    La procedura alla fine è molto semplice, rapida e senza costi: per chi fosse poco avvezzo alla tecnologia può farla anche telefonicamente, altrimenti basta collegarsi all’apposito sito, inserire i propri dati e soprattutto chiamare durante il processo di registrazione un numero telefonico da ognuno dei numeri per i quali revocare il consenso per accertarsi di essere effettivamente il titolare dell’utenza. Al termine dell’operazione si riceverà un numero di pratica per poter verificare, aggiornare o modificare i nostri consensi e tempo 15 giorni non dovremo più ricevere telefonate moleste.

    Poi è pur vero che qualcosa potrà comunque sfuggire alle maglie o qualche operatore straniero cercare di farla franca chiamando dall’estero, ma già dare una bella scremata alle telefonate rompiscatole è gia’ un bel traguardo.

    Voi eravate al corrente della cosa? Ricevete tante telefonate spam? Fatemcelo sapere qui nei commenti , cosi come se avete domande, dubbi , curiosità o qualcosa da segnalare.