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  • Siamo all’alba di una nuova guerra fredda?

    Siamo all’alba di una nuova guerra fredda?

    Purtoppo la situazione geopolitica internazionale si complica giorno per giorno e nulla lascia presagire una buona soluzione per gli europei. 

    Infatti sono emerse prove che a far saltare il gasdotto nord stream 2 siano stati gli Stati Uniti, verosimilmente per tagliare i ponti tra Germania e Russia al fine di rendere meno competitive le produzioni europee che in mancanza dell’energia a basso costo russa sará costretta a dipendere sempre di più dagli USA e ora prepara un secondo colpo imbastendo una guerra, per il momento commerciale, ma non é escluso che possa estendersi pure militarmente, alla Cina.

    Il pretesto é quello di parteggiare per la Russia nel conflitto ucraino, che in realtá si sta dipingendo come una guerra per procura della Nato, che l’ha provocata in maniera subdola, con i paesi che possono minare l’egemonia commerciale americana, soprattutto se facessero fronte comune, come la Germania con la Russia o la Cina.

    Il fine è quello di disaccoppiare il mondo occidentale quindi gli Stati Uniti e il proprio giardino di casa, quegli stati come quelli europei che nonostante sulla carta siano indipendenti in realtá dipendono dalla politica estera decisa a Washington, dalle nazioni in cui questa influenza americana non è presente.

    Si tornerá presumibilmente quindi ad una situazione simile a quella della guerra fredda con due blocchi contrapposti, ma stavolta la situazione potrebbe essere piú rischiosa che in passato.

    Questo perché la Cina è diventata la fabbrica del mondo e quindi il suo potere commerciale è diventato molto rilevante, anche perché tagliare i ponti con la Cina significa rinunciare alla produzione a basso costo, dovuta sia al costo del lavoro piú basso che all’assenza di regole, talvolta eccessivamente penalizzanti, impossibili da rispettare dalle nostre parti.

    Ma soprattutto anni di produzione in Cina, hanno fatto sì che il know how della produzione, e molto spesso anche della progettazione, sia in mano ai cinesi, quindi per riportarla  in casa serviranno ingenti investimenti e soprattutto molto tempo.

    E nel frattempo i cinesi, con cospicui investimenti in giro per il mondo, si sono assicurati immense scorte di materie prime, anche quelle piú rare e indispensabili per le piú svariate produzioni.

    Quindi appena l’America deciderá questo strappo, e da come si stanno evolvendo le relazioni internazionali non si tratta di un se ma di un quando, ci troveremo con grossi problemi.

    Problemi di costi, dato che produrre un bene in un paese industrializzato costa anche 10 volte tanto che farlo in Cina, quindi se una lampadina prodotta in Cina ci costava 1 euro , la stessa lampadina prodotta in America o in Europa ce ne costerà 10, e difficilmente i nostri stipendi si moltiplicheranno per 10 dall’oggi al domani.

    Ma questo non è il solo problema, perché avendo perso la conoscenza necessaria alla progettazione e alla manifattura non saremo in grado, a meno di non dover reinventarla, di produrre molti beni , ammesso e non concesso di riuscire a reperire le materie prime per la loro costruzione. 

    Questo potrebbe portare ad una carenza di prodotti in attesa che nuove fabbriche possano essere costruite, e nuove filiere produttive vengano reingegnerizzate, e per questo potrebbero servire tanti anni, visto che quasi tutto quello che utilizziamo arriva dal paese della grande muraglia.

    È probabile che il mondo occidentale, gli europei soprattutto, visto che dipendono per energia e materie prime da altri,  abbiano puntato sul cavallo sbagliato, dato che le nazioni insofferenti alle politiche americane sono molte di piú, sia per numero, che per estensione territoriale che per popolazione di quelle filo americane.

    E basta guardare alle sanzioni della guerra in Ucraina, comminate soltanto da Europa, paesi anglofoni e Giappone per capire come il mondo potrá dividersi.

    Infatti il resto del mondo anche senza gli USA ha tecnologia, risorse, energia, capacitá produttiva, know how, riserve di denaro per vivere piú che dignitosamente , e soprattutto un conto è isolare una nazione ostile , come è stato fatto con Cuba o con la Corea del Nord, che seppur con difficoltá hanno comunque continuato ad esistere, e un conto cercare di isolare ¾ del pianeta, con il risultato che quelli a finire isolati dal resto del mondo potremmo essere noi.

    Voi cosa ne pensate? Siamo davvero sull’orlo di una nuova guerra fredda, e soprattutto siamo davvero nella parte sbagliata della terra? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • L’inflazione galoppa

    L’inflazione galoppa

    Purtroppo a causa della concatenazione di una serie di fattori i prezzi dei beni di consumo stanno aumentando pesantemente e questa ascesa non si fermerà a breve.

    Infatti tra la pandemia che ha rivoluzionato la richiesta di alcune categorie di prodotti, le difficolta nei trasporti, le sempre più stringenti normative anti inquinamento che hanno portato ad un’aumento dei costi di materie prime, il prezzo di gas e petrolio alle stelle a causa di problemi geopolitici e che si riverbera nel costo dei trasporti e dei prodotti lavorati, la penuria di componenti elettronici compromette la produzione di tutti quei beni che hanno dei chip al loro interno stanno facendo si che i prezzi stiano salendo in maniera consistente.

    D’altronde è la legge della domanda e dell’offerta: se ci sono più prodotti di quelli che la gente è disposta a comprare i prezzi scendono, ma se al contrario come sta succedendo ci sono meno prodotti in vendita di quelli che la gente vuole comprare i prezzi saliranno.

    Ed è una reazione a catena, se sale il petrolio salgono i costi dei trasporti, se salgono i costi dei trasporti salgono i costi delle materie prime, se salgono i costi delle materie prime sale il prezzo del prodotto finito e cosi via, e l’ultimo che paga il conto è sempre il consumatore quello che appunto acquista il prodotto finito.

    Purtroppo come cittadini più che fare pressioni ai politici che abbiamo votato e alle istituzioni che ci rappresentano, magari organizzando scioperi e proteste che difficilmente porteranno particolare fieno in cascina, specie di questi tempi dove la libertà di espressione non se la passa benissimo con la scusa della pandemia, non possiamo fare.

    Quello che nel nostro piccolo possiamo fare invece è stare particolarmente attenti ai nostri consumi e alle nostre spese, cercando di risparmiare il più possibile, evitando gli sprechi, selezionando con cura dove fare i nostri acquisti alla ricerca del prezzo migliore, magari procrastinando delle spese non necessarie in attesa di tempi migliori, insomma aprendo gli occhi come non mai.

    Infatti l’aumento dei prezzi, a parità di stipendi eroderà il nostro potere d’acquisto e la somma di quei pochi euro di aumento che sembrano risibili se visti solo su un prodotto, ma che diventano tanti perché sono tutti i prodotti che acquistiamo per la nostra vita quotidiana ad aumentare: se aumentasse solo un particolare prodotto ad esempio il caffè potremmo pensare di comprarne meno o sostituirlo con un prodotto simile, magari il tè, ma se aumenta tutto non abbiamo quella difesa.

    E dalla somma dei pochi centesimi di aumento di alcuni generi alimentari agli aumenti importanti sull’energia, essenziale per i trasporti e per il riscaldamento, la spesa per il nostro bilancio familiare aumenta e a meno di non garantirci nuove entrare avremo meno risorse da dedicare alle nostre passioni, dovendo giocoforza tagliare quelle spese meno utili: magari andare meno a mangiare fuori con gli amici, rinunciare a cambiare i mobili o la macchina, non fare quella vacanza che tanto desideravamo, etc.

    I tempi che corrono non sono buoni e anche le previsioni non sono rosee con aumenti importanti previsti sulla benzina, qualche esperto ipotizza che possa addirittura arrivare a 4 euro al litro, ma anche su pasta, pomodori, grano, farina e tante derrate alimentari tanto che non sarebbe male fare un po’ di scorta dei prodotti a più lunga conservazione.

    Addirittura c’è il rischio di un Natale senza regali, a causa della scarsità dei prodotti soprattutto quelli elettronici, ad esempio pure la Apple che ha un elevato potere contrattuale nell’acquisto dei microchip ha dovuto rallentare la produzione dei nuovi iPhone, e dai costi alle stelle di molti prodotti che ci faranno desistere dall’acquisto, ma anche la stessa tavola natalizia sarà meno imbandita a causa dei prezzi dei prodotti alimentari.

    Insomma non si prospetta nulla di buono almeno per i prossimi anni, quindi occorre fare molta più attenzione del solito ai bilanci familiari.

    Voi ne eravate al corrente? scrivetelo nei commenti, cosi come se avete dubbi o curiosità.