Tag: incentivi

  • Conviene cambiare auto?

    Conviene cambiare auto?

    Se avete la macchina dal meccanico e si prospetta un conto salato, o se vista l’etá state facendo visita alle officine troppo spesso, o avete il cruscotto che sembra un albero di natale con le varie spie dei guasti accese, o anche se il finanziamento della macchina è prossimo alla scadenza vi sará venuto in mente che il momento possa essere propizio per cambiare auto.

    E se in passato l’idea  sarebbe stata corretta coi prezzi delle auto aumentate a dismisura il ragionamento potrebbe cambiare.

    Infatti basta consultare i listini e accorgerci che rispetto a un 5/7 anni fa la stessa macchina costa praticamente il doppio: se fino a pochi anni fa con 20.000 euro si portava a casa un suv o una berlina media di un certo prestigio nuova, oggi con la stessa cifra si fá fatica a comprare un’utilitaria come una Panda o una Clio.

    E ovviamente se aumenta il prezzo del nuovo di conseguenza anche i prezzi dell’usato si adeguano di conseguenza, con utilitarie di 10/12 anni vendute in salone a 8/10.000 euro, cifra con la quale sino a poco tempo fá si poteva portare a casa un usato fresco o un’aziendale con al massimo tre o quattro anni di vita.

    shaking hands over car

    Infatti tra normative antinquinamento, obblighi di adozione di sistemi di aiuto alla guida, omologazioni varie e multe per la cO2 al costruttore produrre la stessa auto costa molto di piú, inoltre il cercare di imporre per legge la mobilitá elettrica sta peggiorando le cose perché i maggiori investimenti richiesti vengono ribaltati sui listini non solo delle auto elettriche ma anche di quelle termiche.

    Inoltre per evitare penalizzazioni dovute alla scarsa vendita di elettriche, poco richieste dalle masse per via del prezzo e della minore versatilitá nell’utilizzo i costruttori stanno limitando la vendita di auto termiche, facendo sparire modelli particolarmente richiesti o aumentando i listini per disincentivare le vendite delle termiche in favore delle elettriche.

    E se si vendono meno termiche da nuove, aumenta la richiesta nel mercato dell’usato coi prezzi saliti ormai alle stelle.

    man fixing vehicle engine

    Questo significa che cambiare auto, sia sul nuovo che sull’usato diventa molto meno conveniente, ad esempio se si vuole ricontrattare un finanziamento ridando dentro la macchina attuale per una nuova della stessa categoria la rata aumenterebbe considerevolmente rendendo sicuramente piú conveniente riscattarla piuttosto che cambiarla, a meno di sceglierne una di categoria inferiore.

    Stessa cosa se si ha un leasing o un noleggio a lungo termine, con l’aggravante della modifica alla legge sul fringe benefit che rende conveniente allungare i contratti vecchi piuttosto che immatricolare un’auto nuova.

    Ma anche se voglessino cambiare auto per sfizio potremmo accorgerci che ci servirá un budget molto piú importante a parità di tipologia di automobile, e se le nostre entrate non sono aumentate almeno quanto gli aumenti dei listini saremo costretti a fare qualche rinuncia.

    Peggio ancora se dobbiamo cambiare auto per necessitá: se abbiamo una macchina con tanti anni e magari chilometri sulle spalle fino a qualche tempo fá probabilmente al primo guasto importante l’avremmo rottamata e sostituita con un nuovo grazie agli incentivi , ora probabilmente conviene investire qualche soldo e farla riparare: magari sino a qualche anno fá spendere 2 o 3 mila euro di riparazioni su una macchina di dieci anni sarebbe stata una scelta poco saggia, ma coi prezzi del nuovo, ma anche dell’usato, la cosa ha molto piú senso specie se si considera che conosciamo la nostra macchina piú di una sostituta presa usata e che con la cifra della riparazione non porteremo a casa neanche la piú squallida delle macchinette per neopatentati che prima venivano quasi regalate o cedute al solo costo del passaggio di proprietá per accedere agli incentivi per la rottamazione.

    E prenderla nuova significa fare sacrifici importanti, dato che gli stipendi sono praticamente fermi contrariamente ai listini delle auto, e anche accedendo a qualche agevolazione si porta a casa un auto infarcita di elettronica e con una qualitá tendenzialmente piú bassa rispetto alla media delle auto che circolavano anche solo una decina di anni fa con il rischio di trovarsi con un auto nuova poco affidabile, rischiando pure di avere problemi a reperire i ricambi se si é optato per qualche marchio esotico per risparmiare qualcosa sul prezzo di acquisto.

     Alla fine della fiera finché si puó é meglio tenersi stretta una macchina con qualche anno alle spalle, pagata coi listini vecchi, anche a costo di spendere qualcosa di piú in manutenzione.

  • Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Conviene comprare un’auto elettrica adesso?

    Chi sta valutando l’acquisto di una nuova auto ha sicuramente preso in considerazione quelle dotate di un motore elettrico, magari per usufruire di incentivi all’acquisto, ma ne vale veramente la pena?

    Sicuramente una cosa da prendere in considerazione nella scelta é l’uso che faremo della macchina dato che la modalitá di utilizzo della macchina possono rendere la scelta poco raccomandabile, così come la disponibilitá di un garage o di una colonnina per la ricarica nei pressi dei luoghi che frequentiamo abitualmente.

    Infatti il problema piú grande delle auto elettriche è la ricarica, che per quanto possano esserci dei sistemi di ricarica veloce è sempre parecchio piú lenta di una corrispondente soluzione a motore termico, questo significa allungare i tempi dei viaggi a lunga percorrenza e dover ottimizzare i nostri spostamenti in funzione della ricarica dell’auto, sperando di non trovare sorprese alla colonnina di ricarica.

    Inoltre la disponibilità delle colonnine, specie quelle rapide, non è particolarmente capillare cosa che ci potrebbe lasciare a piedi e non farci arrivare a destinazione sulle nostre ruote.

    Se non si ha la possibilità di ricaricare frequentemente, ad esempio nel garage di casa,  e di tenerla sempre sufficientemente carica si rischia di non avere sufficiente autonomia in caso di una situazione di emergenza, e ritrovarsi a non potere utilizzare il veicolo, cosa a cui deve prestare particolare attenzione chi non ha uno stile di vita molto metodico.

    Senza parlare dei costi, non solo della macchina in sé , che grazie all’arrivo di prodotti di provenienza cinese stanno iniziando a diminuire, ma soprattutto quelli delle ricariche alle colonnine, specie quelle veloci: molto spesso si rivelano a parità di chilometraggio meno convenienti rispetto a un diesel.

    white and orange gasoline nozzle

    Chi non ama l’elettrico sostiene che l’inquinamento nel ciclo di vita della macchina a causa della produzione e dello smaltimento delle batterie non è cosí vantaggioso rispetto alle termiche, così come fará presente la difficoltá di spegnimento in caso di incendio spontaneo che ha portato a divieti di utilizzo e di parcheggio , ad esempio in garage interrati o nelle stive di alcune navi, o che i costi delle riparazioni sono particolarmente proibitivi, specie quando riguardano i pacchi batteria.

    Inoltre va messo sul piatto della bilancia che ci stiamo avvicinando verso la fine della tassazione agevolata per le auto elettriche, d’altronde se le elettriche erodono il mercato delle auto termiche i mancati introiti per lo stato verranno scaricati sulle loro sostitute, specie in funzione del futuro divieto di immatricolazione delle auto termiche previsto per il 2035. 

    Tutte queste complicazioni stanno facendo passare di moda l’elettrico, finito l’hype tecnologico spinto dalle innovazioni a cui ci ha abituato Tesla,  che ha dovuto ribassare i prezzi a causa sia della minore richiesta che della concorrenza a basso costo cinese, ha fatto sì che il valore dell’usato non si mantenga stabile nel tempo, obbligando anche gli autonoleggi a sbarazzarsi rapidamente della propria flotta elettrica.

    Qualcuno affascinato dalla tecnologia , e che puó permettersi di perdere l’auto in caso di guasto alla batteria , la cui riparazione costerebbe piú del valore dell’auto, o di incendio potrebbe a breve portarne a casa una usata a prezzo di saldo, ma comprarle da nuove diventa un rischio da ponderare bene anche per il piú sfegatato ambientalista.

    Nonostante sulla carta si vada sul divieto delle auto termiche a partire dal 2035 è probabile , anche a causa del poco gradimento del mercato e di un’infrastruttura elettrica non pronta al momento che la data venga posticipata.

    Nel frattempo a meno di casi particolari, tipo per una seconda vettura usata solo in cittá, se si ha possibilità di ricaricarla con facilità, è meglio tenersi stretto il termico, nonostante gli allettanti incentivi all’acquisto delle auto elettriche.

    Voi cosa ne pensate?

  • Le auto elettriche stanno passando di moda?

    Le auto elettriche stanno passando di moda?

    Pare che crisi, guerre e scarsitá di fonti energetiche stiano cambiando le carte in tavola ai talebani dell’ambientalismo che volevano il passaggio di tutte le automobili alla trazione elettrica entro il 2035.

    Infatti come stanno facendo notare le case automobilistiche, non sará possibile rispettare quelle date perché mancano le infrastrutture per poter ricaricare una quantitá enorme di automobili contemporaneamente, e non si tratta solo di costruire colonnine di ricarica ma di potenziare le reti di distribuzione e di produzione dell’energia.

    Per quella data si potrá verosimilmente avere la mobilitá elettrica solo mantenendo le attuali automobili termiche ed ibride, riservando alle elettriche solo una parte del parco circolante.

    Inoltre fare investimenti per produrre batterie, colonnine e le stesse automobili elettriche diventa piú costoso per via dell’inflazione ai massimi livelli , tanto che che diverse startup per la produzione di batterie o di auto elettriche hanno chiuso prima di arrivare sul mercato poiché è diventato particolarmente costoso e rischioso reperire i fondi per finanziarsi.

    Inoltre sanzionando il paese maggiore produttore di gas , diventá piú difficile e costoso produrre energia, quindi viene a mancare la materia prima che verrá quindi riservata a scopi piú importanti che per far muovere le macchine, dato che possono farlo con i derivati del petrolio. 

    Questo sta portando al paradosso che alcuni stati che fino a qualche mese fa elargivano contributi per acquistare le auto elettriche le stiano vietando a causa della scarsitá di energia elettrica disponibile.

    E questo é un brutto segnale per quelle case automobilistiche che hanno fatto all-in sull’elettrico: rischiano la sopravvivenza, tanto che sono giá stati annunciati importanti licenziamenti e qualche casa che prometteva l’elettrificazione dell’intera gamma addirittura in anticipo di anni inizia non solo a fare marcia indietro, ma proprio ad estendere la produzione delle auto termiche.

    E qualche grosso nome che ha ridimensionato gli impianti di produzione dei motori termici o addirittura venduto la propria divisione motori rischia seriamente di scomparire o quanto meno di ridimensionarsi fortemente.

    D’altronde le auto elettriche costano di piú, sono piú scomode nell’utilizzo e se poi perdono il vantaggio dei costi del carburante non le vorranno più non solo gli automobilisti ma neanche gli ambientalisti più incalliti.

    Voi cosa ne pensate? Acquisterete una macchina elettrica o vi terrete la vostra macchina con motore termico? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Il futuro delle automobili

    Il futuro delle automobili

    Purtoppo anche le auto soffrono le mode, cosi come nel passato andavano le coupè, poi le station wagon , poi i monovolume o ora i SUV lo stesso accade per le motorizzazioni, se un tempo c’era solo il benzina, si è passati alla super diffusione del diesel, per passare alle ibride più o meno vere di adesso, alle elettriche del prossimo futuro.

    Il problema è che questa moda dell’elettrico a differenza di quello che avveniva in passato dove il mercato cambiava in funzione delle necessità degli automobilisti, questa corsa all’elettrico è indotta in parte dalle case costruttrici, ma principalmente dalla politica che si è messa in testa di dover sostituire le automobili a motore termico con quelle elettriche.

    Non potendo però vietarle, utilizza il grimaldello delle emissioni per limitarle prima, e mettendo dei paletti sempre più stringenti sulle emissioni  per renderle antieconomiche e farle fuori dal mercato, dato che nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante per la riduzione di consumi e inquinamento negli ultimi anni, esistono dei limiti tecnologici per cui non è possibile dimezzare costantemente l’inquinamento nel giro di pochi anni come vorrebbe la politica, soprattutto considerando che  le auto cubano solo il 10% sul totale delle emissioni inquinanti generali.

    Purtroppo è una visione miope del mercato che renderà nel giro di qualche anno fuori norma anche le auto ibride, costringendo tutti volenti o nolenti a passare alle auto elettriche, senza considerare però che la attuale tecnologia delle auto elettriche non permette la stessa versatilità delle auto termiche, specie per chi non vive in città o fa tanti chilometri, con il risultato che si riveleranno poco adatte alla maggior parte degli automobilisti che non sono interessati a comprarle.

    Questo si nota anche anche dagli incentivi per l’acquisto, se i fondi per le auto termiche vengono esauriti in breve tempo, quelli per le elettriche nonostante siano molto più sostanziosi restano inutilizzati, anche perché una macchina elettrica, oltre ad avere autonomia limitata, tempi di ricarica eccessivamente lunghi costa molto di più, e tralaltro è meno amica dell’ambiente di quanto si voglia far credere, dato che la produzione e lo smaltimento delle batterie, e la generazione dell’energia elettrica per la ricarica impattano sull’ambiente mediamente quanto le emissioni nell’intero ciclo di vita di una auto diesel recente.

    Ovviamente questo non significa che l’elettrico non sia valido, per l’uso in città e per le brevi percorrenze va più che bene, oltre a spostare l’inquinamento dalle citta a dove l’energia e le batterie sono prodotte, ma non un prodotto è per tutti, per alcuni usi sarà sempre meglio il diesel , per altri il benzina, per altri ancora gpl, metano, ibride o idrogeno a seconda dei casi: ogni automobilista ha esigenze differenti, quindi ha bisogno del prodotto che le soddisfi e non essere costretto obtorto collo a comprare un’elettrica.

    Purtoppo il rischio è che , se la scelta si ridurrà al solo elettrico, gli automobilisti non comprino più nuove auto e si allunghi la vita di macchine piu vecchie e inquinanti, magari mantenendo in vita il macinino di 20 o 30 anni anziche sostituirlo con un benzina o diesel moderno che inquina comunque poco e che soprattutto risponde meglio alle esigenze degli automobilisti.

    L’ideale sarebbe anzichè concentrarsi solo sull’elettrico, incentivare un progressivo ammodernamento di tutte le automobili, magari senza escludere gli usati recenti che possono consentire anche a chi ha una bassa capacità di spesa di sostituire con una spesa ridotta una macchina più vecchia e più inquinante, anziché continuare a farla girare per anni inquinando di più, ma evidentemente la politica si muove più per moda che per reali esigenze, a meno che questa smania non sia una scusa per sovratassare nel futuro l’energia elettrica , anche a chi non la userà per ricaricare un’automobile.

  • Arriva il Bonus Elettrodomestici

    Arriva il Bonus Elettrodomestici

    Tra i tanti bonus fiscali previsti dal governo ce n’è uno che sulla carta pare essere interessante, quello per arredi ed elettrodomestici, che consente una detrazione IRPEF del 50% della spesa sostenuta, sino a ben 16.000 euro spalmata in dieci anni.

    Purtroppo però come succede un po’ a tutti i vari incentivi fiscali, tra burocrazia e lacciuoli vari non è destinato a tutti ed è meno conveniente di quello che uno si potrebbe aspettare.

    Il suo problema più grande è che è legato alla ristrutturazione degli edifici, quindi se aspettavamo il bonus per cambiare la credenza della cucina, i mobili del salotto, cambiare il frigorifero o comprare una asciugatrice purtoppo non fa per voi.

    E’ più da vedersi come un’aggiunta al bonus ristrutturazioni, a patto che l’acquisto di mobili ed elettrodomestici avvenga in data successiva rispetto alla ristrutturazione, inoltre non è compatibile con l’Ecobonus per la riqualificazione energetica quindi si dovrà decidere a quale incentivo (bonus ristrutturazioni agganciato a quello elettrodomestici o ecobonus) aderire.

    Rientrano nel bonus elettrodomestici di classe A+ (A per i forni), ed è necessario il pagamento tracciato con carta o bonifico ristrutturazioni, oltre ad una fattura parlante per potersi vedere accolta la domanda dall’ENEA.

    Certamente si tratta di una mossa utile ad alleviare le spese di chi ha già sostenuto una ristrutturazione , seppure agevolata anch’essa con una detrazione fiscale del 50% ma non serve a stimolare gli acquisti o a rinnovare degli elettrodomestici poco efficienti come si potrebbe pensare.

  • La Tv è da cambiare?

    La Tv è da cambiare?

    A causa dell’aggiornamento del sistema di trasmissione televisivo tra il 2021 e il 2022, sia per liberare preziosa banda per le trasmissioni 5g sul terrestre, che per permettere la trasmissione in alta definizione sul satellite si utilizzerà un’evoluzione dell’attuale sistema che semplificando al massimo la cosa consente di trasmettere nello stesso spazio più canali , o canali a maggiore definizione.

    Per fare questo però , a meno di non avere un apparecchio molto recente dovremmo aggiornare il televisore o dotarci di un decoder esterno. Se già avevamo un decoder esterno , magari perché riceviamo la tv da satellite, si tratterà di sostituire il decoder e la smart card, cosa che a parte la spesa risulta essere un’operazione alla portata di tutti, anche se potrebbe essere una scocciatura ci da in cambio la ricezione di alcuni nuovi canali che possono valere comunque la spesa.

    Se invece riceviamo la tv con un’antenna terrestre se non interveniamo perderemo in piu fasi la visione dei canali televisivi, prima quelli tematici e poi anche quelli generalisti , questo avverrà in più fasi e a seconda di  quanto è vecchio il nostro televisore soprattutto nella prima fase che avverrà nel corso del 2021 potremmo cavarcela con una risintonizzazione dei canali oppure essere costretti a cambiare televisore o a dotarci di un decoder esterno con il suo telecomando, cosa che probabilmente dovremo comunque fare nel corso della seconda e ultima fase prevista per il 2022.

    Per sapere se il nostro televisore passerà indenni queste fasi è possibile fare un semplice test, da fare possibilmente dopo una risintonizzazione dei canali qualora il televisore non la facesse in automatico: se il nostro televisore riesce a sintonizzare i canali HD come quelli RAI che si trovano alle posizioni 501 502 e 503 del telecomando, passeremo indenni la prima fase, mentre per sapere se passeremo indenni anche all’ultima basterà controllare se il televisore riesce a sintonizzare correttamente il canale Test HEVC Main 10 che si trova sulla posizione 100 o 200 del telecomando: se non lo trovate o si visualizzasse uno schermo nero purtoppo entro il 2022 dovrete dotarvi di un nuovo televisore o di un decoder.

    In tal caso, sappiate che con un ISEE inferiore ai 20.000 euro è possibile richiedere un bonus statale di 50 euro per l’acquisto di un nuovo televisore o di un decoder a patto che rientri in un’elenco di modelli stilato dal ministero, reperibile a questa pagina.

  • Il diesel conviene ancora?

    Se avete in mente di comprare o cambiare auto, sicuramente una delle cose da valutare oltre a prezzo, dimensioni e dotazioni è l’alimentazione del nostro mezzo. Meglio Benzina magari con impianto a GPL o metano, Diesel oppure orientarsi alle ibride o addirittura alle elettriche?

    Se fino a poco tempo fa ci si orientava sui benzina per basse percorrenze (entro i 10-15.000km.) e diesel se si superava quella soglia, ora i conti sono cambiati.

    I diesel infatti per via delle sempre più stringenti norme anti inquinamento richiedono sistemi sempre più complessi per poter non superare i limiti, e questo ha portato all’introduzione di sistemi come il FAP che richiedono una procedura di pulizia del filtro periodica che va fatto a velocità sostenuta per almeno 15/20 minuti, pena dover procedere allo svuotamento del filtro in officina o addirittura la sostituzione del catalizzatore con costi importanti o l’SCR che richiede un’additivo (adblue), che va aggiunto al gasolio in un’apposito serbatoio.

    Se si fa un uso prevalentemente cittadino dell’auto, vanno considerati i blocchi del traffico che colpiscono i diesel, anche i più recenti, più stringenti ci quelli per i benzina, oltre a questo i tragitti brevi cittadini non fanno bene alla longevità di motori pensati per le lunghe percorrenze, ma sopratutto non si avrebbe modo di attuare la procedura di pulizia del FAP, che richiede strada libera a velocità sostenuta, che non può esserci in città con code e semafori, cosa che può portare a seccature ed ingenti spese di manutenzione.

    Inoltre i benzina, grazie al downsizing dovuto all’introduzione di massa del turbo sono sempre più efficienti sia come prestazioni che come consumi,  e  l’erogazione di coppia in basso della turbina li rende più vivaci a bassi regimi rendendoli simili ai diesel. Va anche considerato che generalmente un benzina costa meno sia di acquisto che di manutenzione rispetto a un’omologo a gasolio, quindi anche la soglia chilometrica di convenienza si allunga a favore dei benzina.

    Altro aspetto da considerare è che rispetto a prima le auto a trazione elettrica, sia quelle completamente elettrica che quelle ibride costano molto meno di un tempo e iniziano in certi casi ad essere un’alternativa valida alle classiche benzina e diesel.

    Le ibride sopratutto, che aggiungono un motore elettrico a uno termico, non soffrono di problemi di autonomia e non costano troppo rispetto ai corrispettivi tradizionali, anche perchè ne derivano strettamente, e almeno al momento diventano un toccasana per i blocchi del traffico delle grandi città.

    Le vere elettriche alimentate solo a batteria sono più complesse, costose e spesso soffrono di problemi di ridotta autonomia, che non permettono lunghi viaggi, anche per via dei lunghi tempi necessari alla ricarica (che richiedono dal minimo di una mezzora a diverse ore a seconda di capacità della batteria e voltaggio della rete) ma sono la soluzione ideale per i patiti dell’ambiente che girano spesso in città (anche se a dire il vero andrebbe ben capito quanto e come impatta sull’ambiente la produzione dell’energia e lo smaltimento delle batterie) e dovrebbe garantire anche per il futuro l’esenzione da tasse e blocchi del traffico, oltre alla possibilità di ricaricare la propria auto nel proprio garage, cosa che potrebbe rivelarsi a seconda dei casi, anche in funzione di alcuni incentivi, non solo comodo ma anche molto conveniente.

    Anche GPL e metano sono delle interessanti ed economiche alternative ai combustibili tradizionali, anche se con alcuni contro che vanno comunque valutati. Infatti se è pur vero che la rete di distributori è meno capillare rispetto a gasolio e benzina (e al momento non esistono distributori automatici), che esistono alcune limitazioni nei parcheggi interrati, che necessitano di maggiore manutenzione e collaudi periodici da parte di impiantisti specializzati, che a seconda dei casi si perde spazio nel bagagliaio, ma il costo più basso del carburante fa ammortizzare i costi dell’impianto in breve tempo permettendoci di risparmiare anche la metà rispetto a un pieno tradizionale.

    Un vantaggio dei diesel rispetto ad altre alimentazioni era la maggior tenuta del valore dell’usato, anche in funzione di una presunta maggiore longevità del motore, cosa che potrebbe essere minata in futuro dai sempre più frequenti blocchi del traffico che li colpiscono e la sempre più probabile futura scomparsa dei diesel dal mercato specie nei segmenti più piccoli, per via della poca convenienza economica delle case ad investire per adeguarsi alle sempre più complesse normative ambientali, e dalla maggior convenienza della mobilità elettrica.

    Insomma alla fine, ci sono sempre più elementi e alternative da valutare in funzione dell’uso che si fa dell’auto e dei chilometraggi previsti. A voi la scelta!