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  • L’ecologia non è la soluzione

    In un epoca di supporters di Greta Thunberg , dove orde di ragazzi si riuniscono nei Friday for Future per sensibilizzare i politici e la popolazione sui temi dell’ambiente, esordire con queste parole può suonare fuori luogo, ma ragionando un pò fuori dagli schemi e sopratutto fuori da quello che i media ci vogliono trasmettere ci accorgeremo che non è cosi sovversivo come qualcuno potrebbe pensare fermandosi a leggere solo il titolo.

    Infatti il pensiero comune, specie ai nostri tempi dove chi pensa fuori dal coro ha grosse difficoltà ad essere ascoltato per esporre le proprie ragioni, issa la bandiera dell’ambientalismo a tutti i costi anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

    Dall’evitare l’uso della plastica, a demonizzare i mezzi di trasporto o di riscaldamento si vuole demonizzare l’uso comune dei prodotti e dei servizi che ogni giorno utilizziamo nell’ottica di sostituirli con qualcosa di più sostenibile, ma è davvero cosi?

    In realtà se è pur vero che è giusto fare la nostra parte per ridurre l’inquinamento del pianeta, arrivare a posizioni talebane non giova a nessuno , se non a chi produce e vende prodotti ecologici , di modo che si possano sostituire prodotti e produttori tradizionali con qualcos’altro, entrando magari in un mercato consolidato difficilmente aggredibile da un nuovo entrante.

    Il problema è che se vado a sostituire un prodotto che il consumatore ha già in casa con un’altro sulla carta più ecologico dovrò smaltire quello vecchio e produrne uno nuovo inquinando, quindi siamo sicuri che stiamo rendendo un servizio all’ambiente? O forse sarebbe meglio piuttosto che produrre qualcosa di nuovo riparare e allungare il ciclo di vita dei prodotti anzichè rottamarli con la scusa dell’ecologia, asserendo che il nuovo prodotto inquina di meno del precedente?

    E’ corretto eliminare la plastica tout-court anche in Europa per evitare che finisca nei mari quando il 90% di quella plastica arriva da Cina e India, e magari la si sostituisce con alluminio e cartone, più pesante e voluminoso, quindi più inquinante nel trasporto e nello stoccaggio? Ha senso mettere paletti sempre più stringenti ai parametri di inquinamento delle automobili, aumentando i costi di produzione e di manutenzione con l’intento di favorire le auto elettriche, mettendo a rischio posti di lavoro della filiera dell’automobile tradizionale, quando l’inquinamento delle città deriva solo marginalmente dalle autovetture, magari tralasciando che la maggior parte di quell’inquinamento deriva da caldaie, industrie, navi e aerei solo perchè sono più difficili da controllare?

    Spesso per questioni di principio si vuole perseguire a tutti i costi la riduzione dell’inquinamento, o di quello che si crede inquini, e che spesso non ha neanche solide basi scientifiche, arrivando al paradosso che per cercare di ridurre di qualche punto percentuale l’inquinamento si è costretti a sostituire un determinato prodotto con qualcosa che costa molto di più e/o molto più scomodo, spesso utilizzando la scusa dell’ecologia per mascherare nuove tasse, o per costringerci a comprare dei prodotti che altrimenti non avremmo acquistato.

    Il problema è che se si deve sostituire un prodotto con uno più scomodo e più costoso, anche con le enormi azioni dei media per convincerci del contrario, verrà visto dai più come un’imposizione, a maggior ragione quando toccano il portafoglio, sopratutto in paesi come l’Italia , dove l’economia non è cosi ricca , a differenza dei paesi del nord Europa dove questo sentimento ecologista è nato e si è sviluppato.

    Se si vuole superare questo problema quello che è necessario fare è cambiare punto di vista, non si deve puntare all’ecologia ma all’efficienza: se un prodotto è efficiente , probabilmente costa meno e inquina meno, ma sopratutto non verrà visto come un’imposizione dalla massa, perchè se ci farà risparmiare corrente, benzina, manutenzione, etc. saremo stimolati dal risparmio economico senza neanche accorgerci che stiamo inquinando meno, anche a costo di pagarlo un pò di più di uno tradizionale.

    Se invece siamo costretti, magari da una legge che ne vieta o ne limita l’utilizzo, a sostituire il nostro prodotto, magari ancora perfettamente funzionante, con uno nuovo che magari inquina il 5% in meno ma costa il doppio cercheremo tutte le scappatoie possibili, con il rischio pure di inquinare di più per cercare di gabbare la legge.

    Il segreto quindi è cercare di rendere sostenibile economicamente il prodotto, e automaticamente costando meno , vuoi perchè dura di più evitando l’obsolescenza programmata, vuoi perchè consuma meno, automaticamente sarà più sostenibile dal punto di vista ambientale, magari sarà un pò meno ecologico di un prodotto pensato per massimizzare la riduzione dell’inquinamento, ma la sostenibilità ecologica non deve fare venire meno quella economica, cosi come un prodotto fortemente economico, puo far venire meno la sostenibilità ambientale.

    E’ giusto quindi pagare leggermente di più per avere un prodotto più ecologico, a patto che non sia molto più scomodo, e che magari mi compensi il maggiore esborso con un risparmio futuro, mentre non lo è certo quanto si è costretti a pagare il doppio, qualcosa che magari avremmo pure evitato di comprare, solo perchè una legge ci impone delle limitazioni di cui avremmo volentieri fatto a meno.