Dal 1 luglio è terminato il servizio di maggior tutela del servizio elettrico nazionale per le utenze private, questo significa che a meno di non rientrare in delle particolari categorie vulnerabili definite dalla legge, per le quali si puó fare esplicita richiesta per mantenere la fornitura del servizio a maggior tutela, si dovrà passare al mercato libero per la fornitura dell’energia elettrica di casa.
Questo passaggio comporterá che , se non si è giá passati in autonomia a un gestore sul mercato libero, la propria utenza passerá in automatico al servizio a tutele graduali dove l’operatore privato che ha vinto il bando per la vostra zona subenterá al servizio elettrico nazionale.
Questo passaggio vi verrá comunicato per lettera dal nuovo gestore che subentrerá nei pagamenti e nella fornitura, quindi se avete l’addebito diretto sul conto bancario non sará necessaria una nuova autorizzazione, ne dovrete cambiare contatori o firmare un nuovo contratto: questo significa che in automatico la bolletta della luce da luglio in poi anziché arrivare dal servizio elettrico nazionale arriverá a seconda della zona del nostro impianto da Enel Energia, E.ON, Illumia, Hera Comm, A2A, Edison o Iren.
Questa fornitura sará una via di mezzo tra le tutele previste dal servizio elettrico nazionale e un prodotto commerciale di un’azienda privata che opera sul libero mercato, con delle tariffe che potrebbero essere meno convenienti di quelle di un operatore sul mercato libero.
Pertanto è bene valutare la convenienza di passare direttamente ad un gestore sul mercato libero confrontando tariffe, costi e servizi erogati, anche tramite l’uso di comparatori di offerta come quello dell’autorità dell’energia ARERA, chiamato Portale Offerte dove è possibile inserendo i dati della propria fornitura , i consumi annui e la potenza impiegata valutare i prezzi dei vari gestori potendo scegliere quello piú conveniente per le nostre esigenze.
Quello che è da tenere a mente é che non esiste al momento l’obbligo di scegliere un gestore sul mercato libero e soprattutto non c’é alcuna urgenza, quindi prendetevi tutto il tempo necessario per studiare e valutare le offerte, senza farsi abbindolare da venditori o call center che mettendovi fretta possono indurvi a sottoscrivere un contratto poco conveniente.
E ad ogni modo qualora non vogliate fare una scelta, sappiate comunque la fornitura della corrente non vi verrá interrotta, quello che cambierá sará il fornitore a cui pagare la bolletta che ovviamente ha le sue tariffe che possono essere piú o meno convenienti.
Voi eravate al corrente della cosa? Avete qualche dubbio, curiositá o suggerimento? Scrivetelo nei commenti.
Negli uffici postali da tempo non si va solo per spedire o ricevere corrispondenza o per pagare i bollettini ma anche per una lunga schiera di prodotti e servizi che sfruttano la capillarità degli uffici postali per essere piazzati.
Infatti ormai le poste vendono di tutto, dai prodotti finanziari a quelli assicurativi, carte prepagate, sistemi di identità digitale, telefonia mobile, abbonamenti internet e chi più ne ha più ne metta.
In passato hanno addirittura provato a trasformarsi in una sorta di bazar con articoli di cartoleria ed elettronica, anche se è un servizio che è andato a scomparire nel tempo.
il problema è che a volte ciò che offrono non è sempre quello che ci conviene ma la comodità o l‘inesperienza dell’utente porta a sottoscrivere dei contratti che potrebbero non essere la migliore opzione per le proprie esigenze, altre volte l’offerta anche se é non la migliore in assoluto è comunque competitiva.
E ora ad aggiungere carne al fuoco è anche la novitá che le poste entrano nel mercato della fornitura di gas e energia elettrica, con una mossa furba che sfrutta le difficoltá degli operatori concorrenti rimasti bloccati dalle iniziative del governo e che hanno in pratica fatto scomparire le offerte a prezzo fisso, potendo lanciare come nuovo operatore delle offerte sia a prezzo bloccato per 24 mesi che a canone fisso rinegoziabile dopo 12 mesi in base ai consumi pregressi.
Anche se le tariffe non sono le piú basse in assoluto la certezza di non sforare i budget familiari dati i continui aumenti di gas e luce dovuto alla situazione internazionale faranno gola a tanti e comunque avere un operatore in piú con le spalle larghe non puó che fare gioco ai consumatori costringendo la concorrenza , nei limiti del possibile, a reagire.
C’è da segnalare che l’offerta al momento è destinata solo a chi cambia operatore, quindi non è possibile attivare contratti ex novo o subentrare sul contatore di un precedente inquilino, ma solo cambiare operatore su un contratto di fornitura preesistente.
Insomma una possibilitá in piú per cercare di tenere a freno il costo delle utenze, voi fidate di un operatore postale che vende anche energia? Avete pensato di sottoscrivere il servizio o resterete con il vostro operatore abituale? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!
Coi prezzi della corrente alle stelle e’ bene per quanto possibile limitare i consumi, cercando di limitare gli sprechi.
Ci sono tante buone norme da seguire , come ad esempio se abbiamo la tariffa bioraria programmare la lavatrice di modo che lavori quando l’energia costa meno e qualche falso mito, ai limiti delle leggende metropolitane.
Uno di questo verte sugli apparecchi che vanno in stand-by, cioe’ che anche da spenti sono collegati alla rete elettrica e che quindi segnalano la cosa con l’accensione di un piccolo led, secondo qualcuno basterebbe tagliare la corrente spegnendo la ciabatta dove questi apparecchi sono collegati , per spegnere questi questi led e risparmiare cifre stratosferiche.
In realtà quello che si risparmia e’ poca roba, se sommassimo il consumo in standby di tutti questi led della casa, anche ammettendo di pagare l’energia cara potremmo risparmiare non più di un paio di euro l’anno, ma quello che andiamo a perdere e’ molto di piu’.
Perdiamo infatti gli aggiornamenti automatici dei dispositivi, soprattutto quelli smart come tv e decoder che si aggiornano quando sono in standby per non disturbare durante l’uso normale del dispositivo, perdiamo anche nei tempi di accensione, lo stare in standby infatti evita al dispositivo di dover fare la procedura di boot, cosa che a seconda del dispositivo può richiedere diversi minuti, contro al massimo un paio di secondi per l’accensione se il dispositivo e’ gia collegato alla rete.
Alcuni dispositivi possono essere controllati da remoto con una app o dagli assistenti vocali, se non hanno corrente questa funzione non può funzionare, oppure sono pensati per funzionare 24 ore su 24 come il router per la connessione internet , un telefono cordless, un hard disk di rete o gli stessi assistenti vocali e staccando la corrente non funzionerebbero.
Ma soprattutto il mettere e togliere corrente e’ una fonte di stress per gli alimentatori dei dispositivi che potrebbero saltare proprio come può succedere quando manca la corrente, e se l’alimentatore si rompe i costi sono ben maggiori di quel paio di euro che abbiamo risparmiato: se siamo fortunati e l’alimentatore e’ esterno e magari di un tipo relativamente comune magari possiamo cavarcela con una trentina di euro, ma se l’alimentatore fosse interno dovremo considerare il costo della manodopera e la reperibilità del ricambio, che potrebbero non rendere conveniente la riparazione dell’apparecchio, questo significa magari dover spendere 1500 euro per ricomprare un televisore, che si e’ rotto per risparmiarne uno o due, il gioco e’ valso la candela?
Questo non significa che alcuni dispositivi non possano essere spenti dalla presa in maniera sicura, ma bisogna capire esattamente il loro funzionamento e ciò che fanno in standby, sicuramente un dispositivo smart , domotico o collegato alla rete, che non e’ altro che una sorta di computer progettato per stare sempre attaccato alla corrente non può essere scollegato allegramente, magari dei dispositivi più semplici come una stufa o una abat jour anche se si stacca la ciabatta dall’interruttore non hanno di che soffrire, anche se il loro risparmio energetico sara’ ancora inferiore.
Purtroppo le leggende metropolitane sono tante, e prima di mettere a rischio salute e funzionalità dei nostri dispositivi, soprattutto quando il risparmio e’ esiguo e’ bene capire cosa si sta facendo.
Voi ne eravate al corrente? Staccate i dispositivi ogni notte o li lasciate accesi? Avete dei dubbi, bisogno di consigli o avete suggerimenti da dare? Scrivetelo nei commenti.
Oggi parliamo di un accessorio per il pc poco conosciuto ma che può essere indispensabile in molte situazioni, il gruppo di continuità o UPS. Si tratta di uno scatolotto che si installa tra la presa di corrente e il nostro computer o dispositivo elettronico e grazie alle batterie contenute al su interno ci consente di alimentarlo quando dovesse mancare la corrente per permetterci di salvare ed eventualmente spegnere il computer evitando di perdere il lavoro o danneggiare l’hardware dandoci il tempo di riattaccare la corrente o risolvere il guasto.
Possono essere parecchio utili con la fibra ottica per permetterci di tenere attiva la connessione internet e il telefono fisso quando dovesse saltare la corrente, magari perché è saltato il salvavita o abbiamo acceso troppi elettrodomestici nello stesso momento, dandoci il tempo di ripristinare la corrente senza interrompere l’alimentazione del dispositivo, cosa particolarmente utile se abbiamo dei dispositivi che devono essere sempre attaccati alla corrente come ad esempio i NAS, ma anche una banale stufa a pellet o che richiedono lunghi tempi di ripristino alla riaccensione o ancora che possano soffrire di sbalzi di corrente o spegnimenti improvvisi.
A seconda del consumo del nostro computer o dispositivo elettronico e dall’autonomia desiderata dovremo dimensionare il nostro ups, scegliendo quello della capacità adeguata alle nostre esigenze, espresso in VA VoltAmpere: per convertirlo in Watt a spanne possiamo considerare un fattore di 0.6, pertanto 500VA x 0.6 = equivalgono a 300 watt di carico, anche se , per evitare di comprare un ups più grande, costoso e ingombrante di quello che fa per noi, va considerato il consumo reale e non la sola potenza di picco dell’alimentatore: se il vostro pc ha un alimentatore da 500Watt difficilmente consumerà quella corrente se non nei rari momenti di massimo sforzo.
E’ anche vero che se vogliamo stare più sicuri o vogliamo una maggiore autonomia a batteria, che generalmente per i PC è limitata a una decina di minuti sufficienti giusto a salvare il lavoro e a spegnere il computer in sicurezza, dovremmo giocoforza sovradimensionare il nostro ups.
Altra importante variabile per la scelta è la tecnologia di funzionamento: quelli più semplici , compatti ed economici sono quelli denominati off line o standby dove la batteria interviene solo quando viene a mancare la corrente ma potrebbero avere dei tempi di reazione (o più precisamente “di trasferimento”) troppo lenti che a seconda dell’alimentatore potrebbero far spegnere l’apparecchio dal passaggio tra tensione di rete e batteria.
Dall’estremo opposto ci sono quelli online, più cari ed ingombranti, che fanno passare la corrente della rete elettrica sempre tramite la batteria facendo una doppia conversione eliminando il problema dei tempi di reazione e stabilizzando eventuali picchi di corrente che potrebbero friggere i nostri apparecchi.
La via di mezzo sono i line interactive dove in condizioni normali la corrente non passa dalla batteria ma da un regolatore di tensione chiamato AVR permettendoci di evitare gli sbalzi di tensione senza dover passare dalla batteria come sugli online, prolungandole la vita ed avendo una circuiteria meno complessa rispetto agli online e quindi più economica, meno ingombrante e più silenziosa dato che può fare a meno di ventole di raffreddamento.
Inoltre a seconda del dispositivo che dobbiamo attaccare va considerato il tipo di onda che viene fornita dall’ups quando il dispositivo è alimentato a batteria, che puo essere sinusoidale, quadra o simulata: se la cosa fa poca differenza per un vecchio alimentatore o un dispositivo analogico, cambia se abbiamo un alimentatore moderno ad alta efficienza con PFC attivo o un alimentatore switching: in questi casi perché l’alimentatore funzioni correttamente necessita di un’onda sinusoidale come quella fornita dalla rete elettrica: normalmente la batteria ne fornisce una quadra che puo portare ad un interruzione della corrente nel momento del passaggio da rete elettrica a batteria con il conseguente spegnimento dell’apparecchio e il rischio di guasti.
Gli ups più vecchi o quelli più economici generalmente hanno un’onda quadra, quindi se ci dobbiamo collegare un dispositivo moderno questa tipologia va evitata, per contro gli ups con onda sinusoidale pura, che sono i migliori, sono parecchio costosi, ma anche qui esiste un compromesso dato che gli alimentatori dei dispositivi moderni richiedono un’onda sinusoidale, la si simula artificialmente tramite un apposito circuito limitando i costi.
Altra funzionalità da valutare se lo dobbiamo usare col pc è la presenza della porta usb e di un software di gestione che permetta il monitoraggio dello stato della batteria dal pc e di impostare eventualmente lo spegnimento automatico del pc quando l’autonomia delle batterie scende sotto una soglia critica, oltre alla presenza di un adeguato numero di prese elettriche, pur considerando che non ha senso collegare sotto ups periferiche esterne non indispensabili come stampanti o scanner.
Diciamo l’ups giusto dipende dalle nostre esigenze: dall’apparecchio che ci dobbiamo collegare, l’autonomia richiesta, ma soprattutto se lo dobbiamo mettere in casa magari nella camera da letto dobbiamo valutare anche le dimensioni, la rumorosità ed ovviamente il costo. Voi ne avete uno o pensate di acquistarlo? Fatecelo sapere.