Purtroppo chi usa i servizi in streaming , da quelli per i video, a quelli per la musica o per i videogames se ne sarà accorto: stanno aumentando i prezzi e in molti casi viene meno la possibilità di condividere l’abbonamento laddove era tollerato.
E gli aumenti , soprattutto per le piattaforme che trasmettono eventi sportivi sono aumentati considerevolmente, basti pensare a Dazn che per il pacchetto che include la serie A chiede 40.99 euro al mese contro i 30.99 della stagione precedente, aumenti mitigabili leggermente se si acconsente a perdere uno dei più apprezzati vantaggi degli abbonamenti in streaming: la possibilità di disdire quando si vuole l’abbonamento.
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Ma anche gli altri servizi non sono da meno, Disney plus da novembre passerà da 8.99 a 11.99 al mese e introduce dei piani piu’ economici per chi rinuncia alla condivisione delle password o visualizza la pubblicità introducendo il piano Standard con solo due 2 stream contemporanei, senza il 4K e il Dolby Atmos al prezzo precedente di 8.99 e il piano con la pubblicità a 5.99 dove si rinuncia anche al download dei contenuti per la visione offline
Anche NowTv da fine settembre rimodula l’offerta abbassando leggermente il prezzo di alcuni pacchetti ma lanciando la pubblicità sui contenuti on demand che si potrà evitando pagando 5 euro al mese della nuova opzione premium: in pratica un aumento mascherato per chi non vorrà sorbirsi la pubblicità, Netflix già da qualche mese ha eliminato la condivisione degli account e rimodulato i piani aggiungendo un piano base con pubblicità, Spotify ha aumentato da luglio i piani premium di 1 o 2 euro al mese a seconda del prodotto scelto, Amazon prime aveva gia’ aumentato il canone di 1 euro al mese (e non è escluso che arrivi a breve un nuovo ritocco), cosi come ha fatto Apple TV+ passata a 6.99 mensili e pure gli abbonamenti ai videogiochi di Xbox e Playstation hanno subito rincari.
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Tra i pochi servizi ad essere passati indenni agli aumenti al momento c’è Paramount+ ma considerato che negli USA ha da poco ritoccato i listini non è escluso che tra qualche tempo succeda altrettanto dalle nostre parti, così come per YouTube Premium e YouTube Music che hanno da poco subito dei ritocchi ai listini negli states.
Alla fine se si sommano tutti gli abbonamenti , almeno quelli a cui si farebbe fatica a rinunciare si finisce a pagare più della pay tv unica con tutte le opzioni attive, cosa che porterà il pubblico, in un momento dove l’inflazione è alle stelle a fare delle rinunce per dei servizi di cui, magari controvoglia, se ne può comunque fare a meno.
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Per arginare il problema molte piattaforme hanno introdotto dei profili con pubblicità ad un prezzo più basso, vicino a quanto si spendeva condividendo l’abbonamento, ma altrettanto vicino al prezzo del servizio senza interruzioni pubblicitarie richiesto prima degli aumenti .
E volendo difendersi da queste mosse, ci sono poche soluzioni e anche i servizi che favorivano la condivisione degli abbonamenti mettendo a disposizione una piattaforma per dividere la spesa stanno venendo meno, un po’ perchè sono sempre meno i servizi dove è rimasta possibile la condivisione ma anche perchè queste piattaforme iniziano ad essere assimilate alla pirateria e quindi osteggiate o bloccate dai servizi di streaming e dalle autorità anti pirateria.
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E complici gli aumenti , la rinuncia forzata a qualche abbonamento e la frammentazione dell’offerta sta riportando in auge la pirateria che nei tempi era passata di moda. C’è da dire che la lotta alla pirateria, specie per quanto riguarda gli eventi sportivi in diretta si sta inasprendo, con pene importanti comminate non solo a chi organizza, trasmette o rivende sistemi di pirateria come il celebre “pezzotto”, ma anche a chi fruisce del servizio pirata che se beccato rischia di dover pagare multe da migliaia di euro rendendo poco conveniente la cosa. Ma anche chi si rivolgeva agli streaming esteri gratuiti facendo lo slalom tra le varie pubblicità si troverà a doverci rinunciare perchè con le nuove normative i flussi di streaming pirata potranno essere bloccati all’istante , quindi durante la partita, senza attendere l’intervento di un giudice, cosa che ne complicherà la visione in Italia. Probabilmente con l’uso di una VPN si potranno bypassare alcune di queste limitazioni, ma se si deve spendere dei soldi per un servizio tanto vale farlo per quello legale.
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Insomma comunque la si veda usare i nostri amati servizi in streaming ci costerà sempre di più, magari si puo’ mitigare ingoiando la pillola amara della pubblicità o rinunciando a quelli che usiamo di meno, magari stando attenti a mantenere attivo l’abbonamento solo quando usiamo effettivamente il servizio. Voi come pensate di reagire a questa valanga di aumenti? Scrivetelo nei commenti!