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  • Streamer di rete: come rendere moderno un vecchio hi-fi

    Streamer di rete: come rendere moderno un vecchio hi-fi

    Per ascoltare musica con una qualitá superiore a quella di un telefonino, una cassa bluetooth, una soundbar o un’assistente vocale l’ideale é passare ad un impianto hi-fi, un tempo presente in tutte le case e ora relegato alle sale dei soli appassionati, che lo hanno reso quasi un prodotto di nicchia.

    Ma questo non vuol dire che sia un prodotto superato, anzi anche un vecchio stereo recuperato in cantina o comprato usato per pochi soldi riesce a darci molta piú soddisfazione di una cassa bluetooth o di una soundbar, grazie a un suono nettamente migliore.

    Il problema é che se utilizziamo un prodotto con tanti anni sulle spalle potrebbe non essere dotato delle ultime comodità soprattutto per chi ascolta musica liquida , sia da chiavetta che in streaming

    woman in white shirt using silver macbook

    In realtá convertire un apparecchio hi-fi , anche datato, alle ultime tecnologie non é nulla di particolarmente complesso basterá collegare ad un ingresso dell’amplificatore uno scatolotto chiamato streamer di rete, che ci consente appunto di ascoltare la musica dalla rete, sia locale ad esempio se utilizziamo un nas , che via internet collegando il nostro servizio di streaming musicale come Amazon Music o Spotify o quelli in alta qualitá come Qobuz o Tidal.

    Lo scatolotto, in realtá é una sorta di piccolo computer che tramite un cavo lan o una connessione wifi si collegherà in rete e potrá essere comandato da una app sul vostro cellulare con la quale selezionare le canzoni da ascoltare in alta qualitá nel vostro impianto stereo.

    Avendo piú scatolotti attaccati ad altri impianti stereo sarete pure in grado di gestire un impianto multi room che consente di ascoltare contemporaneamente la stessa musica in piú punti della stessa casa

    Inoltre potrá essere dotato, a seconda dei modelli di una o piú prese USB dove attaccare dei dispositivi di archiviazione come pennette USB o hard disk esterni dal quale leggere la musica, della connessione bluetooth con la quale ricevere da un cellulare o dalla tv o anche trasmettere la vostra musica ad una cuffia bluetooth.

    Ma la magia avviene tramite il DAC il dispositivo che converte il segnale digitale della vostra musica liquida in un segnale analogico per l’amplificatore dell’impianto stereo, che puó essere integrato nello scatolotto o essere un dispositivo dedicato esterno per avere la massima qualitá.

    La maggiore qualitá della conversione unita alla potenza di casse e amplificatore ci consentono un suono nettamente superiore, anche a quello che potremo avere collegando direttamente il telefono all’amplificatore tramite cavo o bluetooth.

    Ovviamente gli streamer di rete hanno prezzi molto vari in base alla loro qualità , alla marca e alle loro funzionalità e possono costare da una cinquantina di euro fino a qualche migliaia.

    Ma essendo dei piccoli computer nulla ci vieta di costruirne uno in casa da soli recuperando un vecchio computer inutilizzato, un mini pc dal costo contenuto o un single board computer come un raspberry PI ai quale collegare un DAC, che si può recuperare anche per poche decine di euro e installando dei software dedicati come Volumio, Daphile, Rune Audio , Moode, PiCorePlayer o simili si puó avere con qualche decina di euro e un po di tempo per documentarsi, installare e configurare il software il un suono simile ad apparecchi stand alone e soprattutto sempre aggiornabile alle ultime tecnologie del momento.

    Alla fine la differenza salta all’orecchio anche di chi non è abituato ad ascoltare la musica in alta fedeltà, mantenendo la comodità della musica liquida ma con la qualità di un vero hifi.

    E considerando che con un po ‘di ingegno si può recuperare a basso costo un impianto hi fi e uno streamer di rete, magari salvando dell’elettronica  dalla discarica si fa un piacere all’ambiente, al portafoglio ma soprattutto al nostro orecchio.

    Voi li conoscevate?

  • Le cuffie a cancellazione attiva del rumore servono davvero?

    Una tipologia di cuffie molto interessanti sono quelle a cancellazione di rumore, che possono essere una manna dal cielo quando vogliamo ascoltare la nostra musica in un ambiente rumoroso, o quando ci vogliamo isolare dall’ambiente circostante per non perdere la concentrazione, magari al lavoro o nello studio.

    Ovviamente se vogliamo isolarci é bene farlo in un luogo sicuro, al chiuso e non in strada dove potremmo non accorgerci di un pericolo, quindi vanno bene in casa, in ufficio o sul treno ma non quando stiamo facendo attivitá sportive, manuali o potenzialmente pericolose.

    woman wearing black sleeveless dress holding white headphone at daytime

    Generalmente quando ci si vuole isolare dai suoni esterni si scelgono delle cuffie chiuse dove l’orecchio è sovrastato da una cuffia progettata per non far percepire i rumori che arrivano dall’esterno della cuffia, ma ovviamente a meno di non fare delle cuffie grandi e pesanti non si riescono a fare miracoli, oltre al fatto che se la cuffia è chiusa manca la traspirazione dell’orecchio quindi non potremmo utilizzarle continuativamente per ore visto che tendenzialmente sono piú pesanti ma soprattutto fanno sudare il padiglione auricolare.

    La soluzione arriva da una tecnologia, che sino a qualche tempo fa era molto costosa ma si è abbassata notevolmente di prezzo, il sistema di cancellazione attiva del rumore ANC o Active Noise Cancelling, dove ci sono dei microfoni sull’esterno della cuffia che captano i rumori e producono dentro la cuffia un onda sonora in controfase che cancella i rumori esterni, consentendo di aver in cuffia il silenzio o una riproduzione musicale esente dai rumori di fondo.

    Ovviamente la presenza dei microfoni e della circuiteria necessaria rende obbligatorio che ci la cuffia sia alimentata, quindi ci sará una batteria, ricaricabile o meno, che avrá un suo peso, oltre al fatto che questa complessitá ha un suo costo, e a volte per ridurlo al massimo viene meno la qualità della cancellazione con prodotti che funzionano veramente male, quindi è preferibile informarsi bene ed evitare magari prodotti troppo economici per evitare fregature.

    Uno dei vantaggi di questa tecnologia è che per isolarci non è necessario che la cuffia sia chiusa, quindi potremmo avere la cancellazione del rumore anche in cuffie aperte, cuffie sportive o in auricolari, dove i microfoni esterni compensano la mancanza di isolamento fisico della cuffia permettendoci di ottenere un suono ottimale anche con cuffie comode o di forma particolare.

    Una delle funzionalitá piú comode é la possibilitá di avere la modalità trasparenza in modo da far entrare in cuffia, alla pressione di un tasto,  il rumore esterno percepito dai microfoni, utile per ascoltare qualcuno ci si sta parlando e che altrimenti non potremmo sentire o sentiremmo in maniera molto attenuata.

    Ovviamente a seconda dei modelli la qualitá della cancellazione del rumore puó essere più o meno buona, cosi come puó esserci la possibilitá che il suono risultante risulti artefatto o poco naturale, infatti i modelli migliori hanno la possibilitá di settare a piacimento le modalitá o le modalitá di cancellazione del rumore, mentre i sistemi piú economici hanno spesso solo la possibilità di attivare o disabilitare la modalitá di cancellazione.

    Il consiglio è se state valutando l’acquisto è di sceglierne una di qualità: se è pur vero che si trovano cuffie, specie auricolari con anc anche a 10 euro, a volte questi sistemi non funzionano tanto bene , ed in rete è pieno di cuffiette economiche che spacciano questa caratteristica ma spesso sono degli scam o quanto meno funzionano molto male, e comunque mancano di modalità utili come la trasparenza io quantomeno la possibilità di disabilitare facilmente la modalità anc quando qualcuno ci parla o si avvicina a noi.

    Ad ogni modo si tratta di uno strumento molto utile per chi lavora o studia in un open space o comunque con qualcuno che parla o chiacchiera nelle vicinanze, o quando ci sono dei rumori costanti come quelli di ventole condizionatori o apparecchi rumorosi che disturbano l’ascolto della musica, in quel caso una buona cuffia ANC é un toccasana sia per la nostra concentrazione che per goderci la musica.

    Inoltre la presenza del microfono ci consente quasi sempre di utilizzarle per rispondere al telefono, e molti modelli sono dotati di bluetooth rendendoli comodi da usare sia attaccati al pc, che al telefono o ad una sorgente audio.

    Voi li conoscevate? Le utilizzate normalmente o preferite delle cuffie classiche? Avete qualche dubbio, curiositá o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti,

  • Scegliere le cuffie adatte per le nostre esigenze

    Scegliere le cuffie adatte per le nostre esigenze

    Un accessorio molto utile sia per svago che per lavoro sono le cuffie, ne esistono di tante tipologie, con tante funzionalitá distinte e tanti prezzi, ma la sua utilitá é indiscutibile.

    Se dotate di microfono possono essere collegate al telefono per consentirci di conversare a mani libere quando magari stiamo facendo un attivitá che non ci consente di tenere il telefono per le mani, o quando magari siamo in viaggio.

    Se hanno un sistema di cancellazione o di riduzione del rumore possono essere usate per estraniarci da un ambiente rumoroso, come quello di un ufficio open space permettendoci di mantenere la concentrazione

    Ma le possiamo banalmente utilizzare per ascoltare della buona musica, a casa,  in ufficio, sui mezzi di trasporto, in palestra o facendo una corsetta, oppure ancora per giocare ai videogiochi o per guardare la tv senza disturbare familiari o coinquilini.

    Gli esempi sono tanti perché le cuffie devono rispondere alle diverse esigenze di ognuno di noi, quindi la cuffia che puó andare bene a noi non va bene per un’altra persona e soprattutto a seconda delle attivitá potrebbe essere utile usare delle cuffie specifiche.

    Quindi bisogna mettere in conto che a seconda dei casi puó essere il caso di avere piú cuffie, dagli auricolari wireless ricaricabili da usare sul telefono, a quelle sportive che non cadono dalle orecchie coi movimenti del corpo quando facciamo attivitá fisica, a quelle ad archetto per ascoltare la musica comodamente anche per ore, solo per enunciare quelle piú comuni.

    E a seconda di marca, tecnologie e caratteristiche i prezzi possono variare considerevolmente, ce ne sono anche da spendere 1 euro, così come ce ne sono da diverse migliaia di euro. 

    Sicuramente una volta individuata la tipologia e le caratteristiche che ci servono meglio puntare su un prodotto di qualità per lo meno decente evitando prodotti troppo economici, e magari informandosi sul modello che abbiamo individuato.

    Non mancano infatti sul mercato prodotti di marchi altisonanti dove si paga il blasone ma la qualitá é simile a prodotti che ne costano la metá , così come prodotti di alcuni marchi semisconosciuti che valgono molto piú del loro prezzo, magari perché producono conto terzi per il marchio altisonante.

    A volte a paritá di caratteristiche il prezzo cambia per i materiali utilizzati: un connettore, un cavo o i cuscinetti delle cuffie di qualitá superiore fanno sí che le cuffie dureranno di piú e generalmente per un prodotto piú costoso o piú diffuso é piú facile reperire ricambi rispetto ad un piú economico prodotto usa e getta, dove quando col tempo la similpelle si sgetolerá sarete costretti a buttare le cuffie che ancora suonano bene anziché poter cambiare i padiglioni con un ricambio.

    Inoltre le caratteristiche fisiche della cuffia possono variare tantissimo, soprattutto per gli auricolari che andando dentro le orecchie o per le cuffie sportive, dove una minima differenza nel design della cuffia le rende portabili o meno per il nostro uso, anche in considerazione che si tratta di differenze che possono variare da persona a persona.

    Ma banalmente anche la differenza di tipologia , tra una cuffia chiusa o una aperta cambia tantissimo: in quelle chiuse non passa l’aria dall’esterno quindi sono piú isolate dai rumori e il suono sulla carta migliora, ma di contro scaldano l’orecchio non consentendoci un uso prolungato, a differenza di quelle aperte dove se l’ergonomia della cuffia è buona potremmo portarle addosso per ore quasi senza sentirle ma sentendo i rumori esterni. 

    A seconda dei casi è importante scegliere una cuffia con il sistema di cancellazione di rumore, dove un microfono e un apposito chip ascoltano i rumori all’esterno per produrre un’onda sonora in controfase che attutisce o cancella i rumori esterni, al prezzo di avere una cuffia che necessita di essere alimentata, e di una certa latenza che puó rendere poco naturale il suono, oltre a un costo maggiore della cuffie, ma magari diventa indispensabile per potersi estraniare dalle chiacchiere dei colleghi in ufficio.

    Insomma non è facile scegliere una cuffia , ma in tanti casi non se ne può fare a meno. Voi che tipo di cuffie utilizzate? Avete qualche dubbio, curiositá o qualcosa da aggiungere? Scrivetelo nei commenti.

  • I cd stanno per tornare di moda?

    I cd stanno per tornare di moda?

    Il mondo della musica negli ultimi tempi ha visto tanti cambiamenti, e se ormai lo streaming e comunque i formati digitali la fanno da padrone,  i vinili sono tornati di moda, probabilmente piú come feticcio da possedere per sostenere il cantante di cui siamo fan che non come supporto per ascoltare la musica.

    Infatti non é raro che molti acquirenti di dischi non abbiano neanche un giradischi o che ascoltino principalmente il disco che hanno acquistato, in forma digitale, magari scaricando i file ottenuti insieme al disco.

    Ma il vinile purtroppo ha un grosso limite, costa parecchio produrlo, spedirlo e distribuirlo e se davvero raramente verrá solcato da una puntina ha senso spendere 40 euro quando lo stesso titolo in cd da nuovo ne costa 10?

    Considerando poi che a differenza del passato, un disco moderno nasce in digitale e viene comunque convertito in analogico per potere essere stampato su vinile si perde anche filosoficamente il vantaggio di avere un costoso supporto analogico.

    Quindi per chi vuole solo la trasposizione fisica di un disco che poi ascolterá in streaming ha senso comprare un vinile a quei prezzi? 

    Probabilmente no, ma se si vuole possedere fisicamente quel disco, e magari risparmiare non solo solo soldi ma anche spazio nelle libreria, il modo più conveniente è di acquistare il tanto bistrattato cd.

    E’ finito fuori moda, è stato quasi completamente soppiantato dal ritorno del vinile nei pochi negozi di dischi superstiti ma in realtà è ancora vivo e considerato che è poco richiesto costa poco, soprattutto in confronto ai 33 giri.

    Così come costa poco riprodurlo, perché nonostante il lettore cd sia sparito dai nostri computer può essere letto da un qualsiasi lettore di dvd o blueray attaccato alla tv o con un lettore o un masterizzatore usb che si può ancora comprare con poca spesa.

    E a differenza delle cassette, altro formato concorrente dell’epoca, è piú facile riprodurlo, in quanto i lettori a cassette sono praticamente spariti dal mercato del nuovo e a differenza di cd o giradischi riesumare un apparecchio fermo da anni richiede molto probabilmente la manutenzione di un tecnico per la sostituzione delle cinghie sciolte dal tempo.

    collection of assorted music discs in shop

    Essendo il CD passato di moda qualcuno se ne disfa e si possono trovare titoli importanti su cd nelle bancarelle e nei mercatini al prezzo di un caffé o poco piú.

    Ed é il momento di approfittarne e farne incetta perché con il costo dei vinili che aumenta sempre, i cd anche da nuovi nel giro di qualche tempo sicuramente torneranno di moda come è stato per i vinili ed allora  i loro prezzi aumenteranno.

    white and black compact discs

    Probabilmente non arriveranno al livello attuale dei vinili in quanto piú economici da produrre, ma è verosimile che possano arrivare a costare la metá del costo attuale di un vinile, e se abbiamo comprato oggi un cd a 2 euro magari nel giro di qualche anno potrebbe tranquillamente costarne 20, quindi diventare paradossalmente pure un ottimo investimento.

    collection of compact disc

    Inoltre si trasportano piú facilmente, pesano ed ingombrano meno, e comunque non sono certo il male assoluto per l’ascolto dei nostri album, se poi col costo di un solo vinile nuovo magari ci portiamo a casa 10 cd usati forse è anche un modo piú democratico per avvicinarci alla musica e magari scoprire degli artisti che non conoscevamo.

    Voi come ascoltate la musica? In streaming , su vinile o usate il tanto bistrattato cd? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti

  • Come farsi un vero impianto hi-fi spendendo meno di una cassa bluetooth

    Come farsi un vero impianto hi-fi spendendo meno di una cassa bluetooth

    L’ascolto della musica in casa generalmente é relegato alle cuffie collegate allo smartphone, alle casse bluetooth o ad un assistente vocale come Echo di Amazon o il Google Nest dove la qualitá dell’ascolto seppur accettabile per le dimensioni dell’apparecchio non puó mai essere granché.

    E lo stesso dicasi per le soundbar che attacchiamo alla tv per migliorare l’audio e la motivazione é la stessa: le dimensioni delle casse contano per ottenere un bel suono, non si può pensare di avere un audio di qualitá in uno spazio di pochi centimetri dove manca fisicamente lo spazio per la cassa armonica come nel retro di una tv a schermo piatto.

    Certo si possono usare stratagemmi software per simulare la spazialitá dell’audio e migliorare leggermente le cose, ma spesso queste soluzioni di compromesso finiscono per creare un suono artificiale e poco piacevole. 

    Inoltre acquistare un prodotto migliore dello stesso tipo non porta miglioramenti significativi a fronte della spesa investita, passare da una cassa bluetooth da 30 euro a una da 300 o da una soundbar da 80 euro a una da 600 migliora un po le cose ma non risolve il problema, soprattutto considerando che con quella spesa o anche meno si può iniziare a portare a casa un impianto hifi vero, magari recuperando qualche pezzo sul mercato dell’usato.

    Infatti inseguendo le inserzioni e schivando qualche fregatura ci si puó portare a casa un amplificatore, un paio di casse decenti e un lettore cd anche con 150 euro, meno del costo di una cassa bluetooth di marca.

    Infatti i prodotti hifi degli anni 90-2000, forse gli ultimi presenti in massa nelle case si portano a casa a prezzi interessanti , spesso sono prodotti di qualitá, fatti per durare, progettati e realizzati in Europa o in Giappone e non prodotti in massa da un terzista cinese che per tagliare i costi al massimo usa componentistica di scarsa qualitá e lesina sul controllo qualitá degli apparecchi. 

    E pazienza se si dovrá rinunciare ad avere integrata qualche comoditá dei prodotti piú moderni , come radio dab , connessione bluetooth o streaming di rete, anche se la presenza di tanti ingressi ci permette di collegarci un dispositivo esterno come un ricevitore bluetooth che con una manciata di euro, permette di collegare l’amplificatore allo smartphone e godere della musica liquida in streaming.

    Anche collegare il TV ad un impianto non recente è possibile tramite un DAC che si può attaccare alla presa ottica del televisore da una parte e all’impianto hifi dall’altra tramite un cavo apposito ottenendo un risultato migliore di una soundbar.

    Infatti a differenza di certi prodotti recenti le possibilitá di collegamento non mancano anche su apparecchi di fascia economica e poiché il bello di queste soluzioni é la possibilitá di abbinare prodotti diversi per marca, tipologia, qualitá ci si puó divertire nell’ottenere la migliore resa comprando vendendo o scambiando i componenti.

    E trattandosi di modelli usati rivendendo e scambiando, a differenza del nuovo, non ci si perde tanti soldi dato che il deprezzamento lo hanno gia avuto.

    Anzi se uno poi inizia a smanettare può divertirsi a comprare pezzi guasti a prezzo simbolico e aggiustarli da solo risparmiando parecchio, salvandoli dalla discarica e con maggiore soddisfazione di comprare un prodotto giá a posto.

    Tralaltro a differenza di quello che avveniva in passato, su certi apparecchi moderni i produttori lesinano sui collegamenti, magari nei prodotti piu economici , non solo si ha un wattaggio, impedenza delle casse o alcune funzioni in meno, ma vanno ad eliminare collegamenti come la presa phono per i giradischi (problema ovviabile tramite un pre-phono esterno), l’uscita ottica, quella per le cuffie o il numero di uscite di linea, quindi comprare usato ha senso anche per la versatilitá e non solo per il portafoglio.

    Certo c’è da stare attenti ad evitare prodotti difettosi o comunque delicati specie per quelli dove i ricambi non si trovano o la manodopera per la riparazione costerebbe più del valore del prodotto in ottime condizioni, oltre a fare attenzione a non strapagare certi prodotti particolarmente di moda tra gli appassionati e prestare particolare attenzione su alcuni prodotti , in origine piu economici, che possono risentire più di altri dei segni del tempo (esempio le sospensioni in foam anziche in gomma di certi altoparlanti che col tempo tendono a sbriciolarsi e la riparazione non sempre è conveniente).

    Alla fine un buon impianto hifi usato , ha un suono migliore, è più divertente ed economico di una cassa bluetooth o di una soundbar, voi siete d’accordo? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • Un impianto hifi ha senso oggi?

    Un impianto hifi ha senso oggi?

    Oggi parliamo di impianti stereo, apparecchi che sino a venti trent’anni fa erano presenti in tutte le case ma sono passati di moda sostituiti da casse bluetooth, soundbar e assistenti vocali

    E se facciamo un giro nei grandi magazzini dell’elettronica scopriremo che le sale d’ascolto e i grandi assortimenti di amplificatori, casse e lettori cd sono spariti, resiste giusto qualche giradischi in preda alle mode del momento, ma anche in quei negozi indipendenti che hanno ancora qualcosa in vendita, i prodotti in esposizione si contano nelle dita di una mano, magari due o tre amplificatori, quattro o cinque coppie di diffusori e un lettore cd.

    Per fortuna rimangono i negozi specializzati in hifi, che purtroppo non sono presenti in tutte le cittá , dove si trovano i prodotti di fascia alta e che in genere trattano e ritirano usato e dove sopratutto é possibile ascoltare l’impianto prima dell’acquisto.

    Quello che é sparita é la fascia medio bassa del mercato , anche da internet dato che molti dei marchi storici dell’hifi piú commerciali hanno smesso di produrre, nella migliore delle ipotesi spostandosi nella fascia piu alta del mercato o addirittura chiudendo o cedendo il marchio dopo decine di anni di successi.

    Resiste la fascia alta, dove piccoli produttori riescono a dire la loro,magari in una particolare nicchia di mercato, oltre a grandi gruppi che hanno inglobato marchi storici per risparmiare sui costi di sviluppo e di produzione ripartendo le spese su piú marchi.

    Ma quello che resiste sopratutto é il mercato dell’usato che da una parte é vivace perche su alcune tipologie di articoli non ci sono innovazioni tali da rendere particolarmente appetibile il nuovo e dall’altra parte i prezzi non sono particolarmente elevati perche’ si rivolge ad una nicchia dove la domanda al momento é bassa.

    Quindi il momento é buono per sperimentare e per riassaporare il concetto di alta fedeltá considerando che cercando sull’usato un bel amplificatore e un paio di casse di buona qualitá si portano a casa al prezzo di una soundbar , ottenendo un risultato molto piú soddisfacente, a costo di un po di spazio e magari di qualche compromesso rinunciando a qualche funzione tecnologica, anche se a dire il vero c’é sempre la possibilitá di attaccare ad un ingresso dell’amplificatore un piccolo ricevitore bluetooth per rendere l’impianto smart attingendo alla musica liquida dal nostro smartphone.

    Ma il bello è che , acquistando prodotti di qualitá, si può cambiare facilmente senza andare a perderci tanti soldi: il rivenditore specializzato dando dentro il proprio usato ve lo valuterá bene, aggiungendo una piccola differenza per un prodotto nuovo, o se lo abbiamo giá acquistato usato potremmo rifarci della spesa e prendere  anche a costo zero o con una piccola differenza prodotti analoghi che magari si addicono di piú al nostro impianto o alle nostre esigenze, consentendoci di provare e sperimentare senza troppi patemi d’animo, cosa impossibile con quei prodotti che hanno sostituito gli hi-fi nelle nostre case che generalmente perdono il loro valore appena usciti dal negozio.

    Diciamo che é un modo differente di fruire la musica, ma se avete accarezzato l’idea di comprare un giradischi o un lettore cd é bene pensare di ascoltarlo su un impianto vero e non su una cassa bluetooth, magari acquistando un prodotto vintage di qualitá.

    L’unica accortezza col vintage é provare accuratamente prima dell’acquisto evitando prodotti difettosi in quanto la riparazione potrebbe costare piú del valore dell’apparecchio e potrebbe essere impossibile trovare i ricambi, sopratutto per le sorgenti con parti in movimento come piastre a cassette e lettori cd, quindi meglio affidarsi a un rivenditore che possa darci un minimo di garanzia, e possibilmente evitare la spedizione in mancanza degli imballi originali, in quanto sono comunque oggetti delicati con tanti anni alle spalle che possono rompersi nel trasporto se non imballati perfettamente.

    E’un mondo molto interessante che sta lentamente tornando di moda, prima coi dischi in vinile, ma anche con cassette e cd che iniziano a ritornare in auge, quindi é bene approfittarne finché i prezzi rimangono bassi. 

    Voi pensate di costruirvi un hi-fi magari rimettendo in sesto il vecchio impianto del papá o preferite una moderna cassa bluetooth? Avete qualche dritta da suggerire, qualche domanda, qualcosa da segnalare? Scrivetelo nei commenti!

  • La porta OBD: accedere all’elettronica della nostra auto

    La porta OBD: accedere all’elettronica della nostra auto

    Oggi parliamo dell’elettronica delle nostre automobili, ma senza riprendere il problema della mancanza di componenti elettronici che sta condizionando sia il mercato del nuovo che dell’usato di cui vi parlavo in passato, ma della porta OBD presente da oltre vent’anni sulle nostre automobili e che permette la diagnostica di eventuali problemi della vettura.

    E’ quel connettore nascosto spesso dietro un cassettino o  un alloggiamento nei pressi del volante tramite il quale i meccanici possono rilevare, attaccandoci un computer o un apposito strumento, errori, guasti, malfunzionamenti della vettura, cosi come poter verificare in tempo reale tutti i parametri per la diagnosi e la soluzione dei problemi sulla vettura.

    Tramite la stessa porta alcuni malintenzionati a seconda dei casi riescono pure a far partire la macchina rubata pur in assenza della chiave originale o qualche truffatore a modificare il chilometraggio della macchina per poter rivendere un’usato a un prezzo maggiorato , pertanto in alcuni casi può essere necessario proteggere o blindare il connettore per evitare comportamenti non voluti.

    Ma a cosa può servire questo connettore ad un’utente comune? Generalmente a poco, anche se può essere carino collegare l’autoradio o il telefonino alla porta diagnostica per poter visualizzare in tempo reale  sul display tutti i parametri della macchina

    Altro uso può essere per spegnere qualche spia o avviso molesto nel cruscotto o per poter visualizzare i codici errore  di qualche guasto intermittente, come il classico problema che smette di verificarsi appena abbiamo preso appuntamento con il meccanico e che si ripresenta appena allontanati dall’officina, ma che il meccanico non può riscontrare se non usando la macchina per diverso tempo. In tal caso poter comunicare un codice di errore anziché raccontare uno strano comportamento o l’accensione di una spia generica può essere parecchio utile alla risoluzione tempestiva del problema

    Ma cosa c’è bisogno per interfacciarsi alla nostra automobile tramite la porta OBD? Sicuramente la cosa migliore sarebbe avere un apparecchio diagnostico come quelli forniti dalle case automobilistiche soltanto alla propria rete ufficiale, oppure uno di quelli universali presenti nelle officine multimarca più grandi capaci di interfacciarsi con quasi tutte le macchine in commercio: il problema è che accedere a questi dispostivi servono contratti esosi di fornitura o comprare delle apparecchiature che costano più del valore della macchina stessa, tanto che spesso anche i meccanici più piccoli sono costretti a rivolgersi alla rete ufficiale o a un collega più strutturato per operazioni più complesse della norma o quando hanno a che fare con modelli di auto particolari. Per i piccoli riparatori, ma anche per gli hobbisti esistono poi dei dispositivi diagnostici più economici che non permettono magari di accedere a tutti i dati o di modificare alcuni parametri ma hanno costi ben più abbordabili si va da qualche centinaio di euro a modelli cinesi reperibili su amazon o su aliexpress che possono costare davvero pochi euro, che magari hanno funzionalità limitate o qualche incompatibilità ma possono essere d’aiuto in certe circostanze.

    Alternativamente si può collegare la porta tramite un cavo o un dongle bluetooth  dal costo di pochi euro che comunica ad un computer, un tablet o uno smartphone dove sarà installata un’applicazione o un software di diagnostica: generalmente questi software sono a  pagamento con funzionalità differenziate in base al prezzo pagato, ma che spesso possono avere una versione di prova limitata nel tempo o nella funzionalità che può essere sufficiente per curiosare un po’ tra i parametri, i messaggi di errore e magari riuscire a spegnere una spia o attivare una funzione nascosta.

    L’importante è se non si è del settore non modificare nulla se non si sa cosa si sta facendo, impostando parametri di cui non se ne capisce il funzionamento, dato che il rischio di fare danni è elevato, ma fin tanto che si legge soltanto qualche parametro e si prende nota di qualche codice di errore il rischio non si pone. Può essere uno strumento utile per farci conoscere dall’interno la nostra macchina, cosi come uno strumento essenziale per gli autoriparatori e purtroppo per alcuni malintenzionati, voi lo conoscevate? Avete in macchina un dongle OBD, avete qualche dubbio, curiosità o suggerimento, scrivetelo nei commenti.

  • Le casse bluetooth

    Le casse bluetooth

    Se cercate un regalo da fare o da farvi adatto un po’ a tutti , dai giovanissimi a chi ha qualche primavera sulle spalle e utile sia a casa che all’aperto e dal costo non esagerato sicuramente un idea è una cassa bluetooth

    Sono quei piccoli altoparlanti portatili a batteria che si collegano senza fili al telefono , a un computer o comunque a una sorgente audio per diffondere la musica. Inoltre hanno spesso un microfono integrato che li può trasformare in un vivavoce utile per rispondere alle chiamate magari anche in auto o al lavoro.

    Sono ottimi per fare festa con gli amici, da portare in giardino, in strada, in spiaggia o in piscina, ma anche solo per ascoltare la musica sotto la doccia o in una stanza dove non abbiamo un apparecchio audio

    Come i cellulari hanno una batteria ricaricabile interna che permette di sentire la nostra musica per diverse ore, qualcuno anche per giorni, e alcuni di loro possono pure fare da powerbank ricaricando il cellulare

    Ce ne sono di diverse dimensioni, quasi tutti possono stare dentro uno zaino, qualcuno lo si può appendere ai vestiti con un gancio, qualche altro è più ingombrante ma permette di organizzare party in giro

    Alcuni nascono per uso più casalingo, altri invece per uso più outdoor e quindi hanno protezioni per la sabbia e per l’acqua, cosi come quelli pensati per essere usati sotto la doccia.

    Qualcuno di questi può fare da assistente vocale come i vari Alexa o Google Home, che sono a loro volta delle casse bluetooth perchè possono suonare la musica trasmessa da un altro dispositivo, anche se non hanno una loro batteria integrata, e quindi possiamo usarli solo in casa.

    Ovviamente la versatilità e le dimensioni non consentono un ascolto di alta qualità, seppure le migliori suonano decentemente e hanno anche potenze importanti non consentono di certo un ascolto ad alta fedeltà, per una questione fisica.

    Infatti l’alta fedeltà presuppone che la disposizione degli altoparlanti componga con la testa dell’ascoltatore un triangolo equilatero e dato che una cassa bluetooth ha in genere una larghezza di una ventina di centimetri questo triangolo d’ascolto non potrà esistere neanche se ce le attaccassimo in fronte.

    Infatti le migliori casse bluetooth tendono ad avere dei sistemi di virtualizzazione del suono per simulare una diversa posizione di ascolto, ma ovviamente non è un vero hi-fi. Un altro accorgimento che si può usare su alcune casse di maggiore qualità è quello di poterne collegare più di una in serie, a patto di riuscire a separare i canali e a disporle alla giusta distanza

    Ovviamente per connetterle tra di loro si deve trattare di modelli della stessa marca , che abbiano la funzionalità per connettersi a vicenda e che consentano la modalità stereo, di modo che una cassa abbia il segnale sinistro e l’altra quello destro, infatti alcune casse possono connettersi tra di loro solo in modalità party dove più casse condividono lo stesso segnale da una cassa principale “Master” collegata con la sorgente

    La modalità party puo essere usata anche per fare una sorta di multi room e avere la stessa musica in più stanze delle casa a patto che siano tutte ad una distanza non troppo distante dalla sorgente

    Altre funzionalità spesso presenti sono il jack audio per connettere un dispositivo direttamente via filo, e a volte un lettore di schede microsd per usare la cassa come lettore mp3 facendo a meno della sorgente, inserendo i brani nella scheda di memoria microsd.

    Insomma si tratta di un apparecchio utile , simpatico e dai costi contenuti: quelli base costano anche poco piu di 10 euro, mentre quelli migliori di marche importanti e dotati delle funzionalità più avanzate posso costare anche alcune centinaia di euro. Vi metto magari qualche esempio qui sotto qualora foste interessati all’acquisto.

    Mini

    Modelli base

    Modelli evoluti

    Da party

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