Consigli generali

  • Spedire pacchi con i corrieri espresso

    Spedire pacchi con i corrieri espresso

    Acquistando online siamo abituati a ricevere pacchi con i corrieri espresso: con una spesa esigua possono consegnare il nostro ordine in 24/48 ore con la possibilità di tracciare la spedizione e spesso di accedere a servizi aggiuntivi come consegna in un punto di ritiro, pagamento alla consegna, notifica della consegna, consegna su appuntamento o al piano, gestione di eventuali resi etc.

    Ma se invece del nostro sito di e-commerce preferito dobbiamo essere noi a spedire un pacchetto col corriere, magari a un nostro amico, la restituzione di un’ordine oppure se abbiamo venduto a distanza un prodotto usato, cosa dobbiamo fare?

    Innanzitutto c’è da sapere che i corrieri generalmente non vendono i loro servizi direttamente ai privati o se lo fanno hanno tariffe veramente esose: spedire un pacchettino in un’altra provincia può tranquillamente costarvi più di 50 euro, questo perché disincentivano le spedizioni una tantum in favore di abbonamenti o carnet prepagati, ma per un privato è difficile che possa essere conveniente acquistare un pacchetto di 100 spedizioni.

    Ovviamente il sistema per accedere a prezzi molto più umani esiste, basta rivolgersi ai giusti interlocutori: possono essere le poste o gli esercizi commerciali che fanno spedizioni, i siti o i marketplace dove vendete il vostro usato che spesso hanno un loro servizio di spedizione o delle convenzioni con determinati corrieri o ancora dei siti specializzati che comparano i prezzi degli spedizionieri o che rivendono al dettaglio le spedizioni dei corrieri “spacchettando” i loro abbonamenti.

    In tal caso il sito, una volta accettato il preventivo della spedizione in base a destinazione, peso e dimensioni e pagato con carta di credito, vi invierà per email o vi metterà a disposizione una lettera di vettura del corriere convenzionato che dovrete stampare e attaccare al pacco e per il ritiro attendere  il giorno lavorativo successivo il corriere a casa vostra come fareste per il reso di un sito e-commerce, in alcuni casi sarà possibile lasciare il pacco presso un punto di consegna convenzionato, generalmente tabaccherie , edicole o cartolerie, indicato in fase di acquisto.

    Generalmente per una spedizione standard un corriere vale l’altro, ma c’è da sapere che in base alla località alcuni corrieri non effettuano il servizio, richiedono dei costi extra o consegnano in tempi più lunghi, cosa da valutare se spedite beni deperibili, o non effettuano servizi speciali come la consegna garantita entro un certo orario.

    Le cose cambiano se dovete richiedere un servizio extra, dalla consegna al sabato o al piano, all’assicurazione, dall’utilizzo di un punto di consegna o di ritiro al pagamento in contrassegno o alla spedizione ingombrante, pesante o fuori misura: non tutti i siti, ne i corrieri fanno questi servizi o possono richiedere dei sovraprezzi particolarmente esosi, quindi potrebbe essere necessario vagliare più siti o comparatori, o magari rivolgersi a un diverso corriere da quello abituale.

    Mentre se dovete spedire all’estero il sito o il corriere scelto può fare davvero la differenza, perché a differenza degli invii nazionali spedire anche un piccolo pacchetto anche con tutti gli stratagemmi del caso può rivelarsi un salasso, tanto che per pacchetti di dimensioni contenute potrebbe essere più conveniente spedire per raccomandata internazionale che non per corriere, seppur mettendo in conto tempi di consegna più lunghi.

    Attenzione inoltre al peso e alle dimensioni , alcuni corrieri hanno tariffe particolarmente convenienti per spedizioni di piccole dimensioni, cosi come alcuni possono essere poco convenienti oltre una certa soglia: ad ogni modo in fase di preventivo se non siete sicuri delle dimensioni del vostro pacco perchè non lo avete ancora preparato è sempre meglio esagerare: entro certi limiti di peso o dimensione spesso il costo non varia ma se al ritiro il pacco fosse più grande o pesante di quanto dichiarato potrebbero essere applicate delle penali anche più esose di quanto vi è costata la spedizione.

    Ad ogni modo con un pò di ingegno e qualche dritta si può spedire pacchi in tempi veloci e completamente tracciati spendendo pochi euro.

  • Comprare per mercatini dell’usato

    Comprare per mercatini dell’usato

    Comprare per mercatini dell’usato può essere un modo per risparmiare, ma è sempre cosi? In realtà generalmente gli affari si fanno in due e difficilmente chi vende non conosce il valore della propria merce, soprattutto se si tratta di un negozio di usato in conto vendita. Magari su una bancarella o sugli annunci di chi deve sbarazzare un garage si può avere il colpo di fortuna e recuperare per una cifra simbolica un prodotto di valore dall’aspetto scalcinato che in realtà ha giusto bisogno di una lucidata, ma purtroppo non è più la regola.

    Diciamo che ormai è più probabile pagare l’articolo ad una cifra vicina al suo valore, magari a seconda dei casi leggermente meno, in altri un po’ più cara, specie se si tratta di prodotti con un certo mercato o di prodotti di una certa rarità.

    Chi vende per lavoro, sia che debba pagare un affitto o anche solo uno stallo del mercatino generalmente sa bene cosa sta vendendo e a chi può vendere: se può sparerà prezzi alti per avere margine di trattativa e spesso venderà a prezzi più alti di quelli che potreste trovare sui siti specializzati in usato, contando sul fatto che non ci sono spese di spedizione e che la consegna è immediata e che magari chi compra non ha sottomano una valutazione puntuale, ragione per la quale dovremmo acquistare solo prodotti usati di cui abbiamo un idea almeno approssimativa del loro valore, per non rischiare di strapagare un pezzo magari carino ma che conviene prendere solo se viene pagato entro certi valori.

    E se il venditore ha un pezzo pregiato per le mani difficilmente finirà nella bancarella di un mercatino, ma cercherà di piazzarla in fiere o siti specializzati: inutile vendere un orologio da collezione in mezzo alle cianfrusaglie di un mercatino delle pulci: il cliente tipo che non ne conosce il valore si aspetta di spendere pochi spiccioli e quindi probabilmente resterà invenduto, col rischio di doverlo svendere se si ha necessità di incassare. Piuttosto lo cederà, magari all’ingrosso a un altro rivenditore specializzato in quel genere di oggetti in modo da massimizzarne il valore e che potrà venderlo nei giusti canali al prezzo più corretto.

    Infatti per gli oggetti da collezione, la memorabilia, l’antiquariato, il vintage, il modellismo o i pezzi di mezzi d’epoca ci sono apposite fiere e mercatini che catalizzano l’attenzione di un pubblico appassionato disposto anche a macinare chilometri e a pagare un biglietto di ingresso e magari pure un extra per trovare un prodotto particolare che difficilmente troverà al mercatino delle pulci.

     E se invece quello che cerchiamo è un prodotto usato recente di buona reperibilità forse è più facile ed economico trovare l’affare tra gli annunci gratuiti, nei marketplace o in siti e app di usato che nelle bancarelle, che a volte rischiano di vendere un prodotto usato a un prezzo superiore del nuovo.

    Questo accade perché escono sempre prodotti nuovi ed aggiornati ed i modelli delle collezioni precedenti che spesso non hanno molto da invidiare a quelli che sostituiscono se non per qualche dettaglio, vengono messi in sconto per esaurire le scorte soprattutto nei siti di e-commerce e nelle grandi catene di negozi, con la possibilità non cosi remota di pagare il nuovo meno dell’usato.

    Inoltre molti rivenditori , penso ad esempio alla sezione Warehouse di Amazon, ma non è l’unico, hanno una sezione outlet dove vendono a prezzi scontati prodotti ricondizionati, provenienti da resi o riparazioni in garanzia, ex esposizione o con qualche piccolo difetto, ma che a conti fatti possono convenire più di un usato e che spesso godono di una garanzia che un prodotto usato comprato da un privato non può avere, specie se non ci viene fornito lo scontrino dell’acquisto, prassi comune quando il venditore è riuscito a comprare il prodotto da nuovo con un forte sconto ma lo rivende valutandolo sul prezzo di listino

    C’è però da dire che quando la merce è in vendita da tanto tempo, o se il mercatino sta per chiudere il venditore potrebbe essere più propenso a fare uno sconto e a calare, magari portando a prezzi più umani un bell’articolo sovraprezzato o consentendoci di fare un affare pagando l’articolo meno del suo valore, soprattutto se si tratta di oggetti difficili da vendere, ingombranti, pesanti o delicati.

    Per contro i prezzi migliori o più ricercati tenderanno a sparire all’apertura del mercatino, se sapete che c’è o ci può essere qualcosa di particolare che state cercando è meglio essere li prima che la compri qualcun’altro prima di voi, magari facendovi avvisare in anticipo dal venditore quando dovesse entrargli un articolo di vostro interesse

    Insomma comprare per mercatini è più un passatempo che un modo per fare affari, ma con un occhio allenato, contrattando un pò e soprattutto conoscendo i valori degli articoli qualche affare lo si può comunque riuscire a portare a casa.

    Voi avete qualche trucco o suggerimento per questo genere di acquisti, qualche dubbio o qualche curiosità? Scrivetelo nei commenti, A presto. Ciao!

  • Come risparmiare coi nostri acquisti quotidiani

    Come risparmiare coi nostri acquisti quotidiani

    Coi prezzi in aumento a causa degli effetti della pandemia e delle norme ambientali riuscire a risparmiare qualcosa nei nostri acquisti diventa essenziale per compensare i rincari.

    Vediamo come grattare qualche euro per degli acquisti che avremmo comunque fatto.

    Un’idea semplice può essere quella di iscriverci ai programma fedeltà delle varie catene di negozi e supermercati: usando la tesserina del negozio prima dell’acquisto si ottengono sconti speciali riservati ai titolari, spesso si ottengono in anteprima le offerte o dei buoni sconto speciali, oltre a partecipare a delle raccolte punti che possono essere interessanti se si fa spesa sempre in quel negozio e meno se si vanno a inseguire le offerte comprando da chi di volta in volta fa il prezzo migliore.

    Sempre in tema di iscrizioni è bene verificare che in qualità di iscritto ad un ente, un club, un’associazione o magari anche ad una semplice newsletter che non ci siano delle convenzioni o dei buoni sconto da scaricare o ricevere per mail per l’acquisto di determinati prodotti o da determinati negozi. A volte con questo sistema si riescono ad avere sconti anche su boutique monomarca, per prodotti continuativi, di lusso o a prezzo fisso o che solitamente non vengono scontati, specie se sono affini all’ente al quale siete iscritto ma anche su automobili, assicurazioni, viaggi, etc.

    Un’altra idea è quella dei codici sconto, che se un tempo erano quelli cartacei da ritagliare su giornali, volantini o nelle confezioni di altri prodotti della stessa casa e consegnare in cassa per ottenere uno sconto sull’acquisto, ora sebbene esistano ancora su carta, si sono digitalizzati e se ne trovano spesso in rete sia per l’acquisto in negozio che sui siti di e-commerce.

    Sono nati infatti decine di siti che, in base alle convenzioni con i più disparati negozi online, danno la possibilità di ottenere sconti passando per i loro link: il sito guadagnerà una piccola commissione sulla vostra spesa e voi avrete uno sconto, degli omaggi o l’accesso a qualche prodotto o iniziativa speciale.

    O ancora lo stesso concetto lo abbiamo con i siti di cashback: dove registrandosi e facendo l’acquisto in determinati negozi online passando per il sito si accumulano punti o crediti da convertire in denaro una volta raggiunta una certa soglia, pagati retrocedendo all’utente una parte delle commissioni che ricevono dal vostro acquisto.

    E qualcosa di simile avviene con influencer e recensori di prodotto, spesso grazie agli accordi con il produttore o un rivenditore in calce all’articolo o al video che parla di un certo prodotto c’è la possibilità di acquistarlo con delle agevolazioni riservate agli iscritti o ai visitatori.

    L’unica accortezza è verificare sempre che però non costi meno altrove: se è vero che si può accedere ad uno sconto presso un certo negozio non è detto che un negozio concorrente possa fare un prezzo finale ancora più basso per lo stesso articolo.

    Per questo un’idea è seguire i vari canali Telegram delle offerte, dove vengono prontamente segnalati con una notifica sullo smartphone offerte speciali, errori di prezzo e ribassi vari in tempo reale, in modo da fare l’acquisto prima che le scorte si esauriscano. Per farlo serve avere installato nel cellulare l’applicazione di messaggistica Telegram, un concorrente di Whatsapp, ricercare ed iscriversi ad uno o più di  questi canali e in caso vi venga segnalata un’offerta per voi interessante portare a termine l’acquisto il prima possibile seguendo il link che vi viene fornito, riuscendo a risparmiare cifre considerevoli, specie quando il sito di turno sbaglia a inserire il prezzo e non vi cancella l’ordine.

    Insomma con un po’ di inventiva, si riesce a risparmiare qualcosa anche in mezzo agli aumenti. Voi conoscevate questi trucchi? Ne avete degli altri? Avete dei dubbi o delle curiosita? Scrivetelo nei commenti!

  • L’inflazione galoppa

    L’inflazione galoppa

    Purtroppo a causa della concatenazione di una serie di fattori i prezzi dei beni di consumo stanno aumentando pesantemente e questa ascesa non si fermerà a breve.

    Infatti tra la pandemia che ha rivoluzionato la richiesta di alcune categorie di prodotti, le difficolta nei trasporti, le sempre più stringenti normative anti inquinamento che hanno portato ad un’aumento dei costi di materie prime, il prezzo di gas e petrolio alle stelle a causa di problemi geopolitici e che si riverbera nel costo dei trasporti e dei prodotti lavorati, la penuria di componenti elettronici compromette la produzione di tutti quei beni che hanno dei chip al loro interno stanno facendo si che i prezzi stiano salendo in maniera consistente.

    D’altronde è la legge della domanda e dell’offerta: se ci sono più prodotti di quelli che la gente è disposta a comprare i prezzi scendono, ma se al contrario come sta succedendo ci sono meno prodotti in vendita di quelli che la gente vuole comprare i prezzi saliranno.

    Ed è una reazione a catena, se sale il petrolio salgono i costi dei trasporti, se salgono i costi dei trasporti salgono i costi delle materie prime, se salgono i costi delle materie prime sale il prezzo del prodotto finito e cosi via, e l’ultimo che paga il conto è sempre il consumatore quello che appunto acquista il prodotto finito.

    Purtroppo come cittadini più che fare pressioni ai politici che abbiamo votato e alle istituzioni che ci rappresentano, magari organizzando scioperi e proteste che difficilmente porteranno particolare fieno in cascina, specie di questi tempi dove la libertà di espressione non se la passa benissimo con la scusa della pandemia, non possiamo fare.

    Quello che nel nostro piccolo possiamo fare invece è stare particolarmente attenti ai nostri consumi e alle nostre spese, cercando di risparmiare il più possibile, evitando gli sprechi, selezionando con cura dove fare i nostri acquisti alla ricerca del prezzo migliore, magari procrastinando delle spese non necessarie in attesa di tempi migliori, insomma aprendo gli occhi come non mai.

    Infatti l’aumento dei prezzi, a parità di stipendi eroderà il nostro potere d’acquisto e la somma di quei pochi euro di aumento che sembrano risibili se visti solo su un prodotto, ma che diventano tanti perché sono tutti i prodotti che acquistiamo per la nostra vita quotidiana ad aumentare: se aumentasse solo un particolare prodotto ad esempio il caffè potremmo pensare di comprarne meno o sostituirlo con un prodotto simile, magari il tè, ma se aumenta tutto non abbiamo quella difesa.

    E dalla somma dei pochi centesimi di aumento di alcuni generi alimentari agli aumenti importanti sull’energia, essenziale per i trasporti e per il riscaldamento, la spesa per il nostro bilancio familiare aumenta e a meno di non garantirci nuove entrare avremo meno risorse da dedicare alle nostre passioni, dovendo giocoforza tagliare quelle spese meno utili: magari andare meno a mangiare fuori con gli amici, rinunciare a cambiare i mobili o la macchina, non fare quella vacanza che tanto desideravamo, etc.

    I tempi che corrono non sono buoni e anche le previsioni non sono rosee con aumenti importanti previsti sulla benzina, qualche esperto ipotizza che possa addirittura arrivare a 4 euro al litro, ma anche su pasta, pomodori, grano, farina e tante derrate alimentari tanto che non sarebbe male fare un po’ di scorta dei prodotti a più lunga conservazione.

    Addirittura c’è il rischio di un Natale senza regali, a causa della scarsità dei prodotti soprattutto quelli elettronici, ad esempio pure la Apple che ha un elevato potere contrattuale nell’acquisto dei microchip ha dovuto rallentare la produzione dei nuovi iPhone, e dai costi alle stelle di molti prodotti che ci faranno desistere dall’acquisto, ma anche la stessa tavola natalizia sarà meno imbandita a causa dei prezzi dei prodotti alimentari.

    Insomma non si prospetta nulla di buono almeno per i prossimi anni, quindi occorre fare molta più attenzione del solito ai bilanci familiari.

    Voi ne eravate al corrente? scrivetelo nei commenti, cosi come se avete dubbi o curiosità.

  • Comprare e vendere articoli usati

    Comprare e vendere articoli usati

    Un tempo quando dovevamo vendere o comprare un prodotto usato le scelte erano poche: il giornale di annunci gratuiti e ebay. Col tempo però sono nate delle soluzioni diverse, anche perché questi mezzi si sono evoluti o trasformati.

    Tutti o quasi i giornali , non solo quelli di annunci, si sono ridotti , chiusi o trasferiti sul web rendendo meno appetibile il ruolo stesso del giornale: se gli utenti sono pochi anche pubblicare o comprare quel giornale ha meno senso.

    Fortunatamente gli omologhi dei giornali online sul web, come subito.it o secondamano.it continuano ad avere successo anche se devono fare i conti con nuovi concorrenti, specie quelli che si sono specializzati nella vendita di poche e specifiche categorie di prodotti.

    Anche i social network hanno preso la funzione del vecchio giornale di annunci, dove ad esempio la sezione marketplace di facebook, ma non solo diventa un ottimo punto di partenza per vendere, comprare, scambiare o regalare beni usati sia in nicchie ben definite tramite dei gruppi specializzati che a livello locale, soluzione ottima per oggetti ingombranti, molto comuni o di basso valore, dove una spedizione costerebbe più del valore della merce.

    Ebay poi nel tempo si è trasformato da un sito di aste online a un marketplace dove l’usato ha un ruolo sempre più marginale, anche perché le tariffe applicate non lo rendono più particolarmente conveniente e quindi ha perso la sua funzione di primo sito da consultare, anche se mantiene un suo perché per oggetti rari o di difficile reperibilità, specie se non esistono marketplace specifici per quel genere di prodotto.

    Sono nate infatti siti e app specifiche dai beni di collezione all’abbigliamento, dagli orologi alle auto, dai dischi agli strumenti musicali ognuno con il suo strumento specifico, nomi come vinted, discogs, wallapop, autoscout, catawiki, chrono24, mercatino musicale sono ormai conosciuti anche fuori dalle strette cerchie di appassionati.

    E dove non ci sono siti specifici ci sono i forum e i gruppi di discussione nei social, dagli appassionati di biciclette all’informatica, dai collezionisti di auto e moto vintage, agli appassionati di sport o dai gruppi di professionisti è facile scambiare o vendere beni usati specie a chi conosce cosa sta acquistando e ne capisce il valore, cosa che in un mercato più generico può essere difficile, specie in caso di prodotti particolari, personalizzati, rari o ricercati dagli appassionati.

    E poi ci sono sempre i mercatini dell’usato locali, non solo le fiere , generiche o di settore e le bancarelle che periodicamente si organizzano nelle nostre città, ma anche i mercatini dell’usato privati , dove possono essere lasciati in conto vendita i beni in cambio di una percentuale sulla vendita, possono essere la soluzione ideale specie per gli oggetti più ingombranti come l’arredamento poco facile da gestire e spedire, o i prodotti di scarso valore dove lo sbattimento per vendere un prodotto è maggiore dei pochi euro che si recuperano con la vendita.

    Insomma, a seconda della tipologia o del valore del bene le soluzioni sono tante, ma affidarsi all’usato è molto spesso una buona soluzione sia per il portafoglio, quando ovviamente viene venduto a prezzi onesti rispetto al valore del nuovo, che per l’ambiente visto che un prodotto riutilizzato significa un prodotto in meno da riciclare e uno in meno da produrre con un doppio risparmio in termini di inquinamento.

    Voi acquistate o vendete prodotti usati? Avete altri siti o app di usato da segnalare? Scrivetemele nei commenti, cosi come se avete dubbi o curiosità

  • Come risparmiare sull’abbigliamento

    Come risparmiare sull’abbigliamento

    Parliamo di abbigliamento e di come fare per risparmiare nell’acquisto, tralasciando le app per la compravendita di abbigliamento usato , come Vinted, che possono essere comunque una soluzione per permettersi un capo di marca al prezzo di uno economico, pur accontentandosi di vestire una collezione precedente, e soprattutto usata, la soluzione dipende dal periodo dell’anno e dalla vostra taglia.

    Diciamo il periodo perché generalmente i saldi sono un’occasione ghiotta per risparmiare, ma solo se si ha la cortezza di seguire qualche accorgimento come quello di fare una visita preventiva nei negozi qualche giorno prima dell’inizio delle svendite sia per adocchiare qualche capo e nel caso fiondarsi all’apertura, cosa da fare a prescindere se si ha una taglia comune o se si è puntato un prodotto molto richiesto per evitare di rimanere a bocca asciutta, sia per approfittare di qualche operazione di pre saldi, generalmente riservata alla clientela più fedele del negozio, oltre a verificare che lo sconto in saldi sia reale, evitando il famoso trucchetto di aumentare il prezzo il giorno prima dei saldi in modo da vendere con lo sconto allo stesso prezzo praticato prima delle svendite o facendo credere al cliente che si stia applicando uno sconto ben superiore di quello effettivo per invogliarlo all’acquisto

    Se invece avete una taglia un po fuori misura , molto piccola o molto grande evitate di acquistare i primi giorni dei saldi, se le taglie più comuni e i prodotti più richiesti finiranno in fretta, quelli delle taglie meno comuni probabilmente rimarranno invenduti e saranno soggetti ad ulteriori ribassi, quindi tentare l’acquisto uno o due settimane dopo l’inizio dei saldi può essere una mossa azzeccata per il portafoglio.

    E chi ha una taglia fuori misura è fortunato anche fuori saldi, magari ha più difficolta nel trovare scelta nei negozi normali che evitano di ordinare taglie che rischiano di non vendere ma riesce a trovare più scelta o maggiori sconti negli outlet, fortuna condivisa da chi veste la taglia del campionario, i cui capi si trovano spesso a prezzi stracciati negli outlet dopo aver fatto il giro dei negozi nel bagagliaio dei rappresentanti.

    L’alternativa è acquistare su internet, sia dai siti di vendite private che periodicamente svendono per pochi giorni i prodotti di una determinata marca, che da siti di e-commerce specializzati in abbigliamento sia generalista che sportivo, allargando magari il radar a siti di altri paesi europei, ma sempre facendo attenzione che il venditore sia affidabile, che consenta un eventuale reso senza troppi problemi o spese e che soprattutto venda prodotti originali e di qualità.

    Inoltre anche siti meno specializzati, come Amazon spesso hanno offerte particolari sull’abbigliamento, e spesso applicano sconti, a parità di articolo, solo su una determinata taglia e/o colore, se si ha la fortuna di azzeccare la combinazione, si riescono a fare affari importanti, spesso con sconti superiori di quelli che si possono trovare nei saldi, per questo il consiglio è di aiutarsi con i comparatori di prezzo, inserendo nei parametri di ricerca oltre al modello desiderato anche la taglia, e magari impostando un’alert quando il prezzo scende sotto una certa soglia.

    Un altro consiglio è iscriversi alle newsletter sia di brand di abbigliamento che di negozi online, spesso fanno eventi speciali di breve durata , magari per qualche anniversario o in occasione di qualche festività, con sconti particolari su determinati modelli, cliccando prima che si esauriscano le scorte rischiate di portarvi a casa dei prodotti a prezzi interessanti anche nel bel mezzo della stagione

    Insomma i trucchi per evitare di pagare a prezzo pieno sono tanti, e con un po’ di accortezza si può portare a casa un prodotto di marca a prezzi più leggeri di quelli di listino, specie se non si tratta di un prodotto particolarmente richiesto.

    Voi conoscevate questi trucchi? Ne avete degli altri da suggerire? Scriveteli nei commenti, cosi come se avete dei dubbi, delle osservazioni o delle domande.

  • Come risparmiare evitando lo spreco alimentare

    Come risparmiare evitando lo spreco alimentare

    Parliamo di spreco alimentare e risparmio , due concetti che possono sembrare in antitesi ma in realtà non lo sono, infatti in un periodo dove la sostenibilità è diventata sempre più importante sono nate delle idee e delle soluzioni per evitare che il cibo inutilizzato venga buttato e alcune di queste possono diventare un modo per farci risparmiare.

    Sicuramente parlando di spreco alimentare ci viene in mente il prodotto fresco invenduto nel supermercato, nella bottega o nel panificio che se non viene venduto in fretta o comunque entro la data di scadenza viene tolto dalla vendita, per venire buttato, o nei casi più virtuosi dato in beneficenza.

    Ma per l’attività commerciale buttare o regalare dei prodotti equivale a buttare soldi , soprattutto su prodotti dove il guadagno è limitato, quindi poter recuperare almeno parte dei costi diventa essenziale. Infatti anche nei nostri supermercati , importando una tradizione dei paesi del nord europa, si vedono più spesso cestoni o bollini sconto dove i prodotti prossimi alla scadenza vengono venduti con un forte sconto, questo consente al consumatore che prevede di utilizzare quel prodotto a stretto giro di fare un bel risparmio.

    Ovviamente anche per il consumatore acquistare beni superflui che poi non consumerà porterebbe ad uno spreco alimentare, quindi è bene usufruire di queste offerte solo se si è sicuri di consumare i prodotti acquistati, allo stesso modo di quando attratti da qualche offerta speciale facciamo incetta di prodotti: se poi non li consumiamo entro la data di scadenza andranno buttati, sprecando risorse e buttando letteralmente i nostri soldi, perché se per risparmiare il 30% del prezzo , buttiamo il 50% dei prodotti acquistati non abbiamo di certo risparmiato.

    Ma se si tratta di prodotti che sappiamo di consumare, o a lunga conservazione o se si possono magari mettere in freezer, congelando anche la data di scadenza, o se la data sull’etichetta è “da consumarsi PREFERIBILMENTE entro”, cioè che quindi rimane commestibile oltre quella data, seppur perdendo qualche caratteristica organolettica, ecco che acquistare il prodotto in offerta diventa una strategia efficace anche per il nostro portafoglio.

    Tralaltro la vendita di prodotti freschi invenduti a prezzi scontati sta uscendo dal mondo dei supermercati, per arrivare anche a botteghe, bar, pasticcerie, panifici e tante attività che si ritrovano quotidianamente un surplus di prodotti che altrimenti andrebbero donati o buttati, anche grazie ad alcune app per cellulare che sono nate, guarda caso nel nord europa, che riescono a mettere in contatto i consumatori attenti al risparmio e il negoziante, grande o piccolo che sia, che ha un surplus di prodotti.

    Forse la più famosa, e soprattutto più diffusa in Italia, visto che è presente non solo nei grandi centri urbani ma anche nelle cittadine di provincia è TooGoodToGo, nome quasi impronunciabile che sta per troppo buono per essere buttato, ma ce ne sono altre magari meno diffuse come Phenix, o altre attive solo a livello locale.

    Il funzionamento è semplice, tramite una mappa sulla app si vedono le attività commerciali della zona in cui ci troviamo che offrono a fine giornata le loro box: confezioni di prodotti freschi invenduti a un prezzo fisso, molto più basso del prezzo di listino, di cui non conosciamo nel dettaglio il contenuto, che potremo prenotare ed acquistare tramite la app, per poi ritirarle all’orario indicato presso il negozio.

    All’orario stabilito, indicato sulla app, generalmente entro 15 o 30 minuti dalla chiusura, si mostrerà la app al negozio che ci fornirà la merce: a seconda del negozio o di quanto è rimasto invenduto si potrà trovare una box piu o meno ricca, ma comunque di valore non inferiore al prezzo di listino indicato.

    Spesso ad esempio nei bar o nelle pasticcerie, a fine giornata restano paste o dolci in quantità, e generalmente con il costo di una o due paste vi riuscite a portare a casa un’intero vassoio, stessa cosa accade nelle panetterie e in tutte quelle attività dove si vendono prodotti di veloce deperibilità

    Avendo pagato in anticipo se non ci presentassimo al ritiro, il costo non ci verrà rimborsato, ma anche il negoziante è obbligato a consegnarci una box almeno del valore indicato sulla app e qualora non potesse farlo, perché magari ha venduto tutto, può cancellare l’ordine entro due ore dalla consegna per darci modo di organizzarci diversamente.

    Ovviamente il sistema funziona solo se possiamo essere al negozio per il ritiro nell’orario indicato, e dato che le box a disposizione sono limitate, soprattutto per alcuni esercenti più in voga è bene prenotare la nostra box in anticipo, dato che potrebbero andare a ruba

    Tralaltro nella app esiste un sistema di feedback sui vari negozi che ci permette di capirne la serietà, la qualità e la quantità dei prodotti, anche perché acquistando a scatola chiusa, magari da un negoziante a noi sconosciuto, in presenza di furbetti potremmo trovarci prodotti di scarsa qualità, scaduti o box non consegnate, in tal caso le recensioni ci mettono in condizione di evitare un venditore sospetto, a maggior ragione se non lo conosciamo direttamente o è fuori dalla nostra zona abituale

    Si tratta di un modo moderno di coniugare risparmio e sostenibilità. Voi lo conoscevate? Scrivetelo nei commenti. A presto!

  • Il pericolo delle recensioni fasulle

    Il pericolo delle recensioni fasulle

    Avrete forse saputo che recentemente Amazon ha tolto dalla vendita nel suo store online i prodotti di alcuni produttori orientali, principalmente di accessori per telefonia, informatica e fai da te, alcuni molto famosi nel loro campo per avere un ottimo rapporto qualità prezzo per via , pare , del ricorso a recensioni fasulle.

    La cosa è strana, vista la notorietà dei marchi in questione, ma parrebbe che avessero pilotato le recensioni in cambio di prodotti gratuiti e/o rimborso dell’acquisto a chi avesse messo una recensione particolarmente entusiasta ed è ancora più strano visto che la qualità di quei prodotti era comunque buona.

    In effetti esistono dei network di recensioni illegali che assoldano recensori per conto dei venditori in cambio di prodotti gratuiti e/o bonus, cosi come esistono venditori che inseriscono nel prodotto dei biglietti per sollecitare delle recensioni a 5 stelle, garantendo omaggi o rimborsi in cambio dell’inserimento di un feedback positivo ed è possibile che i produttori bannati se ne siano serviti e siano stati beccati da Amazon, che ha ovviamente interesse a che le recensioni siano le più oneste possibili dato che altrimenti finirebbero per diventare inutili, e quindi perdere uno strumento di stimolo all’acquisto.

    woman in yellow shirt showing a beauty product while recording on smartphone

    Purtroppo questo fenomeno delle false recensioni è diffuso e non colpisce solo Amazon, ma un po’ tutti i siti di recensioni, anche quelli per hotel o ristoranti ad esempio, dove bisogna fare la tara alle recensioni che leggiamo scremando quelle troppo entusiaste e quelle troppo negative per capire le effettive qualità e mancanze del prodotto o servizio di nostro interesse

    Le recensioni negative generalmente capitano non tanto per la scarsa qualità dei prodotti, ma per qualche disguido che si è venuto a creare, spesso indipendente dalle volontà del venditore, che tendenzialmente cerca di evitare a costo di perderci dei soldi perché va a incrinare la propria reputazione: è raro che quantomeno il venditore non abbia proposto una soluzione del problema, mentre meno raro è che il feedback negativo possa dipendere da una ripicca, da una falsa recensione creata da un concorrente per metterlo in cattiva luce, o un tentativo di ricatto andato a male come il classico cliente del ristorante che minaccia recensioni negative se non gli viene fatto uno sconto.

    E dall’altro lato ci sono le recensioni troppo favorevoli messe dallo stesso venditore, che magari si serve di prestanome, spesso reclutate da agenzie specializzate in false recensioni, che inquinano la recensione fornendo una visione distorta della realtà, oppure come detto delle recensioni dove si è indorata la pillola con degli omaggi per far raccontare un prodotto mediocre come uno di assoluta eccellenza.

    Per questa ragione dobbiamo stare attenti e scartare da una parte le sviolinate dove il prodotto viene raccontato come il top anche se è evidente che si tratta di un prodotto da quattro soldi , cosi come insospettirci se troviamo stroncature esagerate. Se come capita per molti prodotti di origine orientale lo stesso prodotto è venduto con marchi differenti leggiamo i feedback anche dei prodotti analoghi per farci un idea, se a parità di prodotto i feedback sono troppo differenti può essere indice di recensioni fasulle.

    Una volta scremate le recensioni esagerate , in entambi i sensi, si dovrebbe essere in grado di farci un’idea del prodotto prima di acquistarlo e di comprendere pregi, difetti e caratteristiche particolari difficilmente reperibili nelle schede tecniche, aiutandoci nella scelta. Spesso poi sono corredate di foto o video del prodotto in funzione, cosa che ci permette di capire meglio magari gli ingombri o una particolare caratteristica che lo differenzia dalla concorrenza.

    E attenzione anche alle recensioni che trovate in rete, dai siti di comparazione ai canali di certi influencer: ci sono quelli seri che raccontano il prodotto onestamente elencando i vari pregi ma anche i difetti, e chi specie tra quelli più piccoli, che a volte anche in buona fede o per inesperienza per ingraziarsi un produttore che per la prima volta ha fornito loro o addirittura regalato un prodotto da recensire tendono ad esagerare coi complimenti e/o a soprassedere su difetti e mancanze, senza accorgersi che così facendo a lungo andare andranno a giocarsi la propria reputazione.

    Diciamo che le recensioni sono un’arma a doppio taglio, ma che se usata bene può essere parecchio utile, voi le utilizzate? Recensite voi stessi i prodotti? Fatecelo sapere nei commenti.

  • I prodotti della marca del distributore: cosa sono e chi li produce.

    I prodotti della marca del distributore: cosa sono e chi li produce.

    Oggi parliamo di una particolare tipologia di prodotti che troviamo nei supermercati e che sicuramente, quasi senza accorgercene, compriamo di frequente: i prodotti a marca del distributore.

    Si tratta di quei prodotti confezionati che non hanno un marchio ben conosciuto come il classico prodotto di marca che vediamo reclamizzato in televisione, ma che recano sulla confezione il marchio della catena di supermercati o un marchio di fantasia sempre riconducibile al supermercato o al discount dove stiamo facendo l’acquisto.

    Spesso infatti nei discount la maggior parte dei prodotti a scaffale hanno dei differenti marchi di fantasia a seconda delle categorie merceologiche e della qualità, ma tutti riconducibili alla catena di negozi, e questo processo è presente in forme sempre più importanti anche nei supermercati tradizionali, dove una percentuale importante degli acquisti, specie per alcune tipologie di prodotti, recano sulla confezione il marchio del supermercato, magari declinato in più linee di prodotto: da quella super economica a quella di alta qualità, quella delle specialità regionali o etniche, quella per il biologico e cosi via.

    Non dovendo spendere in pubblicità, questi prodotti , a parità di qualità sono più economici rispetto a quelli di marca, e quindi il nostro barattolo di pelati o il nostro pacco di pasta costerà meno, soprattutto in assenza di offerte sul prodotto di marca: questo ci consente un risparmio costante senza dover inseguire ogni volta i volantini degli sconti: se sappiamo che in quel supermercato il loro prodotto è di buona qualità ed ha un prezzo interessante, torneremo proprio in quel supermercato per cercarlo dato che risparmieremo tempo e soldi.

    E molto spesso il marchio del distributore è prodotto dagli stessi produttori del prodotto di marca, che possono ottimizzare la produzione, vendendo in canali diversi da quelli standard, altre volte vengono prodotti da aziende specializzate nel produrre conto terzi col marchio del proprio cliente, a volte controllate o partecipate dagli stessi produttori di marca  o in qualche caso è la stessa catena di supermercati ad avere degli stabilimenti che producono in esclusiva per lei.

    Ma come fare a sapere chi ha effettivamente realizzato il nostro prodotto? Basta leggere l’etichetta, anche se a volte per ragioni commerciali il vero produttore viene nascosto con sigle, abbreviazioni o mascherato con una ragione sociale secondaria, ma su una cosa non si può mentire: lo stabilimento di produzione, che deve essere indicato per legge in etichetta.

    Non sempre viene indicato con un indirizzo, che potremmo facilmente cercare su internet per capire a che ditta fa riferimento, se si tratta di prodotti di origine animale viene indicato un codice stabilimento, rappresentato da un ovale recante la dicitura CE , la sigla della nazione ad esempio IT e un codice alfanumerico, in tal caso basta andare sul sito del ministero della salute per consultare un apposito elenco e scoprire tutti i dati relativi allo stabilimento e al produttore.

    A volte facendo questa ricerca capita addirittura di scoprire che il prodotto di marca stesso sia prodotto da uno stabilimento esterno, specie al lancio di una nuova linea di prodotti complementare a quella principale, magari la versione gelato di un biscotto non viene prodotto dalla famosa casa dolciaria, ma da una ditta specializzata in gelati che produce principalmente per i supermercati o che la nuova crema spalmabile vista in TV è prodotta da una casa che produce semi lavorati e non dal marchio famoso che porta stampato e fare una ricerca ci porterà a delle interessanti scoperte.

    Ad ogni modo quello che conta è che il prodotto che acquistiamo, indipendentemente da dove è stato prodotto, se è di buona qualità e venduto a un prezzo corretto sarà comunque un ottimo acquisto anche se ha stampato sopra il nome del supermercato anziché il marchio altisonante che vediamo in TV.

  • Dogana: cosa è cambiato per i nostri acquisti dall’estero

    Dogana: cosa è cambiato per i nostri acquisti dall’estero

    Riprendiamo il discorso dogana per gli acquisti dall’estero di cui vi parlavo in un articolo precedente, perché è arrivato il fatidico 1 luglio 2021 e sono cambiate le normative per gli acquisti che facciamo dall’estero, con cambiamenti che impatteranno in maniera sostanziale anche sui consumatori.

    Innanzitutto finisce il regime “VAT De Minimis” che consentiva l’esenzione da dazi e IVA sugli acquisti extra UE inferiori ai 22 euro che ci consentiva di fare acquisti di prodotti economici nelle varie piattaforme e-commerce orientali a prezzi molto vantaggiosi, col solo svantaggio di tempi di consegna non particolarmente celeri.

    Inoltre con l’aggiornamento della modulistica necessaria per l’importazione le dogane conoscono molto più precisamente il contenuto e il valore reale dei pacchi anche senza dover fare dei controlli a campione, evitando la prassi di qualche venditore furbetto che dichiarava un valore molto contenuto per riuscire ad evadere l’IVA rientrando nella fascia dell’esenzione.

    Questo significa che qualsiasi articolo di natura commerciale che arriva da un paese non facente parte della comunità europea sarà soggetto all’iva: per gli articoli sotto i 150 euro potrà essere direttamente il sito dove effettuate l’acquisto a riscuotere la tassa per voi, evitando di dover pagare iva e diritti postali al postino. Sopra il valore di 150 euro dovrete comunque pagare iva, dazi e diritti postali al postino o al corriere che vi consegna il pacco.

    L’unica esenzione che rimane è per gli acquisti di carattere non commerciale, quindi spediti in maniera occasionale da privato a privato, che sotto i 45 euro di valore restano esentati dal pagamento di iva, dazi e diritti postali.

    Fortunatamente cambiano anche i diritti postali, che si fanno decisamente più leggeri specie per gli invii di valore contenuto: sotto i 22 euro di valore, qualora l’IVA non sia stata già pagata alla fonte, pagheremo solo 2 euro di diritti postali oltre all’IVA, entro i 1000 euro di valore i diritti postali saranno di 5 euro, per arrivare a 15 euro nel caso il valore superi i 1000 euro, il pacco contenga prodotti da collezione, abbia delle irregolarità doganali che richiedono ulteriori verifiche o che sia destinato ad una società.

    C’è da dire che il cambiamento creerà disservizi e rallentamenti per i beni passati in dogana a cavallo delle nuove normative, anche considerando i lunghi tempi di spedizione: un prodotto di valore inferiore ai 22 euro magari spedito a giugno 2021, se passa in dogana dopo il primo luglio si troverà a dover pagare IVA e i 2 euro di oneri di sdoganamento al postino, anziché essere consegnato senza alcuna spesa al destinatario come avveniva in precedenza, se fosse passato in dogana entro il 30 giugno.

    Ovviamente alla fine della fiera, come consumatori pagheremo di più perché volenti o nolenti saremo costretti a pagare sempre e comunque l’IVA dato che non sarà più tecnicamente possibile evaderla, mentre in precedenza, pur essendo in buona fede capitava, vuoi perché il pacco non veniva controllato in dogana o vuoi perché il mittente giocava con le spedizioni, di non pagarla.

    C’è anche da dire che con quelle tasse finanziamo i servizi al cittadino e non potendo più eluderle si elimina il vantaggio che i venditori stranieri, dato che non pagandole potevano fare prezzi più bassi, avevano nei confronti di quelli europei che dovendo pagare le tasse erano costretti a fare prezzi più alti: alla lunga quindi si aiuta la nostra economia.

    Il vantaggio è che teoricamente non avremo più sorprese con la dogana e sotto i 150 euro tendenzialmente sarà il sito dove acquistiamo che aggiungerà l’IVA direttamente sul carrello in fase di pagamento togliendoci la scocciatura di dover pagare qualcosa al postino.

    Magari qualche problema potrebbe nascere per gli acquisti in dropshipping, dove pur acquistando da un sito o un venditore europeo la spedizione parte da un magazzino estero, esempio dalla Cina, in quel caso se l’IVA non è stata pagata alla fonte, ci troveremo magari inaspettatamente, a dover pagare IVA e diritti al postino.

    Ad ogni modo ci dovremmo abituare ad un nuovo sistema, e magari a rivalutare dove acquistare alcune tipologie di articoli. Voi ne eravate al corrente? Scrivetelo nei commenti!