Assicurazioni e Finanza

  • I prezzi aumentano: cosa possiamo fare?

    I prezzi aumentano: cosa possiamo fare?

    Purtroppo ve ne sarete accorti anche voi, i prezzi dei prodotti stanno aumentando e a seconda dei casi anche raddoppiando o triplicando. Si tratta di un effetto collaterale del covid, che se prima era particolarmente palese sui prodotti informatici o sui prodotti per la casa data la penuria di componentistica, si sta allargando a macchia d’olio su gran parte della produzione, dato che ora sono i costi delle materie prime ad aumentare, anche quelle generalmente più comuni e reperibili, e questo aumento si ripropone a cascata sul prodotto finito.

    Un esempio lampante sono i costi dei materiali edili, che sono aumentati considerevolmente creando problemi a chi stava usufruendo degli ecobonus per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli edifici, o ai tanti appalti pubblici che rischiano di fermarsi perché con l’aumento delle materie prime non è più possibile acquistare i materiali restando nei budget stabiliti nei bandi istituiti prima degli aumenti.

    Inoltre anche la logistica , con i collegamenti ridotti causa covid e la modifica di alcune leggi fiscali sia in Europa che in Cina hanno portato ad aumenti consistenti del costo dei traporti che non giovano alla causa

    Questo fa si che la disponibilità di prodotti sia sempre più limitata, ma i prodotti vista la situazione si vendono con difficoltà e se  per la legge della domanda e dell’offerta è normale che se l’offerta è inferiore alla domanda i prezzi salgono, se questo in condizioni normale sarebbe un bene, perché significherebbe che la gente acquista perché lavora ed ha soldi da spendere, in una condizione dove in tanti non comprano perché hanno paura della situazione economica o hanno perso il lavoro questo diventa un problema.

    Infatti si ha un’aumento dell’inflazione, con aumento dei costo del denaro, e quindi dei mutui e dei finanziamenti che non è trainata dal mercato, che invece è stagnante e questo a tendere porterà aziende e privati, che non vendendo o lavorando hanno difficoltà, a non poter onorare i propri debiti

    Inoltre con il nostro stipendio potremmo acquistare meno beni, e cio si rifletterà sul nostro tenore di vita, perché l’aumento dei prezzi non è supportato dall’aumento degli stipendi, che non potrà esserci dato che le imprese sono in sofferenza a causa della pandemia.

    Quindi si prospetta una crisi economica importante, che ci auguriamo sia più breve possibile, dove diventa essenziale proteggere dall’inflazione i propri risparmi che potrebbero essere erosi dall’aumento dei costi e dai tassi di interesse, pertanto diventa essenziale migliorare la nostra educazione finanziaria per poterci difendere dalla situazione e soprattutto da investimenti sbagliati che potrebbero diventare più pericolosi che in passato in quanto sarà più facile incappare in azioni o prodotti finanziari , un tempo considerati sicuri, diventati tossici.

    Voi eravate al corrente della situazione? Come pensate di difendervi dall’inflazione? Scrivetelo nei commenti, cosi come se avete dei dubbi, delle osservazioni.

  • Le banche non vogliono più i nostri soldi

    Le banche non vogliono più i nostri soldi

    C’è qualcosa che da qualche tempo sta cambiando nel mondo delle banche, sembrano non volere più i nostri soldi almeno quelli depositati nel conto. Infatti tante banche stanno iniziando a comunicare alla clientela che se si hanno depositati delle somme consistenti si riservano il diritto di chiudere il conto o di applicare dei costi maggiorati a meno di non avere dei prodotti bancari che le garantiscano un guadagno come  mutui, finanziamenti o prodotti di investimento.

    In pratica per tenere  i soldi in banca dobbiamo pagare di tasca: un tempo le banche facevano a gara a farsi depositare i contanti pagandoci degli interessi, poi questi interessi sono diminuiti fino ad azzerarsi e ora siamo arrivati al paradosso di dover pagare per tenere parcheggiati i nostri soldi.

    Questo succede perché i tassi di interesse sono diventati negativi, quindi semplificando molto il discorso, le banche stesse se depositano presso la BCE il loro contante che hanno in surplus , e che quindi non prestano per esempio alle aziende o a chi richiede un mutuo ricevono meno soldi di quanto ne depositano, quindi avere denaro in cassa diventa per loro un costo che viene caricato all’utente aumentando i canoni, il costo delle operazioni o per il quale preferiscono chiudere i conti correnti in mancanza di altre fonti di guadagno

    Ovviamente a cascata tutto questo ricade sui risparmiatori: coi tassi negativi se investiamo in obbligazioni come i titoli di stato, ma anche in fondi di investimento che garantiscano una certa sicurezza o in forme di investimento a basso rischio o che consentano di disinvestire in maniera rapida come ad esempio i conti deposito vincolati spesso i costi sono più degli interessi, con il paradosso di arrivare ad incassare meno di quanto investito, o quando proprio va bene di stare in pari, al che uno pensa tanto vale tengo mi tengo i soldi in banca, dove comunque entro i 100.000 euro sono al sicuro garantito dal fondo di tutela interbancario, senza dover rischiare di fare un investimento sbagliato.

    Ma è saggio tenere parcheggiati i nostri soldi? Da un certo punto di vista lo è e da un altro no: infatti il periodo di incertezza dovuto al covid non incoraggia le spese ma ci fa venire voglia di mettere da parte qualche risparmio da poter avere disponibile rapidamente in caso di avversità come perdita del lavoro, spese mediche o familiari, inoltre per chi ha la fortuna di avere un lavoro che non ha risentito pesantemente della pandemia, probabilmente restando giocoforza in casa è riuscito a mettere da parte qualche soldo extra che prima dedicava alle spese per uscite, sport o intrattenimento, ma di cui vuole avere disponibilità rapidamente in caso le cose possano volgere al peggio.

    Il problema è che anche tenendo questi soldi in banca tra tasse e costi del conto corrente , che come accennavo sono sempre più onerosi, si va comunque ad erodere il capitale. Quindi per risolverla ci troveremo al bivio tra investire in maniera più articolata i nostri risparmi, ma assumendoci dei rischi o pagare per la tranquillità di avere i soldi parcheggiati.

    Purtroppo quella che generalmente manca è la cultura finanziaria che ci consente di capire come e in quali strumenti investire i nostri soldi, anche in funzione delle nostre necessità attuali o future , della possibilità di un eventuale disinvestimento e della nostra propensione al rischio senza affidarsi ciecamente alla banca o a un promotore finanziario che spesso è in conflitto di interessi e che tenta di affibbiare non il prodotto migliore alle esigenze del cliente, ma quello che lo fa guadagnare di più.

    Inoltre bisogna capire quando investire e quando fermarsi, ad esempio in questo periodo l’azionario sta andando fin troppo bene, ma è prevedibile che possa trattarsi di una bolla pronta a scoppiare e molti titoli con quotazioni stratosferiche potrebbero ritornare a dei valori più umani e che addirittura molte possano andare a gambe all’aria per via della pandemia, facendoci perdere in poco tempo gran parte del nostro capitale, quindi si deve capire come muoversi , che strumenti usare e come diversificare per evitare delle batoste che possano mandare in fumo tutti i nostri risparmi faticosamente accumulati negli anni.

    Il succo del discorso è che siamo arrivati ad un punto dove volenti o nolenti saremo costretti a fare delle scelte in ambito finanziario di cui magari avremmo volentieri fatto a meno, e per non sbagliare le mosse rischiando i nostri averi è necessario mai come in questo momento informarsi e studiare come muoversi anche per evitare possibili fregature e soprattutto capire cosa ci viene proposto e i rischi che questo comporta.

    Voi come mi muovete dal punto di vista finanziario? Preferite la comodità del conto o investite i vostri risparmi? Vi affidate a un intermediario o preferite fare di testa vostra? Scrivetecelo nei commenti!

  • Arriva il Bonus Elettrodomestici

    Arriva il Bonus Elettrodomestici

    Tra i tanti bonus fiscali previsti dal governo ce n’è uno che sulla carta pare essere interessante, quello per arredi ed elettrodomestici, che consente una detrazione IRPEF del 50% della spesa sostenuta, sino a ben 16.000 euro spalmata in dieci anni.

    Purtroppo però come succede un po’ a tutti i vari incentivi fiscali, tra burocrazia e lacciuoli vari non è destinato a tutti ed è meno conveniente di quello che uno si potrebbe aspettare.

    Il suo problema più grande è che è legato alla ristrutturazione degli edifici, quindi se aspettavamo il bonus per cambiare la credenza della cucina, i mobili del salotto, cambiare il frigorifero o comprare una asciugatrice purtoppo non fa per voi.

    E’ più da vedersi come un’aggiunta al bonus ristrutturazioni, a patto che l’acquisto di mobili ed elettrodomestici avvenga in data successiva rispetto alla ristrutturazione, inoltre non è compatibile con l’Ecobonus per la riqualificazione energetica quindi si dovrà decidere a quale incentivo (bonus ristrutturazioni agganciato a quello elettrodomestici o ecobonus) aderire.

    Rientrano nel bonus elettrodomestici di classe A+ (A per i forni), ed è necessario il pagamento tracciato con carta o bonifico ristrutturazioni, oltre ad una fattura parlante per potersi vedere accolta la domanda dall’ENEA.

    Certamente si tratta di una mossa utile ad alleviare le spese di chi ha già sostenuto una ristrutturazione , seppure agevolata anch’essa con una detrazione fiscale del 50% ma non serve a stimolare gli acquisti o a rinnovare degli elettrodomestici poco efficienti come si potrebbe pensare.

  • PSD2 e novità bancarie per il 2021

    PSD2 e novità bancarie per il 2021

    Tra le novita del 2021 ce ne sono alcune nell’ambito bancario e tra queste due meritano di essere conosciute anche dai consumatori finali

    Una di queste è la normativa PSD2 che aggiorna le disposizioni sulle transazioni bancarie, e introduce nuove figure che consentano i pagamenti bypassando in parte il ruolo delle banche e delle società emettitrici di carte di credito, questo porterà all’introduzione di nuovi servizi digitali per la gestione delle proprie finanze proposti da nuove start-up che potremmo autorizzare alla gestione delle nostre finanze e delle nostre spese, quindi bisognerà fare attenzione qualora volessimo aderire a questi nuovi servizi che nasceranno a concedere le chiavi del nostro conto in banca solo a società fidate per evitare possibili truffe.

    Inoltre cambieranno anche le commissioni bancarie per l’uso delle carte di pagamento, soprattutto si ridurranno e saranno molto agevolate per le transazioni sotto i 5 euro, ma quello che cambierà nell’uso quotidiano sarà l’introduzione di un sistema più sicuro, ma anche più complesso per l’uso delle nostre carte e dei nostri servizi bancari on-line, per esempio quando facciamo acquisti dai siti di e-commerce o quando operiamo nell’home banking del nostro conto in banca.

    Infatti dal 2021 è richiesta l’ autenticazione ad almeno due fattori, questo significa che per poter processare l’operazione bancaria, che dovrà essere ripetuta per ogni autenticazione, per esempio fare un pagamento con la carta, sono richiesti almeno 2 fattori tra qualcosa che sa l’utente (come un pin o una password), qualcosa che ha l’utente (come una app sul cellulare, o un messaggio o un email con un codice di conferma) o qualcosa che è l’utente (quindi l’impronta digitale o la scansione della retina).

    Quindi ad esempio per autorizzare l’operazione e quindi poter accedere al conto, fare un bonifico o un’acquisto on-line, la banca puo chiedervi di accedere alla app e in più richidervi l’impronta digitale, oppure una password e un pin ricevuto per sms. Ovviamente questo sistema è molto più sicuro perché accerta che effettivamente è il titolare del conto ad effettuare l’operazione e non un suo delegato, esempio il genitore anziano che , poco avvezzo alla tecnologia, chiede al figlio di entrare sul suo conto o il marito che concede alla moglie di acquistare online con la sua carta di credito dovrà fare le operazioni in autonomia, o quanto meno essere presente durante l’operazione, col vantaggio che il delegato non potrà magari farsi un bonifico dal suo conto o comprare a sua insaputa qualcosa con la sua carta e quindi fregargli dei soldi, al costo però di una maggiore macchinosità nelle operazioni, che per qualcuno poco tecnologico o con banche che hanno implementato sistemi macchinosi può diventare se non un problema quanto meno una scocciatura.

    L’altra novità invece riguarda lo sconfinamento dei conti, quando il conto dovesse andare in rosso e non ci sono sufficienti fondi per onorare un RID, come ad esempio il pagamento di una bolletta, purtroppo se si va sotto anche di 100 euro il rid non potrà più passare e se questa situazione dovesse perdurare per 90 giorni la banca può segnalarci alla centrale rischi quindi saremmo considerati cattivi pagatori e non potremmo più ad esempio richiedere un finanziamento. Inoltre anche la cancellazione della segnalazione di cattivo pagatore non sarà più immediata ma richiederà 90 giorni di tempo, e ancora non potranno essere utilizzati altre posizioni finanziarie per coprire il debito, quindi se abbiamo due conti la banca non potrà pagare il nostro rid con i fondi dell’altro conto, ma dovrà comunque rifiutarlo: questo significa che avere degli addebiti su un conto in banca con poca giacenza può diventare pericoloso per la propria solvibilità.

    Massima attenzione quindi se lasciamo pochi soldi sul conto in banca e abbiamo l’addebito automatico di bollette e utenze, si rischiano problemi che diventano seccanti da risolvere, magari a causa di una bolletta un pò più pesante del solito.

  • E ora dopo la brexit?

    E ora dopo la brexit?

    Una delle cose che ci ha portato il 2021 è il completamento della brexit, l’uscita dalla comunità europea del Regno Unito.

    Molti gridano allo scandalo, sono delusi ma in realtà grazie agli accordi stilati poco prima del natale 2020 c’è stato l’accordo tra le due parti, che sostanzialmente regola gli affari tra UE e UK e di fatto pone la terra di albione in una posizione simile ad altri paesi che geograficamente stanno in Europa, ma non fanno parte della UE come la Norvegia o la Svizzera.

    Questo significa che gli scambi commerciali tra le due entità continueranno senza applicazione diretta di dazi,  quindi potremmo ancora comprare sui siti inglesi senza dover affrontare spese doganali , e si potrà tranquillamente andare in vacanza a Londra senza avere necessità di un visto, anche se per entrare servirà il passaporto e non più la sola carta di identità, e non avremo più il roaming telefonico gratuito.

    Qualche problema in più lo avrà chi vuole andare a lavorare nel regno unito o per gli inglesi che vorranno lavorare in europa, e la cosa riguarda tanti italiani, vista la massiccia presenza di nostri connazionali in terra d’albione, ma se già lavoravano in UK potranno continuare a farlo, a differenza di chi ora invece vorrà trasferirsi per lavoro, o comunque per più di 3 mesi l’anno in quanto in tal caso serve un visto, che sarà concesso , con una formula a punti, a chi dimostri di avere una conoscenza dell’inglese almeno al livello B1 e un’offerta di lavoro congrua, che escluderà le professioni più modeste, quindi addio al ragazzo che va a Londra per imparare l’inglese e si mantiene facendo il lavapiatti…

    Con l’uscita dall’europa dal Regno Unito cessano di valere anche alcuni programmi europei come l’erasmus , quindi non sarà possibile per uno studente europeo andare a fare l’anno di studi all’estero in inghilterra, ma ci sono sempre 27 nazioni dove andare, oltre al decadimento delle agevolazioni sulle rette universitarie inglesi, che diverranno a tariffa piena anche per gli studenti europei.

    Sicuramente quello che cambia è la burocrazia  e qualche regola o controllo in più, ma viene dato al Regno Unito la possibilità di fare le proprie leggi e decidere in autonomia del proprio destino, senza sottostare alle regole e alla burocrazia europee, che spesso trattano i paesi membri in maniera non uniforme cosa che la rende invisa ai paesi che hanno la libertà nel loro spirito.

    Questo porterà il Regno Unito una volta a regime ad avvantaggiarsi , come fatto ad esempio con la più rapida approvazione e somministrazione dei vaccini anti-covid,  in uno spirito individualistico che poi non è tanto diverso da quello della Germania o della Francia che anche dentro la UE nonostante le belle parole in realtà antepongono i propri interessi a quelli della comunita europea.

  • Cosa mi compro?

    Cosa mi compro?

    Spesso siamo alla ricerca di un consiglio su un prodotto da comprare per fare un regalo a qualcuno di caro o perchè no a noi stessi. Magari vogliamo qualche dritta o non sappiamo cosa scegliere tra una sfilza di prodotti quasi uguali. Cosaconviene vi vuole venire in aiuto suggerendo dei prodotti di sicuro interesse, ma vuole fare anche di più. Inoltre contattatandoci nei nostri canali social, su facebook, twitter, instagram o sui canali telegram e Youtube potete richiedere un consiglio personalizzato su un prossimo acquisto: vi risponderemo con il link giusto per le vostre esigenze, e se acquisterete il prodotto da Amazon tramite il nostro link di affiliazione, aiuterete a sostenere il canale senza alcun costo per voi.

    Se la vostra fotocamera o il vostro cellulare ha finito lo spazio potreste ad esempio aver bisogno di una nuova scheda di memoria, come questa o quest’altra. Se invece siete spesso fuori casa e il vostro telefono è a corto di batteria, perchè non acquistare un power-bank esterno da portare sempre con voi. In alternativa potreste comprare un caricabatteria da tenere sempre in macchina e il cavo usb-c , micro usb o apple per poterlo collegare, e magari un

    Se la vostra fotocamera o il vostro cellulare ha finito lo spazio potreste ad esempio aver bisogno di una nuova scheda di memoria, come questa o quest’altra. Se invece siete spesso fuori casa e il vostro telefono è a corto di batteria, perchè non acquistare un power-bank esterno da portare sempre con voi. In alternativa potreste comprare un caricabatteria da tenere sempre in macchina e il cavo usb-c , micro usb o apple per poterlo collegare, e magari un caricabatteria di riserva, di quelli veloci e con tante porte usb.

    Se ascoltate la musica perchè non acquistare un bel paio di cuffie per la musica, o per il gaming, oppure ancora degli auricolari bluetooth per il telefono, o magari uno speaker bluetooth da portare sempre in giro per ascoltare della buona musica.

    Se per voi la musica è importante potreste fare un’abbonamento a un servizio di musica digitale come Amazon music, magari da ascoltare con Amazon Echo, l’assistente vocale di Amazon che è anche una buona cassa. Se invece preferite la musica liquida date un’occhiata a cd o vinili, e se non avete un giradischi in casa quale occasione migliore per regalarsene uno?

    Se invece siete un videogiocatore incallito perche non pensare ad una nuova sedia da gaming, a delle cuffie specifiche o a dei giochi per la vostra Xbox, Playstation o per il PC?

    Se invece volete regalare qualcosa al vostro o alla vostra amata perchè non pensare ad un’orologio o a un piccolo gioiello, oppure a un capo di abbigliamento o un’accessorio come una borsa?

    Per i patiti di tecnologia perchè non regalare un nuovo televisore 4k o un nuovo smartphone?

    Altrimenti un libro è sempre una buona scelta , o magari un e-book reader magari da associare ad un’abbonamento Kindle unlimited per leggere tutti i libri che si vuole senza doverli acquistare singolarmente.

    Diciamo che le idee sono tante, ma non esitate a chiederci un consiglio personalizzato!

  • Come acquistare su internet a rate senza interessi

    C’è una funzionalità che è stata aggiunta di recente ad Amazon e che può essere utile a chi ha in mente di fare una spesa importante: il pagamento a rate senza interessi.

    Infatti Amazon ha esteso anche all’Italia questo servizio già disponibile in altre parti del mondo e che consente di pagare in 5 rate senza interessi alcuni prodotti venduti e spediti da Amazon.

    Ovviamente non tutti i prodotti rientrano nell’operazione, cosi come prodotti marketplace , cioè venduti da venditori terzi e prodotti ricondizionati sono esclusi dall’operazione.

    Una delle cose più interessanti è la facilità di utilizzo, infatti è possibile scegliere la modalità di pagamento a rate nella pagina descrittva del prodotto consentendoci di scegliere tra pagamento in un’unica soluzione o in 5 rate.

    Scegliendo questa opzione verrà accreditato solo un quinto della spesa, facciamo un esempio un televisore o una macchina fotografica, e nei prossimi 4 mesi verrà accreditata una spesa pari a un quinto del valore iniziale del prodotto.

    Ovviamente per accedere a questà modalità serve qualche requisito, ma non essendoci di mezzo finanziarie non ci si trova di mezzo a strana burocrazia, necessità di inviare buste paga o pagare bolli. Il requisito infatti è essere clienti amazon da più di un’anno, avere un’uso non fraudolento del proprio account e soprattutto avere memorizzato su amazon una carta di credito non prepagata con scadenza successiva a 5 mesi.

    Attenzione giusto a qualche particolare: acquistando a rate non è possibile fare un cambio prodotto, e in caso di mancato incasso di una rata, può essere bloccato a distanza il prodotto acquistato quando tecnicamente possibile , ad esempio un prodotto digitale o un dispositivo amazon, e che ci sono limitazioni al numero di articoli acquistabili a rate contemporaneamente se abbiamo ancora in pagamento degli acquisti a rate precedenti.

    Alla fine però si tratta di un servizio comodo, senza sbattimenti burocratici e senza interessi, che nasce per farvi preferire l’acquisto su Amazon anziché da altri store fisici e online, come se la famosa attenzione al cliente non fosse sufficiente.

    Si sa i prezzi di Amazon non sempre sono i migliori della rete, ma spesso prezzi troppo bassi possono nascondere evasione di iva e truffe varie, mentre acquistando dal famoso store online si è sicuri di poter fare affidamento su un servizio impeccabile, veloce e pronto a risolvere i problemi che dovessero capitare.

    Voi avete già usufrito di questo servizio? Fatemelo sapere nei commenti. A presto!

  • Il noleggio a lungo termine conviene anche ai privati?

    Chi ha intenzione di cambiare auto a breve avrà probabilmente valutato la possibilità di noleggiare l’auto anzichè comprarla, cosi come fanno le aziende, ma può essere conveniente anche per un privato?

    Ovviamente è un discorso che cambia tanto da persona a persona , dalle percorrenze, dal tipo di macchina scelta, dalla rata e dall’anticipo che possiamo versare, ma a grandi linee , se per un’azienda per via delle leggi fiscali è un’opportunità, per un privato lo è di meno.

    Infatti se si ragiona col solo portafoglio tendenzialmente acquistare una macchina è ancora la soluzione migliore per un privato, ma se si vogliono evitare sbattimenti quali dover pensare ai bolli, alle assicurazioni e alla manutenzione, e se magari temiamo che le norme antinquinamento ci vietino l’accesso in città della nostra auto prima di averla finita di pagare, magari qualche dubbio può sovvenire. Inoltre anche gli sconti e le proposte dei concessionari spesso sono vincolate a dei finanziamenti, quindi dovendo pagare comunque degli interessi forse anche il noleggio potrebbe essere vantaggioso.

    Ma come funziona la cosa? Sostanzialmente si sceglie dal catalogo del noleggiatore l’auto di nostro interesse tra quelle proposte, generalmente tra quelle più richieste dal mercato , e quindi che potranno meglio essere rivendute al termine del noleggio, per permettere di tenere il più possibile bassa la rata: un’auto più economica ma poco richiesta tendenzialmente si svaluterà di più di un’auto più costosa ma che mantiene il prezzo, e questa svalutazione incide sulla rata mensile, arrivando al paradosso che un’auto più prestigiosa potrebbe avere una rata uguale o addirittura inferiore di una super-economica. Ovviamente scegliendo da un catalogo la scelta sarà più limitata rispetto ad un’ordine piazzato ex-novo al concessionario, cosi come probabilmente saremo costretti a scegliere obbligatoriamente determinati allestimenti o optional di cui forse avremmo fatto a meno, e che comunque ci troveremo a pagare.

    Come per un normale finanziamento avremo da pagare un’anticipo e un numero prefissato di rate (24,48,36,60, etc.), al termine delle quali dovremo restituire la macchina, ma con due vincoli importanti pena il dover pagare salate penali alla riconsegna: lo stato d’uso e il chilometraggio. Quindi se abbiamo danneggiato la macchina dovremmo ripristinarla a nostre spese oppure pagare un costo per il ripristino, cosi come se abbiamo superato il chilometraggio concordato, dove pagheremo un extra per ogni chilometro sforato, ma sopratutto dopo aver pagato questo finanziamento la macchina non resterà nelle nostre mani, ma ritornerà al noleggiatore che poi la rivenderà come usata diventando probabilmente una delle tante auto “aziendali” che si trovano spesso negli autosaloni. In qualche caso è possibile riscattare l’auto pagandone il valore da usato al noleggiatore, ma ad ogni modo abbiamo pagato per un finanziamento di una macchina che poi andiamo a perdere, con una rata prossima a quella che avremo con un normale finanziamento, magari di quelli che permettono di finanziare per periodi non troppo lunghi la metà dell’auto con una rata conveniente e che ci permettono al termine del finanziamento di scegliere se restituire l’auto senza ulteriori costi o riscattarla pagando l’altrà metà.

    La differenza sostanziale però è che nella rata sono incluse anche tante altre spese che avremmo sostenuto se la macchina fosse stata di nostra proprietà: bollo, assicurazione, gomme, tagliandi, manutenzione, che a seconda dei casi possono cubare anche per qualche migliaia di euro all’anno: quindi tante cose in meno a cui pensare e da dover pagare, quindi si ha un costo fisso ben preciso e stabilito a priori, tranne forse in caso di un’incidente con colpa in mancanza di una polizza kasko, rispetto a un veicolo di proprietà dove se è vero che possiamo preventivare i costi delle spese fisse (bolli, manutenzione, gomme e assicurazione, etc.) una rottura meccanica fuori garanzia non prevista potrebbe portare a pesanti spese impreviste.

    Oltre alla tranquillità e alla certezza dei costi l’altro vantaggio è che noleggiando si tende a cambiare più spesso l’auto, quindi con una macchina più nuova tendenzialmente si è meno soggetti alle limitazioni del traffico per inquinamento imposte in molte città, oltre ad evitare lo sbattimento di vendere la nostra auto usata quando la dovremo cambiare.

    Dall’altra parte della bilancia però abbiamo i costi: tendenzialmente nei 3/4 anni di contratto di noleggio copriremo tutto o poco meno il prezzo di listino della macchina, che ricordiamo dovremmo restituire, e se è pur vero che non andremo a pagare i costi fissi (bollo, assicurazione, manutenzione, etc.), non avremo una macchina che seppur con qualche anno alle spalle ha sempre un suo valore sul mercato dell’usato.

    Va anche valutato il chilometraggio previsto, a parte il fatto che non sappiamo se in fase di stipula del contratto se il chilometraggio previsto sarà tale anche fra un anno, col rischio di dover pagare delle penali, o di aver pagato una rata più alta per coprire un chilometraggio non necessario, ma sopratutto chi fà tanti chilometri e che quindi ha interesse a cambiare spesso la macchina andrà a pagare per via del maggiore chilometraggio previsto una rata più alta che potrebbe vanificare la convenienza del noleggio (ma fatevi comunque i vostri conti, perchè è una cosa soggettiva che dipende da tanti fattori), mentre chi ne fà pochi non sfruttando i chilometri del pacchetto di noleggio, ha probabilmente più convenienza a comprare, possibilmente in contanti, una macchina nuova da tenere sino alla rottamazione per quei 7/10 anni o anche più, che anche considerando costi fissi, la manutenzione ordinaria e un’extra per possibili noie meccaniche , comunque meno probabili con bassi chilometraggi, sarà piu basso dei costi che sosterrà nei 3/4 anni di noleggio, ma che saranno spalmati sull’intera vita dell’auto

    Da ricordare anche che si passa al noleggio, l’assicurazione del veicolo sarà a nome del noleggiatore, e se questo può essere un vantaggio per chi per varie motivazioni (giovane età, residenza in zone ad alto rischio assicurativo, storia assicurativa sfavorevole con alta classe di merito , etc.) paga premi assicurativi particolarmente importanti, si rischia di perdere la classe assicurativa se entro 5 anni non si sposta la polizza su un’altra auto di nostra proprietà, costringendoci , in mancanza di altre agevolazioni assicurative, a ripartire dalla 14 classe se al termine del noleggio volessimo tornare ad avere una macchina di proprietà.

    Alla fine della fiera , ognuno ha le proprie esigenze e fa delle scelte che sono soggettive, ma a grandi linee col noleggio si paga di più per avere un servizio con meno sbattimenti e più tranquillità , specie a livello di pianificazione dei costi, mentre con l’acquisto se è pur vero che si rischiano degli esborsi extra, magari quando entriamo in officina, sul lungo periodo tendenzialmente avremmo speso meno soldi.

  • Acquistare un’auto a rate: fate bene i vostri conti

    L’acquisto di un auto è una spesa importante, che date le cifre in ballo spesso si effettua per mezzo di una finanziaria,cosa che rischia di far aumentare considerevolmente le spese a preventivo, per via del costo degli interessi.

    Infatti spesso anche le campagne di finanziamento a tasso zero, che magari ci hanno fatto scegliere una determinata auto anzichè la concorrente, nascondono gli interessi sotto mentite spoglie: tra spese di incasso, spese di apertura pratica, bolli, assicurazioni più o meno facoltative, servizi accessori come ad esempio la marchiatura dei vetri quello che era un finanziamento senza spese si trasforma in un finanziamento che ha comunque dei costi, spesso non trascurabili.

    C’è infatti da sapere che esistono due tassi di interesse distinti, il TAN, Tasso Annuo Nominale, che rappresenta il solo costo degli interessi finanziari (ed è quello sbandierato nelle pubblicità) e il TAEG, Tasso Annuale Effettivo Globale, che somma agli interessi finanziari anche le varie spese accessorie che si dicevano, quindi mettendo in luce il vero costo del finanziamento.

    A volte un finanziamento a tasso basso o addirittura a tasso zero, può costarci di più di un finanziamento piu onesto dove magari il TAN è più alto, ma non ci sono (o sono particolarmente limitate) le spese extra: per confrontare i tassi infatti va usato esclusivamente il TAEG e non farsi abbindolare dal solo TAN.

    Altra cosa da conoscere sono i tipi di finanziamento: se prima esisteva solo il finanziamento classico dove si pagava un anticipo in contanti (in alcuni casi azzerato in caso di auto non troppo costose) e il resto della macchina veniva spalmato in un certo numero di rate (generalmente con un impegno tra i 2 e i 6 anni), al termine delle quali si era proprietari della vettura, ora esistono formule ben più complicate.

    Infatti per incentivare l’acquisto di automobili sono nate formule fantasiose che un pò per venire incontro alle esigenze di certa clientela , e un pò per dare l’illusione di potersi permettere un’auto più costosa hanno rivoluzionato il concetto stesso di finanziamento.

    Queste formule (a cui ogni casa da un suo nome e una sua peculiarità per distinguersi dalla concorrenza) prevedono generalmente un’anticipo sostanzioso (a seconda delle case circa il 40-50% del valore dell’auto, pagabile anche con il versamento del proprio usato), una rata molto leggera per un periodo di 2 o 3 anni (che copre più che altro gli interessi del finanziamento) , al termine dei quali si può decidere se saldare il rimanente con una maxi rata finale sostanziosa, eventualmente rifinanziabile oppure restituire l’auto perdendo la cifra pagata e rimanendo senza auto (come se si fosse noleggiato la propria auto per quei 2/3 anni avendo speso circa la metà del costo di listino dell’auto), o ancora sostituire l’auto con una nuova della stessa casa con la stessa formula finanziaria.

    Il vantaggio può esserci per chi cambia spesso l’auto ( o che comunque ha intenzione di disfarsi dell’auto dopo i 2-3 anni), e che quindi avrebbe comunque subito la svalutazione dell’usato dopo tale periodo, ma non dovendosi preoccuparsi della rivendita dell’auto, sempre a patto che comunque si abbia un’usato da versare o si possa versare un’anticipo sostanzioso, e che non si superi un determinato chilometraggio annuo, oltre il quale non è possibile aderire a questo tipo di formule.

    Ovviamente anche se non sembra gli interessi ci sono (e a volte sono più esosi di un finanziamento standard, a meno di qualche offerta particolare di talune case automobilistiche, che magari vincola uno sconto importante a questa tipologia di finanziamento) , cosi come si paga per intero il costo della macchina: il meccanismo di tale finanziamento porta erroneamente a pensare di pagare la macchina la metà (quindi magari ci fa puntare ad un’auto più costosa di quella che ci potremmo permettere) data dalla somma di anticipo e minirate, ma in realtà la si paga per intero, sempre che non ce ne si voglia sbarazzare dopo i 2/3 anni.

    Inoltre se si pensa di tenere l’auto a lungo (più dei 2/3 anni del finanziamento base) probabilmente un finanziamento standard ha più senso: si evita la mazzata della maxirata finale , sopratutto se si aveva idea di rifinanziarla,  spesso a tassi non piu agevolati poichè non più legati all’acquisto dell’auto:  finanziandola invece per intero dall’inizio, eventualmente anche allungando la durata del finanziamento o pagando una rata mensile un po più alta si avrà probabilmente un tasso più favorevole, e un costo effettivo dell’auto più basso, e senza avere vincoli di chilometraggio.

    Alla fine la scelta dipende molto dalle esigenze di ognuno, in ogni caso è bene farsi i propri conti con attenzione, dalle scontistiche applicate in virtù dell’adesione a quel particolare finanziamento, ai costi extra relativi al finanziamento stesso e  le eventuali limitazioni, ricordandoci sempre di confrontare le offerte finanziarie con il TAEG e non con il solo TAN.

     

  • Scegliere il mutuo: quando un piccolo risparmio diventa una cifra importante

    Fare il grande passo dell’acquisto della casa è una delle spese più importanti che si fanno nel corso della vita, e il mutuo necessario rischia di incidere parecchio sulla qualità della vita stessa.

    Infatti scegliere il giusto mutuo ci farà risparmiare sia sulla spesa complessiva per l’acquisto della casa, sia sul tenore della nostra vita: una rata più alta significa più sacrifici da affrontare mese per mese.

    La rata più o meno alta infatti dipende da vari fattori: l’importo del mutuo , la durata , il tasso di interesse applicato dalla banca e le relative spese accessorie.

    L’importo del mutuo  dipende dal valore della casa che abbiamo scelto e dall’anticipo che abbiamo potuto versare fuori dal mutuo, ovviamente con un anticipo sostanzioso, anche l’importo del mutuo sarà più limitato, e questo si traduce in una durata più breve e/o una rata più leggera.

    Altro elemento che incide tantissimo è il tasso applicato, composta dal costo del denaro (determinato dagli indicatori Euribor o Eurirs, rispettivamente per i mutui a tasso variabile e fisso), dal guadagno della banca chiamato Spread e dai costi accessori (come ad esempio perizie, spese di istruttoria, eventuali assicurazioni, costi notarili, etc.), che vanno a formare il Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale), elemento importantissimo di confronto tra i vari mutui,  ancor più del Tan (Tasso Annuo Nominale). composto dalla sola somma del costo del denaro più lo spread, che quindi non considera le spese accessorie.

    Per alleggerire la rata quindi sara necessario scegliere un mutuo con il Taeg più basso possibile. Si cercherà quindi il mutuo con il tasso minore, e a parità di condizioni quello con le minori spese accessorie. Per fare questo è necessaria una ricerca oculata, tenendo presente ciò che fa aumentare lo spread, da cui dipende la maggior parte del tasso: durate lunghe, opzioni di mutuo moderno (come i mutui variabili con cap, che mantenendo i vantaggi di un tasso variabile,  impostano una soglia massima che protegge da aumenti di tasso o di rata  o i mutui a tasso misto ,che permettono di trasformare il mutuo da variabile a fisso a intervalli regolari, etc.) fanno aumentare i rischi per la banca, e di riflesso questo fa aumentare i tassi applicati.

    Anche la scelta del tasso fisso generalmente porta a spread più alti: il tasso variabile è meno pericoloso per la banca, quindi può permettersi di guadagnare meno, la scelta però è sempre rischiosa per entrambe le parti: se i tassi si mantengono bassi, come accade da diverso tempo a questa parte, il variabile permette risparmi interessanti, casomai salisse l’inflazione un tasso fisso ci permetterebbe di dormire sonni molto più tranquilli.

    Altra cosa da verificare sono le agevolazioni per il mutuo prima casa, e i contributi al mutuo concessi da alcune regioni, province o comuni, che permettono dei risparmi fiscali , sotto forma di detrazione IRPEF, pari al 19% degli interessi passivi fino a 4.000 euro annui in caso di prima casa e degli eventuali contributi per l’abbattimento del tasso dei mutui, qualora si disponga dei requisiti richiesti dai bandi.

    Altra cosa che potrebbe penalizzare (non facendoci concedere il mutuo presso la banca più conveniente, o applicando degli spread più alti) è la presenza di altri finanziamenti in corso: infatti se gli impegni finanziari superano il 30-35% del reddito dimostrabile del cliente, sarà difficile ottenere un mutuo, o comunque ottenerlo alle condizioni più favorevoli, cosi come se si è stati protestati o comunque a rischio solvibilità, se l’importo del mutuo è elevato in relazione al valore della casa o se l’età del mutuatario al termine del mutuo supera i 70 anni.

    Ad ogni modo conviene sempre informarsi molto bene su tutte le spese e gli obblighi previsti, eventualmente interpellando un consulente, anche online (Per esempio Facile , Mutuionline , Mutuisupermarket), oltre a valutare le offerte delle banche on-line, che come per il conto corrente o le assicurazioni, il fatto di non avere una rete commerciale sul territorio generalmente consente di avere dei tassi più bassi.