Casa e Energia

  • Organizzare la scrivania

    Organizzare la scrivania

    Con la diffusione dello smart working e la necessità per gli studenti di seguire le lezioni da casa diventa essenziale ritagliarsi degli spazi adeguati per le proprie attività, questo significa dover aggiungere delle scrivanie, delle librerie, delle mensole o riorganizzare gli spazi esistenti.

    Fortunatamente i costi, specie acquistando dei mobili in kit, non sono proibitivi, quello che potrebbe mancare è lo spazio in casa quindi magari si dovrà trovare qualche soluzione intelligente magari cambiando la disposizione di qualche mobile nella stanza o utilizzando dei piani di lavoro di piccole dimensioni, magari richiudibili per ricavare lo spazio per la postazione di lavoro aggiuntiva.

    Se lo spazio è limitato è anche importante organizzarlo per bene per evitare di occupare la scrivania con fogli, libri e dispense varie magari da spostare in una libreria o in una cassettiera per non occupare spazio prezioso quando non in uso, specie se deve anche ospitare un computer e una stampante che per quanto possono essere scelti della misura più piccola possibile occupano sempre tanto spazio

    Il monitor ad esempio può essere fissato ad una staffa da ancorare al muro o al piano della scrivania o messo su un rialzo per liberare spazio di lavoro, consentendoci di sfruttare lo spazio sotto il monitor per posizionare il computer o la tastiera, oltre a consentirci di avere una postura più corretta con il monitor all’altezza degli occhi, anziché essere costretti ad abbassare lo sguardo per fissare lo schermo.

    L’ergonomia è importante, anche quando si lavora in postazioni di fortuna: una buona sedia dovrebbe essere l’essenziale se dobbiamo starci seduti per delle ore, dovrà avere ruote e braccioli, possibilmente dovrà permettere delle regolazioni sia in altezza che in inclinazione dello schienale ed avere un supporto lombare e possibilmente per la testa per permetterci di assumere una postura corretta. Generalmente quelle da gaming, seppur spesso un po’ troppo vistose e non adatte a tutti gli ambienti possono essere la soluzione, altrimenti una buona sedia da ufficio scelta con criterio, magari aggiungendo un cuscino lombare per permetterci di assumere una corretta posizione della schiena.

    Un organizer può essere utile per evitare che penne, matite e cancelleria varia vaghi per il poco spazio a disposizione, e se la scrivania è rivolta verso il muro magari un pannello portaoggetti e delle mensole possono servire per liberare spazio con poca spesa e tanta resa

    Una cosa essenziale è l’illuminazione sia quella naturale che arriva dalle finestre che buona norma vorrebbe arrivare di lato, quindi possibilmente non posizionando la scrivania di fronte, di fianco o alle spalle della finestra che quella fornita da una buona lampada da tavolo, magari con la possibilità di variare l’intensità e il colore, cosa che è possibile ottenere utilizzando una lampadina RGB a led telecomandabile

    Un accessorio comodo da avere sia per proteggere la scrivania che per farci usare più comodamente il mouse del computer è un tappetino per il mouse extralarge che funga da passamano, ne esistono anche di un metro di larghezza, spesso con decorazioni capaci di dare un tocco personale alla scrivania.

    Importante è avere un’ambiente sempre pulito ed ordinato e per questo è essenziale nascondere i cavi dalla vista, esistono delle apposite guaine per nasconderli al meglio, sia di tipo rigido che in velcro, cosi come delle vaschette per contenere alimentatori e cavi vari sotto la scrivania, dove può essere comodo fissarci una multipresa elettrica al quale collegare tutti i dispositivi in un unico punto, e magari nascondere i cavi che arrivano dal muro come quello elettrico, quello della connessione internet o altri come antenna o cavi audio in una canalina da fissare sopra al battiscopa, sicuramente meno antiestetica che fermarli con dei chiodini passacavo a vista o peggio lasciarli liberi con il rischio di inciamparci sopra e staccare la corrente facendoci perdere il lavoro.

    Cosi come è importante abbellire il nostro spazio per renderlo più personale con qualche accessorio come delle strisce led colorate, qualche soprammobile o una pianta, magari anche quelle finte se non vogliamo rischiare di innaffiare il nostro computer o se non abbiamo il pollice verde, tralaltro quelle rampicanti possono essere utili anche per camuffare dalla vista qualche cavo

    E se magari siamo anche dei videogiocatori potremmo abbellire con qualche accessorio specifico, come un supporto porta cuffia, o un tendicavo per i fili del mouse, e qualche altro accessorio da gaming magari senza esagerare troppo con le lucine RGB

    Insomma è importante crearsi uno spazio che sia funzionale, personale , ergonomico ma soprattutto comodo da utilizzare, certo le soluzioni possono essere tante io ve ne ho nominato qualcuna, ma se ne avete delle altre scrivetemele nei commenti, cosi come se avete dei dubbi, delle curiosità o delle domande. A presto. Ciao!

  • Sbarazzarsi del Canone RAI 2022

    Sbarazzarsi del Canone RAI 2022

    Col nuovo anno si dovrà ripagare una tassa piuttosto antipatica, quella sul possesso degli apparecchi radio televisivi, comunemente chiamato canone Rai, e anche per quest’anno lo si dovrà pagare nella bolletta elettrica spalmato in 10 rate da 9 euro come avviene già da qualche anno, la novità è che parrebbe che a causa di una richiesta della comunità europea questo sarà, a meno di proroghe l’ultimo anno per cui lo si dovrà pagare sulla bolletta elettrica.

    Questa soluzione ha permesso di contrastare l’evasione del canone consentendo di ridurre l’importo ed evitando di doverci recare alle poste per il pagamento. Purtroppo cosa accadrà dal 2023 non è dato sapere, se il pagamento dovrà essere fatto con bollettino postale come si faceva fino al 2015 o con F24 come deve fare attualmente chi non è titolare di utenza elettrica ma è comunque tenuto a pagare il canone, ne se l’importo aumenterà e se come è stato paventato verrà richiesto di pagarlo non solo a chi ha un apparecchio televisivo in casa ma anche a chi possiede uno smartphone o un computer in quanto in grado di vedere le trasmissioni televisive tramite siti o app.

    Allo stato attuale il non possedere un apparecchio televisivo, o averne uno non più adatto alla ricezione del segnale tv perché magari non compatibile col nuovo digitale terrestre è motivo di esenzione dal canone, quindi in questi casi basterà mandare ogni anno entro il 31 gennaio per raccomandata o via pec un’apposita autodichiarazione dove si attesta di non possedere nessun apparecchio adatto alla ricezione del segnale televisivo per essere esentati dal pagamento, e nel caso è pure possibile richiedere il rimborso di cifre pagate qualora il mancato possesso, o altra causa di esenzione come per gli anziani a basso reddito o per i diplomatici stranieri, avvenisse nel corso dell’anno.

    Quello che non è più possibile invece è il suggellamento del televisore, cioè la disattivazione del televisore ad opera della guardia di finanza, che lo sigillava dentro un sacco di juta permettendo di avere l’esenzione dal canone rai senza doversi disfare dell’apparecchio.

    Ovviamente se è pur vero che sarà difficile che si venga controllati, firmare un’autodichiarazione falsa è un reato penale: il gioco non vale la pena per risparmiare 90 euro all’anno: meglio a quel punto sbarazzarsi del televisore o se proprio la si vuole fare sporca intestare l’abbonamento elettrico della nostra abitazione a un familiare che già paga il canone e che quindi non è tenuto a pagare un secondo abbonamento in quanto seconda casa. In tal caso staremo evadendo il canone, dato che in quel caso dovremmo pagarlo tramite F24, ma senza dichiarare il falso.

    Certo vista la qualità del servizio pubblico, la voglia di non pagare il canone è tanta, ma contrariamente dal nome con cui si è solito chiamarlo, è pur sempre una tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo e non un abbonamento ad una pay tv  che possiamo disdire a piacimento e le tasse volenti o nolenti vanno pagate.

    Quello che è da sapere è che esistono dei rari casi per i quali non deve essere pagato, o per cui esistono delle eccezioni, cosi come esistono dei canoni speciali dovuti da aziende o strutture ricettive come alberghi o ristoranti che sono tenuti a pagare un canone più alto di quello pagato da un comune cittadino qualora abbiano un televisore in azienda.

    Quindi per quest’anno se ci siamo sbarazzati del televisore siamo ancora in tempo a chiedere l’esenzione, in attesa di capire cosa succederà nel 2023 quando effettivamente molti televisori a causa del nuovo digitale terrestre non saranno effettivamente più in grado di ricevere le trasmissioni, e magari se non si hanno altri tv compatibili o decoder diventerà l’occasione per sbarazzarsi definitivamente del canone.
    Voi ne eravate al corrente? Avete mandato la disdetta del canone rai? Avete qualche dubbio, curiosità o suggerimento? Scrivecelo nei commenti.

  • Arredare spendendo meno

    Arredare spendendo meno

    Quando si tratta di arredare casa spesso le cifre in gioco sono importanti, ma come fare per risparmiare qualcosa, magari perché stiamo arredando una seconda casa o il budget è limitato, o perché magari si tratta di una soluzione temporanea in vista di un futuro trasloco?

    Un’idea non certo da scartare è il mercato dell’usato, spesso chi è in procinto di cambiare casa ha fretta di liberarsi del mobilio esistente che svende o addirittura regala, se si ha a disposizione un mezzo di trasporto adatto e magari qualcuno che ci puo dare una mano per trasportare, smontare e rimontare si possono fare affari interessanti, spesso anche mettendo in conto di pagare i servizi di un trasportatore, che spesso incidono più del prezzo pagato per il mobilio usato.

    Per trovare mobili usati, come già suggerivo in un altro articolo, è bene dare uno sguardo ai siti di annunci gratuiti locali, alla sezione marketplace dei social network , ma soprattutto ai mercatini dell’usato dove gli articoli sono proposti in conto vendita: essendo disponibili molti articoli di varia provenienza si può riuscire a concentrare gli acquisti per più stanze in un unico trasporto risparmiando tempo e denaro, dato che per la  natura ingombrante il trasporto incide parecchio sulla spesa finale.

    Ovviamente fate attenzione, oltre alle dimensioni, alla qualità e alle condizioni dei mobili, se qualche sbeccatura si può facilmente sistemare con della cera colorata per mobili, se l’armadio è già traballante prima del trasporto non è detto che possa arrivare sano e salvo a destinazione dato che smontare, trasportare e rimontare può causare danni se non si usano le dovute attenzioni, specie se si ha a che fare con prodotti di qualità non eccelsa.

    Come dicevo I costi del trasporto per via di peso e volume incidono parecchio quindi acquistare del mobilio in kit smontato e montarselo da soli in casa può essere una valida soluzione, specie per quegli articoli non particolarmente complessi da montare: certamente una libreria o una scrivania sono molto piu semplici di una cucina completa, ma anche montare un armadio non è un’impresa impossibile se si seguono alla lettera le istruzioni di montaggio.

    Mi riferisco a Ikea che deve al mobile in kit la sua fama, ma anche a concorrenti come JYSK o ai vari mercatoni del mobile e spesso i brico che trattano questa tipologia di mobili amici del portafoglio, senza considerare che si possono acquistare anche online, avendo però la cortezza di valutare bene le spese di spedizione dato che dipendendo dal peso possono essere parecchio costose e soprattutto dal tipo di consegna, se al piano o a bordo strada: in presenza di colli molto voluminosi o se non è presente un ascensore occorrerà organizzarsi con qualcuno che ci dia una mano a portarli in casa che possa essere disponibile al momento della consegna.

    Andandoli invece a ritirarli noi nel magazzino del venditore essendo smontati se è vero che rimane il problema del peso si riduce quello del volume: pur essendo tanti colli per un singolo mobile, a meno che ci siano pannelli a tutta lunghezza, come i fianchi di un armadio, possono essere tranquillamente caricati in automobile magari ingegnandoci un po’.

    Se si tratta di prodotti voluminosi valutiamo la possibilità di farcele trasportare dal negozio, dal sito o chiamando un trasportatore, magari evitando di acquistare il servizio di montaggio per risparmiare o cerchiamo in prestito o a noleggio un furgone.

    Poi nulla ci vieta di trovare delle soluzioni furbe: una rete matrimoniale non entrerà nel bagagliaio di una comune automobile, ma pesa poco quindi è il candidato ideale da acquistare su internet, mentre un letto smontato puo essere caricato in auto senza troppe difficoltà, un consiglio è quello di valutare nelle schede dei prodotti che vogliamo acquistare pesi e misure dei colli per il trasporto, avendo cura di misurare con cura gli spazi della nostra auto , abbattendo i sedili e/o portandoli avanti il più possibile per massimizzare gli spazi per i colli più lunghi in modo da poter scegliere un prodotto che non ci richieda spese aggiuntive per il trasporto.

    Inoltre certi mercatoni del mobile come  ad esempio Mondo Convenienza o Conforama , come forma di marketing giocano sulle spese di trasporto, facendo dei prezzi di trasporto e montaggio in percentuale sulla spesa complessiva (generalmente tra il 10 e il 15%) o alcuni addirittura omaggiandoli, specie in alcuni periodi dell’anno, magari lasciando a pagamento qualche servizio extra come l’allaccio delle cucine o la scelta dell’orario di consegna, e la cosa diventa particolarmente vantaggiosa se si acquistano mobili voluminosi a basso prezzo: per farci trasportare e montare un armadio a 6 ante pagato 500 euro un trasportatore ci può chiedere tra le 200 e le 300 euro, utilizzando il loro servizio ce la caveremo con 50-60 euro: diventa un bel risparmio da mettere in conto nella scelta del venditore, mentre se si tratta un prodotto costoso non sono le 100 euro di differenza a far pendere la scelta su un negozio piuttosto che l’altro.

    Attenzione anche che pagando il trasporto in percentuale la cosa può rivelarsi un’arma a doppio taglio in caso di spese importanti, magari perché avete acquistato più ambienti o qualche prodotto particolarmente costoso, con una spesa di 10.000 euro meglio chi ci chiede un costo di trasporto a forfait, diciamo 300-400 euro che pagare in percentuale quelle 1000-1500 euro che ci eroderebbero il risparmio sul prezzo del mobile: in questi casi magari il mobiliere indipendente pur trattando prodotti più cari considerando il trasporto potrebbe alla fine rivelarsi più conveniente nel prezzo finale.

    Altra dritta è quella di fare una visita al reparto outlet dei negozi di mobili, dove vengono messi in vendita a prezzi scontati al cambio delle collezioni i mobili dell’esposizione precedente e/o qualche prodotto con qualche piccolo difetto, ovviamente avendo cura di accertarsi che eventuali difetti siano riparabili, poco visibili e soprattutto non siano strutturali, ma con un po di fortuna si riescono a prendere articoli importanti ad una frazione del prezzo magari a causa di un graffio o di una sbeccatura o perché della collezione dell’anno precedente. Insomma con un po di ingegno, metro e calcolatrice alla mano si riescono a risparmiare bei soldi.

    Voi conoscevate questi trucchi? Ne avete degli altri da segnalare, scrivetemelo nei commenti, cosi come se avete dubbi o curiosità.

  • L’impastatrice planetaria

    L’impastatrice planetaria

    Oggi parliamo di un elettrodomestico che non è presente in molte case, ma che per via del costo non troppo elevato e della sua versatilità può essere sia un gradito regalo per chi si diletta in cucina che un valido alleato per le nostre preparazioni e per il nostro portafoglio.

    Sto parlando dell’impastatrice planetaria, quella macchina elettrica che si occupa di impastare solidi e liquidi permettendoci di evitare di stendere la pasta di dolci e salati a mano o col mattarello, applicando una forza costante regolata da un’apposita manopola

    E’ composta da un motore, una ciotola , a seconda dei casi in materiali plastico o metallico, dei ganci che si applicano al motore , generalmente almeno quello per pizza, quello per i dolci e quello per montare a neve, e a volte nei modelli più completi degli accessori che la trasformano in un robot da cucina completo che sfrutta il motore della macchina.

    Il segreto dei risultati è il movimento della frusta su due assi, non solo sull’asse del motore ma anche attorno al centro del contenitore raggiungendo tutte le parti del contenitore e simulando al meglio l’azione manuale di un pizzaiolo esperto

    Diventa facilissimo impastare , dalla pasta sfoglia per pizze salati e rustici, ai dolci togliendoci lo sbattimento di lunghe lavorazioni manuali e consentendoci di fare in casa prodotti che altrimenti avremo comprato , magari meno salubri o di produzione industriale, o magari non avremmo mai fatto come qualche vecchia ricetta della nonna che altrimenti richiederebbe lavorazioni molto più lunghe e complesse di inserire qualche ingrediente nella ciotola e girare una manopola.

    Ovviamente ne esistono di varie potenze e capacità e con diversa dotazione di accessori, con prezzi che variano dai 60 euro alle 1000 euro: preferite possibilmente modelli più potenti e capienti, soprattutto se avete in mente di impastare la pasta per pane o pizza dato che richiede maggiore potenza e sforza di più il motore, per quello meglio avere un recipiente capiente per evitare di dover dividere l’impasto in più lavorazioni ,dato che è buona norma far riposare il motore dopo la lavorazione per evitare di rovinarlo, mentre per torte e dolci anche un modello meno potente può fare tranquillamente alla bisogna.

    Ma perché è utile per il portafoglio?  Semplicemente fare una torta diventa qualcosa di estremamente facile e rapido, alla portata di tutti, anche di un bambino, che può essere fatta anche quotidianamente dato che può essere fatta in un quarto d’ora di lavoro più dai 30 ai 45 minuti di cottura: in un’ora avrete un’ottima torta fatta con una bassissima spesa, meno del costo di una confezione di merendine, ma soprattutto con ingredienti più genuini naturali o sfiziosi rispetto ai prodotti confezionati, che basterà mettere nella ciotola e lasciare lavorare la macchina, dopo di che si travasa in una teglia e si inforna: nulla di più facile.

    Puo’ inoltre , usando l’apposito gancio fare degli impasti per pane e pizza perfetti la cui lavorazione manuale è generalmente laboriosa e non certo a prova di errori, avendo giusto cura di inserire farina acqua e lievito e lasciando lavorare la macchina fino alla perfetta incordatura dell’impasto

    Diciamo che si presta facilmente a tutti quei prodotti da forno che potremmo fare in casa risparmiando tempo, soldi e fatica, oltre a diventare un divertente passatempo che potrà soddisfare la voglia di dolci di grandi e piccini.

    Voi la conoscevate, ne avete una in casa? Scrivetelo nei commenti cosi come se avete dubbi o curiosità sul suo utilizzo.

  • I power blender

    I power blender

    Parliamo dei power blender, quei grandi frullatori di origine americana che da qualche tempo sono di moda. Data l’origine USA sono grandi e consumano tanto, ma sono veramente tanto potenti.

    Sono infatti diventati famosi qualche anno fa per una pubblicità virale su internet dove il produttore di uno  di questo genere di apparecchi usava il frullatore per sbriciolare le cose piu strane dagli iphone alle ossa, dalle videocamere agli accendini diventato talmente famoso da apparire al superbowl.

    Poi sulla scia di questi video sono nati tanti produttori concorrenti altrettanto validi e anche le alternative lowcost, dato che gli apparecchi originali , inizialmente pensati per l’uso professionale costano diverse centinaia di euro, mentre alcune valide imitazioni made in china riescono a stare intorno ai 100 euro, a volte anche qualcosa meno.

    Il prezzo elevato dipende dalla potenza elevata, tenete conto che arrivano a consumare anche 2KW, quindi dalle 5 alle 10 volte un frullatorino economico standard da supermercato, ma questa potenza si rivela essenziale per alcuni tipo di preparazioni.

    Infatti data la potenza riesce a miscelare in maniera perfetta fino a rendere farina quasi ogni cosa dai legumi secchi al pane, riesce a triturare elementi duri come il ghiaccio, rendendolo una macchina ottima per fare dei gelati fatti in casa soltanto congelando della frutta e triturandola con un po di latte o per fare dei deliziosi smoothies, oppure ancora per creare del ghiaccio tritato per i cocktail, magari miscelati direttamente nella caraffa.

    Non solo quindi deliziosi frullati di frutta o vellutate di verdura, milkshake e granite possono essere all’ordine del giorno, se si riesce a trovargli un po di spazio sul piano della cucina, ma anche salse, zuppe e creme o per un americanissimo burro d’arachidi fatto in casa.

    Grazie alla sua capacità di sminuzzare potremo preparare delle farine particolari, oltre ad essere un alleato prezioso per le diete consentendoci di preparare ricette vegetali saporite ma poco caloriche, cosi come è particolarmente utile per preparare in casa degli omogeneizzati naturali per i piu piccoli, che non disdegneranno anche i dolci o i gelati  che potrete preparare.

     Diventa ottimo per preparazioni crudiste o vegane, dato che consente di trattare non solo tutta la comune frutta e verdura, ma anche radici e vegetali rari rognosi per la loro consistenza: a seconda dei casi basterà aumentare la potenza o utilizzare un apposito programma, cosi come per fare in casa degli ottimi latti vegetali.

    Il principale vantaggio è la potenza e la versatilità: alimenti caldi o freddi, duri o morbidi , anche di dimensioni consistenti non sono un problema, lo svantaggio semmai, oltre ai consumi importanti, che alla fine non sono un grande problema dato che lo si usa solo per qualche minuto, quindi al limite bisognerà fare attenzione a non usarlo con altri elettrodomestici energivori per non far scattare il contatore, è la  dimensione del boccale, essendo molto generosa permette di gestire quantità importanti ed evitare di sminuzzare manualmente gli ingredienti, ma se è riempito troppo poco potrebbe non riuscire a fare il suo lavoro, quindi magari siamo costretti ad aumentare le quantità rispetto ad un apparecchio più piccolo.

    Soprattutto fate attenzione a non usare cucchiai di legno o utensili della cucina per smuovere il contenuto all’interno del boccale, data la potenza li triturerebbe nel giro di qualche istante, come detto è davvero potente, ed è il segreto del suo successo: la qualità della lavorazione che sono un motore potente riesce a dare riuscendo ad arrivare a risultati professionali pur con un elettrodomestico casalingo.

    Voi lo conoscevate? Ne avete uno in casa? Fatecelo sapere nei commenti.

  • Chi paga l’ecologismo?

    Chi paga l’ecologismo?

    Parliamo di ambientalismo e dell’effetto che l’inseguire ambiente ed ecologia ha ed avrà sui nostri portafogli. E’ notizia recente che a partire da Ottobre le bollette dell’energia elettrica e del gas aumenteranno del 40% in media dopo che hanno già subito importanti aumenti nel corso dell’anno già parzialmente calmierati dal governo: il problema di fondo è la motivazione per quei questi aumenti ci sono stati, e che in altri paesi europei come la Spagna questi aumenti sono stati ancora più importanti.

    No , la motivazione principale di questa stangata non è il costo della materia prima nonostante qualcuno ce lo voglia far credere, o almeno non lo è direttamente. Seppure il costo della materia prima sia leggermente aumentato, purtroppo questo cuba ben poco sui prezzi, visto che la gran parte di ciò che paghiamo per l’energia sono tasse ed accise. Il problema principale infatti viene dall’Europa e da una tassazione sempre più stringente delle energie non rinnovabili: in pratica chi produce energia da fonti non rinnovabili, ma c’è qualcosa di simile anche nel mondo delle automobili , deve pagare una sorta di diritto di inquinare che cuba pesantemente sul fatturato dei produttori che emettono CO2 e che con le normative europee sempre più stringenti  ovviamente si riverbera sul prezzo che è costretto ad aumentare in maniera veramente pesante.

    Per evitare di pagare questi diritti di inquinamento, se non dovessero cambiare le leggi si dovranno aumentare le fonti pulite di approvvigionamento dell’energia quindi eolico e fotovoltaico che sono sicuramente meno efficienti di altre soluzioni più inquinanti e che generalmente sono rese convenienti solo dagli incentivi che paghiamo in bolletta, ma non potendo aumentare più di tanto queste energie, l’unica soluzione per avere energia pulita in quantità sarà il nucleare, che già avevamo ma che l’Italia ha dismesso a causa di un referendum e che potrebbe tornare in voga, anche se per questioni logistiche non in tempi rapidi.

    Se poi è vero che i governi nazionali stanno cercando di metterci una pezza calmierando per quanto possibile i prezzi, i soldi che serviranno allo scopo arriveranno da altre tasse o da una minore erogazione di servizi pubblici, quindi in qualsiasi modo siamo sempre noi consumatori che paghiamo in un modo o in un altro il conto dell’ecologismo , anche se magari non vorremmo farlo.

    Soprattutto con una stangata del genere, anche il consumatore più ecologista non penso sia felice di pagare aumenti di questa portata, anche perché probabilmente nessuno li ha chiesti, e non sono probabilmente necessari: ridurre la CO2 non è detto che risolva i nostri problemi ecologici, ma ce ne crea sicuramente di economici, a maggior ragione se questa lotta all’inquinamento resta confinata all’Europa: in un mondo globalizzato se Cina o Stati Uniti hanno dei limiti all’inquinamento meno stringenti dei nostri, potranno avere dei prezzi più competitivi a discapito delle produzioni europee.

    Senza contare che colpire l’energia si ripercuote a ruota su tutte le produzioni, sulle materie prime che già stanno aumentando per altre ragioni, sul trasporto, sui servizi, etc. siamo proprio sicuri di volerci dare la zappa sui piedi nella migliore delle ipotesi per perseguire un ideale, o nella più realistica a mio modo di vedere per fare un po di greenwashing ed apparire belli e puliti all’opinione pubblica tanto il conto lo paga qualcun altro?

    Il problema è che con queste mosse si crea inflazione e si perde di competitività senza risolvere i problemi: se un prodotto costa sensibilmente meno verrà sempre preferito a quello più costoso anche se è più ecologico, il surplus da pagare per un un prodotto ecologico per essere sostenibile deve essere minimo altrimenti si continuerà a comprare il prodotto inquinante ma meno caro, e alla lunga si inquina di più e probabilmente il produttore europeo verde in assenza di vendite sarà costretto a chiudere, quindi oltre il danno la beffa. Ha senso tutto questo?

    Non sarà meglio invece di tassare chi inquina cercare di ridurre l’inquinamento efficientando i prodotti, allungandone la vita per evitare di produrre e smaltirne di nuovi, agevolando il ricambio solo di prodotti effettivamente troppo inquinanti, incentivando le riparazioni in luogo delle sostituzioni?

    Se un nuovo prodotto consuma poco meno del vecchio vale la pena incentivarne la sostituzione considerando l’inquinamento della produzione di uno nuovo e lo smaltimento del vecchio o è meglio incentivarne la riparazione? Forse avrebbe senso sostituirlo solo se consumasse meno della metà ma spesso col marketing si fa credere il contrario pur di vendere un pezzo in più…

    Voi cosa ne pensate di questi aumenti? Li ritenete un male necessario?

  • La falsa urgenza di cambiare gestore elettrico

    La falsa urgenza di cambiare gestore elettrico

    Sicuramente vi sarà capitato di ricevere qualche telefonata molesta da qualche call center che vi vuole vendere i loro prodotti o servizi , ma non siamo qui per parlare di come fare per bloccarli, se magari se vi può essere utile potremmo fare un prossimo articolo a riguardo, nel caso scrivetelo nei commenti.

    Dicevamo tra le chiamate indesiderate dei call center una tipologia che mi capita spesso di questi tempi è quella dei gestori di energia elettrica, e uno in particolare è ai limiti della truffa per come si pone , anche per il fatto che si tratta di uno dei gestori più importanti e conosciuti del nostro paese ma usa mezzucci che magari mi potrei aspettare da un piccolo e sconosciuto operatore di provincia e non da una multinazionale eppure…

    Infatti per convincerci a passare al mercato libero, quindi per passare dal servizio elettrico nazionale, quello chiamato a maggior tutela che abbiamo se non abbiamo mai scelto un fornitore di energia, mantenendo un vecchio contratto, si inventano la scusa che questo cambiamento sia obbligatorio, e gia questa è una mezza verità, ma soprattutto sostengono che debba essere fatto entro giugno 2021 ed è qui che dicono il falso.

    Infatti sebbene lo stato rinvii la scadenza della fine del mercato a maggior tutela ormai già da qualche anno, allo stato attuale il termine è fissato al 1 gennaio 2023 e non è impossibile che tale termine venga ulteriormente prorogato, quindi almeno per privati e microimprese non c’è assolutamente fretta. Inoltre anche qualora non si scegliesse a scadenza un fornitore ce ne verrebbe dato in maniera provvisoria uno d’ufficio, come accade per le piccole imprese, in attesa della stipula di un contratto sul mercato libero in modo da non interrompere la fornitura di energia elettrica.

    Ma dobbiamo davvero passare al mercato libero e soprattutto conviene farlo? Beh prima o poi saremo costretti a scegliere un fornitore, quindi si tratta di una scelta che andrà fatta, ma considerando che questa scelta va fatta in base all’utilizzo che uno fa della corrente, di come, quando e quanto consuma farlo in un periodo dove la pandemia ha modificato le nostre abitudini non è una scelta saggia.

    Infatti a causa del covid siamo dovuti rimanere di più in casa e quindi abbiamo consumato di più, magari perché costretti a lavorare e/o studiare da casa, dovendo cucinare più spesso dato che è diventato difficile usufruire di mense e ristoranti come si faceva un tempo, passare il tempo libero in casa consumando di più, anche solo per riscaldare o raffrescare la casa anche quando saremmo stati in ufficio o in giro con gli amici. E il problema è che il ritorno alla normalità potrebbe portarci a cambiare ancora una volta le nostre abitudini, molte aziende ad esempio stanno pensando di continuare a fare lo smart working anche dopo la pandemia, magari in modalità differenti ad esempio con alcuni giorni di lavoro da casa e altri dall’ufficio: questo significa che i nostri consumi energetici cambieranno ancora: se prima si stava a casa quasi solo per dormire e mangiare una tariffa agevolata per le ore serali poteva essere la soluzione, ma stando in casa tutto il giorno una tariffa unica al prezzo più basso possibile ci avrebbe fatto risparmiare, ma dovendo stare in casa tutto il giorno solo per metà settimana probabilmente avremmo risparmiato con una tariffa a scaglioni di consumo, il problema è che in questo momento di cambiamenti lavorativi dovuti alla pandemia i nostri consumi probabilmente cambieranno ma non sappiamo esattamente come, e visto che c’è ancora tempo per scegliere forse è bene attendere che si calmino le acque, soprattutto perché alcuni contratti sul mercato libero ci potrebbero vincolare per un certo periodo, e se sbagliamo contratto rischiamo di pagare molto di più che col mercato libero.

    Se invece abbiamo le idee chiare e riusciamo a prevedere i nostri consumi, studiando un pò le offerte  si riesce a risparmiare sempre a patto di trovare un offerta che si addice alla nostra tipologia di consumo: se siamo un single che rientra a casa solo per dormire avremo bisogno di un contratto diverso da quello di una famiglia numerosa, o di chi ricarica la propria auto elettrica dalla presa del garage o che usa con regolarità elettrodomestici ad alto assorbimento come cucine ad induzione o sistemi elettrici di condizionamento o di riscaldamento o di chi ha installato un impianto fotovoltaico.

    Inoltre già capire una bolletta non è cosa semplice per chi è del mestiere, figuriamoci per un utente inesperto, che potrebbe incappare facilmente in offerte sbagliate specie se imbeccate dal venditore di turno, che magari vi vuole estorcere la firma sul contratto in maniera truffaldina promettendo risparmi che non ci saranno, e che al contrario potrebbero farvi spendere molto di più.

    Per quello il mio consiglio è di attendere ancora e nel frattempo di studiarsi l’argomento ,dalle offerte dei fornitori alla propria tipologia di consumi, aiutandosi anche dagli strumenti che mette a disposizione ARERA l’autorità statale che si occupa dell’energia, di cui vi parlavo in precedenza, che mette a disposizione ad esempio degli strumenti di calcolo dei  nostri consumi, un comparatore di prezzi e delle offerte standardizzate che ci permettono un confronto più semplice. Voi siete già passati al mercato libero o pensate di farlo a breve? State risparmiando o spendendo di più? Scrivetelo nei commenti

  • I gasatori per l’acqua frizzante in casa

    I gasatori per l’acqua frizzante in casa

    Oggi parliamo di un prodotto che forse avrete visto nelle pubblicità e che può essere comodo avere in casa se ci piacciono le bevande gasate: il gasatore.

    Si tratta di un sistema per aggiungere dell’anidride carbonica all’acqua per renderla frizzante, con la possibilità aggiungendo dei succhi concentrati di trasformare la nostra acqua gasata in bibita e col vantaggio di poter regolare a nostro piacimento la “frizzantezza” oltre ad evitarci l’acquisto e il trasporto delle bottiglie di acqua o bibite dato che utilizzeremo l’acqua del rubinetto.

    Il risultato che si ottiene generalmente è molto buono, ma ovviamente si parte dal presupposto di avere una buona acqua di rete: se ci arriva nel rubinetto un’acqua scadente o con un particolare retrogusto non sparirà con l’aggiunta dell’anidride carbonica, anche se c’è sempre la possibilità di filtrarla con un filtro da applicare sotto il rubinetto o utilizzando una caraffa filtrante, ma in questi casi va messo in conto il costo della sostituzione periodica del filtro che va cambiato dopo un certo numero di litri trattati.

    Ovviamente nonostante sia tecnicamente possibile farlo escludiamo di comprare dell’acqua in bottiglia da gasare in casa: comprandola al supermercato verrebbe meno sia la convenienza, sia lo sbattimento di doverla trasportare che il risparmio di plastica, che è sia un rifiuto che dovremo smaltire che un peso per l’ambiente.

    Ci sono vari tipi di gasatori, dai modelli più complessi e costosi che possono essere montati sotto al lavandino e che permettono di fare uscire l’acqua gasata e filtrata direttamente dal rubinetto, a quelli più economici che occupano pochissimo spazio in casa, non hanno fili o collegamenti idraulici, ma solo l’alloggiamento per una bottiglia e una piccola cartuccia di gas da ricaricare dopo un certo numero di gasature.

    In pratica questi gasatori economici creano un loro ecosistema di accessori: funzionano con delle bottiglie proprietarie che hanno una data di scadenza, i cilindri di gas devono essere ricaricati solo presso i rivenditori autorizzati che ce li sostituiranno con uno pieno portando indietro il vuoto, oltre a vendere concentrati e accessori, ad esempio per la pulizia, dedicati.

    Ovviamente il kit iniziale col gasatore, un cilindro e una bottiglia costa veramente poco, spesso si porta a casa il kit gasatore base in offerta anche con meno di 50 euro, quello che costano caro sono i vari accessori dell’ecosistema: il set di 3 bottiglie di plastica finiscono per costare più di 20 euro e a rigore vanno cambiate dopo qualche anno, cosi come la ricarica del gas ci costa poco meno di 15 euro ogni 80 litri di acqua gasata.

    Poi per dovere di cronaca bisogna dire che esistono delle soluzioni alternative per risparmiare, se per le bottiglie è meglio restare sulle originali dato che nonostante il prezzo da rapina vengono comunque ammortizzate nel tempo, al limite si possono usare oltre la data di scadenza, qualcosa si può fare per il gas: contenendo della comunissima CO2 nulla ci vieterebbe, violando i termini di licenza del sistema, di farcele ricaricare da chi carica estintori che potrebbe fare un prezzo più basso della ricarica originale, cosi come potremmo utilizzare dei cilindri più grandi che in proporzione hanno un costo di ricarica molto minore e travasare l’anidride carbonica nel cilindro originale utilizzando un adattatore che si può trovare su internet, o ancora potremmo crearci in casa la CO2 con del ghiaccio secco, anche se qui da noi non è facile da reperire a basso costo come accade in altre parti del mondo.

    Questo ci fa domandare se effettivamente conviene entrare in un sistema che ci scucirà costantemente soldi man mano che lo usiamo, e la risposta è che se facevamo normalmente uso di acque e bibite gasate tutto sommato quei soldi li avremo  comunque spesi al supermercato, poi a seconda dei casi può esserci il risparmio oppure andarci in pari, magari sentendosi comunque soddisfatti per aver rispettato l’ambiente, ma in realtà è una questione di gusti: se ci si è abituati a una certa marca di acqua gasata e beviamo esclusivamente quella non c’è gasatore che tenga, dopo averlo provato è probabile che torneremo alle bottiglie, se invece per noi un’acqua gasata vale l’altra passare al gasatore è conveniente anche rispetto alle bottiglie di acqua del discount. Diverso è il caso per le bibite, i concentrati originali costano cari, e nonostante alcuni gusti siano molto particolari e interessanti spesso vuoi per il gusto e vuoi per la spesa non battono la concorrenza delle bibite confezionate, quindi in pratica è promosso per l’acqua, un po’ meno per le bibite, ma è comunque questione di gusti.

  • L’abbattitore domestico

    L’abbattitore domestico

    Dato che da qualche tempo le trasmissioni televisive , i siti e i canali che parlano di cucina vanno di gran moda è diventato normale desiderare di portarsi in casa oltre a particolari ricette e tecniche di cucina anche qualche attrezzo particolare usato dagli chef.

    E sicuramente uno poco comune nelle nostre case ma che vediamo spesso in tv e che potrebbe essere utile nella cucina di un’aspirante chef è l’abbattitore: uno strumento che consente di ridurre le temperature degli alimenti velocemente permettendo di conservare meglio gli alimenti evitando la formazione di batteri, consentendo cotture particolari e permettendo di ridurre i tempi di preparazione di molti cibi, oltre a permetterci di rinfrescare le nostre bottiglie di vino o di birra in tempi molto rapidi.

    La versatilità è tanta, gli ingombri alla fine , a meno di non acquistare prodotti professionali , sono analoghi a quelli di un forno a microonde quindi relativamente facili da piazzare in una cucina casalinga, a meno di non avere spazi particolarmente risicati: magari se siamo appassionati di cucina vale la pena dedicargli uno spazio se stiamo rinnovando l’arredamento.

    L’unico difetto al momento è il prezzo, dato che si tratta di un prodotto di nicchia difficilmente si scende sotto i 1000 euro per un prodotto casalingo decente, mentre per uno professionale si spende tranquillamente anche 3 o 4 volte tanto, quindi probabilmente non è per tutte le tasche, ma cosi come è avvenuto per altri elettrodomestici col tempo i prezzi sono destinati a scendere e nel giro di qualche anno è probabile che possa diventare alla portata di tutti, un pò come è stato,  per fare un esempio, per i microonde, che appena arrivati sul mercato costavano l’equivalente di alcune migliaia di euro, mentre ora se ne trovano anche con meno di 50 euro…

    Indispensabile per il sushi dato che è obbligatorio abbattere il pesce crudo per evitare la formazione del pericoloso batterio anisakis, è molto utile per la pasticceria specie per gelato, meringhe e cioccolato, permette il surgelamento rapido mantenendo le caratteristiche organolettiche dei cibi senza alterarne  le caratteristiche, permette di portare rapidamente, tipicamente non più di 90 minuti, un cibo caldo a 90 gradi alla temperatura di 3 gradi permettendo la conservazione senza la formazione di batteri.

    Infatti uno dei suoi più grandi pregi è che surgela e non congela come fa il freezer: si tratta di due operazioni distinte: surgelando si ha una temperatura più fredda (-18 gradi) raggiunta in tempi più brevi creando dei cristalli di ghiaccio molto più piccoli e questo consente di mantenere i nutrienti e le caratteristiche organolettiche che invece si vanno a perdere scongelando un alimento, oltre a consentire una maggiore durata degli alimenti rispetto alla congelazione tradizionale

    Inoltre l’abbattitore scongela rapidamente senza alterare il cibo, permettendo uno scongelamento controllato, combinando lo scongelamento che si ottiene lentamente in frigorifero a +4°C, con la velocità di sistemi come microonde o acqua bollente che però rovinano i cibi, con la comodità di potere programmare un timer e/o con una cottura lenta al termine dello scongelamento, cosa che tralaltro può essere comoda anche nel senso inverso, ad esempio per surgelare automaticamente al termine di una cottura lenta o una volta abbattuta la temperatura dei cibi.

    Può mantenere la temperatura costante per permettere particolari lavorazioni (esempio cioccolato o il gelato) , per gestire la lievitazione, oppure realizzare una cottura lenta a bassa temperatura o ancora rigenerare un cibo quindi portarlo dai +3 gradi ai +65 mantenendolo alla temperatura costante in attesa di essere consumato.

    Una funzione molto comoda è quella di raffreddare le bottiglie: se ci siamo dimenticati di mettere in fresco la nostra bottiglia di vino o di birra potremmo raffreddarla in pochi minuti (tipicamente di 1 grado al minuto) salvando la nostra cena e facendo un figurone con gli ospiti potendo gustare al momento quella bottiglia che ci hanno portato per la cena

    Voi conoscevate questo elettrodomestico? Pensavate di comprarlo? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, e come al solito se possibile vi risponderemo.

  • Arrivano le nuove etichette energetiche

    Arrivano le nuove etichette energetiche

    Quando dobbiamo scegliere un nuovo elettrodomestico confrontandolo con altri simili siamo abituati a farlo tramite l’etichetta energetica presente sui vari prodotti dal lontano 1996.

    Questa etichetta assegnava, per quanto riguarda il consumo di energia e di acqua delle classi colorate da D ad A+++ all’efficienza del prodotto, con D la peggiore e A+++ la migliore, con dei colori che andavano dal rosso delle condizioni peggiori al verde di quelle migliori.

    Nuova etichetta energetica

    Dal 1 marzo 2021 è entrata in funzione una nuova versione aggiornata dell’etichetta energetica, che sostituisce quella che siamo abituati a conoscere e che introduce una classificazione aggiornata con nuovi valori che all’inizio potrebbe confonderci le idee, dato che cambiando i parametri le nuove non potranno essere confrontabili con le vecchie.

    Dato che dal momento della sua introduzione nel 1996 le caratteristiche dei prodotti sono migliorate sensibilmente, è stato necessario nel corso degli anni aggiungere dei valori oltre alla classe A, all’epoca la migliore, aggiungendo dei + per differenziare quei prodotti che essendo più efficienti superavano le  caratteristiche della classe A, arrivando fino alla classe A+++.

    E ora dopo 25 anni non potendo aggiungere dei + all’infinito si è deciso di fare un po’ di pulizia,  stabilendo delle nuove fascie  che ora vanno dalla G alla A, eliminando i + ma soprattutto con dei nuovi valori più stringenti per rientrare nelle varie fasce, lasciando il  modo che i produttori abbiano il margine e lo stimolo per migliorare i propri prodotti, e lasciando libere per il momento le fascie più elevate per prodotti migliori di quelli attualmente in commercio.

    Infatti la classe migliore della vecchia etichetta, la A+++ corrisponderà nei migliore dei casi alla fascia B delle nuove etichette, lasciando la A per quei prodotti che supereranno abbondantemente gli attuali standard, e assegnando le altre fasce  a scalare verso in basso,  questo significa che lo stesso prodotto che prima aveva una pur diginitosa fascia A che nell’etichetta precedente , ora è retrocesso nelle fascie più scarse,  magari in fascia D o E a seconda dei casi

    Vecchia etichetta

    Non allarmatevi quindi se vedrete degli elettrodomestici etichettati con una fascia poco felice: sono soltanto cambiati i parametri di riferimento, cosi come variano anche nelle indicazioni dei parametri presenti nelle etichette: ad esempio per i consumi di acqua ed energia non ci riferirà per quanto possibile all’uso annuo, ma rispettivamente al valore di un singolo ciclo e al consumo di 100 cicli in modalità eco , quella di maggiore efficienza.

    Sarà introdotta una scala sempre con delle lettere da A a D anche per la rumorosità e sarà presente un QR code che se inquadrato con il nostro smartphone ci permetterà di consultare una scheda tecnica più approfondita presente in rete sul database europeo EPREL

    In realtà in una prima fase la nuova etichetta sarà obbligatoria per alcune categorie di elettrodomestici come lavatrici, lavasciuga, frigoriferi e lavastoviglie, oltre a display come tv e monitor, posticipando l’obbligo al settembre 2021 per le lampade e al 2022 per asciugatrici , forni e cappe

    In contemporanea all’entrata in vigore delle nuove etichette si aggiungono delle direttive europee sull’ecocompatibilità dei prodotti che fissano paletti più stringenti per la progettazione, i consumi, il riciclo, la riparabilità e la disponibilità dei ricambi che dovrebbero garantire maggiore sostenibilità degli elettrodomestici, garantendo minori consumi e maggiore durata dei nostri apparecchi.

    E c’è da dire che l’argomento è molto sentito visto che il tema dell’obsolescenza programmata è una realtà importante in questo categoria di prodotti, soprattutto nei prodotti più economici, che spesso hanno una durata di vita progettata in fabbrica di modo che si guastino o perdano efficienza dopo un periodo prestabilito, tipicamente 5 anni dall’acquisto, e che debbano quindi venire essere sostituiti, dato che diventa antieconomico ripararli, vuoi per i costi rispetto alla sostituzione e vuoi per la indisponibilità di pezzi di ricambio creando danni sia alle tasche del consumatore che all’ambiente, dato che sia lo smaltimento che la produzione di un sostituto è fonte di inquinamento.

    Sulla carta tutto questo dovrebbe migliorare anche se a costo di un po’ di confusione nei confronti, almeno nel primo periodo. Voi utilizzate le etichette energetiche? Eravate al corrente della novità? Fatecelo sapere nei commenti, cosi come se avete dei dubbi o delle perplessità, e come al solito se possibile vi aiuteremo.